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Il femminicidio e la violenza di genere

Il femminicidio è tornato alla ribalta con gli ultimi casi (oggi si parla di Giulia) ma penso non sarà l’ultimo caso. Penso anche che neppure che il problema sia tornato veramente alla ribalta, ne son morte tante che notizia sarà che ne è stata uccisa una in più? Mi vergogno solo a pensarla questa frase oscena, una in più… una in più?

Possibile che il maschio italiano non sia capace di accettare di essere lasciato o rifiutato?

Che non riesca a metabolizzare il lutto del suo fallimento?
Ma forse non si tratta di fallimento, il problema deve essere diverso, deve essere di proprietà.
Cosa cambia dopo che una donna si concede al maschio, dopo che una si lega a lui mettendosi insieme? Che fa si che lei non possa più cambiare idea e non possa decidere di non concedersi più, di sciogliere la relazione ed allontanarsi, riprendersi ciò che aveva dato…? Il problema si avverte già dalle parole che si usano per descrivere una relazione tra due persone. Concedersi, legarsi. Ti concedi e non sei più padrona di te stessa, sei schiava dell’altro, d’altronde se ti sei legata come puoi allontanarti? Quindi non puoi più cambiare idea, recedere.

Deve essere un problema culturale, la donna che si relaziona con te diventa tua e da allora decidi tu, su tutto.

Il problema non è il fallimento della relazione, dicevo, è la decisione unilaterale della donna di non continuarla, di non riconoscerla più, di aver cambiato idea. Quindi è il volersi riprendere il bene (inteso come corpo e mente) che aveva ceduto e che l’altro considerava ormai di sua esclusiva proprietà. Se rivuoi la tua libertà devi pagarla (botte e sangue).

Il femminicidio è anche un problema di ignoranza.


La scuola non ci insegna niente.

Gli amici men che meno, anzi semmai fanno dei danni concettuali seri.

La famiglia oltreché impreparata per le stesse ragioni di cui sopra, spesso non ha neppure la possibilità di dare il buon esempio perché e il luogo dove molti femminicidi e la maggior parte se non la quasi totalità della violenza di genere si genera e si sviluppa.

Le istituzioni (oltre alla scuola) sono assenti o inesistenti.

La chiesa è meglio non invocarla nemmeno, persa com’è nei suoi problemi di pedofilia.
Chi potrebbe evitare il ripetersi di queste cose?
Nessuno.
Qualcuno chiede o promette pene maggiori, ma per cosa, se non servono quelle che già ci sono, figuriamoci altre inventate sull’onda della pressione emotiva.

L’unica cosa che possiamo fare è dare aiuto (lo stato) e comprensione (la gente) a chi denuncia le violenze, che non precedono sempre il femminicidio, ma che molte volte portano a quello.

Poi individualmente dobbiamo essere meno indulgenti nei confronti dei violenti e per nulla nei confronti degli assassini, che pure tendiamo sempre in qualche modo a giustificare.

Ma queste sono utopie.

Non cambierà niente.

Continueremo, il giorno dopo, a sdegnarci pur sotto sotto pensando che se l’è cercata lei.

Giancarlo

Immagine di copertina:
VI – 2020 – Giancarlo Arrigucci – Uomo e donna – Acquerello su carta (46x31cm)

Casalingo

Nedo e Chiara

Nedo era un casalingo. Chiara l’aveva conosciuta una sera d’estate se ne era innamorato subito, perdutamente.

Lei era bella, elegante, istruita e intelligente. Poi aveva un sacco di soldi. Almeno a guardare come li spendeva, senza problemi, doveva averne veramente tanti.

Anche lui era bello, statuario, come siamo belli a vent’anni, ma di soldi meglio non parlarne, dopo la scuola dell’obbligo aveva trovato solo lavori saltuari, lavorando per tre mesi come postino, facendo un paio di stagioni a cogliere l’uva e poi le mele, poi cameriere in pizzeria, in un bar, baby sitter, aiutante giardiniere, tante volte a trapiantare le piantine nelle serre e così via, sempre contando in un pasto caldo a casa, dai genitori, con la mamma che ti acquista jeans e magliette e il babbo che ti riempie il serbatoio e ti da la macchina “bella” nel fine settimana.

Si. Per Nedo Chiara è stata un fulmine a ciel sereno, gli sembrava di aver toccato quel cielo con un dito. Era felice e felicemente innamorato. Poi si andava con la sua auto e pagava sempre lei, niente più bisogno dell’auto del padre o dei soldi.

Per Chiara Nedo non era solo il suo ragazzo, era la dimostrazione che lei, la secchiona, prima a scuola e poi al lavoro, ce l’aveva fatta su tutti i fronti. Era la realizzazione, la certificazione delle sue capacità del suo potere.

Lui faceva qualsiasi cosa lei volesse, ancorché assurda. Sapeste le volte che lo ha umiliato o fatto passare da stupido per la sua poca cultura. Ma lui niente, sembrava contento così.

Insomma erano fatti l’una per l’altro.

Si sposarono.

Tornarono a casa da lei.

Lei lavorava, lui faceva il casalingo.

Nedo faceva il Casalingo

Passavano le stagioni.

Lui teneva la casa, aspettando che tornasse la sera.

Lei a volte non tornava, a volte tornava, ma non cenava neppure, si cambiava e ripartiva, per tornare a tarda notte o la sera dopo.

Intanto passavano le stagioni.

Lei continuava a trascurarlo.

Lo sgridava.

Si incazzava.

Lui stava zitto.

Le stagioni continuavano a passare.

Nedo provò a ribellarsi, a dire qualcosa, ma lei gridava e lo prendeva a calci.

Lui disse basta, decise di andarsene, anche se non sapeva dove. Gli erano già morti entrambi i genitori.

Una sera andò via, gonfio di botte.

Uscì di casa e dormì alla stazione.

Il giorno dopo rientrò, non sapeva che fare.

Chiara questa volta si incazzò di brutto, anche lui si alterò, non voleva più subire in silenzio.

Chiara livida di rabbia per la sua ribellione, estrasse una pistola e gli sparò al petto. Un fiotto di sangue la raggiunse, era caldo, ma si ghiacciò subito, poi si sentì sporca.

Tutto era tutto rosso.

Chiara si appoggiò la pistola sotto il mento… poi tutto divenne nero.

Ceppoduro

Le donne

Le donne

Ahaaa, le donne!

Belle le donne, anche quelle brutte. Belle perché diverse, le donne sono un’altra cosa.

le donne

Ma non serve catalogare i generi, le donne sono belle perché sorelle, amiche, compagne, amanti.

Belle perché esseri umani. Intelligenti, stupide, simpatiche, antipatiche, interessanti, noiose, colte, ignoranti.

Fra tutti queste definizioni quella più bella è “esseri umani”; un essere umano è diverso da un oggetto o un soprammobile, oppure da un animale, sia da lavoro che da compagnia.

Nonostante la storia mi abbia sempre smentito e continui a farlo tuttora, gli esseri umani non possono essere comprati ne posseduti, scambiati, schiavizzati, torturati o uccisi.

Se la storia mi smentisce, se tutt’oggi c’è la tratta degli schiavi, se esseri umani vengono uccisi ancora, sul lavoro, viaggiando o in combattimento, non significa che sia lecito privare della libertà o uccidere un essere umano.

Ma se non è lecito perché continuiamo a farlo? Perché prevarichiamo altri esseri umani? Perché ne continuiamo la tratta, la costrizione? Perché vengono sopraffatti e uccisi?

L’uomo bestia

Perché l’uomo è una bestia! Soprattutto l’uomo, la donna uccide poco, anche se…

Potrebbe fare molto sul versante educativo, almeno all’inizio. Poi l’uomo si stacca e la bestia vien fuori.

Questo causa i conflitti, gli sfruttamenti ed i nostri difetti? Non lo so, ma vedrai che …

le donne
meitu.artwork-cn.com

Che è la nostra cultura, la nostra società, il nostro genere a spingerci a prevaricare, a possedere a togliere e a prendere con la forza. Dobbiamo prevalere in ogni campo, ovunque e dovunque.

Sai la frustrazione quando non riesci? Sai in che modi si sfoga? Nessuno ammirevole.

Ecco, conquistiamo, sottomettiamo e, per riuscirci o se non riusciamo, uccidiamo.

Anche l’amore non è altro che conquista e sottomissione. La persona amata deve essere sottomessa, se non vuole o non vuole più, ucciderla è l’unica possibilità.

Le donne uccise

Lo chiamano femminicidio. Lo chiamavano delitto d’onore. Lo possiamo chiamare come vogliamo è solo la risposta fallimentare al fallimento degli obiettivi di questa cultura dominante, che ci spinge verso la conquista e il successo, ad ogni costo.

Che volete che sia “una vita” in cambio.

Ceppoduro

Nella giornata contro la violenza sulle donne

La Baigneuse, dipinto di William Bouguereau1870

Di William-Adolphe Bouguereau – sconosciuta, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=88590