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Fatto

E’ già stato tutto scritto

Fatto !

Più volte riandando colla mente ai periodi epici, in cui i pionieri del libero pensiero dovettero far getto della loro vita per difendere od affermare una verità, arrivavo alla logica conclusione che il genere umano non si sarebbe potuto affrancare dai dogmi religiosi e politici, se prima non venivano abbattuti i simboli che davano ai dogmi veste e riconoscimento di potenza suprema, universale. (1)

Fatto

Una domenica ai Santi Apostoli, mentre la messa era già cominciata, il Santasillia vide entrare nella chiesa, già tutta piena di gente, una giovinetta bionda, aggraziata assai, in una vesticciuola di percallina bianca, a fiori azzurri, e seguita da una donna di età, linda, composta, che pareva essere qualche cosa meno di una istitutrice, qualche cosa più di una cameriera.

La fanciulla s’era fatta in viso di fuoco, vedendo che i devoti, raccolti nel silenzio della preghiera, volgevano il capo verso di lei, disturbati dalla sua venuta in ritardo. Essa, in fretta, voleva trovare un posto ove mettersi, ma i banchi erano tutti occupati. (2)

fatto
Morandi Natura morta 1961 Olio su tela
fatto
Morandi Natura morta 1960 Olio su tela

Fatto

Allontanarsi era facile: ma le rise di quelle donne certo riempivano tutta la muta campagna, perché come io discendeva giù per il sentiero, così quelle mi seguivano, e mi pareva che dietro la bica le due procaci sapessero di essere scoperte e pure non arrossissero; ma mi venivano dietro con le loro risa, ed esse mi schernivano ed io ne aveva vergogna. Io ne aveva vergogna, non esse, e pure la loro impurità era bestiale ed orribile, orribile al punto che vinceva la ragione e incuteva un vaneggiamento di precipitarvi, come a chi contempla gli abissi.

E non v’era nessuna immagine o voce di purità e di virtù che si levasse al mio soccorso, io che le invocavo! (3)

Fatto

E se due donnicciuole toscane favellassino, non favellarebbeno altrimenti che si abbia favellato la Nanna, la Pippa, la Comare e la Balia: e se la sua patria, madre degli ingegni, se Arezzo, già capo di Toscana, fu inanzi a la città da cui si tolgono le leggi del parlare, perché non gli è lecito usare la lingua del paese? Come si sia, andate altero poiché il folgore di verità e di poesia fa ombra, con l’ali de la sua fama, a lo esser vostro; e verrà tosto il tempo che i guiderdoni aparecchiatigli dal Cielo e da la Fortuna vi felicitaranno, onde poterete vivergli gloriosamente apresso. VALETE. (4)

Giancarlo

1) titolo:

Abbattiamo il Vaticano

titolo per ordinamento:

Abbattiamo il Vaticano

autore:

Pasquale Binazzi

opera di riferimento:

Abbattiamo il Vaticano / Pasquale Binazzi. – La Spezia : Tip. La sociale, 1910. – 32 p. : ill. ; 17 cm.

licenza:

Creative Commons “Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale”

2) titolo:

Baby e i tiranni minimi

titolo per ordinamento:

Baby e i tiranni minimi

autore:

Gerolamo Rovetta

opera di riferimento:

Baby e i tiranni minimi – Baldini e Castoldi, 1913 – 226 p. ; 20 cm.

licenza:

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3) titolo:

La cagna nera

titolo per ordinamento:

cagna nera (La)

autore:

Alfredo Panzini

opera di riferimento:

La cagna nera: racconto / Alfredo Panzini. – Roma : La Voce, 1921. – 148 p. ; 18 cm.

licenza:

Creative Commons “Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale”

4) titolo:

Dialogo nel quale la Nanna insegna alla Pippa

titolo per ordinamento:

Dialogo nel quale la Nanna insegna alla Pippa

autore:

Pietro Aretino

opera di riferimento:

“Sei giornate”. Grande Universale Mursia, nuova serie, 211, Milano, 1991

cura:

Angelo Romano

licenza:

Creative Commons “Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale”

Il paese

Ho visto un paese

era il paese ideale.

il paeseL’ho visto, ma non ricordo dove, in sogno forse, o su wikimapia, chissà?

Era un pese bello. Era piccolo. Ma popolato di gente. C’erano ragazzi, ovunque, e donne e uomini.

Il paese era in collina, accanto ad un boschetto di querce. Intorno tanti orti e ulivi e viti.  Lungo le strade fiori, fiori ovunque, nelle case, nelle strade, in piazza, lungo i muri.

Il paese aveva meli, peri e tanti altri frutti, piantati ai margini delle strade.

il paeseLa gente

era cortese, produceva tutto in casa, in piazza ed in speciali capannoni a vetro che chiamavano fabbriche. Nelle fabbriche c’erano una o due macchine che producevano il necessario per la comunità. Vi lavoravano per il tempo necessario a far quello che serve e rimettere in ordine.

Le donne accudivano i figli da sole o assieme agli uomini, quando non dovevano assentarsi da casa per lavorare in fabbrica o nei campi.

il paeseNon si viaggiava molto nel paese, nessuno era mai stato lontano, avevano la televisione per questo, conoscevano bene il mondo, c’erano programmi che raccontavano tutto, usi e costumi, laghi e montagne. Poi si studiavano bene, queste cose, a scuola. Erano le materie fondamentali assieme alla lingua Nazionale. ed alle materie scientifiche.

Solo qualcuno si spostava, per vendere i prodotti in eccesso, nei paesi vicini oppure da questi posti arrivava un venditore di merce simile.

Il paese e gli anziani

I vecchi erano molto considerati, la loro esperienza di vita era importante, controllavano  i giovani, aiutando madri e padri con la famiglia, nell’orto ed in qualsiasi faccenda gli venisse chiesto aiuto.

Erano anziani felici, sempre occupati, mai che si sentissero un peso o inutili.

Le case

erano grandi a un solo piano, alcune avevano una piccionaia in alto, un secondo piano ristretto. Tutte la case erano rivestite di finestre, sembravano serre. E le serre dei giardini, sembravano piccole case.

Più grandi e più ampie erano le scuole, le biblioteche, i musei. Non c’erano asili, i bambini stavano con le mamme ed i nonni. Non c’erano chiese, caserme, prigioni, non servivano a nessuno.

Mancavano le autorità.

Non sono riuscito a chiedere perché mancassero poliziotti, militari, preti, indovini e politicanti vari. Ma forse, ripensandoci, non sarebbero serviti a nulla. Non c’erano lavori sporchi da far fare a qualcuno, non c’erano lavori ben retribuiti da accaparrarsi. Non c’era potere. Mancava totalmente il potere. Nessuno che volesse utilizzarlo, nessuno.

Nessuno ne sentiva il bisogno. Davvero una cosa stranissima. Nonostante questo la gente faceva tutte le cose necessarie.

Un sogno, anzi, un Utopia.

Ceppoduro

Ho sessantanni

Ho sessantanni, vivo in Toscana, in un posto bellissimo e sono solo.

Guardando indietro nella mia vita, rivedo tutto quel che è successo.

Maremma cane, ho sessantanni!

Sono un contadino, sono sempre stato un contadino, anche se ho un diploma ed ho fatto qualche studio universitario, ma senza laurearmi.

Il babbo

Mio padre era un contadino, mi ha insegnato a lavorare la terra ed ad allevare le vacche.

ho sessantanni

Ed io ho allevato vacche e coltivato la terra per nutrire le vacche. D’altronde non è facile avere la terra da coltivare io ce l’avevo, il mio babbo ce l’aveva per me e poi me l’ha lasciata, con un po di vacche.

ho sessantanni

Per un periodo è andata bene, più che bene.

Ero giovane, forte e bello. Avevo abbastanza soldi da permettermi auto e soddisfazioni, non che abbia mai esagerato, ma una bella sportiva, una spider, vestiti eleganti e scarpe nuove le ho sempre avute.

E andavo a ballare tutti i sabati e le domeniche sera.

Le donne

Ho avuto molte ragazze, mi fidanzavo spesso. Raccattare con una bella macchina e soldi da spendere non è difficile. Erano ragazze belle, alcune bellissime. Ogni fidanzamento un idillio. Poi quando venivano a sapere o gli dicevo che facevo il contadino, che coltivavo la terra, che allevavo le vacche, sparivano immancabilmente.

Avrei voluto morire. Ad un certo punto mi sono detto che non mi sarei più messo con nessuna, mai e poi mai più innamorato, non ne volevo più sapere.

Le donne dell’est

Ma quando è caduto il muro, sono arrivate altre ragazze, meno sofisticate delle italiane, con meno puzza sotto il naso.

Mi sono ricreduto, mi sono innamorato ancora e mi son sposato tre volte.

Poi ho capito.

Ho capito che cercavano un  marito, cercavano un passaporto, cercavano la libertà. Una volta raggiunta, sposandomi, se la prendevano e volavano via, sparivano come la neve al sole, come le altre, le Italiane.

Le ho riviste tutte poco più tardi, per il divorzio, ma più che altro le ha viste il mio avvocato.
Io non voglio più vedere nessuno.

La mamma

Ora ho sessantanni, sto con la mamma, che non sta nemmeno bene, ma almeno lei non mi lascerà.

Almeno finché vive.

Continuerà ad occuparsi di me, a prepararmi i pranzetti della mia infanzia, roba da leccarsi i baffi.

Ah, i baffi li ho tagliati, mi sembra che mi invecchiassero troppo.

Ceppoduro