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Casalingo

Nedo e Chiara

Nedo era un casalingo. Chiara l’aveva conosciuta una sera d’estate se ne era innamorato subito, perdutamente.

Lei era bella, elegante, istruita e intelligente. Poi aveva un sacco di soldi. Almeno a guardare come li spendeva, senza problemi, doveva averne veramente tanti.

Anche lui era bello, statuario, come siamo belli a vent’anni, ma di soldi meglio non parlarne, dopo la scuola dell’obbligo aveva trovato solo lavori saltuari, lavorando per tre mesi come postino, facendo un paio di stagioni a cogliere l’uva e poi le mele, poi cameriere in pizzeria, in un bar, baby sitter, aiutante giardiniere, tante volte a trapiantare le piantine nelle serre e così via, sempre contando in un pasto caldo a casa, dai genitori, con la mamma che ti acquista jeans e magliette e il babbo che ti riempie il serbatoio e ti da la macchina “bella” nel fine settimana.

Si. Per Nedo Chiara è stata un fulmine a ciel sereno, gli sembrava di aver toccato quel cielo con un dito. Era felice e felicemente innamorato. Poi si andava con la sua auto e pagava sempre lei, niente più bisogno dell’auto del padre o dei soldi.

Per Chiara Nedo non era solo il suo ragazzo, era la dimostrazione che lei, la secchiona, prima a scuola e poi al lavoro, ce l’aveva fatta su tutti i fronti. Era la realizzazione, la certificazione delle sue capacità del suo potere.

Lui faceva qualsiasi cosa lei volesse, ancorché assurda. Sapeste le volte che lo ha umiliato o fatto passare da stupido per la sua poca cultura. Ma lui niente, sembrava contento così.

Insomma erano fatti l’una per l’altro.

Si sposarono.

Tornarono a casa da lei.

Lei lavorava, lui faceva il casalingo.

Nedo faceva il Casalingo

Passavano le stagioni.

Lui teneva la casa, aspettando che tornasse la sera.

Lei a volte non tornava, a volte tornava, ma non cenava neppure, si cambiava e ripartiva, per tornare a tarda notte o la sera dopo.

Intanto passavano le stagioni.

Lei continuava a trascurarlo.

Lo sgridava.

Si incazzava.

Lui stava zitto.

Le stagioni continuavano a passare.

Nedo provò a ribellarsi, a dire qualcosa, ma lei gridava e lo prendeva a calci.

Lui disse basta, decise di andarsene, anche se non sapeva dove. Gli erano già morti entrambi i genitori.

Una sera andò via, gonfio di botte.

Uscì di casa e dormì alla stazione.

Il giorno dopo rientrò, non sapeva che fare.

Chiara questa volta si incazzò di brutto, anche lui si alterò, non voleva più subire in silenzio.

Chiara livida di rabbia per la sua ribellione, estrasse una pistola e gli sparò al petto. Un fiotto di sangue la raggiunse, era caldo, ma si ghiacciò subito, poi si sentì sporca.

Tutto era tutto rosso.

Chiara si appoggiò la pistola sotto il mento… poi tutto divenne nero.

Ceppoduro

Omicidio stradale.

Omicidio stradale

Siamo sicuri di risolvere la questione inasprendo le pene?

Non credo.

Omicidio stradale

Forse bastava applicare quelle precedenti.

Le pene servono a correggere errori non a creare carcerati ed emarginati, ce ne sono già troppi. Il recupero alla società non è agevolato da pene maggiori.

Negli USA, negli stati dove vige la pena di morte non mancano gli omicidi. La pena non è un deterrente, deve essere un mezzo terapeutico.

omicidio stradaleAbbiamo perso un’altra occasione di diventare un paese normale.

Che pena,

Meriteremmo legislatori migliori, forse anche stradini migliori, una viabilità migliore, autostrade migliori, più treni, più autobus, più taxi, più testa, teste con tanti neuroni, tutti accesi e collegati, un sistema neurale.

Ma siamo in Italia, che è bella non per merito nostro, qualcun altro l’ha fatta bella. Peccato quelli sian tutti morti e quelli di oggi la stiano imbruttendo.

Ceppoduro,

Contro tutte le guerre, anche quelle ideologiche.

Chi vince non ha sempre ragione.

 

Fonte

PD

Omicidio stradale, serviva una nuova legge?

Serviva una nuova legge?

Omicidio stradale. “L’Italia è uno Stato che lascia in libertà e impunito chi si macchia di un omicidio della strada e condanna all’ergastolo del dolore chi ha perso i propri cari accusandoli di essere emotivo”.

Marina Fontana è una donna minuta, ma forte. Ha finito le lacrime. Ma la voglia di lottare non l’ha mai abbandonata. Da quasi due anni combatte, da sola, una lotta per chiedere l’approvazione della norma che prevede l’omicidio stradale. E ora si rivolge ancora al premier Matteo Renzi, ma anche al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

“Sono 19 mesi che vivo il dolore di vittima della strada, moglie di un martire della strada – racconta – Sono 19 mesi che continuo a scrivere al governo, agli organi di stampa e adesso anche al neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

Marina Fontana è la moglie di Roberto Cona, morto nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 2013 sull’autostrada del Sole.

Continua a leggere su repubblica.it…

Dopo tanto abbiamo una legge

Bene, dopo tanto abbiamo una legge sull’omicidio stradale. Era richiesta da tempo, anche per le pene troppo blande previste precedentemente. La signora Fontana sarà sollevata, anche se non credo soddisfatta. Come si fa ad essere soddisfatti dopo quello che le è successo?

Oggi, però, mi domando se sia una legge giusta? Se serviva una nuova legge? Se serviva una nuova fattispecie di reato? Credo che la risposta sia sempre la stessa: “NO!”

E’ una legge doppia, che intaserà ancora di più le carceri, aumenterà l’ingiustizia e favorirà solo alcuni, a dispetto delle sue pretese giustizialiste. Servirà a placare il popolo, è una legge di pancia per lasciare le teste, ebeti e beate, tra le nuvole.

Su radiovaticana.it si legge

“Molte altre novità importanti, fra cui quella di punire con una pena che va da 5 a 10 anni chi guida in maniera azzardata e temeraria per alcune fattispecie di alta gravità del Codice della Strada. Quindi questo inasprimento di sanzioni va a colpire la criminalità che guida sotto alterazione psico-fisica da droga e da alcool, ma va a colpire anche chi azzarda alla guida.

(Leggi tutto l’articolo qui)

Con tutto il rispetto

Con tutto il rispetto per radio Vaticana, ma come si fa a pensare che un criminale incallito o chi guida ubriaco fradicio o qualcuno sotto effetto di stupefacenti sia impensierito dalle pene inasprite. Ma dai, via, non prediamoci in giro. Poi spiega che va a colpire anche chi azzarda alla guida, chi sbaglia, e questo è giusto, chi sbaglia paghi. Ma siamo sicuri che pagherà, e che la pena sarà giusta e commisurata al reato?

No, non sta scritto da nessuna parte, certo l’innalzamento del minimo fa si che non sia più possibile evitare la galera a chi uccide… specialmente sotto alcool o droga… o viaggiando all’impazzata… Ma allora se ti fermi a soccorrere sei fregato, ti arrestano e stai in galera in attesa di processo per qualche anno, prima di scoprire se era o non era colpa tua.

Allora conviene scappare

Ma allora conviene scappare, che se non ti beccano sei salvo. Certo inasprire le pene creare nuovi reati favorisce solo chi può approfittarsi di ottimi avvocati e può pagarli per lungo tempo in attesa di prescrizione. Il disgraziato, ubriaco e drogato,* continuerà ad uccidere ancora. Sarà chiamato assassino, ma i morti resteranno tali e anche tanti. Quindi, di nuovo, a che serve il nuovo reato? A curare i mal di pancia della gente comune, del popolino.

Il blog di Franco Vespignani & Eleonora Farneti mette un po di buon senso nella discussione:

“Probabilmente interventi a monte e diversificati potrebbero contenere molto meglio tali infauste eventualità.

Controlli serrati sulla distribuzione incontrollata di alcolici e di droghe all’interno delle discoteche e dei locali. Verifica sullo stato di coloro che si mettono alla guida all’esterno. Ma soprattutto rendere i locali fruibili facilmente con i mezzi pubblici. Nonché insistere con campagne di informazione che inducano i giovani a fare in modo che chi guida la macchina non beva, magari facendo a turno fra gli amici. Sembrano apparire strumenti, perlomeno, ugualmente incisivi.”

Si è voluto reprimere

Qui sta il nocciolo della questione; si è voluto reprimere, non prevenire. Nessuno, il governo in primis, sembra interessato a ridurre il consumo di superalcolici (che garantiscono forti accise). Nessuno è interessato a favorire il trasporto pubblico da e verso i luoghi di ritrovo. Meglio il consumo di carburante delle auto private (altre accise succulente). Nessuna educazione stradale nelle scuole, nessuna sanzione educatrice dei comportamenti scorretti, alta velocità, distanza di sicurezza, sobrietà alla guida.

Si preferisce punire

Si preferisce punire l’incidente, non cercare di evitarlo, e intanto qualcuno muore, qualcuno resta gravemente invalido, qualcuno lo sarà. Poi non sarebbe ora di correggere certi comportamenti, non meno gravi, che passano inosservati e non sono mai sanzionati, che non sono nemmeno criticati? Che genitori sono quei padri e quelle madri che affidano potenti macchine a ragazzini neopatentati? In barba alle leggi che lo vietano. Che non si curano di educarli alla guida e neppure di educarli alla vita?

Se, come spesso succede, oltre che incapaci, sono alla guida ubriachi o fatti? Non dovrebbero anche loro concorrere alla colpa? O almeno vergognarsi pubblicamente di quanto abbiano fatto o non fatto loro stessi e i loro figli? E questa devianza giovanile (solo giovanile? Non credo) non è solo colpa dei genitori, tutta la società ha minori valori morali. Ovunque si esaltano comportamenti come quelli causa degli incidenti, prodromi alla nuova legge.

Omicidio stradale 834px-Italian_traffic_signs_-_attraversamento_pericoloso.svg
F l a n k e r – Opera propria

Omicidio stradale

“L’Italia è uno Stato che lascia in libertà e impunito chi si macchia di un omicidio della strada e condanna all’ergastolo del dolore chi ha perso i propri cari accusandoli di essere emotivo”.

Marina Fontana è una donna minuta, ma forte. Ha finito le lacrime. Ma la voglia di lottare non l’ha mai abbandonata. Da quasi due anni comba

Omicidio stradale

“L’Italia è uno Stato che lascia in libertà e impunito chi si macchia di un omicidio della strada e condanna all’ergastolo del dolore chi ha perso i propri cari accusandoli di essere emotivo”.

Marina Fontana è una donna minuta, ma forte. Ha finito le lacrime. Ma la voglia di lottare non l’ha mai abbandonata. Da quasi due anni combatte, da sola, una lotta per chiedere l’approvazione della norma che prevede l’omicidio stradale. E ora si rivolge ancora al premier Matteo Renzi, ma anche al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

“Sono 19 mesi che vivo il dolore di vittima della strada, moglie di un martire della strada – racconta – Sono 19 mesi che continuo a scrivere al governo, agli organi di stampa e adesso anche al neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

Marina Fontana è la moglie di Roberto Cona, morto nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 2013 sull’autostrada del Sole.

Continua a leggere su repubblica.it…

Dopo tanto abbiamo una legge

Bene, dopo tanto abbiamo una legge sull’omicidio stradale. Era richiesta da tempo, anche per le pene troppo blande previste precedentemente. La signora Fontana sarà sollevata, anche se non credo soddisfatta. Come si fa ad essere soddisfatti dopo quello che le è successo?

Oggi, però, mi domando se sia una legge giusta? Se serviva una nuova legge? Se serviva una nuova fattispecie di reato? Credo che la risposta sia sempre la stessa: “NO!”

E’ una legge doppia, che intaserà ancora di più le carceri, aumenterà l’ingiustizia e favorirà solo alcuni, a dispetto delle sue pretese giustizialiste. Servirà a placare il popolo, è una legge di pancia per lasciare le teste, ebeti e beate, tra le nuvole.

Su radiovaticana.it si legge

“Molte altre novità importanti, fra cui quella di punire con una pena che va da 5 a 10 anni chi guida in maniera azzardata e temeraria per alcune fattispecie di alta gravità del Codice della Strada. Quindi questo inasprimento di sanzioni va a colpire la criminalità che guida sotto alterazione psico-fisica da droga e da alcool, ma va a colpire anche chi azzarda alla guida.

(Leggi tutto l’articolo qui)

Con tutto il rispetto

Con tutto il rispetto per radio Vaticana, ma come si fa a pensare che un criminale incallito o chi guida ubriaco fradicio o qualcuno sotto effetto di stupefacenti sia impensierito dalle pene inasprite. Ma dai, via, non prediamoci in giro. Poi spiega che va a colpire anche chi azzarda alla guida, chi sbaglia, e questo è giusto, chi sbaglia paghi. Ma siamo sicuri che pagherà, e che la pena sarà giusta e commisurata al reato?

No, non sta scritto da nessuna parte, certo l’innalzamento del minimo fa si che non sia più possibile evitare la galera a chi uccide… specialmente sotto alcool o droga… o viaggiando all’impazzata… Ma allora se ti fermi a soccorrere sei fregato, ti arrestano e stai in galera in attesa di processo per qualche anno, prima di scoprire se era o non era colpa tua.

Ma a

tte, da sola, una lotta per chiedere l’approvazione della norma che prevede l’omicidio stradale. E ora si rivolge ancora al premier Matteo Renzi, ma anche al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

“Sono 19 mesi che vivo il dolore di vittima della strada, moglie di un martire della strada – racconta – Sono 19 mesi che continuo a scrivere al governo, agli organi di stampa e adesso anche al neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

Marina Fontana è la moglie di Roberto Cona, morto nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 2013 sull’autostrada del Sole.

Continua a leggere su repubblica.it…

Dopo tanto abbiamo una legge

Bene, dopo tanto abbiamo una legge sull’omicidio stradale. Era richiesta da tempo, anche per le pene troppo blande previste precedentemente. La signora Fontana sarà sollevata, anche se non credo soddisfatta. Come si fa ad essere soddisfatti dopo quello che le è successo?

Oggi, però, mi domando se sia una legge giusta? Se serviva una nuova legge? Se serviva una nuova fattispecie di reato? Credo che la risposta sia sempre la stessa: “NO!”

E’ una legge doppia, che intaserà ancora di più le carceri, aumenterà l’ingiustizia e favorirà solo alcuni, a dispetto delle sue pretese giustizialiste. Servirà a placare il popolo, è una legge di pancia per lasciare le teste, ebeti e beate, tra le nuvole.

Su radiovaticana.it si legge

“Molte altre novità importanti, fra cui quella di punire con una pena che va da 5 a 10 anni chi guida in maniera azzardata e temeraria per alcune fattispecie di alta gravità del Codice della Strada. Quindi questo inasprimento di sanzioni va a colpire la criminalità che guida sotto alterazione psico-fisica da droga e da alcool, ma va a colpire anche chi azzarda alla guida.

(Leggi tutto l’articolo qui)

Con tutto il rispetto

Con tutto il rispetto per radio Vaticana, ma come si fa a pensare che un criminale incallito o chi guida ubriaco fradicio o qualcuno sotto effetto di stupefacenti sia impensierito dalle pene inasprite. Ma dai, via, non prediamoci in giro. Poi spiega che va a colpire anche chi azzarda alla guida, chi sbaglia, e questo è giusto, chi sbaglia paghi. Ma siamo sicuri che pagherà, e che la pena sarà giusta e commisurata al reato?

No, non sta scritto da nessuna parte, certo l’innalzamento del minimo fa si che non sia più possibile evitare la galera a chi uccide… specialmente sotto alcool o droga… o viaggiando all’impazzata… Ma allora se ti fermi a soccorrere sei fregato, ti arrestano e stai in galera in attesa di processo per qualche anno, prima di scoprire se era o non era colpa tua.

Ma a

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F l a n k e r – Opera propria

E comunque

Benché la mortalità ed i feriti negli incidenti nell’ultimo decennio siano calati (Fonte ISTAT), si decide di creare un nuovo reato. Invece di investire in azioni deterrenti dei comportamenti sbagliati, come l’educazione stradale nelle scuole ed il controllo stradale nelle strade, per favorire questo trend al ribasso di morti, feriti ed incidenti.

Questo si poteva fare, semplicemente riaggiustando le sanzioni già previste dal codice precedente. Ma no! Troppo facile. Ma allora perché, a pro di chi?  Di avvocati? Di razzisti? O di avvocati razzisti? Che molti incidenti mortali coinvolgono anche persone straniere, senza permesso, senza licenza, senza limiti. Ci sono, è una realtà, ma questa legge li fermerà? Io credo proprio di no.

Inoltre

C’è il comportamento di molte potenziali future vittime verso molti potenziali futuri assassini che andrebbe sanzionato ma di cui nessuno parla. Non fa audience. Non genera empatia. Ne porta voti.

Molti pedoni, ciclisti e motociclisti (normalmente quelli con scooter o motocicli leggeri) sono bombe viventi, kamikaze in nuche, pericoli costanti. Guidano senza regole, forse senza conoscerle, ti passano a destra, ti arrivano contromano, da ogni parte ed in ogni dove. Di questo però nessuno parla. Certo non possiamo arrestarli tutti e quando diventano vittime gli investitori diventano “pirati della strada” un termine che mi ha sempre disgustato.

Pirati

I pirati solcavano i mari in cerca di prede, nessun conducente di veicolo oggi va in giro in cerca di un pedone da investire, neppure quelli sotto effetto di alcool, che azzardano convinti di riuscire bene alla guida. E allora insegniamogli che non possono farlo, facciamoglielo capire, anche multandoli ripetutamente se volete, ogni volta che si mettono alla guida in condizioni non idonee, educhiamoli e correggiamone i comportamenti. Ma no, questo no, perché il barista deve continuare a vendere e più vende e meglio è. E lo spacciatore deve vendere, spacciare, come il barista. Perché il business è business.

Poi se questo inasprimento creerà molti problemi alla giustizia, celle più piene e tribunali ancora più intasati di adesso, non importa a nessuno. Gli innocenti si faranno la galera preventiva mentre qualche criminale riuscirà a farla franca, addio certezza della pena, sbandierata a propaganda. La certezza della pena può esserci solo se le leggi sono poche, chiare ed i processi veloci e giusti.

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Un’esperienza terribile

Comprendo che deve essere un’esperienza terribile perdere una persona cara, uccisa improvvisamente in un incidente stradale. Specialmente se vittima incolpevole o presunta tale. Specialmente se giovane. Comprendo che un parente non possa essere obiettivo. Ma non riesco a capire perché non possa esserlo un legislatore: Non capisco la voglia di vendetta della gente. Specie di quelli non coinvolti direttamente.

Vogliamo la pena di morte?

In barba a tutti i precetti cristiani di Carità e Perdono, vince la rivalsa, il giustizialismo. Vogliamo la pena di morte? In Toscana fu abolita tanto tempo fa, quando eravamo illuminati, forse quando eravamo uomini. Questa voglia di punire ad ogni costo è anche molto lontana dalla nostra Costituzione, dalle sue idee fondanti, la quale Costituzione della Repubblica Italiana porta avanti l’idea del recupero, della rieducazione di chi ha sbagliato.

Come possiamo recuperare chi finisce in galera per trent’anni a causa di un incidente? Certo deve essere giudicato velocemente, con constatazioni puntuali ed inappuntabili e poi deve pagare, ma non con l’ergastolo, il quasi ergastolo (30 anni), una quasi pena di morte per l’omicidio stradale, omicidio stradale! Omicidio stradale?

I morti non si possono recuperare alla vita, i vivi si! Si dovrebbe cercare di farlo.

Lo stato

A questo punto lo stato, che guadagna nella vendita di superalcolici, non avrà più scuse se sarà citato in giudizio per complicità in omicidio stradale. I controlli non sono sufficienti, altrimenti non avremmo gente ubriaca, ne minorenni, ne giovani ne adulti ubriachi in giro o alla guida. Se non guidassero ubriachi non avremmo più incidenti. Lo stato è corresponsabile. Lo fa per soldi, non se ne cura

Ragazzi, ma anche non più ragazzi, cercate di essere guidatori accorti, non guidate in stato confusionale, fermatevi ed aspettate che passi. Fate attenzione ai pedoni, ai ciclisti, ai motorini, specialmente se vengono in senso contrario, rallentate, fatevi superare prima di ripartire. Occhio a destra, c’è sempre un coglione in motorino o in bicicletta che passa, non girate, non stringete a destra senza controllare gli specchietti retrovisori. Non guidate veloci, si arriva lo stesso, si arriva nello stesso tempo. Se qualcuno vuole passare, fatelo sorpassare agevolmente, non serve ostacolarlo, poi potrete guidare tranquilli. Fino a casa.

Siate prudenti

Ragazzi, ma anche non più ragazzi, siate pedoni, ciclisti, scooteristi prudenti, non passate a destra, ma nemmeno a sinistra ai semafori ed agli incroci, non saprete mai quando l’auto accanto partirà, ne che direzione prenderà, l’asfalto è duro, la lamiera anche, i vetri delle auto ed i paletti dei cartelli sono durissimi.

Genitori

Genitori, tenete d’occhio e per mano, soprattutto per mano, i vostri figli, anche quelli più grandi, dove c’è traffico, i figli sono imprevedibili e non hanno fatto scuola guida, forse non sanno nemmeno dei danni che può provocargli un auto o anche solo una bicicletta. Gli avete insegnato come comportarsi per strada, li avete mai avvertiti delle conseguenze dei loro gesti? Fatelo. Fatelo subito.

Amministratori, avete fatto marciapiedi? Piste ciclabili protette? Avete cambiato/migliorato la viabilità? Avete fatto zone pedonali? Allora che cazzo avete fatto, siete corresponsabili dell’omicidio stradale, degli omicidi stradali, che avverranno nelle vostre città, nei vostri paesi nelle vostre strade, come lo è lo stato venditore di alcool.

Gente,  avete mai riprovato il comportamento di automobilisti, pedoni, giovani, vecchi? Avete mai detto ” Ma che cazzo stai facendo?” a qualche smargiasso? Fatelo, fatelo subito, appena vi capita.

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E ora ciclisti e pedoni, tutti nel traffico?
Monza -via San Gottardo-inizio-pista-ciclabile
Albertomos – Opera propria

 

 

Probabilmente

Se tutti avessimo fato o facessimo questo, probabilmente, non avremmo avuto bisogno di nuovi reati. E non ci sarà bisogno di applicarne le pene.

Mi scuso ancora con chi prova e ha provato il dolore di una perdita da incidente stradale, ma il populismo di certi legislatori mi addolora e ancor di più mi indigna.

Voi avete ragione di essere affranti ed arrabbiati ma chi legifera non dovrebbe esserlo, invece…Invece di fare preferiscono giudicare, anche se non ne hanno la facoltà. Ricordiamoci che i verdetti del CSI si ottengono solo in certi telefilm americani, mentre il RIS è senza soldi e viene usato con parsimonia, molto parsimoniosamente. La ricostruzione di un incidente è molto difficile, mentre non lo è la ricostruzione giornalistica sensazionalistica.

Ma quest’ultima non serve, o almeno, non dovrebbe servire, a decidere dei delitti e delle pene.

Giancarlo

Fonti:

Il sole 24 ore

Il sole 24 ore norme e tributi

Movimento 5 stelle alla camera

Il Corriere.it

ISTAT