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Elogio dell’incompetenza.

 

Ancora elogio dell’incompetenza.

Oggidì sento un gran vociare .

In strada gente che bercia per farsi notare, strilloni davanti all’edicola che mantrano: “iiiooo, …saprei come fare!”, “iiiooo, …ho la soluzione ai problemi!”, “iiiooo, …che ho tanta esperienza…”, “iiiooo, …che da vent’anni…”, “iiiooo, che ho gli amici giusti….”,  “Lasciatemi fare a me, che conosco com’è”, “iiiooo… “.

E sento altri urlare contro: “Non siete capaci di nulla”, “Siete tutti Imbranati, senza nessuna esperienza”, “Non sapete nemmeno quello che fate”, “Non fate nulla, combinate solo disastri perché non conoscete la macchina che vorreste guidare”, “Li avete messi li, ma combineranno disastri, vedrete, vedrete…”, “Anzi, non combineranno niente, non sanno comandare”.

“E Roma non è orma d’amor, ne ramo di mora, ne Livorno, ne Parma ne Torino”.

“Voi vorreste fare cosa?”

“E’ giunta disgiunta la giunta di Roma che aroma d’arrosto c’è giunto or or”

Elogio

E io… resto attonito. Io… non capisco che succede. Io… non capisco cosa non va e nemmeno capisco perché dovrebbe andare meglio in altro modo.

“C’han provato tutti da dritta da manca, e per questo ch’arranca di Roma l’onor”.

Io… sono esterrefatto. Eppure il cambiamento l’ho voluto anch’io: “Togliamo di mezzo tutti i parrucconi, i vecchi, i baroni, aggrappati alle loro laide cattedre. Largo ai giovani. Largo al cambiamento, di facce, di teste, di paradigma. Facciamo le cose  per il bene comune, non per interesse personale, fermiamo il sistema ormai marcio e mafioso”.

Poi d’incanto qualcosa

Poi d’incanto qualcosa simile a quel che pensavo accade, ed invece di elogi sento il fervore di inquisizione, i ferri e le gogne per il nuovo e di molti l’accanirsi sui pochi, vedo forche e forconi levarsi in alto contro i giusti, vedo pestare l’acqua della riva per intorbidire lo stagno.

Mi rendo conto che anche prima c’erano berciatori di strada, mestatori di acque, affumigatori di gente ed accaniti censori.

Ma non son più gli stessi. Quelli che ora si stracciano ora le vesti, sono i benpensanti di prima, chi ora si rivolta e s’indigna, prima, allegramente, leccava il culo ai potenti.

Elogio

Ma che cosa è cambiato?

Di chi è la ragione?

Perché succede tutto questo?

Cui prodest?

Elogio

Certo chi ora non detiene il potere è logorato dalla sua mancanza, ma finora sembrava che la perdita dello stesso potere non lasciasse scontenti i perdenti.

Un po’ di riciclo, un cambio casacca, di qua e di la, a manca e manritta, l’un con l’altra girandosi intorno come in un valzer Viennese, lo scambio a distanza tanto ravvicinata da non distinguere differenze.

Anzi

Anzi abbiamo visto, subito semmai, le uguaglianze e un certo vanto, becero, a dir di far meglio (peggio) dell’altra parte avversa, sicché molte volte (sempre) non siamo riusciti a percepire il cambiamento. A parole, negli scopi dichiarati magari sì, ma nella sostanza no, mai.

Poi sono arrivati gli altri, i terzi, i terzi esclusi, alla spicciolata, alieni, si sono seduti sullo scranno ed hanno cominciato a guardarsi intorno, e, contando le stelle, hanno cominciato a dir di no. Respingendo i cani famelici, li attorno abbrancati all’osso, hanno tolto l’osso e smesso di smembrare la preda, cercando di rianimarla, dove non fosse già morta.

Hanno, non miracolosamente, ma scientificamente fatto risorgere le città che hanno preso, a volte velocemente, a volte le han dovute assediare, ma sempre han detto di volerne la rinascita, la resurrezione.

Io credo in questa gente, onesta e disinteressata, che non bercia e si lascia insultare con orgoglio, perché crede in quello che fa e crede che anche gli altri ci credano.

Vogliono un domani possibile, vogliono consegnare qualcosa ai nostri figli.

Dobbiamo credergli, dargli fiducia. Se non saranno “alti” (all’altezza) gli tireremo le pietre, se saranno “brutti” (faranno male) gli tireremo le pietre, se saranno “belli” (faranno per se) gli tireremo le pietre, ma se saranno e faranno quel che dicono di voler essere e fare, li ringrazieremo e gli chiederemo di chiamarne altri con se, che portino avanti le loro idee e proseguano nel loro percorso, dopo di loro, dopo di noi, per loro e per noi.

Credono all’occasione che fa l’uomo ladro, per questo si spogliano come Francesco dei loro averi. Per questo non vogliono onori e dopo un po’ non vogliono neppure mantenere gli oneri del loro lavoro (Come Menenio).

E’ una grande ricchezza dell’Italia di oggi.

Elogio loro.

Elogio la loro idea.

Ancora elogio la loro onestà.

E pure elogio la loro incompetenza.

 

Ceppoduro.

Media.

Parliamo di media

Media

C’è un media, la TV, che ha rappresentato molto nella vita della gente.

Media
Philips (progettista/ costruttore) – Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano. CC BY-SA 4.0 File:Televisore CRT, bianco e nero, portatile, a transistor – Museo scienza tecnologia Milano 10108 01.jpg Creato: tra il 1970 e il 1980 w:it: Creative Commons attribuzione condividi allo stesso modo Questo file è licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale Tu sei libero: di condividere – di copiare, distribuire e trasmettere quest’opera di modificare – di adattare l’opera Alle seguenti condizioni: attribuzione – Devi attribuire la paternità dell’opera nei modi indicati dall’autore o da chi ti ha dato l’opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l’opera. condividi allo stesso modo – Se alteri, trasformi o sviluppi quest’opera puoi distribuire l’opera risultante solo con la stessa licenza o una simile a questa.

La televisione, l’apparecchio su cui si guarda la TV, è un bell’oggetto di arredamento, lo è sempre stato, molto bello ed anche costoso. Tutti lo acquistano al disopra delle loro possibilità, non vogliono apparire poveri o meno ricchi di quanto non siano.

Apparecchi TV

Oggi la classe sociale possiamo misurarla con i pollici e le forme dell’apparecchio: Sotto i 50″ non sei nessuno, ma ti distingui a seconda dello spessore (basso) dello schermo e cominci ad essere “inn” se hai lo schermo “Curved”. Naturalmente anche il numero degli apparecchi contribuisce, ma come è quello principale conta molto di più.

media

La risoluzione è ormai altissima, l’immagine è più definita della realtà, sia sia per apparecchi LCD, plasma, LED o OLED.

Canali TV

Così alla televisione danno molti programmi, l’offerta è ampia: ci sono canali di informazione, di musica, di film, canali sportivi, naturalistici, di cucina, sulla salute e i polizieschi, o “crime story” come si dice ora. Il segnale può arrivare in vari modi, via etere, dove le frequenze sono aumentate a dismisura dopo la digitalizzazione, via cavo, poco usata in Italia, ma che come per via satellite, anche essa con numero esagerato di canali.

Bene abbiamo tanti canali disponibili su ogni apparecchio TV, molti più di pochi anni  fa, la tecnologia è andata avanti, ma cosa trasmettono tutti questi canali?

Merda!

Mettono in scena un mondo alterato, irreale, perverso e falso.

Falso.

Questo media è sostanzialmente falso, in tutto quello che fa, in tutto quello che dice, anche quello che mostra è falso, distorto truccato. Non serve scagionare qualche programma, che non è così, la maggior parte del totale è negativa.

-L’informazione è plasmata, almeno fino al punto di non nuocere al potere, la realtà è completamente travisata per dare un’idea diversa del mondo e farti credere vero quello che non è.

-La musica è solo una marmellata di note e di ritmi sparati a volume altissimo, senza senso, senza cuore, senza amore. Che non diffonde cultura, ma la disperde.

-I film, rassegna di persone morte che sembrano vive e ancora mostrano il meglio di se. Ci stiamo guardando allo specchio pensando di essere davanti alla TV.

-Lo sport, un business per pochi, strapagati, un bromuro economico, un doping efficiente e una droga di massa invasiva.

-I documentari ci mostrano bellissimi paesaggi ed animali, esotici, in via d’estinzione o destinati ad esserlo, tutto bello, tutto il contrario delle brutture dei nostri paesi e delle nostre città, luoghi troppo antropizzati per convivere con la natura.

-La cucina, ti mostrano quello schifo che chiamano cibo, cibo globale, carne e verdura tritata, riempita di salse impossibili, omologazione mondiale della ipernutrizione forzata, per tutti la stessa sbobba. Propongono merda. Buon appetito.

-I programmi sulla salute; le malattie in piazza, pornografia della salute, Viagra per malati nel loro percorso terminale. Godere vedendo altri malati, per ora in condizioni peggiori delle loro.

Insomma la TV non sembra essere molto più

Cos’altro? Ah, si! I polizieschi, gli unici programmi seri, raccontano la morte, l’unica cosa vera di cui si parli in televisione. Raccontano dei criminali, delle pulsioni omicide della gente, delle vittime, delle loro sofferenze, di cui non parla altrimenti nessuno.
Ecco dicono che il mondo si divide in vittime e carnefici, raccontano la verità, la verità ultima, la verità vera.

Insomma la TV non sembra essere molto più che un oggetto d’arredo, in realtà, grazie alle nuove connettività l’apparecchio può collegarsi a internet e vedere film (altri film), video (altri video) o testi o altro. Le pessime performance del media si possono ora mediare con quelle del web, dove il caos regna sovrano, ma dove almeno uno può valutare e verificare.

Non è da prendere per buono tutto quello che passa la rete, anzi occorre verificarlo in altri siti, seguendo i link, usando i motori di ricerca.

Per ora, in rete, si riesce a capire meglio il mondo.

Domani non lo so, ma per ora…

Ceppoduro

Equo, OXFAM ci spiega cosa è equo e cosa no.

Equo

Equo significa per il Treccani

èquo agg. [dal lat. aequus]. 
– Che è conforme a equità, cioè alla giustizia nel suo ampio significato morale: 
pretendere un’e. distribuzione delle ricchezze; non sarebbe e. dar tutto a lui; di persona, 
che ha equità: un giudice equo. In senso più materiale, giusto, umano, 
debitamente proporzionato: condizioni e., un e. compenso; per e. affitto, 
e. canone, v. canone, n. 4. ◆ Avv. equaménte, con equità, con giustizia, 
con giusta proporzione: giudicare equamente; ripartire equamente gli utili o gli oneri.

Icona sinonimi.png Sinonimi

Fairytale right blue.pngFairytale left blue.png Contrari

Oggi è stato pubblicato il rapporto OXFAM e possiamo capire qualcosa in più sul termine equo.

EquoPossiamo dire subito che il mondo non è equo.

I poveri sono sempre di più e più poveri mentre i ricchi sono sempre di meno e più ricchi.

La metà più povera del pianeta è oggi più povera di quanto calcolato in precedenza, mentre i ricchi accrescono la loro ricchezza vertiginosamente, vedremo poi perché. Sapete chi detiene pari ricchezza della metà più povera del mondo? Otto persone, otto super ricchi posseggono tanto quanto la metà più povera del mondo.

Scandaloso!

Ma, comunque, l’uno per cento della popolazione planetaria, i più ricchi, detengono la stessa ricchezza del restante 99% della popolazione.

Scandaloso!

Ma leggetevi il reportage, ne troverete delle belle.

In Italia l’uno per cento dei nostri connazionali, i nostri Paperoni, possiede il venticinque per cento (un quarto) della ricchezza nazionale netta.

Scandaloso!

Ma come fanno?

“Oxfam ha calcolato che 1/3 della ricchezza dei miliardari è dovuta a eredità, mentre il 43% a relazioni clientelari. A chiudere il cerchio c’è l’uso di denaro e relazioni da parte dei ricchissimi per influenzare le decisioni politiche a loro favore. Ovunque nel mondo i governi continuano a tagliare le tasse su corporation e individui abbienti“.

Insomma ereditano, rubano, corrompono e non pagano tasse.

Equo

Ma  noi che possiamo fare?

Poco, penso, se non indignarci e non riverire i potenti, ma ricordargli che ci stanno sottraendo il futuro, a noi ma, soprattutto ai nostri figli.

Tutti, banca mondiale in testa, volevano eradicare la povertà, per evitare problemi sociali, rivolte, immagino, terrorismo, suppongo, vergogna, spero.

Ma non è successo nulla.

Anche Francesco, a parte scegliersi un nome in empatia con i poveri, non ha fatto gran che, non è vero Franci?

Ma poteva far di più?

Non credo. Se non spogliarsi dei beni materiali del papato. Ma allora… Benedetto…

Solo mi chiedo cosa se ne facciano questi signori di tutti questi soldi, di questa ricchezza, di questo potere? Utilizzato per sottomettere altri uomini e donne, per renderli servi, per affamarli, mutilarli, per piegarli e/o per piagarli.

Penseranno di sopravvivere a se stessi?

Aveva ragione Totò ne “A livella” a raccomandare al gran signore, marchese e tante altre cose, sepolto accanto a lui, di non scacciarlo via, lontano dalla sua tomba” ‘ste fesserie le fanno solo i vivi, noi siamo persone serie, apparteniamo alla morte”.

Confidiamo.

Ceppoduro

 

Numeri, amare considerazioni

Numeri.

Considerazioni, amare, sui Numeri.

Numeri.

Numeri ovunque, continuamente, sempre e comunque, veri, meno veri, non veri. Ci arrivano così tanti numeri che non se ne capisce il senso.

Numeri in pubblicità:

Come per il prezzo e le caratteristiche delle cose al megaristore o all’ipertroop: telefono con processore  a 100 megahertz, 10 megawatt, 2,4,5 mega di RAM, ROM, RUM, fino ad ubriacarti. Tutto a 499€ o 49,99€ prima rata, 29,90€ al mese fino a fine anno, a soli 9,99€, 99 centesimi… alla fine chissà cosa costa quanto? Gli sconti oramai non sono mai inferiori al 50%, meglio se, oltre al primo -50% aggiungo un altro -20%, anzi -40%. Numeri vomitati su di noi a getto continuo.

Numeri in statistica:

Ogni mese nuove statistiche che parlano del trend a fine anno, basandosi su quanto rilevato nei due o tre mesi precedenti. “Ridotta la disoccupazione dello 0,3%; 0,9 su base annua, per il secondo trimestre consecutivo, ma il numero dei cercalavoro aumenta anche se la disoccupazione giovanile cresce l’occupazione è stabile con un +0,1 medio. Statistiche con previsioni mai verificate: nessuno che ti dica tre mesi fa avevamo detto che sarebbe andata così, e ci abbiamo preso in pieno o, più realisticamente, non ci abbiamo preso per niente.

Numeri nelle tasse:

Boom delle entrate +4% ma il gettito è a rischio per le gelate di questa stagione. L’IVA cresce per l’annuncio della riduzione del cuneo fiscale, che sarà fatta quando il PIL sarà finalmente a due cifre, dopo la virgola. Numeri sempre e solo numeri.
Le cifre sono sempre interpretate a favore del governo in carica senza però, mai rinfacciarle a quello precedente, perché è pur vero che a volte ritornano e non vorrete mica parlar male di uno che oggi è nella polvere ma domani potrebbe essere ancora al balcone?

Numeri in politica:

Quello che succede o succederà per le decisioni prese viene spiegato con numeri semplici, + e – significano bene e male (o male bene a secondo dell’argomento)

– tasse = bene, + gettito = bene, – costi = bene + sconto = bene,

– disoccupazione = bene, + in cerca di lavoro = bene.

Ma anche + rifugiati = male – calcio = male.

Nessuno che dica: + trasparenza = – corruzione= bene, + corruzione = – servizi = male,

– stato = + mafia = male, – pubblico = + privato = male.

Numeri e parole:

E giù numeri in fila come se piovesse, tanto prima che ci si possa ragionar sopra ce ne danno in pasto altri che dicono il contrario ma che non smentiscono mai i precedenti. Poi se qualcosa è andato storto e va proprio detto che qualcosa è andato male, si tirano in ballo la congiuntura economica, la crisi finanziaria, le torri gemelle, l’ISIS e Saddam e Putin o la concorrenza Cinese.
Tanto che il servizio sui dati statistici sembra più un bollettino di guerra che realtà numerale. E il servizio alla radio, che dovrebbe farci capire, ci disinforma.

Parole , non numeri:

A proposito della radio, di tutte le radio, parlate, gridate, sghignazzate, di quasi tutte  insomma, i loro conduttori, speaker, giornalisti, imbonitori non solo non ci spiegano più i numeri che danno, ma non sanno più nemmeno l’Italiano, non sanno coniugare i verbi, non li mettono nemmeno correttamente al plurale.
Ma se non sanno nemmeno parlare, che volete che ci raccontino oltre le favole?
Beh secondo me sanno far bene il loro mestiere che oggi non è più di informare gli ascoltatori, ma di intrattenerli e dargli compiti leggeri da fare, calcoli e ragionamenti semplici, per tenerli occupati senza stancarli, per tenergli occupata la mente e non farli pensare, che pensare fa male e pensare male è peccato.

Numeri

Conclusione (amara) sui numeri:

Ci propinano tutti dei numeri, tanti numeri, che ci frullano in testa e non li capiamo:

Non li capiamo un po per pigrizia, nostra, un po per malafede, di chi ce li fornisce.

Poi non c’è nessuno che li spieghi, che ne spieghi il significato in fatti reali, su come cambiano la, o dipendono dalla, nostra vita.

Smettiamo di prenderli per buoni, critichiamoli, scopriamone il significato.

Vedremo che un PIL da dieci anni negativo o al massimo allo zero virgola non è un dato positivo, significa che i governi che si sono succeduti hanno fallito o ci hanno ingannato, lo 0, non è un risultato negativo dovuto alla congiuntura è un disastro e, probabilmente, qualcuno ci ha lucrato e ne ha mangiato o sperperato una parte che ora non c’è più e sarà sempre più difficile da recuperare.

Che vuol dire…

Quando ci dicono che la disoccupazione è calata dello 0, nell’ultimo trimestre non è migliorato nulla, siamo nella merda proprio come prima.

Quando ci dicono che c’è stato un boom di gettito fiscale, vuol dire che ci hanno tassato di più, abbiamo pagato di più, chi paga ha pagato di più.

Quando ci raccontano che hanno recuperato miliardi di evasione non hanno incassato un soldo di quelli evasi, perché gli evasori non pagheranno una lira a meno che non ci siano sconti e vantaggi per loro, e totale impunità, ovviamente, hanno scoperto un’evasione ma non troveranno mai i soldi.

E quando ti dicono che hanno salvato la tua banca, significa che la tua banca ti ha rubato i tuoi soldi e, non contenti, anche lo stato ti ha rubato dei soldi per salvarla.

Quando si scopre uno scandalo politico economico ti hanno fottuto un casino di soldi o di libertà.

Oppure quando piangono gli hai bocciato una legge costituzionale incostituzionale, significa che ti sei preso una piccola rivincita.

Goditela.

Ceppoduro

Verità, cosa sarà mai?

La verità.

Oggi mi domandavo cosa sia la verità, guardando in ½ora su RAI3.

In verità parlavano di giornalismo, delle mezze verità delle mezze bugie, delle bufale inventate per orientare il pubblico, l’opinione pubblica, raccontate da giornalisti, da politici e da altri. Credo fosse in risposta ad un post di Beppe Grillo a proposito delle balle raccontate dai mezzi di informazione italiani, che Grillo vorrebbe, ironicamente, sottoposte al giudizio del popolo, del tribunale del popolo.

Quindi cos’è?

verità rosa

Tutto quello che corrisponde alla realtà delle cose o dell’essere è vero e quindi lo è. Una rappresentazione oggettiva del mondo lo è, una sua rappresentazione non oggettiva non lo è. Quando abbiamo coincidenza tra pensiero ed essere stiamo esprimendo qualcosa di vero. Un’idea che rappresenta la realtà è vera.

Ma come sappiamo che questi concetti rappresentano fedelmente l’essere e non ne sono semplicemente una interpretazione soggettiva, e quindi falsa?

Per Parmenide il primo a discuterne semplicemente l’«essere è», e il «non-essere non è». Poco cambia in seguito con l’idea di Platone. La caratteristica del vero in un discorso consiste nel «dire gli enti come sono», mentre la proprietà del falso è quella di «dire come non sono». Aristotele ne diede una definizione simile: «dire di ciò che è che non è, o di ciò che non è che è, è falso; dire di ciò che è che è, o di ciò che non è che non è, è vero».

Ma se un fatto o un idea, come nelle bufale di cui discutevano in trasmissione, possono essere, ragionevolmente, descritti in due modi opposti entrambi veri, per chi li propone e per chi vi si oppone, il dilemma su cosa sia vero resta.

la verità

Possiamo analizzare il problema con la logica per arrivare a stabilire quale sia il criterio che è necessario seguire per trovarla (la verità). Cartesio pensava che il pensiero fosse la chiave del metodo per scoprire il vero, pensiero che io traduco in dubbio. Dubitare aiuta a valutare lo stato di veridicità di qualcosa, idea, concetto, (interpretazione di un) fatto. Karl Popper ci ha detto che la verità possiamo trovarla, anche per caso, ma la certezza di averla non possiamo mai averla.

Penso

che sia chiaro che quando si parla di vero si finisce per relazionarla direttamente con una teoria, un idea, un concetto. Cioè non parliamo del vero in se, ma della verità del nostro pensiero, della nostra idea del mondo. Insomma si finisce o a dire che il vero è banale: 1+1=2 e non ci sarebbe nemmeno bisogno di parlarne se non in casi particolari quali i paradossi. In questo caso non è facile verificare la coerenza tra affermazione e realtà. Ma come verifichiamo questa coerenza? Ad esempio possiamo confrontarci  con altri e se anche gli altri concordano, stiamo affermando il vero.

Ma questo

non risolve il quesito delle due versioni contrastanti della stessa verità. Se gli esperti non concordano nell’interpretazione quale è quella vera?

Già gli antichi greci ne discutevano e loro possono aiutarci.

La verità in greco antico si diceva disvelamento, togliere il velo che oscura la vista all’essere. Quindi il vero va ricercato e scoperto dalle ombre che ne privano la vista.

Cioè dobbiamo darci da fare per capire quello che è vero, che non è evidente ma normalmente occultato. Quindi occorre pensare per distinguere quello che è. Pensare è difficile e per evitarlo intervennero le religioni religioni con la fede, una verità rivelata a priori, senza problemi.

Ma nemmeno loro ci risolvono la questione, anche le fedi (differenti) possono sostenere verità diverse dello stesso fatto, della stessa idea.

la verità

Kurt Gödel ci può aiutare,

egli ha affermato che non sempre sia possibile dimostrare ciò che è vero. Perché ogni sistema viene valutato su degli assiomi e questi sono verità date che servono a spiegare il resto ma non possono spiegare se stesse. Le verità fondamentali non sono dimostrabili. Dobbiamo distinguere tra le verità di ragione e quelle di fatto nel primo caso non possono esserci divergenze nella valutazione nel secondo sì. Per una contingente (non necessaria) può avere un opposto anch’esso vero. Se analizziamo logicamente le due possibilità possiamo arrivare alla verità primitiva che sottostà ad esse.

Alla domanda

iniziale su cosa sia la verità possiamo rispondere che ce ne sono due: una oggettiva, che si basa sulla realtà dei fatti, e una soggettiva, che si appoggia alla nostra esperienza e visione del mondo. La soggettiva può avere due versioni contrapposte.

Allora se non possiamo esprimere il concetto con verità primitive e condivise, non riusciremo mai a mettere d’accordo i due partiti, ed è quello che succede sempre ognuno si convince della sua verità soggettiva, molto spesso senza curarsi nemmeno di verificare se ce ne siano altre oggettive a sostegno di questa, e contesta falsità all’altra visione soggettiva del mondo che ha la controparte.

E così ogni verità crea i presupposti per giustificare guerre (che qualcuno chiama anche peace keeping), uccisioni, ruberie, sfruttamenti, liti, scazzottate, lancio di pietre, di invettive, di macumbe, maledizioni vudù e amenità varie.

Così va il mondo ognuno ha la sua verità che diventa questione di fede, per cui si può giustificare di tutto.

Cogito ergo pugno.

Giancarlo

 

A Levane, Levanesi organizzano viaggio nel tempo

Oggi siamo venuti a conoscenza, tramite alcune nostre fonti riservate, “Le fonti Leona”, ma non possiamo darvi altri dettagli, che a Levane, alcuni abitanti hanno fatto un viaggio nel tempo. Essi hanno viaggiato indietro nel tempo per cercare di risolvere il problema del sillogismo Levanesi – maialai, che da troppo tempo umilia il paese. Questa accusa di maialai poteva avere a che fare con le errate interpretazioni lessicali di un Americano e la colorita descrizione della locanda di Levane (una trip advisor user antelitteram) di una scrittrice Inglese.

Levane viaggio 1844

Nel 1844 passò da Levane anche il poeta statunitense Bayard Taylor che, nella sua relazione di viaggio, racconta: “ma Levane ci ha fatto dimenticare tutti i disagi della giornata. Era notte, nevicava, e davanti a un grosso falò, sedevano due o più contadini. È stato divertente perché quando uno di loro ha chiesto ad un altro di scambiare con noi qualche parola quello gli ha risposto “perché dovrei dirgli qualcosa?

Lui non fa il nostro lavoro” Poi il primo contadino è sparito improvvisamente e gli altri due mi hanno detto: “Noialtri siamo solo dei maialai e non le interesserà di certo parlare con noi”. Poi però la sua curiosità ha prevalso ed ha attaccato bottone: ne è nata una lunga chiacchierata. La cosa più buffa di tutte è che a loro rimaneva difficile da capire come è che ci fosse da attraversare tanta acqua, senza nessuna terra in mezzo, per arrivare nel nostro paese [gli USA] quando a loro basta passare l’Ambra o l’Arno per andare ovunque“.

Levane viaggio 1785

Mentre Miss Mary Barry nel suo diario di viaggio, annotava al giorno 25 maggio (Circa 1785): «Arrived at Levane; inn very bad, a tip, a pigsty». Insomma la locanda faceva schifo, un vero maialaio.

Fino ad oggi dai resoconti di questi due viaggi sembrava dovuta la fama di  maialai per tutti i Levanesi.

Levane viaggio 2016

Alcuni abitanti di Levane, guidati da un noto chitarrista rock locale, che chiamerò Marco, per non chiamarlo con il suo vero nome, hanno costruito un macchinario, trasformando amplificatori acustici collegati in serie tramite un “pipe” scritto in linguaggio “ADA”, a PC Portatili e Smart Phone Android di ultima generazione, capace, a suo dire, di percorrere un viaggio a ritroso nel tempo.

Il linguaggio di programmazione ADA è stato scelto perché porta questo nome in onore di ADA LOVELACE figlia di Lord BYRON (diciottesimo secolo).

L’intenzione della setta di Marco

L’intenzione della setta di Marco sembra fosse quella di viaggiare nel tempo per impedire che alcune asserzioni fossero pronunciate da dei contadini intorno al falò a Bayard Taylor durante l’inverno del 1844. In un secondo tempo potrebbero proseguire a ritroso nel tempo fino a pulire la locanda del paese, prima dell’arrivo della famosa scrittrice.

Sempre grazie al nostro “corvo” abbiamo la possibilità di raccontarvi come è andata.

Vediamo che cosa è successo a Levane.

Non conosciamo i dettagli della macchina ma abbiamo un pezzetto del codice ADA utilizzato per creare il Pipe Temporale che permette il viaggio nel tempo:

procedure ModMoodTaylor is
  Timelapse: array (Integer range 1844..2016) of Integer;
begin
  for Trip in Timelapse'Range loop
    Timelapse(Trip) := Trip;
  end loop;
end ModMoodTaylor;

Il viaggio a ritroso dicono si sia svolto

Il viaggio a ritroso dicono si sia svolto regolarmente, anche se la velocità del sistema lasciava a desiderare, forse per l’uso di PC con sistema operativo proprietario obsoleto, comunque il nostro Marco, che non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di diventare il primo temponauta Levanese, è arrivato a Levane nell’anno a nel giorno previsto, ha visto i falò e nonostante la neve alta e soffice gli impedisse di muoversi con agilità è riuscito ad arrivare quando la conversazione non era ancora iniziata.

Ha spiegato concitatamente alle persone presenti che non dovevano assolutamente raccontare all’americano di maialai, mai, altrimenti la maledizione li avrebbe colpiti inesorabilmente. Poi il loop informatico ha iniziato la modalità reverse per il rientro ai nostri giorni e lui è rapidamente sparito, come la neve intorno al falò, non prima di ascoltare i due dire all’americano: “Oh Bayard, il nostro amico, che era qui sinora, ci diceva qualcosa di noi, dei Maya, io lai, e della loro maledizione, ma noi, non se capito sai?”  “Non sappiamo che dobbiamo dirti ne perché dovresti ascoltarci”. “Don’t worry, voi Maya lay! I well understood”! Disse Taylor, poi Marco non era più lì.

Ora ci sembra che

Ora ci sembra che il fraintendimento ci fu e fu causato proprio da Marco e dal suo viaggio nel tempo, intrapreso per evitarlo. Insomma se non avessero costruito il congegno, forse noi avremmo palato mai e poi mai dei Levanesi come maialai. E lo stesso viaggio nel tempo non sarebbe stato necessario e possibile, il principio di autoconsistenza di Novikov sarebbe stato smentito ed il paradosso del nonno confermato.

Ma con i Levanesi non c’è nulla da fare

Ma con i Levanesi non c’è nulla da fare, vanno avanti tutta a capo basso, anche se si trovano di fronte un cavallo di Troia.

Da ultimo, ma non meno importante, voglio dire che i viaggi a ritroso nel tempo sono molto più facili di quello che la nostra ragione ci dice. Magari ne facciamo molti, nell’anno e non ce ne rendiamo conto assolutamente.

Per viaggiare nel tempo bastano due semplici condizioni, un cielo notturno sereno, meglio se con poco inquinamento luminoso, alzare gli occhi al cielo ad ammirar le stelle. Ed ecco che ci troviamo in mezzo ad eventi accaduti migliaia, milioni di anni fa. Viviamo momenti, seppur fugaci, che si sono conservati così a lungo per noi, per i nostri occhi solamente.

E, quando lo facciamo, non ce ne rendiamo assolutamente conto.

Bucine

time_spiral

PS: Sono amico di molti Levanesi e mi permetto di prendermi gioco di loro solo per fini ludici e divulgativi. Parlare di antinomie e paradossi portando ad esempio Levane e Levanesi è facile e troppo bello.

Ne abbiamo già parlato:

Qui,

e qui,

qui,

qui,

E qui,

Godeteveli.

destobesser.com

know.cf

Dati ISTAT, assieme con Ministero del Lavoro, Inps e Inail

E’ stato pubblicato i comunicato congiunto sui dati congiunturali.

sui dati ISTAT Giuliano Poletti dice:

“Sono convinto che con questo prodotto potremo assicurare, grazie a una lettura e a una valutazione coordinata dei dati, un contributo importante al miglioramento della conoscenza e delle analisi delle dinamiche del mercato del lavoro”.

Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione

L’Istat, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’Inps e l’Inail pubblicano oggi in contemporanea sui rispettivi siti web la prima nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione. L’obiettivo è valorizzare la ricchezza delle diverse fonti sull’occupazione – amministrative e statistiche – per rispondere alla crescente domanda di una lettura integrata delle dinamiche del mercato del lavoro

Nota trimestrale congiunta “testo PDF”

comunicato congiunto Testo PDF

L’IDEA È BUONA, mettendo insieme le varie fonti che forniscono dati sull’occupazione l’informazione è migliore, più completa, più chiara, più sicura.

Cosa ci dice lo studio dei dati ISTAT?

  1. La crescita tendenziale dell’occupazione è stata interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente. Sia in termini di occupati complessivi (+1,8% Istat-Forze di lavoro) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori
    dell’industria e dei servizi (+3,2% Istat-Oros).
    L’andamento tendenziale trova conferma sia nei dati relativi alle Comunicazioni obbligatorie (Ministero del lavoro e delle politiche sociali-CO) rielaborate. (+543 mila nella media del terzo trimestre 2016 rispetto al terzo trimestre 2015). Sia nei dati dell’Inps-Osservatorio sul precariato riferiti alle sole imprese private. (+473 mila posizioni lavorative al 30 settembre 2016 rispetto al 30 settembre 2015).
  2. La sostanziale stabilità congiunturale dell’occupazione totale è sintesi di una

    crescita del lavoro dipendente. (+66 mila occupati, Istat-Forze di lavoro per il complesso dei settori e +77 mila posizioni lavorative per i settori dell’industria e dei servizi, Istat-Oros). E della contestuale riduzione dell’occupazione indipendente. (-1,5%, pari a -80 mila occupati, Istat-Forze di lavoro). Che è tornata a calare anche sotto il profilo tendenziale. (-1,4%, Istat-Forze di lavoro).

  3. L’incremento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti è confermato dai dati destagionalizzati delle Comunicazioni obbligatorie rielaborate:

    nel terzo trimestre 2016 si sono avute 2,1 milioni di attivazioni a fronte di poco più di 2 milioni di cessazioni, che determinano un saldo positivo (attivazioni meno cessazioni) di 93 mila posizioni di lavoro, dopo la crescita di 48 mila posizioni
    nel secondo trimestre 2016 e di 257 mila nel primo trimestre (Tavola 2).
  4. Con riferimento alla tipologia contrattuale, l’aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti rilevato nel terzo trimestre sulla base delle CO rielaborate è frutto di 83 mila posizioni a tempo determinato e di 10 mila posizioni a tempo indeterminato. In particolare, le posizioni di lavoro a tempo determinato sono tornate a crescere dopo il ridimensionamento del secondo trimestre 2016

    (Tavola 2).

  5.  La crescita tendenziale è invece quasi interamente ascrivibile all’incremento delle posizioni lavorative a tempo indeterminato, come evidenziato dai dati sia delle CO rielaborate (+489 mila) sia dell’Inps (+457 mila) (Tavola 1). Tale incremento, particolarmente significativo e concentrato nei trimestri a cavallo tra il 2015 e il 2016, come documentato dalla dinamica sia tendenziale sia congiunturale (Figura 1), è stato tale da indurre duraturi effetti di trascinamento anche nei trimestri successivi.
  6. La dinamica del mercato del lavoro è caratterizzata anche da una consistente riduzione tendenziale dell’inattività ( -528 mila persone), associata all’incremento degli occupati (+239 mila) e delle persone in cerca di lavoro (+132 mila) ma anche
    alla riduzione complessiva di individui nella fascia di età 15-64 anni a causa   dell’invecchiamento della popolazione (Tavola 3).
  7. Nei primi 9 mesi del 2016 i voucher venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. I voucher riscossi per attività svolte nel 2015 (quasi 88 milioni) corrispondono a circa 47 mila lavoratori annui full-time e rappresentano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia. Il numero mediano di voucher riscossi dal singolo lavoratore che ne ha usufruito è 29 nell’anno 2015: ciò significa che il 50% dei prestatori di lavoro accessorio ha riscosso voucher per (al massimo) 217,50 euro netti.

  8. Gli infortuni sul lavoro accaduti e denunciati all’Inail nel terzo trimestre del 2016 sono stati 137 mila (di cui 118 mila in occasione di lavoro e 19 mila in itinere) in aumento dell’1,1% (+1,5 mila denunce)rispetto al terzo trimestre del 2015. Tale incremento è in linea con la crescita dell’occupazione (e quindi dell’esposizione al rischio  infortunistico) registrata in termini tendenziali da tutte le fonti.

Cosa se può dedurre dai dati ISTAT?

Cresce il lavoro dipendente, bene!

Ma l’aumento dei dipendenti compensa solo il calo del lavoro indipendente.

Il saldo è di poco positivo ma ci sono milioni di posti persi e creati e, ci domandiamo se in questo giro di valzer i ballerini siano gli stessi? Chi ha perso il posto lo anche ritrovato? Se sono gli stessi al termine delle danze ci hanno guadagnato o rimesso? Ci vien da dire che ci hanno rimesso, chi licenzia e riassume per pagare la prestazione di più? Ci sono nuovi assunti a tempo determinato, ma non dovevano finire per effetto del Jobs act. Ma il suo effetto si è visto sono aumentate significativamente le assunzioni a tempo indeterminato a cavallo tra 205 e 2016, quando ancora c’erano gli incentivi e prima che i datori di lavoro si accorgessero che non c’erano più.

Qualcuno…

Ma qualcuno potrebbe obiettare che non sono molti i nuovi 10 mila lavoratori a tempo determinato l’aumento dei voucher del 35% dimostra, a prima vista, che ci sono circa 100-200 mila lavoratori che campano di caporalato legale, con lavori saltuari da fame. Infatti il rapporto ci dice che i voucher venduti corrispondono a circa 50 mila lavoratori a tempo pieno (che non sarebbe male avere visto i numeri di cui si parla con successo) ma che in realtà significano molti più lavoratori precari che danno prestazioni saltuarie una volta a settimana quindi, parlando di 100-200 mila persone siamo al 50% più bassi della probabile realtà.

I dati Istat ci dicono che mezzo milione di persone che lavorano in queste condizioni? Non voglio dire altro che è meglio, ma quando elimineranno i voucher sarà sempre troppo tardi.

Però…

Però si può verificare anche questo, cosa significa campare di voucher, ci danno i dati, ma non le valutazioni: 88 milioni di voucher riscossi nel 2015, con in media 29 voucher ciascuno per 217,5 Euro (il cinquanta per cento della forza lavoro accessoria). Per 52 settimane in un anno qualcuno riscuote 30 voucher cioè due voucher al mese, quindi percepisce meno di un euro al giorno.

Inoltre facendo altre semplici divisioni se di 88 milioni di voucher ne sono stati pagati in media trenta per lavoratore ci sono circa 3 milioni di persone che nel 2015 lavoravano con questo sistema, e i voucher sono aumentati del 35% nel 2016. Che significa? Confidiamo che tutti ora prendano tre voucher al mese, diventando finalmente ben pagati ed in grado di fare una vita normale, con poco più di un Euro al giorno. Oppure che 4 milioni di persone sopravvivono con poco più di nulla.

Insomma…

Il ministro del lavoro cosa aspetta a dimettersi?

Ed il presidente del consiglio?

E’ responsabile anche lui? Ah si è già dimesso? Si ma non per questo. E invece di vedere il bicchiere mezzo pieno, bicchiere che invece appare completamente vuoto, di chiedere scusa agli Italiani per lo scempio commesso, non se ne parla? Sarebbe troppo.

I dati Istat Sono risultati da presentare come normali, addirittura come successi politici e amministrativi?

Lascio al lettore la triste decisione.

Ma…

Ma la ciliegina sulla torta viene messa alla fine del comunicato congiunto perché per capire tutto si deve avere la pazienza di leggere tutto, bisogna di arrivare in fondo al libro per capire chi è l’assassino.

Ci sono stati 137 mila infortuni sul lavoro +1,1% (senza, naturalmente, specificare quanti di questi si siano trasformati in decessi o abbiano causato invalidità permanenti nell’infortunato), una strage, un fallimento totale, la resa dell’obiettivo infortuni zero, dello slogan lavoriamo in sicurezza, ora che ci sono macchine e strumenti per evitare incidenti. Ora che  i DPI, dispositivi di protezione individuale, ed i corsi di sicurezza sono obbligatori per legge, ora che c’è (???) la responsabilità penale del datore di lavoro.

Comunque appare evidente l’imbarazzo per questi risultati, ci spiegano come sia un aumento in linea con l’aumento della forza lavoro (???). Ma se sono stati assunti solo gli over 37? Quelli che dovrebbero essere più esperti, più formati sulla sicurezza. Di giovani infatti non ne sono stati assunti più, forse lavorano tutti a voucher.

E’ impensabile, anche se fosse vero, che un aumento di occupazione porti con se, in maniera naturale ed automatica un aumento degli infortuni. Dovrebbe essere il contrario i nuovi assunti dovrebbero essere meglio istruiti e più protetti, degli anziani non abituati a certe tematiche del lavoro ed ad utilizzare adeguate strategie e materiali antinfortunistici.

E…

E il presidente dell’Inail, cosa aspetta a dimettersi?

Non è ancora evidente come abbia fallito nel suo compito? O è solo un ragioniere che conta il numero di incidenti? Ma allora paghiamolo adeguatamente, risparmieremo.

A maggior giustificazione viene ribadito che, dei 137 mila infortuni, 19 mila sono avvenuti in itinere, cioè nel percorso da casa al lavoro, solo 118 mila sono realmente successi al lavoro. Non sembra un gran miglioramento, questo poteva scagionare le responsabilità se solo 19 mila erano successi al lavoro, ma non è così.

Infine…

Concludendo questa, analisi minimale, non approfondita, ne dettagliata, del comunicato congiunto sui dati aggregati e mediati tra ISTAT, MINISTERO del LAVORO, INPS e INAIL possiamo sintetizzare con:

Ce n'è di che vergognarsi.

Da nessuna parte del documento sui dati Istat si ribadisce o si afferma l’impegno a migliorare i risultati: + occupazione, + reddito, – infortuni.

Si passano i dati, neutri, come fossero normali, banali, e come nel bailamme del mercato rionale, nessuno ne capisce il senso: chi, cosa e perché. I numeri, liberi dalla loro interpretazione, confondono più che spiegare.

Ceppoduro

dati istat
Giuliano Poletti, Tito Boeri

Altre fonti dati Istat:

Il fatto quotidiano

La repubblica

 

Moore, i paradossi di Levane e dei Levanesi

Il paradosso di Moore

Something more about Moore paradox.

Marco abita a Levane.

Moore

Levane è una ridente cittadina in provincia di Arezzo, suddivisa tra i comuni di Montevarchi e Bucine vicina a Terranuova Bracciolini, Laterina e Pergine Valdarno.

Marco, qualche anno fa abitava nella parte di levane sotto giurisdizione del comune di Montevarchi, ma lui pensava di essere di Pergine, perché a Pergine aveva la residenza anagrafica, anche se stava a Levane in quel di Montevarchi con i genitori. Non posso dire se fosse veramente Montevarchino o Perginese so che non era di Bucine, non gli avrei mai dato del Bucinese, come userei per me, che sono nato e cresciuto a Bucine.

Ora

Ora è successo che Marco ha lasciato la residenza di Pergine e, non volendo rimanere in casa con i genitori, ha optato per comprarsi una casa. Non molto lontano da quella dei suoi cari. Una casa dignitosa che gli permette una certa autonomia, insomma che gli consente di vivere da solo. Se gli va di ospitare le ragazze può farlo. Se la relazione, con una di queste, divenisse più solida può permettergli di conviverci o di sposarla. Insomma è un posto suo, che gli consente di vivere la sua vita da adulto indipendente.

Il caso ha voluto che la nuova casa fosse ubicata nel comune di Bucine. Marco è diventato Bucinese.

Credo

Credo che Marco non si consideri ancora Bucinese, nato e cresciuto com’è nella parte Montevarchina di Levane. Oppure per essere stato tanto tempo residente a Pergine. Comunque non ci sarebbe niente di strano se lui, adesso, si dicesse Bucinese. Adesso, che vive a Bucine. Quindi è normale dire che: “Marco vive a Bucine e si sente Bucinese” e sarebbe altrettanto logico e normale asserire che: “Marco, che vive a Bucine, non si sente Bucinese”. Comunque vivendo a Bucine può ben dirsi Bucinese a tutti gli effetti, senza contraddizioni.

Ma io la penso in maniera diversa, forse paradossale: “Marco è Bucinese, ma io non ci credo”.

Giancarlo

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Abitanti, parliamo degli abitanti del valdarno.

Natale è finito.

Natale.

Il Natale è finito.

Sono uso a parlare e commentare con largo ritardo le notizie del mondo. Tralascio, in questo modo, di occuparmi delle cose futili, che a caldo sembrano importanti, decisive. Così cercherò di parlare del Natale, ora che è passato.

Abbiamo festeggiato, abbiamo speso. Festeggiato troppo, speso troppo.

Non che abbia comprato chissà che, ho speso quasi tutto per il cibo, che non è avanzato, meno male. Comunque era tanto, troppo, potevamo risparmiare. Non incolpo altri, solo me stesso, chi ha fatto la spesa l’ha fatta bene, l’ho detto, non è avanzato nulla.

Ma potrei aver mangiato meno, bevuto meno ed avremmo, di conseguenza, speso meno.

In futuro potremmo aver bisogno di vivere con meno risorse, come faremo? Certo non è che fasciandoci la testa ora, potremo evitare di rompercela, ma sarebbe meglio, più giusto, verso chi è veramente povero o in difficoltà economiche, non sprecare, neppure un po. Neppure ora. Dovremmo dare un maggior valore a quello che abbiamo, a quello che acquistiamo, apprezzare le cose per quello che sono e non per quello che pensiamo che siano.

natale è finito

Sono contento che una ragazza, il giorno di Natale, mi abbia portato una torta fatta da lei stessa, l’abbiamo mangiata insieme, tutta la famiglia insieme. Aveva un sapore buono era ottima. Non era comprata, l’aveva fatta lei. Abbiamo bevuto, con gli amici, il vino degli amici; non solo quello in verità, ma quello era speciale. Abbiamo mangiato qualcosa preparato da noi a casa nostra. Niente ristoranti, mi dispiace non aver contribuito al loro sostentamento, ma a mangiar fuori preferisco andarci una sera qualunque, senza ressa. Abbiamo passato il Natale con parenti e amici, come è giusto, parlando giocando ed anche discutendo, anche animatamente, come succede.

Lo sapete che il 25 Dicembre si festeggia la nascita di… Isaac Newton?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Natale è finito

Sir Isaac Newton
Ritratto di Sir Godfrey Kneller, 1702, olio su tela

Sir Isaac Newton (Woolsthorpe-by-Colsterworth, 25 dicembre 1642 – Londra, 20 marzo 1727) è stato un matematico, fisico, filosofo naturale, astronomo, teologo e alchimista inglese; citato anche come Isacco Newton è considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi e fu Presidente della Royal Society.

Noto soprattutto per il suo contributo alla meccanica classica Isaac Newton contribuì in maniera fondamentale a più di una branca del sapere. Pubblicò i Philosophiae Naturalis Principia Mathematica nel 1687, opera nella quale descrisse la legge di gravitazione universale e, attraverso le sue leggi del moto, stabilì i fondamenti per la meccanica classica. Newton inoltre condivise con Gottfried Wilhelm Leibniz la paternità dello sviluppo del calcolo differenziale o infinitesimale.

Poi ognuno festeggia che vuole, di personaggi nati questo stesso giorno ce ne sono tanti, comunque qualcosa la festeggiamo quasi tutti. Allora mi/vi domando: “Ora che è finito, voi cosa avete fatto del vostro Natale?”

Se lo avete sprecato nello sfarzo, riflettete su questo articolo, per il prossimo anno.

Se lo avete trascorso francescanamente, in povertà, in povertà laica, non in miseria o non in stato di necessità ma assaporando quello che avete, senza sprechi, allora avete passato un bellissimo Natale che vi ha sicuramente arricchito voi e tutti quelli che erano con voi.

Natale è finito.

Auguri.

Giancarlo

Tredicesimo Quacquarini.

Tredicesimo Quacquarini a Bastia Umbra

L’avevo promesso avrei pubblicato le foto dei quadri, delle opere, presentate al Tredicesimo Quacquarini.

Elenco artisti partecipanti al Quacquarini 2016

Portate pazienza nell’apertura dell’articolo, anche se ho ridotto le dimensioni le foto sono tante.

La premiazione della mostra concorso di pittura Premio Insula Romana “Roberto Quacquarini” si è svolta il 18 Dicembre 206 a Bastia Umbra Presso la sala espositiva del centro San Michele.

Premi:

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Premiazione:

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Un’edizione dalla partecipazione eccezionale con 135 artisti coinvolti.

I primi tre classificati sono risultati Vittorugo Sassi (Fabriano), Joy Stafford (Sansepolcro) e Donatella Masciarri (Città di Castello). Inoltre sono state segnalate venti opere particolari.

Il presidente dell’associazione culturale “Amici dell’arte Ciao Umbria” Marco Giacchetti a presieduto la premiazione.

Alcuni artisti presenti

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Ed ecco le opere, bellissime, in ordine sparso:

dsc_0860_lznquacquarini dsc_0861_lznquacquarini dsc_0862_lznquacquarini dsc_0863_lznquacquarini dsc_0864_lznquacquarini dsc_0865_lznquacquarini dsc_0866_lznquacquarini dsc_0867_lznquacquarini dsc_0868_lznquacquarini dsc_0869_lznquacquarini dsc_0870_lznquacquarini dsc_0871_lznquacquarini dsc_0872_lznquacquarini dsc_0873_lznquacquarini dsc_0874_lznquacquarini dsc_0875_lznquacquarini dsc_0876_lznquacquarini dsc_0877_lznquacquarini dsc_0878_lznquacquarini dsc_0879_lznquacquarini dsc_0880_lznquacquarini dsc_0881_lznquacquarini dsc_0882_lznquacquarini dsc_0883_lznquacquarini dsc_0884_lznquacquarini dsc_0886_lznquacquarini dsc_0887_lznquacquarini dsc_0888_lznquacquarini dsc_0890_lznquacquarini dsc_0891_lznquacquarini dsc_0892_lznquacquarini dsc_0893_lznquacquarini dsc_0895quacquarini dsc_0898_lznquacquarini dsc_0899_lznquacquarini dsc_0900_lznquacquarini dsc_0901_lznquacquarini dsc_0902_lznquacquarini dsc_0903_lznquacquarini dsc_0904_lznquacquarini dsc_0905_lznquacquarini dsc_0906_lznquacquarini dsc_0907_lznquacquarini dsc_0908_lznquacquarini dsc_0909_lznquacquarini dsc_0910_lznquacquarini dsc_0911_lznquacquarini dsc_0912_lznquacquarini dsc_0914_lznquacquarini dsc_0915_lznquacquarini dsc_0916_lznquacquarini dsc_0917_lznquacquarini dsc_0919_lznquacquarini dsc_0920_lznquacquarini dsc_0921_lznquacquarini dsc_0922_lznquacquarini dsc_0923_lznquacquarini dsc_0924_lznquacquarini dsc_0925_lznquacquarini dsc_0926_lznquacquarini dsc_0927_lznquacquarini dsc_0928_lznquacquarini dsc_0929_lznquacquarini dsc_0930_lznquacquarini dsc_0931_lznquacquarini dsc_0932_lznquacquarini dsc_0933_lznquacquarini dsc_0934_lznquacquarini dsc_0935_lznquacquarini dsc_0936_lznquacquarini dsc_0937_lznquacquarini dsc_0938_lznquacquarini dsc_0939_lznquacquarini dsc_0940_lznquacquarini dsc_0941_lznquacquarini dsc_0942_lznquacquarini dsc_0943_lznquacquarini dsc_0944_lznquacquarini dsc_0946_lznquacquariniEcco il mio lo ripresento per chi, eventualmente si chiedesse quale era.dsc_1075_aquacquariniGrazie a tutti.

Giancarlo