Tutti gli articoli di Giancarlo Arrigucci

Olive

Raccolta.

E’ tempo di olive, quest’anno sono veramente tante e belle.

Anche il tempo è stato perfetto, solo qualche goccia di pioggia, il 3 Novembre.

Domani faremo l’olio.

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Olive

Olive
Raccolta del primo ulivo, mica male!

Olive_1200380 Olive_1200381 Olive_1200383 Olive_1200371 Olive_1200358 olive_1200356 Funghi e olive .

Poi si trovano anche i funghi, di prato nel campo.

Funghi Funghi Funghi

Giancarlo

Olio di oliva

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

L’olio di oliva è un olio alimentare estratto dalle drupe dell’olivo, ovvero i frutti dell’olivo (Olea europaea). Il tipo vergine si ricava dalla spremitura meccanica delle olive. Altri tipi merceologici di olio, ma con proprietà dietetiche e organolettiche differenti, si ottengono per rettificazione degli oli vergini e per estrazione con solvente dalla sansa di olive. È caratterizzato da un elevato contenuto di grassi monoinsaturi.

Prodotto originario della tradizione agroalimentare del Mediterraneo, l’olio di oliva è prodotto anche nelle altre regioni a clima mediterraneo.

Olio di oliva “extra vergine”

La normativa europea (Regolamento CEE n. 2568/91 e successivi aggiornamenti) ha fissato gli standard qualitativi minimi che l’olio di oliva deve presentare per poter essere commercializzato con la dicitura “Olio Extra Vergine”. Deve essere ottenuto tramite estrazione con soli metodi meccanici. L’acidità di un olio extra vergine non deve mai superare lo 0,8%. Infatti l’acidità, cioè la concentrazione di acidi grassi liberi, è uno dei parametri fondamentali per valutare qualitativamente l’olio.

In Italia è stata creata una Carta di identità dell’olio extravergine di oliva.

Raccolta delle olive

Olive da olio della Toscana.

Le olive sono tradizionalmente raccolte su reti, in alcune regioni battendo i rami con bastoni flessibili, in modo da provocare il distacco dei frutti, oppure in altre, attendendo la completa maturazione e quindi la loro caduta naturale dalla pianta. In Italia si raccoglie nel periodo che va da metà ottobre a fine dicembre. Una tecnica più moderna prevede l’utilizzo di abbacchiatori meccanici che scuotono i rami e provocano la caduta delle olive su una rete predisposta a terra che permette poi di raccoglierle più rapidamente e con minore fatica.

Raccolta a mano

La raccolta a mano, con pettini e sacche a tracolla su lunghe scale a pioli di legno, è ancora praticata in molte zone d’Italia. Questa tecnica è sicuramente la più dispendiosa e lunga, ma dà la possibilità di scegliere i frutti, consentendo di raccogliere frutti integri e al giusto grado di maturazione. È ancora preferibile per le olive da conserva, ma rappresenta il primo degli elementi fondamentali per ottenere un olio extra vergine di oliva fragrante e privo di odori sgradevoli.

Esistono metodi di raccolta interamente meccanizzata tramite macchine scuotitrici con intercettatori delle olive a ombrello. Modernamente, in impianti di oliveto coltivati allo scopo (superintensivi) si raccoglie anche con macchine scuotitrici adatte anche alla raccolta meccanica dell’uva (vendemmiatrici).

Non meno importante al fine di ottenere un olio vergine esente da difetti è il metodo di stoccaggio delle olive. L’ideale è che le olive siano raccolte in bin di plastica e in sacchi e che siano conservate lontano da fonti di calore e molite nel giro di 24-48 ore dalla raccolta. Questo garantisce che le olive non fermentino in modo anaerobico dando origine alla formazione di alcoli alifatici che produrrebbero nell’olio difetti quali riscaldo e, in casi estremi, muffa.

Abitanti, parliamo degli abitanti del valdarno.

Parliamo degli abitanti del Valdarno.

Abitanti

In particolare mi vorrei soffermare sugli abitanti di Bucine e su quelli di Levane.

I primi sono detti Bucinesi ed i secondi Levanesi.

Nei secoli non è mai corso buon sangue tra le due comunità, a causa di certi scherzi e sfottò che si sono sempre scambiati.

Comunque sia, oggi le due comunità vivono in quiete tra loro, tra l’altro sempre meno Bucinesi e Levanesi vivono nei rispettivi paesi, la globalizzazione ha portato genti di tutto il mondo a diluire le specificità.

Ma noi, per la nostra trattazione assumeremo che a Bucine vivano tutti Bucinesi ed a Levane vivano tutti Levanesi. ogni comunità con le sue specificità distinte tra loro ed indistinte tra compaesani.

Inoltre vorrei dirvi che dovrete credermi per forza anche quando le mie affermazioni vi parranno assurde o paradossali e per questo mi guarderò bene dall’affermare che tutti i Bucinesi sono bugiardi, vi dirò invece che gli uomini di Bucine  dicono sempre il vero mentre le donne di Bucine dicono solo falsità. I Levanesi, stranamente si comportano esattamente al contrario. E quando parlo di donne ed uomini mi riferisco al sesso degli individui di tutte le età, bambini o centenari che siano.

Abitanti

Chiaramente sapere queste cose aiuta molto chi volesse sapere se un abitante qualunque dei due paesi è uomo o donna, è sufficiente chiedergli  “Sei di Bucine ?”  e sentire se risponde si o no. Possiamo anche domandargli se è di Levane con le risposte invertite. Poi per sapere di dov’è, di Bucine o di Levane si chiede “Sei un uomo? e risponderà si o no. Al contrario si può chiedere se è donna con le risposte al contrario. Se qualcuno ti dice “sono un uomo di Levane”, allora significa che è una donna di Bucine. Se dice “o sono una donna o sono di Levane”, allora significa che è una donna di Levane. E via andando.

Vi ho raccontato come vanno le cose in Valdarno,

Abitanti

ma in realtà sia Levane che Bucine oltre che trovarsi in Valdarno si trovano ancorché in Valdambra dal torrente Ambra, affluente di sinistra dell’Arno, che da il nome anche ad Ambra una ridente cittadina nel comune di Bucine i cui abitanti sono detti Valdambrini.

I Valdambrini maschi si dedicano tradizionalmente all’edilizia e sono sostanzialmente o muratori o manovali. i muratori dicono sempre il vero e i manovali sempre il falso. Ad Ambra nessuno può dire «sono un manovale». Se di due Valdambrini uno dice “siamo entrambi manovali”, allora lui è un manovale, ma l’altro no. Se dice “almeno uno di noi è un manovale”, allora lui è un muratore, ma l’altro no. Se invece dice “o sono un manovale o siamo entrambi muratori”, allora entrambi sono muratori. E con la banda andando.

Credo che ora, sarete in grado di praticare la zona senza sorprese e fraintendimenti.

Se, paradossalmente, la lettura di questo post vi ha resi ebrefenici, paranoici o catatonici io posso solo aggiungere che, con John Cage, “Non ho niente da dire, e lo sto dicendo”.

Giancarlo

Abitanti

Il post precedente

Il post precedente non era ne interessante ne intelligente.

Ho fallito.

Il post precedente

Natural-mente!

Il post Precedente

Non potevo aver successo.

Lo devo ammettere, anche se a malincuore, devo dire la verità.

Il post precedenteIl post precedente è vero.

Giancarlo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La storia del Valdarno.

Nel Valdarno superiore sono stati rinvenuti numerosi reperti che testimoniano la presenza di insediamenti umani sin dall’età della pietra. Numerosi sono stati i popoli che hanno abitato la valle, tra cui gli Etruschi, i Liguri e i Romani, grazie alla fertilità e all’abbondanza di fauna.

Sul Valdarno, si ha un maggior numero di fonti storiche risalenti al Medioevo, un periodo in cui la Toscana era una delle zone più ricche e importanti d’Europa. Durante l’Età di mezzo cominciano ad essere edificate sorgere le prime cerchia murarie, e i paesi assumono dimensioni notevoli per l’epoca.

Nel Basso Medioevo, in età comunale il Valdarno si trovava al centro di tre grandi centri in lotta fra loro: Arezzo, Firenze e Siena. Conseguentemente il Valdarno fu teatro di molti scontri; la valle, oltre ad essere strategica dal punto di vista geografico, era importante anche per le risorse alimentari.

Dopo la vittoria di Firenze nella battaglia di Campaldino la vallata fu posta sotto il governo della Repubblica fiorentina. Furono creati due presidi militari per ridurre le incursioni aretine e senesi, e per limitare o togliere il potere ai signori locali che potevano fomentare una rivolta contro lo Stato fiorentino:

San Giovanni (oggi San Giovanni Valdarno);

Castel Santa Maria (odierna Terranuova Bracciolini).

Dopo aver sottomesso Arezzo, Firenze doveva combattere altri nemici per continuare ad avere l’egemonia nella valle: l’imperatore del Sacro Romano Impero Arrigo VII e il papa Sisto VI. Per questo motivo i fiorentini fecero costruire mura attorno a Montevarchi e a San Giovanni, ma ciò non riuscì a scongiurare la conquista da parte delle truppe papali.

Il Valdarno fu flagellato dalla peste, oltre che dalle periodiche esondazioni dell’Arno, che ogni volta mietevano un gran numero di vittime, distruggendo i campi e mettendo a dura prova la sopravvivenza dei valdarnesi[.

Le crognole

Le crognole

Quest’anno ho mangiato di nuovo le “crognole” o corniole, frutti meravigliosi, quasi sconosciuti ai più, di un alberello del sottobosco, il corniolo.

Le crognole

 

 

 

 

Non si trovano in negozio, bisogna andarsele a cercare, anche se non sono difficili da trovare.

Una bella passeggiata, lungo una strada che costeggia un bosco, ce ne farà, quasi certamente, incontrare uno.

Il corniolo può essere alto alcuni metri , ma di solito non supera i tre ed è facile piegarne i rami per raccogliere i frutti, drupe rosse, di forma leggermente allungata, che diventano più scure con la maturazione. Quindi non raccogliete quelle rosso vivo che sono aspre. Il gusto è comunque aspro, astringente, ma unico e merita sicuramente di essere conosciuto.

Non illudetevi le dimensioni delle crognole sono ridotte: 10÷15 mm di lunghezza per 7÷10 mm di diametro (leggermente più grandi se le condizioni orografiche e climatiche lo consentono)con il volume quasi interamente occupato dal nocciolo.

Nocciolo duro come poco altro; tant’è che si dice: “sei (di) crognolo” per dire poco malleabile, ma anche tardo, duro a capire, che non impara o appende nulla.

Comunque, a parte le ingiurie provare le crognole, vale la pena di cercarle, la parte carnosa è poca ma buona, maturano a fine agosto, ricordatevene la prossima volta.

(Naturalmente occhio a cosa ingerite, ci sono molti frutti e bacche nel bosco che assomigliano alle crognole e possono essere pericolose, accertatevi che siano crognole (o corniole) fatele vedere a, fatevi accompagnare da, chi le conosce o portatele da un esperto botanico, meglio avere paura e rinunciarvi se non siete sicuri).

Giancarlo Arrigucci

Percorrendo una strada che costeggia un bosco possiamo incontrare un corniolo.
Qui non si vede.
Eccolo!

   Le crognole

 

 

 

 

 

 

 

Le crognole Le crognole le crognole Le crognole Le crognole Le crognole Le crognole Le crognole Le crognole le crognole

Insomma le crognole sono qualcosa di unico, un frutto più esotico di tutti quelli che potrete mai comprare eppure quasi sconosciuto.
Cercatele e godetevele.