Viva l’Italia antifascista.

Viva l’Italia antifascista, ci teniamo a dirlo chiaro!

Viva l’Italia antifascista!

Dalle macerie, dalle ceneri e dal sangue della seconda guerra mondiale è nata (rinata) l’Italia di oggi.

Un Italia antifascista!

Viva!

Ma l’Italia non era fascista?
Certo!

L’ideologia fascista è nata e si è sviluppata nell’Italia dei primi del novecento, come riporta Wikipedia:

Il fascismo fu il movimento politico d’estrema destra che, fondato da Benito Mussolini, prese il potere in Italia e governò il Paese come regime totalitario dal 1922 al 1943 (ventennio fascista).

Si caratterizzò fin dall’inizio per il ricorso alla violenza come metodo di lotta politica (squadrismo), per l’ostilità alla democrazia e alle sue istituzioni.

Entrò in parlamento nel 1921 in coalizione con nazionalisti e liberali e si costituì in Partito Nazionale Fascista (PNF).

Dopo la presa del potere con la marcia su Roma si fuse con il movimento nazionalista e si assicurò la vittoria alle elezioni del 1924, che fecero emergere le componenti più intransigenti del fascismo, trainando l’Italia verso il regime dittatoriale a partito unico (Stato fascista), che esautorava di fatto la monarchia.

Stemma casa Savoia -Di Katepanomegas, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12380155

Dopo la promulgazione delle leggi razziali ed il tragico periodo della RSI, alla fine del secondo conflitto mondiale l’esperienza dello Stato fascista si estinse e fu ripudiata dalla Costituzione repubblicana, che assunse carattere antifascista e vietò la ricostituzione del partito alla XII disposizione transitoria e finale, che recita all’inizio: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.”

Con la Costituzione

Con la Costituzione della repubblica Italiana venne definito il delitto di Apologia del fascismo

Legge 20 giugno 1952, n. 645 che disponeva all’artico 4 pene reclusive e pecuniarie.

Più volte rivista ed edulcorata da numerose sentenze emesse dalla corte costituzionale.

Comunque non si può inneggiare a quell’Italia lì, speriamo seppellita dalla storia.

Eppure l’11 Dicembre 2023, alla prima de la scala di Milano, dopo l’inno nazionale, un loggionista, tale Marco Vizzardelli ha sentito l’impeto di gridare “Viva l’Italia antifascista” e per questo è stato identificato dalla DIGOS, come di solito la DIGOS fa per agitatori o possibili criminali.

Ci dispiace noi del blog di Bucine siamo pacifisti e stiamo con Vizzardelli gridando a squarciagola

VIVA L’ITALIA ANTIFASCISTA

ora e sempre.


Giancarlo