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Squali.

Squali

Sembra che gli squali siano attratti dal sangue e, seguendone il profumo, mordano a mandibola aperta.

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Squalo limone (Negaprion brevirostris) circondato dalle remore. Albert kok – Opera propria

 

Sono anche detti pescecani, e dai cani si passa ai lupi , cani e lupi sono simili (genere Canis famiglia Canidi) si radunano in branco, assalgono prede più deboli, stringendole in cerchio per soverchiarle.

E’ l’odore del sangue, che si respira nel mondo, che ora eccita le belve, a tal punto da renderle palesi. Perché altrimenti, vigliacchi, il cane scodinzola, il lupo si nasconde nel bosco, si mimetizza e lo squalo si disperde nell’oceano. Tutti invisibili, finché il sangue… l’odore del sangue, li risveglia d’improvviso. Non si controllano più e si manifestano a noi.

Ho visto squali oggi, che pensavo estinti nel mare.

Ho visto i lupi accorrere a branchi.

E ho sentito i cani latrare forte.

Sono preoccupato, il male è tra noi e noi non lo sappiamo.

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Un bulldog inglese ritratto ad una mostra canina in Polonia Pleple2000 – Opera propria English Bulldog during dog’s show in Racibórz,Poland
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Lupo grigio con la zampa posteriore di una renna, Parco Nazionale di Denali. Denali NPS – Wolf with Caribou Hindquarter Uploaded by Mariomassone

 

Bucine A.D. MMXV

Giancarlo

 

Tonno! La tua scatoletta preferita è sostenibile?

Tonno?

Greenpeace Italia ha compilato la classifica “Rompiscatole”, classifica dei tonni in scatola giunta alla quinta edizione. Con questa classifica si vuole valutare la sostenibilità della tua scatoletta di tonno preferita.

tonno
Public domain This work has been released into the public domain by its author, Robbie Cada. This applies worldwide. In some countries this may not be legally possible; if so: Robbie Cada grants anyone the right to use this work for any purpose, without any conditions, unless such conditions are required by law.

 

 

Segue il risultato riportato.

ASDOMARR#1 ASDOMAR 

ESSELUNGA#2 ESSELUNGA CONAD#3 CONAD            RIOMARE#4 RIOMARE      COOP#5 COOP               NOSTROMO#6 NOSTROMO CARREFOUR#7 CARREFOUR  MAREBLU#8 MAREBLU     MAREAPERTO#9 MAREAPERTOLIDL#10 LIDL             AUCHAN#11 AUCHAN

Bene
Non è abbastanza
Non ci siamo

Per tutte le informazioni correlate e per leggere le motivazioni della classifica finale potete visitare il sito di Greenpeace.

COOP

A me interessa puntualizzare che il tonno Coop è stato giudicato da Greenpeace non abbastanza sostenibile.

Il verdetto che ha meritato il quinto posto è stato il seguente:

“Coop, sempre attenta alle tematiche ambientali, sulla sostenibilità del tonno in scatola ha ancora molto da fare.”

Ora io sono socio Coop, come molti in Italia, e la Coop rappresenta, per me, il commercio buono, senza sfruttamenti e senza arricchimenti. Attento alla qualità, al prezzo, alla condizione dei lavoratori coinvolti nel ciclo produttivo e distributivo.

Attento ai clienti e, più in generale, alla qualità del servizio alla salute dei clienti

Sul tonno, un animale ed un alimento così particolare, non mi accontento del quinto posto, vorrei la Coop in prima fila specialmente sui metodi di pesca e sulle specie catturate, vorrei far cambiare il prossimo giudizio di Greenpeace, che ora recita:

Coop è l’azienda leader della grande distribuzione in Italia, “ma l’offerta di tonno pescato con metodi che non distruggono l’ecosistema marino è ancora troppo limitata. Servono impegni precisi per combattere la pesca eccessiva, illegale e poco etica.”

Per renderlo meglio di quello dato a AsdoMar, prodotto da Generale Conserve, una delle aziende del tonno più importanti in Italia.

“Si sta seriamente impegnando per evitare metodi di pesca distruttivi, e ha scelto di favorire la pesca sostenibile e offrire piena trasparenza ai consumatori.

Deve continuare così, sviluppando la tracciabilità lungo la filiera per garantire un tonno 100% sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale!”

Signori consiglieri della Coop, e prendiamoli questi impegni, dalla mia società, sul tonno, mi aspetto una posizione di testa con scritta in verde pieno.

Grazie

Giancarlo

 

tonno, tonnara
wildlife sanctuary “Zingaro”, prov. Trapani, reg. Sicily, Italy: Tonnara del Uzzo Christof Halbe – Own work

 

 

Fonti:

greenpeace.it

 

Cuccioli

Cuccioli

il 10 Settembre dell’anno scorso veniva uccisa Daniza, un’orsa che, sorpresa nel bosco al seguito dei suoi cuccioli, da un cercatore di funghi. Daniza lo aveva leggermente ferito per allontanarlo e proteggere i figli.

Per questo le “autorità” decisero di catturarla e durante la cattura ne causarono la morte. Con una dose letale di anestetico insopportabile a fronte delle sue condizioni di stress.

Ne ho parlato qui.

Dopo questa notizia, ero preoccupato per gli orfani. Ma i cuccioli sembrano salvi (Leggi qui o qui o ancora, ma, insomma, tutti dicono lo stesso) il resto conta poco. Se volete vedere un video con un orso della zona cliccate il link, dura un minuto.

Resta il fatto, tremendo, della nostra insensibilità verso gli animali. Ma anche verso i vegetali, verso tutti gli esseri viventi direi.

Dobbiamo.

Dovremmo migliorarci e protestare quando gli uomini sono ingiusti con gli animali e le piante. Fortunatamente non succede mai il contrario; anche l’orsa, a parte il ridicolo tentativo di far apparire le sue azioni di difesa come aggressioni, non lo fa. Non è che un mammifero, che vuole e deve proteggere la prole. Tutti gli animali vivono per prolificare, anche i vegetali, anche se lo fanno in maniera diversa. Allora perché non dare a tutti i viventi, almeno a quelli che accudiscono i figli come i mammiferi, che a volte lo fanno per anni, la possibilità di farlo?

In special modo oggi, con la tecnologia, il sapere e la scienza che possediamo potremmo stare bene, in pace ad accudire la reciproca prole, tutti quanti.

Ma in molti non possono farlo, devono lavorare e non hanno tempo o non lavorando non hanno soldi per farlo. Altri non si pongono il problema. Altri ancora appena ne parlano.

Almeno parlarne è un buon inizio.

cuccioli

Alla fine, auguro di cuore “un figlio, un cucciolo ed un vaso di fiori” da accudire a tutti, così ognuno potrà capire, se vorrà.

Giancarlo

Il Palio di Siena

Il Palio di Siena.

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Oggi, giorno dopo Ferragosto, si corre a Siena il Palio dell’Assunta.

Il Palio di Siena

Il Palio DSC_0190_lznIl Palio  è una competizione fra le contrade che si disputano un drappo di stoffa, detto Palio. L’origine medioevale conciliava la devozione alla religione di quei tempi bui con la sudditanza alle gerarchie cittadine, comunali, del tempo, in cui Siena era in guerra con tutte le altre città limitrofe, Firenze in primis.

Il Palio.

La competizione è una corsa di cavalli, che si svolge normalmente due volte l’anno: il 2 luglio si corre il Palio in onore della Madonna di Provenzano, e il 16 agosto quello in onore della Madonna Assunta. 

"Nobile Contrada dell'Oca-Stemma" di Per questo file non è stato specificato nessun autore. Per favore fornisci le informazioni relative all'autore. - Consorzio Tutela Palio di Siena. Con licenza Copyrighted tramite Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/File:Nobile_Contrada_dell%27Oca-Stemma.PNG#/media/File:Nobile_Contrada_dell%27Oca-Stemma.PNG
“Nobile Contrada dell’Oca-Stemma” di Per questo file non è stato specificato nessun autore. Per favore fornisci le informazioni relative all’autore. – Consorzio Tutela Palio di Siena. Con licenza Copyrighted tramite Wikipedia – https://it.wikipedia.org/wiki/File:Nobile_Contrada_dell%27Oca-Stemma.PNG#/media/File:Nobile_Contrada_dell%27Oca-Stemma.PNG

 

La città di Siena si erge su tre colli, la ripartizione del territorio su questi tre colli derivò la divisione in contrade, molte più delle attuali. Dopo la peste del 1347 il loro numero calò a 42.

I giochi tra contrade avevano forme diverse e modalità diverse, ma prese la forma definitiva di corsa di cavalli in piazza del Campo solo intorno al 1600.

Anche se per tutto il secolo coesisté con le bufalate, corse di bufali comuni in molti altri centri e città. Comunque in quel tempo si definirono le regole principali: corsa a pelo e tratta dei cavalli (assegnazione a sorte alle contrade).

Il secondo Palio

Il 1700 fu il secolo dell’introduzione di un secondo Palio, oltre a quello di luglio. L’idea venne dalla Contrada dell’Oca che, vincitrice nel Palio del luglio 1701, chiese di “ricorrere il Palio vinto”. Ossia di rimettere in palio la vincita, facendo svolgere a proprie spese un’altra corsa il 16 agosto, per le feste dell’Assunta.

Nel 1774 il Comune omologò l’organizzazione dei due Palii. In questo secolo si fece anche la nuova divisione delle contrade ed il bando definitivo con le regole valide ancora oggi, regole, premi, cerimonie date e orari, e quant’altro costituisce le manifestazioni dei Palii.

Ulteriori variazioni

Anche nel 1800 qualche regola e qualche contrada fu cambiata ma sostanzialmente siamo ancora li. Comunque fu vietato ai fantini di picchiarsi o azzuffarsi dopo il via e furono ripartiti meglio i premi previsti.

Nel 1900 si definirono i costumi medioevali, furono introdotti gli sbandieratori e poco più.

Ecco il palio dove le attuali contrade si sfidano in una gara mozzafiato, ma dalla snervante attesa prima della partenza, dove il fantino conta ma può arrivare anche il cavallo scosso.

E poi giù feste, cene e vino.

Solo la guerra poteva farlo cessare

La seconda guerra mondiale fece interrompere il Palio. Che venne ripreso alla sua fine con un Palio straordinario del 20 agosto, passato alla storia come “il Palio della Pace”. Che passò alla storia, anche, per la furiosa scazzottata che si ebbe alla sua conclusione tra contradaioli del Bruco e del Drago, allora vincitore.

Le nobili contrade sono

Aquila  Nobile Contrada dell'Aquila-Stemma.PNG

Bruco Nobile Contrada del Bruco-Stemma.PNG

Chiocciola Contrada della Chiocciola-Stemma.PNG

Civetta Contrada Priora della Civetta-Stemma.PNG

Drago Contrada del Drago-Stemma.PNG

Giraffa Imperiale Contrada della Giraffa-Stemma.PNG

Istrice Contrada Sovrana dell'Istrice-Stemma.PNG

Leocorno Contrada del Leocorno-Stemma.PNG

Lupa Contrada della Lupa-Stemma.PNG

Nicchio Nobile Contrada del Nicchio-Stemma.PNG

Oca Nobile Contrada dell'Oca-Stemma.PNG

Onda Contrada Capitana dell'Onda-Stemma.PNG

Pantera Contrada della Pantera-Stemma.PNG

Selva Contrada della Selva-Stemma.PNG

Tartuca Contrada della Tartuca-Stemma.PNG

Torre Contrada della Torre-Stemma.PNG

Valdimontone Contrada di Valdimontone-Stemma.PNG

Una categoria di persone importanti per il palio sono i fantini ed il mossiere.

Ma quelle sono altre storie.

Giancarlo

 

Vergogna!

Attentato a Parigi, colpita la redazione di Charlie Hebdo:

Vergogna!

vergogna
L’arrivo dei furgoncini della polizia dopo l’attentato

Back to Italy.

Back to Italy

Ho visto una puntata di Report dedicata alle Oche, “Siamo tutti oche“,, puntata che non era dedicata solo alle oche, ma a tutti noi oche in altro senso. Back to brain.

Perché ne scrivo?

Perché mi spiace che i signori della moda, quelli Italiani in modo particolare, se ne freghino degli animali. In nome della moda e del profitto e degli Italiani, sia come clienti che come connazionali.

Per un pugno di piume, o di Euro o per un pugno di Dollari come recitava magnificamente un titolo di Sergio Leone, son disposti a svendere la dignità loro e di un popolo intero.

Se dobbiamo dar credito a Report di Milena Gabanelli ed ai video correlati, l’oca non deve essere uccisa per toglierle le piume, si preferisce spennarla per 4-5 volte l’anno da viva, piuttosto che una volta sola, da morta.

Ora… questo potrebbe sembrare positivo, non dovendo uccidere l’oca per utilizzarne le piume, non si è costretti a portarci addosso parte di un cadavere nell’imbottitura del giubbotto, come invece è d’obbligo se vogliamo indossare una, calda???, pelliccia.

Del resto noi umani paghiamo per farci spennare vivi: cerette, epilazioni ecc.

Non credo questo possa essere condiviso dall’oca.

Comunque la pensiate, anche in disaccordo con l’oca, la storia non finisce qui.

Ma continua così…

Non si sfruttano solo le oche. Ma anche, più in generle, le signore che tagliano cuciono e confezionano, un capo di moda, un capo “Made in Italy”. Ma non si parla di sfruttamento di nostre connazionali, corregionali, compaesane, congiunte. Nno, quelle sono oramai tutte a casa, semmai sfruttate solo da noi coniugi.

In questa puntata si parla di “compagne” dell’Est che lavorano peggio delle connazionali, ma di più e per meno. Ed il lavoro si sposta sempre più ad est, al seguito della diminuzione del costo e dei diritti riconosciuti, dell’aumento delle ore lavorate e dello sfruttamento.

Ma in Italia i costi sarebbero non troppo dissimili, anche se doppi. Report dice che per un capo, venduto in negozio a 1000 euro circa, in Italia si sarebbero spesi 50-70 Euro di lavorazione. Mentre ad est, ma molto ad est (2000 km andata e 2000 km al ritorno) si scende a 30-40 Euro.

E così è per tutto il “Made in Italy“, quasi tutto.

Nessuno che voglia tornare in Italia:

Back to Italy.

Back, back home.

Dopo uno spezzone di un intervento del nostro premier del 15 Dicembre 2013 che esaltava il genio Italico di questi signori,davanti una platea del Partito Democratico, che dovrebbe farci riflettere.

La Gabanelli elenca i signori del lusso Italiani, i più ricchi secondo Forbes.

Uno di questi, Brunello Cucinelli, ci dice che si può diventare ricchi, partendo da zero, senza sfruttamento, producendo in Italia ed investendoci sopra per far crescere la professionalità degli addetti.

Riconoscendo stipendi maggiori a che sa fare qualcosa di meglio e di più, dando premi di produzione e premi di partecipazione, una mosca bianca, un santo, un illuminato.

Back

Semplicemente un imprenditore di buon senso.

Bravo Brunello, auguri.

 

Giancarlo

 

Post Scriptum

Il paese, sede dell’azienda di Brunello è Solomeo, una frazione del comune di Corciano, in provincia di Perugia dove ho fatto un’estemporanea anni fa.

Back

 

Fiesta i guerra

Mercatale

Fiesta y guerra. E’ festa a Mercatale Valdarno, è la sagra del Marrone, c’è la banda, tanti banchini, dolciumi e ninnoli, poi funghi, funghi, marroni e funghi e tanti animali da vedere, da allevare, se si vuole.

Una bella festa insomma. Fiesta y guerra también.

Solo, qualcosa stona, ogni tanto si vedono dei militari in giro, o paramilitari o chissacché.

Vestiti in tuta, anfibi, cappello tutti rigorosamente mimetici, occhiali neri mafiosi, ma molto hi-tech, insomma dei ganzi che facevano la loro porca figura.

Ma chi erano che volevano, soprattutto, che ci facevano alla festa.

Ma facevano festa, fiesta y guerra, è ovvio, sparavano come matti con mitra pistole, fucili e chessoio ad aria compressa.

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Su una parete

Su una parete, anch’essa mimetica con fronde d’albero e teli bicolore, avevano attaccato lattine di coca e qualche bersaglio. E sparavano come indiavolati, come a indiavolati, pallini di plastica dura. Per terra ce ne erano fiumi.

Erano uomini e ragazzi di varie età. Poi, cosa che mi ha dato molo fastidio, più che fastidio nausea, interna, profonda, quasi da vomitare, c’era una donna. Forse mamma, forse gentile, forse bella. Ma armata e bardata di tutto punto, mimetica, anfibi, cappello occhiali ecc, come d’obbligo, come di moda.

E…

Giù sparare e giù a caricare e ricaricare il fucile del ragazzo. Il quale, a raffica, aveva già distrutto il povero bersaglio che, di carta o di cartone che fosse, si era lacerato. Distrutto tra atroci grida. Poi in pianto dimesso. Ma lui continuava imperterrito, rifornito di munizioni dalla mammina, a sparare. E a massacrare il povero bersaglio e le malmesse lattine.

E’ stata dura: fiesta y guerra. Mentre erano tutti li a discutere e far vedere i muscoli. E le armi, i mitra a tracolla di dietro. Le mimetiche, gli occhiali neri, a rete, protettivi. E le pistole, al cinturone, in una tasca laterale o infilate dietro la cintura, insomma tutti come Tex Willer, armati fini ai denti.

Poi ho saputo che vanno nei boschi a combattersi ed a spararsi i pallini di plastica dura. E ci portano anche i ragazzi, anzi è pieno. E si massacrano fino a notte, a volte fino a giorno. Poi dopo chissà che risate, che sfottò, che racconti alla mamma ed al papà. E come dormiranno? E i sogni la notte dopo? Chissa che bei ricordi, adrenalinici e vividi. E’ la fiesta y è la guerra.

Che pena, la festa, che uomini, che ragazzi, che donne, alla guerra!

Business is business e sui gusti non ci si sputa, ma io le mie sentenze le sputo lo stesso e sono sentenze di condanna, senza appello.

BRUTTO!

Anche diseducativo.

Sì ma a loro che gli frega?

Ma al comitato organizzatore? …macché gli frega anche a quelli? Tutto fa festa, “Venghino signori, venghino”.

Eppure continuo a pensare ad un mondo migliore, con altri valori, con altri business.

“VENGHINO SIGNORI, VENGHINO”

Giancarlo

L’Orsa, distruzione di una famiglia

L’Orsa.

l'Orsa Kodiak_Brown_Bear.jpg (1050×681) l'Orsa

By Hollingworth, John and Karen, U. S. Fish and Wildlife Service [Public domain], via Wikimedia Commons

Hanno ucciso l’Orsa

Scritta con la lettera maiuscola, perché gli animali non hanno nome, glielo diamo noi, per me lei non ne ha uno ma è l’Orsa, la rappresentante di tutti.

Uomini e animali.

Un vero peccato, specialmente per i cuccioli, poveri orfani. Si orfani, perché i plantigradi sono mammiferi e i mamiferi hanno la mamma e devono starci assieme, più o meno a lungo, con la mamma per imparare.

Imparare a vivere e a sopravvivere, questi non ci sono stati abbastanza e non ci saranno più assieme.

l'Orsa

By Nevit Dilmen (Own work) [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/)], via Wikimedia Commons

Ma certo a chi l’ha uccisa non importa, non se ne cura(no) e fa(nno) bene come potrebbe(ro) uccidere mantenendo l’intelligenza. Non intendo offendere, parlo di intelletto, di ragione.

Oggi ho iniziato a leggere un libro che avevo nel cassetto da diverso tempo: Trattato sulla tolleranza, di Voltaire. E’ stato pubblicato nel 1763 ed è scioccante leggere le parole di condanna dell’autore. Condanna verso chi uccide. All’inizio del libro, i membri di una famiglia, sono uccisi per ragioni religiose, dal branco (come diremo oggi) e Voltaire si indigna, si ribella.

Questo caso mi appare molto simile ed allo stesso modo da condannare, non si tratta che di una famiglia di orsi, ma perché dovrebbero essere diversi da noi, e non indignarsi? Se potessero parlare come ci vedrebbero e definirebbero? Bigotti? Fanatici? Terroristi? Forse solo poco intelligenti, sicuramente intolleranti.

Che dire.

Un’ultima parola sul signore che ha originato tutto questo, il cosiddetto cercatore di funghi. Non so se si debba ancora pagare per andar per boschi in cerca di funghi, ma chi ci và dovrebbe essere cosciente ed istruito adeguatamente sul fatto che la natura, il bosco e gli animali che ci vivono, devono essere rispettati.

Non si sta a guardare un’orsa con i cuccioli, nemmeno si osservano i cuccioli senza mamma orsa, se non con il cannocchiale da lontano e ben riposti. Poi non ci si avvicina di certo, magari per farci un selfie, come immagino volesse fare lui. Se così fosse ne è pienamente responsabile, non per la legge ma, moralmente, per noi… si.

Giancarlo

POSTE ITALIANE

POSTE ITALIANE (31 Luglio 2014)

Che le Poste Italiane non facessero più le poste ce ne eravamo accorti da tempo, ora stanno facendo anche le assicurazioni, le banche, le biblioteche, le ludoteche ecc. ecc. e lo fanno per bene eh! Sono dei maghi, manipolano tutto e, come re Mida, lo trasformano come lo toccano. Come certi bambini, sono iperattivi e non stanno mai fermi.

Ora, incredibile, ho sentito dire che vogliono fare anche gli aviatori. Gli aviatori, si.

POSTE ITALIANE Sono entrati nel capitale sociale di Alitalia. Hanno portato un mare di soldi. Soldi sublimi (qualcuno dice sublimati, ma non so perché), come una lettera d’amore che ancora qualcuno si ostina a scrivere ed inviare (tramite le Poste).

Ma non basta, la finanza si sa è un gioco, ed il gioco, non si stancheranno mai di ripetercelo, può dare dipendenza. Quindi hanno giocato a fare i finanziari, hanno perso, come era chiaro. Ma rigiocheranno ancora, tentando la fortuna, come anno molti buoni padri di famiglia che, sotto questa dipendenza, si giocano la vita. La loro e quella delle loro famiglie. Ma solo perché sentono di poter vincere. Questa sarà la volta buona, così risolveranno ogni cosa, definitivamente.

Comunque sono stati bravi.

Non hanno ancora perso sul serio. I soldi ce li hanno, tanti da non saper dove metterli. Almeno così sembra da voci di corridoio. Le poste ci riprovano. Daranno soldi all’Alitalia o all’Ethiad, o comunque si chiamerà la nuova co. Soldi buttati, ma per farne tanti di più, tanti, tanti, ma tanti.

Ma che c’azzeccano le poste con l’Alitalia? Si chiederà qualcuno. Alitalia ormai compagnia sempre meno aerea e sempre meno italiana. Ma nemmeno pensando alla posta aerea, mi par di poter accomunare le due cose. E perché due governi a fila la vogliono convincere ad investire in cielo? Che sia vero che, nonostante i tanti mestieri innaturali, le Poste hanno tanti soldi. Ma quei soldi di chi sono? Della banca d’Italia? Del governo? Forse del presidente, del CEO o dell’AD di Poste Italiane?

Non credo. Forse sono dei correntisti, dei clienti, di chi si affida ancora ai postini. Professionali, professionisti, ma anche a precari. Postini che sono diventati perfetti sconosciuti, che ignorano l’area dove operano e chi vi abiti. Molti di loro cambiano di tre mesi in tre mesi. Accettano il lavoro precario per sopravvivere, a volte miseramente. Per poi, magari passare al “call center”, in centro, dalla padella nella brace.

POSTE ITALIANEIl postino precario fa guadagnare bene le Poste. Se le poste guadagnano bene allora: perché  non investire i soldi in attività ancora più redditizie? Per moltiplicarli e stabilizzare i postini. Che metteranno su famiglia e spedendo gli inviti di nozze, facendo rifiorire un business “letterario” che auto alimenterà la vocazione “postale” di Poste Italiane, rigenerandole.

Le operazioni redditizie su cui basare la rinascita delle Poste ci sono.

Sono molteplici. A scegliere la migliore ci pensa il governo. Sembra che permanga nell’intento di far investire Poste Italiane in Alitalia che s’offre o in Ethiad che gioisce, ancora non si capisce bene.

POSTE ITALIANE

Alta finanza, suppongo, ma non ci ‘chiappo un gran che in queste cose. Ma il membro del governo che ha avuto l’idea, e quando dico membro sapete a cosa mi riferisco, è un genio della finanza. Dell’alta finanza. Mi chiedo se non sia sottopagato? Non sarebbe il caso di promuoverlo? Di elargirgli qualcosa? Un premio di partecipazione, un “incentive”, una una tantum?

Mi faccio portavoce di questa  mozione sicuramente condivisa da molti. Devo dire che Renzi è proprio bravo, non si limita a rottamare, come promesso, ma disfà, macina, polverizza, smonta questo vecchiume, che non se ne può più. Tutta ferraglia arrugginita. Via! Sciò!

POSTE ITALIANESono proprio contento.

Sono sereno e fiducioso in un futuro radioso.

Vado a letto a dormire.

Domani, forse, piove. ma resta Luglio  lo stesso, anche se per un ultimo giorno.

Domani sarà bello, lo sento, anzi, voglio mandarmi una cartolina per vedere quando arriva. Un attimo, c’è sempre al posta aerea? Se c’è arriverà in un lampo.

Saluti

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