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Mario?

Mario? Come ti permetti?
Ma tu Mario, chi sei?
Con quale diritto vuoi farci entrare in guerra?
Ma come si fa?
Ma come si fa, dico io?

Come si fa ad avere idee così ottuse?
“Saremo con l’Ucraina fino alla fine, fino alla vittoria finale”.

Ma lo sai, Mario, cosa significa?
Vuol dire che non cercheremo mai il compromesso, la tregua, il cessate il fuoco.

Che sono gli unici modi per far cessare una guerra.
Sia una guerra giusta (ammesso che ce ne sia una) che una ingiusta.

Se si foraggiano armi, sempre di più, sempre più potenti si alimenta il conflitto.
Ma se si usano tutte la possibilità diplomatiche di convinzione e di coercizione si può cercare la pace.
In una pace si vince in due, anche il più svantaggiato, con la vittoria finale vince uno solo e se uno dei due contendenti possiede armi nucleari probabilmente perdiamo tutti.

I fatti, Mario? A volte si confondono

XXIV – 2015 – Giancarlo Arrigucci – Contro la guerra contro la Libia – Acrilico su tela  (cm 60 x 60)

Certo quando l’aggressore erano gli statunitensi, in Bosnia, in Libia, in Iraq, in Afganistan le armi le mandavamo all’aggressore, ora all’aggredito.
Potrebbe essere un tardivo ravvedimento, se non ci fossero altre centinaia di guerre nel mondo per le quali semplicemente ce ne freghiamo sia dell’aggredito che dell’aggressore; a meno che non ci sia la possibilità di vendergli illegalmente armi allora si traffica senza neppure chiederci chi sia dei due quello con cui facciamo affari.
Allora, caro Mario la tua idea di giustizia e di partecipazione fa schifo, è cieca e sorda ed è complice della morte.
La morte di tanti giovani Ucraini e Russi e dandoti ascolto lo sarà anche di giovani europei, complice anche le idee di Jens, quello le cui idee sono sponsorizzate direttamente dai produttori di armi mondiali.

Quello forse, cui vorresti fottere il posto.
Mario, sei vecchio; di vecchi ne muoiono tanti, sicuramente anche oggi è morto qualcuno, che nessuno rimpiangerà. Sei vecchio, lascia perdere queste faccende e dedicati ai nipoti se ne hai. Se non ne hai lascia vivere i giovani, fagli avere i loro nipoti, faglieli accudire, coccolare e viziare.
Potresti farlo cercando la pace: difficile ma possibile.
Potresti farlo non mandando a morire in guerra i giovani europei.

Potresti fare del tuo meglio per non coinvolgerli, loro malgrado, in una guerra mondiale che che solo i vecchi rincoglioniti vorrebbero vedere, perché le loro menti non riescono più ad elaborare idee giuste.

Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di farlo denunciando le assurdità che hai pensato e pronunciato.

Noi cerchiamo la pace, tu vuoi la guerra?

Giancarlo

Andate alla home page del blog e digitate Guerra o Pace nel motore di ricerca evedrete quante volte ci siamo occupati dell’argomento, purtroppo sempre inascoltati.

Immagine di copertina:
VII – 2015 – Giancarlo Arrigucci – Acquerello  (cm 21 x 29,5)

Sergio? Oh Sergio.

Sergio, ma se non la conosci te la nostra Costituzione? Tu che ci hai giurato sopra. Tu che per due volte sei stato incaricato difenderla. Chi dovrebbe meglio di te?


Però, considerando le tue parole durante le ultime uscite pubbliche e tenendo presenti le leggi che hai controfirmato sin qui, mi dispiace doverti redarguire, ma non mi pare tu la conosca molto bene.
O almeno, su alcuni punti mi sembri molto distratto.
Quasi evasivo.

Come se non comprendessi bene il senso delle parole scritte nella nostra Carta.
Eppure chi le vergò, dopo il bagno di sangue del secondo conflitto mondiale, fu ben attento ad evitare fraintendimenti.

Sergio, specialmente all’articolo 11, quello che oggi mi sta a cuore discutere con te, il suo testo non si può fraintendere:


L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.


Non mi pare tu lo stia difendendo, Sergio.
Ma quando giurasti da presidente l’ultima volta a cosa pensavi?

Sergio

Cosa ci hai letto diversamente da me?

“La pace deve ripristinare la giustizia ed il diritto internazionale. Non deve essere una resa.” Hai detto!

Quando hai controfirmato l’invio di armi a quale pace pensavi?
La pace non si fa con le armi, la pace si fa facendo tacere le armi.

Il primo passo per la pace è il cessate il fuoco, che non si fa sparando e bombardando, oppure hai un’altra idea?
La resa è di uno dei contendenti, quando perde, come la vittoria è dell’altro.
Un accordo di pace non ha vinti ne vincitori soprattutto interrompe morti e distruzioni.
Non vorrai mica avere sulla coscienza altri morti ed altre distruzioni?
Io no!

Io ho tre figli, sono italiano, cittadino italiano, cittadino del mondo e pretendo che il presidente della Repubblica Italiana tuteli il mio status e quello dei miei figli, ripudiando la guerra e cercando un altro modo per risolvere il conflitto tra Russia ed Ucraina.
Voglio che si impegni attivamente per questi scopi, Sergio sei tu che devi fare questo, sei in carica apposta, e non dia l’assenso ad altri invii di armamenti, Sergio è ora di smetterla, che rispetti il dettato costituzionale e lo difenda dai sovversivi che vogliono stravolgerlo e non tenerne conto, >srgio non so se sono stato chiaro.

Chissà?

Sergio? Caro Sergio! Devi fare ammenda, tornare sui tuoi passi, non avallare più scelte scellerate di uomini folli che foraggiano la guerra e pretendere immediatamente un cessate il fuoco ed una mediazione di pace.

Ma forse, anche se lo farai, sarà già tardi e non so se l’Italia riuscirà a perdonare il tuo tradimento, comunque provaci.
La storia sicuramente NO. Non dimenticherà e non perdonerà.

Io neppure.

Con amarezza.

Giancarlo

Lui non mi avrebbe deluso mai.

Immagini:
Di Quirinale.it, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=130119373

Fotografia ufficiale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Primo piano di Sandro Pertini, Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985.

A proposito di guerra

Vorrei dire ancora qualcosa a proposito di guerra.

In questo blog abbiamo già scritto più volte che non si deve e non si può fare la guerra.
Combattere è necessario solo se siamo attaccati, solo se qualcuno ci dichiara guerra.

In Italia, in questi giorni di guerra in Ucraina, sembra che molta gente sia propensa all’interventismo;
probabilmente seguendo il vento della propaganda della stampa principale, della propaganda del primo ministro Draghi e di parti del suo governo e della propaganda americana, in somma in una frase sola della propaganda dei produttori e degli spacciatori armi.
Altrettanto probabilmente la maggioranza dei nuovi interventisti, partigiani con la p minuscola e guerrafondai in pectore non sa minimamente che cosa stia dicendo.
Tutti vorrebbero fare la guerra con il culo degli altri.
Ancora non ho visto una sola persona partire per l’Ucraina ed andare a sparare a Putin, si insomma alle sue truppe invasori.

Nessuno ad ergersi a scudo umano contro i missili russi e le contraeree ucraine.

Allora che fare?

Se questi signori e, meravigliosamente, anche signore (donne favorevoli alla guerra? Un abominio!) volessero aiutare i contendenti a raggiungere la pace o più semplicemente volessero aiutare gli ucraini attaccati dai russi dovrebbero fare in modo che in Ucraina arrivino viveri e medicinali, probabilmente anche vestiti ed altri materiali di uso comune in caso di emergenza, come tende, camper, eccetera.

Non armi (peraltro già abbondanti in quel paese largamente fornite a suo tempo dagli americani), non armi che non servono a pacificare ma solo a sacrificare altre persone.

Accolgano in casa propria i rifugiati, diano soldi per la loro sistemazione, gli diano una possibilità di continuare a vivere.

Quante scemenze si dicono a proposito della guerra

Draghi, furbo come un banchiere, l’ha già detto: o il condizionatore acceso o la pace.

E chi in Italia sceglierà la pace? Nessuno, e lui lo sa ed i suoi amici armaioli ringraziano o ringrazieranno, vedrete. Troveranno il modo di farlo diventare presidente della repubblica anche a costo di far fuori Mattarella mandandolo in vacanza con il Papa emerito.

Però Draghi, che ha già inviato armi agli ucraini violando la costituzione, dovrebbe sapere che l’Italia non può entrare in conflitto con la Russia perché non contempla la guerra come strumento di risoluzione delle controversi tra i popoli, e d’altronde la Russia continua non volerci invadere ne a dichiararci guerra, quindi che fare? Una bella gatta da pelare per lui per far contenti i suoi “ragazzi” e tutti i guerrafondai nostrani.
Potrebbe però fare qualcosa per accontentarli tutti.
Ripristinare la leva obbligatoria, per i figli dei favorevoli al conflitto ed all’invio di armi, e farla svolgere per un anno nelle caserme ucraine.
Chi non ha figli sia mandato di persona come riservista.
Vedremo quindi chi è sinceramente filo ucraino e paladino della legalità internazionale.

Perdonate lo sfogo

A proposito di guerra, concludendo questo mio sfogo su guerra e guerrafondai “de’ noantri” come penso usino dire a Roma, ribadisco che non si fa la guerra per raggiungere la pace.

Con la guerra si ottiene solo un vincitore ed un vinto, pronti a battersi ancora.
I russi sono in torto? Non lo so, sembra che abbiano sparato per primi. Bene gli ucraini devono trattare con i russi.

Gli ucraini sono stati aggrediti ed invasi? Non lo so, sembra che questo sia accaduto. Bene gli ucraini devono trattare con i russi.

Gli europei vogliono ripristinare la situazione precedente? O i russi si ritirano come gli americani dall’Afghanistan o gli europei devono trattare con i russi.

Gli americani vogliono fare la terza guerra mondiale? Bene diamogli retta ed inviamo armi facciamo la zona di non sorvolo ecc, tanto gli Stati Uniti sono lontani che volete che gliene freghi a loro? Per evitarlo bisogna trattare con i russi.

Ulteriori considerazioni a proposito della guerra

Cari signori e signore dallo stomaco peloso, povere genti dal portafogli enorme e vorace, predatori seriali smettete di nascondervi dietro parole menzognere ed ammettete che quando un’invasione, un colpo di stato, un genocidio si fa a vantaggio vostro, vedi Afghanistan, Iraq, Palestina, Libia, altre zone dell’Africa, del medio oriente e più o meno di tutto il sud America, lo chiamate operazione di mantenimento della pace, esportazione della democrazia o come meglio vi aggrada in quel momento mentre se fatto da altri senza vantaggi evidenti per voi lo chiamate guerra.

E voi, voi altri che non avrete nessun vantaggio dalla guerra, smettetela di allinearvi al pensiero dominante (dominante???) come soldatini di latta. Cominciate a pensare con la vostra testa, se vi riesce.


Vergogna.

Vergogna.

Ancora Vergogna!

Ceppoduro

Come al solito

La verità viene sempre a galla, come al solito, come la merda.
Tutta questa enfasi contro Putin assassino e invasore a cosa mira? A sostenere i poveri Ucraini? Ma no! Ma figurati. Serve a vendere armi, ma è ovvio.

In questo caso le armi saranno fornite gratis “of course”, tanto qualcuno le ha già pagate, almeno tra chi paga le tasse in Italia.

Mario vuole assolutamente inviarle in Ucraina, e il nostro parlamento (con la p minuscola) subito dice si, scordandosi della Costituzione, tanto chi se ne frega della Costituzione (in parlamento)?

Allora mi vien da pensare…

Forse che stessero per scadere un sacco di bombe e munizioni?

O forse che i Sauditi non volessero più acquistare materiale in scadenza da lanciare in Yemen?

Forse che per trovare un impiego per questi botti invenduti causa la pandemia, nella finanza interconnessa, sia toccato a Putin di aprire un nuovo mercato: quello Ucraino?

Se e non stesse così, ma si cercasse solo di fermare il sanguinario Zar, allora dovremmo chiudere noi i rubinetti del gas, isolare la Russia in Russia, non muovere più una lira russa, non mandare merce in ne prenderla dalla Russia.
Chiudere i conti correnti della Russia (tutti, non solo quelli che non hanno niente a che vedere con i pagamenti del gas) e le transazioni da e verso la Russia (senza mantenere nello swift la Gazprombank).

Ma no, e poi come facciamo per il freddo, e come facciamo per l’economia e come facciamo con i soldi? Meglio inviare armi, che si scannino per un po’, così si alza il livello della guerra, l’intensità dei combattimenti, il numero dei morti; poi facciamo finta che non sia successo nulla, Putin si rifarà dei costi col gas alle stelle e gli altri rinnoveranno il parco armi e munizioni, morirà tanta gente e tutti felici e contenti.

Pensate

Pensate veramente che l’Ucraina armata dagli europei possa resistere al colosso Russia? Illusi, imbecilli, ipocriti. La guerra guerreggiata la vincerà comunque la Russia; noi possiamo solo vincere l’ipocrisia e stare dalla parte giusta della storia con i comportamenti giusti, senza armi e senza darle a qualcun altro.
Lo so gli Ucraini no; non saranno felici, ma anche loro, mettersi così in mezzo, se anni fa fossero rimasti russi o con la Russia ora non sarebbero nei guai.

Dai che poi facciamo un bel torneo di calcio da quelle parti e ci scordiamo tutto.

Come al solito

Sembrava un colpo di scena di un vecchio dittatore ansioso di riprendersi il palco e invece no. Era solo quello che spara con un colpo in canna alla roulette russa del mercato delle armi, è toccato a lui salvare il mondo trovando un sito dove scaricare tutta l’immondizia bellica russa ed europea, e vuoi vedere che ce ne finirà anche di quella americana?

Mario finiscila.

Non si danno le armi “per la risoluzione delle controversie tra i popoli”.

Mario torna a fare il banchiere o mettiti il cuore in pace o fai il nonno, che altro non sei capace di fare.

Il blog di Bucine è sempre stato, è e sempre sarà contro qualsiasi guerra.

Anche se guerreggiata da altri con armi pagate a noi.

Giancarlo

Contro la guerra

lo sapete, io sono contro la guerra, contro tutte le guerre.

In Italia e in quasi tutta l’Europa siamo stati bravi viviamo in pace da quasi ottant’anni.

In quasi tutta l’Europa perché dal disfacimento del comunismo abbiamo assistito a guerre e guerriglie nell’area balcanica, ma insomma piccole cose rispetto al passato.

Noi Italiani, ma penso sia comune anche in altri paesi europei, non ci rendiamo neppure conto di cosa significhi vivere in pace da così tanto tempo.

Forse ci siamo assuefatti e non pensiamo meriti rifletterci sopra.

Visto il successo di certi giochi elettronici, sembra addirittura che molti soffrano di non poter andare in guerra. A sfogarsi a uccidere tutti, confidando per loro di non morire mai.

Ma forse anche queste son piccole cose.

Ecco, però, che se vogliamo dirla tutta sulle piccole cose, con esse abbiamo dei problemi con la pace.

Non facciamo la guerra, ma nemmeno la pace.
Continuiamo ad essere esportatori di armamenti che, nonostante li definiamo difensivi, difensivi non lo sono per nulla.

L’opinione pubblica, a parte qualche conato di repulsione contro le mine antiuomo o le bombe a grappolo, non si indigna più per l’esportazione delle armi.
Che facciano qualche guerra nei paesi arabi o in Africa oppure che si armino fino ai denti in Sud America non gli importa nulla. Beh, no! Si indigna quando arrivano i profughi dalla Siria, che dobbiamo prenderceli sempre noi mentre l’Europa su tura il naso, si tappa le orecchie e li lascia gestire all’Italia, alla Grecia ed alla Turchia; o anche la Libia e, dove possiamo, paghiamo per farlo per noi.

Contro la guerra dovremmo vivere in pace

Contro la guerra dovremmo vivere in pace ed essere tolleranti verso gli altri, ma non ci riusciamo.

D’altronde siamo competitivi. Ci educano si da piccoli ad esserlo. Ci comprano giocattoli adatti allo scopo. Compriamo libri e fumetti, guardiamo film e programmi che esaltano competizione, prevaricazione, stupro e guerra.

Sogniamo di “arrivare”, di avere più degli altri, anche se in realtà viviamo con le “pezze al culo”.
E se proprio non ce la facciamo a possedere qualcosa, se proprio non ce la facciamo ad essere qualcuno, allora vogliamo sembrare. Vogliamo apparire.

Giovani, pieni di soldi, sani, di successo, anche se non è così.

Insomma anche li dobbiamo prevaricare qualcuno, combattere con qualcuno, umiliare gli altri per apparire “migliori” degli altri.
E anche in questo ci incoraggiano in tutti i modi a dare la colpa a qualcuno per i nostri insuccessi, a procurarci un nemico.

Ma un nemico terzo, che non è mai quello che ha mentito, rubato o ucciso a noi o più di noi.

Quando finalmente abbiamo trovato un nemico giustifichiamo la vendita delle armi, l’evasione delle tasse, l’accumulo della ricchezza, la menzogna politica e la guerra perché altri possano mantenere saldo il guinzaglio che ci tiene stretti alle miserie della nostra misera vita.

Giancarlo

Base di copertina

2014 – Giancarlo Arrigucci – Gian Franz Marc Fighting Forms – Acrilico su tavola XLIV (cm 101,5 x 61) (Collezione privata)

4 Novembre

4 Novembre, si festeggia il milite ignoto. Meno male qualcuno gli riconosce valore perché il milite ignoto è democratico ed inclusivo, proprio perché ignoto.

Può essere chiunque: un povero (molto, molto probabilmente) un ricco (molto molto difficilmente, ma poteva essere un ufficiale o un volontario, un Italiano (quasi certamente ne sono morti tanti), un Austriaco (magari un infiltrato o una spia con divisa italiana) ma potrebbero essere due o tre o chissà quanti (si trovavano resti sparpagliati ed ammucchiati). Tutti finivano tumulati senza nome, senza accertarne altro che la morte.
Poi uno di loro, scelto tra i morti delle undici linee di fronte finì tumulato al Vittoriano a Roma per ricordarlo come “Milite Ignoto” Eroe nazionale della prima guerra mondiale.
Una carneficina indescrivibile quella guerra; quanti militi morti, quanti ignoti ricordati in un sacrario dedicato ad un solo milite ignoto.

Il milite ignoto

Perché è morto? Perché sono morti tutti i militi ignoti e non? Italiani e non?

Per la stupidità degli uomini, di quelli al comando (ed anche di quelli al seguito).
Cosa abbiamo guadagnato e perso da quella guerra?

Chi ha vinto?

Chi ha perso?

Nessuno ha vinto e tutti hanno perso.

Hanno combattuto per un pugno di terra è gliene è avanzata tanta per sotterrarli tutti, anche se sono morti in tanti.

I danni e le vite saranno già state pagate? Penso proprio di no, anzi, chi quella guerra l’ha pensata, voluta e fatta combattere ne ha tratto sicuramente molto vantaggio senza spendere nulla.

Un macello

XXXIV – Tarabusino a San Savino – 2018 – Giancarlo Arrigucci – Tempera grassa su tela – (70 x 80 cm)  

E’ stato un macello, dicevo, ma non è servita a nulla dopo una trentina d’anni ne abbiamo fatta un’altra ancora peggio, talmente spaventosa stavolta che dopo si è deciso di finirla, di non farne più di guerre.
Ed abbiamo avuto il più lungo periodo di pace mai visto prima.
Insomma di pace se vogliamo essere ottimisti.

Perché in realtà le guerre le abbiamo fatte ancora, non qui, non troppo vicino, a parte nei Balcani, in Slovenia, Croazia e dintorni. A parte in Africa, in Medio Oriente, in Asia, a parte le mine, le bombe, i razzi, i missili tirati di qua e di là, quasi a caso, ma mai a caso.

Insomma il 4 Novembre

Il milite ignoto che si onora il 4 Novembre era quasi certamente una brava persona, morta straziata in giovane età, mandata al macello da governanti vili, incapaci e deficienti.

Ma la sua morte non è servita a nulla, ce ne sono voluti altri perché la loro morte sortisse un minimo effetto.
Ma quando lo commemoriamo, con tutto l’amore e la stima possibile, non cadiamo nella retorica della guerra.

Non era un eroe, era una vittima.

E noi non vogliamo più eroi e, soprattutto, non vogliamo più vittime.

Ricordiamo che è morto ucciso dalla brama di gloria e di profitto.
E’ morto per arricchire alcuni porci schifosi.
Quelli dobbiamo esecrare, lui lasciamolo stare in pace, se di stare in pace ne siamo ancora capaci.


M la guerra

M la violenza e M il profitto.

W la pace.

Giancarlo

PS:

M = Abbasso

W= Viva

Scritti contro la Guerra, contro la guerra scritti.

Scritti contro la Guerra

Scritti contro la Guerra dal profilo FB di Santino Gallorini, copio un suo post, dove spiega:

“Pubblico un altro drammatico racconto di Romano Salvi, che da bambino fu testimone dei ‘GIORNI DELLA CHIASSA’ e di altre tragiche storie.
GRAZIE Romano, per la condivisione. (Pubblicali questi tuoi ricordi!)”

.LE SCARPE DI CAMOSCIO…………..
….Sullo stradone che scorre in fondo alla collina del casolare, passano sempre più spesso motociclette a tre ruote con a bordo due tedeschi. Uno è alla guida, un altro è seduto su una carrozzina. In testa hanno un elmetto e a tracolla un grosso fucile. Un giorno una di quelle moto a tre ruote si ferma. I tedeschi scendono e sparano. Dalla finestra del casolare si sentono gli spari. Si vedono solo i tedeschi che ripartono con la motocicletta.

Bruno si riaffaccia alla finestra e vede il babbo e gli zii che scendono verso lo stradone.

Laggiù, proprio dove si erano fermati i tedeschi, c’è tanta gente. Anche Bruno segue, senza raggiungerli, il babbo e gli zii. Arriva fino alla strada e s’infila in mezzo a un gruppo di persone in silenzio. Davanti al fossetto che delimita la strada c’è un mucchio di ghiaia. Uno dei tanti disseminati lungo la strada, che gli stradini spargono ad ogni stagione sul tracciato per tenerlo ben livellato.

Bruno si fa largo.

Nessuno lo ferma, neppure il babbo e gli zii, tutti in silenzio. Si affaccia sul fossetto e ci vede disteso un uomo, molto giovane e ben vestito. Ha le scarpe di camoscio, sembra che dorma. Ma le formiche gli scorrono sul viso e sugli occhi aperti. Lui non si muove. Sulla fronte ha un rivolo di sangue secco che parte da due piccoli fori. È a lui che i tedeschi hanno sparato dopo averlo messo in piedi sopra il mucchio di ghiaia.

Lo capisce anche Bruno. Anche se non sa che il ragazzo è un partigiano sceso dalla montagna. Le Ss lo sapevano. L’hanno catturato e ucciso sul posto. Anche se era disarmato e ben vestito per non essere riconosciuto. Dal paese dove Bruno la domenica va a messa con la mamma. Arriva un uomo che spinge un carretto. Altri uomini sollevano il ragazzo e lo adagiano sul carro. Lo porteranno al cimitero per seppellirlo.

Al ragazzo con le scarpe di camoscio le Ss hanno almeno risparmiato le torture.

le Ss hanno almeno risparmiato le torture, non il massacro dei suoi cinque compagni. Tutti partigiani non ancora ventenni. Tutti dello stesso paese. Quando Bruno sarà grande leggerà i loro nomi su una lapide che ricorda il massacro. Affissa davanti al cancello di una villa, lungo la salita di una collina, da dove era riuscito a fuggire a piedi. Il ragazzo ucciso sopra il mucchio di ghiaia.

Gli altri cinque erano già stati catturati e trascinati contro il muro della villa, dai tedeschi che stavano saccheggiando le case dei contadini. Non li avevano uccisi fucilandoli, li avevano impiccati al cancello della villa. Uno per volta. Infierendo sul corpo di ogni vittima con colpi di pistola. Ai parenti fu impedita perfino la sepoltura dei corpi, massacrati con ferocia disumana. Forse avevano finito di sfogarla quando hanno ucciso il ragazzo con le scarpe di camoscio. Lasciando, almeno, ai contadini la pietà di seppellirlo.

Scritti contro la Guerra

Scritti contro la Guerra.

Ricordate di non farlo più.

Erano uomini, erano così giovani.
Non attendete un Dio misericordioso.
Siatelo voi.
Siamolo noi.
Viviamo in pace, con noi e con gli altri.
Giancarlo

Ancora Pace.

Ancora  Pace

Ancora pace a Perugia Assisi.

Perugia, sono stati 100mila i partecipanti alla 21esima Marcia della pace e della fraternità, Perugia Assisi.

 

Ancora PaceDi pace abbiamo parlato Qui mentre di guerra molto di più (cerca sul blog).

Ma credo sia meglio parlare di pace.

Mi piace che così tanti partecipino a manifestazioni che chiedono pace, chiedono di mantenerla. Perché noi l’abbiamo ma non è automatica, non viene per dono Divino ne intercessione di Santi. Viene se noi lo vogliamo, se ripudiamo e aborriamo la guerra.

Per definizione la pace è mancanza di conflitto, intermezzo di guerra. Vorremmo che fosse al contrario la guerra definita come mancanza di pace.

Grazie, a tutti partecipanti l’Italia ha bisogno di voi.

Giancarlo

Fonte: Il Fatto Quotidiano

G U E R R A, chi vuole che ci sentiamo in guerra?

G U E R R A

Parigi dice siamo in g u e r r a, forse non si ricorda di averla fatta prima lui la guerra bombardando Raqqa, prima ancora bombardando Tripoli e ancora avanti con le loro scelte di politica Coloniale e post coloniale.

Ma perché in Europa si sente tanto bisogno di guerra?

Un nemico comune è utile.

g u e r r aMa un nemico in casa è distruttivo.

Dobbiamo isolare i terroristi non coltivargli il consenso. Il terrorismo va sradicato non innaffiato.

Smettetela, smettiamola con la cultura del pregiudizio e della diffidenza.

Domandiamoci perché ci sono terroristi Francesi o di altra nazionalità, giovani, islamici, disposti a fare quegli atti che abbiamo visto ed ancora vedremo, se troviamo una risposta, forse, riusciremo a correggere le storture che ne sono la causa e la ragione, ma se non lo facciamo non li capiremo e non potremo neutralizzarli, solo combatterli, ma combattere significa essere in guerra e noi vogliamo vivere in pace, non morire in guerra.

G U E R R A

Questi giovani trovano nutrimento in internet, blocchiamo quei siti che propugnano la Jihad, ma soprattutto creiamo le condizioni per cui non sono nessuno in patria e cerchino la gloria combattendo in casa una guerra di altri per interessi di altri, contro di noi, il nostro stile di vita la nostra cultura, che dovrebbero essere anche loro.

Forse abbiamo sbagliato tutto?!

Non continuiamo così, non prendetevela con il vicino, con il profugo, con il rifugiato, con il pezzente emarginato, prendetevela, prendiamocela con chi li manda, li smista, li trasporta. Con chi pone le condizioni che debbano fuggire.

Ma non prendiamocela neppure con il giovane arabo di seconda o terza generazione, che abbiamo cresciuto senza valori nel mito di glorie passate e lontane che qualcuno non smette di evocare.

G U E R R AColpiamo chi le evoca, chi s’ingrassa coi vermi dell’odio.

Togliamogli il terreno sotto i piedi.

Ceppoduro

Oggi dirò di Pace.

Oggi dirò di

Pace, cosa è?

Wikipedia la definisce come “una condizione personale (intraindividuale), sociale, relazionale, politica o legata ad altri contesti caratterizzata da condivisa armonia ed assenza di tensioni e conflitti”.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:PACE-flag.svg

Quindi già dalla sua definizione qualcosa non va, quando non ci si combatte siamo in pace, io avrei detto c’è guerra quando non vi è più pace, quest’ultima dovrebbe essere lo standard e non viceversa. Questa è sicuramente la condizione necessaria per costruire, case, ponti, relazioni…

Pace è vita.

Però sembra che noi non l’apprezziamo, a parte dichiarazioni generiche, non si vede interesse reale per essa, per mantenerla, per difenderla ed esportarla.

Sorge il dubbio che la pace non sia portatrice di interessi, soldi e ricchezza.

In realtà di ricchezza ne porta, ma troppo diffusa, molta gente preferisce quella personale e si accanisce contro quella degli altri. Come con la felicità: sembra che la felicità di molti sia malvista, odiata, invidiata, combattuta.

Insomma l’uomo, non la nomino ma non escluderei a priori neppure la donna, è una merda che si diverte e far soffrire gli altri. Non gli piace donare ne condividere, preferisce prendere, prendere per se, tutto. Anche se poi non si capisce bene che se ne faccia di tutto il malloppo che prende, se è vero, com’è vero, che prima o poi tocca a tutti… E un metro quadro di terra è più che sufficiente.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Peace-symbol.png

Però ci sono delle persone che non si comportano così. Amano fare, costruire, conoscere. Amano allo stesso tempo condividere ciò che hanno, ciò che sanno, ciò che fanno. Ce ne sono molte, ed è una bella cosa! Saranno discendenti di neanderthaliani? Saranno alieni? O saranno pazzi?

Sono pazzi.

Ma se non ci fossero questi pazzi il mondo non avrebbe speranze.

Allora, comportiamoci anche noi come pazzi,

agiamo per la pace, rimaniamo in pace, con noi e con gli altri, diffondiamola nel mondo.

Saluti

Giancarlo