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Scontato

Scontato

Lo so, è scontato.

E’ ovvio.
Non c’è nulla di scontato in un articolo scontato.

Lo sconto è sempre stato utilizzato per vendere più facilmente un prodotto o un servizio.

Un prezzo migliore, rispetto ad un concorrente, è uno sconto solo se permette di ottenere la “stessa” merce.
Ma si può valutare se lo sconto è reale?

Si, confrontando gli oggetti o i servizi offerti e ascoltando il senso delle parole.

Comunque dopo la verifica l’acquirente può accontentarsi di pagare poco per ottenere altrettanto poco, la valutazione costi/benefici potrebbe essere a favore del prodotto che costa meno.

Ma…

Occorre sempre ragionare per capire se c’è uno sconto e quanto vale.

Ma come viene scontato un prodotto?

Oggi il venditore non è quasi mai il proprietario della merce oggetto di scambio, quindi non può rimetterci di tasca propria per farci pagare meno.

Abbiamo merce prezzata e registratori di cassa automatici a lettura ottica delle etichette, quindi dei prezzi applicati, che emettono uno scontrino dettagliato della spesa effettuata.

Si paga in moneta elettronica e il fisco pretende che scontrino e ricevuta di pagamento coincidano perfettamente.

Non è possibile acquistare, ad esempio, delle scarpe e chiedere uno sconto sul prezzo al momento del pagamento, sicuramente non dopo l’emissione dello scontrino.
Si può chiedere prima ma il commesso di solito non è autorizzato a fare sconti imprevisti a richiesta.

A volte lo sconto è già sovrimpresso nel cartellino del prezzo, ad esempio negli articoli a saldo.

Inoltre esiste lo sconto extra, a prescindere, che è annunciato già in fase di pubblicizzazione del prodotto e che è la base effettiva di calcolo del prezzo. La merce viene offerta con uno sconto preimpostato, di solito molto elevato. In aggiunta al prezzo proposto si offrono anche altri beni omaggio tra cui scegliere.

Che cosa possiamo scontare da questo sistema?

I prezzi a saldo possono essere ottimi: Noi acquirenti accettiamo l’obsolescenza commerciale dell’articolo pagandolo meno. Se non ci sono stati trucchi nel “prezzare” il prodotto è un sistema di sconto da “apprezzare”. Anche se presuppone che chi acquista un prodotto di moda lo paghi molto più del dovuto ed il giusto accontentandosi degli avanzi di magazzino solo l’anno successivo.

Lo sconto extra è in genere una fregatura (tende a farci credere di essere maggiore del reale), in pratica ci danno del cretino.
Quando propongono, ad esempio, un mobile con il 50% di sconto e poi ci aggiungono uno sconto ulteriore fino al 40% di getto possiamo pensare di avere il 90% di sconto, in realtà si tratta al massimo del 70% (che il 40% aggiuntivo è applicato sull’importo già scontato).

Ma è uno sconto del tutto virtuale perché anche il valore commerciale è del tutto ipotetico. Infatti quel prodotto non può che valere meno del prezzo realmente praticato (dopo tutti gli sconti applicati) altrimenti come farebbe l’organizzazione che lo vende a continuare l’attività. Consideriamo anche che, in aggiunta al grande sconto ed al prezzo basso, vengono spesso offerti omaggi e regali che confermano il reale minor valore dell’oggetto venduto.

Alla fine quindi non si può avere lo sconto?

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Per me è scontato, la bionda non è vera, è una fregatura.


Si possiamo avere e chiedere lo sconto, ma non illudiamoci che sia uno sconto reale.
Possiamo ottenere solo il miglior prezzo a parità di qualità, ma per sapere se è realmente il miglior prezzo dobbiamo avere un’idea precisa del valore del bene o del servizio che vogliamo acquistare, in altre parole dobbiamo acquistarlo già regolarmente, meglio se da più di un fornitore.

Certo se vogliamo qualcosa pagandola poco o niente possiamo:

Rapinarla, estorcerla, minacciare o ricattare il venditore, acquistarlo nella filiera del lavoro nero o del caporalato.

Insomma tutti modi brutti, illegali o che calpestano la dignità e/o i diritti dei lavoratori.

Vorresti veramente uno ottenere sconto del genere?

Lo sconto reale è un’utopia, in genere lo sconto è una fregatura, uno specchietto per le allodole, stanne lontano.

Altrimenti è scontato che sei fregato.

Ceppoduro

PS: questo post non pretende di essere preciso nelle definizioni ne nei calcoli, è semplicemente uno sfogo per la maniera becera e volgare con cui vorrebbero invogliarmi a comprare roba di cui non ho bisogno, con il pretesto della occasione unica ed irripetibile di acquisto per via dello sconto.
Io non voglio sconti, voglio pagare quello che devo e voglio in cambio quello che chiedo o quello che mi è stato offerto. Io non sono finto e non voglio finzioni altrui.
Vorrei che mi si dicesse questa cosa costa tot per questo, questo e questo.
E vorrei che fosse vero.
Basta, non mi serve altro, è così semplice… ma non scontato.

Sul virus

Quante cose

Quante cosa si capiscono sul virus e, guardando quello che succede a causa sua, anche sugli uomini.

Che piccoli gli uomini, che non cresceranno mai. Che meschini gli uomini, che non miglioreranno mai. Che uomini gli uomini, che non ci deluderanno mai.

La pandemia ha migliorato il mondo ha tolto il traffico convulso a cui eravamo abituati, ha smorzato i rumori quotidiani e serali, togliendo la gente in giro, ma… ma chi è costretto a casa, senza lavoro, senza risorse deve essere aiutato,confido lo faccia il governo, vedremo.
Per ora gli vada il mio pensiero, anche se non è molto, e i migliori auguri per il futuro.

Anche soddisfazioni

Dobbiamo essere contenti del nostro governo, sembrano tutti seri, il presidente del consiglio sicuramente lo è, meno male.

Dobbiamo essere soddisfatti dei sanitari, fanno quello che possono con quello che hanno e finalmente è arrivato anche il loro momento di gloria. Non più scansafatiche, fannulloni e mangiapane a tradimento.

Sono sorpreso dei cittadini, fanno la fila, mantengono la distanza, anche se, insomma, è la fila per la fifa.

Di chi dobbiamo lamentarci?

Sportivi, politicanti e giornalisti.

Professionisti e società miliardarie che potrebbero fare tanto, anche solo mettendo a disposizione i soldi, pensano solo a riaprire competizioni e campionati, che non possono essere riaperti, purtroppo.

Politicanti, tanti, troppi, che non stanno zitti, come invece dovrebbero. Con la loro voce, becera, contribuiscono solo a far stare male quei pochi o tanti che gli danno (ancora) retta. Che parlano, parlano, parlano male di altri politici, per coprire la loro incapacità, la loro pochezza, la loro impreparazione, la loro inpresentabilità.

I giornalisti che ancora gli fanno da supporto, ai politicanti. Che non raccontano le cose come stanno, che non si limitano a fare cronaca, come sarebbe giusto facessero ora.

Mi rendo conto che dovrei fare esempi concreti, invece di chiacchiere generiche, ma non posso, ognuno interpreti il messaggio come vuole.

Colpito sul virus

A parte l’apprendimento dell’arte della fila, il popolo Italiano in quarantena non è cambiato in niente altro.

Lodiamo i sanitari che stanno facendo il loro lavoro, che son pagati per questo e non ci incazziamo con chi non paga le tasse, ne con chi, rubando, ha depotenziato la sanità pubblica, che ora ci avrebbe fatto tanto comodo.

Aderiamo, ora come sempre dopo terremoti, alluvioni e disastri vari, a varie raccolte fondi.

Fondi da destinare alla protezione civile, agli ospedali, ai vigili del fuoco eccetera eccetera.

Raccolta fondi

Fondi che non serviranno a niente, che non arriveranno in tempo e che non saranno mai disponibili per gli scopi richiesti.
Aderiamo invece di incazzarci con chi evade e con chi ruba i soldi delle tasse invece di destinarli in maniera strutturale a protezione civile, ospedali e quant’altro ci possa servire.

Ma da buoni cattolici gli italiani pensano di lavarsi l’anima con una piccola elemosina.

D’altronde, mi consolo, siamo in buona compagnia basta vedere che cosa (non) fanno gli europei, incapaci di non pensare che ai loro o vostri soldi.

Povera Italia.

Povera Europa.

Ceppoduro

Competizione

Uno contro tutti

La vita è competizione. Si lotta per il cibo, per la riproduzione, per vivere sin dagli albori del tempo, da quando sono apparse le prime strutture viventi, forse anche da prima.

La chiamano anche lotta per la sopravvivenza. Non è una cosa cattiva, è naturale, ma nel tempo e da tempo è cambiata.

All’inizio per lungo tempo, per tempi lunghissimi, è bastato poco, un po di nutrimento, che forse era anche abbondate e facile da reperire, non c’era riproduzione sessuata, quindi un organismo si bastava da se per riprodursi, come nella suddivisione cellulare. Non servivano ripari, ne ambienti particolari in cui vivere, tutto era semplice ma pur sempre competitivo.

Andando avanti la cosa si è complicata, nelle strutture, nelle relazioni tra esseri viventi aumentando la competizione. La complicazione ha portato anche alla evoluzione di comportamenti collaborativi. Organismi viventi si sono messi assieme con differenti competenze migliorando l’efficienza di entrambi vincendo la sfida globale. E’ il caso delle cellule: composte da diversi organismi divenuti organi della cellula stessa sviluppando funzioni specifiche con performance maggiori, mettendole in comune con quelle diverse degli altri.

Quindi la competizione ha portato anche allo sviluppo della collaborazione e della condivisione.

La competizione nella società moderna

Tra gli uomini non è diverso abbiamo concorrenza e collaborazione, quello che cambia è che oggi siamo tutti spinti verso la competizione esasperata e la non condivisione.

Fin da piccoli ci insegnano a primeggiare: a scuola, nello sport, sul lavoro, nel divertimento e nella ricreazione.

I voti a scuola, sono l’incentivo competitivo.

Non basterebbe che ci insegnassero a leggere, scrivere e far di conto? Magari anche a ragionare con la nostra testa, basandoci sulla nostra cultura (sulle nostre conoscenze) e non su quella di altri (gli opinionisti, gli influencer).

Non sarebbe sufficiente che potessimo lavorare per poter mangiare, bere e dormire? E non per comprare l’auto più bella, arredare sfarzosamente la casa, vestire alla moda e fare vacanze in paradisi tropicali fino al giorno prima incontaminati e sconosciuti.

Non sarebbe meglio investire i capitali generati dalle nostre società in istruzione, salute e miglioramento dell’ambiente in cui viviamo? Invece di buttarli in guerre, terrorismo ed inquinamento globale.

Competere per migliorare

Non sarebbe meglio stare tutti meglio?

Sarebbe meglio.

Ma ci vogliono competitivi, agguerriti, individualisti, così possono esserlo anche loro, giustificandolo col fatto che lo siamo tutti.

Così se resti indietro è colpa tua, non della società.

Che pena.

Ceppoduro

Il CORONAVIRUS

Numeri e notizie

Il coronavirus da giorni è alla ribalta delle cronache.

I governi di tutto il mondo fanno a gara per tranquillizzarci, giustamente direi.

Non dobbiamo avere comportamenti irragionevoli, che potrebbero causare più danni del virus.

Quindi mettiamoci l’anima in pace, cerchiamo di non infettarci ma non possiamo fare granché, se non usare le precauzioni che prenderemmo contro il virus influenzale.

Poi la mortalità, ci dicono sia bassa. più bassa del virus, sempre un coronavirus, della SARS.

Naturalmente è bassa rispetto alla SARS ma dai dati forniti dai mezzi di informazione, è dieci volte maggiore dell’influenza. Insomma stiamo tranquilli ma facciamo attenzione.

E però

E però ci sono numeri strani che girano e spiegazioni delle cifre che non tornano.

Ecco i dati al 4 febbraio 2020 in Cina (dati ufficiali del ministero della salute)

Infetti 20471

Morti 425

Guariti 955 (al 5 febbraio)

I casi fuori dalla Cina sono 159 con 1 morto in 23 paesi.

Alla radio praticamente tutti i programmi non fanno altro che parlare del nuovo virus, cercando un compromesso tra informazione, allarmismo e rassicurazione. Le ragioni di rassicurazione principale sono che la mortalità è bassa, nonostante l’infettività sia elevata.

Mortalità della SARS 30%circa

Mortalità ultimo coronavirus 2,5% circa

Ma per i dati epidemiologici più sopra qualcosa stona, facciamo i conti per verificarli, come si fa nella comunità scientifica.

Qualcosa mi sfugge su il coronavirus.

Il fatto che ci siano più di ventimila infettati da una buona idea di quanto sia pandemico questo virus scoperto per la prima volta nell’uomo solo il 31 Dicembre 2019, ma i morti ed i guariti dovrebbero essere i soli dati importanti per valutarne la mortalità. Voglio dire finché un infettato non viene dichiarato guarito o morto la sua malattia può evolvere in entrambi i casi.

Allora se di questo campione di 1380 persone, che hanno “superato” l’infezione dal virus, 425 sono morte e 955 sono guarite. Ne sono deceduti circa uno su tre, ovvero la mortalità è un terzo circa (30,797101449% per l’esattezza).

Allora dico, che va bene, non creare allarmismo ma non si possono raccontare balle.

Spero di sbagliarmi nei ragionamenti (parlo del tasso di letalità?) o in qualche calcolo, ma il Coronavirus sembra molto virulento e con mortalità elevatissima.

Quindi niente panico ma massima attenzione.

In bocca al lupo

Giancarlo

immagine di copertina:

Di https://www.scientificanimations.com – https://www.scientificanimations.com/wiki-images/, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=86358105

Un eroe

Di seguito il post di un tizio su FB

“Che cos’è un eroe?

Un eroe è colui che, per qualcuno, rappresenta un modello, un esempio da ammirare e da imitare. Può essere un amico, un genitore, un cantante, uno sportivo, uno scrittore, un insegnante… non importa. Non importa se non l’hai mai potuto conoscere di persona: un eroe te lo senti vicino dentro. Non importa nemmeno se lui non saprà mai chi sei: importa solo quello che ti dà, quello che ti spinge a fare nella tua di vita, quanto ti aiuta a credere che anche tu ce la puoi fare, nei tuoi progetti, nei tuoi obiettivi. È questo che fanno gli eroi: ti fanno sognare e credere che ne vale la pena. Grazie Caio per essere stato il suo eroe.”

Non importa chi sia l’eroe, nemmeno chi sia il tizio che ha scritto queste parole: io non mi sento tale.

Neppure mi piacciono gli eroi.

Capisco che molti abbiano bisogno di un modello, da imitare, ma non sopporto che non siano loro stessi a farsi modello, a dirsi come si devono comportare e perché.

Un eroe di me stesso

Eroe solo per me, questo voglio essere io. Sicuro che vorrei dare l’esempio, ai miei figli ed anche a tutto il mondo, se ci riesco.

Se ci riesco anche solo con i miei figli sarò già pienamente soddisfatto.

Ma un eroe, nel senso che dice il tizio, uno che si fa ammirare, non sarà mai uno che si comporta bene, sarà un ribelle, uno schizzato, un pazzo. Non avrà paura delle conseguenze delle sue parole e dei suoi gesti. Per (di)mostrare il suo eroismo metterà in pericolo tutto e tutti.

Che eroe

Poi se avrà successo, diremo: “come è stato bravo, lungimirante, innovativo… eroico”. Se fallirà pagheremo noi le conseguenze del suo ardire, della sua intemperanza della sua pazzia.

Non voglio eroi.

Voglio gente per bene.

Gente che sappia quel che fa, ne ponderi bene le conseguenze e se ne assuma tutte leresponsabilità.

Non si possono fare rivoluzioni per i rivoluzionari.

Le rivoluzioni si fanno per il popolo, ma tanto poi lui non capisce.

E’ sempre successo così.

Rassegnamoci.

Meglio un eroe in meno e qualche azione concreta in più.

Ceppoduro.

Gioiello (detto Joy)

Nascere poveri è brutto (*)

Gioiello, Joy come lo chiamavano gli amici, era nato povero, i suoi genitori erano contadini smessi, che nel ‘70 lasciarono il casolare per trasferirsi in paese, per trovare la felicità.

Contrariamente agli altri vicini, i suoi non avevano rubato niente al padrone della fattoria dove erano a mezzadria, ne gli rubarono qualcosa al momento di lasciare il podere, ne chiesero niente o fecero causa a lui o a chicchessia, come tanti a quel tempo.

Insomma da poveri contadini tristi divennero poveri operai, ma felici. Felici di poter garantire un avvenire al figlio.

Il padre che faceva il manovale in una ditta edile, la madre restò a casa ad accudire Gioiello. Allora non c’erano gli asili nido ne altre comodità odierne.

Comunque il babbo si ammazzò di lavoro per farlo crescere felice, che stesse meglio di lui, almeno.

Si ammazzò nel vero senso della parola quando, un giorno, cadde dal ponte che stava montando ed andò a battere la testa sulla betoniera, 7 o otto metri più sotto.

Gioiello di mamma

La mamma, disperata, superò a stento il dramma di quanto successo. Quando andò a servizio, la vita ricominciò a sorriderle. Riuscì anche a far studiare Joy, in modo che potesse trovar lavoro in banca ed essere felice.

Joy studiò sodo, voleva far contento la madre e poi voleva emergere, voleva lasciare quella condizione economica precaria.

Fu felice quando entrò in Banca, come cassiere, i soldi cominciarono ad arrivare e la miseria era ormai un ricordo.

Fu triste quando morì mamma ma la vita deve continuare come lo spettacolo.

Cominciò la sua carriera: tanti i cambi di ufficio, tanti quelli di mansione, tante automobili nel frattempo. Si sentì appagato e felice solo quando le fecero direttore generale, riuscendo a farsi una bella macchina, una casa grande in collina, una bella moglie giovane ed anche dei figli, che erano un amore: Belli ed intelligenti anche loro. Era finalmente felice, ricco e felice, non avrebbe desiderato altro, se non che anche i figli si sistemassero; in prospettiva, meglio di lui.

Ma un giorno, la mazzata. I figli erano stati arrestati per droga, non solo consumo ma anche spaccio. Droga pesante, di quella che si inietta.

Quando riuscì ad incontrarlo chiese al figlio maschio perché? E lui facendo spallucce “Oh babbo, per noia”.

Joy, Ohi.

A Joy crollò il mondo, sentì che nonostante tutti i soldi che aveva, e che aveva dato alla famiglia, che non aveva reso felice nessuno, nemmeno se stesso. Nepure conosceva i suoi figli, sua moglie, non aveva amici se non quelli interessati agli affari o che interessavano a lui per i suoi affari.

Non conosceva nessuno, veramente.

Non era nessuno, realmente.

Non era felice come non lo era nessuno intorno a lui, con lui.

Giancarlo

(*) Racconto basato sul paradosso di Easterlin.

Per esempio

Educare

I giovani, per esempio, che siano i propri figli o meno, vanno educati dando l’esempio.

Sono convinto che questo sia vero. Come sono convinto che i giovani seguano ed imitino gli adulti ed i padri.

Allora penso, e quando penso, mi rendo conto di tante cose che prima neppure pensavo.


Questo mi da ancor più da pensare e riesco di entrare in un circolo (vizioso) da cui è difficile uscire. Allora smetto di pensare e scrivo, così da fissare le poche idee (buone) che mi sono venute.

Se l’esempio è importante nella formazione dei giovani, se è importante in senso più generale, dovremmo sempre darlo buono. Anzi se riuscissimo in questo proposito il mondo dovrebbe essere perfetto. Ma il mondo non è il migliore possibile, ci sono tante cose che non vanno, quindi non diamo sempre, forse non lo diamo mai, un buon esempio.

Ma come? Come è possibile che non sia così? Chi non riesce a dare il buon esempio?

E’ difficile dirlo, ritengo che a domanda diretta tutti risponderemmo “io cerco sempre di dare il buon esempio, io cerco sempre di comportarmi bene”. Ma non lo facciamo, perché?

Per esempio

Ad esempio il presidente degli stati uniti d’America, la persona più influente al mondo, se si esclude il Papa.

Lui e tutti i presidenti USA prima di lui, quale esempio hanno dato?

Hanno sempre mostrato che mentire conviene, anche in America, negli Stati Uniti, un paese che è risaputo non tollera le menzogne, per esempio:

Secondo George H. W. Bush, 41° presidente degli stati uniti d’America, Saddam Hussein, leader e dittatore Iracheno, avrebbe avuto armi di distruzione di massa e le avrebbe impiegate contro la popolazione civile. Avrebbe anche sostenuto e foraggiato organizzazioni terroristiche internazionali.

Non era vero, ma Saddam Hussein è morto e gli USA dominano la regione.

Donald Trump ha chiesto al presidente Ucraino Volodymyr Zelens’kyj di indagare sul suo più forte concorrente Joe Biden ( e sul figlio Hunter Biden) per squalificarlo di fronte agli elettori delle ultime presidenziali USA.

Non era vero, Trump è stato eletto 46° presidente degli Stati Uniti d’America.

Ma se questo è l’esempio…

Ceppoduro

Le donne

Le donne

Ahaaa, le donne!

Belle le donne, anche quelle brutte. Belle perché diverse, le donne sono un’altra cosa.

le donne

Ma non serve catalogare i generi, le donne sono belle perché sorelle, amiche, compagne, amanti.

Belle perché esseri umani. Intelligenti, stupide, simpatiche, antipatiche, interessanti, noiose, colte, ignoranti.

Fra tutti queste definizioni quella più bella è “esseri umani”; un essere umano è diverso da un oggetto o un soprammobile, oppure da un animale, sia da lavoro che da compagnia.

Nonostante la storia mi abbia sempre smentito e continui a farlo tuttora, gli esseri umani non possono essere comprati ne posseduti, scambiati, schiavizzati, torturati o uccisi.

Se la storia mi smentisce, se tutt’oggi c’è la tratta degli schiavi, se esseri umani vengono uccisi ancora, sul lavoro, viaggiando o in combattimento, non significa che sia lecito privare della libertà o uccidere un essere umano.

Ma se non è lecito perché continuiamo a farlo? Perché prevarichiamo altri esseri umani? Perché ne continuiamo la tratta, la costrizione? Perché vengono sopraffatti e uccisi?

L’uomo bestia

Perché l’uomo è una bestia! Soprattutto l’uomo, la donna uccide poco, anche se…

Potrebbe fare molto sul versante educativo, almeno all’inizio. Poi l’uomo si stacca e la bestia vien fuori.

Questo causa i conflitti, gli sfruttamenti ed i nostri difetti? Non lo so, ma vedrai che …

le donne
meitu.artwork-cn.com

Che è la nostra cultura, la nostra società, il nostro genere a spingerci a prevaricare, a possedere a togliere e a prendere con la forza. Dobbiamo prevalere in ogni campo, ovunque e dovunque.

Sai la frustrazione quando non riesci? Sai in che modi si sfoga? Nessuno ammirevole.

Ecco, conquistiamo, sottomettiamo e, per riuscirci o se non riusciamo, uccidiamo.

Anche l’amore non è altro che conquista e sottomissione. La persona amata deve essere sottomessa, se non vuole o non vuole più, ucciderla è l’unica possibilità.

Le donne uccise

Lo chiamano femminicidio. Lo chiamavano delitto d’onore. Lo possiamo chiamare come vogliamo è solo la risposta fallimentare al fallimento degli obiettivi di questa cultura dominante, che ci spinge verso la conquista e il successo, ad ogni costo.

Che volete che sia “una vita” in cambio.

Ceppoduro

Nella giornata contro la violenza sulle donne

La Baigneuse, dipinto di William Bouguereau1870

Di William-Adolphe Bouguereau – sconosciuta, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=88590

Grande

Grande Presidente Conte

Grande.

Anche nella giornata peggiore, quella in cui ha dovuto dichiarare che ha fallito, è stato grande.

Piccolo Salvini.

Anche nella sua giornata migliore, quella in cui a fatto dimettere il presidente del consiglio dell’unico governo serio d’Italia da molti decenni, si è mostrato piccolo.

http://webtv.senato.it/video/showVideo.html?seduta=146&leg=18&xmid=2601

Conte ha parlato alle camere, ha rammentato le cose importanti, quelle fatte dal governo che ha presieduto, senza esagerare, con serietà.

Conte ha tirato le orecchie a Salvini come farebbe un buon padre con suo figlio. E proprio un figlio adolescente sembrava l’altro, seduto alla sua destra che, inebetito, faceva le faccine, storcendo la bocca o annuendo o dissentendo a seconda della parte che prendeva dal suo capo.

Ah, l’abitudine

Salvini non era abituato.

Forse mai nessuno prima gli aveva dato una sciacquata di capo in pubblico.

Sembrava bastonato.

Eppure son queste le cose che ti aiutano a capire la vita.

Se fai una cazzata ci deve essere qualcuno, che ti vuole bene, che vuole il tuo bene, che te lo dice.
Conte grande padre, grande amico.

Una bella fetta di merda aiuta a capire, a migliorare.

Ma Salvini non sembra averne giovato di questa bella parte, presa da Conte, ha farfugliato qualcosa nel suo tempo di dibattito, senza dire nulla. Senza nemmeno ammettere che lui ha voluto la crisi.

Certo dopo gli ultimi successi elettorali locali ed Europei vuole fare lo stesso in Italia. Vuole fare il pieno, vuole pieni poteri.

Attenzione

Quando si va per darle è bene portar con se anche un sacco per prenderle.

Lo avevamo detto che il governo naturale in questa legislatura doveva essere fatto col PD. Purtroppo il PD, lo abbiamo sentito nel dibattito parlamentare sulle dichiarazioni di Conte, è sempre renziano, è sempre in coma, in catalessi, in tilt. Sono tutti stonati, non so ancora da quale sostanza ma, come Salvini, non capiscono, non capiscono che succede.

Succede che Conte lascia, peccato. Non è disposto a fare il burattino. Non gli interessa del posto, della poltrona, da cui ancora i leghisti di governo non si sono dimessi, lui si è dimesso subito.

Grande.

Una persona seria.
In un mondo di pagliacci ben pagati.

L’Italia, si qui, ha avuto due grandi Presidenti:
Sandro Pertini, presidente della Repubblica.
Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri.

Il resto… così piccino e così meschino.

Grazie Sandro.

Grazie Giuseppe.

Ceppoduro

Alcohol

Alcohol

Alcohol è una sostanza, è una sostanza magica. Cambia le persone che ne fanno uso o abuso. Cambia la mente, cambia il comportamento, le idee. Insomma, cambia tutto.

Non è una cosa nuova, i nostri antenati hanno imparato presto a trasformare gli zuccheri, della frutta, o gli amidi, dei cereali, in alcool. Anche l’abuso è arrivato in, quasi, contemporanea.

L’abuso non è sempre grande, a volte basta un piccolo abuso e zac! Non sei più in te.

Uno dei problemi dell’alcool è che toglie i freni inibitori, ma questo non sempre è un problema, semmai un vantaggio. A volte questi freni vengono aumentati ed il soggetto sotto effetto di alcool si estranea dal mondo reale e vive in un mondo parallelo, tutto suo e tutto diverso.

Ma quando toglie il freno l’alcool, può renderti migliore o più meschino.

Alcohol

ALCOHOL

E importante non cadere sotto i fumi di questa sostanza perché, nel caso, i riflessi sono attenuati, ma anche la capacità di ragionamento viene ridotta. Si possono dire cose che altrimenti mai ci saremmo sognati di dire.

Si possono fare cose che altrimenti…

Ma torniamo a bomba, questa sostanza, come tutte le altre sostanze, è terribilmente efficace, dovremmo imparare a non farci prendere la mano dai suoi effetti.
Come farlo non so! Io mi prendo una balla in allegria oppure in solitudine.

Di solito non coinvolgo altra gente. Non parlo, non discuto, non disputo.

Se parlo mi limito ad essere d’accordo oppure ad asserire nozioni generiche e ampiamente condivisibili.

Ma il vero problema è quando questa sostanza interferisce in famiglia.
Può creare danni incredibili.
Già abbiamo più svariati problemi dovuti al conflitto generazionale, alla noia del menage, all’andropausa o ad altro, figuriamoci con l’alcool.

Liberiamoci

Alcohol frei, è necessario che ci liberiamo da questa sostanza e dobbiamo farlo presto. Non serve il gruppo di alcolisti anonimi, serve capire che lui comanda e noi no. Serve capire che ce ne possiamo liberare se restiamo sobri. Solo se…

Giancarlo