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Sui disastri naturali. Continuano sempre?

Sui disastri naturali.

La natura non ci è amica, almeno non sembra, dai disastri che fa. Distrugge sistematicamente quello che noi costruiamo. Ne cancella ogni traccia. Spacca. Spiana. Increspa. Scioglie. Spezzetta. Sbriciola. Fintanto che del manufatto si perde ogni traccia. Un muro, una casa, non sono destinati a rimanere in piedi in eterno, anche se li facciamo resistentissimi, alla fine saranno distrutti.

Il loro degrado non è un problema sul lungo periodo, si possono restaurare, mettere nuovi intonaci, nuovi pavimenti, aggiustare infiltrazioni nel terreno o dal tetto. Altrimenti le case diventano fatiscenti, resteranno disabitate, destinate a crollare se non demolite prima. Se sono disabitate possono anche crollare, poco male. Se crollano con le persone dentro è una tragedia: morti, feriti, feriti poi feriti che muoiono o feriti che poi restano invalidi: e via.

Durante i terremoti è molto facile che le persone siano in casa, almeno nelle case abitate. Me ne ricordo tanti di terremoti, tutti alle 2, alle 3, alle 5 del mattino, insomma nella notte. La gente per bene di notte sta in casa, almeno cosi diceva il mio babbo quando era vivo. Il terremoto uccide solo gente per bene.

Inevitabile

Comunque, ancorché inevitabili, seppure imprevedibili, i terremoti accadono ed accadranno ancora. La terra non è compatta. Sotto, sopra il magma, la crosta è piena di buche. Ma la terra è pesante (bassa e pesante diceva sempre il mio babbo, grand’uomo). Se la terra pesa, tende a compattarsi. E quando si compatta son dolori, se c’è anche una spinta tettonica, in una faglia, son dolori maggiori, son disastri.

L chiesa di San Francesco Accumoli

Ma insomma, se vivessimo ancora in belle capanne di frasche, di vinchi o di canne, con il tetto di segale e le pareti compattate di sterco di Chianina, non correremo alcun rischio durante un sisma. Però abbiamo costruito case, palazzi, grattacieli; dentro cui stiamo meglio. Sono costruzioni comode, più di una capanna di frasche.

Comunque io non sono convinto che starei bene in un grattacielo, non mi sentirei a mio agio. Ma in casa si.  In una casa o in un palazzo non si sta male: c’è caldo, c’è fresco, c’è asciutto. Ma possono crollare. Crollano. Che strazio i morti e i feriti che abbiamo avuto in Italia negli ultimi giorni, sempre uguali a quelli degli ultimi anni, secoli e millenni. Non è cambiato nulla, uccisi all’improvviso dal cedimento di quello che abbiamo costruito. Disastri.

Eppure dicono che già da tempo abbiamo le tecnologie per costruire e per ristrutturare in modo che gli edifici siano o diventino antisismici.

Antisismico

Antisismico significa che non deve crollare, non deve farlo subito, per dare il tempo alla gente di scappare e portarsi fuori, all’aperto.

E’ possibile ma non l’abbiamo fatto, avremmo potuto seguire le orme dei nostri antenati e costruire sulla roccia. Ho visto un insediamento preistorico a Sant’Ambrogio Valpolicella, costruito su uno sperone roccioso della collina e più sopra la chiesa romanica del paese, sempre sullo stesso sperone.

Già millenni fa avevano capito che costruire sulla viva pietra era più sicuro, che era più saggio che costruire sui banchi di sabbia dei fiumi, dove oltre ai terremoti anche le piene o le alluvioni possono radere al suolo una casa.

E invece no, abbiamo costruito nei bacini alluvionali, anche grandi città, abbiamo cementificato i torrenti e costruito fin sopra il torrente, come nell’alluvione di Genova di un paio d’anni fa. Disastri.

Disastri

Costruzioni antisismiche

Potremmo costruire con sistemi antisismici, capaci di resistere a terremoti di magnitudo altissima; 6, 7 ed oltre. Ma nessuno lo fa. Perché non lo facciamo? O perché non lo abbiamo fatto prima? Forse manca una politica adeguata che lo richieda e lo faciliti.

Subito dopo ogni tragedia, invece di organizzare numeri solidali, invece di fare grandi discorsi ai funerali, sarebbe meglio capire cosa bisogna fare per evitare che succeda ancora.

E farlo!

E farlo fare!

Per fare in modo che per il prossimo terremoto sia già stato fatto.

Tradotto significa: La politica e l’amministrazione pubblica deve fare e favorire prevenzione sismica. Questo sarebbe il meglio. Ma forse non vogliamo il meglio, ci accontentiamo del mediocre, di vane promesse. Il mio prossimo voto lo spenderò per chi si impegnerà a facilitare questi adeguamenti, rendendoli possibili a tutti. Per cercare di evitare i disastri.

E quindi non prendiamocela, non possiamo prendercela, con la natura. Se la terra trema deve tremare, se piove deve piovere, se nevica deve nevicare.

Ho appreso che nei luoghi dell’ultimo sisma erano stati programmati interventi antisismici su chiese, scuole ed altri edifici. I soldi trovati e già stanziati. Ma, magie Italiane, invece di spenderli sul campanile (crollato) ci hanno finanziato altri interventi. Quelli previsti per la scuola sono finiti su progetti diversi, più urgenti e necessari. Non fosse che il terremoto ha deciso inavvertitamente di scuotere li, dove c’era la chiesa, dove c’era la scuola e non più in la, rendendoli invece i più urgenti di tutti.

Mostro, che mostro perverso.

999

Lo so che in Italia ci sono mille emergenze, tutte senza fondi. Un pozzo senza fondo.

Oggi, che abbiamo toccato il fondo, rimpiangiamo i fondi non spesi per il terremoto.

Domani quelli per l’alluvione, poi per gli incendi o la lava.

Se i fondi ci sono, poi, spesso, vengono distratti, si siamo proprio distratti, infatti non c’è nessuno che s’incazzi. Forse siamo distratti dal calcio o dalla televisione?

Non c’è scampo. Qualcosa ci mancherà sempre, non avremo l’ombrello e sarà li che pioverà, piove sempre sul bagnato.

“Tremo” al riguardo.

Ceppoduro

Terremoto

Terremoto su Radio-RAI

In RAI ci tengono al terremoto, ci tengono informati. C’è una diretta in corso da ieri dove ci spiegano e ci rispiegano tutto sull’accaduto, sui, terremoti, sui come, sui perché, sui quando, aggiornando continuamente il numero delle vittime.

Forse l’aggiornamento sul numero delle vittime è l’unica utilità della diretta, ma esistono altri mezzi per informare tempestivamente, ad esempio i giornali radio e gli speciali dell’ultima ora, se ci sono novità.

terremotiPer il resto una fiera dell’ovvio, con esperti, ingegneri, geologi, direttori di giornali (???), politici sempre a ripetere la stessa solfa.

Terremoto devastante perché superficiale.

Terremoto devastante per la tipologia delle costruzioni.

Un terremoto devastante perché il sottosuolo è rigido.

Terremoto devastante perché non si possono prevedere i terremoti.

Terremoto devastante perché non si erano prese le misure antisismiche necessarie.

Ma…

Ma che ci vogliano ore ed ore di trasmissione per dire queste ovvietà, non lo capisco, non sembra corretto, etico, logico, intelligente, umano…

Ripetere due volte le stesse cose in radio è necessario, non tutti sono in ascolto allo stesso momento, ovvio, ma ripeterlo per 24, 48 ore ogni dieci minuti?

Schermata del 2016-08-25 14-37-30Il geologo Paolo Monaco racconta il tutto in tre post su Facebook, in cinque minuti si legge quello che c’è da sapere, e soprattutto quello che c’è da dire, su quanto è accaduto.

Ecco i tre post in fila.

1

La terra trema: noi a Perugia bene, ma verso il reatino e a NE e S dei monti Sibillini è uno sfacelo. Mi ero appena alzato e vibrava forte il letto. Ho subito pensato ai Sibillini, cosa che ho risposto a mia moglie che mi chiedeva, perché è zona molto sismica e piena di faglie antiche e recenti.

E purtroppo ci ho beccato da geologo, pensando ad un terremoto superficiale (pochi km di profondità) come è stato, dato il sistema di onde percepite. Temevo prima o poi succedesse, visto il prolungarsi del silenzio per troppo tempo. Ora la situazione è gravissima specie verso l’epicentro e alcuni paesi sono rasi al suolo. Vedremo i danni e la situazione col passare delle ore. Speriamo si possa salvare più gente possibile.

2 

SISMA: qualche notizia per informarvi da geologo. Il problema è antico ed interessa tutta l’Italia. Le mappe sismiche e le nuove ricerche portano ad una microzonazione, nel senso che si deve costruire molto bene in alcune zone e ancora meglio in altre (dipende dal tipo di sottosuolo sotto le case).

Nuovi strumenti stanno uscendo e studiano i microsismi che rappresentano a volte i precursori dell’accumulo di energia in regioni dove negli ipocentri si scatenano forti energie con lo sblocco di faglie che si rompono sotto forma di grandi terremoti.

In Appennino i danni forti agli epicentri indicano terremoti in zone superficiali (qualche km di profondità, generalmente 8-10 km), con sistemi di faglie generalmente in direzione appenninica ((NW-SE) ben conosciuti dai geologi dalla sismica di sottosuolo e di magnitudo attorno a 6.0. Spesso l’energia si trasferisce a Nord o a Sud creando altri terremoti come è successo da Amatrice s sud fino a Norcia a nord.

Occorre costruire e ristrutturare le case per reggere almeno a questo grado di magnitudine (in Giappone sono tutelati fino al grado 7.0) , ma per costi, interessi e ragioni politico-amministrative purtroppo non si fa. Occorre muoversi da subito in tal senso per prevenire ed usare la tecnologia a disposizione, oltre che informare sempre e correttamente la popolazione, anche con prevenzione a scuola.

L'immagine può contenere: sMS

Commenti:

 Per esempio a Norcia si è ricostruito molto bene in modo antisismico >6 dopo due sismi molto forti (1979 e il seguente). Infatti oggi, pur durando la terza scossa assai (oltre 120 secondi) la forte magnitudo (oltre 5) le case hanno avuto pochissimi danni.
Questo vuol dire che attualmente il solo modo di difendere l’Appennino dai terremoti è la ricostruzione delle antiche case in modo antisismico. Per i palazzoni e i condomini la cosa è fattibile anche se più complicata. Ma occorre impegno di tutti, e adeguarsi x legge alla magnitudo 6.0 se vogliamo salvare il nostro patrimonio nelle zone a sismicità (pericolo sismico) elevata.

3

SISMA 2: ancora due parole da geologo. Perché’ gli effetti sui paesi appenninici sono cosi’ distruttivi, e come difendersi? Innanzitutto gli effetti distruttivi sono legati proprio alla struttura del nostro Appennino. Una catena giovane geologicamente attiva, allungata in senso NW-SE e piena di faglie che da superficiali si spingono fino ai 6-8 km e 10 km di profondità’.

E che si intrecciano come una ragnatela (scusatemi l’espressione non proprio corretta). Il fatto che il cosiddetto sciame sia sempre composto da almeno 500 repliche di terremoti vicini tra loro, quasi nella norma allungati nel senso appenninico, ci indica proprio questa ragnatela che si espande e segue tutto l’Appennino.

E’ praticamente impossibile stabilire dove si avrà’ la 501 scossa la 502ma e cosi’ via. Il fatto che tutto lo sciame sia superficiale induce moltissimi danni alle case e ai paesi, in quanto le onde si propagano verso la superficie secondo microzone di flusso concentrato poco difficili da stabilire (ecco perché’ nasce la microzonazione sismica aggiornata ogni anno e sempre in evoluzione).

Ovviamente.

Ovviamente i flussi sono fortemente legati alle strutture geologiche e ai tipi di sedimenti stratificati. Noi geologi lavoriamo da tantissimi anni, senza fondi e solo con la nostra passione, per cercare di capire e approfondire tutto l’insieme, che non e’ per nulla facile.

Molto e’ stato fatto grazie anche all’INGV (vedi foto sotto) ma moltissimo e’ ancora da fare. Come difendersi ? L’unico modo di difendersi e’ costruire e ricostruire con le nuove tecnologie, per resistere a un 6.0 di magnitudo. Il 6.0 basterebbe, visto che il 99% e’ sotto questa soglia.

Il Giappone, come ho detto, lo sa bene, e convive da sempre con sismi >7 a volte fino a 8 di magnitudo, costruendo per tutelarsi da questa entità’ di scosse. Il sistema del Giappone e’ tremendo, in quanto sta vicino ad una subduzione crostale, in condizioni veramente critiche, quindi geologicamente molto peggio di noi.

Cosa ci vorrebbe?

Occorre pero’ che in Italia la politica, la burocrazia, l’ottusità’ degli amministratori e la miopia della gente (interessata molto più’ alla Juventus…), si coordini per fare, per adeguare, per ristrutturare, per normalizzare da subito in tal senso le case, senza aspettare il prossimo devastante terremoto e contare le vittime e fare scorrere lacrime.

Tutti devono fare la propria parte. Noi geologi lo diciamo da anni, ma ci chiamano solo a raccogliere i cocci….informare, fare, agire, non lasciarsi prendere dal panico e amare i nostri paesi vuol dire preservarli giorno per giorno. Buongiorno

Terremoto
Che dite?
Quanto ci vuole a spiegarlo?
Avete capito?
Io si.
Tutto lo sciame sismico radiofonico e mediatico in genere, non serve a nessuno.
Non certo ai terremotati.
Ai parenti dei deceduti vada il nostro più sentito cordoglio.
Giancarlo

La strage di BOLOGNA, trentasei anni inutilmente…

Stazione di Bologna

Ecco son passati 36 anni da quando, a Bologna, scoppiò la bomba.

Son passati inutilmente.

Ancora non sappiamo chi furono i mandanti di quell’atto terroristico così grave, che assieme alla strage della banca dell’agricoltura in piazza Fontana del 1969 ed alla strage dell’Italicus del 74, cambiò l’Italia definitivamente.

Terrorismo? Ma quale? Di matrice Islamica? Ma no, allora non c’era ancora l’ISIS!

Forse Mu’ammar Gheddafi? No, lui sembra fosse invischiato con l’abbattimento del velivolo di ITAVIA sui cieli di Ustica, ma niente coinvolgimento in treni, ne in stazioni.

Saddam Hussein? No! Osama Bin Laden? Neanche! Al-qaeda? No, no! Questi sono icone moderne del terrore ed a quei tempi non si diceva chi terrorizzasse ed ancora oggi non è stato detto.

Chi furono?

Quelli che fecero quegli attentati erano dei nostri. Italiani e cattolici! Si son divertiti tanto a terrorizzarci, ci volevano far paura, e non solo, ci volevano piegare, e forse lo hanno fatto. E non ce ne rendiamo neppure conto. E non sappiamo neppure chi fossero. Non ancora.

Alla stazione di Bologna, quante ragazze son salite su un treno? Quanti ragazzi, studenti, militari di leva? Quanti lavoratori pendolari, insegnanti pendolari, ferrovieri o chissà? 85 di loro sono morti quel 2 Agosto 1980. 200 furono i feriti. E intanto sono passati 36 anni, il sindaco di Bologna Virginio Merola è ottimista: “è stato approvato il reato di depistaggio“, chi, ancora oggi, depista verrà punito.

(depistaggio de·pi·stàg·gio/sostantivo maschile

  1. Sviamento di un’indagine condotta dalla polizia o dal magistrato; estens., manovra o tattica mistificatoria.

E quindi?

E tutti promettono verità.
La verità è l’ottantaseiesima vittima della bomba.
E trentasei anni ne hanno decomposto ancor più il corpo smembrato.
Una lacrima per le vittime e i feriti.
E un ricordo per non dimenticare.
Giancarlo
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Strage di Bologna, 2 agosto 1980. Beppe Briguglio, Patrizia Pulga, Medardo Pedrini, Marco Vaccari – www.stragi.it/ Dettagli dell’autorizzazione Copyleft © È permesso copiare, distribuire e/o modificare questo documento in base ai termini della GNU Free Documentation License, Versione 1.2 o successive pubblicata dalla Free Software Foundation; senza alcuna

 

 

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Una stazione

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Bologna, sempre generosa.
 Fonte

Il fatto quotidiano

Estemporanea Terranuova Bracciolini

Estemporanea Terranuova Bracciolini

Il 10 Luglio 2016 si è svolto a Terranuova Bracciolini il primo Concorso d’Arte Estemporanea Terranuova Bracciolini.

Ecco alcuni partecipanti all’opera

DSC_2539_lzn Estemporanea Terranuova Bracciolini DSC_2538_lzn DSC_2536_lzn DSC_2535_lzn Estemporanea Terranuova Bracciolini DSC_2534_lzn DSC_2533_lzn DSC_2532_lzn Estemporanea Terranuova Bracciolini DSC_2531_lzn DSC_2530_lzn DSC_2528_lzn DSC_2527_lzn DSC_2526_lzn DSC_2525_lzn DSC_2524_lzn Estemporanea Terranuova Bracciolini DSC_2523_lzn DSC_2522_lzn titolo

Le opere realizzate

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Prima della premiazione.

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Premiazione

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DSC_2601_lzn DSC_2602_lzn DSC_2604_lzn DSC_2605_lzn Ecco il terzo classificato

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DSC_2626_lzn DSC_2629_lzn DSC_2630_lzn DSC_2636_lzn DSC_2644_lzn DSC_2645_lzn DSC_2655_lzne non manca neppure il primo:

DSC_2659_lzn DSC_2661_lzn Come in ogni estemporanea la giuria ha fatto un buon lavoro.

I partecipanti ovviamente non sono concordi al cento per cento con le decisioni raggiunte, c’era chi pensava di aver fatto meglio di altri.

Io non mi posso lamentare troppo, se non che:

A tutti i partecipanti era garantito un attestato di partecipazione, distribuito per chiamata individuale dopo l’assegnazione del primo premio.

Quindi i partecipanti meno bravi sono stati chiamati uno ad uno ed insigniti dell’attestato di partecipazione, arrivati al penultimo, che ero io, già l’operatore televisivo aveva smesso di riprenderci, per dedicarsi ad altro.

Quindi se il video della premiazione sarà passato in qualche emittente locale, nessuno saprà che io ho partecipato all’evento, così come il poverello o la poverella dopo di me e forse qualcun altro prima.

Peccato, comunque.

Giancarlo

Scambi…e corre, corre, corre la locomotiva…

Scambi

Scambi …e corre, corre, corre la locomotiva…

Mi viene in mente la canzone di Guccini, il cui testo ricorda ed esalta il potere distruttivo e mortale della macchina a vapore, la locomotiva, con il treno dei vagoni dietro. Tonnellate di acciaio in movimento, un’energia che se liberata è paragonabile ad una bomba. Ma il povero macchinista del cantautore Bolognese viene dirottato in un binario morto e l’impatto che, inevitabile, accade uccide solo lui ed il mezzo a motore. In Puglia no. Si sono scontrati due treni pieni (non letteralmente per fortuna) di gente, impatto che ha raddoppiato l’energia coinvolta e liberata, energia distruttiva ed omicida e infatti in tanti, in troppi, sono rimasti uccisi nell’impatto o subito dopo e i treni ridotti ad una massa di ferraglia accartocciata.

Scambi, rottami Scambi, rottami 2 Scambi, rottami 4

Il treno oggi rappresenta un mezzo di trasporto sicuro, nonostante questa tragedia, rimane indubbiamente sicuro. Chi, domani, non salirà più in treno per paura di quanto è successo? O chi salendo in treno trasalirà pensando che possa succedere ancora?

NESSUNO.

Fortunatamente.

Scambi

Non doveva succedere ma è successo, si dice per un errore umano, per la mancanza di fondi che non ha permesso il raddoppio della linea e la dotazione di dispositivi di sicurezza moderni.

Si, non abbiamo speso per fornire i convogli di quelle sicurezze che pure esportiamo ed installiamo in tutto il mondo, che sono presenti di default nei treni ad alta velocità, che rendono l’errore umano risibile ed irrisorio.

Ma investire in quei trasporti, in Puglia, no, non era conveniente e non lo sarà mai.

Diciassette minuti per diciassette, maledetti chilometri, che diventano più di trenta se si deve aspettare, per dare la precedenza del treno in corsa in direzione contraria, non sono già abbastanza, non è una punizione sufficiente, per chi utilizza quella tratta.

Lasciamogli anche la vegetazione laterale ai binari, lasciamo che si accanisca su di essi limitando la visibilità, non conviene contenerla, tagliarla, disboscarla, può, deve servire, a rallentare la corsa, a limitare la velocità dei treni, poi che i macchinisti non vedano l’altra motrice che all’ultimo momento, non conta.

Scambi, ferrovia3 Scambi, ferrovia

Se poi due treni si scontrano è solo una fatalità, e speriamo vadano piano. Non dovrebbero trovarsi li assieme, come se la fisica permettesse altrimenti, c’è stato sicuramente un errore umano. Nessun errore nei dispositivi automatici di sicurezza, quelli che bloccano il treno se percorre la tratta in senso inverso ad un altro. quelli che guidano le metro senza macchinista, quelli che non erano installati in quei convogli, forse perché troppo costosi per un trasporto pendolare Pugliese, ancorché privato e d’eccellenza, che vorrebbero convincerci sia più ricco e disposto ad investire.

E intanto quasi 30 persone sono morte e quasi il doppio ferite.

Scambi

Ma abbiamo trasporti ferroviari privati (di ogni sicurezza), che restano intrinsecamente sicuri. Sicuri che il traffico a binario unico è ridotto e riduce anche i rischi di errore umano.

Oltre al cordoglio per le vittime voglio esprimere quello verso il capostazione. Che ha sbagliato e pagherà per questo suo imperdonabile, inammissibile, irripetibile, intollerabile errore umano.

Di umano, in questa storia, vorremmo solo che qualcuno avesse almeno il senso del ridicolo e, contemporaneamente all’inviare ispettori, ne traesse le naturali conseguenze.

Ceppoduro

Post scriptum (mini polemica di straforo):

Il ministro dei trasporti e delle infrastrutture Graziano Delrio, con riferimento all’incidente avvenuto oggi nella tratta ferroviaria regionale tra Andria e Corato della linea Bari-Barletta, ha inviato sul luogo dell’incidente due Ispettori del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per le opportune verifiche.

Il Ministro, che si sta recando sul posto insieme al Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, ha già preso contatti con Ferrovie dello Stato Spa. Per garantire il massimo supporto dei tecnici di Rfi Spa alle indagini e alla società Ferrotramviaria Spa, che gestisce la linea.

Ma la protezione civile non potrebbe, qualche volta, arrivare prima dei disastri e prevenirli?

Da cosa ci protegge sennò? Dalle infezioni? Dal freddo? O dal caldo? Facciamola un po di prevenzione civile.

Grazie.

Ceppoduro

 

Fonte:

Repubblica

Repubblica

Ansa

Ministero dei trasporti

 

 

 

 

 

Estemporanea a Giovi, un bel paesino, nascosto tra…

Estemporanea a Giovi

Giovi

è un bel paesino, nascosto tra il torrente Chiassa e il fiume Arno.

Giovi artistico 270° 150 dpi P.catalani - Opera propria
Giovi artistico 270° 150 dpi
P.catalani – Opera propria

La pro loco ha organizzato l’Art’s Day 2016, una bella estemporanea di pittura.

Ecco le opere realizzate durante la Estemporanea a Giovi:

Estemporanea a Giovi DSC_1263A_lzn   DSC_1255A_lzn       DSC_1248A_lzn     DSC_1247A_lzn      Estemporanea a Giovi DSC_1239A_lzn  Estemporanea a Giovi DSC_1233A_lzn

Nel suo piccolo, una bella estemporanea.

Peccato da mezzogiorno abbia cominciato a piovere, e non si sia mai rimesso.

Giancarlo

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Giovi è una frazione del comune di Arezzo, 241 m sul livello del mare, arroccata sulla riva sinistra del fiume Arno sopra lo strapiombo dominante la confluenza del torrente Chiassa.

Al limite della piana di Arezzo, dista 6,16 km in direzione nord dalla città. Allocato nei pressi dell’intersezione fra la S.R. 71 (ex S.S. Umbro Casentinese) e la S.P. della Libbia che, ad est, attraverso i valichi della Scheggia e di Anghiari raggiunge la Valtiberina e, ad ovest innesta, in località Quarata, sulla S.P. Setteponti che dirige verso il Valdarno e Firenze.

Nel 2008 la sua popolazione era di 737 abitanti, e la sua parrocchia, comprendente Borgo a Giovi, Ponte alla Chiassa, Petrognano e frazioni minori, aveva una consistenza di 1750 abitanti residenti.

In passato le origini del nome venivano ricondotte alla posizione geografica del luogo in relazione ai vicini valichi montani, detti “gioghi”. Studi più recenti lo inquadrano, più verosimilmente, ad origini di epoca romana.

È, infatti, certa la presenza di un tempio dedicato a Giove. Cicerone in un noto passo del De Divinatione (I 35) evidenzia come il console Flaminio, accampato con le proprie legioni, probabilmente, sulle rive della Chiassa (dal latino classis: legione, esercito di terra), volendo propiziarsi gli Dei prima di muovere all’inseguimento di Annibale, cascò, inspiegabilmente, da cavallo, proprio davanti alla statua di Giove statore (difensore), evento interpretato come infausto presagio della disastrosa disfatta del Trasimeno, nella quale lo stesso console trovò ingloriosa morte.

Trasporti pubblici. Non volevo pagare una multa.

Trasporti pubblici.

Sono andato alla biglietteria dei trasporti pubblici municipali di Arezzo a pagare una multa.
C’ero già stato la settimana prima ma allora non avevo pagato. Volevo fare ricorso, considerando la multa ingiusta e ingiustificata. Dovete sapere che la multa è stata presa da mio figlio sull’autobus di una compagnia di trasporti che fa servizio in città. Mio figlio utilizza l’autobus in un tratto urbano. Dalla stazione ferroviaria, dove arriva in treno, alla zona dove è situata la scuola. Mio figlio è un pendolare. Tutte le mattine fa lo stesso tragitto. Lo portiamo alla nostra stazione ferroviaria, prende il treno, scende. Prende l’autobus fino davanti o nelle vicinanze della scuola. Il pomeriggio lo stesso percorso ma in senso inverso.

Trasporti pubblici classe
Quanto costa il servizio di trasporti pubblici?

L’abbonamento al treno può essere fatto con l sistema “tariffario Pegaso” della regione Toscana. In cui è compreso il biglietto dell’autobus. Il tutto a 65€ al mese. Naturalmente il biglietto settimanale ha un costo minore. Ma la spesa totale sarebbe maggiore, se fosse utilizzata la tariffa settimanale per tutte le settimane del mese.
Il costo dell’abbonamento settimanale all’autobus, non volendo includerlo nel Pegaso, è di 19€. Il costo di una corsa singola, in città, è di €1,20 fuori città qualcosa in più.
Oggi ci sono i trasporti integrati, es. treno + bus, ma anche i servizi di trasporto consorziati es. azienda di trasporto comunale e altre aziende di trasporto della provincia.

Fanno lo stesso servizio ed usano gli stessi biglietti, che poi si suddividono in base alle obliterazioni (immagino).

L’azienda di trasporti pubblici di cui ha usufruito mio figlio, con un biglietto comprato alla biglietteria centrale, non era la municipale, ma una delle altre.
Ha acquistato un biglietto singolo perché non avrebbe sfruttato ne il mensile ne il settimanale. Sta effettuando gli stage presso aziende private. Ma ha fatto l’abbonamento settimanale al treno, essendo comunque più conveniente dei biglietti a corsa singola necessari.
Aveva il biglietto ma è stato multato da un controllore, perché il biglietto risultava obliterato più volte, almeno è quanto mi ha riferito tornando a casa.
Guardando il biglietto è evidente che era stato obliterato una sola volta, il giorno della multa, andiamo in biglietteria a protestare.

Andiamo a protestare.

Qui scopriamo, ma è chiaramente riportato anche dietro la multa, che non possiamo contestare alcunché perché la biglietteria appartiene alla azienda comunale mentre la multa e della azienda privata. Lì, in biglietteria, possiamo solo pagare.

Trasporti pubblici integrati nelle corse e nei pagamenti, per il resto…
Gli uffici dirigenziali amministrativi sono comunque poco lontano possiamo andare ad informarci, se non ché è sabato e sono chiusi dobbiamo tornare in settimana. C’è tempo, abbiamo due settimane per contestare o pagare, senza problemi.

Torno durante la settimana successiva e scopro che quelli sono gli uffici dell’azienda comunale.

Non hanno voce in capitolo con le multe dell’altra azienda. Ma mi danno informazioni preziose. Mi dicono che posso contestare solo per lettera. Quindi anche agli altri uffici non c’è modo di discutere la multa a voce. Mi sembra strano, perché evitare il contatto diretto? Qualcosa da nascondere? Non reggono il confronto con l’utente arrabbiato? O se ne fregano e basta?

Comunque i miei interlocutori sono molto gentili.

Mi danno indirizzo e numero di telefono dell’altra azienda, che comunque, testone che non sono altro, era già riportato nel retro della multa. Bastava leggere.Nel retro c’è scritto anche che si può contestare solo per iscritto con lettera alla società in questione. Tutto era ben scritto ed evidenziato in grassetto.
Testardo, telefono al numero scritto dietro la multa.Un signore mi conferma che devo fare una lettera, meglio se RR ed aspettare l’esito del reclamo.
Mi riprometto di farlo è una questione di principio, p. Perché pagare una multa ingiusta ed ingiustificata, o almeno perché pagarla senza aver sentito le ragioni della controparte?
Leggo bene il retro della multa, gli uffici sono in un’altra cittadina. E la sede centrale è a Firenze, dove si devono indirizzare i reclami.
Mi rimane sempre qualche giorno dei quindici concessi.

Ma quanto devo pagare?

Leggo che l’importo della multa, ridotto se pagato subito al controllore od entro i quindici giorni, è di € 42,00 composti di 2€ di biglietto e 40€ di multa.
Se non pago viene applicata la multa differita di €82,00, sempre con 2€ del biglietto e 80€ di multa. Cioè la sanzione raddoppia. In altri termini se paghi subito, ti viene applicato uno sconto del 50%.
Poi ti dicono anche che se fai domanda di reclamo, qualora non ti venga accettata, pagherai l’importo massimo, lo sconto svanisce, è perso del tutto.

Ora tutti dovremmo sapere che qualsiasi tipo di multa, da qualsiasi autorità provenga, ti viene sempre comminata con le stesse modalità:

Ci viene concesso un certo tempo per pagare la sanzione comminata.
Paghi in ritardo, sanzione raddoppiata, o peggio.
Reclami la tua non colpevolezza, raddoppia la sanzione, o peggio.
Non viene specificato chi decide in merito al tuo ricorso. Su quali presupposti questi basi il suo giudizio. Le probabilità che la tua multa ti venga confermata, indipendentemente dalle tue ragioni.

Solo una volta.

Solo una volta, mentre protestavo per una multa per sosta oltre il limite consentito dal biglietto orario esposto fattami da un ausiliare del traffico frettoloso, un vigile urbano mi ha consigliato in merito. M ha detto di attendere la notifica della multa l’ingiunzione di pagamento. Portarla ad un giudice di pace e protestare le mie ragioni. Consiglio che non ho mai visto scritto in un retro di una multa.

Beh! Però devo dire che di multe ne ho prese poche. Magari in molte viene riportata anche questa possibilità.

Sono tentato di pagare 42€ contro 82€, forse conviene pagare e festa finita.
Rifletto su questi numeri e penso. Ma forse dovrei far pensare i cavalli, che hanno la testa più grossa. Mi chiedo perché la multa, oltre alla sanzione di 40€, riporti il costo del biglietto di 2€? Quando il costo del biglietto del trasporto urbano, percorso in cui è stato accertata la presunta violazione, è di €1,20?

Informiamoci meglio.

Decido di andare in biglietteria e chiedere ancora.
Non sono sicuro di aver capito bene, però i 2€ dovrebbero essere il prezzo del biglietto extraurbano.
Dovrebbe, ma su quali basi? Il biglietto urbano c’era ed era regolarmente obliterato (anche se non per il controllore). La contravvenzione era stata accertata nel tratto urbano del percorso dell’autobus, anche se non era scritto da nessuna parte della contravvenzione.

Poi perché aumentare il costo del biglietto nella multa e se il problema stava nella doppia obliterazione? Anche in questo caso sempre di €1,20 di biglietto si tratta.

Allora il mio interlocutore mi ha spiegato che in realtà il prezzo per quella tratta urbana, diventa extraurbano, per l’azienda non comunale in assenza di un contestuale abbonamento al treno. L’importo sarebbe quindi di €1,30. Ma mio figlio aveva l’abbonamento al treno. Non avendo anche quello all’autobus ha, penso correttamente, acquistato un biglietto per corsa singola. Biglietto valido per  di 70’, da usare nel circuito cittadino di servizio di trasporti consorziato. Comunque nessuno gli ha chiesto se avesse un abbonamento al treno, forse presumendo che se l’avesse avuto avrebbe avuto anche quello per l’autobus.

E quindi

Anche se l’autobus prosegue oltre la destinazione di mio figlio, come possono imputare a lui il costo del restante tragitto? Per essere al sicuro da multe dobbiamo pagare fino al capolinea?

Poi perché 2€ e non 80c, la differenza tra questo fantomatico biglietto extraurbano ed il biglietto posseduto e regolarmente pagato?
Il servizio, di cui mio figlio ha usufruito è quello di trasporto urbano a €1,20. Altrimenti mettiamo tutto a €1,30 o €2,00. Tanto con 40€ di multa sai quante corse più costose potri permettermi.

Poi ho scoperto, oltre tutto quello già detto, che la motivazione della contravvenzione, riportata nella multa, era diversa di quanto detto al ragazzo. Multa per utilizzo in un percorso improprio del biglietto. Che tradotto significa biglietto a tariffa urbana utilizzato su percorso extraurbano. Senza però riportare nella multa, dove, in che via, località ecc. sia stata rilevata l’infrazione. Quindi con nessuna possibilità verificare la correttezza della contestazione. Tra l’altro mio figlio afferma di salire su bus comunali, i soli che passano dalla sua scuola.

Non resta che pagare, e pagare alla svelta.

Trasporti pubblici VLUU L310 W / Samsung L310 W

Bene finisco di tediarvi con le mie vicissitudini nei trasporti pubblici.

Questo sistema di riscossione delle multe è tipicamente mafioso. Indegno di servizi resi a cittadini liberi.
Se paghi ti proteggo (e ti faccio lo sconto).
Se non paghi ti punisco (e ti faccio sudare sangue per veder riconosciute le tue ragioni).
Questo non dovrebbe accadere in Toscana, oramai da tanto tempo all’avanguardia nel rispetto dei suoi cittadini e dei diritti umani. Non fosse altro che per essere stata la prima al mondo ad abolire la pena di morte.
Ma poi, sotto sotto, certe storture, certe prevaricazioni ritornano. Specialmente nella burocrazia, nelle sue regole, come tanti lacci e laccioli.
Certo, dobbiamo pagare per i servizi che ci vengono offerti, ma non possiamo sottostare a ricatti.
Alle prossime elezioni regionali dovremmo analizzare la posizione dei candidati su questi temi, per orientarci a votare uno piuttosto che l’altro.
Devo farlo, cercherò di ricordarlo.

E infine?

Ah, poi ho pagato i 42€ dovuti per finirla lì.
Anzi no, non è finita lì, perché ho scoperto che le multe non si possono pagare con carta o bancomat (???). Le multe si pagano solo in contanti (ma non si paga così anche la Mafia?). Quindi ho dovuto fare un prelievo al più vicino bancomat che, ovviamente, non era della mia banca. Mi costerà ulteriori 2 o 3€ per il prelievo fuori dal circuito.
Complimenti.

Si fanno multe, casuali.

Si danno motivazioni e se ne scrivono altre.

Poi si multano studenti adolescenti muniti di regolare biglietto.

Comunque si deve pagare subito ed in contanti.

Ci vengono richiesti importi fantasiosi, gonfiati di tasse occulte.

Vergogna, vergogna e ancora vergogna!
Giancarlo

Un radioso futuro

Un radioso futuro

Quando ero piccolo non c’erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Ma tutti si aspettavano un radioso futuro

Praticamente tutti lavoravano a mezzadria. Anche se c’era gente che andava a Firenze a fare il muratore o il carpentiere. O ancora meglio il piastrellista o l’intonachino. Questi lavoravano a cottimo, per guadagnare di più.

Poi, piano, piano, tutti se ne sono andati da far questi ed altri mestieri. C’è stato il boom, poi la crisi adesso la deflazione. Insomma il mondo del lavoro è cambiato. I posti di lavoro sono cambiati. Le donne sono andate a lavorare, un lavoro importante a scapito della cura familiare. A volte no, non della famiglia, ma sempre a scapito di qualcosa. Tanto che se oggi, in famiglia, non lavori almeno in due sei alla, o vicino alla, canna del gas.

Tanti lavori sono spariti. Cambiati o cambiati di mano. Sono passati a quelli venuti dall’est, dal sud da altrove.

Sono stati inventati i computer, con tutto quello che ne segue. Adesso un agricoltore ne ha, minimo, due, di trattori. Con tanti attrezzi al seguito, specializzati in lavori speciali.

E poi le auto, una per uno, qualcuno due o più. E gli spostamenti sempre migliori. Sempre più facili, più caotiche su strada, su nave, per l’aria e per l’etere.

Poi hanno inventato l’Euro. Euro che, in associazione con la concorrenza dei lavoratori stranieri, ha mantenuto i salari a livelli infimi, da fame. Abbiamo anche quella, non dichiarata, ma tanti Italiani patiscono la fame. Vanno alle mense della CARITAS per mangiare.

Comunque siamo ottimisti. Si sta ancora bene. Solo che non si vede.

Si prospetta un radioso futuro

L’educazione si è persa, molti ragazzi, molti adulti, non sanno usare bene la lingua. Che la scuola avesse perso dei pezzi era evidente, sono trent’anni che la stanno smantellando. Con i tagli lineari, con le non ristrutturazioni, con i soffitti che crollano, dopo le ristrutturazioni. Con le aule che non ci sono. Inserite in fatiscenti edifici, che andrebbero ristrutturati completamente per poterli utilizzare per questo scopo. E invece sono rabberciati alla meglio, forse imbiancati, forse, ogni tanto.

Come ogni tanto tagliano l’erba lungo le strade. Ma tardi, a fine Giugno, così non ricresce e non si deve ritagliare una seconda volta.

Geniale.

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Un radioso futuro  SANYO DIGITAL CAMERA

Dimezzata, forse anche tri-mezzata la spesa per tagliare le erbacce.

Intanto fino a Giugno crescono e crescono bene, che piove sempre. Di la dal guard rail, una selva.

Ma ci sono anche erbe eleganti. Come l’avena sativa dal lungo stelo. Da cui si diramano i piccioli, esili e allungati, dei semi, che in coppia ricadono verso il basso. Aprendosi a forbice. Il grappolo che si diparte dallo stelo ha forme lineari, leggermente curve; bellissime.

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Rende bene anche in pittura per dei primi piani, di contorno, sofisticati.

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2014 acrilico su tavola San Leolino di Giancarlo Arrigucci http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_14/2014_0037_San_Leolino.html

Speriamo in un radioso futuro

Forse non tagliamo più l’erba per non vedere emergere i rifiuti. Scaricati dalle macchine in corsa. Ben coperti dall’erba si espongono a noi, in tutta la loro bruttezza, al taglio dei margini delle strade. E nessuno che passi a pulire, nessuno che eviti di sporcare. Meglio non tagliare.

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Ma se non tagli l’erba ai margini, è difficile entrare agli incroci, non si vede chi arriva, se non quando ce l’hai addosso.

Ma non si può, si spende troppo. Il Comune, la Provincia, la Regione o lo Stato non hanno soldi da spendere. Ovvero ne hanno sempre meno. E certamente non da spendere per questo.

E’ strano, il lavoro costa sempre meno. Non ci sono stati aumenti significativi dei salari dell’entrata in vigore dell’Euro. Il potere di acquisto delle persone è, conseguentemente, diminuito.

Le macchine sono diventate molto comuni, non è che costino poco, ma ci sono. Ce ne sono tante e riescono a fare di tutto. Anche tagliare l’erba al margine della strada.

Oggi la Morte dovremmo rappresentarla con il decespugliatore, non con la falce fenaia; che non la ricorda nessuno, che nessun o sa a che serve.

Un radioso futuro Quando ero piccolo non c'erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Praticamente tutti lavoravano li. V0017612 Life and death. Oil painting. Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images images@wellcome.ac.uk http://wellcomeimages.org Life and death. Oil painting. Oil Published: - Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
V0017612 Life and death. Oil painting.
Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images
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Life and death. Oil painting.
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Alla fine del tutto di Giancarlo Arrigucci 1979 http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_03/1979allafinedeltutto0.html

Un radioso futuro

Con i computer si riesce a fare molto più lavoro di un tempo. Il personale contabile è diminuito, enormemente, a causa di questo.

Potendo fare con meno gente, ce ne saranno tanti disponibili per altri lavori? Certo, infatti abbiamo un tasso di disoccupazione elevatissimo. In questo siamo primi, anche noi nei record, finalmente.

Le tasse non sono diminuite. Le entrate fiscali neppure. L’amministrazione è più snella, ma non ci sono soldi per tagliare l’erbaccia.

Come è possibile?

Dovremmo cominciare a fare i conti intasca a questi amministratori. Non sembrano capaci, oppure non sono onesti.

Dovremmo vivere in un mondo felice. La nostra agricoltura potrebbe sfamare il mondo, con prodotti di qualità. Ma non si sfama neppure per se ed ha bisogno di spot per vendere il Chianti, che altrimenti chi lo conosce, chi lo compra.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato o mistificato, è evidente.

Dobbiamo solo imparare a distinguerla e denunciarla.

Qui cerchiamo di farlo, fatelo anche voi.

Che aspettate?

Avete paura?

O ci lucrate pure voi?

 

Non temete, costruitevi, ora, un radioso futuro.

Ceppoduro

Un radioso futuro Quando ero piccolo non c'erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Praticamente tutti lavoravano li. 1979P1200053_lzn
di Giancarlo Arrigucci 1979 http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_03/1979P1200053.html

Alla radio… ho sentito che la situazione è migliorata

Alla radio

Alla radio ho sentito che la situazione è migliorata,

Finalmente ci sono tanti posti di lavoro in più “cinquntunmila” credo di aver sentito. Non ricordo più se mese su mese o anno su anno, magari nel trimestre.

Peccato che nel contempo i disoccupati siano aumentati.

“”Ma è una buona cosa” ha detto il ministro” si è affrettato a dire il giornalista:”quando si creano nuovi posti, anche i disoccupati incalliti cercano nuovamente lavoro, sperando di trovarlo.

Ovvero noi non sappiamo chi lavori o meno, se sei occupato o disoccupato lo dichiari tu, se non ti lamenti vuol dire che va tutto bene. Che sei sazio e felice, senza problemi.

I giovani, poi sono sempre inoccupati quasi uno su due.

Ma sono stati creati posti di lavoro. Quale lavoro non è importante, con quale contratto, nemmeno.

Intanto  lavoratori di un “Call center” sono stati salvati dal licenziamento in tronco, grazie all’intervento del governo, il ministro a garantito qualcosa al datore di lavoro, così non chiude, per ora.

Ma se il “Call center ” era in crisi ed ora non lo è più è stata un scelta giusta aiutarli?

Quali benefici ne trarremo?

E i lavoratori saranno più produttivi? O più flessibili?

Ma forse non capisco nulla di economia.

Nemmeno di politica.

Che non ve ne siano più al mondo intero. Che si disperdano come polvere al vento. Per sempre.

call-centerB alla radio

Tanto quei disgraziati che ci “lavorano” qualcosa di meglio e più utile per tutti lo troveranno di certo da fare.

Voglio gridare, voglio dire a tutti. Viva la costituzione, viva la repubblica democratica fondata sul lavoro. Quello vero.

Ceppoduro

 

 

Il ponte sullo stretto. In genere sono favorevole ai ponti.

Il ponte sullo stretto

In genere sono favorevole ai ponti, i ponti uniscono, permettono il contatto, anche l’ibridazione, se vogliamo, comunque non dividono. Il ponte è uno strumento di amicizia, di collaborazione, di scambio economico e culturale.

Li dipingo anche, perché rappresentarli, replicarli serve a mantenerli, nel senso di manutenzione, a preservarli ad usarli.

il ponte 2015_022_Il_ponte_di_Bucine_l_AmbraIl_Mulino_e_la_Rimessa il ponte 2015_013_B_Ponte_di_Pogi

Ho scritto e riscritto sui ponti,

e ne abbiamo scritto, riscritto, riscritto, riscritto, riscritto e riscritto nel blog.

Ma sono stato felice che il ponte sullo stretto non sia stato fatto, faraonico e inutile, ci sono i traghetti, molto più adatti ed economici a collegare le due sponde, con i soldi del ponte possiamo mettere una flotta doppia, tripla o che so io di traghetti di prima classe, con tutti i comfort, diminuendo anche il prezzo del trasporto, tanti da rendere quasi nulle le attese di imbarco, come un lungo ponte di barche, di traghetti. Insomma a che serve il ponte?

Ecco a questa domanda risponde Renzi, oggi, il ponte serviva, serve, andava fatto, va fatto e lo faremo presto.

Continuo a non essere d’accordo, come non lo ero con Berlusconi, vogliamo veramente buttare a mare un mucchio di soldi? Per fare cosa? Per mettere un ticket esorbitante a chi ci passerà e non far trovare gli altri servizi (traghetti) ormai divenuti non remunerativi, a chi non volesse passarci.

Se esistesse un piano di priorità per le opere pubbliche da realizzare, e se questo non fosse viziato da interessi di lobby o di partito, il ponte non ci sarebbe neppure inserito, neppure all’ultimo posto.

Se fosse un ponte romanico semidistrutto, come quello di Bucine, come il Romito  di Laterina, non ci penserei un attimo a spender dei soldi per riportarli ai vecchi splendori.

Il ponte di bucine il ponte Romito

Però buttare via soldi pubblici per la vanità o l’interessa privato no.

A questo servirebbe il ponte sullo stretto, a sperperare miliardi di Euro per ricordare chi lo costruì.

Vogliamo veramente questo?

Io No.

Giancarlo

 

Fonte:

Il fatto quotidiano