Archivi categoria: Natura

Parco fluviale.

Parco fluviale

Finalmente avremo il nostro parco fluviale.

Benché a Bucine in realtà non vi siano fiumi ma solo torrenti e borri, il parco ha preso lo stesso l’aggettivo di fluviale. Non vi sembri una definizione esagerata.

Il torrente principale che passa vicino a Bucine è l’Ambra, affluente dell’Arno, ma poiché l’Ambra non passa dentro il paese, non possiamo farci nulla, ne parchi ne altro. Un torrente secondario, il borro di San Salvatore, attraversa invece il paese, beh! Volendo essere precisi, sebbene gli passi attorno, non lo attraversa mai. Le poche case che ci sono abbastanza vicine sono di recente costruzione. Comunque, un bel tratto di questo borro, che va dall’Isolina all’Abetina, è d’interesse per il parco.

Parco fluviale Bucine 2
La zona del parco è quella bianca. In giallo il percorso del Borro di San Salvatore.

Bucine Area del Parco 2 Area del Parco 

Nido di formiche.

Sambuco

Sabbie di Bucine, tipica formazione sedimentaria presente nel sottosuolo.
Sabbie di Bucine.
Altre sabbie di Bucine.

Sabbie di Bucine.

Edera.
Edera.

Seguiranno aggiornamenti, se ci saranno.

Giancarlo

Camminata

Camminata

Oggi sono andato a Pogi, in tutto 5 km, una passeggiata, una camminata.

Ma come è dura se non sei abituato.

Comunque mi sono soffermato ad osservare qualcosa di quello che c’è, lungo la strada che percorriamo ogni giorno e non vediamo, ho fatto qualche foto.

 

Camminata 2014_00031_runtastic2014-08-01_09_07_03_1920x1080 Camminata 2014_00029_runtastic2014-08-01_09_06_44_1920x1080 Camminata 2014_00027_runtastic2014-08-01_09_06_28_1920x1080 Camminata 2014_00025_runtastic2014-08-01_09_04_41_1920x1080 Camminata 2014_00024_runtastic2014-08-01_09_04_37_1920x1080 Camminata 2014_00021_runtastic2014-08-01_09_03_30_1920x1080 Camminata 2014_00019_runtastic2014-08-01_09_03_12_1920x1080 Camminata 2014_00017_runtastic2014-08-01_09_02_56_1920x1080 Camminata 2014_00015_runtastic2014-08-01_09_02_41_1920x1080 Camminata 2014_00013_runtastic2014-08-01_09_01_46_1920x1080 Camminata 2014_00011_runtastic2014-08-01_09_01_14_1920x1080 Camminata 2014_00009_runtastic2014-08-01_08_57_41_1920x1080 Camminata 2014_00007_runtastic2014-08-01_08_55_30_1920x1080 Camminata 2014_00005_runtastic2014-08-01_08_54_18_1920x1080 Camminata 2014_00003_runtastic2014-08-01_08_54_01_1920x1080 Camminata 2014_00001_runtastic2014-08-01_08_50_02_1920x1080Non vediamo niente di tutto questo, andiamo troppo forte, anche a piedi,

Ne ho trovati diversi che correvano.

Che peccato.

Giancarlo

A proposito di paesaggi, ecco i primi che ho fatto.

A proposito di  … paesaggi.

Vi ho parlato dei miei ultimi paesaggi, ma nulla vi ho detto dei miei primi.

Oh, se non ve ne importa niente potete anche lasciare il blog, non c’è niente di male, ma…

a proposito di La valle (China su carta, Giancarlo Arrigucci 1977)
La valle (China su carta, Giancarlo Arrigucci 1977)

Intanto vi perdete la prima chicca. E’ una chicca per me e spero tanto lo sia anche per voi. Intanto è antico, correva il 1977, molti di voi forse non erano neppure ancora nati, e già mi piacevano i paesaggi.

Praticamente non avevo mai disegnato prima, per piacere intendo, e già mi sono perso in un sacco di paesaggi. Vedrete poi.

a proposito di paesaggi, questo è particolare, ha un seguito, anzi più di uno.

Inoltre, e non è certo una motivazione minore o secondaria, è un posto vero, ma non dipinto dal vero, non è “en plein air”, si basa su ricordi visivi, uditivi, olfattivi, su tutti i cinque sensi insomma; più il sesto, la fantasia ed il settimo la tecnica.

Si avevo una tecnica approfondita con penna, pennino e china.

Frutto di anni di scuola, di disegni a scuola, di studio e di svago.

Comunque il signore ritratto nella china era il Lotti un mezzo parente, mezzo perché non ne ricordo il grado, le vacche le sue, come i piccioni ed il cane, che non ricordo come si chiamasse ma poi che importanza avrà?

La casa era così, piccola, mezza rovinata con gli infissi sciupati dal tempo, gli stoini per l’ombra, sulle finestre piccole, da dove passava poca luce, ma anche poco freddo.

Il pagliaio, chi non ha fatto un pagliaio è orfano di qualcosa.

La fatica, la pula, il sole, girando sotto lo stollo centrale.

E poi avviare il pagliaio e tagliarlo, in modo che non ci piova, per dare da mangiare alle vacche… eh, ne è passato del tempo.

La casa, comunque, era sotto al Torrione, la torre di Galatrona, non so se ci sia sempre.

La Croce in Pratomagno c’era di già, si vede in cima al monte.

a proposito di La valle, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
La valle 2, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

A proposito di paesaggi, la stessa casa vista di lato.

Ma qui volevo dare visibilità a quello che nessuno vede: gli animali del bosco, i fiori e le erbe, quel mondo minore che calpestiamo senza vedere, ma che vi dico è bellissimo, ricco di cose, di forme e di sfumature di colore, che un po’ si possono apprezzare anche nel bianco e nero della mia china.

Stavolta nello sfondo non c’è la natura ma l’opera e l’ingegno dell’uomo (che poi c’era anche nel primo disegno perché in fondo in fondo al Pratomagno, dovrei dire in cima in cima, c’era la Croce altro manufatto umano simbolo del potere dell’uomo sulla natura che se non è soverchiata ne è comunque sormontata.

Natura che, comunque, si espande ovunque, riconquistando o cercando di riconquistare la sua primigenia, uscendo ovunque dai confini del disegno.

a proposito di San Leolino, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
San Leolino, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Dopo è arrivato anche San Leolino, che per me rimane un pilastro della pittura, della mia, naturalmente.

Anche qui la natura cerca di riprendersi lo spazio rubato, anche se non è difficile riconoscere nell’ulivo la cura dell’uomo che ne fa una pianta secolare.

a proposito di San Leolino m 375 sm, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
San Leolino m 375 sm , china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Quindi ancora San Leolino, stavolta sovrastante il mondo.

Ancora a proposito di: tanti paesaggi in ordine sparso:

1977scogliera
Scogliera, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
1977paesaggio
Paesaggio, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
1977lecaselle
Le Caselle, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
1977paesaggio1
Paesaggio 1, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Scogliere, valli e colline.

Colorate.

a proposito di 1977lagomaggioresullisoladeipescatori
Lago Maggiore, sull’isola dei Pescatori, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
a proposito di 1977casariccio
Casariccio, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
a proposito di 1977ormeggiosullago
Ormeggio sul lago, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Lacustri, fluviali o marini.

a proposito di 1977langelodellamortenonchiamamaiduevolte
L’Angelo della Morte non chiama mai due volte, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Anche tetri, di foschi pensieri.

Ma sempre tanti paesaggi.

a proposito di 1977paesaggio2
Paesaggio , china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Confidando di esservi stato di interesse.

Saluti

Giancarlo

Paesaggi, la magia dei posti che conosco.

Paesaggi

Alcuni paesaggi sono meglio, o peggio, di altri.

Si può riuscire a cogliere, del tutto o per niente, la magia di un posto.

Ne ho fatti alcuni che vi voglio mostrare.

Sogna, è il migliore per me.

E’ un paesino del comune di Bucine, perduto e poi recuperato per i turisti, ma bello, bello, bello.

Anche Montebenichi non è male, sempre nello stesso comune, sempre bello, meriterebbe una visita, mettetela in programma.

Poi ci sono paesaggi più mentali come Valparaiso, la valle del paradiso, l’Eden perduto dove ritrovarsi., dai colori chiari, rilassanti, culla di nuova vita.

Ma c’è pure la Valle dell’Inferno, dopo Levane, verso Monticello, proprio accanto alla diga del Enel di Bandella. La valle, dove ha trovato ispirazione il grande Dante Alighieri, traghettato di là d’Arno dal mitico Caronte, traghettatore levanese del tempo, è blu come il fiume e si perde nella nebbia del tempo. Il tempo di trovarla e ritrovarla sempre uguale, alta e vorticosa, da capogiro, da perderci l’anima, oltreché la testa.

L’anima di Jill, che lotta la sua personale battaglia e che,

come tutte le più belle cose, visse solo tre giorni,

come le rose.

Paesaggi 2014_00043_Tre_fiori_1920x1080 C

Ricordatevi questi paesaggi, immaginateli domani e ricordatevi anche che non c’è speranza, ne futuro, nella guerra.

Un nuovo orrido si delinea in medio Oriente e noi dobbiamo fare qualcosa, trovare un compromesso, una soluzione, evitare un nuovo conflitto Israelo-Palestinese, che, come in passato, rischia di cambiare tutto, in peggio.

E non sarà un belvedere.

Giancarlo

Nocino Onicon

Nocino Onicon

Qui trovate la ricetta del Nocino Onicon in formato PDF: 11_Nocino_Onicon

Abbiamo preparato il famoso Nocino Onicon, si fa il giorno di San Giovanni, oggi 24 Giugno, e si beve il più tardi possibile.

Si beve con moderazione perché è maledettamente alcolico.

Se si beve non si guida.

Ingredienti del nocino Onicon
Ingredienti del nocino Onicon
Ingredienti visti da vicino
Ingredienti visti da vicino
Preparazione e tagli noci nel nocino Onicon
Preparazione e tagli noci nel nocino Onicon

Giancarlo

Nocino Onicon o Nocino?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.  

Origine e leggenda

Le origini del liquore sono incerte. Si sa che esistono versioni di liquore di noci in molti paesi europei, dall’Italia, agli Urali, all’Inghilterra. Documenti romani antichi riportano che i Picti, popolo dei Britanni, si radunavano “nella notte di mezza estate e bevevano “da uno stesso calice uno scuro liquore di noce”. Fonti successive riportano che tra i francesi era in uso un liqueur de brou de noix, o ratafià di mallo.

Il liquore fece il suo probabile ingresso in Italia dalla Francia, diffondendosi prima nella zona del Sassello e poi nel Modenese. Il noce mantenne sempre un alone di leggenda, legato alla presenza di streghe e incantesimi, che si trasmise alla preparazione del liquore. Infatti, per tradizione, le noci venivano raccolte nella notte di San Giovanni dalla donna più esperta nella preparazione che, salita sull’albero a piedi scalzi, staccava solo le noci migliori, servendosi delle sole mani e senza intaccarne la buccia.

Lasciate alla rugiada notturna per l’intera nottata, si mettevano in infusione il giorno dopo. La loro preparazione terminava la vigilia di Ognissanti, cioè la notte del 31 ottobre. La tradizione prescrive di non usare attrezzi di ferro per la raccolta dei frutti, in base alla credenza secondo cui quel metallo fosse in grado di compromettere le proprietà delle piante officinali. L’usanza è comunque molto antica e già i druidi la seguivano cogliendo il vischio con un falcetto d’oro.

Acquerelli. Chissà se piacciono al pubblico?

Acquerelli / Watercolours 14-Giugno-2014

Negli ultimi tempi ho realizzato acquerelli. Dateci un occhio.

During the last time I’ve made some watercolour. Have a look.

acquerelli 2014_00043_Tre_fiori_1920x1080 C
Fiori Flowers

acquerelli 2014_00042_It_has_to_be_fix_yet_1920x1080 C
Primo esperimento di acquerello surrealista, devo progettare bene il prossimo, per non fare gli errori in cui sono caduto con questo. First experiment of surrealistic watercolour, I must improve design time next time, not to repeat the same mistakes.

 acquerelli 2014_00041_VALDO_O_S_1920x1080 C
E’ un bell’uomo, spero che piaccia alle lettrici. Handsome man, trusting it will be appreciated by Ms readers

acquerelli 2014_00040_Donna_con_turbante_1920x1080 C
Veramente difficile da realizzare. Il risultato non è male ma potevo fare moooooolto meglio. Bello, per me, è lo sfondo, il suolo a luci ed ombre, molto interessante. Hard to do, but not so bad result at the end even I could do moooooooooore. Nice, for me, is the soil in backgroung, its light and shadows , really interesting

acquerelli 2014_00039_L_asfalto_1920x1080 C
Ho fatto altre strade asfaltate, ma con l’acquerello pensavo non fosse possibile, l’effetto è realistico ma bisogna migliorare la composizione. I did other asphalted lanes, but with watercolours I thought it was almost impossible. It’s realistic but I need to improve composition.

acquerelli 2014_00034_Mira_1920x1080 C
Troppo robotica, si muove a scatti, rigida come una marionetta, ma per il resto non mi sembra male. Like a robot, move itself mechanically, like a puppy, for the rest is not bad.

Aiutatemi,

Criticando questi disegni, è molto importante per me avere un feedback.

Help me

Criticizing these drafts, it would be important to have a feedback, please do it.

Giancarlo

Nota aggiunta nel 2018.

dopo quattro anno dalla pubblicazione, nessuno ha commentato, nessuno mi ha suggerito qualcosa. Forse nessuno ha visto il post, forse nessuno lo vedrà mai.

Che tristezza.

Today, after 4 years from the issue, no one has commented, neither suggested something. Maybe no one has read the post. It is possible nobody will ever read it, never.

How it is sad.

San Leolino, frazione del comune di Bucine Arezzo

Un paesino sulle colline del Chianti

San Leolino è una frazione del comune di Bucine, particolarmente votato alla produzione di olio extravergine di oliva di ottima qualità.

Il vino è buono come l’olio.

La sua posizione è eccellente, rimane dietro le colline del Chianti, rivolto ad est, prende il sole dal mattino presto, quando è fresco, e lo lascia nel tardo pomeriggio, quando la temperatura è più alta.

Ci si fanno sagre e feste rinomate, c’è un circolino bellino bellino, dove si gioca a tombola e al mercante in fiera tra amici e conoscenti, certamente tra quasi tutti i compaesani.

C’è pure una bella chiesa piccola ma…

Io ho fatto varie volte disegni e dipinti su questo paesello.

L’ultimo, è il castello, visto da sotto, col giaggiolo fiorito a presentarcelo:

SAn Leolino
San Leolino Acrilico su tavola

Il primo nel 1977, sempre il castello. Sempre da sotto. Ma con l’ulivo in primo piano:

San Leolino 1977
San Leolino China su carta 1977

 

Poi nel 2008 la chiesa, tutta abbarbicata nella roccia. Con un campanile stretto, strano:

San Leolino
San Leolino, acrilico su tela. 2008

Insomma questo bel pese mi ha dato molte idee, mi ha ispirato tante, tante volte.

Venite a vederlo.

Giancarlo

Fiori per Voi. Spero vogliate gradire. Saluti.

Fiori.

Ecco dei fiori per Voi

Spero gradiate.

fiore-fiore

fiore-fiore2 Iris-Rosa Geranio-Rosa fiori Geranio-Geranio fiori

Giancarlo

Erasmo Darwin

Gli amori delle piante

Dall’incipit del libro:

IL TRADUTTORE

A CHI LEGGE.

Per voi fervidi ingegni stanchi del monotono tenore delle ordinarie poesie; per voi spiriti applaudenti a’ nuovi liberi voli; per voi infine cuori bennati cantava Darwin gli Amori delle piante;

e per voi solo io ne ho assunta la traduzione. I pedanti sempre dormigliosi e mutoli sulle bellezze originali, che negar non possono, menano un romore, che vi assorda, o allorchè s’abbattono in que’ tratti di genio, che per non essere alla loro portata sembrano loro assurde stravaganze;

od allorchè sotto la inesorabile loro lente appare qualche lieve macchia sfuggita all’occhio dell’autore, più intento a crear nuove cose, che a limarne e pulirne le già fatte.

Questa impertinente genía,

tormento eterno delle menti non volgari, troverà molto onde latrare contro Darwin, per aver egli chiamato poema una raccolta di descrizioni.

Certo, se egli si fosse proposto di offrire un poema veramente didascalico, siccome alcuni si diedero stortamente a credere, poco felice potevasi giudicarne l’orditura e la condotta.

Ma il suo poema è puramente descrittivo, e vuolsi riputare un suo pregio accessorio, se talvolta v’istruisce.

Darwin non è ne’ suoi versi un institutore di Botanica:

egli è solo un zelante amatore di codesta scienza, il quale s’attenta, di destarne in voi tanta vaghezza, che vi sproni ad apprenderla:

ed allorchè vi riesce, non manca tosto nelle Note d’insegnarvi di molte cose, tra le quali non poche novissime ed ignote alla plebe de’ Trattatisti.

Il poema, che vi presento, fiori

in quanto a condotta s’allontana interamente da qualunque altro, che nel suo genere siasi tentato;

e se alcun mai gli si può paragonare, egli è l’Invito a Lesbia di Mascheroni, che tanti elogi si è meritato da’ più colti ingegni.

Il poema di Darwin è un giardino, in cui sorgono con bel disordine alberi e fiori diversi, ma da cui non sapete dipartirvi, se prima non gli avete ad uno ad uno contemplati, da qualunque parte abbiate intrapreso il vostro passeggio;

ed a cui ritornate qualora vi sia mancato l’ozio di tutti in una volta vagheggiarli:

egli è un gabinetto d’una Bella, dalle cui pareti pendono vaghe miniature appena avvinte insieme, come dice l’A. nel suo proemio, da una semplice ghirlanda di nastri;

ma benchè queste miniature presentino argomenti tra loro disparati, fiori

pur voi non ne rimovete l’occhio, se non dopo aver tratto diletto dalla contemplazione della rispettiva loro varietà: che è quanto dire, sì gli alberi ed i fiori, che adornano un giardino, come le miniature,

ond’è fregiato un gabinetto, interessano indipendentemente dall’ordine, dalla congiuntura, dalla progressione:

e ciò appunto si riscontra nella lettura de’ canti di Darwin, i quali interessano indipendentemente da qualunque macchina, di cui interamente mancano.

Laonde si potrebbe asserire,fiori

che degno di lode è ciò stesso, che viene generalmente a codesto poema attribuito come difetto; g

iacchè una macchina qualunque, tenendo lungamente sospesa la mente, finisce per istancarla; e niuno ignora che la stanchezza risolve in noia ogni qualunque ricreazione, e vi pone termine;

nè saprei qual altro egual vanto possa riscuotere la poesia, se la private del suo primo scopo, che è quello di ricreare.

Un’accusa non meno generale, fiori

che vien fatta a Darwin, si è d’essere troppo ardito, troppo forte nelle sue immagini, e troppo lussureggiante nelle sue descrizioni.

Primamente io farò riflettere a’ miei lettori, che gl’Inglesi non ebbero finora negli annali della loro letteratura un’epoca sventurata simile a quella, ch’ebbimo noi Italiani, dico il seicento:

la rimembranza della derisione, in cui furono poste le stravaganze di quel secolo, tarpa bene spesso le ali alla fantasia de’ nostri poeti;

laddove gli Inglesi, lontani da cotal timore, osano tentare voli, che noi schiveremmo per non arrischiare d’essere oggetto di scherno, e finiamo così non di rado per istrasciare al suolo.

Non comprendo poi,

come rimproverar si debba un poeta, il quale, se è ardito, forte, lussureggiante nelle sue immagini e descrizioni, lo è espressamente ed a solo fine di dare agli oggetti, che imprende a descrivere, quel carattere d’evidenza, che invano trovar si spera in opere meticolose, fiacche, grette e stentate.

Il talento di ben descrivere mentr’è sortito da pochi, gli è pur quello che distingue il vero genio da’ limitati scrittori.

Ma per ben descrivere un oggetto qualunque, è necessario primieramente d’averne ricevuta una viva impressione, e quindi di trasmetterla all’immaginativa degli altri per mezzo delle parole.

 

 

Fiore

Fiore

E’ primavera, volevo un fiore, ma ho pensato che dovevo seminarlo, poi annaffiarlo per farlo crescere.

L’ho fatto in modo strano.

Potevo immaginare una farfalla che diventa seme e annaffiatoio …

Poi ho pensato che potevo inserire il fiore nell’erba, farlo crescere in un prato…

Non sono sicuro di averlo fatto bene, ma il programma lavora col mouse e non posso essere troppo preciso.

Fiore

Ammesso che lo sia qualche volta.

Giancarlo

Fiore

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il fiore è l’organo riproduttivo delle angiosperme, nel quale si sviluppano i gametofiti, avviene la fecondazione e si sviluppa il seme.

E composto da una serie di organi laterali (omologhi delle foglie e brattee) che hanno perso la funzione fotosintetica e acquisito una funzione di protezione del fiore durante lo sviluppo, attrazione degli impollinatori, e produzione e protezione dei gametofiti.

Il fiore deriva dalla differenziazione dell’apice di un fusto, che può essere portato su un normale fusto vegetativo o su un fusto specializzato detto infiorescenza.

Questa differenziazione, detta induzione fiorale o induzione antogena, avviene quando l’apice è ancora di dimensioni microscopiche all’interno della gemma, sotto lo stimolo di fattori ormonali e ambientali.

L’induzione fiorale precede la fioritura vera e propria, secondo le specie, da poche settimane a circa un anno.

Nelle angioperme, i gametofiti maschili (detti granuli pollinici) si sviluppano all’interno della parete delle spore, mentre i gametofiti femminili (sacchi embrionali) si sviluppano all’interno dello sporangio o nocella, a sua volta circondato da due tegumenti.

La struttura composta dal gametofito femminile e i tessuti materni circostanti è detta ovulo, e nelle angiosperme è racchiusa all’interno di una struttura laterale detta carpello.

A differenza delle Gimnosperme, la germinazione dei granuli pollinici avviene comunemente su una struttura specializzata del carpello detta stigma.

A seguito della fecondazione, gli ovuli si sviluppano in semi, mentre i carpelli si differenziano in frutti.