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Ma dobbiamo sempre farci riconoscere?

Ma_dobbiamo_sempre_farci_riconoscere?

Sono felice di essere Italiano, così come Bucinese, ma qualche volta me ne vergogno anche.

Atterro a Roma, la città più bella d’Italia, all’aeroporto più bello d’Italia (ma se non conosci gli altri aeroporti Italiani non ci crederesti). Esco dall’aeromobile seguo le indicazioni per il ritiro bagagli, distrattamente. Dico distrattamente perché sono in compagnia di un’altra persona, con la quale, ovviamente, interloquisco.

Arriviamo ad un tornello che ci permette di entrare nella zona dei nastri riconsegna bagagli, strano che ci sia un tornello ma… ma sono stanco, dopo tre voli e oltre 24 ore di viaggio, passo il tornello per guardare sul tabellone, sul muro li vicino, su quale nastro arriverà la mia bella valigia rosso fuoco.

La mia valigia
La mia valigia

Peccato che sul tabellone compaiano tanti voli, alcuni già atterrati, ma del mio da Francoforte non ci sia traccia. Ho sbagliato  qualcosa? Chiedo lumi ad una signora, in divisa, che ha appena attraversato il tornello. Mi dice che la mia area ritiro bagagli è un’altra, devo uscire salire al primo piano, rientrare ed andare a quella giusta.

Ma come è possibile che sia arrivato qui? Ho seguito sempre le frecce con la scritta “baggage claim – exit” per il ritiro bagagli e l’uscita. Cerco di tornare indietro dal tornello, c’è tanto spazio tra la sbarra e d il palo che all’uscita non mi è neppure girato. Mi bloccano subito:

“Non si può tornare indietro!”.

“Ma…la mia valigia, sono appena passato…”.

“Non si può esca e rientri! Guardi, subito a destra e poi rientra.”

Esco, ma non c’è niente, solo il lungo corridoio esterno, rientro da dove sono uscito quando la porta si apre per il passaggio di un viaggiatore, ma mi bloccano subito. Mostro il mio biglietto:

“Vengo da Francoforte, ho seguito le frecce… la mia valigia.”

“Guardi è semplicissimo esce a destra e rientra, ci sono dei colleghi, poi va al ritiro bagagli.”

Esco, cammino sulla destra, finché trovo un’entrata decine di metri più avanti a destra, è l’entrata partenze, qualcosa non va (???), entro nell’area partenze, passo dai check-in, proseguo fino al controllo passaporti.

Provo ad entrare, da dove ero entrato la settimana prima, alla partenza, spiego la situazione alla coppia del desk, sono gentilissimi ma non sono nel posto giusto, arriva un terzo, mi dice come fare:

“Torni giù, da dove è uscito, rientri, ci sono dei finanzieri che controllano i documenti e la fanno passare.”

“Ma sono gli stessi che mi hanno fatto arrivare qua?…e non mi hanno fatto rientrare prima”.

“Non si preoccupi, faccia come le ho detto”.

“Vabbè, grazie, ma credo che ci rivedremo presto”.

Esco, stavolta da una scala e non rifaccio le decine di metri indietro, rientro con lo stesso trucchetto della prima volta, lo stesso militare, sempre gentile, mi dice che non posso rientrare da li ma devo uscire, poi rientrare subito a destra, dai suoi colleghi che mi fanno accedere all’area bagagli giusta.

Sono frastornato ma deciso a riavere ciò che è mio, la mia bella valigia rossa con i manici gialli, ad ogni costo.

Esco , mi giro a destra, mi fermo, studio la situazione.

Ci sono transenne alla mia sinistra, che portano ad uscire lateralmente nel corridoio, dove di solito stazionano quelli che attendono all’uscita i passeggeri, C’è una transenna anche sulla mia destra, fatta con del nastro adesivo (???) e più corta dell’altra, che porta il flusso delle persone che escono nella direzione giusta e, presa nell’altro senso permette di accedere ed aprire una porticina con sopra un cartello che dice “Personale di servizio- Staff only”. Vuoi vedere che?…

E’ sulla destra dell’uscita, subito dopo l’uscita, (qualche metro), provo ad entrare, e, sorpresa, vinco. C’è uno scanner per le cose uno per le persone, mostri i documenti, il “boarding pass” e la ricevuta del bagaglio passo dallo scanner, e mi fanno accedere all’area giusta.

Trovo la mia valigia esco, con il mio collega prendiamo la macchina al parcheggio e torniamo a casa.

Ma perché ho intitolato questo post “Ma dobbiamo sempre farci riconoscere?”.

Per due motivi.

1- Le frecce mi hanno portato in un’area sbagliata dell’aeroporto, non dovrebbe essere possibile. Intravedo aree di miglioramento: per me, la prossima volta che volo su Roma,  ma soprattutto per l’aeroporto di Roma che di passeggeri ne ha, per sua fortuna, ancora molti altri da condurre al ritiro bagagli, quello giusto.

2- Il personale poteva essere più chiaro : bastava dire “entri dalla porta qui accanto, quella del personale di servizio”. Uno “straniero” non sarebbe mai entrato da una porta con scritto “STAFF ONLY”, se non adeguatamente informato, ma forse neppure mai uscito da quella sbagliata, se le indicazioni delle frecce fossero corrette.

Che penserà di noi un turista straniero che dovesse trovarsi all’aeroporto di Roma, nelle mie stesse condizioni?

Fuori dall’Italia ho sempre raggiunto, senza difficoltà, il nastro bagagli giusto.

Aeroporto di Chicago
Aeroporto di Chicago

Ma dobbiamo sempre farci riconoscere?.

Giancarlo