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Altri monumenti, che alle rotatorie parlano del territorio

Altri monumenti

Ho scritto dei monumenti di San Giovanni e Montevarchi. I monumenti sono comuni a molti paesi e città Italiane. Si trovano all’ingresso o all’incrocio principale della città. Di solito al centro di una bella rotatoria. Di quelli di queste due cittadine ne ho già palato (male) oggi parlerò (bene) di altri monumenti.

Ne ho parlato male, mi dispiace, ma al confronto con altri non mi pento di quello che ho detto. Anzi le mie convinzioni escono rafforzate.

Guardiamo quelli di Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR).

Sant’Ambrogio di Valpolicella è una piccola cittadina in provincia di Verona. E’ zona di produzione di vino, ad esempio del Valpolicella classico DOC, oppure il più pregiato Amarone della Valpolicella, o del Recioto classico DOC. Inoltre, in tutto il territorio, si è sviluppata, negli anni, una vasta lavorazione del Marmo e del Granito.

Nel paese è presente un quartiere fieristico. Inizialmente realizzato per la fiera Marmomacc (poi trasferitasi presso il quartiere fieristico di Verona) Attualmente è in ristrutturazione. Nel quartiere fieristico è presente la Scuola del Marmo, fondata dal conte Paolo Brenzoni nel 1863, che volle una scuola d’arte per scalpellini.

Quindi che qui sappiano lavorare i marmo è quasi sicuro. Ma non credo che i monumenti che trovo lungo la strada siano costati meno di quelli di cui discutevo precedentemente.

Lo stile.

Vi mostro le relative immagini e giudicate voi.

Partiamo dal più “artistico”, un blocco di pietra con sopra seduti dei puttini, i quali si danno da fare con l’uva:

DSC_0000140_lzn DSC_0000141_lzn DSC_0000143_lzn DSC_0000144_lzn DSC_0000145_lzn DSC_0000147_lzn DSC_0000148_lznAl più normale, un monumento che rappresenta una fontana, con i suoi zampilli d’acqua. Certo stilizzare l’acqua in marmo, non è facile, ma qui sembra sia stato semplice ed efficace:

DSC_0001_lzn DSC_0003_lzn DSC_0004_lzn DSC_0006_lzn DSC_0008_lzn Altri monumenti DSC_0009_lznInsomma qui in Veneto mi sembra che i monumenti svolgano egregiamente la loro funzione. Spiegando le peculiarità del territorio e rendendo gradevole l’arrivo in paese,

Ho ragione, non è vero?

Giancarlo

Monumenti, due esempi di benvenuto esemplari, nel Valdarno.

Monumenti

Credo sia previsto, quando si realizzano opere pubbliche, di spendere un certo importo percentuale al costo dell’opera, in opere d’arte. In valdarno a seguito delle opere di viabilità, rotatorie e strade, per l’ospedale si son fatti due monumenti. Fortunatamente, adesso, con la crisi ed il taglio alle spese, i monumenti non si fanno più.

Comunque ritengo sia questa la ragione per cui, anni fa, hanno realizzato due opere piazzate all’ingresso di Montevarchi e di San Giovanni, due ridenti cittadine del nostro Valdarno superiore sud.

Grazie alla crisi, fortunatamente, dopo di queste non ne hanno installate più.

Monumenti a San Giovanni

Arrivando a San Giovanni, dalla statale 69 provenienti da Montevarchi ci imbattiamo nella statua a figura femminile meno bella che abbia mai visto.

Monumenti Panorama 1
Panorama 1
Monumenti Da dietro 2
Da dietro 2
Monumenti 3
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Monumenti 4
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Monumenti 5
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Monumenti 6
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Monumenti Panorama 7
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Monumenti Di davanti 8
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Monumenti 9
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Monumenti Di fianco 10
Di fianco 10
Monumenti 11
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Non lo dico con soddisfazione, lo dico perché mi spiace che abbiano buttato i nostri soldi così male e inutilmente.

Monumenti

La statua saluta le genti del Valdarno che arrivano a San Giovanni, è posizionata in una bella e ampia  rotonda. Peccato che il muretto di contenimento della collinetta fiorita su cui è posta la statua si siano disgregati al primo gelo. Ma oramai quei mattoni porosi erano stati utilizzati. Che dovessero resistere al gelo, ne al progettista, ne ai muratori, era venuto in mente. La statua dicevo si erge al culmine di questo dosso artificiale, è alta e imponente. Ma informe, anoressica, senza culo, senza tette, con un gran capoccione e in una posa innaturale.

La miglior posa è da dietro, la numero 2, si vede un accenno di glutei, un bel polpaccio, peccato manchino le spalle e i fianchi e anche dei bracci se ne veda uno solo.

Nemmeno vista davanti, dal suo lato destro, è poi così male. Peccato che questo lato si possa vedere solo affrontando la rotonda verso Montevarchi e girandosi indietro. Un po pericoloso direi. Comunque anche qui, nonostante l’accenno di fianco destro e di poppe, il braccio si posa a lato del ventre come steccato. Seguito da una manona a paletta, con l’avambraccio girato al contrario. Più sopra, un naso Etrusco, esageratamente evidente.

I peggiori profili sono i due di fianco, si vede bene che il blocco di marmo, è dritto come un palo. Non è stato che appena appena abbozzato. Era un parallelepipedo quando fu estratto estratto dai cavatori, e un parallelepipedo è rimasto. Comunque il peggio riguarda le sproporzioni anatomiche, il braccio è scimmiesco e l’altezza è esagerata, più consona a modelle scandinave che a bellezze locali.

E poi la testa è enorme, pesante, speriamo almeno sia pensante; certo che di pensieri deve averne, eccome, grande com’è.

Epperò la testa, che di fronte o didietro sembra così maestosa di fianco perde volume nella calotta cranica, didietro, dove potrebbe stare la maggior parte dei neuroni. Come a dir che non v’è scienza, o forse che il sassotto s’è rovinato nel trasporto perdendo una scheggia, che era troppo sforzo riattaccarla.

Ma tant’è, quel che manca di dietro non è tolto di lato e la testa sembra enorme o carente. Peccato, l’idea era buona, arrivi a San Giovanni e trovi il bello di fronte a te, e cosa c’è di più bello di una bellezza locale? A saperla fare, nulla!

Monumenti a Montevarchi

A Montevarchi non volevano essere da meno. Anche loro un bel monumento nella rotonda a salutar coloro che vengon via da San Giovanni. Che se uno vien da Laterina, non ci vogliono aver niente a che vedere, e men che meno fargli trovare una statua di benvenuto sul cmmino.

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Beh, loro sono stati più onesti, forse d’arte non capivano e d’arte nulla hanno fatto. Poi non volevano distrarre troppo il guidatore, di lato due paletti di ferro lisci lisci, come i paletti di marmo della statua del paese vicino, di fronte un  pezzo di ferro ammiccante ad un possibile monte di varchi o di archi, che non si sa se abbia niente a che fare con il logo del Monte dei Paschi. Monumento spartano, iconografico e crittografico. Forse un po pesante con quei pieni laterali alti che sembrano indebolire la struttura di base. Forse è per questo che le torri, che in cima devono essere più leggere per evidenti ragioni statiche, non le costruisce più nessuno. Torri e campanili forse sono troppo banali. Come il monumento di San Giovanni anche questo ha da avere la tesa grossa e pesante. Sarà campanilismo?

Verdetto finale

Giudicate voi ma, a mio parere, vince Montevarchi.

Tra tutti e due i monumenti chissà i soldi che ci son costati.

Io, allo scultore dei Sangiovannesi, i soldi del compenso li richiederei indietro e, sempre io, se fossi quello scultore i soldi li renderei tutti per non farmi infamare e per non sentirmi chiedere anche i danni.

Non me ne vogliate o genti del Valdarno, ma quel che va detto va detto e, giuro, avrei preferito tesser le lodi di quel che c’è.

Giancarlo

 

Fiesta i guerra

Mercatale

Fiesta y guerra. E’ festa a Mercatale Valdarno, è la sagra del Marrone, c’è la banda, tanti banchini, dolciumi e ninnoli, poi funghi, funghi, marroni e funghi e tanti animali da vedere, da allevare, se si vuole.

Una bella festa insomma. Fiesta y guerra también.

Solo, qualcosa stona, ogni tanto si vedono dei militari in giro, o paramilitari o chissacché.

Vestiti in tuta, anfibi, cappello tutti rigorosamente mimetici, occhiali neri mafiosi, ma molto hi-tech, insomma dei ganzi che facevano la loro porca figura.

Ma chi erano che volevano, soprattutto, che ci facevano alla festa.

Ma facevano festa, fiesta y guerra, è ovvio, sparavano come matti con mitra pistole, fucili e chessoio ad aria compressa.

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Su una parete

Su una parete, anch’essa mimetica con fronde d’albero e teli bicolore, avevano attaccato lattine di coca e qualche bersaglio. E sparavano come indiavolati, come a indiavolati, pallini di plastica dura. Per terra ce ne erano fiumi.

Erano uomini e ragazzi di varie età. Poi, cosa che mi ha dato molo fastidio, più che fastidio nausea, interna, profonda, quasi da vomitare, c’era una donna. Forse mamma, forse gentile, forse bella. Ma armata e bardata di tutto punto, mimetica, anfibi, cappello occhiali ecc, come d’obbligo, come di moda.

E…

Giù sparare e giù a caricare e ricaricare il fucile del ragazzo. Il quale, a raffica, aveva già distrutto il povero bersaglio che, di carta o di cartone che fosse, si era lacerato. Distrutto tra atroci grida. Poi in pianto dimesso. Ma lui continuava imperterrito, rifornito di munizioni dalla mammina, a sparare. E a massacrare il povero bersaglio e le malmesse lattine.

E’ stata dura: fiesta y guerra. Mentre erano tutti li a discutere e far vedere i muscoli. E le armi, i mitra a tracolla di dietro. Le mimetiche, gli occhiali neri, a rete, protettivi. E le pistole, al cinturone, in una tasca laterale o infilate dietro la cintura, insomma tutti come Tex Willer, armati fini ai denti.

Poi ho saputo che vanno nei boschi a combattersi ed a spararsi i pallini di plastica dura. E ci portano anche i ragazzi, anzi è pieno. E si massacrano fino a notte, a volte fino a giorno. Poi dopo chissà che risate, che sfottò, che racconti alla mamma ed al papà. E come dormiranno? E i sogni la notte dopo? Chissa che bei ricordi, adrenalinici e vividi. E’ la fiesta y è la guerra.

Che pena, la festa, che uomini, che ragazzi, che donne, alla guerra!

Business is business e sui gusti non ci si sputa, ma io le mie sentenze le sputo lo stesso e sono sentenze di condanna, senza appello.

BRUTTO!

Anche diseducativo.

Sì ma a loro che gli frega?

Ma al comitato organizzatore? …macché gli frega anche a quelli? Tutto fa festa, “Venghino signori, venghino”.

Eppure continuo a pensare ad un mondo migliore, con altri valori, con altri business.

“VENGHINO SIGNORI, VENGHINO”

Giancarlo

Indagine conoscitiva, la scuola discrimina.

Indagine conoscitiva

Dalla scuola ho ricevuto una richiesta per un’Indagine conoscitiva:

Indagine conoscitiva

 

Che ha come oggetto Indagine conoscitiva.

Richiede alle famiglie degli alunni, al fine di organizzare le visite di istruzione nell’anno scolastico, di esprimere le preferenze in merito alle possibili “gite“, io direi di chiamarle con il loro nome. In seguito a quanto espresso nelle risposte potranno essere organizzate più iniziative, ci informa il redattore della suddetta.

In particolare per l’Indagine conoscitiva della gita di quest’anno sono previste le seguenti risposte:

Destinazione: Italia o Estero (Inghilterra, Francia…)

Durata : 1 giorno o 2-3 giorni oppure 1 settimana.

Ora io ritengo pregevole il fatto che l’istituto comprensivo sia così comprensivo da chiederci cosa preferiamo e prenderne atto  nell’organizzazione dell’evento, di solito molto ambito dai ragazzi, occasione di studio ed apprendimento certo, ma sicuramente anche occasione di divertimento insostituibile.

Sono d’accordo si deve andare in gita alle medie, è una delle cose che si ricordano per sempre e, di solito, i ricordi sono belli.

Però, volevo dire all’anonimo estensore del foglietto, il quale o la quale lo avrà redatto scrupolosamente, seguendo circolari ministeriali, istruzioni pubbliche o quant’altro giusto e necessario che, dopo il suo ricevimento e la sua lettura, alcune domande mi sorgono spontanee e le voglio porre di seguito.

Possibile che con l’attuale crisi che morde l’Italia, dove una persona su quattro risulta senza lavoro, dove quasi la metà dei giovani non lo hanno mai trovato un lavoro, le nostre autorità scolastiche siano così insensibili da non pensare che ci siano famiglie in difficoltà che non possono mandare il figlio o i figli in vacanza, talvolta neppure per un giorno, figuriamoci due o tre o, addirittura, per una settimana?

Possibile che nessuno immagini che possa essere un umiliazione ingiusta per il ragazzo veder partire i compagni e lui non poter andare per le condizioni economiche della famiglia, sicuramente indipendenti da lui?

Possibile che non se ne comprenda la profonda ingiustizia?

Se vogliamo andare in vacanza, a fare la settimana bianca, o in agriturismo, andiamoci con la famiglia non con la scuola.

Ovvero, se ci andiamo con la scuola, siccome fa parte dell’educazione, del percorso formativo e serve a diventare donne ed uomini, cittadini di questa repubblica, ci andiamo tutti, tutta la classe, tutte le classi A, B, C… tutti a spese della scuola.

Come fare poi a reperire i soldi per farla la gita, ci arrangiamo, cerchiamo un sistema per cui chi vuole, e chi può,  possa contribuire, ma, vi prego, non usiamo la gita per fare la vacanza pagata (l’insegnante) e umiliare i ragazzi (le famiglie).

E’ bello andare in gita? SI!!!

Farlo in questo modo – è – una – vergogna – e – non – sono – assolutamente – d’accordo.

Giancarlo

P.S. esprimerò la mia preferenza per una gita in Italia di un giorno, confidando che molti possano partecipare, istruirsi e divertirsi e se ce ne sarà bisogno voglio contribuire anche per altri che magari non possono spendere anche quei pochi euro. Ma non come elemosina, solo come progetto, se andranno tutti, vorrei poter aiutare chi non può permetterselo.

Sting ed il lavoro a pagamento: “NUOVO SCHIAVISTA?”

Sting ed il lavoro a pagamento

La Stampa ha pubblicato un articolo che è subito rimbalzato su internet con commenti unanimi e perse in giro per Sting. Anche l’articolo non è tenero con il cantante o ex tale ora dedito ad agricoltura e turismo. Addirittura paragona la notizia, l’intenzione di Sting di farsi pagare per poter raccogliere le sue olive, la sua uva o, semplicemente, per zappare la sua terra, alla schiavitù, come evoluzione della stessa che permette anche di risparmiare sul vitto e alloggio.

L’articolo sul fatto quotidiano è più serioso e riporta anche il parere positivo della Coldiretti, una organizzazione sindacale degli agricoltori.

Questo articolo riporta anche la fonte dell’informazione, per cui si può controllare la notizia.

Sembra che la notizia abbia scatenato il pandemonio in Italia, tutti contro sting, nuovo conte, nuovo schiavista, che oltre a farsi pagare offre merende e bicchieri di vino sempre a pagamento, nonostante i milioni di euro incassati nell’ultimo tour.

Mi viene da ridere,

mi viene da piangere,

ma davvero siamo arrivati a tanto, scandalizzarsi perché qualcuno offre un servizio e chiede una ricompensa?

Ma che qualcuno di voi pensa veramente che un qualsiasi proprietario di palestra, o di piscina o di campo da tennis o da calcetto, o dove voi andate a sudare  e smaltire calorie, sia uno schiavista perché alla fine vi chiede dei soldi? Oppure pensate di andarci e chiederli voi dei soldi alla fine della giornata? Ma riuscite a ragionare o il cervello vi è andato in pappa?

Ma certo che Sting fa bene a farsi pagare, anche per il bicchiere di vino, e che lo volete gratis? Ma in quale bar vi ubriacate la sera? E siete sicuri che il vino li non lo pagate? Sting ha speso dei soldi per avere le tenute che ha in Toscana, le ha mantenute, sicuramente migliorate, per offrire un paesaggio unico, un ambiente che gli Inglesi, ma anche molti di noi Italiani, se lo sognano e dovrebbe darlo gratis?

Lui non vi cerca per la vostra competenza agricola, vi offre un servizio, voi non dovete farlo per forza, siete voi (o dovrete essere voi) a voler vendemmiare.

Poi, andando sul pratico, credete veramente di essere in grado di vendemmiare o di raccogliere le olive in maniera seria e professionale, e soprattutto remunerativa?

STING

Lui, o chi per lui, perderà tempo a spiegarvi che cosa bisogna fare, come farlo senza danno per voi e per le piante, dovrà fornirvi gli attrezzi, l’equipaggiamento, il vestiario. Le duecento sterline richieste mi sembrano poche, forse lo fa per vendervi, poi, i prodotti fatti da voi, raccolti da voi, e li guadagnarci qualcosa.

Altro che schiavista, lui è un imprenditore, serio ne di quelli veri, che ha costruito qualcosa, qualcosa che rimane per tutti, che possiamo apprezzare, uno che crea ricchezza ed offre esperienze uniche, paesaggi mozzafiato, vacanze da favola.

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Se poi uno vuole provare lavori più umili della vendemmia, come zappare, rastrellare spazzare l’aia è lo stesso e, giustamente, deve pagare, ma che credete che sia tutto gratis a questo mondo?

A volte si deve anche faticare per il gusto di farlo, e lui vi offre un modo, un modo unico in un posto unico.

Altro discorso è per chi ci lavora veramente in quelle aziende, come i trainer in palestra ed i bagnini in piscina. Queste figure professionali devono essere pagate , assicurate e mantenute. Li occorre indagare ed essere severi ed inflessibili, applicare le leggi, i principi morali e non moralisti, verso chi li assume e li controlla.

Statemi bene e, prima di scrivere cazzate su facebook, riflettete, riflettete, riflettete.

Anche qualche giornalista dovrebbe riflettere, ma non credo che giornalista sia sinonimo di specchio.

Giancarlo

Io ho scritto, in risposta a qualche commento balzano:

Però Sting fa bene. Chi non pagherebbe una lezione (pura fatica) in una palestra? Quindi avere l’occasione di fare sano esercizio fisico in Toscana merita un prezzo. Poi quale sia quello giusto va visto in base all’impegno richiesto ai servizi offerti ecc. ecc. Bravo Sting sei un grande.

Ancora una camminata

Camminata n° 2

Ancora un’altra camminata, altre foto.

Ancora una camminata runtastic2014-08-03_10_56_44
Ho incontrato un castagno con i suoi ricci.
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Il castagno da altra angolazione.
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Ho visto Montozzi e San Pancrazio sullo sfondo
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Ho trovato avena selvatica sul mio cammino, al bordo della strada. Sullo sfondo vigne di Merlot ed, in fondo in fondo, il Pratomagno sempre bello da vedere.
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Si incontra anche un blocco di roccia enorme. La parte visibile sarà alta circa 3 metri e larga una decina.
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La fattoria “Il Pino” contornata dei suoi ulivi.
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San Leolino
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LA fattoria di Carnasciale e. dietro, il Torrione (la torre di Galatrona).
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Semi di pioppo, si seccano a maturazione e sono trasportati dal vento, si tengono in volo con le due ali.
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Un fiore, bello delicato, quanto sconosciuto. Chissà quale sarà il suo nome?

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Ancora  posti come Carnasciale ed il Torrione.

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Madonnino del cimitero di San Leolino.

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Il Castello di San Leolino. Tra ulivi bellissimi.

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Sullo sfondo il Valdarno poi il Pratomagno fino a Vallombrosa.

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Vicino a San Leolino.

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Pianta di finocchio selvatico.

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Capperi.

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I capperi che crescono sulle mura del castelo di San Leolino, gettate sulla roccia pura.

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Altri incontri.

Il cinghialino di San Leolino.

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La chiesa di San Leolino

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Una bomba della seconda guerra mondiale, unico utilizzo serio di materiale bellico. Come paracarro, per non sbattere nell’angolo della casa e rovinarlo.

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Scorci tra le case, dovrebbe essere la fattoria di Carnasciale.
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San Leolino, un posto fantastico, dove si vive ancora bene.

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San Leolino.

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Una maestà, forse ricordo di una disgrazia terribile.

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La Fraschetta.

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Una strada tra gli ulivi che non è altro che una distesa di sassi, pietre spaccate dall’uomo e dalle intemperie, su cui si cammina malissimo, per la mancanza di terra di compattazione.

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Sullo sfondo il castelletto di Lupinari.

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I muretti a secco, che delimitavano la strada dal campo, e permettevano di liberare il campo dai sassi.

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runtastic2014-08-03_09_32_32 runtastic2014-08-03_09_32_17 runtastic2014-08-03_09_32_04 runtastic2014-08-03_09_28_41 runtastic2014-08-03_09_26_30 runtastic2014-08-03_09_21_23 runtastic2014-08-03_09_18_05 runtastic2014-08-03_09_17_47 runtastic2014-08-03_09_17_11 runtastic2014-08-03_09_14_21 runtastic2014-08-03_09_12_51 runtastic2014-08-03_09_12_27 runtastic2014-08-03_09_09_17

Ancora altri luoghi.

Il lago del Pucci.

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Il lago del Pucci.

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Il bivio de il Casello: un tempo nel mezzo dei cipressi c’era una Maestaina.runtastic2014-08-03_08_59_28 runtastic2014-08-03_08_57_49 runtastic2014-08-03_08_56_39 runtastic2014-08-03_08_56_25 runtastic2014-08-03_08_55_26 runtastic2014-08-03_08_52_15 runtastic2014-08-03_08_50_37 runtastic2014-08-03_08_50_23 2014_00017_P1240829_1920x1080 2014_00016_P1240828_1920x1080 2014_00015_P1240827_1920x1080 2014_00014_P1240826_1920x1080 2014_00013_P1240825_1920x1080 2014_00012_P1240824_1920x1080 2014_00011_P1240823_1920x1080 2014_00009_P1240821_1920x1080 2014_00008_P1240820_1920x1080 2014_00007_P1240819_1920x1080 2014_00006_P1240818_1920x1080 2014_00005_P1240817_1920x1080 2014_00004_P1240816_1920x1080 2014_00003_P1240815_1920x1080 2014_00002_P1240814_1920x1080 2014_00001_P1240813_1920x1080

 

Fiori sconosciuti e paesaggi tipicamente toscani, un giro veramente bello.

Giancarlo

 

Camminata

Camminata

Oggi sono andato a Pogi, in tutto 5 km, una passeggiata, una camminata.

Ma come è dura se non sei abituato.

Comunque mi sono soffermato ad osservare qualcosa di quello che c’è, lungo la strada che percorriamo ogni giorno e non vediamo, ho fatto qualche foto.

 

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Ne ho trovati diversi che correvano.

Che peccato.

Giancarlo

Paesaggi, la magia dei posti che conosco.

Paesaggi

Alcuni paesaggi sono meglio, o peggio, di altri.

Si può riuscire a cogliere, del tutto o per niente, la magia di un posto.

Ne ho fatti alcuni che vi voglio mostrare.

Sogna, è il migliore per me.

E’ un paesino del comune di Bucine, perduto e poi recuperato per i turisti, ma bello, bello, bello.

Anche Montebenichi non è male, sempre nello stesso comune, sempre bello, meriterebbe una visita, mettetela in programma.

Poi ci sono paesaggi più mentali come Valparaiso, la valle del paradiso, l’Eden perduto dove ritrovarsi., dai colori chiari, rilassanti, culla di nuova vita.

Ma c’è pure la Valle dell’Inferno, dopo Levane, verso Monticello, proprio accanto alla diga del Enel di Bandella. La valle, dove ha trovato ispirazione il grande Dante Alighieri, traghettato di là d’Arno dal mitico Caronte, traghettatore levanese del tempo, è blu come il fiume e si perde nella nebbia del tempo. Il tempo di trovarla e ritrovarla sempre uguale, alta e vorticosa, da capogiro, da perderci l’anima, oltreché la testa.

L’anima di Jill, che lotta la sua personale battaglia e che,

come tutte le più belle cose, visse solo tre giorni,

come le rose.

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Ricordatevi questi paesaggi, immaginateli domani e ricordatevi anche che non c’è speranza, ne futuro, nella guerra.

Un nuovo orrido si delinea in medio Oriente e noi dobbiamo fare qualcosa, trovare un compromesso, una soluzione, evitare un nuovo conflitto Israelo-Palestinese, che, come in passato, rischia di cambiare tutto, in peggio.

E non sarà un belvedere.

Giancarlo