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Montevarchi

A Montevarchi

Montevarchi, una ridente cittadina del Valdarno superiore, è un comune con poco meno di 25.000 abitanti disteso sul lato sinistro del fiume Arno, dove un tempo era presente un lago pliocenico.

Montevarchi è un paese ricco di architettura religiosa:

Chiese parrocchiali

Oratori

Monasteri

Conventi

Un po meno numerose quelle civili

Palazzi pubblici

Residenze private

L’economia ha visto

Ha visto prevalere il commercio, le attività industriali si sono limitate al cappellificio, alla fabbrica magnesia e poco più.

Ma ora anche il commercio sta soffrendo. Via Roma, il cure nevralgico del paese vede sempre più negozi vuoti per cessata attività, per trasferimento altrove. I cartelli “Vendesi” o “Affittasi” sono onnipresenti.

Allora il comune e Montevarchi Arte hanno cercato di rendere più colorate le vetrine o gli ingressi dei negozi sfitti, almeno per queste feste.

Dei dipinti appositamente realizzati ne sono stati scelti tre, con i quali sono stati stampati manifesti da appendere nei negozi che dicevo prima.

Licio li ha messi su cavalletti e piazzati sul posto.

Ecco il risultato.

Licio Casini, presidente di Montevarchi Arte ha realizzato anche un presepe animato per allietare le feste dei Montevarchini.

Lo ha allestito nella galleria San Lorenzo, in cima a via Bracciolini, ed è spettacolare, non credete?

Ecco le foto

ed ecco il video.

Scusate i fuori fuoco, ma non ho potuto fare di meglio.

Ma se andrete a visitarlo lo potrete vedere in tutto il suo splendore.

Giancarlo

Lo sconto

Venghino, siori venghino

Accorrete numerosi, si vende tutto, si vende tutto con lo sconto .

Non vorrete mica pagare il prezzo pieno? Sarebbe da pazzi. Un piccolo… ma che dico, un grande sconto non si nega a nessuno.

Il divano, te lo porti a casa al 50 + 40, ma solo fino a Domenica.

La carta igienica? Prendila a pacchi grossi in confezione da tre, magari riciclata e potrai usufruire del trenta percento.

Se ti servono i bastoncini di pesce, questo è il momento giusto, c’è il tre per due.

Riempi il carrello e, con i punti, vai in vacanza alle Maldive, non puoi riempire il carrello? Pazienza vuol dire che vincerai un fine settimana in una fattoria del benessere e della bellezza.

Offerte

Occhio alle offerte, guarda il volantino, cerca su internet, stampati il tagliando, su, su… su!

Offerte a perdita d’occhio. Tutto quanto sta in cima al corridoio è gratis, o quasi.

Prendi il “low cost”, non solo in aereo, lo trovi in treno, in tram, a piedi è ubiquitario, è ovunque e comunque.

L’energia la devi pagare, ma perché vuoi pagarla il giusto, aderisci, cambia ti daremo un telefonino, con una ricarica a giga illimitati e il costo della componente energia dimezzato.

Avere lo sconto è facile, un cane da caccia , dal fiuto finissimo, te la trova in un minuto e risparmi, risparmi, risparmi, fino a quello che vuoi tu.

Asino te e lo sconto

lo sconto

Sei un asino, sei un coglione, sei un grullo, ma come si fa? Ma come si può credere che qualcuno si preoccupi di te e voglia darti qualcosa a meno di quello che costa? Lui è li per guadagnare, guadagnare bene, mica per farti felice. Lui vuole il tuo sangue e tu gli porgi il collo fiducioso.

Sarebbe più serio offrirti il prezzo reale, ma sarebbe meno efficace, perché tu sostanzialmente vuoi farti fregare ed hai bisogno di scuse. Vuoi confusione per non capirci nulla e passare bene , senza fare la figura del coglione.

Coglione ti stanno fregando e soprattutto ti stanno rubando il tempo, il tuo tempo, la tua vita. Il tempo che perdi a star dietro a queste puttanate, cercando l’offerta migliore invece di cercare quello di cui hai bisogno, veramente.

Venghino…

Ceppoduro

Il TAV

Il TAV si farà, Mah!

Il TAV, un’opera meravigliosa, capace di far cambiare idea a tutti, o quasi.
Il M5S non ha cambiato idea, considera l’opera inutile e anacronistica ed è rimasto contrario.

Lega e PD erano contrari ed hanno cambiato idea.

Certo è comprensibile in un opera che gestisce tanti miliardi di Euro generi degli appetiti, e gli appetiti possono essere saziati in tanti modi.

Peccato che ci siano appetiti, peccato che si sia visto chi ce li ha, peccato che è troppo presto, ma quanti cadranno sotto la falce della magistratura per questi appetiti?
Scommettiamo su quali partiti saranno coinvolti?

Scommettiamo su quale sarà il rincaro dei costi?

Potremmo anche scommettere sul se e come entrerà in funzione l’opera, ma forse non sarò più qui a godermi il risultato della mia puntata.

Possiamo dire che il TAV è inutile?

Certo che possiamo dirlo, con certezza e senza tema di essere smentiti.

Il TAV è inutile, un inutile spreco di denaro.

A nessuno, se non ai costruttori, ai loro amici e sodali, interessa l’opera. Ai costruttori interessano i finanziamenti, ai sodali le mazzette. Mazzette che ci saranno, non so da chi a chi, ma ci saranno, hanno smesso di vergognarsi, forse ci diranno tutto, andando in prigione, senza nemmeno passare dal via.

Certo avere un treno merci veloce sarà importante, certo avere un collegamento diretto con Digione sarà ganzo, certo, certo.

Non vedo l’ora di poter inviare tonnellate di arance in Francia, non vedo l’ora di poter ricevere tonnellate di olio Spagnolo, non vedo l’ora.

Ah, dimenticavo, non vedo l’ora di inviare le mie pizze a Kiev, che ora si raffreddano troppo nel viaggio, ma per quelle il TAV non serve.

Sì con i miliardi di costi TAV si poteva finire il collegamento della due mari, magari collegandola alla E45, magari riparando il viadotto del PULETO rovinato, e gli altri in via di disfacimento, magari….

Certo con i miliardi del TAV si potevano recuperare i centri storici di Nocera Umbra,dell’Aquila e, chissà avanzare qualcosa per il terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908 o almeno del Belice del 1968, ma è semplicemente questione di priorità, non si può fare tutto e subito.

Facciamo il Tav.

Sì facciamolo, dai.

Ceppoduro

Immagine di copertina:

Description English: CRH3 in Changsha South Railway Station
Date10 March 2010
SourceOwn work
AuthorBrücke-Osteuropa

Cucinelli

Cucinelli Brunello

Che dire di quest’uomo, che non abbia già detto?
Brunello è un ganzo. Un uomo che onora il genere umano. “Ha fatto i soldi” ma non si è montato la testa. Non ne da il merito a sue presunte capacità superiori, a vicinanze divine o altri pensieri strani. Gli è andata bene e vuole lasciare dietro di se qualcosa per gli altri, per tutti. Per quelli che verranno e che potranno godere dei “soldi” che lui ha investito nell’arte, nell’architettura, nel bello, in qualcosa che resterà.

Cosa resterà di noi?

Forse nulla, ma di lui si, resterà qualcosa che i posteri, i mitici posteri, ammireranno. Non tutti lo so, ma quelli che potranno, vorranno, vedranno, e apprezzeranno lo avranno ripagato di quello che si è privato.

Beh, pensandoci non si è privato di nulla, ha solo dato, nemmeno ha privato di qualcosa noi, ci ha solo dato.

Ci sono industriali che ci tolgono tante cose. Il lavoro, che ci avevano dato prima. La dignità, retribuendoci meno. La salute, facendoci ammalare o morire sul lavoro

Cucinelli no

Cucinelli

Brunello, offre un lavoro dignitoso ai suoi dipendenti, che lo ripagano lavorando bene e facendolo guadagnare altrettanto bene. E lui questi soldi non se li sputtana come un industrialotto qualunque. Lui li mette in un paese, Solomeo, creando qualcosa di duraturo, che lui non userà, nemmeno i suoi discendenti lo faranno. Quello che lui crea lo useranno tutti. Italiani o stranieri, belli o brutti. Poveri o ricchi.

Il bello resterà in uso gratuito a tutti.

Come quello creato dagli antichi Romani: gli anfiteatri, le strade, i ponti.

Dovremmo averne altri di Cucinelli. che facciano qualcosa per gli altri, invece di sfruttare, disseccare, desertificare o inquinare intorno a loro, intorno a noi.

Bravo Cucinelli.

Continua così, sei veramente un grande, un grande uomo, un signore.

Se avessi bisogno di me, chiedi pure, farò il possibile per aiutarti.

Giancarlo

Notizie

Notizie

Notizie false, notizie tendenziose

Notizie

Il 24 Maggio sentivo alla radio, GR1 delle sette, le notizie. Una sui consumi degli Italiani veniva data così:

Calano i consumi degli Italiani, per colpa delle minori disponibilità delle famiglie, che (per colpa delle politiche incompetenti del governo) stanno risparmiando su tutto, anche nel settore alimentare, dove non si era pensato potesse accadere.

Questo calo di consumi ha dato il via ad un ecatombe nel commercio, dove dal 2011 sono stati chiusi migliaia, e migliaia, di esercizi (il numero è stato dato, ma non lo ricordo con certezza). Confesercenti ha subito chiosato che così non va, bisogna cambiare (governo) e tornare a sostenere consumi e negozietti.

Notizie

Le notizie RAI

Ma perché alla RAI non assumono, finalmente, gente istruita. Lo so vorranno risparmiare sui costi e questi ignoranti che hanno in organico costeranno meno. Magari non sono neppure a tempo indeterminato chissà? Certo loro ed i loro capi saranno stati messi li da una forza politica a cui ora pagano la marchetta, ma non si può sentire dipendenti del servizio pubblico dare notizie false, se non false almeno tendenziose. Non pretendo un servizio pubblico imparziale, non sarebbe possibile ma vorrei che le notizie fossero date in modo da dare la possibilità all’utente di capirle e di valutarle personalmente.

Già i ritmi incalzanti di un servizio radiofonico non permettono di ragionare troppo su quello appena ascoltato, ci sono subito altre notizie a ruota e la voce dello speaker sembra un rullo schiaccia sassi.

Non basta

Non basta dire dal 2011 ad oggi per far ammenda di aver insinuato l’idea (falsa) che la colpa sia delle politiche attuali del governo attuale.

Che significa dal 2011 ad oggi? Significa che la responsabilità è dei governi immediatamente precedenti e delle loro politiche e dei governi immediatamente seguenti che non hanno cambiato tali politiche (nota 1).

Ma una spiegazione alle notizie?

Ma lo dovresti spiegare il perché, se vuoi dare la notizia del disastro della piccola distribuzione. Magari anche il governo attuale non sta facendo nulla, non so, ma è sicuramente l’ultimo dei responsabili ed essendo ancora in carica potrebbe sempre far qualcosa.

Comunque, la morte dei negozietti sotto casa non è per la minore spesa delle famiglie, non è per la mancanza di soldi dei nuclei famigliari, casomai, con gli ottanta euro prima e con il reddito di cittadinanza poi si è cercato di tornare a far spendere i cittadini indigenti. Quindi ne potrebbero beneficiare anche i piccoli negozietti sotto casa, se ci fossero sempre.

Ma non ci sono più!

Perché?

Per colpa dell’apertura selvaggia alla e della grande distribuzione.

Dove c’è un super o un ipermercato decine, centinaia di piccoli negozi muoiono.

Non ci sono clienti a sufficienza, come può un negozietto far concorrenza a catene nazionali e multinazionali che impongono prezzi bassi ai fornitori per farli restare fornitori.

Prezzi bassi

Prezzi bassi che servono alla grande distribuzione per offrire a loro volta prezzi bassi (???) che il piccolo negozio non può praticare. Poi i fornitori dei grandi magazzini, che per fornire ai prezzi richiesti la grande distribuzione qualcosa devono limare, abbassano la qualità. Così, con la politica dei governi che hanno permesso tutto questo, siamo arrivati a far morire i negozietti, a far produrre merda ai produttori fornitori della grande distribuzione e a far pagare a caro prezzo, anche se basso in termini numerici, la merda che mettono negli scaffali e che ci dobbiamo mangiare, indossare, spalmare ecc.

Perché è stata favorita la grande distribuzione?

La scusa è la modernità, non potevamo mancare l’appuntamento con la modernità, ovunque in Europa ci sono solo grandi negozi, catene specializzate o generaliste dove c’è di tutto e di più.

La realtà è che queste catene potevano spendere per farsi approvare i negozi, la verità è che queste società facevano parte, od aspiravano a far parte, di grandi società multinazionali, dove girano i soldi, le posizioni dirigenziali, gli stipendi ecc.

E allora via alla grande kermesse, senza dire alla gente che cosa sarebbe accaduto.

Questo solo

Per parlare solo del settore alimentare, di cui il servizio alla radio si meravigliava fosse in calo, sappiate che grazie alla grande distribuzione puoi mangiare la ciliegia o la fragola, la frutta in generale o la verdura durante tutto l’anno.

Tanto

Tanto nel mondo da qualche parte la fanno, anche fuori stagione, ma mai ti daranno quella di stagione. Cioè, se non fosse chiaro, ti offrono sempre la primizia, più cara, mai la roba di stagione più economica.

Perché i produttori locali, quando è stagione, devono produrre per l’altra parte del mondo, dove il loro prodotto è primizia. Ma non per loro, loro devono venderlo, alla grande distribuzione a prezzi bassi, di stagione, la distribuzione fa il lavoro vero ed il vero guadagno.

Poi ci meravigliamo se l’uno per cento della popolazione ha in mano il novantanove percento della ricchezza.

E noi non siamo tra quelli.

Ceppoduro

Notizie

( nota 1)

Notizie dei Governi nelle Legislature dal 2008

In questa sezione sono raccolti tutti i dati dei governi italiani che si sono succeduti dal 2008 ad oggi. Per ogni governo è riportata la data d’inizio, che coincide con il giorno del giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica a partire dal 1946, e la fine, che coincide con il giuramento del governo subentrante. Mentre la durata di ogni legislatura parte dal giorno della prima convocazione, a seguito di elezioni politiche, e ha termine il giorno dello scioglimento delle Camere per l’indizione delle elezioni.

XVIII Legislatura (dal 23 marzo 2018)
elezioni politiche del 4 marzo 2018 Giuseppe Conte (dal 1 giugno 2018)

XVII Legislatura (dal 15 marzo 2013 al 22 marzo 2018)
elezioni politiche 24 e 25 febbraio 2013 Governo Gentiloni (dal 12 dicembre 2016 al 1 giugno 2018)
Governo Renzi (dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016)
Governo Letta (dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014)

XVI Legislatura (dal 29 aprile 2008 al 23 dicembre 2012)
elezioni politiche 13 e 14 aprile 2008 Governo Monti (dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013) Governo Berlusconi IV (dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011)

XV Legislatura (28 aprile 2006 – 6 febbraio 2008)
elezioni politiche 9 e 10 aprile 2006

Investimenti

Discutiamo di investimenti pubblici.

Gli imprenditori, che si riempiono a bocca (e le tasche) con i nostri soldi, ci dicono che “Occorre far ripartire gli investimenti”. “Sbloccare i cantieri”. “Fare investimenti, pubblici, per far ripatire l’economia ed il PIL,”. “Spingere la crescita, contro la stagnazione e la recessione tecnica”.

Insomma che si spenda, che son tutti pronti a riscuotere.

Ma cosa danno in cambio di questi soldi?

Strade, ferrovie, viadotti, stadi, edifici malfatti fatti a risparmio. Loro risparmiano sui costi noi, che siamo signori, chiudiamo un occhio anche se spendiamo di più. D’altronde li vogliamo creare questi maledetti posti di lavoro? La vogliamo rilanciare l’economia?

Bene.

Anzi male. Perché tutti questi magnati (magnanti) non cominciano a spendere dei loro? Ammesso che ne abbiano, potrebbero fare loro gli investimenti necessari. Faremmo tutto con investimenti privati.

Investimenti

Un bel TAV (Treno Alta Velocità) che potrebbe collegarsi allo stadio di Roma, a quello nuovo naturalmente, con una lunga TAV (Tratta Alta Velocità) che, faremmo attraversare sopra o sotto il ponte di Genova. Tanto che ci siamo, potremmo continuare verso sud, verso il ponte sullo stretto, ci si arriverebbe in un attimo con un grande buco, tutto sotto la Salerno – Reggi Calabria. Un gioiellino Saremmo in Sicilia in un attimo, arance fresche ogni mattina se arrivassimo a riparare quelle due o tre Autostrade dissestate dell’isola Trinaricuta.

Naturalmente la riscossione dei pedaggi garantirebbe ai nostri eroici investitori una adeguata remunerazione ed un veloce rientro dei loro investimenti privati. Cribbio non è per questo che si fanno gli investimenti? Non è per questo che si mettono i pedaggi?

PIL alle stelle con gli investimenti.

Sarebbe davvero bellissimo, il PIL salirebbe a due, forse tre cifre. LA Germania in crisi per il basso livello del Reno rifornita da merci scaricate a Gioia Tauro che, in un batter d’occhio, passando da Lione, arriverebbero direttamente a Rotterdam.

Chissà perché continuano a chiedere investimenti pubblici?

Quale miglior investimento di quello privato? Non ci sono i fondi d’investimento, per l’appunto? Altro che la volatilità della borsa, altro che i fondi pensione, altro che! Un bel porto, un bel ponte, un bel treno, questo ci vuole!

Privatizziamo gli investimenti, che di questa eccessiva presenza dello stato nell’economia non se ne può più.

Ceppoduro

 

Avevo bisogno di aiuto

Avevo bisogno di aiuto.

Non ero più in grado di lavorare ed avevo bisogno di aiuto.

Eh si, ero diventato vecchio. Devo dire che non me ne ero accorto, non mi sembra di esserlo nemmeno adesso. Ma il padrone mi disse che non poteva più farmi lavorare, in vigna ero lento e non muovevo le cose pesanti. Ma su questo poteva anche sorvolare, il problema era che avrei dovuto fare un corso di aggiornamento sulla sicurezza, così non era in regola ed il corso era caro.

Erano più di trent’anni che lavoravo per lui e non mi ero mai fatto niente…

Niente… c’erano squadre di giovani Rumeni che venivano, potavano la vigna, zappavano o vendemmiavano, il padrone li pagava (poco) e sparivano. Erano comodi, veloci ed in regola con tutte le normative Italiane ed Europee.

Come poteva tenermi? Fin quando a potuto mi ha fatto sempre lavorare, è stato un buon padrone.

Da disoccupato guardavo la TV

In TV ascoltai un filosofo criticare il Dottor Buonafede, allora ministro della giustizia, perché non voleva più fare arrivare le navi delle ONG con i disperati raccolti in mare.

A quei tempi ne erano arrivati molti, qualcuno diceva troppi, ma un filosofo, evidentemente esperto di lavoro, diceva che gli immigrati, gli extracomunitari, gli stranieri più in generale erano indispensabili all’Italia. Il nostro paese, un grande paese industriale, aveva bisogno di braccia forti.

Avevobisogno di aiuto
By Roberto Vicario – Roberto Vicario, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18335750

Non come le sua, lui che non aveva mai lavorato. O le mia. Ma le mia le sentivo ancora buone, anche se il padrone ne ha trovate di meglio, io avrei lavorato volentieri, almeno fino a sessant’anni.

Pensare che c’era gente di oltre sessantanni che nessuno voleva pensionare. Non capivo, non lavoravo e avevo bisogno di aiuto, ma il ministro non voleva farlo arrivare?

Alla fine qualcuno doveva pur mandare avanti il paese, non potevano lavorare solo i vecchi, anche più vecchi di me.

Però io non mi sentivo vecchio

Però io non mi sentivo vecchio e, in realtà, non credo che avessi veramente bisogno di aiuto, almeno nel mio lavoro. Lo sapevo fare bene, più che bene, avrei potuto farlo ancora, almeno fino a sessant’anni, ma non ero veloce, ma dovevo formarmi, per sicurezza, e costava caro.

Avevo bisogno d’aiuto.

Per l’azienda non potevo più lavorare, avevo cinquant’anni, e gli Africani costavano meno.

Non capivo perché il ministro li volesse fermare, neppure il filosofo lo capiva.

Ceppoduro

Una volta

Una volta

Una volta ero giovane.

Non lo sono più.

Non che sia vecchio, se ascolto la radio, se leggo un giornale, se guardo la TV, mi dicono tutti che sono troppo giovane.

Ecco ora sono troppo giovane. Se qualcuno mi chiede quanti anni abbia, rispondo che sono troppo giovane.

Mi sento bene, molto bene, d’altronde esser troppo giovani ha i suoi vantaggi, non devo pensare troppo, l’aggettivo qualificativo è già nella mia condizione, non serve usarlo per quello che faccio.

Non importa se sto bene, il sistema mi suggerisce anche di non stare troppo bene, devo sentire qualche disturbo, qualche malessere, altrimenti non consumerò psicofarmaci. E non sta bene, veramente non sta troppo bene non usare medicine.

Le campagne

A cosa servono, a cosa sono serviti, anni di campagne di raccolte fondi in TV, di fondi per la ricerca se poi nessuno si droga. Mi devo drogare. E’ un dovere civico, prima che una necessità. Non scherziamoci sopra. Ma non devo neppure prendermi troppo sul serio: sono o non sono troppo giovane?

Lo sono, lo sono.

Me lo dicono sempre.

Non posso capire perché i politici abbiano preso quelle decisioni che ci hanno portato sull’orlo del baratro. Forse che convenivano a loro e non a me? Ma no! Sono troppo inesperto di politica, non posso aver ragione.

Ma questi nuovi, questi di ora, questi partiti nuovi, dai nomi strani. Questi che non stanno mai fermi, sempre in movimento, questi con la capa tra le stelle: perché sbraitano contro i vecchi politici?

Che abbiano ragione? Che quelli di prima mi abbiano fatto fesso?

Ma noooooooo! Subito un coro dai media. Ma noooooooo! Figurati, son questi nuovi che son giovani ed inesperti. Son troppo giovani ed inesperti. Che vuoi che ne sappiano? Ed anche te che vuoi saperne?

La penso come i giovani

una volta

Anch’io la penso così, i loro ragionamenti mi convincono, son come quelli che ho sempre fatto io. Viva i giovani ed i troppo giovani.

No! No! Sei scemo? Sei troppo scemo. Non pensare.

Sei troppo giovane per pensare, lascialo fare ai vecchi.

Va beh, allora smetto e vado in pensione.

Noooooooo, ma sei matto? Sei troppo giovane per andare in pensione.

Ma allora che cazzo faccio?

Fai un po’ che ti pare ma attento, se sgarri potremmo ricordarci di te, quando sarai troppo vecchio.

Ceppoduro

In ricordo della Fornero.

R.I.P.

Scommetti?

Ma scommetti?

Scommetti.

Scommetti che se ragioniamo come un matematico non scommettiamo più?

In realtà la dipendenza dal gioco è difficile da combattere.

Non sono mai i giocatori a rendersi conto di avere una dipendenza.

Se se ne rendono conto non riescono a far niente per smettere di giocare.

Ma perché smettere? Meglio non cominciare, come fumare, meglio non iniziare mai.

Certo è difficile, con tutta la pubblicità, con tutte le promesse, con tutte le aspettative che nascono dal gioco d’azzardo.

Nel decreto dignità, finalmente, viene proibita ogni forma di pubblicità a questi giochi.

Sapete quanti sono i diversi giochi d’azzardo “legali” offerti?

51 e già ora forse di più!

Da quelli reali, video lottery, slot ecc. A quelli virtuali, su internet, sui telefonini ecc.

Da quelli al bar, a quelli in casa.

Sapete quando e cosa si vince a questi giochi?

Mai e niente!

“Come niente? Come mai?” direte voi che avete sicuramente vinto qualche volta al gratta e vinci.

Ma scommetti che tu non hai vinto al gratta e vinci?

Di solito non si vince, si “vincono” i soldi pagati per il tagliando. Si fa pari, se non si usa la vincita per acquistare un nuovo tagliando (e quindi si perde).

Giocando una volta si può anche vincere ma alla lunga, giocando regolarmente, si perde.

Non ci credete?

Fatevi un giro su internet: sul sito web: http://betonmath.polimi.it/

Il laboratorio di “Bet on Math” si basa sulle conoscenze matematiche per affrontare e capire i giochi d’azzardo.

Il titolo del laboratorio significa letteralmente “Scommettere sulla Matematica”; è un corso che è stato creato online dal Politecnico di Milano in modalità MOOC (Massive Open Online Course), rivolto a tutti i cittadini.

Il laboratorio si propone di utilizzare concetti matematici (frazioni, probabilità, elementi di statistica) per capire i giochi d’azzardo, con le loro criticità, rischi e meccanismi decisionali erronei in situazioni di incertezza.

scommetti
se seguiamo il corso, lo si fa in pochi minuti, otterremo il nostro bel certificato.

Potrete capire meglio cosa c’è dietro il gioco d’azzardo e come noi valutiamo male le nostre possibilità di vincita.

Sognando di diventare ricchi, sperperiamo soltanto i nostri soldi.

Giancarlo

MORANDI

Morandi

Morandi non è un cantante, era un ingegnere.
Ha costruito alcuni ponti, uno è crollato un mese fa.

Trentuno vittime, Genova divisa in due, monconi di ponte pericolanti su case e impianti industriali.

Un disastro.

Oggi tutta Italia commemora il giorno della tragedia.

Morandi

Voci di Genovesi e di intervistati a vario titolo, all’inizio dei GR e delle trasmissioni di approfondimento, come ormai e diventata consuetudine.

Cordoglio, tanto cordoglio, con un filo conduttore, un filo sottile: guerra al governo.

Piove: governo ladro.

Sembra essere tornati ai tempi, e forse lo siamo, di chi lanciava quello slogan. Gente che oggi dovrebbe essere al governo, invece è all’opposizione.
Un’opposizione feroce, mordace, cagnesca.

Ma che morde per mordere, senza un perché, senza sapere dove.

Morde e basta.

Morde a caso.

Tutto quello che si muove, anche se non si muove.

Quella opposizione che trova ancora credito nei mezzi di informazione, in mano a grandi gruppi industriali o in pugno all’opposizione stessa come la RAI.

Niente Spoil System

D’altronde il nuovo governo non ha voluto buttare fuori a calci quelli messi li da quelli prima, non hanno voluto fare come loro, che prima di tutto hanno cambiato i vertici dell’informazione pubblica e poi dietro tutti gli altri gregari.

Non hanno voluto fare come loro ma ora li hanno tutti contro.

L’informazione non deve essere prona al potere, siamo tutti d’accordo, ma nemmeno falsa e prona all’opposizione, siamo tutti d’accordo.

Si parla di Genova divisa in due, si paventano esodi di massa dei Genovesi, si stigmatizza che ancora non è stato fatto ne deciso alcunché, si ripete, ossessivamente che dal consiglio dei Ministri di ieri è uscito un deCretino, che non è un diminutivo di decreto. Si fanno parlare sfollati che non dicono nulla salvo l’ovvio. “Il crollo ha cambiato la mia vita, ora voglio viverla”, “vogliamo rientrare in casa a prenderci i nostri affetti, le foto, i dischi”, “Ho una vespa del ‘71 in cantina, non posso lasciarla li”.

Ma Morandi, come si fa?

Queste son davvero queste le parole dei Genovesi?

Queste le loro preoccupazioni vere?

Si critica un governo perché con il “decretino” non ha ancora scelto il commissario?

Dovevano fare come gli altri, nominare l’amico dell’amico? E l’amico secondo suo vice?

Cosa hanno deciso (di onesto) gli altri?

Non hanno ancora ricostruito il ponte? Ma le leggi non andavano seguite? I giornalisti e gli esperti le conoscono? Perché la stessa veemenza nel chiedere conto del disastro Ligure non l’ho ascoltata per gli altri ponti crollati? Dove era il Governo, lo Stato? Quanti ne sono stati ricostruiti dopo un mese? Quanti ne sono stati ricostruiti ancora? Nessuno!

Perché si raccolgono le voci degli sfollati, tristi, delusi e giustamente arrabbiati, e non gli si chiede perché la loro casa fosse sotto un ponte autostradale? Fosse ancora sotto un ponte? Potevano e dovevano averli sistemati prima in un luogo più sicuro, anche se quel ponte non fosse mai crollato.

Un giornalista, uno bravo, avrebbe chiesto questo, avrebbe cercato di farci capire di chi è la colpa, non mandarci i “giusti” piagnistei di chi ora è in difficoltà. Persone che, ragionevolmente, dovrebbero essere solo contenti di esser ancora vivi.

Che se fossero morti nel crollo non gliene sarebbe fregato nulla della Vespa del settantuno.

Ceppoduro