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Il femminicidio e la violenza di genere

Il femminicidio è tornato alla ribalta con gli ultimi casi (oggi si parla di Giulia) ma penso non sarà l’ultimo caso. Penso anche che neppure che il problema sia tornato veramente alla ribalta, ne son morte tante che notizia sarà che ne è stata uccisa una in più? Mi vergogno solo a pensarla questa frase oscena, una in più… una in più?

Possibile che il maschio italiano non sia capace di accettare di essere lasciato o rifiutato?

Che non riesca a metabolizzare il lutto del suo fallimento?
Ma forse non si tratta di fallimento, il problema deve essere diverso, deve essere di proprietà.
Cosa cambia dopo che una donna si concede al maschio, dopo che una si lega a lui mettendosi insieme? Che fa si che lei non possa più cambiare idea e non possa decidere di non concedersi più, di sciogliere la relazione ed allontanarsi, riprendersi ciò che aveva dato…? Il problema si avverte già dalle parole che si usano per descrivere una relazione tra due persone. Concedersi, legarsi. Ti concedi e non sei più padrona di te stessa, sei schiava dell’altro, d’altronde se ti sei legata come puoi allontanarti? Quindi non puoi più cambiare idea, recedere.

Deve essere un problema culturale, la donna che si relaziona con te diventa tua e da allora decidi tu, su tutto.

Il problema non è il fallimento della relazione, dicevo, è la decisione unilaterale della donna di non continuarla, di non riconoscerla più, di aver cambiato idea. Quindi è il volersi riprendere il bene (inteso come corpo e mente) che aveva ceduto e che l’altro considerava ormai di sua esclusiva proprietà. Se rivuoi la tua libertà devi pagarla (botte e sangue).

Il femminicidio è anche un problema di ignoranza.


La scuola non ci insegna niente.

Gli amici men che meno, anzi semmai fanno dei danni concettuali seri.

La famiglia oltreché impreparata per le stesse ragioni di cui sopra, spesso non ha neppure la possibilità di dare il buon esempio perché e il luogo dove molti femminicidi e la maggior parte se non la quasi totalità della violenza di genere si genera e si sviluppa.

Le istituzioni (oltre alla scuola) sono assenti o inesistenti.

La chiesa è meglio non invocarla nemmeno, persa com’è nei suoi problemi di pedofilia.
Chi potrebbe evitare il ripetersi di queste cose?
Nessuno.
Qualcuno chiede o promette pene maggiori, ma per cosa, se non servono quelle che già ci sono, figuriamoci altre inventate sull’onda della pressione emotiva.

L’unica cosa che possiamo fare è dare aiuto (lo stato) e comprensione (la gente) a chi denuncia le violenze, che non precedono sempre il femminicidio, ma che molte volte portano a quello.

Poi individualmente dobbiamo essere meno indulgenti nei confronti dei violenti e per nulla nei confronti degli assassini, che pure tendiamo sempre in qualche modo a giustificare.

Ma queste sono utopie.

Non cambierà niente.

Continueremo, il giorno dopo, a sdegnarci pur sotto sotto pensando che se l’è cercata lei.

Giancarlo

Immagine di copertina:
VI – 2020 – Giancarlo Arrigucci – Uomo e donna – Acquerello su carta (46x31cm)

LibreOffice

LibreOffice

Un altro software open source. Parliamo li LibreOffice, ve lo presento con le parole del sito ufficiale:

Fare di più – Facilmente, Velocemente

LibreOffice

LibreOffice è una suite per ufficio formidabile; l’interfaccia pulita e i numerosi strumenti a disposizione vi consentono di liberare la vostra creatività e aumentare la vostra produttività.
Le diverse applicazioni disponibili rendono LibreOffice la migliore suite per ufficio
libera e open source sul mercato”.

Potrete dimenticarvi office di Microsoft o iwork della Apple, anche se quest’ultimo non lo conosco e quindi non posso dirvi troppo in proposito.

Potrete comunque confrontare voi stessi Libre Office con Microsoft® Office cliccando su questo link.

Posso dirvi che non mi serve sapere come funzionino gli altri software proprietari, uso Libre office e mi trovo benissimo.

Avete imparato con Office per Windows ed avete paura a cambiare.

Non preoccupatevi non avrete problemi e non ne sentirete la mancanza.

La suite è composta di diversi programmi:

Writer (l’elaboratore testi), Calc (l’applicazione per fogli elettronici), Impress (per creare presentazioni multimediali efficaci), Draw (l’applicazione per il disegno vettoriale e i diagrammi di flusso), Base (il front-end per database), e Math (l’editor di equazioni), con i quali potrete soddisfare tutte le vostre esigenze.

Sempre dal sito LibreOffice:

LibreOffice è compatibile con un’ampia gamma di formati di documento, come Microsoft® Word, Excel, PowerPoint e Publisher. Ma LibreOffice va molto oltre, grazie al supporto nativo per un moderno standard aperto, il formato OpenDocument (ODF). Con LibreOffice, avete il massimo controllo sui vostri dati e sui vostri contenuti – e potete esportare il vostro lavoro in molti formati differenti, compreso il formato PDF”.

LibreOffice è un software Libero e Open Source, disponibile per chiunque lo voglia usare, condividere e modificare. Si avete capito bene, potete contribuire voi stessi a migliorarlo e svilupparlo, anche solo contribuendo con pochi spiccioli al finanziamento del progetto, se vorrete e solo se vorrete. Il software è e resterà sempre libero e gratuito.

Usarlo è semplice anche per le tante lingue supportate, che potranno esservi utili se decidete di scrivere o fruire di scritti in altre lingue.

Insomma che dire di più.

Scaricatelo, provatelo e poi mi saprete dire.

Giancarlo

Povera Italia

Povera Italia

Povera Italia.

Meno male che abbiamo la buona scuola (sic) perché ci manca del tutto il buon governo.

Il futuro di un paese dovrebbe essere coltivato dalla scuola. La scuola, di ogni ordine e grado è gestita dal MIUR, il ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca. Almeno questo è il significato dell’acronimo che lo definisce.

Nella patria di scrittori come il Manzoni, poeti come il Foscolo, scienziati come Galilei, matematici come Fibonacci, pittori come Modigliani, ingegneri come Olivetti, in un’Italia grande esportatrice di cervelli all’estero, ma non di cervelli da friggere con i carciofi, di cervelli pensanti, di geni. Per quanto si possa essere geni, nella moderna società tecnologica. Dove le specializzazioni sono spinte al massimo per creare mostruose macchine pensanti e facenti .

In questa terra gloriosa, dicevo, il MIUR si dovrebbe occupare della scuola, uso il condizionale, ma spero che sia giusto usare il presente “si occupa”. Non ho modo, da comune cittadino, di sapere e controllare cosa faccia il ministero, come passino il tempo i suoi addetti, impiegati, funzionari e dirigenti.

Surfando, surfando.

Ma da utente del web mi capita di vistare siti internet, anche quello del MIUR.

In realtà non è stato un caso, volevo prendere informazioni sugli eventuali adempimenti per l’iscrizione di mio figlio al prossimo anno scolastico. Sono entrato nel sito ed ho selezionato l’area famiglie.

D’altronde sono andato li anche lo scorso anno per l’iscrizione al primo anno, e tutto aveva funzionato bene.

Povera Italia

Che ti trovo?

In primo piano le modalità di iscrizione all’anno scolastico 2017/2018.

Di fine febbraio 2017 l’ultimo articolo informativo pubblicato nella sezione in basso. Tutti glia altri post presenti sono più vecchi, ben più vecchi. Controllate lo screen shot qui spra o andate voi al sito.

Beh, che ancora non ci siano informazioni sul prossimo anno scolastico sembra normale ma che ci siano ancora le istruzioni per quello che oramai volge al termine, e che non ci sia stato altro da comunicare alle famiglie da febbraio scorso, da un anno, non riesco a crederlo.

Sarà un bug, sarà un trojan della Casaleggio & Associati. Non sarà mica che sarebbe ora di mandarli tutti a casa?

A meditare sulla vita.

A studiare.

Giancarlo

La scuola.

Cosa fanno? E’ la scuola!!!

La scuola ribaltata.

La scuola Italiana ribaltata da una legge incredibile, incredibilmente … non metto l’aggettivo per rispetto a quella persona che il vocabolario on line Treccani definisce, tra l’altro, <persona di scarsa intelligenza>.

La notizia è: <Da quest’anno basterà un solo professore contrario alla bocciatura e l’alunno sarà ammesso alla classe successiva.>, dicono sia scritto nella “buona scuola” la legge di Renzi-Gentiloni.

Ho controllato, c’è scritto: <Alla primaria varrà la normativa vigente: la non ammissione è prevista solo in casi eccezionali e con decisione unanime dei docenti della classe. Ma con una novità: viene esplicitato che l’ammissione è prevista anche in caso di livelli di apprendimento “parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”. Le scuole dovranno attivare, anche questa è una novità, specifiche strategie di miglioramento per sostenere il raggiungimento dei necessari livelli di apprendimento da parte degli alunni e delle alunne più deboli. Per una scuola più inclusiva e capace di non lasciare solo chi resta indietro. >

Quale è il problema?

Direte voi.

Il problema è grande, riguarda le idee, coinvolge il sentimento, la forma  educativa.

La scuola deve essere, per gli estensori della legge, capace di non lasciare solo chi resta indietro.

Non livella il livello di istruzione. Fa proseguire nelle classi chi è indietro con il livello, così che il divario aumenti.

La scuola, per me, deve educare  e non permettere a nessuno di avere un livello più basso degli altri. Non si educa tutti allo stesso modo, ma si deve educare tutti. Il compito di un insegnante è educare, non far finta di niente e promuovere formalmente. L’insegnante deve portare tutti ad un livello educativo, se non uguale, almeno molto vicino. Promuovere tutti perché tutti meritano di essere promossi. Se la scuola non insegna a tutti i suoi alunni ha fallito.

Dite che è utopia? Che non si può fare?

Io dico di no e di si.

E’ reale e si può fare.

Quello scelto con la “”buona scuola” (ma intendono prenderci per il culo quando danno i nomi alle leggi?) è un modo facile per emarginare ancora di più chi è già emarginato o ha problemi cognitivi e resta indietro. Questi problemi non verranno nemmeno affrontati, figuriamoci risolti.

Voilà, non serviranno più insegnanti di sostegno, nemmeno insegnanti capaci di insegnare. Faremo solo con i bidelli. Un grande risparmio per le casse dello Stato.
Tutti in fondo, fino al diploma, ma tutti ignoranti come piace ai potenti.

Che peccato, un’altra occasione persa.

Ma certamente un’altra prova del disvalore di chi dovrebbe guidarci.

Dico dovrebbe, perché io non lo seguo.

Io sono un uomo, non un Lemming.

Nel baratro che si gettino loro.

Ceppoduro

 

Fonte: repubblica.it

Approfondimento: Comunicato stampa del consiglio dei ministri

Primo Maggio, con coraggio. Ti amo.

Primo. Dobbiamo dire qualcosa sul primo Maggio.

Secondo:

Secondo me è una festa bellissima, non possiamo perderla.

Terzo: l’abbiamo già persa.

Il lavoro non è più importante. se lo fosse la nostra classe dirigente se ne preoccuperebbe, invece, invece di cazzeggiare.

Non avrebbero abolito l’articolo 18, senza vergognarsi e dimettersi.

Non avrebbero allungato l’età pensionabile, condannandoci a morte certa.

Si vergognerebbero di rubare, ma non lo fanno più.

Non venderebbero Vaucher.

E non permetterebbero, le slot machine.

Non tollererebbero i giochi d’azzardo e le scommesse, on line oppure no.

O non avrebbero tolto l’acqua ai legittimi proprietari.

Avrebbero spento i fuochi della terra dei fuochi. E bruciato chi li ha accesi..

Non avrebbero permesso che un terremoto, un’inondazione, la neve svuotassero i paesi e creassero tanti profughi di guerre meteorologiche. Di incuria. Di abbandono. E di degrado.

Non avrebbero traforato le montagne, prosciugando le falde del centro Italia.

Non permetterebbero la vendita delle opere d’arte all’estero.

Salverebbero Pompei e tutti i siti Etruschi.

Chiuderebbero le buche delle strade.

Toglierebbero i pedaggi dalle autostrade.

Aprirebbero fontanelle di acqua potabile ovunque. Non gassata. Potabile.

Dei dirigenti così ci darebbero scuole modello. Dove i ragazzi imparerebbero a vivere. Perché gli verrebbe insegnato da insegnanti preparati, felici di farlo. Competenti. Ben pagati. Tanto ben pagati da non dover dare ripetizioni per vivere e quindi neppure brutti voti per reclutare nuovi clienti.

Questa classe dirigente, saprebbe trovare il modo di rendere remunerativa la ferrovia, anche senza tanti treni veloci. Solo con quelli che servono e ne servono molti di più lenti.

Ma  anche il clima ne gioverebbe, se non quello meteorologico, almeno quello morale.

Niente EquiEuropa a romperti i coglioni. Niente bollette da pagare perché tutti pagherebbero le tasse dovute, come chiede la Costituzione. Senza trucchi, anzi con orgoglio. L’orgoglio di chi è più bravo e può permettersi di farlo vedere coi soldi.

Primo con quelli che offre alla comunità, mica con quelli che ruba.

Vergogna.

Eh sì. Vergogna

Vergogna.

C’è ancora chi non paga le tasse. Ma come? Ma vergognati! Hai molti soldi e vuoi cavartela con un obolo?
Un obolo puoi darlo alla chiesa se credi, ma meglio se non lo dai e paghi la tua quota, come gli altri.

Ecco non fare come gli altri. non fregare.

Per quanto lo fai c’è sempre qualcuno che frega di più.

E allora smetti partecipa ad una sana vita comune.

Paga il dovuto e pretendi di più.

Manda a casa i corrotti, non corrompere ne fatti corrompere.

Non dare retta alle televisioni.

Evita di seguire tutte le notizie, tutti i telegiornali, tutte le cronache.

Informati con tre giorni di ritardo, vedrai come cambiano le cose.

Dai un senso alla tua vita. Giudicati. Al minimo ti incazzerai di meno.

Ma non lavarti i peccati con una preghiera, un ‘elemosina o un intenzione.

Fai qualcosa di positivo per noi. Per te.

Primo raccogli una cartaccia.

Secondo, canta una canzone con gli amici.

Prima trova degli amici.

Non gente che ti invidia, men che meno gente che invidi tu.

Gente con cui non hai interessi in comune.

Poi falli migliori.

Fatti migliore chiedendo dei loro interessi. Ascoltando dei loro interessi. Capendone il senso.

Quindi spiegandogli i tuoi.

Festeggia il prossimo Primo Maggio, sarà il primo della tua vita. Una vita nuova. Vera. Sensata.

Ceppoduro

Costruttori di Ponte, fare il Ponte a chi giova?

Costruttori di Ponte

Ponte

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Amo i costruttori di ponti, ammiro i ponti, quelli che uniscono le genti, che mediano la pace e la conservano, ma il Ponte, quel Ponte serve? E a che serve? A chi serve?

Il primo ministro dice che serve a togliere la Calabria dall’isolamento, ma non aveva già terminato la Salerno-Reggio Calabria?

Egli aggiunge che servirà ad avvicinare la Sicilia, quindi non ci saranno caselli a rallentare il flusso e le macchine sfrecceranno sopra il ponte, veloci nel vento, come bandiere.

Lui dice che si creeranno 100.000 nuovi posti di lavoro: sarà un ponte romano di pietre subbiate a mano. Eppoi, ha aggiunto, che sul ponte passerà la banda larga, ma se non arriva nemmeno a Bucine la banda, con il Valdarno tutto cablato a fibra ottica, ormai, tanti anni fa.

ma noi…

Ma noi con il presidente del consiglio dei ministri; assieme alla Salini Imperiglio SPA siamo ottimisti, il lavoro non mancherà.

Dai venticinque ai trent’anni per la sua realizzazione, cento per cento eppiù di levitazione dei costi, numerosi operai con carriole, cazzuole e pale dai due lati a chiudere le buche e spostare i mucchi di sabbia, tanto per allungare il brodo, opere di collegamento, svincoli, autogrilli, mottagrilli, terrazze panoramiche ed aree di sosta. Tutor, tutor attivi, tutor inattivi, telepassi, televarchi fin qui e più in là a Montevarchi. Tutto un fervore di gente che lavora, una Reggio che lavora, una Reggio da bere, come ai bei tempi Milano.

E gli alberghi, i resort, i ristoranti, gli iper e i tedeschi ovunque.

Che bello.

Che ganzo.

Ma!

Ma

E ma?

Quanto costerà il ponte, anche senza il raddoppio dei costi da me precipitosamente previsto?

8 miliardi di Euro. Circa. se non cresce, ma cresce.

Quante scuole si possono rimodernare e rendere antisismiche signor presidente?

Signor presidente, quante casette di legno si possono prefabbricare in previsione del prossimo terremoto, per non aspettare 7 mesi in tenda? Intenda!.

Quanti asili nido si possono creare?

Quante strade di campagna si possono asfaltare.

Quanti cigli di strada si possono tagliare.

Quante risme di carta si possono acquistare.

Quanti computer usati con LINUX preinstallato si possono fornire alle scuole Italiane.

Signor presidente,

lei non ha figli, non le serve una scuola, ma lei lo sa che noi, che i figli li abbiamo, stipuliamo, tutti gli anni, un’assicurazione per ogni figlio che mandiamo a scuola, ci costa 8 Euro e ne aggiungiamo 12 di contributo “volontario” per comprare le risme dei fogli di carta e tutto quello che serve a scuola e che lei non provvede a finanziare? O provvede a non finanziare.

No, lei non lo sa. Ma parla di buona scuola. Ma lei non sa se funziona, la sa che mancano gli insegnanti di sostegno? No! Lei non sa niente.

E pretende di decidere se sia giusto regalare un pozzo di soldi a quattro stradini Romani, per fargli fare un Ponte che non serve, e non trova pochi Euro per chiudere definitivamente le buche della strada bianca che va a Tontenano. Tanto quando si cambiano gli ammortizzatori dell’auto, mica fatturano a lei.

Tanto lei non è mica sindaco di Bucine.

Suvvia, mi son stancato, d’accordo, lo faccia, questo ponte così che si ricordino di lei per la targhetta. Però ci metta accanto, per favore, un’altra targa con il nome dei fortunati 100.000 che in quest’Italia così malridotta ebbero la gran fortuna di lavorar per lei. Ci metta, se vuole ma sarebbe comunque cosa carina, anche il conto degli stipendi portati a casa da questi numerosi eroi acciocchèsi sappia quanti denari furon spesi bene e quanti no.

Un saluto sentito da Bucine, terra di ponti.

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Ponte romano a Bucine

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Ponte della ferrovia a Bucine

 

 

Bucine

 

FONTI:
Wikipedia

Ansa

La stampa

Il fatto quotidiano e ancora il fatto quotidiano

la repubblica

Blog di Bucine

 

Un radioso futuro

Un radioso futuro

Quando ero piccolo non c’erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Ma tutti si aspettavano un radioso futuro

Praticamente tutti lavoravano a mezzadria. Anche se c’era gente che andava a Firenze a fare il muratore o il carpentiere. O ancora meglio il piastrellista o l’intonachino. Questi lavoravano a cottimo, per guadagnare di più.

Poi, piano, piano, tutti se ne sono andati da far questi ed altri mestieri. C’è stato il boom, poi la crisi adesso la deflazione. Insomma il mondo del lavoro è cambiato. I posti di lavoro sono cambiati. Le donne sono andate a lavorare, un lavoro importante a scapito della cura familiare. A volte no, non della famiglia, ma sempre a scapito di qualcosa. Tanto che se oggi, in famiglia, non lavori almeno in due sei alla, o vicino alla, canna del gas.

Tanti lavori sono spariti. Cambiati o cambiati di mano. Sono passati a quelli venuti dall’est, dal sud da altrove.

Sono stati inventati i computer, con tutto quello che ne segue. Adesso un agricoltore ne ha, minimo, due, di trattori. Con tanti attrezzi al seguito, specializzati in lavori speciali.

E poi le auto, una per uno, qualcuno due o più. E gli spostamenti sempre migliori. Sempre più facili, più caotiche su strada, su nave, per l’aria e per l’etere.

Poi hanno inventato l’Euro. Euro che, in associazione con la concorrenza dei lavoratori stranieri, ha mantenuto i salari a livelli infimi, da fame. Abbiamo anche quella, non dichiarata, ma tanti Italiani patiscono la fame. Vanno alle mense della CARITAS per mangiare.

Comunque siamo ottimisti. Si sta ancora bene. Solo che non si vede.

Si prospetta un radioso futuro

L’educazione si è persa, molti ragazzi, molti adulti, non sanno usare bene la lingua. Che la scuola avesse perso dei pezzi era evidente, sono trent’anni che la stanno smantellando. Con i tagli lineari, con le non ristrutturazioni, con i soffitti che crollano, dopo le ristrutturazioni. Con le aule che non ci sono. Inserite in fatiscenti edifici, che andrebbero ristrutturati completamente per poterli utilizzare per questo scopo. E invece sono rabberciati alla meglio, forse imbiancati, forse, ogni tanto.

Come ogni tanto tagliano l’erba lungo le strade. Ma tardi, a fine Giugno, così non ricresce e non si deve ritagliare una seconda volta.

Geniale.

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Un radioso futuro  SANYO DIGITAL CAMERA

Dimezzata, forse anche tri-mezzata la spesa per tagliare le erbacce.

Intanto fino a Giugno crescono e crescono bene, che piove sempre. Di la dal guard rail, una selva.

Ma ci sono anche erbe eleganti. Come l’avena sativa dal lungo stelo. Da cui si diramano i piccioli, esili e allungati, dei semi, che in coppia ricadono verso il basso. Aprendosi a forbice. Il grappolo che si diparte dallo stelo ha forme lineari, leggermente curve; bellissime.

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Rende bene anche in pittura per dei primi piani, di contorno, sofisticati.

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2014 acrilico su tavola San Leolino di Giancarlo Arrigucci http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_14/2014_0037_San_Leolino.html

Speriamo in un radioso futuro

Forse non tagliamo più l’erba per non vedere emergere i rifiuti. Scaricati dalle macchine in corsa. Ben coperti dall’erba si espongono a noi, in tutta la loro bruttezza, al taglio dei margini delle strade. E nessuno che passi a pulire, nessuno che eviti di sporcare. Meglio non tagliare.

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Ma se non tagli l’erba ai margini, è difficile entrare agli incroci, non si vede chi arriva, se non quando ce l’hai addosso.

Ma non si può, si spende troppo. Il Comune, la Provincia, la Regione o lo Stato non hanno soldi da spendere. Ovvero ne hanno sempre meno. E certamente non da spendere per questo.

E’ strano, il lavoro costa sempre meno. Non ci sono stati aumenti significativi dei salari dell’entrata in vigore dell’Euro. Il potere di acquisto delle persone è, conseguentemente, diminuito.

Le macchine sono diventate molto comuni, non è che costino poco, ma ci sono. Ce ne sono tante e riescono a fare di tutto. Anche tagliare l’erba al margine della strada.

Oggi la Morte dovremmo rappresentarla con il decespugliatore, non con la falce fenaia; che non la ricorda nessuno, che nessun o sa a che serve.

Un radioso futuro Quando ero piccolo non c'erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Praticamente tutti lavoravano li. V0017612 Life and death. Oil painting. Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images images@wellcome.ac.uk http://wellcomeimages.org Life and death. Oil painting. Oil Published: - Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
V0017612 Life and death. Oil painting.
Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images
[email protected]
http://wellcomeimages.org
Life and death. Oil painting.
Oil
Published: –
Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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Alla fine del tutto di Giancarlo Arrigucci 1979 http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_03/1979allafinedeltutto0.html

Un radioso futuro

Con i computer si riesce a fare molto più lavoro di un tempo. Il personale contabile è diminuito, enormemente, a causa di questo.

Potendo fare con meno gente, ce ne saranno tanti disponibili per altri lavori? Certo, infatti abbiamo un tasso di disoccupazione elevatissimo. In questo siamo primi, anche noi nei record, finalmente.

Le tasse non sono diminuite. Le entrate fiscali neppure. L’amministrazione è più snella, ma non ci sono soldi per tagliare l’erbaccia.

Come è possibile?

Dovremmo cominciare a fare i conti intasca a questi amministratori. Non sembrano capaci, oppure non sono onesti.

Dovremmo vivere in un mondo felice. La nostra agricoltura potrebbe sfamare il mondo, con prodotti di qualità. Ma non si sfama neppure per se ed ha bisogno di spot per vendere il Chianti, che altrimenti chi lo conosce, chi lo compra.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato o mistificato, è evidente.

Dobbiamo solo imparare a distinguerla e denunciarla.

Qui cerchiamo di farlo, fatelo anche voi.

Che aspettate?

Avete paura?

O ci lucrate pure voi?

 

Non temete, costruitevi, ora, un radioso futuro.

Ceppoduro

Un radioso futuro Quando ero piccolo non c'erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Praticamente tutti lavoravano li. 1979P1200053_lzn
di Giancarlo Arrigucci 1979 http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_03/1979P1200053.html

Interrogazione a sorpresa, scopriamo quando ci sarà.

Interrogazione a sorpresa

interrogazione alunnIl professore di geografia, anzi la professoressa, ha detto all’Irene che la prossima settimana farà un’interrogazione a sorpresa, ma non gli ha detto quando. Anzi ha detto perentoria: “la farò solo quando non ve lo aspetterete”.

Ora Irene si chiede, e così come lei i suoi compagni, quando mai sarà interrogata? Beh, da quando, alle medie, il Sabato non vanno più a scuola, almeno siamo sicuri che non lo farà Sabato prossimo.

Ma se non Sabato, quando? Ne abbiamo discusso a lungo, cercando di capire se potessimo prevedere quando sarebbe stata interrogata, perché Irene sarà interrogata solo se, e quando, lei non se lo aspetta, e questo non ci facilita il compito.

Certo, ora, dopo la riforma della scuola, il Venerdì è l’ultimo giorno della settimana scolastica. La prof non potrà interrogare Venerdì, almeno non a sorpresa. Venerdì niente interrogazione. Infatti gli alunni della classe se non fossero stati ancora interrogati il Giovedì, sarebbero certi di esserlo il giorno dopo, ultimo giorno utile. Quindi non sarebbe più un’interrogazione inaspettata.

Sabato e venerdì siamo tranquilli non può esserci interrogazione a sorpresa. Ora come non può essere inaspettata il Venerdì, con lo stesso ragionamento, l’interrogazione non può esserlo il Giovedì, il Mercoledì eccetera.

Che cosa se ne deduce?

Quindi è corretto, è logico, ritenere che non ci sarà nessuna interrogazione a sorpresa la prossima settimana e magari la Professoressa dirà che interrogherà la settimana successiva o quando riterrà opportuno.

Quindi Irene ed i suoi compagni di classe potrebbero evitare di studiare Geografia e dedicarsi ad altro o forse… o forse è bene che si mettano subito a studiare. Perché l’interrogazione a sorpresa sarà Lunedì, primo ed unico giorno in cui, a causa del ragionamento fatto, non ci si aspetterà di essere interrogati.

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Io un consiglio ad Irene voglio darlo: “Studia Irene, studia che lunedì, a causa del paradosso dell’impiccagione sarai sicuramente interrogata a Geografia”.

Accidenti, è proprio paradossale, sapere con certezza quando saremo interrogati a sorpresa.

Giancarlo

E’ Natale, siamo tutti più buoni o no? NO!

Natale

A Natale siamo tutti più buoni! O no?

E’ Natale, è una festa religiosa, c’è chi fa l’albero, chi il presepe, chi si veste da Babbo Natale, chi segue omelie su Radio Maria o su internet.

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Un presepio tedesco böhringer friedrich – Opera propria

E’ Natale, è una festa commerciale, c’è chi compra lo stretto necessario e chi il superfluo, Chi spende e chi no. C’è chi ha fatto buoni affari e chi tenta di raddrizzarli ora.

E’ Natale, qualcuno si lamenta perché qualcunaltro, da qualche parte, vuole fare o non fare il presepio o l’albero di Natale o perché a scuola si permette o meno l’esecuzione di  canti Natalizi.

Siamo tutti scontenti pro o contro qualcosa o qualcuno e, ognuno per le sue ragioni, non tolleriamo l’altro e non sentiamo ragioni, altro che le nostre.

Non è un bel Natale il Natale quest’anno in Italia.

Il teatro romano di Gubbio ai piedi dell'Albero di Natale più grande del mondo Adri08 - Opera propria
Il teatro romano di Gubbio ai piedi dell’Albero di Natale più grande del mondo
Adri08 – Opera propria

L’Italia è diventata decisamente e velocemente multietnica, sempre meno Italana. E’ la globalizzazione, è l’immigrazione, lo sfruttamento, sono le guerre a fornire il materiale umano. Genti, costumi e religioni si mescolano senza incontrarsi, senza condividere idee ed esperienze, gli uomini si incontrano e le religioni si scontrano. E contro le religioni nulla è possibile. Neppure il pensiero laico riesce a far pace, anzi la laicità sembra essere un grosso handycap, sembra essere il problema.

Il laico ma, son convinto, anche il religioso moderato, tende a non voler imporre qualcosa agli altri, si rende conto che siamo tanti, tutti diversi, e cerca di convivere, pacificamente. E qui sbaglia, lo ammetto, non si può parlare di fede in pace. Di tolleranza, di convivenza civile, se non offrendo il fianco ad ogni bigotto che voglia dire la sua a sproposito.

Un presepio africano Lokilech - Opera propria
Un presepio africano
Lokilech – Opera propria

Presepio marchigiano con casa colonica tipica, pagliaio e ambientazione marina. La natività è rappresentata dentro ad una grotta di pescatori.

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OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Alcune persone laiche (non atee, laiche) hanno pensato che gli spazi, laici, del vivere comune, come le scuole, dove a volte intere classi sono a minoranza Cristiana, non debbano proporre, imporre ed ostentare simboli religiosi potenti, come canti, presepi o altro, per rispetto degli altri, di tutti gli altri.

E questo ha dato il “LA” all’intolleranza, a piccole guerre di religione comunali, cittadine, a volte di quartiere perché il credente si sente usurpato delle sue tradizioni, forse anche giustamente, devo dire; d’altronde il presepe in classe lo abbiamo sempre fatto, perché ora non dovremmo farlo più? E’ vero, gli “altri” si dovrebbero adattare venendo a vivere qua ed adattarsi qua ad altre usanze di la, sembrerebbe piuttosto ridicolo.

Quindi ammetto di non aver grandi argomenti pro e contro presepi e cantici vari, facciamoli, se li vogliamo fare, altrimenti no, non vedo il problema.

Affresco etrusco raffigurante Tifone. Tomba di Tifone, Tarquinia
Affresco etrusco raffigurante Tifone. Tomba di Tifone, Tarquinia

Però basta dividersi, Guelfi contro Ghibellini. Che facciamo? Ci affrontiamo in singolar tenzone sinché un’idea non prevale? Meglio trovare una soluzione condivisibile. No? Ma a chi affidare il giudizio?

A un cittadino?

A un insegnante?

A un prete?

Allo Stato!

Penso che sarebbe meglio che se ne facesse carico lo Stato, lo Stato Laico può decidere per credenti Cattolici, Teisti, Monoteisti e Panteisti o non credenti Atei ed Agnostici senza dubbio, con giustizia ed equità.

Per la nostra Costituzione:

Art. 19.
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa 
in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e 
di esercitarne in privato o in pubblico il culto, 
purché non si tratti di riti contrari al buon costume.

Quindi la Carta ci dice che si può non fare niente oppure fare il Presepe e pregare verso la Mecca, anche insieme. Ma avvicinare le religioni è difficile, neppure al più ecumenico dei papi mai eletto, Francesco, è ancora riuscito di avvicinare i Cristiani, figuriamoci gli altri.

Tombafracoisgatti1931
Tomba fracois, sacrificio dei prigionieri troiani, copia d’affresco eseguita da Augusto Guido Gatti nel 1931 Battlelight – Opera propria

Comunque la disputache ho romanzato non è neppure ben argomentata, da una parte il rispetto per gli altri, dall’altra le radici Cristiane. Se rispettassimo gli altri non faremmo qualcosa contro di loro, senza bisogno di leggi. Se le nostre origini fossero Cristiane chi erano gli antichi Romani, i popoli Italici e gli Etruschi? Popolazioni indoeuropee pre-Cristiane, certamente Altroteiste e Politeiste, forse Pagane. Oppure qualcuno crede veramente che le nostre radici arrivino da una grotta di Betlemme e per quelle si debba ancora fare crociate?

Tolleriamo, datemi retta, che la convivenza è, purtroppo, forzata, mentre l’intolleranza è una libera scelta.

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Le lingue diffuse in Italia nell’Età del ferro. Iron_Age_italy-fr.svg: fr:User:Ewan ar born derivative work: Homo lupus – Questo file deriva da Iron Age italy-fr.svg:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giancarlo

Fonte:

Il fatto quotidiano

Il fatto quotidiano

Il corriere della sera