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Il TAV

Il TAV si farà, Mah!

Il TAV, un’opera meravigliosa, capace di far cambiare idea a tutti, o quasi.
Il M5S non ha cambiato idea, considera l’opera inutile e anacronistica ed è rimasto contrario.

Lega e PD erano contrari ed hanno cambiato idea.

Certo è comprensibile in un opera che gestisce tanti miliardi di Euro generi degli appetiti, e gli appetiti possono essere saziati in tanti modi.

Peccato che ci siano appetiti, peccato che si sia visto chi ce li ha, peccato che è troppo presto, ma quanti cadranno sotto la falce della magistratura per questi appetiti?
Scommettiamo su quali partiti saranno coinvolti?

Scommettiamo su quale sarà il rincaro dei costi?

Potremmo anche scommettere sul se e come entrerà in funzione l’opera, ma forse non sarò più qui a godermi il risultato della mia puntata.

Possiamo dire che il TAV è inutile?

Certo che possiamo dirlo, con certezza e senza tema di essere smentiti.

Il TAV è inutile, un inutile spreco di denaro.

A nessuno, se non ai costruttori, ai loro amici e sodali, interessa l’opera. Ai costruttori interessano i finanziamenti, ai sodali le mazzette. Mazzette che ci saranno, non so da chi a chi, ma ci saranno, hanno smesso di vergognarsi, forse ci diranno tutto, andando in prigione, senza nemmeno passare dal via.

Certo avere un treno merci veloce sarà importante, certo avere un collegamento diretto con Digione sarà ganzo, certo, certo.

Non vedo l’ora di poter inviare tonnellate di arance in Francia, non vedo l’ora di poter ricevere tonnellate di olio Spagnolo, non vedo l’ora.

Ah, dimenticavo, non vedo l’ora di inviare le mie pizze a Kiev, che ora si raffreddano troppo nel viaggio, ma per quelle il TAV non serve.

Sì con i miliardi di costi TAV si poteva finire il collegamento della due mari, magari collegandola alla E45, magari riparando il viadotto del PULETO rovinato, e gli altri in via di disfacimento, magari….

Certo con i miliardi del TAV si potevano recuperare i centri storici di Nocera Umbra,dell’Aquila e, chissà avanzare qualcosa per il terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908 o almeno del Belice del 1968, ma è semplicemente questione di priorità, non si può fare tutto e subito.

Facciamo il Tav.

Sì facciamolo, dai.

Ceppoduro

Immagine di copertina:

Description English: CRH3 in Changsha South Railway Station
Date10 March 2010
SourceOwn work
AuthorBrücke-Osteuropa

Interessante

Interessante

Il dizionario ci dice che è un aggettivo che può essere riferito a cose o persone:

Capace di destare interesse o curiosità, di suscitare attenzione o partecipazione, di suggerire o di imporre motivi singolarmente nuovi o stimolanti; coinvolgente, appassionante:

un argomento i.; una storia i.; un film i.;

in funzione predicativa con valore neutro.

“sarebbe i. conoscerlo di persona”

Che alletta, specialmente dal punto di vista economico; vantaggioso.

“un prezzo i.”

Di persona capace di attrarre per vari pregi, anche dello spirito o dell’intelligenza; affascinante, attraente:

una donna non bella, ma i.; cerca in tutti i modi di rendersi i., di attrarre l’attenzione.

Allora come possiamo renderci (più) interessanti?

Migliorandoci, facendo in modo che gli altri capiscano ed apprezzino il nostro miglioramento e ne traggano interesse, verso di noi o verso le cose che facciamo.

Io dipingo

Io non dipingo bene, ma vorrei farlo in maniera interessante.

Se qualcuno mostra interesse per quello che ho fatto ed ascolta come e perché l’ho fatto ho raggiunto lo scopo.

Io mostro interesse per quanto fatto da altri, un po’ per dargli soddisfazione, un po’ perché per me è interessante sapere come o perché è stato realizzato un quadro. Non voglio fare lo stesso, nello stesso modo, ma sapere è sempre utile e costruttivo.

Conosco una pittrice di Firenze che lavora in rilievo, creando i rilievi con la carta o la stoffa attaccata con gesso e/o colla vinilica sulla superficie di supporti rigidi: pannelli di compensato o lastre di plastiche varie. Quando ha finito dipinge il tutto. Mi ha spiegato come fa, è stato molto interessante.

Ad un’altra pittrice che conosco ho chiesto come avesse realizzato un quadro esposto ad una mostra. Molto eccitata mi ha detto che ha seguito una tecnica artistica antica che permette, con colla vinilica, di riportare una stampa laser fotoshoppata sulla tela.

Interessante!

Giancarlo

Volevo dirvi

Volevo dirvi

Volevo dirvi che non dovete farvi fregare. Vi volevo spiegare una cosa che non dicono. Per farvi schierare, schierare contro.

Ecco, si può far politica per tanti motivi, ma si dovrebbe farla solo per servizio, servizio ai cittadini, alla comunità.

Come il servizio militare serviva a garantire sicurezza e difesa dei confini patrii, la politica dovrebbe essere un servizio a difesa della democrazia, un servizio per gestire i beni pubblici e redistribuirli equamente.

Molti vedono la carriera politica come un successo, un innalzamento economico e sociale personale. A questo servono le professioni e la politica non dovrebbe essere o diventare mai professione. Deve restare un servizio, prestato per poco. Ed un servizio non dovrebbe essere retribuito, dovrebbero essere rimborsate solo le spese.

Volevo dirvi

Che alle lezioni non si partecipa per vincere, si partecipa per illustrare il servizio che si vuole offrire alla nazione o all’Europa, da quando votiamo anche per quel parlamento.

Il cittadino, informato, sceglie quale proposta, programma, idea promuovere. E da mandato ai proponenti di realizzarlo in cinque anni di lavoro, duro e malpagato.

Le elezioni non si perdono, quindi, le elezioni si possono solo vincere ricevendo il consenso di chi lo esprime partecipandovi.

Volevo dirvi dei partiti

La Lega, che ha raccolto i maggiori consensi alle elezioni europee, deve impegnarsi a far rispettare in Europa le idee che ha espresso durante la campagna elettorale per le Europee. La Lega deve lavorare sodo in Europa, per cambiare il parlamento Europeo e la politica continentale. Come ha detto di voler fare.

I Cinque Stelle hanno vinto le elezioni politiche Italiane, e non potendo governare da soli e si sono accordati con la Lega. Entrambi devono impegnarsi nella politica Italiana. Secondo quanto presentato nei loro programmi elettorali per le politiche e quanto concordato nel patto di governo.

Non gettino soldi in opere inutili, non li regalino a chi non ne ha diritto, non usino le loro poltrone per aumentare il loro potere od il loro patrimonio personale o di gruppo.

Quando torneranno al loro mestiere non devono essere più ricchi di prima, semmai più poveri, se prima erano già abbastanza benestanti.

Non abbiamo bisogno

Di esperti della politica, abbiamo bisogno di gente onesta e competente nei settori da dove provengono. Certo per effettuare al meglio il loro mandato devono impegnarsi al massimo, chiedere, ascoltare e studiare.

Dopo aver servito l’Italia saranno anche migliori, avranno imparato qualcosa.

Italiani.

Non prendetevela con loro perché vi dicono che non sanno governare, o che non stanno facendo nulla o, peggio, che stanno facendo solo disastri.

I disastri sono stati fatti prima, ora cercano di rimediare, lo si può capire anche senza essere esperti.

L’economia non va? Non possiamo farci niente. Finché saremo globalizzati saremo soggetti a cicli economici su cui siamo ininfluenti.

volevo dirvi
Di Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1863286

Se non vi importa del, o non vi spetta il, reddito di cittadinanza, non bestemmiate a coloro cui spetta ridarà fiducia e dignità.

Se vi sembra che le tasse siano esose, ben venga una riduzione delle aliquote, ma in compenso arrestiamo chi le evade ed arrestare significa tradurre in carcere.

Disprezziamo chi non vuole contribuire al benessere di tutti.

Contribuiamo e controlliamo che quei soldi non vengano intascati fraudolentemente o gettati al vento, come fatto fin’ora.

Chi ruba deve ricominciare a vergognarsi

Facciamoli di nuovo vergognare.

Rendiamoli migliori.

Rendiamoci migliori.

Avanti.

Ceppoduro

Cucinelli

Cucinelli Brunello

Che dire di quest’uomo, che non abbia già detto?
Brunello è un ganzo. Un uomo che onora il genere umano. “Ha fatto i soldi” ma non si è montato la testa. Non ne da il merito a sue presunte capacità superiori, a vicinanze divine o altri pensieri strani. Gli è andata bene e vuole lasciare dietro di se qualcosa per gli altri, per tutti. Per quelli che verranno e che potranno godere dei “soldi” che lui ha investito nell’arte, nell’architettura, nel bello, in qualcosa che resterà.

Cosa resterà di noi?

Forse nulla, ma di lui si, resterà qualcosa che i posteri, i mitici posteri, ammireranno. Non tutti lo so, ma quelli che potranno, vorranno, vedranno, e apprezzeranno lo avranno ripagato di quello che si è privato.

Beh, pensandoci non si è privato di nulla, ha solo dato, nemmeno ha privato di qualcosa noi, ci ha solo dato.

Ci sono industriali che ci tolgono tante cose. Il lavoro, che ci avevano dato prima. La dignità, retribuendoci meno. La salute, facendoci ammalare o morire sul lavoro

Cucinelli no

Cucinelli

Brunello, offre un lavoro dignitoso ai suoi dipendenti, che lo ripagano lavorando bene e facendolo guadagnare altrettanto bene. E lui questi soldi non se li sputtana come un industrialotto qualunque. Lui li mette in un paese, Solomeo, creando qualcosa di duraturo, che lui non userà, nemmeno i suoi discendenti lo faranno. Quello che lui crea lo useranno tutti. Italiani o stranieri, belli o brutti. Poveri o ricchi.

Il bello resterà in uso gratuito a tutti.

Come quello creato dagli antichi Romani: gli anfiteatri, le strade, i ponti.

Dovremmo averne altri di Cucinelli. che facciano qualcosa per gli altri, invece di sfruttare, disseccare, desertificare o inquinare intorno a loro, intorno a noi.

Bravo Cucinelli.

Continua così, sei veramente un grande, un grande uomo, un signore.

Se avessi bisogno di me, chiedi pure, farò il possibile per aiutarti.

Giancarlo

Quante volte

Cani sciolti

Quante volte ne ho visti in giro. Cani sciolti, cani liberi. Senza guinzaglio, senza padrone. Cani maschi e cani femmine. Le femmine le preferivo, non venivano alla ruota della Vespa per pisciarci su.

Che rabbia quando lo facevano, mi sembrava un onta insanabile.

Tutti i cani erano liberi oppure legati alla catena, perché facessero la  guardia. La catena poteva scorrere tra due pali lungo un filo di ferro. Certo quelli alla catena stavano proprio male, sempre incazzati e con la bava alla bocca. Meglio non avvicinarli. Gli altri, quelli liberi, no, potevi prenderli anche  a calci, se volevi, non ti avrebbero mai morso. Al massimo ti pisciavano nei pantaloni.

quante volteOra non se ne vedono più

Non ci sono più cani sciolti, se ne vediamo uno, subito chiamiamo i vigili o la protezione animali. Certo ci sono molte macchine in giro e i cani liberi sono pericolosi. Certo non abbiamo più tempo di rallentare, farli allontanare e riprendere il nostro percorso.

Ma siamo diventati più civili, sappiamo chi sono, sappiamo di chi sono.

Basta leggergli il chip, il microchip che gli hanno impiantato sottopelle: c’è scritto il nome del cane, quello del padrone ed il suo numero di telefono, per contattarlo, per richiamarlo all’ordine.

Quante volte

ho pensato che questo sia giusto? Tante volte, ma non sono più di questo avviso.

Abbiamo fatto ai cani quello che vorremmo fare a noi, controllare ogni cosa, sapere come, dove  e quando.
Insomma vorremmo privarci della libertà

Niente più cani sciolti, ma tutti inquadrati e consapevoli dell’inquadramento.

Ognuno con la sua posizione, ognuno nella sua casta, ognuno con il suo scopo.

Non avremo più nessun cane libero, pericoloso per se e per gli altri.

E non avremo più nessun uomo libero, che eserciti quel libero arbitrio che abbiamo conquistato ma che sostanzialmente non piace a nessuno.

Cominciamo dai cani.

Sleghiamoci.

Ceppoduro

Disinformazione

Parliamo di informazione

No, no! Non ne possiamo parlare. Possiamo solo parlare di disinformazione.

Non si era mai vista una radio televisione pubblica non filo governativa, e preferiremmo non vederla più. Però questa, invece di informare correttamente, tenta in tutti i modi di disinformare. Di raccontare in altro modo la realtà. Di mettere in ridicolo il governo. O di pomparne una parte per svilirne l’altra no, non s’era mai visto.

Disinfrmazione
Di Laky 1970 – Laky 1970, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=70206238

La radiotelevisione pubblica è nostra, pretendiamo che ci informi, non che ci disinformi.
Finché lo fa qualche signora gonfiata e siliconata delle altre reti, può dire quel che vuole, anche falsità evidenti. Ma i dipendenti del servizio pubblico che pago con la mia bolletta della luce no. Pretendo trasparenza, non posso sentirmi coglionato ad ogni annuncio, ad ogni notizia.

Basta. Licenziamoli tutti.

Governo, non avete attuato lo spoiling system? Bravi, ma è ora di farlo. Fatelo e rinnovate quel parco buoi così malato che rischia di infettare tutto. Ed anche quando il nostro sistema immunitario, i nostri anticorpi, fossero sufficientemente forti da resistere all’attacco, il nostro cuore, la nostra intelligenza non ne possono più.

Non vogliamo più finanziare questa disinformazione

Anche la carta stampata, che benché privata si permette di attingere da contributi pubblici all’editoria deve essere messa  in condizione di finanziarsi da sola.

Basta soldi, basta sgravi, si facciano pagare dai lettori.

I giornali devono essere mantenuti da chi li legge. Già chi li legge? Chi rappresentano? Chi disinformano?

Non è libertà questa, non la nostra, che vorremmo sapere la verità sul quanto succede, in Italia e nel Mondo. Su quanto faccia o non faccia il governo.

Governo che non può farle tutte male.

Basta, mandiamoli a casa, diamogli a tutti il reddito di cittadinanza ed insegniamogli un lavoro, ma un altro che, onestamente, questo  non gli riesce proprio di farlo.

Ceppoduro

Surfando in Autosole

Come divertirsi

Voi come fareste a divertirvi in Autostrada? E’ facile, io mi diverto surfando in Autosole.

L’ Autostrada A1, meglio conosciuta come Autosole è un posto fantastico. Capitano tante storie in Autostrada, alcune brutte altre belle.

Ti fermi all’autogrill, o come si chiama ora, osservi e vedi l’Italia, insomma, gli Italiani.
Lo vedi da come parcheggiano, da come vanno in bagno, prendono il caffè. Li vedi fuori a fumare, sempre di meno ma sempre più incalliti.

A proposito è bello come i fumatori si siano subito adeguati ai divieti nei locali e non fumino altro che fuori, bravi! Se poi smetteste del tutto sareste ancora più bravi.

A proposito, al bar non si lasciano più gli spiccioli di mancia, bene! D’altronde con quanto costano i prodotti la mancia se la sono già caricata e non poco. Ho visto panini costare come una costata.

E ancora a proposito i bagni no, non sono cambiati molto. Sono quasi ovunque dei cessi scassati, anche se i hanno appena rifatti. Sarà colpa dei gestori o sarà degli utilizzatori? Sarà… che su certe cose non cambiamo mai.

Cambiamo discorso

Surfando
Di Blaskino – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4911425

Spostiamoci in corsia, alla guida delle nostre belle macchine fiammanti. Bolidi e carrette, ma le carrette sono diminuite di molto. Anche se chi le guida le considera d’epoca e non intende farle denigrare, anzi ci tiene al loro prestigio e pretende per loro un posto di tutto rispetto. Come i proprietari dei bolidi del resto. Tutti in sorpasso. Tutti perennemente in corsia di sorpasso. D’altronde son tutti convinti che la prima corsia, quella più a destra sia solo per i camion o per i veicoli lenti: che so, tipo le biciclette, i motorini o le Apine cinquanta.

Tutti sicuri che la prima corsia, la più importante, sia a sinistra.

Bella l’Autosole

Surfando
CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=178156

In dei punti, con grandi sforzi ed investimenti faraonici, sono riusciti a fare addirittura quattro corsie. Praticamente dopo Bologna diventa una pista di decollo o di atterraggio. Deve essere così tutti hanno paura che gli si pari davanti un bel 747 coi flap abbassati e tutti stanno da una parte,  sulla sinistra.

E  io scarto a destra, poi a sinistra,al centro e ancora a destra.
Surfando in Autostrada mi trovo delle praterie sulla destra. Tra un camion e l’altro ci sono chilometri di strada liberissima e nessuna macchina. Certo se arrivi dietro al camion davanti, devi scartare, poi c’è il camion in sorpasso e vai in terza, se sei sfortunato ti capita anche l’auto lenta  in terza e via la passi in quarta, non prima di aver fatto sfilare qualche pilota che arriva veloce.

Poi ritorni in prima e fai un virata spettacolare che i surfisti Californiani riescono a fare solo quando arriva l’onda perfetta.

Surfando

E mentre ti rilassi ai 130 in prima ecco che sulla tua destra sfilano auto, camioncini e pulmini in seconda terza e quarta, che vanno più lenti di te e godi.
Certo non puoi passarli a destra ma come fai, ti sposti ti metti dietro e non succede nulla, la loro destra è un deserto dei tartari, ma non fanno nulla, come nel famoso libro omonimo.
Allora sfanali. Macché, niente.

A sinistra c’è il caos, un coacervo di macchine di tutti i colori che si ammassano senza senso, rallentando ed accelerando come in balia di onde tsunamiche.

Allora torni, mestamente sulla destra, in prima corsia e vai, vai fino al prossimo camion, senza guardare che c’è a sinistra, tanto chi c’è c’è, andrà dritto e non verrà mai sulla destra, stai sicuro.

Giancarlo

Cosa è bene e cosa è male

Cosa è bene e cosa è male

Non ci domandiamo quasi mai cosa è bene e cosa è male. Non lo facciamo perché lo sappiamo già. In anni di vita abbiamo metabolizzato il concetto, lo sappiamo e basta.

Quando qualcuno ci presenta una tesi decidiamo subito se è bene o se è male.

Male. Malissimo. Il più delle volte, senza saperlo, ci facciamo condizionare nel giudizio, che non è più il nostro.

Finisce che giudichiamo come vuole il nostro interlocutore, perché non avrà esposto in modo asettico, ma, specie se è un buon oratore, lo avrà fatto in una certa maniera, tale che saremo portati ad dargli ragione.

Allora possiamo aderire ad una tesi dalla quale, senza il condizionamento oratorio, potremmo divergere. Siamo stati manipolati.

Accade tutti i giorni con la pubblicità di un prodotto che è sempre il migliore, per una serie di ragioni che ci sembrano giuste, anche se raramente lo sono. Accade anche al lavoro, al bar, in famiglia.

cosa è bene

In politica poi.

In politica, poi, questa manipolazione è spinta al massimo. I partiti illustrano le loro idee, i loro programmi come fossero i tuoi, come se solo tu ne fossi avvantaggiato, come se dopo averli attuati il mondo divenisse migliore. Questo anche quando in realtà l’idea è destinata a fallire o lo ha già fallito in precedenza. Rischiamo di aderire ad una tesi che alla fine non migliorerà la nostra vita, anzi la peggiorerà.

Se vi chiedete se e come possiamo giudicare prima, se e come possiamo capire le reali intenzioni dei nostri interlocutori e le conseguenze di quanto prospettato, la risposta è semplice, basta pensare con la nostra testa. Aspettare a giudicare, ponderare il nostro giudizio.

Domandiamoci sempre a chi giovi.

Alla latina: “cui prodest”.

Domandiamoci a chi giova prima di sposare un’idea. Quando capiamo a chi conviene capiamo cosa è male o cosa è bene. E’ bene saperlo, anzi è meglio.

Ceppoduro

Avevo bisogno di aiuto

Avevo bisogno di aiuto.

Non ero più in grado di lavorare ed avevo bisogno di aiuto.

Eh si, ero diventato vecchio. Devo dire che non me ne ero accorto, non mi sembra di esserlo nemmeno adesso. Ma il padrone mi disse che non poteva più farmi lavorare, in vigna ero lento e non muovevo le cose pesanti. Ma su questo poteva anche sorvolare, il problema era che avrei dovuto fare un corso di aggiornamento sulla sicurezza, così non era in regola ed il corso era caro.

Erano più di trent’anni che lavoravo per lui e non mi ero mai fatto niente…

Niente… c’erano squadre di giovani Rumeni che venivano, potavano la vigna, zappavano o vendemmiavano, il padrone li pagava (poco) e sparivano. Erano comodi, veloci ed in regola con tutte le normative Italiane ed Europee.

Come poteva tenermi? Fin quando a potuto mi ha fatto sempre lavorare, è stato un buon padrone.

Da disoccupato guardavo la TV

In TV ascoltai un filosofo criticare il Dottor Buonafede, allora ministro della giustizia, perché non voleva più fare arrivare le navi delle ONG con i disperati raccolti in mare.

A quei tempi ne erano arrivati molti, qualcuno diceva troppi, ma un filosofo, evidentemente esperto di lavoro, diceva che gli immigrati, gli extracomunitari, gli stranieri più in generale erano indispensabili all’Italia. Il nostro paese, un grande paese industriale, aveva bisogno di braccia forti.

Avevobisogno di aiuto
By Roberto Vicario – Roberto Vicario, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18335750

Non come le sua, lui che non aveva mai lavorato. O le mia. Ma le mia le sentivo ancora buone, anche se il padrone ne ha trovate di meglio, io avrei lavorato volentieri, almeno fino a sessant’anni.

Pensare che c’era gente di oltre sessantanni che nessuno voleva pensionare. Non capivo, non lavoravo e avevo bisogno di aiuto, ma il ministro non voleva farlo arrivare?

Alla fine qualcuno doveva pur mandare avanti il paese, non potevano lavorare solo i vecchi, anche più vecchi di me.

Però io non mi sentivo vecchio

Però io non mi sentivo vecchio e, in realtà, non credo che avessi veramente bisogno di aiuto, almeno nel mio lavoro. Lo sapevo fare bene, più che bene, avrei potuto farlo ancora, almeno fino a sessant’anni, ma non ero veloce, ma dovevo formarmi, per sicurezza, e costava caro.

Avevo bisogno d’aiuto.

Per l’azienda non potevo più lavorare, avevo cinquant’anni, e gli Africani costavano meno.

Non capivo perché il ministro li volesse fermare, neppure il filosofo lo capiva.

Ceppoduro

Bombe e Bomber

All’Arabia saudita non far mancare nulla.

All’Arabia saudita non abbiamo mai fatto mancare nulla, gli abbiamo dato Bombe e Bomber.
Qualcosa da usare in casa qualcosa da buttare sullo Yemen.

A Gedda si è appena disputata la finale della supercoppa Italia.

I bomber del Milan e quelli della Juve sono sbarcati ed hanno giocato al “King Abdullah Stadium“.

Chissà se nelle stive c’erano anche bombe, quelle italiane che da quelle parti su usano contro gli Yemeniti?

Chissà se in cambio dello spettacolo le autorità Saudite faranno luce sui mandanti dell’omicidio Khashoggi?

Mhm, chissà.

bombe e bomber
DCIM100GOPRO

Italia nel mondo

Beh, comunque dato che abbiamo esportato l’Italia anche nel mondo Arabo. La meglio Italia, quella delle Bombe e dei Bomber. Gli insegneremo presto, anche a far funzionare i processi: Quanti ne abbiamo fatti per delitti di stato, tutti dai mandanti sconosciuti ed impuniti.

A Riad possono stare tranquilli, gli insegneremo anche quello.

Chissà cosa ne pensa Amnesty International o cosa ne dice il suo portavoce Riccardo Noury. Amnesty Internationa pensa che sia stato dato un calcio ai diritti umani. La RAI protesta davanti all’ambasciata a Roma, ma non evita di trasmettere la la radiocronaca della partita. Magari avrebbe dovuto pagare penali elevate, ma poteva trasmettere con meno enfasi la telecronaca? Forse no i telecronisti mettono enfasi in tutto ciò che fanno. Poi, altrimenti, i tifosi si annoiano e cambiano canale. Meno male che Mangiafuoco, una interessante trasmissione radio su radio uno RAI, ha parlato oggi del caso Khashoggi, cercando di ristabilire un po di par condicio.

Certo che ventuno milioni di Euro possono ripulire molte coscienze. In Lega Calcio non se la sono sentita di rinunciarvi per il rispetto dei diritti umani, come l’Italia non rinuncia, per un motivo simile, al commercio delle bombe.

Bombe e Bomber

Le bombe riusciamo ad esportarle, i Bomber no, li importiamo quasi tutti.

leggete le formazioni (in nero gli Italiani):

Juventus (4-3-3): Szczesny; Cancelo, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Bentancur (86′ Bernardeschi), Pjanic (64′ Emre Can), Matuidi; Douglas Costa (89′ Khedira), Dybala, Ronaldo.

Allenatore Allegri

Milan (4-3-3): Donnarumma; Calabria, Zapata, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Bakayoko, Paquetá (70′ Borini); Castillejo (70′ Higuain), Cutrone (79′ Conti), Calhanoglu.

Allenatore Gattuso

Ammoniti: Calhanoglu (M), Alex Sandro (J), Pjanic (J), Castillejo (M), Calabria (M), Rodriguez (M), Dybala (J)

Espulsi: Kessié al 74′

Bene, alla fine ha vinto la Juve: uno a zero.

Ceppoduro