Figlia

A mia figlia.

Siamo sempre andati d’accordo noi due.

Ognuno per la sua strada, pochi amici in comune e reciproco rispetto. Condivisione degli ideali, delle cose importanti della vita.

Ma quali sono le cose importanti?

Pensare per raccogliere le nostre esperienze. Parlarne agli altri per insegnarle ed essere d’aiuto agli altri.

Sono anche le più difficili.

Pensare è faticoso, condividere i nostri pensieri ancor di più.

Ci sono dei limiti che non possiamo passare. Siamo limitati e contenti di contenerci entro certi limiti.

Quando

figlia

Quando discutiamo con altri le nostre idee non siamo mai liberi di esprimerle.

Nell’esposizione dei nostri pensieri siamo condizionati dalle nostre idee e dalle loro.

Dai loro silenzi. Dai loro commenti. dai cenni di approvazione o di disprezzo.

Siamo liberi di pensare solo tra noi. Pensare liberamene è un esercizio onanistico. Che da un gran piacere, tra l’altro.

Abbiamo vissuto, ci siamo fatti un’esperienza ed un’idea precisa del mondo.

Potremmo anche dirla esprimerla ed insegnarne i concetti agli altri.

Ma a chi? Come? Quando?

Possiamo aprirci ai nostri amici, conoscenti, vicini, compaesani o connazionali; sarebbe molto utile.

Darebbe un senso alla comunità. Stiamo assieme per scambiarci esperienze, opinioni, idee, per non doverle inventare ogni volta da capo.

Ma, così facendo, cambiamo chi ci sta intorno.

Dobbiamo assolutamente parlare ai nostri figli, ma è la cosa che facciamo peggio.

Come riuscire a parlare liberamente? E interessarli? Come convincerli a condividere le nostre idee, a prendere in considerazione le nostre esperienze? Quali esperienze raccontare? Sempre quelle positive, o anche quelle brutte e sbagliate? dalle quali si dovrebbe imparare di più. Se raccontassimo tutto, avremmo più da insegnare, da parlare, raccontare, da ascoltare, sentire.

I sentimenti. Il vissuto. Le esperienze. I fatti.

L’esperienza ci aiuta nelle scelte, nelle decisioni.

Aiuta ad aiutare.

Insegnare può essere un sinonimo di aiutare. Aiuti tua figlia se gli insegni quello che sai, se gli parli chiaro.

Non vorresti dirgli che tutti gli uomini sono degli stronzi, tu non lo sei. Ma potrebbe incontrarne uno e come aiutarla a riconoscerlo?

Questo che potrebbe umiliarla, maltrattarla, offenderla o violentarla.

Ci saranno dei modi. Certamente.

Ma non si conoscono, non si riconoscono le persone se non si riescono a capire.

Se non si conoscono. E quando le conosci è troppo tardi, potrebbe essere troppo tardi.

Allora figlia, per questo, bisogna parlare.

Parlando uno si scopre. Si vede come è fatto.

Si mette alla prova, ma la prova si può truccare, fingendo.

Meglio fare più prove.

I fatti. Bisogna che combacino i fatti con le parole, la cosa più difficile del mondo.

Bisogna esser bravi e onesti. Se scopriamo che è onesto, che è bravo è finita la prova. Siamo arrivati alla conclusione: è quello è giusto, uno con le palle, per mia figlia.

figlia

Ma la nostra natura, animale, potrebbe non volerlo dominatore ma dominato.

Anche così non sarà giusto.

Che sfiga. Tanto lavoro buttato.

E Dio vede e provvede.

Ceppoduro

Sognavo

La vita scorreva mentre

sognavo.

E stavo sognando di voi che vivevate la vostra vita meschina, piena  di aspettative irrealizzate, conforme alle regole date, indifferente alle altre vite attorno.

Vi guardavo, nel sogno, darvi un gran daffare per costruire qualcosa. Ma mai un dipinto, mai una poesia, mai una statuetta di terracotta. Nemmeno un pensiero d’amore.

Mai. Mai niente.

Perdevate il vostro tempo, l’unica cosa di valore, dietro ad altre cose da poco.

Alcuni si accanivano contro altri per il colore della pelle. Altri ancora si battevano per il colore politico.

C’era chi seguiva una fede, chi l’altra, chi una terza ancora, e chissà quanti non ho notato dietro ad una quarta.

Ho visto ammazzare qualcuno e ho sentito chiedere ad un altro di farlo. Ho sentito incitare alla guerra e ho visto i lampi dei razzi in guerra. Il ponte di Mostar crollare e le statue dei Buddha di Bamiyan sfaldarsi sotto le cannonate.

sognavo
Di Mark Ahsmann – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30269866
sognavo
Vista della roccia dove sono scolpite monasteri e Buddha. Questo sito è inserito nell’elenco del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO sotto l’intitolazione : Cultural Landscape and Archaeological Remains of the Bamiyan Valley.

Ho seguito folle di persone andare al lavoro dentro scuri capannoni, li ho seguiti, dopo, andare allo stadio o al mare. Ne ho trovai altri in montagna a spazzare la neve bianchissima verso il fondovalle.

Sognavo

Il mio sogno scandiva la vostra vita, quanti ne ho fatti nascere, altrettanti ne ho concepiti. Ho avuto tutte le più belle donne del mondo, ma neanche le più brutte ho mai ripudiato.

Ho cercato di aiutarvi tutti, nel sogno. Stavo per liberarvi dal giogo a cui siete ancorati. Slegarvi la testa dai lacci e darvi il libero arbitrio.

Ma qualcuno non voleva, non lo voleva e gridava. Ed altri si sono messi a gridare con lui. Avete cominciato a gridare tutti, a urlare ed inveire contro di me, assieme.

Sognavo, vi stavo sognando, ma le vostre grida mi hanno svegliato.

Ora non c’è più nulla.

Il mondo, come lo conosciamo, come lo conoscevate, è sparito.

E’ il tempo di una nuova alba. Un nuovo sole sorge sul mondo.

Ma voi non ci siete più.

Ceppoduro

Brutto

Che cosa è brutto? Cos’è la bruttezza?

Brutto, come possiamo definire qualcosa con questa qualità? Vediamo.

Intanto l’aggettivo e il sostantivo sono usati sempre per definire qualcosa che non ha le caratteristiche positive che vorremo o che ci aspettiamo. Esso è sempre contrapposto a bello, ciò che non è bello è brutto.

Brutto
Dipinto di Quentin Massys presente sulla copertina del libro Storia della bruttezza, un saggio curato da Umberto Eco.

Della bellezza avevo già parlato in un post precedente.

Allora potrei ripetere le stesse parole iniziali riferendole alla bruttezza.
“La bruttezza è oggettiva, è una qualità intrinseca delle cose, della loro rappresentazione bi, tri o pluridimensionale, derivante dalle sproporzioni tra le parti degli oggetti. La bruttezza è anche soggettiva, nel senso che queste sproporzioni devono essere colte, e lo sono senz’altro, dai nostri occhi, dalla nostra vista. Questa azione, questo sentimento ci permette di riconoscere il brutto, di affermarlo, di disprezzarlo. Ma la bruttezza è, comunque, oggettiva un oggetto, una formula, una musica può essere brutta indipendentemente dal fatto che noi lo percepiamo e riusciamo a vederne la bruttezza, se non rispetta comunque delle proporzioni che la farebbero bella”.

brutto
Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, e a me mi piace tanto (Giancarlo Arrigucci 1977)

Bruttitudine

Quindi anche se non riusciamo definire la bruttezza possiamo dire che è qualcosa di non bello. Come ho spiegato anche nel post Monumenti, o in quello sui viadotti.

Direi, invece, che è piuttosto sconcertante il fatto che la bruttezza non sia sempre colta immediatamente, come più facilmente si fa con la bellezza.

Mi riferisco alle caratteristiche dei manufatti e delle opere di ingegno umane.

Delle e nelle cose naturali non riesco a vedere o pensare il brutto.

Perché la natura semplicemente non può ignorare, sbagliare, l’accostamento dei colori o delle regole delle e tra le dimensioni.

Eppure il brutto imperversa nelle opere umane, specialmente quelle industriali, e nessuno sembra accorgersene.

Si mettono in casa, addosso in garage, in bocca oggetti, cose, cibi, profumi, indumenti orrendi. Molte volte pagati troppo, anche quando costano poco, specialmente quando costano poco.

Brutto
Questa immagina mostra bene come la bruttezza estetica delle persone sia solo apparenza, nella sostanza belli e brutti sono uguali.

Bruttura

Allora brutto è tutto ciò di cui ci circondiamo, pensando che sia bello.

E’ brutto, come si sia caduti in basso.

Giancarlo

Quelle bombe Italiane

Bombe Italiane

Ne avevamo dato notizia qui nel blog nel 2015, il 18 di Novembre. Quelle bombe Italiane erano in partenza da Cagliari verso l’Arabia Saudita, ora sono arrivate a destinazione e sono state impiegate.
Come sono state usate l’ha scritto il New York Times nell’articolo ” Airstrikes in Yemen Kill 68 Civilians in a Single Day

guarda il video “How Did Bombs Made in Italy Kill a Family In Yemen?

 riportato qui di seguito:

Noi non possiamo verificare che quanto asserito nell’articolo e nel video sia vero: 68 civili Yemeniti, uccisi in un solo giorno da attacchi aerei Sauditi con bombe fabbricate in Italia. Ci ricordiamo delle prove inoppugnabili dell’ex primo ministro Britannico Tony Blair sulle armi di distruzione di massa in mano a Saddam Hussein, defunto dittatore Iracheno.

Ma su quelle bombe Italiane

La fonte è autorevole e non siamo a conoscenza di smentite ufficiali del nostro governo.

Quelle bombe ItalianeAllora in mancanza di questo non possiamo che dare credito al NYT.

L’Italia ha inviato bombe in Arabia Saudita che sono state impiegate per attaccare villaggi civili in Yemen.

Non ne siamo orgogliosi, non ci piace come il nostro governo interpreta la costituzione, quell’articolo 11 che pure tuona così chiaro e forte contro la guerra.

Neppure come non rispetti nemmeno le risoluzioni internazionali.

Allora dicemmo:

Dovremmo smetterla di fornire armi ed armamenti alla coalizione Sunnita, ma Renzi è andato in visita ufficiale a Riyad senza dirci perché. Nemmeno ha tuonato contro la guerra, mi pare. Chissà perché? Allora dobbiamo tacere anche noi?

No.

Noi non vogliamo farlo.

Noi dovremmo smetterla di esportare morte.

Non ti senti sporco di sangue anche tu?

Al posto di Renzi ora c’è Gentiloni ma non è cambiato nulla. La politica è sempre la stessa. Il rispetto della Costituzione anche. A pensarci bene ora, si capisce meglio perché volessero a tutti i costi cambiarla questa Costituzione.

Fortunatamente non ci sono riusciti.

Ricordiamocelo. Sempre.

 

Giancarlo

 

Fonte: The New York Times

Ho sessantanni

Ho sessantanni, vivo in Toscana, in un posto bellissimo e sono solo.

Guardando indietro nella mia vita, rivedo tutto quel che è successo.

Maremma cane, ho sessantanni!

Sono un contadino, sono sempre stato un contadino, anche se ho un diploma ed ho fatto qualche studio universitario, ma senza laurearmi.

Il babbo

Mio padre era un contadino, mi ha insegnato a lavorare la terra ed ad allevare le vacche.

ho sessantanni

Ed io ho allevato vacche e coltivato la terra per nutrire le vacche. D’altronde non è facile avere la terra da coltivare io ce l’avevo, il mio babbo ce l’aveva per me e poi me l’ha lasciata, con un po di vacche.

ho sessantanni

Per un periodo è andata bene, più che bene.

Ero giovane, forte e bello. Avevo abbastanza soldi da permettermi auto e soddisfazioni, non che abbia mai esagerato, ma una bella sportiva, una spider, vestiti eleganti e scarpe nuove le ho sempre avute.

E andavo a ballare tutti i sabati e le domeniche sera.

Le donne

Ho avuto molte ragazze, mi fidanzavo spesso. Raccattare con una bella macchina e soldi da spendere non è difficile. Erano ragazze belle, alcune bellissime. Ogni fidanzamento un idillio. Poi quando venivano a sapere o gli dicevo che facevo il contadino, che coltivavo la terra, che allevavo le vacche, sparivano immancabilmente.

Avrei voluto morire. Ad un certo punto mi sono detto che non mi sarei più messo con nessuna, mai e poi mai più innamorato, non ne volevo più sapere.

Le donne dell’est

Ma quando è caduto il muro, sono arrivate altre ragazze, meno sofisticate delle italiane, con meno puzza sotto il naso.

Mi sono ricreduto, mi sono innamorato ancora e mi son sposato tre volte.

Poi ho capito.

Ho capito che cercavano un  marito, cercavano un passaporto, cercavano la libertà. Una volta raggiunta, sposandomi, se la prendevano e volavano via, sparivano come la neve al sole, come le altre, le Italiane.

Le ho riviste tutte poco più tardi, per il divorzio, ma più che altro le ha viste il mio avvocato.
Io non voglio più vedere nessuno.

La mamma

Ora ho sessantanni, sto con la mamma, che non sta nemmeno bene, ma almeno lei non mi lascerà.

Almeno finché vive.

Continuerà ad occuparsi di me, a prepararmi i pranzetti della mia infanzia, roba da leccarsi i baffi.

Ah, i baffi li ho tagliati, mi sembra che mi invecchiassero troppo.

Ceppoduro

 

perché

Chiediamoci il perché

Perché abbiamo lasciato che accadesse?

Ed abbiamo permesso che si realizzasse la globalizzazione?

Perché

Il fenomeno causato dall’intensificazione degli scambi e degli investimenti internazionali ha portato, come ci ricorda Wikipedia, all’interdipendenza delle economie nazionali e, quindi, anche a interdipendenze sociali, culturali, politiche e tecnologiche i cui effetti positivi e negativi hanno una rilevanza planetaria, unendo commercio, le culture, i costumi, il pensiero e beni culturali.

Wikipedia ci dice anche che tra gli aspetti positivi della globalizzazione vanno annoverati la velocità delle comunicazioni e della circolazione di informazioni (1), l’opportunità di crescita economica (2) per nazioni a lungo rimaste ai margini dello sviluppo economico mondiale, la contrazione della distanza spazio-temporale e la riduzione dei costi per l’utente finale (3) grazie all’incremento della concorrenza su scala planetaria.

Gli aspetti negativi sono il degrado ambientale, il rischio dell’aumento delle disparità sociali, la perdita delle identità locali, la riduzione della sovranità nazionale e dell’autonomia delle economie locali, la diminuzione della privacy (4).

Ma perché?

Perché lo abbiamo permesso? Ci abbiamo rimesso tutti. Ci rimetteremo ancor di più, sempre di più.

(1) Le informazioni non sono un bene, sono un male, ci uccidono, piano piano. Ci fanno vivere nel terrore: il terrore del ROM, dei ladri d’appartamento, del vicino di casa, dello straniero, del terrorista Islamico.

Ci bombardano di notizie, dicendoci quello che vogliamo sentire, senza dirci quello che dovremmo sapere. Dovremmo chiederci perché certe cose succedono e di chi facciano il gioco. Ma non lo facciamo, non ce lo chiediamo, ne vogliamo saperlo.

(2) Anche la favola dei paesi in via di sviluppo è finita. Non ci sono paesi che si stiano sviluppando. Ma ce ne sono in recessione, dove tutti continuano a star peggio. Molti sopravvivendo in condizioni terribili.

Ma anche i paesi sviluppati e ricchi recedono. Recedono economicamente per le crisi artefatte, per la concorrenza interna di manodopera disposta a tutto per lavorare. Recedono per gli scandali, bancari, economici politici. I crack non vengono più pagati da chi li genera ma dalla popolazione, giustificandoli con le scuse più più banali. Quel 10% della popolazione che possiede il 90% della ricchezza non è disposta a pagare, mai.

(3) Anche la storiella della riduzione dei prezzi, grazie alla globalizzazione, non ci migliora la vita. Non facilita il consumo dei beni. I prezzi scendono se e per la diminuzione dei costi, che non viene da riduzioni di prezzo delle materie prime ma dalla riduzione dei salari (reali) e dei diritti.

(4) Gli aspetti negativi,invece, si sono verificati tutti e molto più incisivi di come teorizzato.

Ma come abbiamo fatto ad accettarlo?

Ma chi ce lo ha fatto fare?

Mha!

Ceppoduro

2 centesimi

Il governo ha messo un’imposta

2 centesimi (medi) su ogni sacchettino che si usa al reparto ortofrutta dei supermercati.

E’ il risultato dell’applicazione di una norma Europea (Direttiva UE 2015/720) che obbliga i paesi membri a dotarsi di regole che ne limitino l’utilizzo.

2 centesimi

E’ stata l’occasione per i detrattori di Renzi-Gentiloni-PD per scatenarsi sui social e non solo. Ma quale è il significato di questa manovra? Cerchiamo di capirne di più.

Scopo della direttiva Europea è ridurre l’utilizzo di buste di plastica leggere, non biodegradabili. Un materiale che nuoce gravemente all’ambiente a causa dei lunghissimi tempi di degradazione, all’accumulo dei detriti nel sottosuolo, nei fondali marini ecc.

Infatti la norma cita nelle premesse:

“Gli attuali livelli di utilizzo di borse di plastica si traducono in elevati livelli di rifiuti dispersi e in un uso inefficiente delle risorse.
Il problema è inoltre destinato ad aggravarsi in assenza di interventi in materia. La
dispersione dei rifiuti costituiti da borse di plastica si traduce in inquinamento ambientale e aggrava il diffuso  problema dei rifiuti dispersi nei corpi idrici, minacciando gli ecosistemi acquatici di tutto il mondo.”

E

Di conseguenza, le borse di plastica in materiale leggero diventano più rapidamente
rifiuto e comportano un maggiore rischio di dispersione di rifiuti, a causa del loro peso leggero  Continua descrivendo il basso tasso di riutilizzo ed il largo impiego di tali oggetti ed invita gli stati membri.

Cosa consiglia di fare agli stati membri la direttiva?

Al fine di favorire livelli sostenuti di riduzione dell’utilizzo medio di borse di plastica
in materiale leggero, gli Stati membri dovrebbero adottare misure per diminuire in modo significativo l’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero, in linea con gli obiettivi generali della politica sui rifiuti e con la gerarchia dei rifiuti dell’Unione…

Inoltre

Le misure che devono essere adottate dagli Stati membri possono prevedere l’uso di strumenti economici come la fissazione del prezzo, imposte e prelievi, che si sono dimostrati particolarmente efficaci nella riduzione dell’u­tilizzo di borse di plastica, e di restrizioni alla commercializzazione, come i divieti in deroga all’articolo 18 della direttiva 94/62/CE, purché tali restrizioni siano proporzionate e non discriminatorie.

Suggerisce,

Tali misure possono variare in funzione dell’impatto ambientale che le borse di plastica in materiale leggero hanno quando sono recuperate o smaltite,…

Percui

Gli Stati membri possono scegliere di esonerare le borse di plastica con uno spessore inferiore a 15 micron («borse di plastica in materiale ultraleggero») fornite come imballaggio primario per prodotti alimentari sfusi ove necessario per scopi igienici oppure se il loro uso previene la produzione di rifiuti alimentari.

e

Gli Stati membri possono utilizzare liberamente i proventi generati dalle misure adottate in virtù della direttiva 94/62/CE allo scopo di realizzare una riduzione sostenuta dell’utilizzo di borse di plastica in materiale leggero.
Riassumendo possiamo dire che la legge Europea recepita dall’Italia con la tassa sui sacchettini, si ripromette di ridurre l’impatto ambientale di borse e  “borsine” di plastica non biodegradabili.
Per il raggiungimento dello scopo permette ai membri di adottare politiche economiche di prezzo o di tassazione prescrivendo di utilizzare liberamente il ricavato allo scopo di ridurne l’utilizzo (delle borse non delle tasse).
 2 centesimi

Che cosa ha fatto il nostro governo

Che cosa ha fatto il nostro governo con l’avallo del nostro parlamento?
Oltre a misure precedenti sulle borse di plastica leggere ha vietato l’uso di sacchetti ultraleggeri  nei reparti frutta e verdura se non biodegradabili, ed ha tassato quelli biodegradabili che li sostituiscono.
La tassa è minima, cosa volete che influisca la tassazione  alcuni sacchetti in cui imballiamo frutta e verdura sfusa sul prezzo dei generi presenti nel carrello? Pochi centesimi su molti Euro. Ma a livello nazionale l’esborso deve essere significativo.
E’ evidente che lo scopo della legge sia fare cassa.
Se fosse stato quello di ridurre l’uso di sacchetti di plastica, sarebbe già stato raggiunto con il divieto ad utilizzarli. Sostituendo con plastica biodegradabile, dovremmo aver risolto anche il problema dell’inquinamento.

2 centesimi

La riduzione dei consumi, che una tassa o un’addizionale sul prezzo dovrebbe favorire, non è efficace per i sacchetti dell’ortofrutta, obbligatori.
Quindi la tassa non ci invoglierà a consumarne di meno, a meno che non acquistiamo la merce preconfezionata, che ha molta più plastica nell’imballo e molto più pericolosa per l’ambiente. Ad esempio la vaschetta in polistirolo che fa le palline di cui son ghiotti pesci e volatili, ma che poi non riescono, purtroppo, a digerire.
Questa tassa serve solo ad aumentare le tasse in genere, anche se di poco, invece di diminuirle.
 2 centesimi

2 centesimi

2 centesimi. Se non si cercavano soldi, bastava il divieto delle plastiche normali, non biodegradabili e l’ambiente ne avrebbe giovato allo stesso modo.
Probabilmente in ossequio alla direttiva o per semplice riconoscenza, vedrete che parte di questa raccolta fiscale della nuova tassazione, sarà impiegata in campagne pubblicitarie che ci raccomanderanno di non gettare i sacchettini nel water o di non fare qualche altra stupida bischerata.
Spot che passeranno in tutte le radio-televisioni.
Speriamo solo che i soldi raccolti con la tassa bastino per pagare quest’obolo.
Giancarlo

Grafica e multimedia

Grafica e multimedia

Volevo fare un video, avevo bisogno di programmi di grafica e multimedia.

Sapete che uso solo programmi open source.

Il mio notebook, un ASUS, l’ho acquistato senza sistema operativo e poi ci ho piazzato UBUNTU, la versione XENIAL 16.04 LTS.

GIMP era preinstallato ma ho aggiunto dei plug-in interessanti che fanno tante cose.

Ho installato CIN (Cinelerra) un programma per il video editing.

Ho scaricato anche FOTOWALL un niente che non fa nulla o quasi, ma insomma ci possiamo creare poster o PDF o immagini vettoriali o meno, sparpagliando un po di foto a caso su una superficie e salvando il file.

Questo programma l’ho usato per farvi vedere le foto che ho impiegato.
Non erano tutte della stessa dimensione e allora con GIMP le ho inserite come livello incollato in una base nera che contenesse anche la più grande.

Tanto che c’ero ho trasformato

le foto in qualcosa che sembra un disegno, un fumetto o un’illustrazione.

Con SCHERMATA (Gnome screenshot), un programmino per catturare schermate o parti di schermata preinstallato con UBUNTU, vi posso far vedere i dettagli del lavoro e come funzionano i programmi grazie ad alcune schermate catturate appositamente.

grafica e multimedia
CIN, conosciuto come Cinelerra è un programma di editing video spettacolare, permette di fare cose strepitose. Anche se non è semplice da usare.
Cinelerra quelle linee colorate ti permettono di fare PAN, SCAN , ZOOM eccetera, nel tuo video.
FOTOWALL, distribuisce, gira, piega, distorce, ingrandisce le foto che vuoi inserire nell’immagine, salvandole in molti formati.
Le immagini prima del trattamento con GIMP
grafica e multimedia
Le stesse immagini dopo
grafica e multimedia
Il plug-in G’mic-qt di GIMP

Non solo grafica e multimedia

Sono andato su Jamendoo ed ho scaricato una musica, bella, strumentale.

Il sito Jamendoo ospita msica di tutti i tipi e di ogni genere

Il video che ne è venuto fuori potete ammiralo qua sotto.

Non è un gran che ma non ci ho messo molto impegno.

Anche se… Anche se non è facile usare questi strumenti, non è facile usarli bene ed ottenere buoni risultati.
Dobbiamo usarli molto, per correggere i nostri errori, per migliorare i risultati.

Comunque sono soddisfatto dei risultati.
Mi sono divertito tanto, ho imparato delle cose, spero di far piacere a qualcuno, che vedrò il video.
E’ caricato su YOUTUBE e quello che vedete è solo il link incollato nel post.

grafica e multimedia
Ho un video e ce l’avete anche voi. Godetevelo.

Provate, se avete voglia.

Provate LINUX, provate a fare qualcosa senza che vi dobbiate sentire in obbligo verso qualcuno. Se volete potete aiutarlo, ci sono tanti modi per farlo.

Giancarlo

Diciottenni

Gennaio 2018

Diciottenni, oggi abbiamo diciottenni che andranno a votare a Marzo, invece di andare in guerra come quelli del secolo scorso.

Negli ultimi settanta anni abbiamo avuto il più lungo periodo di pace della storia dell’uomo.

Assieme ad altri diritti i nostri diciottenni potranno esercitare quello del voto.

Diritti non scontati, non regalati, conquistati, dai nostri padri, dai nostri nonni, anche quelli morti in quelle guerre che non abbiamo più fatto.
Diritti che dobbiamo difendere perché, naturalmente, cercano continuamente e cercheranno ancora di toglierci.

Questo ha detto il presidente…

Questo è in parte quanto detto dal capo dello stato nel suo discorso di fine anno. Bravo Dottor Mattarella, sono molto contento di queste sue parole. Tant’è che voglio dire ai diciottenni di oggi di continuare a fare come quelli di ieri, andare a votare chi questi diritti NON glieli ha tolti ne sembra intenzionato a farlo.

Ne abbiamo parlato più volte in questo blog di questi diritti.

Ma come capire chi ci garantirà i diritti e chi vorrà toglierli?

Non crederemo mica a tutte le promesse elettorali? Ne che un politico vorrà dirci la verità sulle sue intenzioni?

E allora?

Quante domande.

Intanto non fidatevi di chi prometterà l’impossibile.

Non potremo continuare così per sempre, dovremo rivedere il nostro stile di vita. Dobbiamo ridurlo, ma non per consumare meno, dovremo solo consumare meglio.

Basta telefonini, basta cibi esotici, basta usare l’auto, basta sprecare, basta accontentarsi di prodotti scadenti alla moda, basta spendere poco.

Oggi potremmo avere tutti tutto di qualità al giusto prezzo.

diciottenniDiciottenni votiamo

Allora votiamo per chi non ha bombardato nessun tiranno, per destabilizzare l’area. Chi non ha attentato alla nostra Costituzione, per trarne facili vantaggi. Allora votiamo per chi non ha destabilizzato il mondo, per chi quella Costituzione l’ha difesa.

Votiamo per chi non regala i nostri soldi a lobby bancarie, industriali o di servizi. Allora votiamo per chi non ci ha tolto neppure un diritto, o un articolo di statuto, anche se continua a ricordarci i nostri doveri. Come quello di pagarle le tasse, in base alle proprie capacità. Quello stesso che però non si mette in tasca quei soldi come fossero suoi o li regala ai suoi amici come non fossero nostri.

Ceppoduro

Ho visto un film

Ho visto un film

Ho  visto un film che parlava delle Barden Bellas.

Le Bellas sono un gruppo di universitarie che cantano, cantano “a cappella”. Sono nere, gialle, rosse, secche, grasse, belle, brutte: rappresentano la società americana, multietnica, giovane, fatta di minoranze in continua competizione. Sono l’America. Rappresentano gli USA. Parteciperanno ad un concorso canoro “a cappella” per gruppi. Con gruppi da tutto il mondo. Concorso che si svolgerà, subito dopo la laurea.

Sono Americane e come gli USA vogliono vincere e dominare. Loro vogliono farlo nel canto a cappella. Insomma vogliono conquistare il mondo. Vogliono dominarlo, militarmente. Vogliono distruggerlo, cambiarlo, ma non migliorarlo. Lloro, vincenti, lo vogliono ai loro piedi, perdente e pezzente.

Al contest canoro non partecipano, vincono, non c’è il numero due nella loro mente, anche se il film ironicamente si chiama “Pitch pefect 2“.

Non basta partecipare, far bene, giocare.

Loro non vogliono migliorarsi individualmente, per continuare a stare insieme, per condividere le esperienze, per crescere assieme. Non cercano amicizia tra loro e con gli altri coetanei o con chi condivida i loro interessi per il canto.
No! Giocano assieme per vincere. Sopraffare. Primeggiare. Spartirsi il mondo.
Che sarà, barbaramente, distrutto l’altro, per avere tutto. Per affermare gli USA.

Ho visto un film

E io…

E io non sono d’accordo, io non mi riconosco in questa idea.

Non riesco a immaginare una società multi etnica pacifica. Con minoranze razziali, sessuali e politiche dagli interessi e dagli scopi comuni. Tutti coalizzati contro un nemico esterno comune, da annientare.

Si dovrebbe primeggiare per migliorare tutto e tutti. Il perdente e dovrebbe avere gli onori del vincente. Il perdente è necessario, è la dimostrazione dei meriti del vincente, se per meriti ha vinto.

Ma gli americani non costruiscono la democrazia assieme al perdente, da vincenti la possono solo esportare. Assieme ai loro valori, vincenti, ma non convincenti.

La morale di questo film stupidotto è la volontà americana del controllo del mondo, e la trama spiega come farlo. Come ottenerne il predominio, la sottomissione, lo sfruttamento, la schiavitù.

E’ lo spirito americano.

E’ libertà.

O è Canto a Cappella.

Ceppoduro