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Interessante

Interessante

Il dizionario ci dice che è un aggettivo che può essere riferito a cose o persone:

Capace di destare interesse o curiosità, di suscitare attenzione o partecipazione, di suggerire o di imporre motivi singolarmente nuovi o stimolanti; coinvolgente, appassionante:

un argomento i.; una storia i.; un film i.;

in funzione predicativa con valore neutro.

“sarebbe i. conoscerlo di persona”

Che alletta, specialmente dal punto di vista economico; vantaggioso.

“un prezzo i.”

Di persona capace di attrarre per vari pregi, anche dello spirito o dell’intelligenza; affascinante, attraente:

una donna non bella, ma i.; cerca in tutti i modi di rendersi i., di attrarre l’attenzione.

Allora come possiamo renderci (più) interessanti?

Migliorandoci, facendo in modo che gli altri capiscano ed apprezzino il nostro miglioramento e ne traggano interesse, verso di noi o verso le cose che facciamo.

Io dipingo

Io non dipingo bene, ma vorrei farlo in maniera interessante.

Se qualcuno mostra interesse per quello che ho fatto ed ascolta come e perché l’ho fatto ho raggiunto lo scopo.

Io mostro interesse per quanto fatto da altri, un po’ per dargli soddisfazione, un po’ perché per me è interessante sapere come o perché è stato realizzato un quadro. Non voglio fare lo stesso, nello stesso modo, ma sapere è sempre utile e costruttivo.

Conosco una pittrice di Firenze che lavora in rilievo, creando i rilievi con la carta o la stoffa attaccata con gesso e/o colla vinilica sulla superficie di supporti rigidi: pannelli di compensato o lastre di plastiche varie. Quando ha finito dipinge il tutto. Mi ha spiegato come fa, è stato molto interessante.

Ad un’altra pittrice che conosco ho chiesto come avesse realizzato un quadro esposto ad una mostra. Molto eccitata mi ha detto che ha seguito una tecnica artistica antica che permette, con colla vinilica, di riportare una stampa laser fotoshoppata sulla tela.

Interessante!

Giancarlo

Volevo dirvi

Volevo dirvi

Volevo dirvi che non dovete farvi fregare. Vi volevo spiegare una cosa che non dicono. Per farvi schierare, schierare contro.

Ecco, si può far politica per tanti motivi, ma si dovrebbe farla solo per servizio, servizio ai cittadini, alla comunità.

Come il servizio militare serviva a garantire sicurezza e difesa dei confini patrii, la politica dovrebbe essere un servizio a difesa della democrazia, un servizio per gestire i beni pubblici e redistribuirli equamente.

Molti vedono la carriera politica come un successo, un innalzamento economico e sociale personale. A questo servono le professioni e la politica non dovrebbe essere o diventare mai professione. Deve restare un servizio, prestato per poco. Ed un servizio non dovrebbe essere retribuito, dovrebbero essere rimborsate solo le spese.

Volevo dirvi

Che alle lezioni non si partecipa per vincere, si partecipa per illustrare il servizio che si vuole offrire alla nazione o all’Europa, da quando votiamo anche per quel parlamento.

Il cittadino, informato, sceglie quale proposta, programma, idea promuovere. E da mandato ai proponenti di realizzarlo in cinque anni di lavoro, duro e malpagato.

Le elezioni non si perdono, quindi, le elezioni si possono solo vincere ricevendo il consenso di chi lo esprime partecipandovi.

Volevo dirvi dei partiti

La Lega, che ha raccolto i maggiori consensi alle elezioni europee, deve impegnarsi a far rispettare in Europa le idee che ha espresso durante la campagna elettorale per le Europee. La Lega deve lavorare sodo in Europa, per cambiare il parlamento Europeo e la politica continentale. Come ha detto di voler fare.

I Cinque Stelle hanno vinto le elezioni politiche Italiane, e non potendo governare da soli e si sono accordati con la Lega. Entrambi devono impegnarsi nella politica Italiana. Secondo quanto presentato nei loro programmi elettorali per le politiche e quanto concordato nel patto di governo.

Non gettino soldi in opere inutili, non li regalino a chi non ne ha diritto, non usino le loro poltrone per aumentare il loro potere od il loro patrimonio personale o di gruppo.

Quando torneranno al loro mestiere non devono essere più ricchi di prima, semmai più poveri, se prima erano già abbastanza benestanti.

Non abbiamo bisogno

Di esperti della politica, abbiamo bisogno di gente onesta e competente nei settori da dove provengono. Certo per effettuare al meglio il loro mandato devono impegnarsi al massimo, chiedere, ascoltare e studiare.

Dopo aver servito l’Italia saranno anche migliori, avranno imparato qualcosa.

Italiani.

Non prendetevela con loro perché vi dicono che non sanno governare, o che non stanno facendo nulla o, peggio, che stanno facendo solo disastri.

I disastri sono stati fatti prima, ora cercano di rimediare, lo si può capire anche senza essere esperti.

L’economia non va? Non possiamo farci niente. Finché saremo globalizzati saremo soggetti a cicli economici su cui siamo ininfluenti.

volevo dirvi
Di Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1863286

Se non vi importa del, o non vi spetta il, reddito di cittadinanza, non bestemmiate a coloro cui spetta ridarà fiducia e dignità.

Se vi sembra che le tasse siano esose, ben venga una riduzione delle aliquote, ma in compenso arrestiamo chi le evade ed arrestare significa tradurre in carcere.

Disprezziamo chi non vuole contribuire al benessere di tutti.

Contribuiamo e controlliamo che quei soldi non vengano intascati fraudolentemente o gettati al vento, come fatto fin’ora.

Chi ruba deve ricominciare a vergognarsi

Facciamoli di nuovo vergognare.

Rendiamoli migliori.

Rendiamoci migliori.

Avanti.

Ceppoduro

Diciottenni

Gennaio 2018

Diciottenni, oggi abbiamo diciottenni che andranno a votare a Marzo, invece di andare in guerra come quelli del secolo scorso.

Negli ultimi settanta anni abbiamo avuto il più lungo periodo di pace della storia dell’uomo.

Assieme ad altri diritti i nostri diciottenni potranno esercitare quello del voto.

Diritti non scontati, non regalati, conquistati, dai nostri padri, dai nostri nonni, anche quelli morti in quelle guerre che non abbiamo più fatto.
Diritti che dobbiamo difendere perché, naturalmente, cercano continuamente e cercheranno ancora di toglierci.

Questo ha detto il presidente…

Questo è in parte quanto detto dal capo dello stato nel suo discorso di fine anno. Bravo Dottor Mattarella, sono molto contento di queste sue parole. Tant’è che voglio dire ai diciottenni di oggi di continuare a fare come quelli di ieri, andare a votare chi questi diritti NON glieli ha tolti ne sembra intenzionato a farlo.

Ne abbiamo parlato più volte in questo blog di questi diritti.

Ma come capire chi ci garantirà i diritti e chi vorrà toglierli?

Non crederemo mica a tutte le promesse elettorali? Ne che un politico vorrà dirci la verità sulle sue intenzioni?

E allora?

Quante domande.

Intanto non fidatevi di chi prometterà l’impossibile.

Non potremo continuare così per sempre, dovremo rivedere il nostro stile di vita. Dobbiamo ridurlo, ma non per consumare meno, dovremo solo consumare meglio.

Basta telefonini, basta cibi esotici, basta usare l’auto, basta sprecare, basta accontentarsi di prodotti scadenti alla moda, basta spendere poco.

Oggi potremmo avere tutti tutto di qualità al giusto prezzo.

diciottenniDiciottenni votiamo

Allora votiamo per chi non ha bombardato nessun tiranno, per destabilizzare l’area. Chi non ha attentato alla nostra Costituzione, per trarne facili vantaggi. Allora votiamo per chi non ha destabilizzato il mondo, per chi quella Costituzione l’ha difesa.

Votiamo per chi non regala i nostri soldi a lobby bancarie, industriali o di servizi. Allora votiamo per chi non ci ha tolto neppure un diritto, o un articolo di statuto, anche se continua a ricordarci i nostri doveri. Come quello di pagarle le tasse, in base alle proprie capacità. Quello stesso che però non si mette in tasca quei soldi come fossero suoi o li regala ai suoi amici come non fossero nostri.

Ceppoduro

Come fare

Il problema è

Come fare un’estemporanea diversa: di successo ma etica.

Come fare 

Come fare Come fareCome fare un’estemporanena diversa.

Un’estemporanea etica. Dove non vincano sempre i soliti. Quelli bravissimi. Ma possano vincere (anche) quelli che di solito arrivano esimi a pari merito. Che possano competere, finalmente. Che vinca, anzi, che vincano i migliori, tra i peggiori.

Perché?

Perché i primi, quelli bravi che vincono sempre dipingono senza cuore. Si impegnano, sì. Ma in una tecnica ormai appresa a menadito che non mette in tela nulla di nuovo. Sono delle perfette stampanti laser. Dipingono come se lavorassero. Lavorano come se dipingessero. Molte volte dipingono da una foto, senza guardare la realtà. A volte cambiano la realtà, che non è bella abbastanza per un loro lavoro. I croma sono perfetti. Le luci giuste. Le prospettive raffinate. Tanto da vedere anche quello che c’è oltre il monte, oltre la casa, oltre…

Invece i giovani, gli incerti, i meno capaci, non trovano mai stimoli per andare avanti, per migliorarsi, perché i loro lavori non sono apprezzati, quasi mai.

Come discriminare?

Potremmo fare categorie, i vip da soli, gli altri tutti assieme.

Ma come discriminiamo?

Beh, chi ha vinto almeno una estemporanea va nei VIP di diritto. Ma come possiamo saperlo se ha vinto o meno? Possiamo chiederlo, ma se ci mentono, che facciamo? Lo squalifichiamo? Gli requisiamo il premio se lo scopriamo? Ma se lo scopriamo troppo tardi? Dopo che tutto è finito, ciao!!!

Certo se la categoria vip avrà dei premi allettanti: i vip andranno tuuti li.

Ma qualche vip infiltrato nelle categoria dilettanti, vincerebbe di meno, ma vincerebbe con maggior facilità.

Potremmo mettere solo premi in natura, di poco valore per tutta la manifestazione. Ma nemmeno questo ci salva di sicuro. Se i premi saranno poco allettnti rischiamo che non vengano a dipingere ne gli uni ne gli altri.

Potremmo istituire un albo pubblico dei partecipanti, un professionista non si sputtanerà per competere con dilettanti? Ma vedi che non…

Potremmo invitare i partecipanti. Sei ammesso solo se invitato. Ma se chiami, anche in buonafede un vip? Sai che casino! E se inviti un Vip come fosse uno scarpone, si potrebbe offendere.

Forse la soluzione migliore sembra quella delle liste pubbliche dei vincitori professionisti e semi professionisti, se ti iscrivi nella lista sbagliata ti sputtani con il tuo pubblico, con i tuoi colleghi e con i tuoi compratori. I quali non saranno più disposti a pagarti così tanto i quadri se, da solo, ti squalifichi.

Se, d’alto canto, uno scarso vuole competere con i big è libero di farlo, d’altronde ci si suicida da soli. Altrimenti sarebbe omicidio.

Come realizzare l’estemporanea?

Intanto l’opera deve essere realizzata dal vivo, al freddo, al caldo o sotto la pioggia

Deve essere vissuta e sofferta.

Deve essere a tema. Il tema non deve essere facile, per non trovare immagini in internet, per non preparare prima l’inquadratura. Ma prepararsi prima è male? Si se il dipinto è realizzato prima, poi nascosto alla vista e scoperto solo dopo il timbro della tela. Ancora si se si usano stencil o maschere fatte prima. Si se si tenta di preparare qualcosa prima per fare prima e meglio degli altri.

Magari basta dare il tema al momento dell’iscrizione.

Magari in busta chiusa scegliendo tra due o tre.

Ma poi chi può dire se poi qualcuno se lo scambia?

Potremmo anche dare indicazioni sulla tecnica da utilizzare. Olio su tela, olio su tavola, acrilico. Pennello o spatola.

Ma rischiamo di penalizzare qualcuno.

La manifestazione potrebbe essere estesa tra più paesi vicini in contemporanea e la premiazione unica, ma sarebbe difficile metterci d’accordo dove fare la premiazione.

Altra limitazione per facilitare la gara potrebbe essere quella di accettare un solo formato, le opere più piccole, di solito rendono meno bene di quelle più grandi. Tutti uguali tutti a pari opportunità.

Come fare a giudicare l’opera?

Questo è più difficile, ma si può fare.

Come fare a scegliere la giuria adatta?

Giuria tecnica

Non è la migliore!

Non ci da mai. Sceglie sempre il più famoso, quello con la migliore tecnica. Mai il più bravo o quello che ha centrato meglio il tema.

Giuria popolare

E’ la peggiore!

Di solito vince il più banale o il più ruffiano, il popolo è populista.

Giuria dei pittori

SI e NO!

Potrebbero esserci molti seguaci, allievi o amici, di qualcuno che verrebbe votato più di altri. Però è, in pectore, la più obiettiva.

Autogiuria

NI!

Autovalutazione del proprio lavoro.

Potremmo richiedere ai pittori una descrizione tecnica ed una interpretazione di lettura dell’opera. Ma chi si esprime peggio con le parole sarebbe svantaggiato.

Potremmo chiedere la autovalutazione del quadro. Ma come scoprire e sanzionare chi non è sincero ed obiettivo?

Riffa.

NI!

Alcune opere, selezionate con i metodi precedenti, andrebbero all’asta e vince chi ottiene il miglior risultato di vendita.

Ma come evitare che un prestanome la compri per qualcun altro, che quindi venda per finta, solo per riscuotere il premio. Insomma non spenda niente, e si riporti a casa anche il quadro? Potremmo far lasciare le opere acquistate al comitato organizzatore, quindi spendere veramente dei soldi, ma chi le acquisterebbe per donarle al comitato?

Comunque l’organizzazione potrebbe sempre valutare l’opera. La sua composizione. Le luci e le ombre le linee, le curve, i pieni ed i vuoti. Ma sarà sufficiente?  Sarà giusto?

Messo assieme a tutte le altre però questa soluzione potrebbe dare il miglior risultato possibile.

Come fare, cosa è etico?

Non barare. Si deve evitare che qualcuno della giuria o del comitato organizzatore venda il premio, intascando la vincita e consegnando solo l’ambita vittoria al pittore.

Gratificare. Il pittore che viene in estemporanea deve essere gratificato, a maggior ragione il non professionista, il dilettante. Allora deve esserci pubblico e il pubblico essere partecipe. Deve girare fra i pittori ed ammirarne l’opera, fare domande, dare consigli. Compito degli organizzatori è far si che questo avvenga, che il pubblico sia informato, preparato, capace e lo faccia.

Acquistare. Il pubblico deve essere formato anche di gente disposta a comprare, anche pagando prezzi modesti: Così si può stimolare l’autostima di molti pittori non professionisti. L’acquirente può portarsi a casa un oggetto pregevole per pochi soldi.

Risalto. Se l’estemporanea è in concomitanza con una festa, una sagra eccetera, la manifestazione pittorica deve avere lo stesso risalto delle corse ciclistiche, della banda e dei banchini del mercatino.

Come fare

Come fare la premiazione.

La premiazione deve essere fatta in spazi ampi, con il pubblico presente. Non tra i soli pittori.

Il quadro deve essere in mano all’artista.

L’attestato di partecipazione, ben fatto, per tutti.

La copertura mediatica è più importante dei premi stessi, il risalto sui social, televisioni  eccetera deve avere la massima copertura, almeno nella regione dell’estemporanea.

Il sito della manifestazione deve ospitare monografie di tutti i partecipanti, almeno fino alla edizione successiva.

I premi tanti, direi per tutti, modulati ma significativi.

I primi classificati, specialmente se premiati in denaro, devono lasciare la loro opera per essere esposta in un luogo pubblico, ma devono poter contare sulla massima visibilità della stessa, che faccia da curricula personale. Ad esempio potrebbe trovar posto in mostre itineranti fra gli agriturismi e le altre strutture ricettive locali.

Il primo premio si vince una volta sola.

Giancarlo