Sui disastri naturali. Continuano sempre?

Sui disastri naturali.

La natura non ci è amica, almeno non sembra, dai disastri che fa. Distrugge sistematicamente quello che noi costruiamo. Ne cancella ogni traccia. Spacca. Spiana. Increspa. Scioglie. Spezzetta. Sbriciola. Fintanto che del manufatto si perde ogni traccia. Un muro, una casa, non sono destinati a rimanere in piedi in eterno, anche se li facciamo resistentissimi, alla fine saranno distrutti.

Il loro degrado non è un problema sul lungo periodo, si possono restaurare, mettere nuovi intonaci, nuovi pavimenti, aggiustare infiltrazioni nel terreno o dal tetto. Altrimenti le case diventano fatiscenti, resteranno disabitate, destinate a crollare se non demolite prima. Se sono disabitate possono anche crollare, poco male. Se crollano con le persone dentro è una tragedia: morti, feriti, feriti poi feriti che muoiono o feriti che poi restano invalidi: e via.

Durante i terremoti è molto facile che le persone siano in casa, almeno nelle case abitate. Me ne ricordo tanti di terremoti, tutti alle 2, alle 3, alle 5 del mattino, insomma nella notte. La gente per bene di notte sta in casa, almeno cosi diceva il mio babbo quando era vivo. Il terremoto uccide solo gente per bene.

Inevitabile

Comunque, ancorché inevitabili, seppure imprevedibili, i terremoti accadono ed accadranno ancora. La terra non è compatta. Sotto, sopra il magma, la crosta è piena di buche. Ma la terra è pesante (bassa e pesante diceva sempre il mio babbo, grand’uomo). Se la terra pesa, tende a compattarsi. E quando si compatta son dolori, se c’è anche una spinta tettonica, in una faglia, son dolori maggiori, son disastri.

L chiesa di San Francesco Accumoli

Ma insomma, se vivessimo ancora in belle capanne di frasche, di vinchi o di canne, con il tetto di segale e le pareti compattate di sterco di Chianina, non correremo alcun rischio durante un sisma. Però abbiamo costruito case, palazzi, grattacieli; dentro cui stiamo meglio. Sono costruzioni comode, più di una capanna di frasche.

Comunque io non sono convinto che starei bene in un grattacielo, non mi sentirei a mio agio. Ma in casa si.  In una casa o in un palazzo non si sta male: c’è caldo, c’è fresco, c’è asciutto. Ma possono crollare. Crollano. Che strazio i morti e i feriti che abbiamo avuto in Italia negli ultimi giorni, sempre uguali a quelli degli ultimi anni, secoli e millenni. Non è cambiato nulla, uccisi all’improvviso dal cedimento di quello che abbiamo costruito. Disastri.

Eppure dicono che già da tempo abbiamo le tecnologie per costruire e per ristrutturare in modo che gli edifici siano o diventino antisismici.

Antisismico

Antisismico significa che non deve crollare, non deve farlo subito, per dare il tempo alla gente di scappare e portarsi fuori, all’aperto.

E’ possibile ma non l’abbiamo fatto, avremmo potuto seguire le orme dei nostri antenati e costruire sulla roccia. Ho visto un insediamento preistorico a Sant’Ambrogio Valpolicella, costruito su uno sperone roccioso della collina e più sopra la chiesa romanica del paese, sempre sullo stesso sperone.

Già millenni fa avevano capito che costruire sulla viva pietra era più sicuro, che era più saggio che costruire sui banchi di sabbia dei fiumi, dove oltre ai terremoti anche le piene o le alluvioni possono radere al suolo una casa.

E invece no, abbiamo costruito nei bacini alluvionali, anche grandi città, abbiamo cementificato i torrenti e costruito fin sopra il torrente, come nell’alluvione di Genova di un paio d’anni fa. Disastri.

Disastri

Costruzioni antisismiche

Potremmo costruire con sistemi antisismici, capaci di resistere a terremoti di magnitudo altissima; 6, 7 ed oltre. Ma nessuno lo fa. Perché non lo facciamo? O perché non lo abbiamo fatto prima? Forse manca una politica adeguata che lo richieda e lo faciliti.

Subito dopo ogni tragedia, invece di organizzare numeri solidali, invece di fare grandi discorsi ai funerali, sarebbe meglio capire cosa bisogna fare per evitare che succeda ancora.

E farlo!

E farlo fare!

Per fare in modo che per il prossimo terremoto sia già stato fatto.

Tradotto significa: La politica e l’amministrazione pubblica deve fare e favorire prevenzione sismica. Questo sarebbe il meglio. Ma forse non vogliamo il meglio, ci accontentiamo del mediocre, di vane promesse. Il mio prossimo voto lo spenderò per chi si impegnerà a facilitare questi adeguamenti, rendendoli possibili a tutti. Per cercare di evitare i disastri.

E quindi non prendiamocela, non possiamo prendercela, con la natura. Se la terra trema deve tremare, se piove deve piovere, se nevica deve nevicare.

Ho appreso che nei luoghi dell’ultimo sisma erano stati programmati interventi antisismici su chiese, scuole ed altri edifici. I soldi trovati e già stanziati. Ma, magie Italiane, invece di spenderli sul campanile (crollato) ci hanno finanziato altri interventi. Quelli previsti per la scuola sono finiti su progetti diversi, più urgenti e necessari. Non fosse che il terremoto ha deciso inavvertitamente di scuotere li, dove c’era la chiesa, dove c’era la scuola e non più in la, rendendoli invece i più urgenti di tutti.

Mostro, che mostro perverso.

999

Lo so che in Italia ci sono mille emergenze, tutte senza fondi. Un pozzo senza fondo.

Oggi, che abbiamo toccato il fondo, rimpiangiamo i fondi non spesi per il terremoto.

Domani quelli per l’alluvione, poi per gli incendi o la lava.

Se i fondi ci sono, poi, spesso, vengono distratti, si siamo proprio distratti, infatti non c’è nessuno che s’incazzi. Forse siamo distratti dal calcio o dalla televisione?

Non c’è scampo. Qualcosa ci mancherà sempre, non avremo l’ombrello e sarà li che pioverà, piove sempre sul bagnato.

“Tremo” al riguardo.

Ceppoduro

Piazza Edgardo Giacchetti a Bastiola (PG)

Piazza Edgardo Giacchetti a Bastiola (PG)

La piazza centrale di Bastiola, ridente frazione del comune di Bastia Umbra (PG) è stata intestata al maestro Edgardo Giacchetti. Padre del nostro Marco Giacchetti, guida e guru del gruppo amici dell’arte di Bastia.

E’ stata una cerimonia intensa e partecipata, a cui erano presenti tutti gli artisti impegnati nell’estemporanea, di cui vi ho riferito ieri, oltre vari altri cittadini.

Edgardo DSC_6711 DSC_6709 DSC_6707 DSC_6706 DSC_6705 DSC_6700 DSC_6696 DSC_6695 DSC_6694 DSC_6693 DSC_6691 DSC_6687 DSC_6686 DSC_6685 DSC_6684 DSC_6683 DSC_6682 DSC_6681 DSC_6679 DSC_6677 DSC_6676 DSC_6675 DSC_6674 DSC_6673 DSC_6672 DSC_6671 DSC_6669 DSC_6668 DSC_6667 DSC_6666 DSC_6665 DSC_6664 DSC_6663 DSC_6662 DSC_6661 DSC_6660 DSC_6659 DSC_6658 DSC_6655 DSC_6653 DSC_6651 DSC_6650 DSC_6649 DSC_6648 DSC_6647 DSC_6646 DSC_6645 DSC_6644 DSC_6643 DSC_6642 DSC_6641 DSC_6639 DSC_6638 DSC_6637 DSC_6636 DSC_6635 DSC_6634 DSC_6633 DSC_6632 DSC_6631 DSC_6630 DSC_6629 DSC_6628 DSC_6627 DSC_6626 DSC_6624 DSC_6623 DSC_6622 DSC_6621 DSC_6620 DSC_6617 DSC_6616 DSC_6615 DSC_6614 DSC_6613 DSC_6612 DSC_6611 DSC_6610 DSC_6609 DSC_6608 DSC_6607 DSC_6606 DSC_6605 DSC_6604 DSC_6602 DSC_6601 DSC_6600 DSC_6599 DSC_6598-1 DSC_6598 DSC_6597 DSC_6596 Edgardo DSC_6596

Quindi, auguri al nostro Marco.

Saluti dalla bella Bastiola.

Giancarlo

Estemporanea a Bastiola, bella, bella.

Estemporanea a Bastiola

Abbiamo fatto un’estemporanea a Bastiola, durante la festa di Bastiola (PG).

La manifestazione ha compreso anche una mostra di opere realizzate in studio.

Nel pomeriggio è intervenuto il sindaco di Bastia per intitolare la piazza di Bastiola al padre di Marco Giacchetti, nostro guru.

Ecco le opere in mostra:

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DSC_6552_lzn DSC_6595_lzn DSC_6594_lzn DSC_6592_lzn DSC_6589_lzn DSC_6587_lzn DSC_6586_lzn DSC_6585_lzn DSC_6584_lzn DSC_6583_lzn DSC_6582_lzn DSC_6580_lzn DSC_6579_lzn DSC_6578_lzn DSC_6577_lzn DSC_6574_lzn DSC_6573_lzn DSC_6572_lzn DSC_6571_lzn DSC_6570_lzn DSC_6569_lzn DSC_6568_lzn DSC_6567_lzn DSC_6566_lzn DSC_6565_lzn DSC_6564_lzn DSC_6562_lzn DSC_6560_lzn DSC_6559_lzn DSC_6558_lzn DSC_6557_lzn DSC_6556_lzn DSC_6555_lzn DSC_6554_lznPoi, finalmente, la premiazione:Bastiola DSC_7130_lzn DSC_7137_lzn DSC_7141_lzn DSC_7152_lzn DSC_7161_lzn DSC_7169_lzn DSC_7175_lzn DSC_7178_lzn DSC_7180_lzn DSC_7190_lzn DSC_7197_lzn DSC_7203_lzn DSC_7211_lzn DSC_7214_lzn DSC_7225_lzn DSC_7232_lzn DSC_7256_lzn DSC_7311_lzn

DSC_7016_lzn DSC_7123_lzn DSC_7117_lzn DSC_7115_lzn DSC_7097_lzn DSC_7093_lzn DSC_7081_lzn DSC_7075_lzn DSC_7066_lzn DSC_7061_lzn DSC_7052_lzn DSC_7050_lzn DSC_7049_lzn DSC_7045_lzn DSC_7039_lzn DSC_7035_lzn  DSC_7019_lznGiancarlo

Terremoto

Terremoto su Radio-RAI

In RAI ci tengono al terremoto, ci tengono informati. C’è una diretta in corso da ieri dove ci spiegano e ci rispiegano tutto sull’accaduto, sui, terremoti, sui come, sui perché, sui quando, aggiornando continuamente il numero delle vittime.

Forse l’aggiornamento sul numero delle vittime è l’unica utilità della diretta, ma esistono altri mezzi per informare tempestivamente, ad esempio i giornali radio e gli speciali dell’ultima ora, se ci sono novità.

terremotiPer il resto una fiera dell’ovvio, con esperti, ingegneri, geologi, direttori di giornali (???), politici sempre a ripetere la stessa solfa.

Terremoto devastante perché superficiale.

Terremoto devastante per la tipologia delle costruzioni.

Un terremoto devastante perché il sottosuolo è rigido.

Terremoto devastante perché non si possono prevedere i terremoti.

Terremoto devastante perché non si erano prese le misure antisismiche necessarie.

Ma…

Ma che ci vogliano ore ed ore di trasmissione per dire queste ovvietà, non lo capisco, non sembra corretto, etico, logico, intelligente, umano…

Ripetere due volte le stesse cose in radio è necessario, non tutti sono in ascolto allo stesso momento, ovvio, ma ripeterlo per 24, 48 ore ogni dieci minuti?

Schermata del 2016-08-25 14-37-30Il geologo Paolo Monaco racconta il tutto in tre post su Facebook, in cinque minuti si legge quello che c’è da sapere, e soprattutto quello che c’è da dire, su quanto è accaduto.

Ecco i tre post in fila.

1

La terra trema: noi a Perugia bene, ma verso il reatino e a NE e S dei monti Sibillini è uno sfacelo. Mi ero appena alzato e vibrava forte il letto. Ho subito pensato ai Sibillini, cosa che ho risposto a mia moglie che mi chiedeva, perché è zona molto sismica e piena di faglie antiche e recenti.

E purtroppo ci ho beccato da geologo, pensando ad un terremoto superficiale (pochi km di profondità) come è stato, dato il sistema di onde percepite. Temevo prima o poi succedesse, visto il prolungarsi del silenzio per troppo tempo. Ora la situazione è gravissima specie verso l’epicentro e alcuni paesi sono rasi al suolo. Vedremo i danni e la situazione col passare delle ore. Speriamo si possa salvare più gente possibile.

2 

SISMA: qualche notizia per informarvi da geologo. Il problema è antico ed interessa tutta l’Italia. Le mappe sismiche e le nuove ricerche portano ad una microzonazione, nel senso che si deve costruire molto bene in alcune zone e ancora meglio in altre (dipende dal tipo di sottosuolo sotto le case).

Nuovi strumenti stanno uscendo e studiano i microsismi che rappresentano a volte i precursori dell’accumulo di energia in regioni dove negli ipocentri si scatenano forti energie con lo sblocco di faglie che si rompono sotto forma di grandi terremoti.

In Appennino i danni forti agli epicentri indicano terremoti in zone superficiali (qualche km di profondità, generalmente 8-10 km), con sistemi di faglie generalmente in direzione appenninica ((NW-SE) ben conosciuti dai geologi dalla sismica di sottosuolo e di magnitudo attorno a 6.0. Spesso l’energia si trasferisce a Nord o a Sud creando altri terremoti come è successo da Amatrice s sud fino a Norcia a nord.

Occorre costruire e ristrutturare le case per reggere almeno a questo grado di magnitudine (in Giappone sono tutelati fino al grado 7.0) , ma per costi, interessi e ragioni politico-amministrative purtroppo non si fa. Occorre muoversi da subito in tal senso per prevenire ed usare la tecnologia a disposizione, oltre che informare sempre e correttamente la popolazione, anche con prevenzione a scuola.

L'immagine può contenere: sMS

Commenti:

 Per esempio a Norcia si è ricostruito molto bene in modo antisismico >6 dopo due sismi molto forti (1979 e il seguente). Infatti oggi, pur durando la terza scossa assai (oltre 120 secondi) la forte magnitudo (oltre 5) le case hanno avuto pochissimi danni.
Questo vuol dire che attualmente il solo modo di difendere l’Appennino dai terremoti è la ricostruzione delle antiche case in modo antisismico. Per i palazzoni e i condomini la cosa è fattibile anche se più complicata. Ma occorre impegno di tutti, e adeguarsi x legge alla magnitudo 6.0 se vogliamo salvare il nostro patrimonio nelle zone a sismicità (pericolo sismico) elevata.

3

SISMA 2: ancora due parole da geologo. Perché’ gli effetti sui paesi appenninici sono cosi’ distruttivi, e come difendersi? Innanzitutto gli effetti distruttivi sono legati proprio alla struttura del nostro Appennino. Una catena giovane geologicamente attiva, allungata in senso NW-SE e piena di faglie che da superficiali si spingono fino ai 6-8 km e 10 km di profondità’.

E che si intrecciano come una ragnatela (scusatemi l’espressione non proprio corretta). Il fatto che il cosiddetto sciame sia sempre composto da almeno 500 repliche di terremoti vicini tra loro, quasi nella norma allungati nel senso appenninico, ci indica proprio questa ragnatela che si espande e segue tutto l’Appennino.

E’ praticamente impossibile stabilire dove si avrà’ la 501 scossa la 502ma e cosi’ via. Il fatto che tutto lo sciame sia superficiale induce moltissimi danni alle case e ai paesi, in quanto le onde si propagano verso la superficie secondo microzone di flusso concentrato poco difficili da stabilire (ecco perché’ nasce la microzonazione sismica aggiornata ogni anno e sempre in evoluzione).

Ovviamente.

Ovviamente i flussi sono fortemente legati alle strutture geologiche e ai tipi di sedimenti stratificati. Noi geologi lavoriamo da tantissimi anni, senza fondi e solo con la nostra passione, per cercare di capire e approfondire tutto l’insieme, che non e’ per nulla facile.

Molto e’ stato fatto grazie anche all’INGV (vedi foto sotto) ma moltissimo e’ ancora da fare. Come difendersi ? L’unico modo di difendersi e’ costruire e ricostruire con le nuove tecnologie, per resistere a un 6.0 di magnitudo. Il 6.0 basterebbe, visto che il 99% e’ sotto questa soglia.

Il Giappone, come ho detto, lo sa bene, e convive da sempre con sismi >7 a volte fino a 8 di magnitudo, costruendo per tutelarsi da questa entità’ di scosse. Il sistema del Giappone e’ tremendo, in quanto sta vicino ad una subduzione crostale, in condizioni veramente critiche, quindi geologicamente molto peggio di noi.

Cosa ci vorrebbe?

Occorre pero’ che in Italia la politica, la burocrazia, l’ottusità’ degli amministratori e la miopia della gente (interessata molto più’ alla Juventus…), si coordini per fare, per adeguare, per ristrutturare, per normalizzare da subito in tal senso le case, senza aspettare il prossimo devastante terremoto e contare le vittime e fare scorrere lacrime.

Tutti devono fare la propria parte. Noi geologi lo diciamo da anni, ma ci chiamano solo a raccogliere i cocci….informare, fare, agire, non lasciarsi prendere dal panico e amare i nostri paesi vuol dire preservarli giorno per giorno. Buongiorno

Terremoto
Che dite?
Quanto ci vuole a spiegarlo?
Avete capito?
Io si.
Tutto lo sciame sismico radiofonico e mediatico in genere, non serve a nessuno.
Non certo ai terremotati.
Ai parenti dei deceduti vada il nostro più sentito cordoglio.
Giancarlo

UBUNTU LINUX

UBUNTU LINUX

Quanti di voi conoscono e usano UBUNTU LINUX?

Spero in molti, a confido in pochi.

Ubuntu è una distribuzione GNU-Linux. Un sistema operativo diverso. Si basa sui concetti di Open Source, e Free Software. Si basa sul Kernel Linux per operare.

In cosa si differenzia dai sistemi operativi proprietari come WINDOWS della MICROSOFT o OS della APPLE?

Beh, intanto non è proprietario, non è mio o suo è nostro.

Questo fa si che ognuno, chi ne è capace naturalmente (nota 1), possa controllare cosa c’è scritto nel codice, cioè cosa fa quando viene utilizzato. Nel caso del software aperto ci sono migliaia, forse milioni di persone che controllano, nel caso del software proprietario non è possibile farlo, non legalmente, quindi scoprire un codice malevolo non ci è permesso.

“Bene”, direte, ” ma che me frega”!

Nulla, potete vivere uguale, magari usando uno o più  antivirus, magari pagando per il programma e per l’antivirus che poi, entrambi neppure userete tanto.

Ma torniamo ad UBUNTU. Ed a LINUX. UBUNTU LINUX. Probabilmente non lo usate, magari ci avete provato e non ci avete capito nulla, è come Windows, ma non ha il disco C. Non sembra funzionare, non si riesce a far partire un programma, insomma, non ci si capisce nulla. E’ pieno di roba che non serve, o almeno non si capisce a che serva. Non c’è nemmeno Photoshop perché in Italia siamo tutti graphic designer e tutti, tutti i PICCI devono averlo istallato sopra.

E allora…

“E allora cosa rompi?” starete chiedendovi. Rompo, cerco di rompere la pigrizia mentale e la paura che avete. Cerco di abbattere la sensazione di incapacità ad usarlo. Tutti siamo capaci di usare GNU-Linux ed UBUNTU e o qualsiasi altra distribuzione vi troviate fra le mani, cerdetemi.

Come si fa?

Scaricate la distribuzione qui.

Masterizzatela in un CD-DVD, anche riscrivibile, così potrete riutilizzarlo.

Date l’opzione CD-DVD avviabile al masterizzatore per poterlo utilizzare per i nostri scopi.

Aprite il cassetto del lettore di CD-ROM/DVD ed inserite il vostro disco appena masterizzato.

Spegnete e riavviate il PC, avendo cura di dare al BIOS del computer l’opzione “avvia da CD-DVD”, il computer avvierà il sistema operativo presente nel CD-DVD, Seguite le istruzioni o non fate niente ed il PC si avvierà con UBUNTU LINUX in modalità “live”.

Il che significa che fino a quando non decidete di installarlo, ed anche avviando la relativa procedura per sbaglio potete interromperla senza effetti permanenti finché non sceglierete di farlo veramente (il sistema vi avverte che acconsentendo non sarà più possibile tornare indietro e le modifiche saranno scritte nel disco fisso.

Comunque niente paura se non accettate, cancellate la procedura o spegnete il PC non sarà successo nulla.

Ma se non avviate questa procedura potete provare comunque il sistema come se fosse realmente presente nel computer, potete anche installare altri programmi, se avete il collegamento internet e riuscite a collegarvi (è veramente molto semplice), il PC lavorerà in RAM e tutto sparirà allo spegnimento.

UBUNTU LINUX Schermata del 2016-08-24 22-26-42 Schermata del 2016-08-24 22-26-14 Schermata del 2016-08-24 22-24-58 Schermata del 2016-08-24 22-23-34 Schermata del 2016-08-24 22-22-43 Schermata del 2016-08-24 22-22-03 Schermata del 2016-08-24 22-21-32 Schermata del 2016-08-24 22-18-49I programmi

I programmi preinstallati sono tantissimi, per installarne altri dovete informarvi in Internet, ma ad esempio con i pacchetti APT è facilissimo. APT è un tool (un attrezzo) ereditato da DEBIAN, la distribuzione da cui UBUNTU LINUX prende origine. Dovete lavorare con la shell e scrivere linee di comando senza utilizzare finestre grafiche, ma assomiglia molto al vecchio MS-DOS con i caratteri bianchi su sfondo nero.

Naturalmente ci sono anche tool grafici per installare programmi “Ubuntu software”, la cui icona, una busta arancione con una specie di A maiuscola stampata sopra, si trova sulla barra verticale sul bordo sinistro dello schermo, cliccateci sopra e si aprirà un mondo nuovo, in cui potrete vedere il software già installato e cercarne di nuovo.

Insomma, buona fortuna, e buon divertimento.

E non chiedetemi quanto costa.

E’ un presente per voi, da parte mia.

Giancarlo

Note:

Nota 1:
Per questo la nostra bella Costituzione garantisce il diritto allo studio e l’istruzione per tutti. Una persona istruita, in questo caso in informatica, non dovrà farsi raccontare come accadono le cose da altri, ma, se vorrà,potrà leggerle da se.

Un programma informatico fa delle cose in risposta a nostre azioni, cose che nella maggior parte dei casi noi vogliamo che faccia e che vediamo che fa, ma può farne altre senza farcene avere notizia o visione nello schermo, senza lasciare traccia.

Ma può farle solo se è scritto nel programma “…allora cerca tra i file, filtra “con carta di credito”, se trovi numero spedisci il codice a XXX@Bingo,acx… ; se questo codice  non è scritto, più o meno così, nel codice il programma non può farlo, per questo è importante poterlo aprire e leggere, per vedere che non ci sia scritto di fare cose contro la vostra volontà a vostra insaputa.

Campeggio d’Agosto.

Campeggio

Sono stato in campeggio.
Un bel campeggio, grande, tenuto discretamente bene, pulito e fornito di molti servizi. Anche il Wi-Fi, con connessione gratuita ad internet.
Di Wi-Fi Alliance - Wi-Fi Alliance, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20637759
Beh, devo dire che in realtà io, personalmente, mi trovo piuttosto male in campeggio. Saranno le mie dimensioni, sarà l’età, ma non è che questa esperienza mi soddisfi un gran che.
Dormire per terra, con i moderni materassini gonfiabili non è un problema, anzi.
Se non piove o fa freddo anche i giorni successivi non sono problematici affatto.
I problemi nascono dai servizi offerti. Specialmente quelli igienici, ma anche da altri.

CampeggioA meno che non decidiate di andare ogni giorno al ristorante o mangiate panini e frutta sulla spiaggia dovrete cucinare.

Molti, tutti, hanno delle mega tende da sbarco fornite di tutti i comfort, Anche il cucinotto in una mini tenda laterale, con acqua corrente (un fusto con la pompa elettrica) con fornello a gas (con la bombola di propano).

La corrente elettrica è fornita dal campeggio, quindi, tramite una miriade di cavi cavetti, prese femmine (multiple) e spine (singole) si riesce ad avere luce ovunque (volendo anche nelle tendine che si montano per gli ospiti). Si riesce ad avere anche gli attacchi per ricaricare la batteria dei cellulari.

Ognuno ha, almeno un televisore.

Eppoi, ventilatori, frigoriferi, surgelatori e … fate voi. Beh, oggigiorno i cellulari son quelli che vanno per la maggiore, uno a persona sicuro, a volte due con quello aziendale, oppure tre per l’amante o quant’altro. Meno male che hanno uniformato gli spinotti delle prese di carica dei cellulari altrimenti sarebbe stato caos. Attualmente le ricariche per la batteria sono quasi tutte uguali (qualcuno se ne frega delle regole) ma le tensioni e le potenze erogate son quasi tutte diverse, cosicché è lo stesso un caos: anarchia.

Tecnologia e servizi.

Oramai tutti i cellulari, gli “smart phone”, hanno dei piani tariffari pieni di giga (ma che saranno mai ‘sti giga?) il collegamento internet è sempre garantito a velocità astronomiche, almeno finché non finiscono i giga e almeno se c’è rete telefonica. Di entrambe ne manca sempre qualcuna.
Ma per questo c’è il Wi-Fi, un ponte radio che da un router fisso ti collega sicuro alla rete, sia tramite gli smart che i tablet o i portatili.

Bagni.

Dicevo dei servizi igienici, i gabinetti, sono uno accanto all’altro, come le docce, dislocati in un paio di palazzine. Sono puliti, come dicevo, frequentemente. Sono in numero sufficiente, visto che non ho mai fatto la fila per usufruirne, ma forse defecavo in orari non canonici, questo non posso saperlo.

Certo che una cinquantina di bagni per diverse centinaia di ospiti devono, per forza, essere usati in comune. Una parte sono cosiddetti “alla turca” non ti puoi sedere non hai contatto con il cesso, se non con i piedi nell’urina del precedente ospite, molte turche hanno una doccetta, che puoi usare per pulire prima, dopo ed anche come bidet.
Teoricamente questo è perfetto, solo che in pratica se non sei allampanato e bassino non riesci a tenere la doccetta e pulirti quello che devi pulirti con sapone o altro. Poi gli schizzi vanno e vengono, insomma per me “un disastro” meglio la seduta.

Ma se non ti porti dietro una bella spugna intrisa di WC-NET come fai? Pulisci con la carte igienica? Ma insomma, non mi sembra il massimo. Meno male che poi vai subito a farti una bella doccia, così il rischio di trasmissioni, infezioni ecc, si riduce. Si ma ti devi rivestire, anche solo con l’accappatoio, per raggiungere le docce. Che sono li dietro, vicine, ma da un’altra parte. E l’accappatoio tocca ed asciuga, assorbe e pulisce, insomma si prende parte di quel che tu hai reso prima.

Doccia.

Non vi parlo troppo delle docce, che devi essere ingegnere elettrico per apprenderne il funzionamento prima di usarle.
Si parte entrando, ci si spoglia si apre il rubinetto, che a volte esce acqua, anche in quantità sufficiente per l’intera doccia. Se l’acqua non esce, o quando smette di uscire, si chiude il rubinetto, si inserisce il gettone nell’apposita macchinetta, si apre il rubinetto e si può fare la benemerita doccia o continuare a lavarsi se prima era uscito qualcosa. Se non segui la procedura rischi che i tuoi gettoni non facciano erogare acqua al sistema e vengano, come si dice in gergo, “fregati”.

La doccia non è troppo stretta ma neppure larga, se ti muovi sbatti di qua e di la, specialmente se ti rivesti, pregno dell’umidità del vapore nella pelle, con gli indumenti che si attaccano ovunque ed i pantaloni che si inzuppano in fondo.
Per me sarebbe interessante che al campeggio fornissero un bagno, collegato ad una doccia solo per te, o al limite solo per la tua piazzola, quindi per la tua famiglia, i tuoi amici, i tuoi conoscenti, da usare in esclusiva con la tua chiave. Costerebbe di più? Non lo so, ma sarebbe meglio.

(Nota: forse hanno letto l’articolo, forse qualcuno li ha avvertiti, quest’anno son tornato per un giorno, e le docce non hanno più il sistema a gettoni).

Campeggio
Wi-Fi.

A che serve fornire un Wi-Fi se poi questo è collegato al nulla? Se non è potente abbastanza da reggere la connessione con chi lo voglia utilizzare? Certo il servizio è fornito gratuitamente, cosa pretendiamo? Vorrei vedere fosse richiesta una tariffa per qualcosa che non c’è. Anche se, dalle procedure di connessione, ritengo che un tempo lo fosse (a pagamento). Ma anche quelle procedure non sembrano cambiate molto, segno che non sono molto aggiornate. Personalmente vorrei arrivare e collegarmi senza tante storie, poter andare in rete e navigare ad una velocità decente. Si può fare due anni fa, in vacanza in Istria, funzionava così, in ogni villaggio, appena arrivavi in piazza per la maggior parte dell’abitato.

(Nota: Anche questa procedura è cambiata sembra tutto più facile, anche se io non ho nemmeno provato a connettermi a causa della passata esperienza).

Bene penso di aver finito di lamentarmi.
Però se vogliamo evolverci non possiamo accettare acriticamente quello che ci viene offerto. Se offri il tennis e quando vorrei giocare io il campo è già occupato, non mi stai offrendo un servizio, mi stai prendendo per il culo.
Giancarlo

Beroide estemporanea del 7 Agosto 2016

Beroide estemporanea del 7-8-2016

Beroide estemporanea è stata un’estemporanea eccellente, tanti bei dipinti ed acquerelli

Peccato, come al solito non ho vinto niente, ma ho fatto un bel quadro, sono contento lo stesso.

Poi Beroide è Splendida.

Seguono alcune scene della giornata e scorci di Beroide:

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Ecco il risultato della giornata, dove posso o mi ricordo metto l’autore, magari aiutatemi voi se ne conoscete altri o segnalatemi i vostri.

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Giancarlo Arrigucci
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Mariolina Savino
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Fernanda Freddo Quarto classificato.

uelli che conosco metto il pittore.

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Michela Leprai
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Annamaria Campagnacci
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Collaro Vincitore del secondo premio
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Armando Tordoni Vincitore del primo premio
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Tirelli
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Natalizi
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Flavio Rossi

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DSC_4815_lzn DSC_4867_lzn DSC_4857_lzn DSC_4853_lzn DSC_4852_lzn DSC_4851_lzn DSC_4850_lzn DSC_4849_lzn DSC_4837_lzn DSC_4829_lzn DSC_4825_lzn DSC_4821_lzn DSC_4820_lzn DSC_4819_lzn DSC_4818_lzn DSC_4817_lzn DSC_4816_lznPoi, finalmente la premiazione.

DSC_4874_lzn DSC_4875_lzn DSC_4876_lzn DSC_4877_lzn DSC_4878_lzn DSC_4879_lzn DSC_4880_lzn DSC_4881_lzn DSC_4883_lzn DSC_4885_lzn DSC_4886_lzn DSC_4897_lzn DSC_4899_lzn DSC_4910_lzn DSC_4914_lzn DSC_4921_lzn DSC_4924_lzn DSC_4934_lzn DSC_4946_lzn DSC_4954_lzn DSC_4959_lzn DSC_4986_lzn DSC_4989_lzn DSC_4997_lzn DSC_5013_lzn DSC_5032_lzn DSC_5042_lzn DSC_5055_lzn DSC_5060_lzn DSC_5074_lzn DSC_5089_lzn DSC_5102_lzn DSC_5120_lzn DSC_5122_lzn

Giusta, ma non mi ha reso giustizia.

Pazienza, sarà per un’altra volta.

Giancarlo

Riascoltavo “Vaffanculo” dopo tanto tempo.

Riascoltavo

Si devo ammetterlo, riascoltavo Vaffanculo di Marco Masini.

Non l’avevo capita a suo tempo.

Sì. Non mi diceva niente, ora mi piace un po di più, sono d’accordo. Si deve trovare il coraggio di mandare affanculo chi ti giudica, magari sbagliando, magari in malafede, che ti giudica inadatto, incapace di fare quello che fai o che vuoi fare.

riascoltavoNon si deve piacere a tutti per forza, di quelli a cui non piaciamo possiamo anche farne a meno. Dobbiamo farne a meno.

Certo però che quelli a cui non piaci possono rovinarti, se ti segnano, se ti additano come sfigato, come iettatore, rischi di pagarla cara. Come è successo a Marco. Bene un vaffanculo è la cura migliore. Bisogna dire no. Bisogna mandarli affanculo.

Allora riascoltiamolo, il grande Marco Masini:

Non avere paura d’amare, neppure di fanculare.

riascoltavoPerché, come dice lui, t’innamorerai, magari non di me, ma t’innamorerai.

La sua carriera dimostra come si possa salire, cadere, risalire, ricadere e senza perdersi d’animo ritornare in sella pur (non) credendo al niente, pur non credendo.

Non pensando a niente: Il niente.

riascoltandoMa in fondo c’è ancora qualcosa che vale.

Nonostante il suo babbo, nonostante tutto, lui c’è, Masini sei un grande.riascoltavo

 

Bucine

La strage di BOLOGNA, trentasei anni inutilmente…

Stazione di Bologna

Ecco son passati 36 anni da quando, a Bologna, scoppiò la bomba.

Son passati inutilmente.

Ancora non sappiamo chi furono i mandanti di quell’atto terroristico così grave, che assieme alla strage della banca dell’agricoltura in piazza Fontana del 1969 ed alla strage dell’Italicus del 74, cambiò l’Italia definitivamente.

Terrorismo? Ma quale? Di matrice Islamica? Ma no, allora non c’era ancora l’ISIS!

Forse Mu’ammar Gheddafi? No, lui sembra fosse invischiato con l’abbattimento del velivolo di ITAVIA sui cieli di Ustica, ma niente coinvolgimento in treni, ne in stazioni.

Saddam Hussein? No! Osama Bin Laden? Neanche! Al-qaeda? No, no! Questi sono icone moderne del terrore ed a quei tempi non si diceva chi terrorizzasse ed ancora oggi non è stato detto.

Chi furono?

Quelli che fecero quegli attentati erano dei nostri. Italiani e cattolici! Si son divertiti tanto a terrorizzarci, ci volevano far paura, e non solo, ci volevano piegare, e forse lo hanno fatto. E non ce ne rendiamo neppure conto. E non sappiamo neppure chi fossero. Non ancora.

Alla stazione di Bologna, quante ragazze son salite su un treno? Quanti ragazzi, studenti, militari di leva? Quanti lavoratori pendolari, insegnanti pendolari, ferrovieri o chissà? 85 di loro sono morti quel 2 Agosto 1980. 200 furono i feriti. E intanto sono passati 36 anni, il sindaco di Bologna Virginio Merola è ottimista: “è stato approvato il reato di depistaggio“, chi, ancora oggi, depista verrà punito.

(depistaggio de·pi·stàg·gio/sostantivo maschile

  1. Sviamento di un’indagine condotta dalla polizia o dal magistrato; estens., manovra o tattica mistificatoria.

E quindi?

E tutti promettono verità.
La verità è l’ottantaseiesima vittima della bomba.
E trentasei anni ne hanno decomposto ancor più il corpo smembrato.
Una lacrima per le vittime e i feriti.
E un ricordo per non dimenticare.
Giancarlo
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Strage di Bologna, 2 agosto 1980. Beppe Briguglio, Patrizia Pulga, Medardo Pedrini, Marco Vaccari – www.stragi.it/ Dettagli dell’autorizzazione Copyleft © È permesso copiare, distribuire e/o modificare questo documento in base ai termini della GNU Free Documentation License, Versione 1.2 o successive pubblicata dalla Free Software Foundation; senza alcuna

 

 

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Una stazione

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Bologna, sempre generosa.
 Fonte

Il fatto quotidiano

Nella lingua più parlata nel mondo: il bu-cinese.