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La Befana vien di notte a San Leolino…

La Befana

La befana è l’unica icona popolare toscana abilitata a portare regali e dolcetti ai ragazzi.

La Befana DSC_4128_lzn A_lznA dire il vero anche il ceppo (bruciato nel camino da Natale a capodanno) era occasione di festa. Si poteva far incetta di frutta secca, aranci e mandarini. O di dolci, caramelle e altro. Ma al ceppo te li sudavi battendo appunto, come un forsennato, il ceppo (tronco di legno enorme e cavo al centro) dentro al focolare. Battendo con una paletta ti accecavi dalle scintille e dalle fiammate che uscivano dal ceppo e non capivi da dove arrivava la pioggia di frutta e dolciumi. Sembrava proprio che uscisse da dentro al camino

Anche per la befana tutto dipendeva da te, da come ti eri comportato nell’anno, ma era un evento meno spettacolare rispetto alla battitura del ceppo. Ti addormentavi con la calza di lana appesa davanti al camino e ti svegliavi trovandola piena di tanta roba, forse. Il carbone, se c’era, era vero, era quello del camino. Chiaramente il carbone c’era se non avevi fatto il bravo o se, più  semplicemente, i tuoi non potevano permettersi altro.

Tutto quello che oggi c’è in più è fuffa e lolla. Pula della nuova finta tradizione consumistica.

La befana

La befana serviva ai ragazzini che aspettavano il riempimento delle calze appese ed ai giovanotti che andavano per “befani” la sera a suonare e cantare alle case per ricevere qualcosa, per lo più uova sode o pane o pane e salumi o frutta. Ma anche qualche occhiata dalle ragazze. Un po come il dolcetto scherzetto di Hallowin, ma senza maschere macabre, travestiti solo da vecchiacce, alla meglio.

La Befana DSC_4146_lzn A_lznQuest’anno, anche quest’anno, a San Leolino è venuta la befana a regalare calze di dolci, è talmente brutta che ogni tanto impaurisce i più giovani. Mi ricorda la Corinna, un tempo c’era lei a San Leolino a spaventare tutti i ragazzi che incontrava e lo faceva senza dargli regali.
Ma è una befana che non discrimina i piccini, regala a tutti una calzetta di dolci, lancia caramelle ed accetta bacini tremolanti.

La Befana DSC_4142_lzn ABella la Befana

La Befana DSC_4132_lzn A
La Befana

 

Giancarlo

Occomemmai?

Occomemmai

e Occomemmai in Italia non riusciamo mai ad essere seri?

Occomemmai siamo sempre tutti a piangere?

e Occomemmai non ci incazziamo mai?

Occomemmai ce l’ho in punta stasera?

Eh, stasera mi gira e se mi gira la rigiro.

Qui in Italia quattro banche, una Consob assieme alla banca d’Italia e qualche ministro hanno spennato un sacco di gonzi, poi vanno in giro a dire che non è colpa loro, tutti, anche i gonzi.

Non era colpa delle banche che vendevan porcherie spacciandole per panini alla mortadella.

Non era colpa della Consob che invece di controllare dormiva, come la banca d’Italia? Oppure intascavano anche loro? Chissà?

Non era colpa dei ministri che, poveretti, hanno fatto il massimo per impedire che a pagare fossero tutti. Infatti qualcuno ha venduto ben prima che si scoprissero le carte e non ci ha rimesso nulla.

E i gonzi?

Certo non si posson dar la colpa da se, si darebbero degli strulli e invece loro volevano fare solo i furbi: prendere il 2% in più che sui BOT. Poi se han perso tutto piangon miseria. Come i bambini colti in fallo, non hanno fatto nulla e non son stati loro.

Ma se i gonzi son gonzi, i furbi, quelli veri, andrebbero comunque sanzionati e i controllori sanzionati due volte e i ministri sfiduciati per sempre.

Massìe siamo in Italia, mica altrove. Altrove avremmo subito assistito alle dimissioni dei vertici delle banche coinvolte, della Consob e della banca d’Altrove, I ministri, almeno quelli coinvolti, non si sarebbero neppure presentati a ritirare gli oggetti propri in ufficio, se li sarebbero fatti mandare direttamente a casa.

Ma qui nessuno pagherà, nessuno si dimetterà, nessuno verrà sfiduciato, nessuno se non i gonzi e, ammesso che gli rendano qualcosa, quel qualcosa sarà dei gonzi-gonzi (che poi saremmo noi, no! Noi siamo i gonzi-gonzi+gonzi).

E intanto le banche continuano a fare le banche d’affari, ti propongono titoli invece di prestarti i soldi, come dovrebbero fare.

Certo lo so che tempo addietro è finita la divisione tra banche d’affari e banche e tutte possono offrire tutto e tutti comprare tutto.

Che gioia, anche l’operaio può permettersi il conto titoli e, da casa, comprare e vendere in tranquillità. Che bello investire nei fondi comuni, nei fondi azionari nei fondi di caffè e negli ossi di seppia.

Ganzo, ganzo, ganzo.

Poi

de-localizzano la fabbrica e l’operaio azionario campa con l’azionariato, che  se lo ha ben differenziato non gli rende niente, se , invece, lo ha concentrato nei migliori titoli del listino perde tutto e piange perché non sapeva, forse la mamma, da piccolo, non gli dava mai soddisfazioni ed il padre, assente come la maggioranza di loro, non lo accarezzava mai, facendogli perdere autostima, autocontrollo e facendogliela fare anche a letto, fino all’adolescenza.

Insomma ci infiliamo da soli nelle sabbie mobili e poi, quando ce ne rendiamo conto, ci agitiamo come matti, dando la colpa agli altri che sprofondiamo ancora di più.

Ma finiamola, fate i seri, non siate più avidi ed ingordi e smettetela di fare, come sempre, i furbi.

Smettete di aspettare Godot, che agisca per voi, fatevene una ragione, avete sbagliato, è colpa vostra, non riavrete i vostri soldi ma pretendete, dovreste pretendere, che chi è responsabile del furto, i complici i pali e i ricettatori, vadano a casa.

Perché la miglior punizione  per loro è perdere il potere, e i soldi che ne ricavano.

La prigione gli si può risparmiare, mandiamoli a zappare, o a spaccare pietre.

Ma che ve lo dico a fare?

Tanto alla prossima elezione ce ne rimetterete altrettanti con la stessa faccia, la stessa bocca e gli stessi denti, negli stessi posti.

Occomemmai squalo3_lzn Occomemmai squalo_lzn

Ceppoduro

 

La vendetta del perdono, la miglior vendetta.

La vendetta del perdono

In questi momenti in cui tutti i profili fb sono tinti di tricolore, in questi momenti in cui sale la rabbia per la nostra impotenza. In questi momenti in cui vorresti bombardare il tuo vicino barbuto, in questi momenti in cui hai paura per la tua incolumità e quella dei tuoi cari la miglior vendetta è quella del perdono. La vendetta del perdono.

Vendicare un torto subito genera una faida, la faida è una progressione ed un proseguimento della guerra.

Non si è mai visto l’avvento della pace tramite una guerra.

La guerra genera guerra, la violenza violenza, l’odio odio.

Al contrario l’amore, la pace…

Non reagiamo alle violenze terroristiche dell’altro giorno: “Hollande non bombardare Raqqa ”

Repubblica.it: Siria, la risposta della Francia agli attentati: pioggia di bombe sui centri di comando dell’IS a Raqqa.

La prima risposta militare di Parigi agli attacchi di venerdì notte. Almeno 30 raid in poche ore. Il ministero della Difesa: obiettivi anche centri di addestramento e depositi di munizioni. Attivisti anti-IS: “Colpite strutture nevralgiche”. Molte zone della città senza corrente elettrica.

Non serve, non serve a fermare il terrorismo, serve solo a prolungarlo.

Ne parla anche infosannio.it con un bel articolo, di qualche anno fa, di Terzani sull’Islam in polemica con la Fallaci, lei che sosteneva la risposta militare come la soluzione finale al terrorismo.

Anche lei Sergio, non sia così intransigente “Terrorismo, Mattarella: “Risponderemo all’odio con intransigenza” come ci riporta repubblica.it ; l’intransigenza è l’unica cosa di cui non abbiamo bisogno, intransigenza, intolleranza sono associati a moralismo a fanatismo, spesso religioso, il fanatismo religioso non viene associato a terrorismo?

Allora facciamo attenzione alle parole, le parole tagliano e fanno male.

Cerchiamo di capirci, cerchiamo di capire perché un kamikaze va a morire, compiendo un gesto estremamente contrario alla natura umana, forse non ha più niente da perdere’ E se non ce l’ha, cerchiamo di capire perché, come possiamo evitarlo, evitando che sia disposto a togliersi la vita a se stesso ed ad altri assieme a lui. Se comprendiamo le sue ragioni e cerchiamo di soddisfarle, forse, potremo vivere in pace.

Viva la pace, che possa essere sempre con noi.

La vendetta del perdono peace2

Giancarlo

Quale futuro? Cosa dovremmo aspettarci dal domani.

Cosa dovremmo aspettarci dal domani? Quale futuro?

Quale futuro? Cosa ci aspetta nel futuro? E’ una domanda che ci siamo posti tutti, specialmente in prima persona singolare. Qualcuno si attende di recuperare la salute: per la guarigione dalla malattia che lo affligge; oppure di essere baciato dalla fortuna: per esempio con una bella vincita al “turista per sempre”; altri sperano in cambiamenti famigliari: come l’arrivo di un figlio; c’è chi vorrebbe riuscire a comprarsi un oggetto: la casa, la macchina, il portatile, l’ultimo smart-phone. C’è anche chi, meno ottimista, si aspetta di dover ridurre il tenore di vita: per la perdita del lavoro; addirittura chi non si aspetta più di trovarlo un lavoro dopo tanto che lo cerca e magari gli va oramai anche bene così.

Fortunatamente non possiamo sapere cosa accadrà domani per cui nel frattempo possiamo vivere: Dico così perché l’unica risposta seria alla domanda sarebbe “che dobbiamo morire”. Che è veramente deprimente, ma siccome non è domani domani che dobbiamo morire, insomma non proprio domani che questo accadrà possiamo illuderci che non accadrà mai e rimuovere l’idea della nostra morte e continuare la nostra vita … continuare a vivere.

E’ evidente che solo l’incoscienza del nostro destino ci permette di vivere, allora la miglior risposta ai terroristi, a tutti quelli che sinora hanno insanguinato il nostro mondo, la nostra vita, è di non considerarli, ignorarli, continuare a fare quello che facevamo prima, senza cambiamenti, senza farci intimidire. Loro vogliono terrorizzarci noi non lo faremo, continueremo a vivere più di prima, perché dovremo farlo anche per chi, vittima di quelle azioni, non vive più.

Non prendiamo nemmeno in considerazione di poter rimanere vittime di un attentato, le probabilità sono, tra l’altro molto basse, e continuiamo a vivere.

Noi non abbiamo paura, noi siamo in tanti, molti più di loro.

Noi viviamo in pace.

Giancarlo

Quale futuro ? Peace ?

 

Olio

Olio

Olio, Il termine in origine si riferiva unicamente all’olio di oliva ricavato dalla spremitura dei frutti dell’olivo. In seguito questo nome è stato esteso a tutti i grassi che si trovano allo stato liquido a temperatura ambiente e anche ad altre sostanze.

L’olio si divide per la sua origine o per il suo utilizzo ma noi quando parliamo di olio vorremmo sempre parlare di olio extra vergine di oliva (OEVdO) Italiano. Se non Toscano, addirittura solo di Bucine, ma insomma, va bene, parliamo di extravergine.

Si ottiene per spremitura fisica delle drupe di olivo, le olive, che danno olio di qualità in funzione di come esse sono e sono trattate durante e dopo la raccolta. Se le olive sono sane, non troppo mature, raccolte con gentilezza e macinate subito dopo la raccolta con macchinari a basso stress, si otterrà un olio eccezionale. Unico, con caratteristiche correlate alla posizione, alla cultivar ed al terreno.

L’OEVdO non è economico il suo prezzo varia da regione a regione da produttore a produttore, certo per essere veramente remunerativo, per il produttore, dovrebbe costare il doppio, ma non è possibile, ormai l’agricoltura è stata distrutta e i nostri governanti da decenni la stanno destrutturando per trasformarla in un mangimificio.

Titola il fatto quotidiano:

“Olio d’oliva, la proposta Ue che affossa il made in Italy: “70mila tonnellate dalla Tunisia senza dazi doganali”

olio

 

L’incremento della quota di oro verde esente da tasse importata dal Paese africano è stato proposto dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Federica Mogherini: se passasse sarebbe l’ennesima mazzata sulla produzione nostrana

 

Certo non si può chiedere un prezzo fuori mercato. Ma anche far abbassare il prezzo di mercato facendo entrare nel mercato prodotto straniero, a basso costo. Sicuramente scadente rispetto al nostro. Senza dazi (che riequilibrerebbero i maggiori costi di produzione che abbiamo in Italia). E senza ragione, (la ragione c’è, ma non si può dire, si tratta di scambi a livello nazionale di cui è meglio non avvisare la pubblica opinione, che non ha le competenze per capire), è apparentemente senza senso.

Io l’olio Tunisino vorrei anche assaggiarlo, se mi piacerebbe non lo so, ma lo proverei volentieri. Però fatemi sapere che olio ho per le mani. Etichettatelo con la zona di produzione. Datemi modo di scegliere. Fatemi pagare per quello che scelgo. Non datemi quello che volete senza che io possa scegliere e sarò il primo ad apprezzare quell’olio.

Va bene aiutare la Tunisia, come tutti gli altri paesi svantaggiati. Non è da li che partono tanti disperati in cerca di asilo o ristoro? Ma dobbiamo aiutare anche la nostra agricoltura, per permettere ai nostri figli di fare l’agricoltore e vivere onestamente e con dignità. O la Mogherini, ha deciso da sola che il lavoro agricolo è avvilente, non adatto ai nostri figli, e deve essere svolto solo da Tunisini o da altre nazioni extraeuropee?

Signora Mogherini, si calmi, faccia un bel respiro ed assaggi una bella bruschetta di pan agliato con  OEVdO Toscano, le andranno via anche i bachi dal culo.

Giancarlo

 

 

Fonte

Il fatto quotidiano.it

Omicidio stradale, serviva una nuova legge?

Serviva una nuova legge?

Omicidio stradale. “L’Italia è uno Stato che lascia in libertà e impunito chi si macchia di un omicidio della strada e condanna all’ergastolo del dolore chi ha perso i propri cari accusandoli di essere emotivo”.

Marina Fontana è una donna minuta, ma forte. Ha finito le lacrime. Ma la voglia di lottare non l’ha mai abbandonata. Da quasi due anni combatte, da sola, una lotta per chiedere l’approvazione della norma che prevede l’omicidio stradale. E ora si rivolge ancora al premier Matteo Renzi, ma anche al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

“Sono 19 mesi che vivo il dolore di vittima della strada, moglie di un martire della strada – racconta – Sono 19 mesi che continuo a scrivere al governo, agli organi di stampa e adesso anche al neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

Marina Fontana è la moglie di Roberto Cona, morto nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 2013 sull’autostrada del Sole.

Continua a leggere su repubblica.it…

Dopo tanto abbiamo una legge

Bene, dopo tanto abbiamo una legge sull’omicidio stradale. Era richiesta da tempo, anche per le pene troppo blande previste precedentemente. La signora Fontana sarà sollevata, anche se non credo soddisfatta. Come si fa ad essere soddisfatti dopo quello che le è successo?

Oggi, però, mi domando se sia una legge giusta? Se serviva una nuova legge? Se serviva una nuova fattispecie di reato? Credo che la risposta sia sempre la stessa: “NO!”

E’ una legge doppia, che intaserà ancora di più le carceri, aumenterà l’ingiustizia e favorirà solo alcuni, a dispetto delle sue pretese giustizialiste. Servirà a placare il popolo, è una legge di pancia per lasciare le teste, ebeti e beate, tra le nuvole.

Su radiovaticana.it si legge

“Molte altre novità importanti, fra cui quella di punire con una pena che va da 5 a 10 anni chi guida in maniera azzardata e temeraria per alcune fattispecie di alta gravità del Codice della Strada. Quindi questo inasprimento di sanzioni va a colpire la criminalità che guida sotto alterazione psico-fisica da droga e da alcool, ma va a colpire anche chi azzarda alla guida.

(Leggi tutto l’articolo qui)

Con tutto il rispetto

Con tutto il rispetto per radio Vaticana, ma come si fa a pensare che un criminale incallito o chi guida ubriaco fradicio o qualcuno sotto effetto di stupefacenti sia impensierito dalle pene inasprite. Ma dai, via, non prediamoci in giro. Poi spiega che va a colpire anche chi azzarda alla guida, chi sbaglia, e questo è giusto, chi sbaglia paghi. Ma siamo sicuri che pagherà, e che la pena sarà giusta e commisurata al reato?

No, non sta scritto da nessuna parte, certo l’innalzamento del minimo fa si che non sia più possibile evitare la galera a chi uccide… specialmente sotto alcool o droga… o viaggiando all’impazzata… Ma allora se ti fermi a soccorrere sei fregato, ti arrestano e stai in galera in attesa di processo per qualche anno, prima di scoprire se era o non era colpa tua.

Allora conviene scappare

Ma allora conviene scappare, che se non ti beccano sei salvo. Certo inasprire le pene creare nuovi reati favorisce solo chi può approfittarsi di ottimi avvocati e può pagarli per lungo tempo in attesa di prescrizione. Il disgraziato, ubriaco e drogato,* continuerà ad uccidere ancora. Sarà chiamato assassino, ma i morti resteranno tali e anche tanti. Quindi, di nuovo, a che serve il nuovo reato? A curare i mal di pancia della gente comune, del popolino.

Il blog di Franco Vespignani & Eleonora Farneti mette un po di buon senso nella discussione:

“Probabilmente interventi a monte e diversificati potrebbero contenere molto meglio tali infauste eventualità.

Controlli serrati sulla distribuzione incontrollata di alcolici e di droghe all’interno delle discoteche e dei locali. Verifica sullo stato di coloro che si mettono alla guida all’esterno. Ma soprattutto rendere i locali fruibili facilmente con i mezzi pubblici. Nonché insistere con campagne di informazione che inducano i giovani a fare in modo che chi guida la macchina non beva, magari facendo a turno fra gli amici. Sembrano apparire strumenti, perlomeno, ugualmente incisivi.”

Si è voluto reprimere

Qui sta il nocciolo della questione; si è voluto reprimere, non prevenire. Nessuno, il governo in primis, sembra interessato a ridurre il consumo di superalcolici (che garantiscono forti accise). Nessuno è interessato a favorire il trasporto pubblico da e verso i luoghi di ritrovo. Meglio il consumo di carburante delle auto private (altre accise succulente). Nessuna educazione stradale nelle scuole, nessuna sanzione educatrice dei comportamenti scorretti, alta velocità, distanza di sicurezza, sobrietà alla guida.

Si preferisce punire

Si preferisce punire l’incidente, non cercare di evitarlo, e intanto qualcuno muore, qualcuno resta gravemente invalido, qualcuno lo sarà. Poi non sarebbe ora di correggere certi comportamenti, non meno gravi, che passano inosservati e non sono mai sanzionati, che non sono nemmeno criticati? Che genitori sono quei padri e quelle madri che affidano potenti macchine a ragazzini neopatentati? In barba alle leggi che lo vietano. Che non si curano di educarli alla guida e neppure di educarli alla vita?

Se, come spesso succede, oltre che incapaci, sono alla guida ubriachi o fatti? Non dovrebbero anche loro concorrere alla colpa? O almeno vergognarsi pubblicamente di quanto abbiano fatto o non fatto loro stessi e i loro figli? E questa devianza giovanile (solo giovanile? Non credo) non è solo colpa dei genitori, tutta la società ha minori valori morali. Ovunque si esaltano comportamenti come quelli causa degli incidenti, prodromi alla nuova legge.

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F l a n k e r – Opera propria

Omicidio stradale

“L’Italia è uno Stato che lascia in libertà e impunito chi si macchia di un omicidio della strada e condanna all’ergastolo del dolore chi ha perso i propri cari accusandoli di essere emotivo”.

Marina Fontana è una donna minuta, ma forte. Ha finito le lacrime. Ma la voglia di lottare non l’ha mai abbandonata. Da quasi due anni comba

Omicidio stradale

“L’Italia è uno Stato che lascia in libertà e impunito chi si macchia di un omicidio della strada e condanna all’ergastolo del dolore chi ha perso i propri cari accusandoli di essere emotivo”.

Marina Fontana è una donna minuta, ma forte. Ha finito le lacrime. Ma la voglia di lottare non l’ha mai abbandonata. Da quasi due anni combatte, da sola, una lotta per chiedere l’approvazione della norma che prevede l’omicidio stradale. E ora si rivolge ancora al premier Matteo Renzi, ma anche al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

“Sono 19 mesi che vivo il dolore di vittima della strada, moglie di un martire della strada – racconta – Sono 19 mesi che continuo a scrivere al governo, agli organi di stampa e adesso anche al neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

Marina Fontana è la moglie di Roberto Cona, morto nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 2013 sull’autostrada del Sole.

Continua a leggere su repubblica.it…

Dopo tanto abbiamo una legge

Bene, dopo tanto abbiamo una legge sull’omicidio stradale. Era richiesta da tempo, anche per le pene troppo blande previste precedentemente. La signora Fontana sarà sollevata, anche se non credo soddisfatta. Come si fa ad essere soddisfatti dopo quello che le è successo?

Oggi, però, mi domando se sia una legge giusta? Se serviva una nuova legge? Se serviva una nuova fattispecie di reato? Credo che la risposta sia sempre la stessa: “NO!”

E’ una legge doppia, che intaserà ancora di più le carceri, aumenterà l’ingiustizia e favorirà solo alcuni, a dispetto delle sue pretese giustizialiste. Servirà a placare il popolo, è una legge di pancia per lasciare le teste, ebeti e beate, tra le nuvole.

Su radiovaticana.it si legge

“Molte altre novità importanti, fra cui quella di punire con una pena che va da 5 a 10 anni chi guida in maniera azzardata e temeraria per alcune fattispecie di alta gravità del Codice della Strada. Quindi questo inasprimento di sanzioni va a colpire la criminalità che guida sotto alterazione psico-fisica da droga e da alcool, ma va a colpire anche chi azzarda alla guida.

(Leggi tutto l’articolo qui)

Con tutto il rispetto

Con tutto il rispetto per radio Vaticana, ma come si fa a pensare che un criminale incallito o chi guida ubriaco fradicio o qualcuno sotto effetto di stupefacenti sia impensierito dalle pene inasprite. Ma dai, via, non prediamoci in giro. Poi spiega che va a colpire anche chi azzarda alla guida, chi sbaglia, e questo è giusto, chi sbaglia paghi. Ma siamo sicuri che pagherà, e che la pena sarà giusta e commisurata al reato?

No, non sta scritto da nessuna parte, certo l’innalzamento del minimo fa si che non sia più possibile evitare la galera a chi uccide… specialmente sotto alcool o droga… o viaggiando all’impazzata… Ma allora se ti fermi a soccorrere sei fregato, ti arrestano e stai in galera in attesa di processo per qualche anno, prima di scoprire se era o non era colpa tua.

Ma a

tte, da sola, una lotta per chiedere l’approvazione della norma che prevede l’omicidio stradale. E ora si rivolge ancora al premier Matteo Renzi, ma anche al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

“Sono 19 mesi che vivo il dolore di vittima della strada, moglie di un martire della strada – racconta – Sono 19 mesi che continuo a scrivere al governo, agli organi di stampa e adesso anche al neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

Marina Fontana è la moglie di Roberto Cona, morto nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 2013 sull’autostrada del Sole.

Continua a leggere su repubblica.it…

Dopo tanto abbiamo una legge

Bene, dopo tanto abbiamo una legge sull’omicidio stradale. Era richiesta da tempo, anche per le pene troppo blande previste precedentemente. La signora Fontana sarà sollevata, anche se non credo soddisfatta. Come si fa ad essere soddisfatti dopo quello che le è successo?

Oggi, però, mi domando se sia una legge giusta? Se serviva una nuova legge? Se serviva una nuova fattispecie di reato? Credo che la risposta sia sempre la stessa: “NO!”

E’ una legge doppia, che intaserà ancora di più le carceri, aumenterà l’ingiustizia e favorirà solo alcuni, a dispetto delle sue pretese giustizialiste. Servirà a placare il popolo, è una legge di pancia per lasciare le teste, ebeti e beate, tra le nuvole.

Su radiovaticana.it si legge

“Molte altre novità importanti, fra cui quella di punire con una pena che va da 5 a 10 anni chi guida in maniera azzardata e temeraria per alcune fattispecie di alta gravità del Codice della Strada. Quindi questo inasprimento di sanzioni va a colpire la criminalità che guida sotto alterazione psico-fisica da droga e da alcool, ma va a colpire anche chi azzarda alla guida.

(Leggi tutto l’articolo qui)

Con tutto il rispetto

Con tutto il rispetto per radio Vaticana, ma come si fa a pensare che un criminale incallito o chi guida ubriaco fradicio o qualcuno sotto effetto di stupefacenti sia impensierito dalle pene inasprite. Ma dai, via, non prediamoci in giro. Poi spiega che va a colpire anche chi azzarda alla guida, chi sbaglia, e questo è giusto, chi sbaglia paghi. Ma siamo sicuri che pagherà, e che la pena sarà giusta e commisurata al reato?

No, non sta scritto da nessuna parte, certo l’innalzamento del minimo fa si che non sia più possibile evitare la galera a chi uccide… specialmente sotto alcool o droga… o viaggiando all’impazzata… Ma allora se ti fermi a soccorrere sei fregato, ti arrestano e stai in galera in attesa di processo per qualche anno, prima di scoprire se era o non era colpa tua.

Ma a

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F l a n k e r – Opera propria

E comunque

Benché la mortalità ed i feriti negli incidenti nell’ultimo decennio siano calati (Fonte ISTAT), si decide di creare un nuovo reato. Invece di investire in azioni deterrenti dei comportamenti sbagliati, come l’educazione stradale nelle scuole ed il controllo stradale nelle strade, per favorire questo trend al ribasso di morti, feriti ed incidenti.

Questo si poteva fare, semplicemente riaggiustando le sanzioni già previste dal codice precedente. Ma no! Troppo facile. Ma allora perché, a pro di chi?  Di avvocati? Di razzisti? O di avvocati razzisti? Che molti incidenti mortali coinvolgono anche persone straniere, senza permesso, senza licenza, senza limiti. Ci sono, è una realtà, ma questa legge li fermerà? Io credo proprio di no.

Inoltre

C’è il comportamento di molte potenziali future vittime verso molti potenziali futuri assassini che andrebbe sanzionato ma di cui nessuno parla. Non fa audience. Non genera empatia. Ne porta voti.

Molti pedoni, ciclisti e motociclisti (normalmente quelli con scooter o motocicli leggeri) sono bombe viventi, kamikaze in nuche, pericoli costanti. Guidano senza regole, forse senza conoscerle, ti passano a destra, ti arrivano contromano, da ogni parte ed in ogni dove. Di questo però nessuno parla. Certo non possiamo arrestarli tutti e quando diventano vittime gli investitori diventano “pirati della strada” un termine che mi ha sempre disgustato.

Pirati

I pirati solcavano i mari in cerca di prede, nessun conducente di veicolo oggi va in giro in cerca di un pedone da investire, neppure quelli sotto effetto di alcool, che azzardano convinti di riuscire bene alla guida. E allora insegniamogli che non possono farlo, facciamoglielo capire, anche multandoli ripetutamente se volete, ogni volta che si mettono alla guida in condizioni non idonee, educhiamoli e correggiamone i comportamenti. Ma no, questo no, perché il barista deve continuare a vendere e più vende e meglio è. E lo spacciatore deve vendere, spacciare, come il barista. Perché il business è business.

Poi se questo inasprimento creerà molti problemi alla giustizia, celle più piene e tribunali ancora più intasati di adesso, non importa a nessuno. Gli innocenti si faranno la galera preventiva mentre qualche criminale riuscirà a farla franca, addio certezza della pena, sbandierata a propaganda. La certezza della pena può esserci solo se le leggi sono poche, chiare ed i processi veloci e giusti.

Omicidio stradale 834px-Italian_traffic_signs_-_attraversamento_pericoloso.svg
F l a n k e r – Opera propria

Un’esperienza terribile

Comprendo che deve essere un’esperienza terribile perdere una persona cara, uccisa improvvisamente in un incidente stradale. Specialmente se vittima incolpevole o presunta tale. Specialmente se giovane. Comprendo che un parente non possa essere obiettivo. Ma non riesco a capire perché non possa esserlo un legislatore: Non capisco la voglia di vendetta della gente. Specie di quelli non coinvolti direttamente.

Vogliamo la pena di morte?

In barba a tutti i precetti cristiani di Carità e Perdono, vince la rivalsa, il giustizialismo. Vogliamo la pena di morte? In Toscana fu abolita tanto tempo fa, quando eravamo illuminati, forse quando eravamo uomini. Questa voglia di punire ad ogni costo è anche molto lontana dalla nostra Costituzione, dalle sue idee fondanti, la quale Costituzione della Repubblica Italiana porta avanti l’idea del recupero, della rieducazione di chi ha sbagliato.

Come possiamo recuperare chi finisce in galera per trent’anni a causa di un incidente? Certo deve essere giudicato velocemente, con constatazioni puntuali ed inappuntabili e poi deve pagare, ma non con l’ergastolo, il quasi ergastolo (30 anni), una quasi pena di morte per l’omicidio stradale, omicidio stradale! Omicidio stradale?

I morti non si possono recuperare alla vita, i vivi si! Si dovrebbe cercare di farlo.

Lo stato

A questo punto lo stato, che guadagna nella vendita di superalcolici, non avrà più scuse se sarà citato in giudizio per complicità in omicidio stradale. I controlli non sono sufficienti, altrimenti non avremmo gente ubriaca, ne minorenni, ne giovani ne adulti ubriachi in giro o alla guida. Se non guidassero ubriachi non avremmo più incidenti. Lo stato è corresponsabile. Lo fa per soldi, non se ne cura

Ragazzi, ma anche non più ragazzi, cercate di essere guidatori accorti, non guidate in stato confusionale, fermatevi ed aspettate che passi. Fate attenzione ai pedoni, ai ciclisti, ai motorini, specialmente se vengono in senso contrario, rallentate, fatevi superare prima di ripartire. Occhio a destra, c’è sempre un coglione in motorino o in bicicletta che passa, non girate, non stringete a destra senza controllare gli specchietti retrovisori. Non guidate veloci, si arriva lo stesso, si arriva nello stesso tempo. Se qualcuno vuole passare, fatelo sorpassare agevolmente, non serve ostacolarlo, poi potrete guidare tranquilli. Fino a casa.

Siate prudenti

Ragazzi, ma anche non più ragazzi, siate pedoni, ciclisti, scooteristi prudenti, non passate a destra, ma nemmeno a sinistra ai semafori ed agli incroci, non saprete mai quando l’auto accanto partirà, ne che direzione prenderà, l’asfalto è duro, la lamiera anche, i vetri delle auto ed i paletti dei cartelli sono durissimi.

Genitori

Genitori, tenete d’occhio e per mano, soprattutto per mano, i vostri figli, anche quelli più grandi, dove c’è traffico, i figli sono imprevedibili e non hanno fatto scuola guida, forse non sanno nemmeno dei danni che può provocargli un auto o anche solo una bicicletta. Gli avete insegnato come comportarsi per strada, li avete mai avvertiti delle conseguenze dei loro gesti? Fatelo. Fatelo subito.

Amministratori, avete fatto marciapiedi? Piste ciclabili protette? Avete cambiato/migliorato la viabilità? Avete fatto zone pedonali? Allora che cazzo avete fatto, siete corresponsabili dell’omicidio stradale, degli omicidi stradali, che avverranno nelle vostre città, nei vostri paesi nelle vostre strade, come lo è lo stato venditore di alcool.

Gente,  avete mai riprovato il comportamento di automobilisti, pedoni, giovani, vecchi? Avete mai detto ” Ma che cazzo stai facendo?” a qualche smargiasso? Fatelo, fatelo subito, appena vi capita.

Monza-via-San-E ora ciclisti e pedoni, tutti nel traffico? Gottardo-inizio-pista-ciclabile Albertomos - Opera propria
E ora ciclisti e pedoni, tutti nel traffico?
Monza -via San Gottardo-inizio-pista-ciclabile
Albertomos – Opera propria

 

 

Probabilmente

Se tutti avessimo fato o facessimo questo, probabilmente, non avremmo avuto bisogno di nuovi reati. E non ci sarà bisogno di applicarne le pene.

Mi scuso ancora con chi prova e ha provato il dolore di una perdita da incidente stradale, ma il populismo di certi legislatori mi addolora e ancor di più mi indigna.

Voi avete ragione di essere affranti ed arrabbiati ma chi legifera non dovrebbe esserlo, invece…Invece di fare preferiscono giudicare, anche se non ne hanno la facoltà. Ricordiamoci che i verdetti del CSI si ottengono solo in certi telefilm americani, mentre il RIS è senza soldi e viene usato con parsimonia, molto parsimoniosamente. La ricostruzione di un incidente è molto difficile, mentre non lo è la ricostruzione giornalistica sensazionalistica.

Ma quest’ultima non serve, o almeno, non dovrebbe servire, a decidere dei delitti e delle pene.

Giancarlo

Fonti:

Il sole 24 ore

Il sole 24 ore norme e tributi

Movimento 5 stelle alla camera

Il Corriere.it

ISTAT

LOW COST: Viaggiare “low cost”, è bello e conveniente?

Viaggiare “low cost”

E’ una vera fortuna, viviamo in un mondo sempre più piccolo. Dove possiamo spostarci velocemente senza spendere una fortuna. Tutto è Low cost”.

Beh, “velocemente” è tutto da vedere e la spesa c’è, eccome, non si paga solo il costo del biglietto, si paga anche con qualcos’altro, anche se non sembra. Tempo e stress.

Tempo, qualcosa ci costa in termini di tempo. Gli aeroporti utilizzati dai vettori low cost sono secondari, lontani dalle aree metropolitane, più difficili da raggiungere. Ma questo potrebbe essere un vantaggio, se poi possiamo facilmente prendere un treno o un autobus o una macchina a noleggio. Di solito non è un vantaggio, sono solo fuori mano e per questo costano poco.

Stress

Qualcosa ci costa anche in termini di stress. Le lunghe file per il controllo bagagli, per l’imbarco, a volte anche per il controllo documenti non sono certo rilassanti. Ma le lunghe file in aeroporto sono comuni a tutto il trasporto aereo e non c’è modo di evitarle. Le file low cost sono comunque più lunghe in aereo, e intendo le file dentro l’aeromobile. Gli aerei sono grandi in modo da avere 6 posti per fila per tutto l’aereo. E anche le file sono tante, oltre 30, in modo da trasportare più passeggeri.

Low cost: mappa-boing-737
Tutti i voli di Ryanair utilizzano lo stesso aereo Boing 737-800
airbus-A320-alitalia
Airbus A320 Alitalia

Ma non  in modo da trasportarli meglio, ma in modo da trasportarne di più. Con l’inserimento di qualche linea in più. Non importa se dovremo sederci con i ginocchi conficcati nel seggiolino di fronte. Naturalmente tutto il peso superfluo è stato asportato (???). Niente tasche posteriori al sedile di fronte (di solito sotto al tavolinetto). Le quali potrebbero contenere sporcizia e ritardare la pulizia. Così non c’è modo di posare nemmeno un giornale. Ma tanto nel low cost mica lo danno il giornale. Il tavolino c’è sempre, ma se lo apri non stai seduto. Lo spazio tra le file se lo prende lui, allora a che serve? Era meglio la tasca, che almeno mantiene la sua utilità anche allo stretto.

Insomma, se vogliamo spendere meno, possiamo/dobbiamo pur patire un po di più.

Ma chi vuole spendere meno?

Ma chi vuole spendere meno? Io no di certo, io vorrei spendere il giusto. Per essere trasportato comodamente sin dove voglio andare. Considerando che devo prenotare mesi prima, col rischio di perdere tutto se cambio idea, va a finire che spendo ugualmente tanto. Non di più, ma tanto, tanto quanto. Tanto significa che al costo del tragitto aereo ci devo mettere, il costo dei tragitti accessori, treno o altro, che non sono “low cost” come il volo, anzi. Ci devo mettere il mio tempo. Le partenze non sono sincronizzate su altri voli o sui treni o sulle navi.

Quindi devo partire presto o tardi ed aspettare prima o dopo l’arrivo o la ripartenza. E se attendo in aeroporto sai le spese che devo sostenere. Come l’acqua. Che la butto (me la fanno buttare) per entrare e subito dopo la compro e la pago come fosse vino. Appena entrato, dopo i controlli, perché sfinito dalle file infinite, ho bisogno di bere. Allora converrebbe starsene a casa, guardare il mondo su google maps o wikimapia o flickr o instagram o facebook o linkedin o qualcos’altro. Godendosi la vita comodamente seduti nella propria poltrona, magari bevendo un bicchiere di quello buono in compagnia di parenti, amici e conoscenti.

Ma insomma

Ma insomma, perché per spendere meno devo pretendere ed ottenere di meno. E quel molto meno in termini di spazio e quel molto più in termini di tempo non è proporzionale. Ppotrebbero darmi le condizioni standard ad un prezzo poco superiore al low cost. Ecco questo mi piacerebbe, il meglio ad un prezzo giusto.

Va bene, starò a casa.

Einculo a tutti.

Giancarlo

 

Distribuzioni Linux, come orientarci tra loro?

Distribuzioni Linux

Distribuzioni Linux, una distribuzione GNU/LINUX è una raccolta di programmi che girano sotto il sistema operativo GNU/Linux e ci permettono di fare qualcosa con un personal computer.

Nel tempo si sono sviluppate nuove distribuzioni, da cui ne sono derivate altre, mentre altre sono state abbandonate. In sostanza le distribuzioni attive sono tante. Esse si differenziano ad esempio perché migliorano o potenziano determinati aspetti dei software inseriti. Il fattore educativo, le esigenze multimediali, gli interessi di amministrazione di sistemi informatici ecc.

Come orientarsi?

Ma allora come orientarsi in questo grande mare delle Distribuzioni Linux?

Prima di tutto si può visitare DISTROWATCH, che lista le distribuzione in ordine di visite giornaliere alla loro web page, nell’ultimo anno, semestre, mese ecc. Questo sito non misura la effettiva installazione ma la popolarità, l’interesse, il numero di visite, del sito principale di ogni distribuzione.

Oppure visitare la pagina principale di Distrowatch, che presenta tutte le novità in fatto di distribuzioni con delle spiegazioni e informazioni sommarie, oltre tutti i link utili per scaricarle.

Ecco, scaricarle. Uno si domanda come fare ad installare Linux? Dove prenderlo? Come fare cosa? Ecc. Ecc.

Primo

Una distribuzione Linux si può installare nello stesso computer in cui è installato Windows, gli ruberà solo una parte del disco fisso e alcuni giga. All’accensione del computer sarà chiesto quale sistema operativo avviare.

Secondo

In edicola si trovano CD/DVD contenenti distribuzioni Linux. Sono allegati ad alcune riviste sul mondo Linux o sui computer in genere. E’ comunque possibile scaricare la ISO di una distribuzione da internet, masterizzare l’immagine della distribuzione in un CD/DVD ed installarla da questo oggetto. Molte distribuzioni danno la possibilità di provare il software senza installarlo nel disco fisso. All’avvio del CD/DVD Linux viene eseguito in memoria RAM, con tutti i programmi inclusi. Solo in un secondo momento, se siamo soddisfatti del risultato, possiamo decidere di installarlo; altrimenti basta spegnere il computer la RAM si disattiva e non resta traccia di nulla.

Distribuzioni Linux pinguy

 

Distribuzioni Linux pinguy2E’ anche possibile mantenere la distribuzione in una penna USB, o installarcela direttamente, per usarla dove e come vogliamo senza interferire col disco fisso del computer.

Terzo

Tutto il software necessario viene installato con la distribuzione, per ulteriori necessità esistono varie possibilità, secondo la distribuzione usata, di scaricare da repository i programmi necessari. Il tutto completamente gratuito e legale.

Naturalmente occorre una connessione ad internet ed un computer funzionante per masterizzare le ISO. Naturalmente occorre che il computer dove vogliamo provare o installare Linux sia abilitato a partire prima dal lettore CD/DVD o da dispositivi USB (altrimenti occorre settare opportunamente il BIOS all’accensione del PC).

Come?

A chi vuole provare LINUX suggerirei di trovare un DVD di UBUNTU o di LINUX MINT o masterizzarne l’immagine ISO da soli o con l’aiuto di un amico e provare.

Inserito nel lettore ed acceso il PC parte da solo, se vogliamo possiamo selezionare la lingua  (di solito premendo il tasto funzione F2, così riconosce la tastiera italiana e non la Inglese di Default), non potete sbagliare. Anche nel caso sbagliaste, per esempio volete installare il sistema in maniera definitiva ma poi ci ripensate, basta spegnere il computer e non succede nulla, ovvero il computer vi avverte quando arriverete al punto di non ritorno, prima di partizionare il disco fisso e installare Linux. Non preoccupatevi più di tanto, ma non abbiate fretta nel decidere cosa fare, leggete eventuali messaggi e rifletteteci sopra prima di agire.

Vi ho detto che installato accanto a Windows, il computer subito dopo l’accensione vi farà scegliere cosa avviare, ma c’è anche la possibilità di cancellare tutto il disco fisso ed installare Linux da solo, fatelo quando sarete esperti, all’inizio non conviene.

Dopo, quando avrete scelto distribuzione e programmi, quando avrete fatto pratica, sbagliato qualche volta, allora potrete usare solo LINUX, e sarà un piacere.

Suggerimenti

Un’informazione particolare per chi non ha esperienza: i dispositivi di un computer si relazionano con il sistema operativo tramite programmi software detti driver. Chi produce il dispositivo, di solito realizza anche il driver, conoscendo bene il funzionamento dello stesso.

Tutti realizzano driver per Windows ma non tutti per Linux. Ci pensa la comunità ma a volte, per ragioni commerciali, non è possibile avere i driver open source del dispositivo. Allora bisogna utilizzare quelli a codice proprietario del produttore. In questo caso le maggiori distribuzioni non li inseriscono di default e occorre scaricarli ed installarli da soli. A volte non è facile. Ad esempio se avete un dispositivo wireless Bradcom i driver sono a codice chiuso, UBUNTU li inserisce nel CD/DVD ma non li intalla, deve farlo l’utente, ma se non lo fa semplicemente il WI-FI non funziona, il tasto di accensione non risponde, ecc.

Ma se avete un computer un po vecchiotto, avrete la possibilità di usarlo ancora. Se ne avete uno nuovo fiammante, provateci una distribuzione prima di installarla, ma di solito va tutto alla grande e va meglio.

Enjoy

Giancarlo

Sempre LINUX, scopriamo quello che ha e quello che fa

Sempre LINUX

Voglio parlarvi ancora di Linux, Sempre LINUX, ma prima, dato che in questi giorni è uscita la nuova versione di Windows, facciamo qualche premessa: La nuova release di Windows è stata rilasciata gratuitamente, può essere installata dopo averla scaricarla da internet, proprio come una distribuzione LINUX, insomma, quasi proprio come una qualsiasi distribuzione Linux. Sembra uguale ma non lo è. Linux lo scarichi lo installi e lo usi assieme a centinaia di programmi utili e basta, Windows 10 alla fine lo dovrai pagare, o se non lo pagherai l’affitterai, o, se nemmeno l’affitti, lo usi di frodo, ma comunque pagando Windows 7 o 8, che comunque era già installato nel PC quando l’hai acquistato. Molti, comunque fanno come te, non pagano i software che girano sotto Windows, ne gli aggiornamenti del sistema operativo.

Lo so, i professionisti pagano, che loro sono controllati e controllabili ed è meglio che righino dritti.

Certo, anche se personalmente non sono d’accordo, molti dicono che Windows ha costruito la sua supremazia proprio così, tollerando, forse auspicando, le installazioni pirate, garantendosi il business con il SO preinstallato ovunque perché standard de facto.

Fortuna che c’è il MAC, che almeno c’è un’alternativa, ma su quanto sia alternativo se ne potrebbe discutere a lungo, anche qui non devi fare nulla fa tutto l’OS di Apple. I software per questo SO ci sono, sono tanti e per ogni gusto, e costano poco. Anche i software per Apple fanno ciò che vogliono, come vogliono, come quelli per Windows, ma almeno lo fanno bene. Poi la qualità dell’hardware i monitor, per esempio, sono bellissimi e funzionali, con una resa di immagine eccezionale.

Ma anche qui, giustamente, paghi; paghi tutto.

Fortunatamente non tutto è in vendita. C’è chi ama condividere le cose che ha, che fa, che pensa, ciò che idea: questa filosofia si chiama Open Source, si chiama GNU-LINUX. Puoi usare tutto e cambiarlo se ti va e se sai programmare, altrimenti ti devi accontentare. Non è semplice programmare, ma se un programma non riesci ne a crearlo, ne a modificarlo, puoi tradurlo, aiutare a tradurlo, puoi fare anche altro, per esempio provarlo e condividere i risultati ed aiutare gli altri, aiutandoli a farlo ed a migliorarlo. Puoi anche pagarlo, con donazioni o pagando qualcuno per la consulenza o l’aiuto che ti può dare nell’utilizzarlo.

Se poi hai voglia di imparare qualcosa di nuovo, impara a programmare, in LINUX ci sono tutti gli strumenti per imparare un nuovo linguaggio, un linguaggio di programmazione, e sono tutti disponibili e gratuiti, per te.

Sempre LINUX.

Quando ti procuri un software libero, open source, a sorgente aperto, il software è tuo, puoi consultarlo, modificarlo, darlo ad altri, anche cancellarlo, sei libero, è tuo.

Solo una cosa non è consentita: non puoi, mai, cambiare la licenza di uso. Non puoi renderlo un software chiuso, non puoi proibire ad altri quello che è concesso a te,. Di controllare cosa hai fatto, di condividere o anche di vendere quello che hai fatto, di ficcare il naso nel codice e vedere, capire e discutere, se del caso censurare, quello che hai fatto. E tutti devono avere la possibilità di capire di vedere, utilizzare, distribuire ecc. la copia di quello che hai modificato o semplicemente di quello che hai ridistribuito. Cioè devi fornire una copia del sorgente del programma, se richiesto, naturalmente, da cui il termine Open Source: sorgente aperto.

Ma per il resto puoi

utilizzare, possedere e distribuire il programma come vuoi; puoi anche solo cambiare lo splash screen e dire che lo hai fatto tu, ma sarebbe gentile mantenere le informazioni su chi lo ha creato e gli altri che vi hanno lavorato, comunque lo puoi fare, e non devi pagare nulla.

Ci sono software in Windows che per pagarli dovresti usarli per lavoro in modo da poterne ammortizzare il costo, in Linux no, il software lo scarichi, lo installi e lo usi. Se non ti piace ne cerchi un altro e via.

Sempre LINUX

I detrattori di Linux spesso criticano la pochezza dei programmi open source; è vero ce ne sono molti che sono semplici e banali, ma tanti altri che sono a livelli comparabili, per certi versi migliori, di quelli commerciali, si deve solo imparare ad usarli e magari usarli assieme ad altri programmi, uno fa una cosa l’altro un’altra, così si riesce a fare tutto.

Molte volte le limitazioni ci sono ma non sono dovute ad impostazioni restrittive, come nelle versioni di prova dei programmi freeware, ma solo al fatto che ancora, quei bug o quelle mancanze non sono state affrontate e risolte. Molti di quelli che realizzano e mantengono programmi open source non vengono pagati, lo fanno per passione, gratis.

Sempre LINUX.

Comunque se vogliamo parlare di programmi open source che sono veri gioielli, posso fare alcuni esempi:

LIBRE OFFICE od OPENOFFICE.ORG che come suite di ufficio offrono un elaboratore di testi, un foglio di calcolo, un programma di presentazione di diapositive, un gestore di immagini ed un database tutti al massimo livello, Naturalmente ogni programma permette di esportare i file prodotti in molti formati, compreso in PDF ed il visualizzatore di questi file è sempre installato di default come una delle due suite più sopra, e funziona benissimo.

Chi si occupa di grafica apprezzerà BLENDER, GIMP, INK SCAPE, PANORAMA – HUGIN e SHOT WELL.

Sempre LINUX Gimp

Sempre LINUX Ink Skape

Sempre LINUX Shot well

Chi si diletta con il Multimedia può gioire di VLC, BRASERO; MIXXX, FFDIAPORAMA, OPEN SHOT, XBMC (media center).

In internet puoi navigare con FIREFOX, Email THUNDERBIRD, FILE ZILLA. LINPHONE.

Poi c’è il  lettore di schermo ORCA, c’è un programma che cattura la schermata, che gestisce la WEB CAM e ci sono strumenti di sviluppo, e poi giochi e tanto, tanto altro.

Tutto gratis e libero.

Poi parleremo delle distribuzioni:

Distribuzione Linux

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Sempre LINUX Tux

Una distribuzione Linux (detta anche distribuzione GNU/Linux, gergalmente distro), è una distribuzione software che costituisce un sistema operativo basato sulla famiglia dei sistemi utilizzanti un kernel Linux, spesso corredato da elementi applicativi del progetto GNU.

Tali distribuzioni appartengono ad una famiglia dei sistemi operativi detti Unix-like, perché derivati da Unix.

A presto

Giancarlo

Quando bisogna affermare le proprie idee?

Quando bisogna affermare le proprie idee?

Quando? Sempre!

Insomma andrebbe tolto il quando e l’interrogativo.

Bisogna affermare le proprie idee!

“That’s all” , basta così non c’è altro da dire, le nostre idee non devono essere represse ne nascoste, sono le nostre idee, dobbiamo esserne orgogliosi, devono garrire al vento come bandiere.

Ma non sempre è così. Direi: quasi mai è così. Abbiamo paura, di urtare il nostro interlocutore, di essere mal considerati da lui, di farcelo nemico con tutte le conseguenze possibili.

Perché?

Perché non siamo sicuri delle nostre idee, della loro correttezza. Temiamo il giudizio, negativo, di chi le ascolta. Allora ci rifugiamo nel luogo comune, nella banalità, in quello che dicono gli altri, nel qualunquismo, nel fascismo. Per non essere surclassati da un giudizio, giudichiamo gli altri e il mondo nel modo più becero.

Allora ne consegue che taciamo le nostre idee quando pensiamo siano deboli, e sbagliate ed è giusto tacerle, direi, se non ne siamo convinti neppure noi.

Ma non esprimere idee, se non le altrui, anche se sono le più popolari, idee che sempre sono altrettanto, se non più,  inconsistenti e stupide delle nostre, è ancora più sbagliato e pericoloso. Se dai per buone le idee altrui, le supporti e le diffondi. Se sono cattive idee, anche se li per li non ti sembrano male sulla scia del consenso generale, stai potenziandole, aggiungendoti alla folle folla che non pensa da se, le stai diffondendo, come fa del “verbo” la religione, senza ragione.

Ecco, il mondo è pieno di stupidi, che proclamano idee stupide di altri e che contribuiscono ad affermarle.

NON E’ UNA BELLA COSA.

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Questo sistema non ha portato pace e benessere, solo guerre e devastazioni.

Gente ragionate con la vostra testa ed esprimete i vostri pensieri, siate pronti a confrontarli con quelli degli altri, senza preclusioni e chiusure mentali, valutate, confrontate le diverse idee e fatevene una terza, vostra, nuova e più forte, più corretta, più vera.

Gridatela, se necessario. Diffondetela, ma pronti a confrontarvi con gli altri e le loro idee.

Grazie

Giancarlo