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2022 Carnevale nel mondo

A Montevarchi, alla galleria Magiotti, si è aperta la mostra collettiva di pittura e scultura:2022 Carnevale nel mondo.

La mostra concorso è organizzata da Montevarchi Arte in collaborazione con il Comune di Montevarchi e l’associazione Giglio Blu di Firenze si chiama:
2022 Carnevale nel mondo.

I quadri, realizzati con qualsiasi tecnica e su qualsiasi supporto dovevano avere due soli requisiti:
essere privi di cornice e misurare 50 cm per 60 cm (o viceversa).

Oggi, all’inaugurazione:

La mostra si protrarrà sino al 1° Marzo.

Come si svolgerà la competizione 2022 Carnevale nel mondo

Avremo una votazione con tre giurie, Popolare, Artistica e Tecnica, ogni visitatore farà parte della giuria popolare e sarà chiamato ed esprimere cinque preferenze in una scheda.

Gli artisti, allo stesso modo, per la giuria Artistica e personalità e personaggi locali di elevato profilo e competenza si esprimeranno nella giuria tecnica.

Alla fine della mostra tireremo le somme ed avremo tre graduatorie nelle varie giurie più la somma generale che determinerà i vincitori.

Spero di essere stato abbastanza chiaro ed ecco i dipinti.

Ci sono anche opere fuori concorso:

Montevarchi Arte è un’associazione culturale che opera nel Valdarno.

Potrete trovare informazioni su di noi e sulle nostre iniziative sui social

https://www.facebook.com/MontevarchiArte

https://www.instagram.com/montevarchi_arte/

oppure venirci a trovare in galleria Magiotti, a Montevarchi Arezzo in via Roma 44.

Dai!

Venite a trovarci e votate.


Giancarlo

Contro la guerra

lo sapete, io sono contro la guerra, contro tutte le guerre.

In Italia e in quasi tutta l’Europa siamo stati bravi viviamo in pace da quasi ottant’anni.

In quasi tutta l’Europa perché dal disfacimento del comunismo abbiamo assistito a guerre e guerriglie nell’area balcanica, ma insomma piccole cose rispetto al passato.

Noi Italiani, ma penso sia comune anche in altri paesi europei, non ci rendiamo neppure conto di cosa significhi vivere in pace da così tanto tempo.

Forse ci siamo assuefatti e non pensiamo meriti rifletterci sopra.

Visto il successo di certi giochi elettronici, sembra addirittura che molti soffrano di non poter andare in guerra. A sfogarsi a uccidere tutti, confidando per loro di non morire mai.

Ma forse anche queste son piccole cose.

Ecco, però, che se vogliamo dirla tutta sulle piccole cose, con esse abbiamo dei problemi con la pace.

Non facciamo la guerra, ma nemmeno la pace.
Continuiamo ad essere esportatori di armamenti che, nonostante li definiamo difensivi, difensivi non lo sono per nulla.

L’opinione pubblica, a parte qualche conato di repulsione contro le mine antiuomo o le bombe a grappolo, non si indigna più per l’esportazione delle armi.
Che facciano qualche guerra nei paesi arabi o in Africa oppure che si armino fino ai denti in Sud America non gli importa nulla. Beh, no! Si indigna quando arrivano i profughi dalla Siria, che dobbiamo prenderceli sempre noi mentre l’Europa su tura il naso, si tappa le orecchie e li lascia gestire all’Italia, alla Grecia ed alla Turchia; o anche la Libia e, dove possiamo, paghiamo per farlo per noi.

Contro la guerra dovremmo vivere in pace

Contro la guerra dovremmo vivere in pace ed essere tolleranti verso gli altri, ma non ci riusciamo.

D’altronde siamo competitivi. Ci educano si da piccoli ad esserlo. Ci comprano giocattoli adatti allo scopo. Compriamo libri e fumetti, guardiamo film e programmi che esaltano competizione, prevaricazione, stupro e guerra.

Sogniamo di “arrivare”, di avere più degli altri, anche se in realtà viviamo con le “pezze al culo”.
E se proprio non ce la facciamo a possedere qualcosa, se proprio non ce la facciamo ad essere qualcuno, allora vogliamo sembrare. Vogliamo apparire.

Giovani, pieni di soldi, sani, di successo, anche se non è così.

Insomma anche li dobbiamo prevaricare qualcuno, combattere con qualcuno, umiliare gli altri per apparire “migliori” degli altri.
E anche in questo ci incoraggiano in tutti i modi a dare la colpa a qualcuno per i nostri insuccessi, a procurarci un nemico.

Ma un nemico terzo, che non è mai quello che ha mentito, rubato o ucciso a noi o più di noi.

Quando finalmente abbiamo trovato un nemico giustifichiamo la vendita delle armi, l’evasione delle tasse, l’accumulo della ricchezza, la menzogna politica e la guerra perché altri possano mantenere saldo il guinzaglio che ci tiene stretti alle miserie della nostra misera vita.

Giancarlo

Base di copertina

2014 – Giancarlo Arrigucci – Gian Franz Marc Fighting Forms – Acrilico su tavola XLIV (cm 101,5 x 61) (Collezione privata)

E’ morto

E’ morto, ma non doveva.

Lavorava, impastava il cemento. Ma è morto. Non si dovrebbe morire per impastare cemento, quante volte lo abbiamo detto, quante volte lo abbiamo sentito.

“Bibbiena Arezzo, 25 gennaio 2022 – Tragedia sul lavoro: un altro incidente gravissimo e la morte di un operaio di 51 anni, malgrado l’arrivo in massa dei mezzi di soccorso”.

Non era uno sprovveduto, non era un ragazzino, anche se non lo conoscevo, non era colpa sua.

Non si può morire al lavoro.

Il lavoro ci serve per vivere, per partecipare alla società; non può servirci per questo.

Non è stata colpa sua, è caduto in una tramoggia, dove si macinano gli inerti, ma lui non avrebbe dovuto arrivare agli ingranaggi.

La morte sul lavoro è una tragedia che si ripete ogni giorno e se non si ripete ne salta pochi prima di ripresentarsi.

Lui è morto a 51, ma in azienda si muore anche a 18, anche se non lavori, anche se il 21 Gennaio del 2022 sei li a Lauzzacco Udine a fare l’ultimo giorno del tuo “stage” di alternanza scuola lavoro, che ora sembra chiamarsi PETO (*), e una trave d’acciaio ti cade addosso.

Non era colpa sua. La trave non doveva cadere, non dovrebbe mai cadere, e lui non doveva essere li. Non doveva essere in pericolo.

E’ morto direte voi

Ormai sono morti in tanti ed a tutti questi morti che c’è da aggiungere?

Niente!
Alla morte di un uomo non si può aggiungere niente, se non le lacrime dei parenti, degli amici, degli altri uomini.

Nel 2021 sono morti 1.404 lavoratori per infortuni sul lavoro, di questi 695 sui luoghi di attività (+18% rispetto all’anno 2020), mentre i rimanenti ‘in itinere’, vale a dire nel tragitto verso o dal posto di lavoro.

Uno al giorno andando o tornando dal lavoro e due lavorando.

Nonostante tutte le leggi, le regole, le protezioni, le procedure.

Non c’è un ministro del lavoro che dovrebbe dimettersi? Un presidente dell’INAIL? Un presidente di una qualsiasi cazzo di associazione imprenditoriale? Non c’è veramente nessun colpevole?

Che squallore, che vergogna.

La sola regola, il solo obiettivo di ogni impresa o attività umana è diventato il profitto, il resto sono solo incidenti e danni collaterali accettabili.

Ceppoduro (**)

(*) PETO Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento.

(**) Mi ero ripromesso di non scrivere più, ma…

Immagine originale per la copertina:

Di רנדום – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10119764

Mostra di Rosetta Trefoloni

Mostra di rosetta Trefoloni inaugurata oggi 22 Gennaio 2022 alla galleria Magiotti di Montevarchi .

La mostra patrocinata dal comune di Montevarchi, dall’associazione Giglio Blu di Firenze e dall’associazione Montevarchi Arte oltre a farvi ammirare i bei quadri dell’artista permette di acquistarli ad un prezzo ragionevole mediante una donazione al CALCIT di Arezzo, in altri termini Rosetta Trefoloni cederà le sue opere in cambio di una donazione al Calcit senza chiedere niente per se.

Quindi se avete voglia di farvi un bel regalo, o farlo ad una persona cara andando a visitare la mostra potrete fare un bel dono anche alla comunità.

Per chi non sapesse cosa è il Calcit:

COMITATO AUTONOMO LOTTA CONTRO I TUMORI

CALCIT AREZZO – ODV

Il C.A.L.C.I.T. è un’associazione di volontariato fondata il 21 Giugno 1978 dalla COOPERATIVA FIDI 2°, che agisce in seno all’Associazione dei Commercianti della Provincia di Arezzo.

Non ha carattere politico-partitico. 


L’Associazione, iscritta dal 19/02/1991 con DPGR n. 56 all’Albo Regionale del Volontariato e dal 26/10/1994 con DPGR n. 1577 al Registro Regionale del Volontariato della Regione Toscana ai sensi e per gli effetti della L.R.T. 26/4/1993 n. 28 (registrata al n. 104 della Sezione Prov.le di Arezzo) è quindi in possesso della qualifica di Organizzazione di Volontariato ai sensi della legge 266/91.

La stessa organizzazione è considerata ONLUS DI DIRITTO ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 460/97.

GLI SCOPI DEL CALCIT

  • Acquistare strumenti per la diagnosi precoce e la cura dei tumori e donarli all’Ospedale di Arezzo;
  • Istituire borse di studio a favore di giovani medici aventi oggetto la specializzazione oncologica da svolgere presso l’Ospedale civile di Arezzo;
  • Organizzare convegni Medico Scientifici, seminari inerenti l’oncologia;
  • Sostenere in tutto od in parte i costi per l’assistenza domiciliare a favore di malati di tumore.

Se acquisti un quadro di Rosetta Trefoloni doni al CALCIT.

Mostra di Rosetta Trefoloni

Ecco i quadri esposti (quelli contrassegnati da un pallino bianco sono già stati acquistati subito dopo l’inaugurazione).

Il manifesto:

Giancarlo

Ehi Gringo (Hey Joe)

Ehi Gringo, dove stai andando con quella pistola in mano?
Ehi Gringo, ti ho detto: dove stai andando con quella pistola in mano?
Sto andando a uccidere la mia ex moglie.
Sai, l’ho trovata a spassarsela con un altro uomo.
Già, sto andando a sparare alla mia signora.
Sai, l’ho trovata a farsi un altro uomo.
Uh! E questo non va.
Uh… ehi Gringo, ho sentito che hai ucciso la tua ex. Le hai sparato adesso?
Ehi Gringo, ho sentito che hai sparato alla tua vecchia moglie. Le hai sparato, l’hai stesa?
Si!
Si, l’ho fatto, le ho sparato!
Sai, l’ho trovata in città a farsi un altro uomo.
Uh… si l’ho fatto; le ho sparato.
Sai, la signora l’ho beccata in città.
E l’ho pagata con la pistola. Le ho sparato.
Bene.
Sparale ancora, ragazzo.
Si!
Oh, bene.
Giusto.

Ehi Gringo. Dove fuggirai adesso? Dove scapperai?
Ehi Gringo, ho chiesto: Dove fuggirai adesso? Dove? Dove andrai?

Va bene; andrò verso sud, verso il Messico.
Si!

Andrò molto a sud, dove potrò essere libero.

Dove non mi troverà nemmeno il boia, per mettermi il cappio al collo.
Credimi.
Ora devo andare.
Ehi Gringo, sbrigati.
Un saluto a tutti.
Ehi, ehi Gringo.

Ehy Gringo è liberamente tradotto da Hey Joe, di Jimi Hendrix

“Hey Joe” dicevano i filippini quando vedevano un americano, io per questo ho tradotto Ehi Gringo.

Questa canzone parla di cose serie, di violenza, violenza sulle donne. Una piaga ancora purulenta in Italia, ma come si legge nel testo, lo è stata e forse lo è ancora anche in altri paesi e presso altre culture.

Un uomo, per il solo fatto di essere stato accompagnato, fidanzato, sposato, o in relazione con una donna si considera padrone, padrone dei suoi sentimenti, delle sue azioni, del suo destino: fino a togliergli la vita sparandogli con la pistola.

Per poi scappare vigliaccamente e non affrontarne neppure le conseguenze.

La canzone, con liriche molto belle, ci racconta la pochezza del genere maschile, la sua incapacità di liberarsi dei condizionamenti sociali, descritti nelle domande che gli vengono rivolte a cui risponde con la violenza di genere.

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Hey Joe è un brano blues attribuito inizialmente a Dino Valenti e, dal 1962, riconosciuto a Billy Roberts.

La celeberrima versione di Jimi Hendrix trova spunto in quella, più lenta, elaborata dal cantante folk Tim Rose, registrata nel 1966 la quale era stata accreditata come traditional.

Negli anni seguenti molte versioni e cover di questa canzone sono state fatte ed eseguite da artisti internazionali, anche in altre lingue: Francese, Portoghese ed in Italiano.

Sperando che la mia traduzione vi sia piaciuta.

Grazie
Giancarlo

Alcuni link utili:

Versione di Jimi Hendrix:

Magari vi piace di più questa, sempre di Jimi:

Versione originale di Billy Roberts

La versione di Carmen Consoli:

La versione di Martò (45 giri EMI 1967):

Francesco Di Giacomo feat. Sam Moore:

Mostra di Massimo Bigazzi

Mostra di Massimo Bigazzi alla galleria Magiotti a Montevarchi (Ar) organizzata dall’associazione culturale Montevarchi Arte.

Massimo Bigazzi Nato a Montevarchi ed ora residente a Terranuova Bracciolini (AR), torna al paese natio con una mostra molto bella, inaugurata oggi sabato otto Gennaio 2022.
Come potrete vedere dalle foto che seguono nel post, ma che potrete apprezzare meglio dal vivo se visitate la mostra, Massimo Bigazzi è un paesaggista apprezzato. Ma la sua capacità di riprodurre paesaggi ameni non toglie nulla alle sue superbe doti di ritrattista e di copista di opere antiche.


Cosa mostra di Massimo Bigazzi?

C’è in mostra una pregevole riproduzione della monna Lisa di Leonardo da Vinci che solo quella merita la visita in galleria.

Dove la mostra di Massimo Bigazzi?

Rimarrà aperta dall’otto Gennaio 2022 al venti Gennaio 2022.

L’orario di apertura nel pomeriggio ma sono possibili visite fuori orario contattando Massimo Bigazzi al 338 8696589 o Montevarchi Arte tramite il negozio Eliotecnica la Bottega dell’arte di Montevarchi.

Accorrete numerosi.

Giancarlo

Monteroni d’Arbia

Monteroni d’Arbia è un comune italiano di 9 114 abitanti della Provincia di Siena in Toscana. Sorge a circa 13 km da Siena.

Monteroni d’Arbia sorge a sud di Siena. All’esterno del paese scorre il torrente chiamato Arbia, che dà il nome al paese e alla valle, val d’Arbia.

Ora, sinceramente, a Monteroni non c’è moltissimo da visitare, anche se qualche luogo od edificio del paese è particolarmente bello.

Comunque c’è sempre una bellissima campagna tutta intorno.

Poi ci sono da provare le specialità eno-gastronomiche del territorio ed molto facile fare conoscenza ed amicizia con gli abitanti del posto.
Ora, con ancor maggiore sincerità, devo dire che in realtà di belle cose da fare e da vedere in questo paese ce ne dovrebbero essere eccome.

Siccome però molte di queste non ho avuto occasione di sperimentarle personalmente non posso parlarvene se non per sentito dire.

Ma cosa possiamo fare a Monteroni d’Arbia?

Se volete un esempio visitate questo link per scoprire un agriturismo, il San Fabiano del conte e contessa Fiorentini, un’eccellenza locale, dove potrete trascorrere giornate di vacanza meravigliose immersi nella bellezza delle terre e delle crete senesi.

Se volete un altro esempio, questo però lo conosco molto bene, fino al 19 Dicembre potete visitare la mostra di arte contemporanea organizzata da “L’arte in valle” dislocata in quattro locali posti nella via principale di Monteroni (via Roma).

Vi sono esposte opere di Maria Pia Ricciardi, Iryna Syrotyuk, Daniela Marchetti, Monica Giovannoni e Giancarlo Arrigucci.

Vi aspettiamo

In uno dei locali adibiti per la mostra trovano posto i dipinti realizzati per l’ultima estemporanea realizzata dall’associazione “l’arte in valle”

Si è svolta durante il periodo di chiusura pandemica, quindi era una estemporanea di pittura “Virtuale”.

Ma in questo modo diviene tangibile, quindi le opere si possono vedere e toccare fisicamente.

Negli altri siti, tutti molto vicini, si possono vedere selezioni di lavori degli altri espositori.

Vi invito a venire, i dipinti sono tanti e di buona qualità, ma potrete giudicarli da soli e confermarlo o smentirlo nei commenti.

4 Novembre

4 Novembre, si festeggia il milite ignoto. Meno male qualcuno gli riconosce valore perché il milite ignoto è democratico ed inclusivo, proprio perché ignoto.

Può essere chiunque: un povero (molto, molto probabilmente) un ricco (molto molto difficilmente, ma poteva essere un ufficiale o un volontario, un Italiano (quasi certamente ne sono morti tanti), un Austriaco (magari un infiltrato o una spia con divisa italiana) ma potrebbero essere due o tre o chissà quanti (si trovavano resti sparpagliati ed ammucchiati). Tutti finivano tumulati senza nome, senza accertarne altro che la morte.
Poi uno di loro, scelto tra i morti delle undici linee di fronte finì tumulato al Vittoriano a Roma per ricordarlo come “Milite Ignoto” Eroe nazionale della prima guerra mondiale.
Una carneficina indescrivibile quella guerra; quanti militi morti, quanti ignoti ricordati in un sacrario dedicato ad un solo milite ignoto.

Il milite ignoto

Perché è morto? Perché sono morti tutti i militi ignoti e non? Italiani e non?

Per la stupidità degli uomini, di quelli al comando (ed anche di quelli al seguito).
Cosa abbiamo guadagnato e perso da quella guerra?

Chi ha vinto?

Chi ha perso?

Nessuno ha vinto e tutti hanno perso.

Hanno combattuto per un pugno di terra è gliene è avanzata tanta per sotterrarli tutti, anche se sono morti in tanti.

I danni e le vite saranno già state pagate? Penso proprio di no, anzi, chi quella guerra l’ha pensata, voluta e fatta combattere ne ha tratto sicuramente molto vantaggio senza spendere nulla.

Un macello

XXXIV – Tarabusino a San Savino – 2018 – Giancarlo Arrigucci – Tempera grassa su tela – (70 x 80 cm)  

E’ stato un macello, dicevo, ma non è servita a nulla dopo una trentina d’anni ne abbiamo fatta un’altra ancora peggio, talmente spaventosa stavolta che dopo si è deciso di finirla, di non farne più di guerre.
Ed abbiamo avuto il più lungo periodo di pace mai visto prima.
Insomma di pace se vogliamo essere ottimisti.

Perché in realtà le guerre le abbiamo fatte ancora, non qui, non troppo vicino, a parte nei Balcani, in Slovenia, Croazia e dintorni. A parte in Africa, in Medio Oriente, in Asia, a parte le mine, le bombe, i razzi, i missili tirati di qua e di là, quasi a caso, ma mai a caso.

Insomma il 4 Novembre

Il milite ignoto che si onora il 4 Novembre era quasi certamente una brava persona, morta straziata in giovane età, mandata al macello da governanti vili, incapaci e deficienti.

Ma la sua morte non è servita a nulla, ce ne sono voluti altri perché la loro morte sortisse un minimo effetto.
Ma quando lo commemoriamo, con tutto l’amore e la stima possibile, non cadiamo nella retorica della guerra.

Non era un eroe, era una vittima.

E noi non vogliamo più eroi e, soprattutto, non vogliamo più vittime.

Ricordiamo che è morto ucciso dalla brama di gloria e di profitto.
E’ morto per arricchire alcuni porci schifosi.
Quelli dobbiamo esecrare, lui lasciamolo stare in pace, se di stare in pace ne siamo ancora capaci.


M la guerra

M la violenza e M il profitto.

W la pace.

Giancarlo

PS:

M = Abbasso

W= Viva

Estemporanea all’Impruneta

Domenica 19 settembre 2021 si è svolta, in concomitanza con la festa dell’Uva, la terza estemporanea all’Impruneta (Firenze).

Impruneta (detta comunemente L’Imprunéta, con l’articolo è un comune italiano della città metropolitana di Firenze, in Toscana, celebre soprattutto per l’industria della terracotta (il cosiddetto cotto di Impruneta), per la tradizionale Fiera di S. Luca, che si svolge ogni anno alla metà di ottobre, e per la Festa dell’Uva, che si svolge ogni ultima domenica di settembre.

Le sue tradizioni risalgono all’epoca etrusca, successivamente la posizione geografica, le potenzialità del suolo e la relativa vicinanza da Firenze favorirono la nascita di un agglomerato romano.

Il santuario mariano che vi si trova è sicuramente uno dei fattori che hanno reso noto il comune. Notevole anche la piazza Buondelmonti che con i suoi loggiati della fine del Cinquecento ospita le principali feste cittadine. Il turismo svolge una parte importante nell’economia del comune.

Origini del nome

Sebbene la forma attuale lasci intendere una derivazione dal latino prūnus (ed esistono in Toscana località chiamate Impruneta con questa probabile origine, per esempio nel pisano), le attestazioni storiche dimostrano come il toponimo derivi invece da pīnus, «in pineta»: «S. Maria in Pineta» (1040, 1074) «S. Maria in Poneta» (1299).

Durante la festa abbiamo potuto assaggiare il famoso “peposo” un piatto di carne tradizionale e buonissimo, condito con gli ottimi vini in mescita presso i banchi dei produttori locali.

Estemporanea all’Impruneta

Comunque, noi ed altri pittori ci siamo ritrovati per dipingere e lo abbiamo fatto nonostante due forti piovaschi che ci sono caduti addosso.

Nella galleria seguente potrete ammirare alcune fasi della manifestazione ed il risultato dei nostri sforzi.

Giancarlo

Ricordi

Ricordi è la mostra organizzata da Montevarchi Arte alla galleria Magiotti, In via Roma, di fronte a piazza Magiotti a Montevarchi (AR), aperta fino a oltre la metà di settembre.

Licio, il presidente di Montevarchi arte ne ha fatta un’altra delle sue. Sto parlando di belle mostre, l’ennesima nel suo carniere.
Tanti pittori hanno partecipato alla collettiva che vuole riaprire le piste dell’arte in provincia, a Montevarchi nello specifico e in tutto il Valdarno nel concreto.

Ricordi

La mostra si chiama ricordi perché dobbiamo avere memoria di quanto già fatto per nuove opere future.

Purtroppo la pandemia non ha dato modo di trovarci prima, ma ora in occasione delle feste del perdono Montevarchino vi mostreremo quello che abbiamo fatto sperando di ritrovarvi ad ammirare quello che faremo.

La mostra di Montevarchi Arte è stata inaugurata oggi (venerdì 3 settembre) dal sindaco di Montevarchi signora Chiassai, quindi ha ospitato una declamazione di poesie di e con poeti locali associati a Giglio Blu.
Per raccogliere fondi per le due associazioni si è svolta una competizione amichevole tra pittori e poeti con la votazione dei presenti all’inaugurazione.
Bene dette queste due cose vi mostro i quadri, e le sculture partecipanti.
Ma venite a vederle dal vivo, sono molto più belle ed interessanti che su queste foto.

I quadri in mostra

Mi scuso, ma su alcune foto sono rimasti i segni del flash e/o delle luci.
Purtroppo l’illuminazione non era sufficiente per fare foto nitide con la mia macchina ed ho dovuto usare il flash diretto. Un vero peccato, comunque specialmente i quadri con vetro o verniciati sono difficili da fotografare. Se avete foto migliori inviatemele che le sostituisco volentieri con le mie.
Se volete vedere l’immagine ingrandita cliccate sopra la sua icona in galleria.
Grazie.

Le sculture esposte

Foto gallery della manifestazione Ricordi

Saluti
Giancarlo