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Sui disastri naturali. Continuano sempre?

Sui disastri naturali.

La natura non ci è amica, almeno non sembra, dai disastri che fa. Distrugge sistematicamente quello che noi costruiamo. Ne cancella ogni traccia. Spacca. Spiana. Increspa. Scioglie. Spezzetta. Sbriciola. Fintanto che del manufatto si perde ogni traccia. Un muro, una casa, non sono destinati a rimanere in piedi in eterno, anche se li facciamo resistentissimi, alla fine saranno distrutti.

Il loro degrado non è un problema sul lungo periodo, si possono restaurare, mettere nuovi intonaci, nuovi pavimenti, aggiustare infiltrazioni nel terreno o dal tetto. Altrimenti le case diventano fatiscenti, resteranno disabitate, destinate a crollare se non demolite prima. Se sono disabitate possono anche crollare, poco male. Se crollano con le persone dentro è una tragedia: morti, feriti, feriti poi feriti che muoiono o feriti che poi restano invalidi: e via.

Durante i terremoti è molto facile che le persone siano in casa, almeno nelle case abitate. Me ne ricordo tanti di terremoti, tutti alle 2, alle 3, alle 5 del mattino, insomma nella notte. La gente per bene di notte sta in casa, almeno cosi diceva il mio babbo quando era vivo. Il terremoto uccide solo gente per bene.

Inevitabile

Comunque, ancorché inevitabili, seppure imprevedibili, i terremoti accadono ed accadranno ancora. La terra non è compatta. Sotto, sopra il magma, la crosta è piena di buche. Ma la terra è pesante (bassa e pesante diceva sempre il mio babbo, grand’uomo). Se la terra pesa, tende a compattarsi. E quando si compatta son dolori, se c’è anche una spinta tettonica, in una faglia, son dolori maggiori, son disastri.

L chiesa di San Francesco Accumoli

Ma insomma, se vivessimo ancora in belle capanne di frasche, di vinchi o di canne, con il tetto di segale e le pareti compattate di sterco di Chianina, non correremo alcun rischio durante un sisma. Però abbiamo costruito case, palazzi, grattacieli; dentro cui stiamo meglio. Sono costruzioni comode, più di una capanna di frasche.

Comunque io non sono convinto che starei bene in un grattacielo, non mi sentirei a mio agio. Ma in casa si.  In una casa o in un palazzo non si sta male: c’è caldo, c’è fresco, c’è asciutto. Ma possono crollare. Crollano. Che strazio i morti e i feriti che abbiamo avuto in Italia negli ultimi giorni, sempre uguali a quelli degli ultimi anni, secoli e millenni. Non è cambiato nulla, uccisi all’improvviso dal cedimento di quello che abbiamo costruito. Disastri.

Eppure dicono che già da tempo abbiamo le tecnologie per costruire e per ristrutturare in modo che gli edifici siano o diventino antisismici.

Antisismico

Antisismico significa che non deve crollare, non deve farlo subito, per dare il tempo alla gente di scappare e portarsi fuori, all’aperto.

E’ possibile ma non l’abbiamo fatto, avremmo potuto seguire le orme dei nostri antenati e costruire sulla roccia. Ho visto un insediamento preistorico a Sant’Ambrogio Valpolicella, costruito su uno sperone roccioso della collina e più sopra la chiesa romanica del paese, sempre sullo stesso sperone.

Già millenni fa avevano capito che costruire sulla viva pietra era più sicuro, che era più saggio che costruire sui banchi di sabbia dei fiumi, dove oltre ai terremoti anche le piene o le alluvioni possono radere al suolo una casa.

E invece no, abbiamo costruito nei bacini alluvionali, anche grandi città, abbiamo cementificato i torrenti e costruito fin sopra il torrente, come nell’alluvione di Genova di un paio d’anni fa. Disastri.

Disastri

Costruzioni antisismiche

Potremmo costruire con sistemi antisismici, capaci di resistere a terremoti di magnitudo altissima; 6, 7 ed oltre. Ma nessuno lo fa. Perché non lo facciamo? O perché non lo abbiamo fatto prima? Forse manca una politica adeguata che lo richieda e lo faciliti.

Subito dopo ogni tragedia, invece di organizzare numeri solidali, invece di fare grandi discorsi ai funerali, sarebbe meglio capire cosa bisogna fare per evitare che succeda ancora.

E farlo!

E farlo fare!

Per fare in modo che per il prossimo terremoto sia già stato fatto.

Tradotto significa: La politica e l’amministrazione pubblica deve fare e favorire prevenzione sismica. Questo sarebbe il meglio. Ma forse non vogliamo il meglio, ci accontentiamo del mediocre, di vane promesse. Il mio prossimo voto lo spenderò per chi si impegnerà a facilitare questi adeguamenti, rendendoli possibili a tutti. Per cercare di evitare i disastri.

E quindi non prendiamocela, non possiamo prendercela, con la natura. Se la terra trema deve tremare, se piove deve piovere, se nevica deve nevicare.

Ho appreso che nei luoghi dell’ultimo sisma erano stati programmati interventi antisismici su chiese, scuole ed altri edifici. I soldi trovati e già stanziati. Ma, magie Italiane, invece di spenderli sul campanile (crollato) ci hanno finanziato altri interventi. Quelli previsti per la scuola sono finiti su progetti diversi, più urgenti e necessari. Non fosse che il terremoto ha deciso inavvertitamente di scuotere li, dove c’era la chiesa, dove c’era la scuola e non più in la, rendendoli invece i più urgenti di tutti.

Mostro, che mostro perverso.

999

Lo so che in Italia ci sono mille emergenze, tutte senza fondi. Un pozzo senza fondo.

Oggi, che abbiamo toccato il fondo, rimpiangiamo i fondi non spesi per il terremoto.

Domani quelli per l’alluvione, poi per gli incendi o la lava.

Se i fondi ci sono, poi, spesso, vengono distratti, si siamo proprio distratti, infatti non c’è nessuno che s’incazzi. Forse siamo distratti dal calcio o dalla televisione?

Non c’è scampo. Qualcosa ci mancherà sempre, non avremo l’ombrello e sarà li che pioverà, piove sempre sul bagnato.

“Tremo” al riguardo.

Ceppoduro