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A proposito di paesaggi, ecco i primi che ho fatto.

A proposito di  … paesaggi.

Vi ho parlato dei miei ultimi paesaggi, ma nulla vi ho detto dei miei primi.

Oh, se non ve ne importa niente potete anche lasciare il blog, non c’è niente di male, ma…

a proposito di La valle (China su carta, Giancarlo Arrigucci 1977)
La valle (China su carta, Giancarlo Arrigucci 1977)

Intanto vi perdete la prima chicca. E’ una chicca per me e spero tanto lo sia anche per voi. Intanto è antico, correva il 1977, molti di voi forse non erano neppure ancora nati, e già mi piacevano i paesaggi.

Praticamente non avevo mai disegnato prima, per piacere intendo, e già mi sono perso in un sacco di paesaggi. Vedrete poi.

a proposito di paesaggi, questo è particolare, ha un seguito, anzi più di uno.

Inoltre, e non è certo una motivazione minore o secondaria, è un posto vero, ma non dipinto dal vero, non è “en plein air”, si basa su ricordi visivi, uditivi, olfattivi, su tutti i cinque sensi insomma; più il sesto, la fantasia ed il settimo la tecnica.

Si avevo una tecnica approfondita con penna, pennino e china.

Frutto di anni di scuola, di disegni a scuola, di studio e di svago.

Comunque il signore ritratto nella china era il Lotti un mezzo parente, mezzo perché non ne ricordo il grado, le vacche le sue, come i piccioni ed il cane, che non ricordo come si chiamasse ma poi che importanza avrà?

La casa era così, piccola, mezza rovinata con gli infissi sciupati dal tempo, gli stoini per l’ombra, sulle finestre piccole, da dove passava poca luce, ma anche poco freddo.

Il pagliaio, chi non ha fatto un pagliaio è orfano di qualcosa.

La fatica, la pula, il sole, girando sotto lo stollo centrale.

E poi avviare il pagliaio e tagliarlo, in modo che non ci piova, per dare da mangiare alle vacche… eh, ne è passato del tempo.

La casa, comunque, era sotto al Torrione, la torre di Galatrona, non so se ci sia sempre.

La Croce in Pratomagno c’era di già, si vede in cima al monte.

a proposito di La valle, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
La valle 2, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

A proposito di paesaggi, la stessa casa vista di lato.

Ma qui volevo dare visibilità a quello che nessuno vede: gli animali del bosco, i fiori e le erbe, quel mondo minore che calpestiamo senza vedere, ma che vi dico è bellissimo, ricco di cose, di forme e di sfumature di colore, che un po’ si possono apprezzare anche nel bianco e nero della mia china.

Stavolta nello sfondo non c’è la natura ma l’opera e l’ingegno dell’uomo (che poi c’era anche nel primo disegno perché in fondo in fondo al Pratomagno, dovrei dire in cima in cima, c’era la Croce altro manufatto umano simbolo del potere dell’uomo sulla natura che se non è soverchiata ne è comunque sormontata.

Natura che, comunque, si espande ovunque, riconquistando o cercando di riconquistare la sua primigenia, uscendo ovunque dai confini del disegno.

a proposito di San Leolino, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
San Leolino, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Dopo è arrivato anche San Leolino, che per me rimane un pilastro della pittura, della mia, naturalmente.

Anche qui la natura cerca di riprendersi lo spazio rubato, anche se non è difficile riconoscere nell’ulivo la cura dell’uomo che ne fa una pianta secolare.

a proposito di San Leolino m 375 sm, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
San Leolino m 375 sm , china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Quindi ancora San Leolino, stavolta sovrastante il mondo.

Ancora a proposito di: tanti paesaggi in ordine sparso:

1977scogliera
Scogliera, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
1977paesaggio
Paesaggio, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
1977lecaselle
Le Caselle, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
1977paesaggio1
Paesaggio 1, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Scogliere, valli e colline.

Colorate.

a proposito di 1977lagomaggioresullisoladeipescatori
Lago Maggiore, sull’isola dei Pescatori, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
a proposito di 1977casariccio
Casariccio, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
a proposito di 1977ormeggiosullago
Ormeggio sul lago, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Lacustri, fluviali o marini.

a proposito di 1977langelodellamortenonchiamamaiduevolte
L’Angelo della Morte non chiama mai due volte, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Anche tetri, di foschi pensieri.

Ma sempre tanti paesaggi.

a proposito di 1977paesaggio2
Paesaggio , china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Confidando di esservi stato di interesse.

Saluti

Giancarlo

Acqua

Acqua

Volevo rappresentar l’acqua.

Viene dal sole ed il sole vi si specchia.

l'acqua e sole
Viene dal sole ed il sole ci si rispecchia

E’ femmina.

l'acqua e donne
E’ femmina

Allora bisogna rappresentarla nel suo stato reale, o ideale, o…

E così…

l'acqua
E’ l’acqua il più potente degli elementi.

O dovrei dire la più potente, tra gli elementi?

Giancarlo

L’acqua

Gabriele D’Annunzio la descriveva così:

Acqua di monte,
acqua di fonte,
(e) acqua piovana,
acqua sovrana,
acqua che odo,
(e) acqua che lodo,
acqua che squilli,
acqua che brilli,
(e) acqua che canti e piangi,
acqua che ridi e muggi.
Tu sei la vita
e sempre sempre fuggi.

Mentre Gianni Rodari ne parlava così:
La neve è acqua gelata

Aiuto!
Dall’Acqua è scomparsa la q.
Ma intanto, con quest’acua, dimmi tu
che ci fai:
non ci si può navigare,
non ci si può fare il bucato,
e non fa girare
le ruote dei mulini,
le pale dei battellini.
La cosa più lagrimabile
è che l’ acqua senza q non è potabile.

Ma l’ acqua non si ferma mai sempre si trasforma e passa e va. L’ acqua è come il tempo puoi vederla ora ma non la rivedrai mai più.

Non puoi fare il bagno due volte nello stesso fiume, anzi nella stessa acqua del fiume.

l’acqua è vino ma anche il vino è acqua, noi siamo acqua.

La terra è acqua, più del 75% e continuiamo a chiamarla terra.

Dell’acqua ha parlato anche il poeta Roberto Piumini

E l’acqua
E l’acqua
fresca nasce
fa ruscelli
scende
casca sui sassi
scroscia
e frusciando
fa il fiume.

E l’acqua
sciolta nuota
nelle valli
e lunga e lenta
larga
silenziosa
luminosa
fa il lago.

E l’acqua
a onde muore
non muore mai
e muore
non muore mai
e muore
mentre immensa
fa il mare.

E ne hanno declamato altri, ma senza esagerare, senza troppa scelta.

Gnocchi di patate

Gnocchi di patate

Giancarlo Arrigucci

2013 n° 7

Pane bagnato ed olio
In paese (particolare)

Gnocchi di patate

Ingredienti

1. Patate.

2. Farina di grano tenero (*).

3. Acqua.

(*)Tipo “0” o “00”.

Ferramenta

1. Pentola.

2. Spianatoia o tavolo.

3. Coltello a lama liscia corta.

4. Coltello a lama liscia lunga.

5. Forchetta.

6. Telo di cotone o canovaccio.

Preparazione

1. Bollite le patate lessandole bene.

2. Toglietele dalla pentola e pelate la buccia con il coltello. (Occhio bruciano da matti).

3. Rompetele sul tagliere con la forchetta trasformandole in pasta.

4. Impastatele con la farina, fino ad ottenere un impasto consistente.

5. Fate riposare l’impasto per un po.

6. Spolverate la spianatoia o il tavolo con la farina.

7. Prendete un pugno di impasto e arrotolatelo con i palmi uniti delle due mani fino ad ottenere uno spaghetto cilindrico di circa un centimetro di diametro.

8. Mettetelo in una parte della spianatoia inutilizzata e spolverata di molta farina.

9. Trasformate tutto l’impasto in questi cilindri.

10. Fateli riposare.

11. Mettetene 4 o 5 paralleli vicino al bordo della spianatoia e tagliateli a tocchetti (gnocchi) di circa un centimetro con il coltello a lama lunga. Allontanandoli ad ogni taglio dagli spaghi non tagliati.

12. Quando li avete tagliati tutti spolverate la spianatoia con farina e disponeteli diradati ad asciugare.

Note

1. Per cuocerli prendeteli senza farli attaccare e buttateli nell’acqua bollente.

2. Cuociono in 2-3 minuti. come vengono a galla sono cotti.

3. Conditeli a piacimento.

4. Se le patate sono del vostro orto o dei vostri vasi o ve le ha date un vicino che le ha coltivate così, non hanno prezzo.

Da bere

1. Anche qui acqua di rubinetto o di fonte.

2. Il vino suggeritelo voi.

3. Niente bevande gassate.

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Minestrone di Verdure

Minestrone di Verdure
Giancarlo Arrigucci
2013 n° 5

Pane bagnato ed olio
In paese (particolare)

Come si fa il mio minestrone di verdure?
E’ molto semplice, è molto buono, è vegetariano…

Ingredienti

1. Cipolla
2. Carota
3. Patata
4. Cavolfiore
5. Fagiolini freschi
6. Baccelli freschi (Fave)
7. Sedano
8. Prezzemolo
9. Finocchio
10. Bietola
11. Pomodoro
12. Aglio
13. Origano
14. Noce moscata
15. Sale
16. Acqua
17 Olio extravergine di oliva

Ferramenta
1. Pentola
2. Coltello
3. Pelapatate
4. Tagliere
5. Scodella
6. Cucchiaio

Preparazione
1. Pulite tutte le verdure che avete (anche di più o anche di meno di quelle elencate).
2. Sbucciate quelle da sbucciare.
3. Tagliatele a tocchetti (belli grandi) quelle da tagliare.
4. Mettete abbastanza acqua in pentola (ma se risulterà insufficiente l’aggiungerete in qualsiasi momento).
5. Mettete le verdure più dure per prime.
6. Il pomodoro (maturo ma fresco) può essere aggiunto ora per far colorare meglio il brodo.
7. La cipolla migliore è la fresca con tutte le “fronze” (*) tagliate a tocchetti.
8. Aglio, abbondate.
9. Fate bollire.
10. Aggiungete le verdure più morbide.
11. Fate bollire fino a raggiungere la cottura e la quantità d’acqua desiderata ( a piacere).
12. Aggiungete sale.
13. Aggiungete Origano.
14. Aggiungete olio extravergine di oliva e togliete dal fuoco.

Note

1. Si può aggiungere del pane (arrostito) sul piatto, ma anche no.
2. Durante la cottura si può aggiungere della pasta, ma è più buono senza,
comunque sta a voi.
3. Se avete fatto dei tagliolini all’uovo con farina di grano tenero, mettetene
pochi perché ingolfano tutto.
4. Piatto vegetariano gustosissimo.
5. Se le verdure, se sono del vostro orto o dei vostri vasi, è ancora più
buono, se un vicino o un conoscente ve le offre dal suo orto, fate conto di
averle coltivate voi, ma offritegli una scodella di minestrone.
6. L’origano è la morte sua.
7. Alla fine grattateci del formaggio pecorino o parmigiano, ma se non vi
va non grattatecelo, è già buono così.

8. (*) Foglie verdi tubolari della cipolla fresca.
Da bere
1. Acqua del rubinetto o di fonte.
2. Per il vino (buono mi raccomando) attendo suggerimenti da qualche
amico o da chi ne abbia voglia.
3. No bibite gassate.

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Pane bagnato e olio

Pane bagnato e olio

Giancarlo Arrigucci

2013 n°3In paese (particolare)

In paese (particolare)

Pane bagnato e olio

Ingredienti

1. Pane (Bianco, toscano (senza sale) di qualche giorno addietro).

2. Olio extravergine di oliva (se avete soldi prendetene uno costoso; comunque prendetelo sempre dal produttore e sfuso, con gli stessi soldi prendete di più e/o meglio).

3. Sale iodato.

4. Acqua.

Ferramenta

1. Coltello per il pane.

2. Tagliere.

3. Piatto/vassoio.

Preparazione

1. Tagliate il pane a fette alte (La parte migliore è il corteccio tagliato a 5-6 cm).

2. Bagnate leggermente il pane, passando la fetta sotto il rubinetto dell’acqua.

3. Salate.

4. Mettete abbondante olio, stringendo e rilasciando la fetta in modo che assorba l’olio in profondità.

Note

1. Non indugiate troppo nel bagnare il pane, l’acqua deve essere poca e non penetrare ovunque.

2. Gustatevi il contrasto di sapori tra bagnato e non bagnato, olio e acqua, sale e non.

3. Una merenda fresca (speciale in estate), leggera, buonissima.

4. E’ un piatto vegetariano al 100%.

Da bere

Io suggerisco acqua, comunque non bibite gassate.

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Il risotto Bucinese

Mi piace fare il risotto, mangiarlo anche, naturalmente.

Mi piace sperimentare.

Usare quel che c’è.

D’estate, l’orto è una miniera, insostituibile, cipolle, pomodori, carote ecc. ecc.

Ma non tutti abbiamo un orto.

Allora basta un marciapiede, un balcone, una finestra … un vaso.

E se proprio non ho niente vado a cercare da chi ce l’ha: un nonno, un vicino … un coltivatore.

Comunque questo risotto è eccezionale, provalo, anche con la verdura del supermercato.

 

 

In Paese (2013 Acquerello, particolare)

Il risotto Bucinese

Giancarlo Arrigucci

(n°1) 2013

Ingredienti

1. Riso per risotto.

2. Rigatino (pancetta di maiale stagionata).

3. Pomodori freschi non troppo maturi (ma anche maturi, perché no).

4. Cipolla.

5. Aglio.

6. Sedano.

7. Prezzemolo.

8. Crosta di formaggio (parmigiano/grana o pecorino).

9. Olio extra vergine di oliva (poco ma buono).

10. Acqua.

11. Sale.

12. Peperoncino.

Ferramenta

1. Padella (con coperchio).

2. Mestolo di legno.

Preparazione

1. Mettete il riso in padella e posizionate a fuoco vivace per tostarlo (bene).

2. Tagliate il rigatino a striscioline (o come meglio vi pare) dopo che il riso è iniziato a tostare mettete in padella e saltate. Il grasso del rigatino si scioglie ed avvolge il riso. Abbassate la fiamma.

3. Togliete la buccia ad alcuni spicchi d’aglio (non siate tirchi, abbondate che sono buonissimi, dopo), Schiacciatene alcuni con il palmo della mano od un bicchiere. Mettete in padella.

4. Tagliate una costola o due di sedano a pezzi piccoli (a me piacciono più grandi). Mettete in padella.

5. Tagliate la cipolla in due metà, fatele a fette sottili perpendicolari all’altro taglio. Mettete in padella. Girate e mescolate bene.

6. Tagliate i pomodori a quadretti (se siete bravi prima li spellate) e mettete in padella.

7. Spezzettate il prezzemolo e unitelo al resto (mettete in padella).

8. Aggiungete acqua in abbondanza (nella padella) e fate bollire a fuoco vivace, se necessario aggiungete ancora acqua, ma fine cottura del riso il risotto non deve essere troppo liquido.

9. Spezzettate la crosta di formaggio ed aggiungetela (in padella) a fine cottura (un po prima per i golosi).

10. Sale e peperoncino a vostro piacere. (Il peperoncino potete metterlo o meno, io lo metto fresco tagliato a pezzettini).

11. Un goccio d’olio aggiungetelo prima di servire o direttamente sul piatto.

12. Se alla fine lo stufate un pochino è meglio ma non è strettamente necessario, specialmente se non avete il coperchio per la vostra padella. Alcuni preferiscono non girare il risotto alla fine per farlo attaccare alla padella e fare una crosta bruciacchiata gustosissima, io lo faccio solo se mi scordo la padella al fuoco senza girare il riso col mestolo.

Note

Se togliete il rigatino e il formaggio viene meno buono (parecchio meno) ma diventa 100% vegetariano. Potreste rimpiazzare il rigatino con striscioline di radicchio rosso, per l’estetica funziona, quasi, bene.

Non ho dato quantitativi perché ognuno sa quanto metterne per il proprio gusto e fabbisogno.

Se siete soliti cucinare per voi stessi o per altri conoscete meglio di me le dosi da utilizzare e poi non posso fare tutto io, metteteci del vostro, perdindirindina.

Siete pregati, se ci mettete del vostro, di farmi sapere come è andata (non che mi importi molto, ma si impara sempre qualcosa dagli sbagli degli altri, e voi sbaglierete molto, se gli altri vogliono condividere le esperienze).

Nella sezione degli strumenti non ho specificato il fuoco, potete cucinare al gas, alla piastra radiante, al fuoco del caminetto, nel barbecue o come meglio vi aggrada e vi riesce.

Sempre nella stessa sezione non ho messo piatti e bicchieri, per me lo potete mangiare in padella anche senza posate, basta il mestolo e volendo non serve nemmeno quello.

Ho messo la padella, benché si possa fare anche in gavetta o nel barattolo vuoto di piselli, perché penso che sia più funzionale, comodo e, comunque, disponibile a chiunque, ma se siete in campeggio ed avete solo il gavettino usate quello, non mi scandalizzo mica.

Da bere

Acqua o vino a piacere ma, per favore, non usate altre bevande (acqua se dovete lavorare o guidare, vino se poi potete smaltirlo in sicurezza e tranquillità magari effettuando una qualche attività fisica motoria). L’acqua sempre del rubinetto, del pozzo o di fonte. Il vino, se avete abbastanza soldi, prendetelo buono.

Chi beve tè o latte verifichi pure se ci stanno bene col risotto, io ho altri gusti.

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