Tutti gli articoli di Giancarlo Arrigucci

Trasporti pubblici. Non volevo pagare una multa.

Trasporti pubblici.

Sono andato alla biglietteria dei trasporti pubblici municipali di Arezzo a pagare una multa.
C’ero già stato la settimana prima ma allora non avevo pagato. Volevo fare ricorso, considerando la multa ingiusta e ingiustificata. Dovete sapere che la multa è stata presa da mio figlio sull’autobus di una compagnia di trasporti che fa servizio in città. Mio figlio utilizza l’autobus in un tratto urbano. Dalla stazione ferroviaria, dove arriva in treno, alla zona dove è situata la scuola. Mio figlio è un pendolare. Tutte le mattine fa lo stesso tragitto. Lo portiamo alla nostra stazione ferroviaria, prende il treno, scende. Prende l’autobus fino davanti o nelle vicinanze della scuola. Il pomeriggio lo stesso percorso ma in senso inverso.

Trasporti pubblici classe
Quanto costa il servizio di trasporti pubblici?

L’abbonamento al treno può essere fatto con l sistema “tariffario Pegaso” della regione Toscana. In cui è compreso il biglietto dell’autobus. Il tutto a 65€ al mese. Naturalmente il biglietto settimanale ha un costo minore. Ma la spesa totale sarebbe maggiore, se fosse utilizzata la tariffa settimanale per tutte le settimane del mese.
Il costo dell’abbonamento settimanale all’autobus, non volendo includerlo nel Pegaso, è di 19€. Il costo di una corsa singola, in città, è di €1,20 fuori città qualcosa in più.
Oggi ci sono i trasporti integrati, es. treno + bus, ma anche i servizi di trasporto consorziati es. azienda di trasporto comunale e altre aziende di trasporto della provincia.

Fanno lo stesso servizio ed usano gli stessi biglietti, che poi si suddividono in base alle obliterazioni (immagino).

L’azienda di trasporti pubblici di cui ha usufruito mio figlio, con un biglietto comprato alla biglietteria centrale, non era la municipale, ma una delle altre.
Ha acquistato un biglietto singolo perché non avrebbe sfruttato ne il mensile ne il settimanale. Sta effettuando gli stage presso aziende private. Ma ha fatto l’abbonamento settimanale al treno, essendo comunque più conveniente dei biglietti a corsa singola necessari.
Aveva il biglietto ma è stato multato da un controllore, perché il biglietto risultava obliterato più volte, almeno è quanto mi ha riferito tornando a casa.
Guardando il biglietto è evidente che era stato obliterato una sola volta, il giorno della multa, andiamo in biglietteria a protestare.

Andiamo a protestare.

Qui scopriamo, ma è chiaramente riportato anche dietro la multa, che non possiamo contestare alcunché perché la biglietteria appartiene alla azienda comunale mentre la multa e della azienda privata. Lì, in biglietteria, possiamo solo pagare.

Trasporti pubblici integrati nelle corse e nei pagamenti, per il resto…
Gli uffici dirigenziali amministrativi sono comunque poco lontano possiamo andare ad informarci, se non ché è sabato e sono chiusi dobbiamo tornare in settimana. C’è tempo, abbiamo due settimane per contestare o pagare, senza problemi.

Torno durante la settimana successiva e scopro che quelli sono gli uffici dell’azienda comunale.

Non hanno voce in capitolo con le multe dell’altra azienda. Ma mi danno informazioni preziose. Mi dicono che posso contestare solo per lettera. Quindi anche agli altri uffici non c’è modo di discutere la multa a voce. Mi sembra strano, perché evitare il contatto diretto? Qualcosa da nascondere? Non reggono il confronto con l’utente arrabbiato? O se ne fregano e basta?

Comunque i miei interlocutori sono molto gentili.

Mi danno indirizzo e numero di telefono dell’altra azienda, che comunque, testone che non sono altro, era già riportato nel retro della multa. Bastava leggere.Nel retro c’è scritto anche che si può contestare solo per iscritto con lettera alla società in questione. Tutto era ben scritto ed evidenziato in grassetto.
Testardo, telefono al numero scritto dietro la multa.Un signore mi conferma che devo fare una lettera, meglio se RR ed aspettare l’esito del reclamo.
Mi riprometto di farlo è una questione di principio, p. Perché pagare una multa ingiusta ed ingiustificata, o almeno perché pagarla senza aver sentito le ragioni della controparte?
Leggo bene il retro della multa, gli uffici sono in un’altra cittadina. E la sede centrale è a Firenze, dove si devono indirizzare i reclami.
Mi rimane sempre qualche giorno dei quindici concessi.

Ma quanto devo pagare?

Leggo che l’importo della multa, ridotto se pagato subito al controllore od entro i quindici giorni, è di € 42,00 composti di 2€ di biglietto e 40€ di multa.
Se non pago viene applicata la multa differita di €82,00, sempre con 2€ del biglietto e 80€ di multa. Cioè la sanzione raddoppia. In altri termini se paghi subito, ti viene applicato uno sconto del 50%.
Poi ti dicono anche che se fai domanda di reclamo, qualora non ti venga accettata, pagherai l’importo massimo, lo sconto svanisce, è perso del tutto.

Ora tutti dovremmo sapere che qualsiasi tipo di multa, da qualsiasi autorità provenga, ti viene sempre comminata con le stesse modalità:

Ci viene concesso un certo tempo per pagare la sanzione comminata.
Paghi in ritardo, sanzione raddoppiata, o peggio.
Reclami la tua non colpevolezza, raddoppia la sanzione, o peggio.
Non viene specificato chi decide in merito al tuo ricorso. Su quali presupposti questi basi il suo giudizio. Le probabilità che la tua multa ti venga confermata, indipendentemente dalle tue ragioni.

Solo una volta.

Solo una volta, mentre protestavo per una multa per sosta oltre il limite consentito dal biglietto orario esposto fattami da un ausiliare del traffico frettoloso, un vigile urbano mi ha consigliato in merito. M ha detto di attendere la notifica della multa l’ingiunzione di pagamento. Portarla ad un giudice di pace e protestare le mie ragioni. Consiglio che non ho mai visto scritto in un retro di una multa.

Beh! Però devo dire che di multe ne ho prese poche. Magari in molte viene riportata anche questa possibilità.

Sono tentato di pagare 42€ contro 82€, forse conviene pagare e festa finita.
Rifletto su questi numeri e penso. Ma forse dovrei far pensare i cavalli, che hanno la testa più grossa. Mi chiedo perché la multa, oltre alla sanzione di 40€, riporti il costo del biglietto di 2€? Quando il costo del biglietto del trasporto urbano, percorso in cui è stato accertata la presunta violazione, è di €1,20?

Informiamoci meglio.

Decido di andare in biglietteria e chiedere ancora.
Non sono sicuro di aver capito bene, però i 2€ dovrebbero essere il prezzo del biglietto extraurbano.
Dovrebbe, ma su quali basi? Il biglietto urbano c’era ed era regolarmente obliterato (anche se non per il controllore). La contravvenzione era stata accertata nel tratto urbano del percorso dell’autobus, anche se non era scritto da nessuna parte della contravvenzione.

Poi perché aumentare il costo del biglietto nella multa e se il problema stava nella doppia obliterazione? Anche in questo caso sempre di €1,20 di biglietto si tratta.

Allora il mio interlocutore mi ha spiegato che in realtà il prezzo per quella tratta urbana, diventa extraurbano, per l’azienda non comunale in assenza di un contestuale abbonamento al treno. L’importo sarebbe quindi di €1,30. Ma mio figlio aveva l’abbonamento al treno. Non avendo anche quello all’autobus ha, penso correttamente, acquistato un biglietto per corsa singola. Biglietto valido per  di 70’, da usare nel circuito cittadino di servizio di trasporti consorziato. Comunque nessuno gli ha chiesto se avesse un abbonamento al treno, forse presumendo che se l’avesse avuto avrebbe avuto anche quello per l’autobus.

E quindi

Anche se l’autobus prosegue oltre la destinazione di mio figlio, come possono imputare a lui il costo del restante tragitto? Per essere al sicuro da multe dobbiamo pagare fino al capolinea?

Poi perché 2€ e non 80c, la differenza tra questo fantomatico biglietto extraurbano ed il biglietto posseduto e regolarmente pagato?
Il servizio, di cui mio figlio ha usufruito è quello di trasporto urbano a €1,20. Altrimenti mettiamo tutto a €1,30 o €2,00. Tanto con 40€ di multa sai quante corse più costose potri permettermi.

Poi ho scoperto, oltre tutto quello già detto, che la motivazione della contravvenzione, riportata nella multa, era diversa di quanto detto al ragazzo. Multa per utilizzo in un percorso improprio del biglietto. Che tradotto significa biglietto a tariffa urbana utilizzato su percorso extraurbano. Senza però riportare nella multa, dove, in che via, località ecc. sia stata rilevata l’infrazione. Quindi con nessuna possibilità verificare la correttezza della contestazione. Tra l’altro mio figlio afferma di salire su bus comunali, i soli che passano dalla sua scuola.

Non resta che pagare, e pagare alla svelta.

Trasporti pubblici VLUU L310 W / Samsung L310 W

Bene finisco di tediarvi con le mie vicissitudini nei trasporti pubblici.

Questo sistema di riscossione delle multe è tipicamente mafioso. Indegno di servizi resi a cittadini liberi.
Se paghi ti proteggo (e ti faccio lo sconto).
Se non paghi ti punisco (e ti faccio sudare sangue per veder riconosciute le tue ragioni).
Questo non dovrebbe accadere in Toscana, oramai da tanto tempo all’avanguardia nel rispetto dei suoi cittadini e dei diritti umani. Non fosse altro che per essere stata la prima al mondo ad abolire la pena di morte.
Ma poi, sotto sotto, certe storture, certe prevaricazioni ritornano. Specialmente nella burocrazia, nelle sue regole, come tanti lacci e laccioli.
Certo, dobbiamo pagare per i servizi che ci vengono offerti, ma non possiamo sottostare a ricatti.
Alle prossime elezioni regionali dovremmo analizzare la posizione dei candidati su questi temi, per orientarci a votare uno piuttosto che l’altro.
Devo farlo, cercherò di ricordarlo.

E infine?

Ah, poi ho pagato i 42€ dovuti per finirla lì.
Anzi no, non è finita lì, perché ho scoperto che le multe non si possono pagare con carta o bancomat (???). Le multe si pagano solo in contanti (ma non si paga così anche la Mafia?). Quindi ho dovuto fare un prelievo al più vicino bancomat che, ovviamente, non era della mia banca. Mi costerà ulteriori 2 o 3€ per il prelievo fuori dal circuito.
Complimenti.

Si fanno multe, casuali.

Si danno motivazioni e se ne scrivono altre.

Poi si multano studenti adolescenti muniti di regolare biglietto.

Comunque si deve pagare subito ed in contanti.

Ci vengono richiesti importi fantasiosi, gonfiati di tasse occulte.

Vergogna, vergogna e ancora vergogna!
Giancarlo

Roseto Fineschi. Rose ovunque di ogni tipo e colore.

Roseto Fineschi

Sono andato al “Roseto Fineschi”, (vedi sito) a Cavriglia.

E’ un posto eccezionale. Ci sono rose ovunque di ogni tipo, antiche e moderne e di ogni colore.

Sono andato tardi, molte erano già sfiorite. A Maggio è meglio sono tutte in fiore. Ma mi sono divertito lo stesso, ce ne sono ancora tante, tutte bellissime.

Se avete voglia guardate quelle che ho fotografato.

Rosso

Roseto Fineschi

 

 

Bianco

 

 

Giallo

 

 

Altro

Comunque il posto è bello da visitare con o senza le rose fiorite.

Clicca sull’immagine per ingrandirla.

Vi consiglio una visita.

Ne ho parlato qui.

DSC_0044A

 

 

 

 

Giancarlo

DUE, almeno due. Nessun essere umano è uguale, ma…

DUE, almeno due

DUE, almeno due. Gli esseri umani sono unici. Nessuno è uguale ad un altro. L’unicità è dimostrabile:

DUE, almeno due opposti

In matematica e logica, l’unicità di un elemento nel soddisfare una certa proprietà sta nel fatto che qualunque oggetto che soddisfi tale proprietà è uguale all’elemento di partenza. In altre parole, non possono esistere due elementi differenti che soddisfano questa proprietà. La tecnica più usuale per dimostrare l’unicità è, innanzitutto, dimostrare l’esistenza di un’entità che soddisfi la condizione in questione. Successivamente assumere l’esistenza di due entità a=b che soddisfino tale condizione. E dedurre logicamente che a dev’essere uguale a b.

Ad esempio, assumiamo che esistano due numeri a e b che soddisfino l’equazione x + 2 = 5.

Quindi

a + 2 = 5  b + 2 = 5

Per la proprietà transitiva dell’eguaglianza

a + 2 = b + 2.

Per il primo principio di equivalenza

a = b .
I due numeri sono, in realtà, lo stesso numero, sono uguali.
Ma se due numeri possono essere uguali due persone no. Neppure i gemelli che “sembrano” uguali ma non lo sono (o quasi).
Quindi uno certifica l’essere, due distingue tra esseri,
Ma siamo sicuri che uno sia indistinto, unico, appunto? E che sia anche omogeneo?
No! Non lo siamo. La teoria atomistica  e poi la sua confutazione, hanno dimostrato che qualcosa si può sempre suddividere ancora, ad esempio l’atomo nelle particelle subatomiche e poi nelle stringhe e se arriviamo agli spazi a più dimensioni

DUE, almeno due

Allora possiamo dire che l’UNO si può sempre dividere almeno in DUE. Ci sono sempre delle parti complementari che ci caratterizzano facendoci diversi. Avremo sempre un lato illuminato ed uno in ombra. Saremo in parte buoni ed in parte cattivi, giusti ed ingiusti veri e falsi.
Questa miscela ci fa differenti gli uni dagli altri.
Ma non potremo mai essere perfetti: il bene assoluto.
Come non potremo mai essere imperfetti: il male assoluto.
La composizione di questa miscela di opposti (non matematici) dipende dalla nostra storia e, meno, anche da noi.
Perseguendo il bene, la giustizia, l’onestà la bontà possiamo migliorarci, anche se di poco.
DUE, almeno due
Siamo doppi, ricordiamolo, siamo luce e tenebre, siamo
in DUE, almeno due.
Giancarlo

Estemporanea a Pianello, il 2 Giugno, festa della Repubblica.

Estemporanea a Pianello

Estemporanea a Pianello, il 2 Giugno 2016, festa della Repubblica, si è svolta a Pianello (PG) la sagra del prosciutto, hanno partecipato il sindaco di Perugia e una rappresentanza di Bersaglieri; poi tanti pittori.

Estemporanea a PianelloEstemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello

Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello

Estemporanea a PianelloEstemporanea a PianelloEstemporanea a PianelloEstemporanea a Pianello DSC_9754 - DSC_9755_lzn

Che hanno iniziato, quasi, subito a dipingere.

Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello

Estemporanea a Pianello

Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello Estemporanea a Pianello

 

Estemporanea a Pianello
Primo giro di pittura

Estemporanea a Pianello
Tutti a tavola rallegrati dalla fanfara dei bersaglieri.

 

 

Poi siamo andati a mangiare qualcosa, ci hanno servito un ottimo pasto, occorre dirlo, poi c’era al banda dei bersaglieri a farci correre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo pranzo ancora a dipingere, velocemente che il tempo passa.

Un secondo valtzer ai tavoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fuori, nel frattempo gareggiavano i trattori:

Potenti trattori si sfidano a tirarsi la fune.

 

 

 

 

 

Poi le opere:

Alcuni quadri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed infine la premiazione.
Quattro primi ex equo, poi gli altri:

I premiati

 

 

Spero di rivedervi presto.

Giancarlo

Il ponte di Pogi, qualche volta ci riserba delle sorprese.

Il ponte può sorprenderci.

Ieri era una bella giornata di sole.

Sono andato a prendere il pane al forno di Pogi portando con me la macchina fotografica.

Ho pensato che avrei fatto delle belle foto.

il ponte DSC_8428_lzn

Il ponte non è solitario.

Ho fatto anche un bell’incontro.

Qualcuno con un cavalletto armeggiava davanti al ponte, lungo la riva destra.

Ho pensato che fosse un fotografo, non ero stato il solo a ricordarmi del ponte ieri.

Poi l’ho visto dall’alto, era un pittore “en plein air”, che stava ritraendo il ponte.

DSC_8432_lzn
Takuma Kaneko, pittore Giapponese

 

DSC_8433_lzn

 

Mi sono avvicinato, era un signore gentile, educato, come immagino siano tutti i Giapponesi, mi ha detto che risiedeva in una struttura agrituristica o qualcosa del genere e dopo aver visto il ponte,,,

Sono meravigliato che questo ponte riesca ad attirare persone da così lontano. Bhe certo che è bello, ma insomma… dal Giappone.

Mi ha detto di chiamarsi Takuma Kaneko e il suo mestiere è girare il mondo e l’Italia, per dipingerne gli scorci.

Mi ha dato il nome del sito dove mostra le sue opere, nella sua biografia dice di aver studiato anche a Firenze.

E’ molto bravo e fa delle cose stupende, visitate il suo sito anche voi, forse, tra non molto, ci sarà anche il dipinto di ieri.

Grazie Takuma è stato un piacere conoscerti e vederti all’opera.

Se passi di nuovo, ti faccio vedere come l’ho dipinto io il ponte di Pogi.

Viva il ponte di Pogi.

Giancarlo

.DSC_8436_lzn

 

 

 

In Autostrada possiamo capire il mondo ed i suoi abitanti

In Autostrada

Viaggiare in autostrada. Viaggiare per scoprire il mondo. Osservando dalle strade e le strade possiamo capire i popoli. Naturalmente i popoli ricchi avranno molte strade e molte autostrade come i Tedeschi, quelli più poveri molte di meno.

Google maps ci aiuta, anche senza viaggiare.

Croazia
Situazione stradale Croata
Francia
Situazione stradale Francese.
Germania
La situazione stradale Tedesca
Italia
Situazione stradale Italiana (Nord).
Italia 2
Situazione stradale Italiana (Sud).
Olanda
La situazione stradale Olandese.
Polonia
Situazione stradale Polacca.
Spagna
Situazione stradale Spagnola.

Ma non è solo questione di numeri anche di qualità del sevizio, costi, condizioni del manto, connessione con le varie aree del paese.

Il numero di strade ed autostrade in Italia non è poi male, non per nulla le strade sono state inventate, o almeno sviluppate, dagli antichi Romani. e se vogliamo criticarne l’opera possiamo solo dire che non si trattava di opere pubbliche, socialmente utili, ma di opere belliche, strumenti di conquista e di controllo del territorio.

Comunque, qualitativamente, le nostre strade sono rimaste indietro, neppure quelle nuove riescono a farle bene. Per mancanza di regole, di controlli e perché se i soldi devono essere spartiti non possiamo anche pretendere di comprarci anche il materiale di ottima qualità e di far bene il lavoro.

Ma tanto a che servirebbe?

Non le sappiamo utilizzare.

In autostrada

E’ giusto che la prima corsia sia molto spesso dissestata dal passaggio dei tanti camion, a cui non è costruita per resistere, tanto non ci va nessun altro. Le auto mai. Eppure il codice recita che si deve occupare la corsia libera più a destra, si vede che la prima è troppo a destra e gli italiani vogliono mantenere il centro se non la sinistra.

E’ una questione politica.

Ma anche di prestigio, la prima corsia è ritenuta, erroneamente, riservata ai veicoli lenti e le auto che sono notoriamente veloci, non possono andarci in prima corsia. Qualcuno è addirittura convinto che sarebbe passibile di multa ad occuparla con la sua Fiat fiammante. E allora ecco che la seconda corsia è occupata da veicoli che procedono sui “centoallora” e non ti lasciano passare, tu che vai a “centoventi”, se non li sorpassi a sinistra, ma li è pericoloso, ci sono quelli che vanno a “cenquaranta”, “cencinquanta”.

20160519_093009A
Tutti al centro.
20160519_093052A
Centro-sinistra.
20160519_093350 a
Eh, si! Il codice è un po disatteso.

20160519_093158A 20160519_093204A in autostrada 20160519_093338A

Giovani, e meno giovani, piloti della domenica e del lunedì mattina, svegliatevi. Se non l’avete ancora capito usate la prima corsia a destra, nessuno vi multerà per questo. Il traffico scorrerà bene e tutti faremo un viaggio più sereno.

Ah, dimenticavo, se proprio volete stare al centro, dove vi sentite più sicuri, almeno buttate, ogni tanto, un occhio allo specchietto retrovisore, dovreste averne tre a disposizione, e se arriva un’auto più veloce della vostra e la corsia di destra è vuota, spostatevi e lasciate passare.

Giancarlo

ESTEMPORANEA a GUALDO TADINO

ESTEMPORANEA a GUALDO TADINO

ESTEMPORANEA a Gualdo. Ieri, Sabato 7 Maggio 2016, si è svolta a Gualdo Tadino, in concomitanza con la manifestazione Arte e vintage tra le fonti, un’estemporanea di pittura organizzata dal Maestro Marco Giacchetti e dalla Confcommercio locale.

Tra le altre cose Gualdo è una cittadina molto bella, tutta in salita, ma vale la fatica di percorrerne le strade, ricche di immagini e dipinti, monumenti storici, chiese e quant’altro i vostri occhi possano apprezzare.

In questo periodo vi si svolge una interessantissima mostra intitolata  “Arte e Follia” con molte opere di Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi.

Solo questa opportunità merita il viaggio fino in Umbria ed una visita a Gualdo Tadino.

Alcuni momenti della manifestazione:

DSC_7420_lzn DSC_7421_lzn DSC_7422_lzn DSC_7425_lzn DSC_7426_lzn DSC_7427_lzn DSC_7428_lzn DSC_7429_lzn DSC_7431_lzn DSC_7432_lzn DSC_7433_lzn DSC_7434_lzn DSC_7439_lzn DSC_7440_lzn DSC_7441_lzn DSC_7442_lzn DSC_7443_lzn DSC_7444_lzn DSC_7445_lzn DSC_7446_lzn DSC_7447_lzn

DSC_7447_lzn

Le opere prodotte:

DSC_7551_A_lzn DSC_7552_A_lzn DSC_7554_A_lzn DSC_7558_A_lzn DSC_7559_A_lzn DSC_7560_A_lzn DSC_7561_A_lzn DSC_7562_A_lzn DSC_7563_A_lzn DSC_7564_A_lzn DSC_7565_A_lzn DSC_7566_A_lzn DSC_7567_A_lzn DSC_7568_A_lzn DSC_7569_A_lzn DSC_7570A_lzn DSC_7579_A_lzn DSC_7580_A_lzn DSC_7581_A_lzn DSC_7582_A_lzn DSC_7583_A_lzn DSC_7585_A_lzn DSC_7586_A_lzn DSC_7586_B_lzn DSC_7587_A_lzn

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Premiazione:

DSC_7588_lzn DSC_7589_lzn DSC_7590_lzn DSC_7591_lzn DSC_7592_lzn DSC_7594_lzn DSC_7595_lzn DSC_7597_lzn DSC_7598_lzn DSC_7599_lzn DSC_7601_lzn DSC_7602_lzn DSC_7603_lzn DSC_7604_lzn DSC_7605_lzn DSC_7606_lzn DSC_7607_lzn DSC_7608_lzn DSC_7610_lzn DSC_7611_lzn DSC_7612_lzn DSC_7613_lzn DSC_7614_lzn DSC_7615_lzn DSC_7616_lzn DSC_7617_lzn DSC_7619_lzn DSC_7639_lzn DSC_7643_lzn DSC_7646_lzn DSC_7652_lzn DSC_7658_lzn DSC_7670_lzn DSC_7693_lzn DSC_7695_lzn DSC_7705_lzn DSC_7707_lzn DSC_7712_lzn DSC_7717_lzn DSC_7719_lzn DSC_7722_lzn DSC_7726_lzn DSC_7736_lzn DSC_7742_lzn DSC_7746_lzn DSC_7749_lzn DSC_7754_lzn DSC_7762_lzn DSC_7767_lzn DSC_7773_lzn DSC_7784_lzn DSC_7793_lzn DSC_7799_lzn DSC_7804_lzn DSC_7812_lzn DSC_7821_lzn

Giancarlo

Leonardo e il Ponte di Bucine

Leonardo e il Ponte di Bucine.

leda_and_the_swan_1510_1515 attribito ad un allievo diLeonardo

Il ricercatore leonardesco Francesco Sordini è convinto che il ponte che si vede dietro Leda nel dipinto “Leda and the swan” (1510-1515) attualmente esposta alla Galleria Borghese di Roma ed attribuita ad un allievo di Leonardo, sia il ponte di Bucine, ponte Romano distrutto durante il secondo conflitto mondiale e mai ricostruito. Leggi qui.

Sembra che a questa conclusione lo studioso sia pervenuto studiando il paesaggio del quadro intorno al ponte, si vedrebbe con incredibile somiglianza il vallone in Pratomagno come lo si vede dal vecchio ponte di Bucine.

 Schermata del 2016-05-02 17:14:47 Schermata del 2016-05-02 17:14:24 Schermata del 2016-05-02 17:13:24

 

Sarebbe interessante pensare di ricostruire il ponte, preservando per sempre l’integrità dell’unica arcata sopravvissuta.

DSC_3805_lzn DSC_3807_lznIl sindaco Tanzini potrebbe avviare l’iter necessario a fare in modo che ciò avvenga.

Ci sono varie ragioni per farlo:

(ri)costruire un ponte è sempre positivo, meglio di un muro al confine o di una barricata, è un’idea di pace.

Mantenere e preservare dalla completa distruzione il ricordo, ed i ruderi di un manufatto così antico dovrebbe essere il primo impegno di ogni persona civile.

Evitare che l’ingegno ed il sudore dei costruttori Romani dell’epoca vada perduto.

A pochi metri dal ponte sono nato io, dalla finestra della camera natale posso ancora vedere i resti del ponte di fronte al mio sguardo.

Non è comunque concepibile in un paese Italiano di non fare nulla per preservare questo monumento. A cosa servono le sopraintendenze? E tutti gli altri boureaux burocratique, Dislocati a destra e a manca tra comune provincia e regione? Pieni di tecnici di livello che saprebbero come fare, se solo gli dicessero di farlo, per recuperare gli antichi splendori del sito.

Ma sembra evidente che si preferisca piangerci addosso, volere i turisti a visitare il nulla quando potremmo averci delle cose.

Non abbiamo i soldi? Chiediamoli a chi il ponte l’ha devastato. Alla Germania, alla UE, agli USA. Presentiamo un progetto di recupero serio e portiamolo avanti.

Se qualcuno è d’accordo con me per favore commenti l’articolo. Vedi mai che non sia possibile riportare ai vecchi splendori un monumento che le ragioni della guerra volevano perduto.

Giancarlo

Fonte:

Comune di Bucine

Davigo, io sto con lui, quando dice che i politici…

Io sto con

Davigo, il nuovo presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Piercamillo Davigo, ha rilasciato un intervista al corriere che ha sollevato molte polemiche.

Io sto con lui. Devo dire che la classe politica, le classi politiche, che si sono succedute dopo mani pulite alla guida del paese, hanno dimostrato di non vergognarsi più.

Gli scandali ed i reati che li riguardano vengono scoperti giornalmente e non succede assolutamente nulla. Neppure una voce si leva, dalla nostra classe dirigente, per esprimere vergogna e biasimo per gli scandali e criticare i comportamenti che ne sono all’origine.

Quindi con semplice deduzione e sillogismo: sono tutti interessati a mantenere il silenzio e lo status quo.

Leggete un articolo che riporta l’intervista a da Davigo su questo link.

BB DavigoSostanzialmente ed in breve, Davigo ha detto, relativamente a cosa sia cambiato, dopo mani pulite, nel comportamento dei politici Italiani:

«Non hanno smesso di rubare; hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto. Dicono cose tipo: “Con i nostri soldi facciamo quello che ci pare”. Ma non sono soldi loro; sono dei contribuenti».

 

In realtà qualcuno denuncia, si scandalizza e si comporta differentemente.

Io, alle prossime elezioni, mi ricorderò di loro, di quelli che non rubano e lo dimostrano.

Fatelo anche Voi.

Giancarlo

 

Fonte: Il corriere

La bella e la bestia

Una storia vera che si racconta su Levane

La bella e la bestia:

In the very olden time there lived a semi-barbaric king, whose ideas, though somewhat polished and sharpened by the progressiveness of distant Latin neighbours,were still large, florid, and untrammelled, as became the half of him which was barbaric. He was a man of exuberant fancy, and, withal, of an authority so irresistible that, at his will, he turned his varied fancies into facts. He was greatly given to self-communing, and, when he and himself agreed upon anything, the thing was done.  When every member of his domestic and political systems moved smoothly in its appointed course, his nature was bland and genial; but, whenever there was a little hitch, and some of his orbs got out of their orbits, he was blander and more genial still, for nothing pleased him so much as to make the crooked straight and crush down uneven places.

Among the borrowed notions by which his barbarism had become semified was that of the public arena, in which, by exhibitions of manly and beastly valour, the minds of his subjects were refined and cultured.

Si, a Levane c’era un re, un re barbaro. Anzi semi-barbaro per l’influenza benevola e la vicinanza del re di Bucine. Con cui assieme a lungo combatterono la barbarie delle genti vicine.

Ma torniamo a levane, al suo re ed alle sue usanze.

La bella Levane
L’agglomerato urbano di Levane sul fondovalle
Elio Rossi – Opera propria

Egli soleva risolver le questioni, anche i più banali conflitti, come quelli d’amore o d’interesse, semplicemente gettando il presunto reo nel mezzo dello stadio. L’arena Leona. L’arena era ben recintata ed aveva due sole uscite. Le porte, che non sono semplici porte come quelle da calcio, con la rete. Sono porte di ferro, dure come l’acciaio. Colui che era oggetto di giudizio aveva l’opportunità di salvarsi come di condannarsi, uscendo da una porta o dall’altra. Una lo salva l’altra lo manda in pasto alla fiera tigre Leona, simbolo cittadino e protettrice delle terme.

Quando diciamo che il re era mezzo barbaro non lo diciamo a offesa o per dileggio. E’ che era così. A parte un ridicolo Pantheon di Dei accroccati alla meglio, egli aveva credenze e superstizioni che, a quei tempi, lo facevano apparire strano agli occhi dei suoi sudditi. Ad esempio non riteneva opportuno che alcun uomo potesse decidere della vita di un altro. Men che meno che gliela potesse togliere, uccidendolo. Per questo ideò l’ingegnosa soluzione delle due porte nell’arena Leona. Il malcapitato si sarebbe ucciso da solo se reo dell’accusa oppure si sarebbe salvato se innocente. Se il destino, o i suoi Dei, lo avessero voluto salvare. E quando fosse uscito dalla porta giusta avrebbe ottenuto un premio, come risarcimento per l’ingiusta accusa.

Il premio era una “femmina”

Il premio era una “femmina”, di solito una dolce e bella fanciulla. Che sarebbe stata sua compagna e sposa per il resto della loro vita. Non importava se il liberato avesse già moglie, figli o altri gusti di coppia, quello era il premio e doveva accettarlo. Tutto il resto, tutto il passato, veniva cancellato come l’imputazione del reato.

Dobbiamo, però, notare come il re fosse avanti nel trattamento dei delitti e delle pene. Ma, forse per la crudele fine riservata a quelli divorati dalla tigre, era considerato mezzo barbaro. Ma certamente il restante mezzo appariva più buono e più moderno di quanto non fosse. Per questo si diceva anche che se il re fosse convinto della colpevolezza dell’imputato, questi anche salvandosi non si sarebbe salvato. Il presunto reo avrebbe ricevuto in dono una fanciulla speciale che gli avrebbe creato problemi ben peggiori della morte appena scampata. E questi “problemi” sarebbero durati per tutto il resto della sua vita. Comunque, l’omaggio non poteva essere rifiutato, pena ripetere la prova dell’arena, magari con tutt’altro esito.

Ecco, l’arena Leona poteva essere una trappola senza uscita. Si racconta che qualcuno, alla vista  della fanciulla in dono, abbia voluto ripetere la prova sperando nella tigre ad attenderlo dietro la porta.

La bella DSC_5603_lzn

Ora vi voglio raccontare quello che accadde a un bucinese. Un mio antico concittadino, che a quei tempi era scapolo e si chiamava Luzio. Era il secondo ed il più scaltro di tre fratelli, di una famiglia molto povera di Bucine.

Il re di Levane aveva una figlia.

Il re di Levane aveva una figlia, che si chiamava Utopia, già in età da marito da qualche anno. Ma nessuno l’aveva ancora reclamata in moglie, si vociferava, per non imparentarsi con il re. Ma Utopia era in realtà bellissima, come il suo nome. Luzio l’aveva notata da tempo, anche se non era mai riuscito ad incontrarla prima.

Un giorno, aiutato con una scala, dal fratello minore Nario, irruppe nelle sue stanze. Al primo pano del palazzo del re dove ella viveva. Per rapirla e portarla con se. La vide come lei lo vide. Rimasero incantati a guardarsi per un po. Poi lui le si avvicinò e l’abbracciò appena. Ma subito le guardie arrivarono togliendogli l’Utopia senza che potesse portala con se per farla sua. Bloccato dagli sbirri del re, come ho detto, fu condotto al suo cospetto. Il re lo condannò alla prova dell’arena, entro trenta giorni, per aver abbracciato Utopia, senza il suo consenso.

Il re scelse la donna che sarebbe andata in dote a Luzio, se avesse scelto la porta giusta. La scelse non senza con una certa ripicca. Infatti non scelse la bella ma preferì la Bomba. Bomba era una ragazzona rotonda. Sembrava più un macchinista ferroviere che una rappresentante del gentil sesso. Proprio l’opposto di Utopia. Anche se le due erano amiche e cresciute insieme sin da piccole.

La bella! E la bestia?

Rivo, il fratello maggiore del nostro esuberante innamorato, cercò di far arrivare dei messaggi alla figlia del re. Messaggi con cui chiedeva aiuto per il fratello Luzio. Chiedeva che gli facesse sapere quale porta aprire, per salvarlo e non farlo finire in pasto alla tigre. Bastava un cenno e lui avrebbe capito.

La bella Utopia, in qualche modo riusci a scoprire il destino celato dietro ogni porta. Quale portasse Luzio alla morte certa e quale a Bomba. Ma per i giorni a seguire fu angosciata dai dubbi e le notti passarono insonni. Notti e giorni disperati, domandandosi se per Luzio fosse meglio la morte per la tigre o per la Bomba. Alla fine in un attimo decise, lei, Utopia, le sorti del mondo. E la sorte di Luzio, di Rivo ed anche quella di Nario, e di tutti i loro futuri compaesani, me compreso.

La bella locomotivaFine della storia

Bene credo di avervi detto tutto e non voglio tediarvi oltre, vi lascio alle parole del grande Frank Richard Stockton per sapere come la bella Utopia fu decisiva: chi verrà fuori dalla porta donna o tigre? Quale sarà il destino di Rivo, Luzio e Nario, viver con Utopia o rassegnarsi alla Bomba?

Would it not be better for him to die at once, and go to wait for her in the blessed regions of semi-barbaric futurity?

And yet, that awful tiger, those shrieks, that blood!

Her decision had been indicated in an instant, but it had been made after days and nights of anguished deliberation. She had known she would be asked, she had decided what she would answer, and, without the slightest hesitation, she had moved her hand to the right.

The question of her decision is one not to be lightly considered, and it is not for me to presume to set myself up as the one person able to answer it. And so I leave it with all of you: Which came out of the opened door,–the lady, or the tiger?

Giancarlo

Liberamente tratto da.

The Lady, or the Tiger? by Frank Richard Stockton

Da me rinominato la bella e la bestia, Per scaricarlo liberamente clicca qui.