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2022 Carnevale nel mondo

A Montevarchi, alla galleria Magiotti, si è aperta la mostra collettiva di pittura e scultura:2022 Carnevale nel mondo.

La mostra concorso è organizzata da Montevarchi Arte in collaborazione con il Comune di Montevarchi e l’associazione Giglio Blu di Firenze si chiama:
2022 Carnevale nel mondo.

I quadri, realizzati con qualsiasi tecnica e su qualsiasi supporto dovevano avere due soli requisiti:
essere privi di cornice e misurare 50 cm per 60 cm (o viceversa).

Oggi, all’inaugurazione:

La mostra si protrarrà sino al 1° Marzo.

Come si svolgerà la competizione 2022 Carnevale nel mondo

Avremo una votazione con tre giurie, Popolare, Artistica e Tecnica, ogni visitatore farà parte della giuria popolare e sarà chiamato ed esprimere cinque preferenze in una scheda.

Gli artisti, allo stesso modo, per la giuria Artistica e personalità e personaggi locali di elevato profilo e competenza si esprimeranno nella giuria tecnica.

Alla fine della mostra tireremo le somme ed avremo tre graduatorie nelle varie giurie più la somma generale che determinerà i vincitori.

Spero di essere stato abbastanza chiaro ed ecco i dipinti.

Ci sono anche opere fuori concorso:

Montevarchi Arte è un’associazione culturale che opera nel Valdarno.

Potrete trovare informazioni su di noi e sulle nostre iniziative sui social

https://www.facebook.com/MontevarchiArte

https://www.instagram.com/montevarchi_arte/

oppure venirci a trovare in galleria Magiotti, a Montevarchi Arezzo in via Roma 44.

Dai!

Venite a trovarci e votate.


Giancarlo

Mostra di Massimo Bigazzi

Mostra di Massimo Bigazzi alla galleria Magiotti a Montevarchi (Ar) organizzata dall’associazione culturale Montevarchi Arte.

Massimo Bigazzi Nato a Montevarchi ed ora residente a Terranuova Bracciolini (AR), torna al paese natio con una mostra molto bella, inaugurata oggi sabato otto Gennaio 2022.
Come potrete vedere dalle foto che seguono nel post, ma che potrete apprezzare meglio dal vivo se visitate la mostra, Massimo Bigazzi è un paesaggista apprezzato. Ma la sua capacità di riprodurre paesaggi ameni non toglie nulla alle sue superbe doti di ritrattista e di copista di opere antiche.


Cosa mostra di Massimo Bigazzi?

C’è in mostra una pregevole riproduzione della monna Lisa di Leonardo da Vinci che solo quella merita la visita in galleria.

Dove la mostra di Massimo Bigazzi?

Rimarrà aperta dall’otto Gennaio 2022 al venti Gennaio 2022.

L’orario di apertura nel pomeriggio ma sono possibili visite fuori orario contattando Massimo Bigazzi al 338 8696589 o Montevarchi Arte tramite il negozio Eliotecnica la Bottega dell’arte di Montevarchi.

Accorrete numerosi.

Giancarlo

Mostra concorso

A Montevarchi, Montevarchi Arte ha organizzato una mostra concorso dal titolo:
Sensazioni, colori e fantasia festività di fine anno.

I quadri, realizzati con qualsiasi tecnica e su qualsiasi supporto dovevano avere due soli requisiti:
essere privi di cornice e misurare 50 cm per 50 cm.
Per evitare il riconoscimento delle opere esposta, che saranno votate da una giuria tecnica, dagli artisti in concorso e dai visitatori della mostra, nei quadri in cui era presente la firma questa è stata coperta con un cartellino bianco.

Mostra concorso

Ogni votante, delle varie giurie esprimerà un a serie di cinque preferenze che conteggiate alla fine ci permetteranno di determinare il venditore.

Della giuria tecnica faranno parte pittori e scultori affermati ed altri autorevoli membri della comunità locale.

I pittori partecipanti sceglieranno i migliori fra i concorrenti.
I visitatori sceglieranno i cinque a loro più graditi.

Insomma, bando alle ciance ecco i dipinti.

Se verrete a vederli in Galleria Magiotti in via Roma 43 a Montevarchi (AR), proprio di fronte a piazza Magiotti) l’ingresso è gratuito, potrete decidere i migliori e votarli e vedrete dal vivo queste belle opere, che dal vivo devono essere viste per apprezzarne appieno forme e colori.

La mostra aperta il 23 Dicembre resterà aperta fino a 6 di Gennaio.
Compatibilmente con la disponibilità dei soci di Montevarchi Arte l’apertura avverrà tutti i giorni dalle 10 a mezzogiorno e dalle 16 alle 18.

In galleria sono presenti opere di scultura, quadri ed altri manufatti di associati a Montevarchi Arte che possono essere acquistati dai visitatori.

Montevarchi Arte

Associazione Culturale dedicata alla divulgazione dell’arte.

Montevarchi Arte è una associazione culturale dedicata alla promozione e divulgazione dell’arte contemporanea nella zona del Valdarno. Favorisce rapporti e collaborazioni di artisti italiani e non…

L’associazione culturale Montevarchi Arte specifica che per quanto riguarda la Mostra Concorso – Collettiva di Pittura a Tema “Sensazioni, Colori e Fantasia – Festività di Fine Anno” la Cerimonia di Premiazione è fissata per il giorno 6 gennaio 2022 come riportato nella locandina in allegato. Cordiali saluti e buone feste

Aggiornamento del 6 Gennaio 2022

Ecco i risultati delle votazioni delle tre giurie:

1° classificata Francesca Gaisina

2° classificata Daniela Dragoni
3° classificata Ulisse Mladenova

I premi sono stati al primo classificato un coppa offerta dal comune di montevarchi ed una personale di 10 giorni alla galleria Magiotti in data da concordarsi.

Al secondo classificato una targa offerta dal comune di Montevarchi e una recensione critica della critica d’arte professoressa Lia Bronzi sulla rivista di arte poesia Luogos delle edizioni Setteponti.

Al terzo classificato una targa offerta dal comune di Montevarchi e un buono acquisto da spendere nel negozio Eliotecnica – La bottega dell’arte di Montevarchi.

Da parte di Montevarchi Arte va il plauso ai vincitori ed un sincero ringraziamento a tutti i partecipanti.

Giancarlo

Mostra collettiva

Mostra collettiva di pittura di Mauro Marri, Licio Casini e Giancarlo Arrigucci a Montevarchi.


L’evento è programmato presso la galleria Magiotti, in via Roma, di fronte a piazza Magiotti. Partirà il prossimo mercoledì 14 Ottobre 2021 e si concluderà sabato 30 Ottobre 2021.


Vi saranno esposte oltre ottanta opere dei tre autori con ingresso gratuito.
Per gli abitanti del Valdarno e delle zone limitrofe è un’occasione da non perdere, siete tutti caldamente invitati a visitarla.

Di seguito la carrellata dei quadri esposti, ma garantisco che dal vivo meritano molto di più. Queste opere vanno viste in loco per apprezzarne colori e dettali, comunque intanto…

Opere di Mauro Marri alla mostra collettiva

Mauro Marri è un pittore e scultore di Montevarchi dallo stile personale e marcato. Le sue opere sono gioielli di rara bellezza.
Mauro è rinomato anche per le sue pietre, incise e colorate con figure iconiche e/o tribali decisamente interessanti.

Altra parte della mostra è dedicata a Licio Casini, mitico pittore e scultore montevarchino, nonché storico presidente dell’associazione culturale Montevarchi arte.

Opere di Licio Casini

Opere di Giancarlo Arrigucci

Per ultimo Giancarlo Arrigucci (l’autore di questo articolo. NDR). Giancarlo è conosciuto per i suoi quadri in quattro dimensioni ed i suoi taglieri, complementi di arredo in varie essenze di legno massello, che realizza nel suo laboratorio di Bucine (AR).

Ecco i suoi dipinti:

L’associazione Montevarchi arte è una associazione culturale a cui possono aderire pittori, scultori e simpatizzanti tali.

Opera in stretto contatto con Luogos, Luogo di Incontro, di Arte e Cultura che si occupa maggiormente di letteratura e poesia, potete aderire anche a questa associazione se siete più interessati alla poesia.

Montevarchi è un comune italiano della provincia di Arezzo in Toscana.

Il comune di Montevarchi si trova nel Valdarno superiore, sulla riva sinistra dell’Arno. Il territorio, parte di un antico bacino lacustre preistorico, comprende il fondovalle, dove si trova il capoluogo, e una parte delle colline che si trovano fra l’Arno e il Chianti senese.

Enjoy.

Giancarlo

A Foiano

A Foiano della Chiana, oggi Domenica 26 Settembre 2021, si è svolta un’estemporanea di pittura. Vi mostrerò i quadri realizzati.

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Foiano della Chiana è un comune italiano della provincia di Arezzo in Toscana.

Territorio

Il centro abitato di Foiano della Chiana sorge su di un basso colle della Val di Chiana, a 318 m s.l.m. e dista da Arezzo 28 km in direzione sud.

Il territorio comunale tende di fatto ad assumere una conformazione a bassa collina, e mentre a nord il declivio sporge verso l’area delle colmate, a sud si spinge verso la Val di Chiana senese.

Attraversato da un tratto del torrente Esse, affluente del Canale Maestro della Chiana, il territorio comunale vede una popolazione concentrata, oltre che nel capoluogo, nella maggiore delle frazioni, Pozzo della Chiana.

È un vivace centro agricolo (cereali, vino, tabacco) e commerciale.

Storia

Mongolo1984, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons

La Torre Civica di Foiano della Chiana.

L’area dell’attuale comune di Foiano della Chiana fu popolata fin dal VI secolo a.C., quando tutta la Val di Chiana assistette al proliferare della civiltà etrusca.


Dopo la lunga dominazione romana (III secolo a.C. – V secolo), sopravvenne l’età buia delle invasioni barbariche, con la palude che iniziò a desolare le fertili terre chianine.

In età medievale la comunità di Foiano fu la prima, in Valdichiana, a dotarsi di uno statuto cittadino e a proclamarsi comune libero e indipendente, nel 1084.

Foiano cadde per un breve periodo (XII secolo) sotto il governo di Siena.

Ai senesi subentarono di lì a poco gli aretini, che mantennero il dominio del borgo fino al 1336.

Quell’anno Firenze espugnò Foiano, che fu praticamente rasa al suolo, ma a breve riedificata.

I fiorentini ne ricostruirono soprattutto la cinta muraria, di fronte ai ripetuti tentativi aretini di riconquistarla.

A dimostrazione dell’avanzare della palude chianina, i fiorentini vi edificarono anche un porto (come si evince da statutari cortonesi del 1325)

Solo con delle imbarcazioni, infatti, era possibile comunicare con i pur vicini borghi di Castiglion Aretino (oggi Castiglion Fiorentino) e Cortona.

Dotatasi di un nuovo statuto nel 1387, Foiano acquistò nuovamente lo status di comune, seppure ormai dipendente dal dominio fiorentino.

E pose sotto la propria giurisdizione il vicino centro di Pozzo della Chiana (oggi frazione foianese), fulcro di continue rivolte da parte degli abitanti locali.

nei secoli seguenti a Foiano

Proprio presso quest’ultima località, il 2 agosto 1554, ebbe luogo la battaglia di Scannagallo, nella quale le truppe fiorentine sbaragliarono quelle senesi, aprendosi la strada verso la presa di Siena.

Da quel momento Foiano avrebbe legato indissolubilmente la propria storia a quella di Firenze. Al governo mediceo seguì il Granducato dei Lorena (1737), dinastia che produsse sostanziali cambiamenti al territorio chianino, ormai messo a dura prova dalla palude.

Nel 1788 Pietro Leopoldo I di Lorena incaricò l’aretino Vittorio Fossombroni di procedere alla bonifica della Val di Chiana.

L’eminente ingegnere idraulico, tra le altre cose pure matematico e ministro degli esteri del granducato, lavorò intensamente alla bonifica per un quarantennio.

Giovan Battista Del Corto ricorda nella sua “Storia della Valdichiana” (1898) come quando si ritirò, nel 1828.

Fossombroni poté ammirare compiaciuto i progressi del lavoro eseguito e «segnalava nella purificata aria la prima apparizione dei rondoni in Foiano e altrove».

Caduta per un breve periodo (1800-1814) sotto il dominio napoleonico, Foiano tornò sotto il Granducato con la Restaurazione.

Con la palude ormai prosciugata, la vita si avviava verso la normalità per i foianesi, che nel frattempo parteciparono al plebiscito a seguito del quale il Granducato di Toscana fu annesso al Regno di Sardegna (1860) e successivamente al Regno d’Italia.


Ecco le foto dei quadri dell’estemporanea.

Ecco le foto della premiazione

Giancarlo

A Castiglion Fibocchi

A Castiglion Fibocchi si è aperta una mostra, una mostra di pittura.Una mostra bella, bella davvero. Una mostra da vedere. Una mostra che vi consiglio di visitare.

Castiglion Fibocchi è un comune italiano della provincia di Arezzo in Toscana.

Andate in piazza delle Fiere al numero 1, li, da una parte, c’è il palazzo delle Stigmatine, lo vedrete subito. La mostra è all’interno. Quattro stanze sono arredate con le opere di quattro pittori:


Elda Lenzi Pittrice di Arezzo
www.artmajeur.com/elda-lenzi-1


Matteo Benetazzo Pittore di Pieve a Presciano (AR)
www.matteobenetazzo.com


Paolo Bisighin Pittore del Friuli Venezia Giulia
http://www.paintingoil.eu/


Giancarlo Arrigucci Pittore di Bucine (AR)
www.giancaarrigucci.altervista.org
www.bucine.altervista.org

Storia di Castiglion Fibocchi

(Da wikipedia l’enciclopedia libera)

Il paese di Castiglion Fibocchi sorge sulle ultimi propaggini del massiccio del Pratomagno che degradano verso la piana di Arezzo, lungo l’antica Via Clodia (o Cassia Vetus).

Il territorio comunale già abitato nella tarda età repubblicana (I secolo a.C.), attorno all’anno mille fu castello dei Conti Guidi a guardia della strada che collegava il Valdarno al Casentino.

Nel 1385, con la vittoria di Firenze su Arezzo cadde anch’esso sotto il dominio della Repubblica di Firenze.

LXXVIII – 2020 – Giancarlo Arrigucci – Casa turrita Leopoldina – Olio su tavola – 18×30 cm (Collezione privata)

Lungo l’attuale strada dei Setteponti si possono osservare alcuni esempi della tipica edilizia rurale: le Case Leopoldine, con la colombaia, la loggia e il portico, fra le più belle della zona.

A monte del capoluogo si trova la piccola frazione di Gello Biscardo con il suo borgo antico splendidamente conservato.

Sulla collina si possono osservare i ruderi di San Quirico, la pieve paleocristiana di cui si hanno testimonianze già dal II secolo.

Il marchesato

Il marchesato di Castiglion Fibocchi, San Giustino e Castiglion Fibocchi fu concesso dal granduca Ferdinando II al suo valoroso generale Alessandro del Borro di Girolamo, vincitore dei Turchi, il 10 ottobre 1644.

La sua abilità militare – combatté vittoriosamente nella Guerra dei trent’anni per conto del granduca, cognato dell’imperatore – gli fece guadagnare il titolo di barone boemo e a 35 anni divenne nobile aretino, poi dal 1642 di primo grado.

Uomo di cultura e erudito di matematica e fisica, elaborò col Torricelli un progetto per prosciugare la Val di Chiana.

Dopo la sua morte a Corfù (1656) ne ereditò il titolo il figlio Niccolò (-1690) e i suoi eredi che lo mantennero fino alla legge di abolizione dei feudi granducali del 1749.

A Niccolò, privo di eredi maschi, successe nel feudo il fratellastro generale Marco, che divenne governatore di Livorno (1677-1701) e morì privo di eredi maschi.

Ancora

I del Borro, patrizi aretini, furono già signori del castello del Borro dal 1254, da cui presero il nome presso Loro Ciuffenna, quale ultimo territorio del distretto aretino in Valdarno.

I marchesi incrementarono la produzione agricola del feudo con il conseguente aumento della popolazione.

Al plebiscito organizzato per l’annessione della Toscana al Regno di Sardegna, Castiglion Fibocchi si espresse con schiacciante maggioranza a favore del mantenimento del regno separato (su 293 aventi diritto, 169 votanti, il regno separato ebbe 106 voti contro 46 che andarono all’annessione e 17 nulle).

Qualcuno dice che questo risultato si ebbe perché fu l’unico posto in cui furono organizzate votazioni libere.

Il nome

Da qui l’appellativo di “re di Castiglion Fibocchi” dato a Ferdinando IV di Toscana, succeduto all’ultimo sovrano regnante di Toscana, Leopoldo II di Toscana.

Il paese deriva il suo nome Da Bocca o Bocco de’ Pazzi di Valdarno, che non hanno niente a che vedere con i Pazzi della famosa congiura contro i Medici.

Il nome è riportato in antichi documenti come Castilium Filiorum Bocchi (Fi.Bocchi) e la sua cinta muraria era guarnita con sette torri.

Di queste ne rimane solo una, però due porte sono ancora in piedi: Porta Fredda e Porta San Clemente.

La fiera (del bestiame) era ed è tuttora la prima domenica di ottobre.

Di seguito le opere esposte a Castiglion Fibocchi

(Cliccateci sopra per ingrandirle)

Conclusioni

Non mi resta che consigliarvi vivamente di andare a vederla, ci sono delle belle opere.
Buon divertimento.

Giancarlo

Estemporanea all’Impruneta

Domenica 19 settembre 2021 si è svolta, in concomitanza con la festa dell’Uva, la terza estemporanea all’Impruneta (Firenze).

Impruneta (detta comunemente L’Imprunéta, con l’articolo è un comune italiano della città metropolitana di Firenze, in Toscana, celebre soprattutto per l’industria della terracotta (il cosiddetto cotto di Impruneta), per la tradizionale Fiera di S. Luca, che si svolge ogni anno alla metà di ottobre, e per la Festa dell’Uva, che si svolge ogni ultima domenica di settembre.

Le sue tradizioni risalgono all’epoca etrusca, successivamente la posizione geografica, le potenzialità del suolo e la relativa vicinanza da Firenze favorirono la nascita di un agglomerato romano.

Il santuario mariano che vi si trova è sicuramente uno dei fattori che hanno reso noto il comune. Notevole anche la piazza Buondelmonti che con i suoi loggiati della fine del Cinquecento ospita le principali feste cittadine. Il turismo svolge una parte importante nell’economia del comune.

Origini del nome

Sebbene la forma attuale lasci intendere una derivazione dal latino prūnus (ed esistono in Toscana località chiamate Impruneta con questa probabile origine, per esempio nel pisano), le attestazioni storiche dimostrano come il toponimo derivi invece da pīnus, «in pineta»: «S. Maria in Pineta» (1040, 1074) «S. Maria in Poneta» (1299).

Durante la festa abbiamo potuto assaggiare il famoso “peposo” un piatto di carne tradizionale e buonissimo, condito con gli ottimi vini in mescita presso i banchi dei produttori locali.

Estemporanea all’Impruneta

Comunque, noi ed altri pittori ci siamo ritrovati per dipingere e lo abbiamo fatto nonostante due forti piovaschi che ci sono caduti addosso.

Nella galleria seguente potrete ammirare alcune fasi della manifestazione ed il risultato dei nostri sforzi.

Giancarlo

I volti del mio paese

I volti del mio paese non è un’estemporanea, è una competizione pittorica a tema.
Il tema sono i volti del mio paese, riferito a Monteverdi Marittimo e le sue frazioni, Canneto ecc.

Non è un’estemporanea.

I quadri si fanno con comodo a casa (o in studio per i più professionali). Abbiamo circa un mese di tempo; ci forniscono le foto degli abitanti del paese, tra cui scegliere chi si vuol ritrarre e, se non l’ha già scelto qualcun altro, si parte a dipingere.

Come si vuole, dove si vuole, quando si vuole… ma che vogliamo di più.

Naturalmente se il soggetto, in un primo tempo prescelto, se lo è aggiudicato un altro se ne sceglie un secondo. Se siamo sfortunati che anche quello è già sotto il pennello di un altro, si va per un terzo.

Insomma se siamo più pittori che abitanti non se ne fa nulla, altrimenti ci si imbarca all’avventura.

E allora via alla pittura de i volti del mio paese

Beh del volto, e quanti ne vogliamo fare? Già farne uno è complicato e difficile.

Anzi non è complicato, è un ritratto, ma è difficile perché non si conosce il personaggio, non si sa nulla di lui tranne la foto e il nome proprio.
Io ho scelto Francesco, un bel signore allegro. Non ride ma si vede che è allegro e sicuramente sarà anche simpatico. Peccato non averlo incontrato e conosciuto in occasione della premiazione, ci ho passato tante ore assieme, che ormai ci stavo bene. Sarà per la prossima volta.

Per quest’anno mi devo accontentare di aver conosciuto Stefano, colui che ho ritratto nel 2019, durante l’ultima edizione della manifestazione prima di questa e che allora non avevo conosciuto.

Ed ora bando alle ciance vi faccio vedere cosa hanno realizzato i miei concorrenti, ed anch’io naturalmente:

E’ un peccato che tutti questi ritratti vadano dispersi e solo i premiati restino.
Tra qualche hanno sarebbero un prezioso documento storico.

Va beh, cosi è la vita.
Giancarlo

P. S. cliccate su una foto per ingrandirla o scaricarla.

Il sindaco

Il sindaco

Il sindaco di Firenze non ha capito la differenza tra centrale e locale, tra governo Italiano e governo di Firenze. Ma che ha capito il sindaco di Firenze?

Lui è un bonaccione, non è capace di dire di no agli amici. Se alcuni di loro vogliono ritrovarsi a fare l’aperitivo in piazza Santa Croce come fa ad impedirlo?

E se un sacco di pirla vanno tutti assieme in piazza della Signoria ad ammirare il Davide di Donatello, la copia, che l’originale è ben custodito da un’altra parte per salvaguardarlo da ammiratori troppo invadenti e da piccioni scagazzoni, come impedirlo?

Come fa il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte a demandare a lui la scelta se e come chiudere una piazza per evitare troppi contagi. Che lo faccia Conte, che diamine! Il sindaco non può mica pensare a tutto per la sua città. Ma che modi, ma che prepotente questo Conte.
E poi come può fare il sindaco di Firenze, qualora decidesse di chiudere Piazza della Repubblica onde disperdere le file di gente per entrare al vicino orto botanico, a controllare che la gente, turisti e fiorentini, non disobbediscano e vi si accalchino lo stesso? Non ha mica centinaia di vigili urbani ai suoi ordini? Meglio se Conte decide lui e manda l’esercito a controllare. Suvvia Conte ti prego. Firenze val bene una messa!

Ma perché avrà voluto farlo?

Il sindaco intendo. Forse non aveva neppure immaginato che potesse scoppiare una pandemia, che dovesse prendere decisioni impopolari, per il bene della comunità, ma a volte le cose succedono e le decisioni amare vanno prese. E Giuseppe Conte, il nostro presidente del consiglio dei ministri, non può prenderle al posto del Sindaco se riguardano Firenze, o del presidente di regione, se riguardano la Toscana. No lui le prende solo se deve chiudere tutto o se deve commissariare un comune, per Firenze è stato eletto un sindaco e gli è stato demandato proprio questo genere di cose.

Piangere che Giuseppe Conte è cattivo non serve.
Lui ha deciso che se il sindaco vuole chiudere può farlo, ma non può sapere come vanno gli assembramenti in piazza Santa Maria Novella.

Capisco che se ci fosse stato il capo della opposizione al governo, forse più caro al primo cittadino, lui avrebbe deciso tutto, citofonando uno ad uno ai partecipanti alla ressa in piazza, ammonendoli di non fare queste cose in pandemia, ma purtroppo non è lui il capo e il sindaco di Firenze deve fare il suo mestiere.

Che è un mestiere difficile, ma che qualcuno doveva pur farlo e, se non si sentiva in grado, poteva evitare di farlo.

Ceppoduro

Immagine di copertina:

Di Connormah – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8246569

Chiusi della Verna

Una domenica di Agosto

Ho visitato Chiusi della Verna ed ho scoperto un villaggio bellissimo, non Chiusi, che conoscevo già, ma il villaggio degli gnomi…

Non potevo immaginarlo, nel parco del mercatino di Natale, dove cercavo refrigerio, ci sono alberi ombreggianti e tavoli con sedute dove mi sono sistemato. Dovevo telefonare a qualche amico per combinare l’incontro. Ci sono riuscito anche se dovevo aspettare li ancora per qualche minuto.

L’intenzione era fermarsi e dipingere “en plein air“, anche se la visuale da li sembrava abbastanza limitata. Ma mai dire mai, dovevo verificare, così, mi sono alzato ed ho fatto un giro per guardare intorno.

E cosa ti trovo a Chiusi della Verna ?

Nel parco accanto ai mercatini di Natale c’è un villaggio. Un piccolo villaggio variopinto destinato a piccoli esseri, gli Gnomi

Certo trattandosi di case per esseri piccolini, il piccolo villaggio è formato da piccole case, ma dalle forme spettacolari.

Gli Gnomi devono essere ben strani per vivere in quelle architetture mai viste, e lo vedrete anche voi se continuate la lettura.

Comunque vi consiglio una visita personale, le foto, fatte col telefonino, non rendono bene l’idea, le sensazioni che si provano dal vero.
Sembra di essere piccoli anche noi e poterci entrare dentro.
Almeno vorremmo poterci entrare per godere di quelle architetture, di quegli interni, di quelle viste mozzafiato da finestre e balconi che paiono sfidare le leggi della statica e della gravità.

Ma ecco le case del villaggio.

Un bel villaggio.
Anche Chiusi della Verna è un bel villaggio.
Ho incrociato delle belle case lungo la strada, ma soprattutto ho visto la fontana del Campari, che oramai un monumento storico.

La Campari ne mise una trentina in varie parti di Italia nel secolo scorso, a scopo pubblicitario, ne sono rimaste solo tre, due in Toscana ed una a Como, ma questa è la meglio conservata, anche grazie ad un recente restauro.

Direi che è un oggetto molto bello, giudicate voi:

Ma non basta, durante la salita da Chitignano, nei pressi della “Fonte del rospo” ho trovato qualcos’altro:

Fateci un giro anche voi.

Sarà bello.

Giancarlo