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Ceciliano

Ceciliano

Durante il consueto mercatino del CALCIT del 22 Aprile 2018, si è tenuta a Ceciliano una bella estemporanea, con numerosi e bei premi.

Il CALCIT Comitato Autonomo Lotta Contro I Tumori viene finanziato in vari modi, quest’anno anche tramite l’estemporanea di pittura.

Ecco i quadri realizzati.

Ceciliano

Quadri esposti al mercatino:

Ceciliano

Varie Foto:

Bread & Breakfast Bella di Ceciliano,

un luogo eccezionale dove stare, dipingere, sognare.
Grazie al patron, ospite eccezionale.

Guardate un po’ che posto.

www.belladiceciliano.it

Ceciliano

Premiazione:

Ceciliano

Giancarlo

 

Altre notizie sui prossimi eventi del CALCIT

Domenica 13 Maggio in zona Eden ad Arezzo.

Torna anche quest’anno l’amatissimo “Mercatino dei Ragazzi” in zona Eden.

Come sempre il nobile scopo è quello di raccogliere fondi a favore della ricerca per la lotta contro i tumori.

Anche questa volta, decine di ragazzi con le loro famiglie, confluiranno con l’intento di vendere i propri beni.

Con la gioia e felicità che contraddistingue l’età dei giovani rivenditori.

Di seguito alcune informazioni sul Calcit di Arezzo:

C.A.L.C.I.T. è un’associazione di volontariato fondata il 21 Giugno 1978 dalla COOPERATIVA FIDI 2°, che agisce in seno all’Associazione dei Commercianti della Provincia di Arezzo. Non ha carattere politico-partitico.

GLI SCOPI DEL CALCIT

  • Primo Acquistare strumenti per la diagnosi precoce e la cura dei tumori e donarli all’Ospedale di Arezzo;
  • Secondo Istituire borse di studio a favore di giovani medici aventi oggetto la specializzazione oncologica da svolgere presso l’Ospedale civile di Arezzo;
  • Terzo Organizzare convegni Medico Scientifici, seminari inerenti l’oncologia;
  • Quarto Sostenere in tutto od in parte i costi per l’assistenza domiciliare a favore di malati di tumore.

RACCOLTA FONDI
Le entrate del CALCIT sono alimentate attraverso:

  • Primo Organizzazione di manifestazioni varie. La principale è il Mercatino dei Ragazzi che si svolge una volta all’anno nel mese di maggio.
  • Secondo Offerte in memoria dei defunti
  • Terzo Contributi liberi da persone, enti, aziende etc.
  • Quarto Donazioni e lasciti testamentari

INFO

Segreteria amministrativa
Piazza San Jacopo, 278
tel e fax 0575/22200
[email protected]

Dice la Fornero

Dice,

Dice la Fornero a sua discolpa che quando era al governo, dovevano trovare i soldi per il mese dopo, che non c’erano alternative.

Lei dice, se guardate il video linkato sentirete anche voi, all’esodato che deve esser soddisfatto del suo lavoro (di lei), che ha fatto la cosa giusta per far tornare i conti che non tornavano, per trovare i soldi che non c’erano.

Ma che debbano pagare sempre i soliti dove è scritto? E che quelli che pagano debbano dirsi contenti, poi?

dice

Ma la Fornero dove vive?

Ah già, dice di avere un ufficio, perché lei è tornata all’università, a lei il lavoro glielo hanno mantenuto. All’altro no! Ma il suo problema non è essere esodato, non riscuotere pensione e non aver idea di quando potrà riceverla e ricominciare a vivere. Il suo problema non sono i figli da mantenere, non sono i lavoretti in nero che deve fare per vivere. Lo dice la professoressa, ex ministro, e se lo dice lei… Ma la proffe non dice proprio così, precisa, puntigliosa, che è il lavoro bianco che manca al suo interlocutore.

“Se ci fossero ancora i Vaucher, peccato siano stati aboliti, se ci fossero ancora potrebbe lavorare e contribuire pagandoci le tasse”. Per fare cosa, per andare in pensione prima? Prima o poi? Ma quando mai un lavoratore con i vaucher ci prenderà la pensione? Che fanno? Si cumulano col lavoro precedente?
E se anche si cumulassero, con alcuni giorni l’anno non andrà mai in pensione. Come con il lavoro nero. Solo che dai vaucher gli detrarranno anche tasse e contributi.

Complimenti.

E’ proprio vero, son tutti bravi.

Tutti professoroni.

Son tutti salvatori della patria.

Tutti: “Se non c’ero io chissà che disastro”.

Signora, lei ha sbagliato tutto, se voleva fare giustizia doveva togliere i soldi a chi se li era fregati, non a chi era stato derubato.

Il contratto sociale non è stato scritto dai lavoratori, i quali si sono limitati a pagare. Se i soldi erano spariti si doveva frugare nelle tasche di chi i soldi li ha chiesti e poi distratti.

Già ma non se ne è accorta, forse lei era un po distratta.

Peccato.

Ceppoduro.

Renzi lascia…

Renzi lascia

Renzi lascia, anzi no, resta fino all’insediamento del parlamento e poi del governo.  Ha detto.

Se quegli impenitenti dei Cinque Stelle hanno i numeri per governare governino, ha detto. “Ma sintanto che non governano io resto”.

Poi la Lega, non l’ha nominata come non ha nominato chiaramente i Cinque Stelle, ma in cuor suo spera non riesca a fare un governo, così per intanto non si dimette.

“Orfini” che si aprano le danze, ma non prima che governino bene come lo facevamo noi”.

Renzi lascia

Renzi lascia

Lascia un vuoto incolmabile, nei voti del PD, mai caduto così in basso. “Ma perché, perché, non ci hanno votato nonostante la bella campagna elettorale”. Ha gridato. “Perché ci hanno lasciato, nonostante i toni pacati della nostra campagna elettorale, mai contro, mai urlata, sempre a favore”! Del centro destra gli ha gridato qualcuno.

“Nonostante tutte le cose che abbiamo fatto, cose belle, utili per il paese, da forza di governo Europeista e responsabile”.

Renzi lascia

Renzi lascia

Lascia stare Renzi. Ma davvero vuoi prenderci ancora per il culo? Cosa cazzo hai fatto per noi, per gli Italiani?

Il Jobs Act?

La riforma costituzionale (fortunatamente bocciata dagli Italiani)?

La legge elettorale?

Le leggi elettorali perché anche quelle precedenti e indecenti come questa erano passate dai vostri voti, con i vostri voti.

Renzi lascia stare, vai a casa alla svelta, che un paese normale avrebbe bisogno di una forza di sinistra: DI SINISTRA, non quella pagliacciata in cui hai trasformato un partito che fu serio.

Renzi lascia

Renzi lascia

Che bella notizia, fosse vera e senza se e senza ma. Ma già una volta doveva andarsene e non se ne andò. Va beh! Partire è un po morire, ma non prenderlo alla lettere, vedrai che se te ne vai in pensione, senza prendere il vitalizio però, vedrai che un posto in banca te lo danno.

Ah già di quello non c’è bisogno, il posticino l’hai già trovato in Senato, ma te lo sei meritato?

Ma lascia, Renzi, lascia.

Ceppoduro

Promesse

Promesse

Promesse elettorali.

Che senso ha promettere prima delle elezioni se poi tutti sanno che non verranno mantenute le promesse?

Intanto si promette per farsi votare da più persone possibili. Si promettono cose irrealizzabili perché lo fanno anche gli altri e se qualche partito non fa promesse mirabolanti non sarà votato. Molti ragionano in maniera semplice, anche se istruiti:

Metti che lo facciano, meglio mandarli al governo, che magari ci guadagno.

Nessuno degli elettori è interessato a farsi rappresentare da chi non dica che farà il suo interesse. Cioè non è interessato a che la nazione, quindi anche lui, sia retta bene, che sia promesso di fare bene nell’interesse comune.

promesse elettorali
Promesse elettorali

Un tale partito non sarà votato.

Poi ci sono i voti ideologici, quando esistevano le ideologie li ho dati anch’io.

Chi si riconosce in un’area politica non cambierà e voterà turandosi il naso, sperando di riceverne un vantaggio comunque.

Va tenuto conto anche che ci sono gruppi e persone che nel disastro generale ci guadagnano, ci hanno guadagnato e lo faranno anche in futuro.

Non hanno nessuna voglia di mettere al governo gente competente incorrotta e incorruttibile, loro che vogliono farsi corrompere e sono corruttibili.

Poi ci sono gli altri, quelli che francamente non gli farei cibare il canarino, quelli che riempiono le trasmissioni televisive, che fanno comparsate da corrida. Quelli che dici ma è Bonolis a rimbecillirli o lo sono già da soli.

Come possiamo sperare che mandino a rappresentarli qualcuno migliore di loro. Questi catapulteranno nella scena politica tanti nuovi Razzi.

Promesse elettorali.

Tanti peones del partito tale e del segretario tal-altri.

Se non siam fatti di questa pasta

Insomma se non siamo di questa pasta possiamo solo sperare in qualcuno che ha già dimostrato di fare qualcosa. Non molto magari. Ma ha rinunciato ai soldi.

Ma non ha rubato, concusso e corrotto.

Non ha presentato leggi per lui, per gli amici e per i parenti.

Ci sono, sono pronti a dimettersi dopo poco tempo, per dare spazio ad altri e tornare ai loro mestieri.

Se non ne avevano se ne troveranno uno.

Povera Italia

Ceppoduro

Le prostitute

Si parlava di prostituzione

Come al solito qualcuno se ne vien fuori con la necessità della riapertura delle case chiuse.  “Si potrebbero fare i controlli sanitari”, “le prostitute pagherebbero le tasse”, “Non sarebbero più sfruttate e potrebbero avere anche la pensione, versando i contributi”.

La pensione non la daranno a noi figuriamoci ad una “puttana da casino”, a meno che non sia considerato lavoro usurante, allora…

A parte la pensione, sic, vogliamo sfatare tutte queste “seghe mentali” e mai termine fu più appropriato, pensateci.

Che la prostituzione in strada non sia un bel vedere, credo  siamo tutti d’accordo, che sia un problema spiegare ai propri figli chi siano e cosa facciano quelle “signore” no. Ogni persona adulta è in grado di farlo, se non lo è cerca di evitare di passarci davanti, se inavvertitamente comunque lo fa, può svicolare con le parole.

Non possiamo ridurre il problema della prostituzione alla sua spiegazione ai figli, altrimenti abbasso la saracinesca e vado via.

“Se una donna decide di fare la prostituta, meglio sotto un tetto, al caldo o al fresco che all’aperto”.  Anche un’affermazione del genere è una puttanata, nessuna donna lo fa per scelta, solo per necessità o per costrizione. Specialmente quelle sfruttate da un magnaccia, specialmente quelle in strada. Le nere, le straniere, le tossiche.

In Italia, se una donna decide di doversi , volersi, potersi prostituire può farlo liberamente, senza protettore, senza casa di appuntamenti.

A che serve un protettore? A sfruttarla. Chi sostiene la riapertura delle case chiuse dirà che serve a proteggerla. Peccato che, giusto o sbagliato la protezione, l’induzione, lo sfruttamento della prostituzione sia reato.

Chi vorrebbe che le puttane pagassero l’IVA o le tasse sul reddito, dovrebbe sapere che su qualsiasi reddito si pagano le tasse, anche le vincite al lotto, ma non esiste un modo per esigere questi soldi. Invece è reato non pagare una prostituta dopo che ha elargito le sue prestazioni, il reato si chiama stupro.

Prostitute

In ITALIA

La prostituzione, lo scambio di servizi sessuali per denaro, è lecita, mentre è illegale ogni altra attività collaterale come il favoreggiamento lo sfruttamento, l’organizzazione della prostituzione in luoghi chiusi come bordelli ed il controllo in generale da parti terze.

La legge Merlin (L75/1958) divenne operativa il 20 settembre 1958.

Questa legge, ancora in vigore, abrogò tutti le leggi precedenti in materia e vietò bordelli, e creò il reato di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento della prostituzione , reato commesso da chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui. La prostituzione  è proibita in luoghi come case, hotel, sale da ballo, e circoli di intrattenimento.  Proibisce il libertinaggio. Proibisce la registrazione e il controllo sanitario.

La legge è considerata la più avanzata nel mondo perché dichiara la prostituzione  lecita e legale,  sia quella stradale che in appartamento privato fatta dalle prostitute in modo autonomo,  mentre  dichiara illegale l’organizzazione sotto ogni sua forma di favoreggiamento e sfruttamento.

Lavoratrici del sesso singole in un appartamento sono tollerate. L’adescamento è lecito, ma in locali o club come quelli dove si svolgono spogliarelli o “lap dance” non possono avvenire interazioni con le ballerine.

Un’ultima nota sul controllo sanitario delle prostitute

Non esiste modo di verificare che una prostituta o il cliente non siano infetti da malattie trasmesse sessualmente. Neppure lo stile di vita della prostituta o del cliente può essere conosciuto. L’uso di profilattici è necessario.

La richiesta di prestazioni sessuali può essere soddisfatta in altri modi, gratuiti.

La dignità delle persone, a volte ridotte in schiavitù per farle prostituire, non può essere scambiata con nessun altro interesse privato o collettivo, ma lo Stato non sembra in grado di agire contro gli schiavisti.

Forse per la pace sociale servono prostitute a buon mercato che solo la schiavitù può garantire. Ma se non ci piacciono le puttane per strada, le case chiuse non sono la soluzione e lo Stato non può o non vuole aiutarci. Se non ci piacciono dobbiamo/possiamo fare qualcosa noi: smettere di usarle e di sfruttarle.

Ceppoduro

 

 

 

 

 

Rapporto DAVOS 2018

Sì, è passato un anno dal precedente

rapporto ed uno nuovo (DAVOS 2018) è stato appena pubblicato da OXFAM.

Nulla è cambiato, se non peggiorato.

I ricchi sono sempre più ricchi i poveri sempre di più e sempre più poveri.

leggi il reportage dello scorso anno Rapporto Uneconomia-per-il-99-percento_gennaio-2017 e quello di quest’anno Rapporto Davos-2018.-Ricompensare-il-Lavoro-Non-la-Ricchezza.

Questo non succede nel mondo, lontano da noi, ma anche in Italia, in mezzo a noi.

Allora mi chiedo perché qualcuno vada dicendo di aver fatto grandi riforme, che hanno migliorato la situazione italiana. Che hanno creato un milione di posti di lavoro. Come, del resto, aveva già fatto qualcun altro prima.

Poi anche se qualcuno dirà che i posti in più sono stati effettivamente creati, come certificato dall’ISTAT, dobbiamo domandarci cosa effettivamente ci abbiano dato?

Metà dei posti sono a tempo indeterminato e gli altri mezzo milione? Precari, come sono precari quelli fissi a tutele crescenti del Jobs Act.

Ma se avete il buon cuore

di leggere il rapporto OXFAM, quello che c’è e lavoro di sfruttamento, pochi, sempre meno, diritti associati a remunerazioni minori, aumenta solo la diseguaglianza e lo sfruttamento di genere.

OXFAM si appella ai politici perché al giorno d’oggi è difficile trovare un leader politico o un dirigente d’impresa che non dica di essere preoccupato a causa della disuguaglianza.

Ma ciò che conta non sono le parole, bensì i fatti, e proprio i fatti sono il punto debole della maggioranza dei nostri leader.
Nella pratica alcuni promuovono attivamente politiche che possono accentuare la
disuguaglianza.
Nel rapporto si afferma, tra l’altro:
I governi esercitano anche un altro ruolo chiave nella riduzione della disuguaglianza:
possono usare l’imposizione fiscale e la spesa pubblica per ridistribuire la ricchezza.

E qui, da noi, i “politici” parlano di riduzione delle tasse. Non ci servono meno tasse ci serve un utilizzo migliore ed onesto dei proventi delle tasse.

Raccomandazioni del Rapporto

Governi ed istituzioni internazionali devono prendere atto degli effetti che il modello
economico neoliberista produce sui poveri del mondo.
Devono inoltre adoperarsi per costruire economie più umane che abbiano quale obiettivo principale una maggiore equità.
La disuguaglianza non è ineluttabile; è una scelta politica. La maggior parte dei leader
politici opera tuttavia scelte sbagliate, nonostante affermazioni di segno opposto e
nonostante le richieste dei propri cittadini. Un po’ in tutto il mondo, i cittadini di molti Paesi rischiano la vita per far sentire la propria voce contro la disuguaglianza e l’ingiustizia.
CIVICUS, un’alleanza che opera in favore dell’empowerment dei cittadini, ha riscontrato gravi minacce alle libertà civili in oltre 100 Paesi i cui governi preferiscono soffocare la democrazia anziché combattere la disuguaglianza.

Importanza del lavoro

La creazione di posti di lavoro dignitosi e l’incremento della quota di reddito nazionale di lavoratori e produttori, specialmente donne, sono indispensabili nella lotta alla
disuguaglianza.
Il lavoro è dignitoso se fornisce:
• Un reddito equo
• Sicurezza del posto di lavoro e tutela sociale per i lavoratori e le loro famiglie
• Migliori prospettive di sviluppo personale e integrazione sociale
• Libertà di esprimere le proprie riserve, organizzarsi e partecipare alle decisioni che
incidono sulla propria vita
• Pari opportunità e pari trattamento per uomini e donne
Insomma leggetevi il rapporto e meditateci sopra.
Chiedetevi cosa ci promettono e cosa fanno e poi votiamo.

link:

Rapporto Oxfam

Articolo precedente

Ceppoduro

Esperti

Gli esperti siamo noi.

Esperti di qui, esperti di la, mi sembrano tanti Figaro, barbieri di qualità, in quantità.

Tutto un gran parlare di esperti e, per contrapposizione diretta, di inesperti o neòfiti.

Esperto: colui che ha conoscenze specifiche in un ben delineato settore (Wikizionario).

Oppure, detto meglio:

Un esperto, nel senso di competente, è una persona alla quale, per motivo di professione oppure per una comunque acquisita competenza ed esperienza su una data materia, viene richiesto di fornire pareri scientifici su argomenti di dettaglio. (Wikipedia)
Spesso ci viene detto di affidare il fare delle cose agli esperti, di evitare gli incompetenti, i dilettanti ed i neofiti.

Ma è giusto diffidare?

Penso che non sempre lo sia, ma prima mettiamoci d’accordo su chi possa fregiarsi del termine esperto.
Non è per auto-definizione e non è per tutti i settori.
Nei campi specifici, la definizione di esperto è stabilita dal consenso degli altri specialisti e non è necessario per un individuo avere qualifiche professionali o accademiche per essere definito un esperto.
Ma non sempre l’esperto è definito tale da specialisti, siamo soliti dare o darci dell’esperto informalmente, a piacere nostro, senza che ci siano criteri oggettivi per sapere quanto lo sia veramente.
Di solito il fattore tempo sembra determinante, col tempo si matura esperienza in quello che si fa o nel mondo in cui si opera.

Operare bene o male, questo è il nocciolo.

Si può affrontare un compito o un problema agendo bene o male. Possiamo trovare una o più soluzioni, creare modus operandi di successo, aumentare il benessere societario (collettivo o individuale), scoprire cure efficaci, inventare nuove macchine ecc. Ma possiamo anche non azzeccarne una, creare procedure insulse e fallimentari, impoverire la società (ditta o comunità che sia), favorire il diffondersi di pandemie, lesinare sulla qualità di attrezzi e macchinari prodotti, ecc.

In entrambi i casi siamo esperti del settore e della materia, perché vi abbiamo dedicato tempo e risorse, ma con scopo e risultati non certamente positivi.
Poi ci sono dei campi, come quello politico, che affidarli ad un neofita, possa essere di giovamento
Considerando i risultati politici dei politici esperti.
Considerando gli scandali in cui si sono cacciati.
Per non favorire favoritismi e scambi di piaceri.
Vogliamo un neofita come nuovo presidente del consiglio.
Vogliamo neofiti in tutto il parlamento.
Una squadra nuova, ma di gente con voglia di fare, che non si metta nulla in tasca.
Centinaia di persone che non arricchiscano, se non di esperienza, dall’esperienza politica.
Costruita dal nulla, facendo le cose per bene, giorno per giorno.
Ceppoduro

Quelle bombe Italiane

Bombe Italiane

Ne avevamo dato notizia qui nel blog nel 2015, il 18 di Novembre. Quelle bombe Italiane erano in partenza da Cagliari verso l’Arabia Saudita, ora sono arrivate a destinazione e sono state impiegate.
Come sono state usate l’ha scritto il New York Times nell’articolo ” Airstrikes in Yemen Kill 68 Civilians in a Single Day

guarda il video “How Did Bombs Made in Italy Kill a Family In Yemen?

 riportato qui di seguito:

Noi non possiamo verificare che quanto asserito nell’articolo e nel video sia vero: 68 civili Yemeniti, uccisi in un solo giorno da attacchi aerei Sauditi con bombe fabbricate in Italia. Ci ricordiamo delle prove inoppugnabili dell’ex primo ministro Britannico Tony Blair sulle armi di distruzione di massa in mano a Saddam Hussein, defunto dittatore Iracheno.

Ma su quelle bombe Italiane

La fonte è autorevole e non siamo a conoscenza di smentite ufficiali del nostro governo.

Quelle bombe ItalianeAllora in mancanza di questo non possiamo che dare credito al NYT.

L’Italia ha inviato bombe in Arabia Saudita che sono state impiegate per attaccare villaggi civili in Yemen.

Non ne siamo orgogliosi, non ci piace come il nostro governo interpreta la costituzione, quell’articolo 11 che pure tuona così chiaro e forte contro la guerra.

Neppure come non rispetti nemmeno le risoluzioni internazionali.

Allora dicemmo:

Dovremmo smetterla di fornire armi ed armamenti alla coalizione Sunnita, ma Renzi è andato in visita ufficiale a Riyad senza dirci perché. Nemmeno ha tuonato contro la guerra, mi pare. Chissà perché? Allora dobbiamo tacere anche noi?

No.

Noi non vogliamo farlo.

Noi dovremmo smetterla di esportare morte.

Non ti senti sporco di sangue anche tu?

Al posto di Renzi ora c’è Gentiloni ma non è cambiato nulla. La politica è sempre la stessa. Il rispetto della Costituzione anche. A pensarci bene ora, si capisce meglio perché volessero a tutti i costi cambiarla questa Costituzione.

Fortunatamente non ci sono riusciti.

Ricordiamocelo. Sempre.

 

Giancarlo

 

Fonte: The New York Times

perché

Chiediamoci il perché

Perché abbiamo lasciato che accadesse?

Ed abbiamo permesso che si realizzasse la globalizzazione?

Perché

Il fenomeno causato dall’intensificazione degli scambi e degli investimenti internazionali ha portato, come ci ricorda Wikipedia, all’interdipendenza delle economie nazionali e, quindi, anche a interdipendenze sociali, culturali, politiche e tecnologiche i cui effetti positivi e negativi hanno una rilevanza planetaria, unendo commercio, le culture, i costumi, il pensiero e beni culturali.

Wikipedia ci dice anche che tra gli aspetti positivi della globalizzazione vanno annoverati la velocità delle comunicazioni e della circolazione di informazioni (1), l’opportunità di crescita economica (2) per nazioni a lungo rimaste ai margini dello sviluppo economico mondiale, la contrazione della distanza spazio-temporale e la riduzione dei costi per l’utente finale (3) grazie all’incremento della concorrenza su scala planetaria.

Gli aspetti negativi sono il degrado ambientale, il rischio dell’aumento delle disparità sociali, la perdita delle identità locali, la riduzione della sovranità nazionale e dell’autonomia delle economie locali, la diminuzione della privacy (4).

Ma perché?

Perché lo abbiamo permesso? Ci abbiamo rimesso tutti. Ci rimetteremo ancor di più, sempre di più.

(1) Le informazioni non sono un bene, sono un male, ci uccidono, piano piano. Ci fanno vivere nel terrore: il terrore del ROM, dei ladri d’appartamento, del vicino di casa, dello straniero, del terrorista Islamico.

Ci bombardano di notizie, dicendoci quello che vogliamo sentire, senza dirci quello che dovremmo sapere. Dovremmo chiederci perché certe cose succedono e di chi facciano il gioco. Ma non lo facciamo, non ce lo chiediamo, ne vogliamo saperlo.

(2) Anche la favola dei paesi in via di sviluppo è finita. Non ci sono paesi che si stiano sviluppando. Ma ce ne sono in recessione, dove tutti continuano a star peggio. Molti sopravvivendo in condizioni terribili.

Ma anche i paesi sviluppati e ricchi recedono. Recedono economicamente per le crisi artefatte, per la concorrenza interna di manodopera disposta a tutto per lavorare. Recedono per gli scandali, bancari, economici politici. I crack non vengono più pagati da chi li genera ma dalla popolazione, giustificandoli con le scuse più più banali. Quel 10% della popolazione che possiede il 90% della ricchezza non è disposta a pagare, mai.

(3) Anche la storiella della riduzione dei prezzi, grazie alla globalizzazione, non ci migliora la vita. Non facilita il consumo dei beni. I prezzi scendono se e per la diminuzione dei costi, che non viene da riduzioni di prezzo delle materie prime ma dalla riduzione dei salari (reali) e dei diritti.

(4) Gli aspetti negativi,invece, si sono verificati tutti e molto più incisivi di come teorizzato.

Ma come abbiamo fatto ad accettarlo?

Ma chi ce lo ha fatto fare?

Mha!

Ceppoduro

Diciottenni

Gennaio 2018

Diciottenni, oggi abbiamo diciottenni che andranno a votare a Marzo, invece di andare in guerra come quelli del secolo scorso.

Negli ultimi settanta anni abbiamo avuto il più lungo periodo di pace della storia dell’uomo.

Assieme ad altri diritti i nostri diciottenni potranno esercitare quello del voto.

Diritti non scontati, non regalati, conquistati, dai nostri padri, dai nostri nonni, anche quelli morti in quelle guerre che non abbiamo più fatto.
Diritti che dobbiamo difendere perché, naturalmente, cercano continuamente e cercheranno ancora di toglierci.

Questo ha detto il presidente…

Questo è in parte quanto detto dal capo dello stato nel suo discorso di fine anno. Bravo Dottor Mattarella, sono molto contento di queste sue parole. Tant’è che voglio dire ai diciottenni di oggi di continuare a fare come quelli di ieri, andare a votare chi questi diritti NON glieli ha tolti ne sembra intenzionato a farlo.

Ne abbiamo parlato più volte in questo blog di questi diritti.

Ma come capire chi ci garantirà i diritti e chi vorrà toglierli?

Non crederemo mica a tutte le promesse elettorali? Ne che un politico vorrà dirci la verità sulle sue intenzioni?

E allora?

Quante domande.

Intanto non fidatevi di chi prometterà l’impossibile.

Non potremo continuare così per sempre, dovremo rivedere il nostro stile di vita. Dobbiamo ridurlo, ma non per consumare meno, dovremo solo consumare meglio.

Basta telefonini, basta cibi esotici, basta usare l’auto, basta sprecare, basta accontentarsi di prodotti scadenti alla moda, basta spendere poco.

Oggi potremmo avere tutti tutto di qualità al giusto prezzo.

diciottenniDiciottenni votiamo

Allora votiamo per chi non ha bombardato nessun tiranno, per destabilizzare l’area. Chi non ha attentato alla nostra Costituzione, per trarne facili vantaggi. Allora votiamo per chi non ha destabilizzato il mondo, per chi quella Costituzione l’ha difesa.

Votiamo per chi non regala i nostri soldi a lobby bancarie, industriali o di servizi. Allora votiamo per chi non ci ha tolto neppure un diritto, o un articolo di statuto, anche se continua a ricordarci i nostri doveri. Come quello di pagarle le tasse, in base alle proprie capacità. Quello stesso che però non si mette in tasca quei soldi come fossero suoi o li regala ai suoi amici come non fossero nostri.

Ceppoduro