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Estemporanea Virtuale

Ai tempi del Coronavirus COVIS19

A quei tempi, ricorderanno in futuro, non ci sono state estemporanee, almeno in primavera. Eh no! Almeno un’estemporanea virtuale si è tenuta.
In occasione del mercatino pro CALCIT, che si teneva a Ceciliano, eravamo soliti partecipare alla relativa estemporanea, anch’essa pro-CALCIT:
Quest’anno non possiamo assembrarci, non possiamo star fuori, in somma niente estemporanea.

Niente se la Mariangela, piccata, non avesse voluto organizzarla lo stesso, virtuale.

Domenica 19 Aprile 2020, alla fine, vi hanno partecipato più di 50 pittori, ognuno da casa sua, con timbratura e controlli via Whatsapp.
Ecco le opere realizzate (dovete aprirle, cliccandoci sopra, per visualizzarle bene:

Opere realizzate per l’estemporanea virtuale

Ancora in estemporanea virtuale

Articoli di stampa:

Premio Roberto Quacquarini 2015

Premio Roberto Quacquarini 2015

Premio tenutosi il 14 dicembre – 20 dicembre · Bastia
L’Associazione Pro Loco Bastia Umbra, in collaborazione con il l’Associazione Culturale Amici dell’Arte e Ciao Umbria di Bastia U. e l’ Associazione Culturale Gubbio Nautartis, ha organizzato la Mostra Concorso di Pittura dedicata al pittore Bastiolo, prematuramente scomparso, Roberto Quacquarini. L’iniziativa era patrocinata dal Comune di Bastia Umbra Assessorato alla Cultura.
Ecco i quadri partecipanti, Enjoy.

Vai alla pagina dedicata per vedere immagini più grandi.

Giancarlo

Sant Egidio

Sant Egidio

Sant Egidio è un posto, Sant Egidio è un monte, Sant Egidio è un posto sotto un monte, Sant Egidio è una pineta. Sant Egidio è un’area attrezzata per i picnic, Sant Egidio è un luogo della memoria o forse Sant Egidio era tutto questo e non lo è più. Sant Egidio è abbandonato o quasi.

DENUNCIO le condizioni di Sant Egidio.

Confidando che qualcuno condivida. Confidando che sia fatto qualcosa per fermare il disastro e l’abbandono in cui versa. Tralasciamo gli alberi abbattuti dal vento, magari impetuoso durante qualche bufera passata. Alberi caduti i cui rami, ammonticchiati in qualche modo, non sono stati portati via. Le cui radici, mezze divelte dai crolli, stanno in bella mostra di se come un monumento al disastro di quelle bufere. Qui c’era un pino che è crollato una notte o un giorno, di qualche tempo fa. Disteso, come gli altri tronchi abbandonati in disparte, in attesa di essere mangiati dalle termiti e dai tarli. Vedi i rami, oramai caduti da anni, in mostra come scheletri spolpati e scarniti.

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Anche i tavoli, mai stati comodi, che furono fatti alla meglio (o sarebbe più giusto dire alla peggio), sono rovinati. Ne restano un paio su sette o otto che erano, marci scavati dall’acqua e dal gelo. Forse pericolosi. Forse neppure igenici, visto il degrado totale.

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Ma, dicevo, Sant’Egidio dovrebbe essere un posto di memorie. C’è una stele con targa:

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Forse ricorda uno che si chiamava Giuseppe ed è morto il 6 4 1955, il cognome, come la data di nascita non riusciamo più a decifrarla tra l’usura del tempo ed i graffiti recenti, l’ultimo sembra del 2013.

Eppure è un bel posto, da cui si vedono panorami mozzafiato.

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Ci sono fiori e piante che combattono contro il secco e l’incuria.

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Gli alberi sono alti e belli, anche se non di particolare pregio.

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E la gente, anch’io con la gente, ci va. Continua ad andarci, sempre di meno, ma ci va.

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SALVATE Sant Egidio SALVATELO.

Non ci vogliono tanti soldi, e noi ne paghiamo tanti.

Dove sono finiti quelli che abbiamo dato per Sant Egidio?

Cosa aspettiamo ad intervenire?

Il fine lavoro dei tarli?

Il fuoco?

Le ruspe?

VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!  VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!! VERGOGNA!!!

VERGOGNA!!!

Giancarlo

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Parco fluviale.

Parco fluviale

Finalmente avremo il nostro parco fluviale.

Benché a Bucine in realtà non vi siano fiumi ma solo torrenti e borri, il parco ha preso lo stesso l’aggettivo di fluviale. Non vi sembri una definizione esagerata.

Il torrente principale che passa vicino a Bucine è l’Ambra, affluente dell’Arno, ma poiché l’Ambra non passa dentro il paese, non possiamo farci nulla, ne parchi ne altro. Un torrente secondario, il borro di San Salvatore, attraversa invece il paese, beh! Volendo essere precisi, sebbene gli passi attorno, non lo attraversa mai. Le poche case che ci sono abbastanza vicine sono di recente costruzione. Comunque, un bel tratto di questo borro, che va dall’Isolina all’Abetina, è d’interesse per il parco.

Parco fluviale Bucine 2
La zona del parco è quella bianca. In giallo il percorso del Borro di San Salvatore.

Bucine Area del Parco 2 Area del Parco 

Nido di formiche.

Sambuco

Sabbie di Bucine, tipica formazione sedimentaria presente nel sottosuolo.

Sabbie di Bucine.

Altre sabbie di Bucine.

Sabbie di Bucine.

Edera.

Edera.

Seguiranno aggiornamenti, se ci saranno.

Giancarlo

Camminata

Camminata

Oggi sono andato a Pogi, in tutto 5 km, una passeggiata, una camminata.

Ma come è dura se non sei abituato.

Comunque mi sono soffermato ad osservare qualcosa di quello che c’è, lungo la strada che percorriamo ogni giorno e non vediamo, ho fatto qualche foto.

 

Camminata 2014_00031_runtastic2014-08-01_09_07_03_1920x1080 Camminata 2014_00029_runtastic2014-08-01_09_06_44_1920x1080 Camminata 2014_00027_runtastic2014-08-01_09_06_28_1920x1080 Camminata 2014_00025_runtastic2014-08-01_09_04_41_1920x1080 Camminata 2014_00024_runtastic2014-08-01_09_04_37_1920x1080 Camminata 2014_00021_runtastic2014-08-01_09_03_30_1920x1080 Camminata 2014_00019_runtastic2014-08-01_09_03_12_1920x1080 Camminata 2014_00017_runtastic2014-08-01_09_02_56_1920x1080 Camminata 2014_00015_runtastic2014-08-01_09_02_41_1920x1080 Camminata 2014_00013_runtastic2014-08-01_09_01_46_1920x1080 Camminata 2014_00011_runtastic2014-08-01_09_01_14_1920x1080 Camminata 2014_00009_runtastic2014-08-01_08_57_41_1920x1080 Camminata 2014_00007_runtastic2014-08-01_08_55_30_1920x1080 Camminata 2014_00005_runtastic2014-08-01_08_54_18_1920x1080 Camminata 2014_00003_runtastic2014-08-01_08_54_01_1920x1080 Camminata 2014_00001_runtastic2014-08-01_08_50_02_1920x1080Non vediamo niente di tutto questo, andiamo troppo forte, anche a piedi,

Ne ho trovati diversi che correvano.

Che peccato.

Giancarlo

Fiori per Voi. Spero vogliate gradire. Saluti.

Fiori.

Ecco dei fiori per Voi

Spero gradiate.

fiore-fiore

fiore-fiore2 Iris-Rosa Geranio-Rosa fiori Geranio-Geranio fiori

Giancarlo

Erasmo Darwin

Gli amori delle piante

Dall’incipit del libro:

IL TRADUTTORE

A CHI LEGGE.

Per voi fervidi ingegni stanchi del monotono tenore delle ordinarie poesie; per voi spiriti applaudenti a’ nuovi liberi voli; per voi infine cuori bennati cantava Darwin gli Amori delle piante;

e per voi solo io ne ho assunta la traduzione. I pedanti sempre dormigliosi e mutoli sulle bellezze originali, che negar non possono, menano un romore, che vi assorda, o allorchè s’abbattono in que’ tratti di genio, che per non essere alla loro portata sembrano loro assurde stravaganze;

od allorchè sotto la inesorabile loro lente appare qualche lieve macchia sfuggita all’occhio dell’autore, più intento a crear nuove cose, che a limarne e pulirne le già fatte.

Questa impertinente genía,

tormento eterno delle menti non volgari, troverà molto onde latrare contro Darwin, per aver egli chiamato poema una raccolta di descrizioni.

Certo, se egli si fosse proposto di offrire un poema veramente didascalico, siccome alcuni si diedero stortamente a credere, poco felice potevasi giudicarne l’orditura e la condotta.

Ma il suo poema è puramente descrittivo, e vuolsi riputare un suo pregio accessorio, se talvolta v’istruisce.

Darwin non è ne’ suoi versi un institutore di Botanica:

egli è solo un zelante amatore di codesta scienza, il quale s’attenta, di destarne in voi tanta vaghezza, che vi sproni ad apprenderla:

ed allorchè vi riesce, non manca tosto nelle Note d’insegnarvi di molte cose, tra le quali non poche novissime ed ignote alla plebe de’ Trattatisti.

Il poema, che vi presento, fiori

in quanto a condotta s’allontana interamente da qualunque altro, che nel suo genere siasi tentato;

e se alcun mai gli si può paragonare, egli è l’Invito a Lesbia di Mascheroni, che tanti elogi si è meritato da’ più colti ingegni.

Il poema di Darwin è un giardino, in cui sorgono con bel disordine alberi e fiori diversi, ma da cui non sapete dipartirvi, se prima non gli avete ad uno ad uno contemplati, da qualunque parte abbiate intrapreso il vostro passeggio;

ed a cui ritornate qualora vi sia mancato l’ozio di tutti in una volta vagheggiarli:

egli è un gabinetto d’una Bella, dalle cui pareti pendono vaghe miniature appena avvinte insieme, come dice l’A. nel suo proemio, da una semplice ghirlanda di nastri;

ma benchè queste miniature presentino argomenti tra loro disparati, fiori

pur voi non ne rimovete l’occhio, se non dopo aver tratto diletto dalla contemplazione della rispettiva loro varietà: che è quanto dire, sì gli alberi ed i fiori, che adornano un giardino, come le miniature,

ond’è fregiato un gabinetto, interessano indipendentemente dall’ordine, dalla congiuntura, dalla progressione:

e ciò appunto si riscontra nella lettura de’ canti di Darwin, i quali interessano indipendentemente da qualunque macchina, di cui interamente mancano.

Laonde si potrebbe asserire,fiori

che degno di lode è ciò stesso, che viene generalmente a codesto poema attribuito come difetto; g

iacchè una macchina qualunque, tenendo lungamente sospesa la mente, finisce per istancarla; e niuno ignora che la stanchezza risolve in noia ogni qualunque ricreazione, e vi pone termine;

nè saprei qual altro egual vanto possa riscuotere la poesia, se la private del suo primo scopo, che è quello di ricreare.

Un’accusa non meno generale, fiori

che vien fatta a Darwin, si è d’essere troppo ardito, troppo forte nelle sue immagini, e troppo lussureggiante nelle sue descrizioni.

Primamente io farò riflettere a’ miei lettori, che gl’Inglesi non ebbero finora negli annali della loro letteratura un’epoca sventurata simile a quella, ch’ebbimo noi Italiani, dico il seicento:

la rimembranza della derisione, in cui furono poste le stravaganze di quel secolo, tarpa bene spesso le ali alla fantasia de’ nostri poeti;

laddove gli Inglesi, lontani da cotal timore, osano tentare voli, che noi schiveremmo per non arrischiare d’essere oggetto di scherno, e finiamo così non di rado per istrasciare al suolo.

Non comprendo poi,

come rimproverar si debba un poeta, il quale, se è ardito, forte, lussureggiante nelle sue immagini e descrizioni, lo è espressamente ed a solo fine di dare agli oggetti, che imprende a descrivere, quel carattere d’evidenza, che invano trovar si spera in opere meticolose, fiacche, grette e stentate.

Il talento di ben descrivere mentr’è sortito da pochi, gli è pur quello che distingue il vero genio da’ limitati scrittori.

Ma per ben descrivere un oggetto qualunque, è necessario primieramente d’averne ricevuta una viva impressione, e quindi di trasmetterla all’immaginativa degli altri per mezzo delle parole.

 

 

Paracucco. Abbiamo fatto l’estemporanea a Bastia Umbra

Paracucco,

Paracucco
Opera del maestro

Vi ho già parlato del maestro Pierluigi Paracucco.

Abbiamo fatto l’estemporanea a Bastia Umbra per ricordarlo, di seguito le foto dei quadri realizzati e/o esposti per l’occasione.

Potete vederli anche su youtube, sul canale ilbucinese il video Paracucco Bastia Umbra.

Dove sono riuscito ho messo il nome dell’artista e altri riferimenti.

Gradite

Giancarlo

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Di Bari Alessandro Fabbro d’arte (Alvia 141)

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Di Bari Alessandro Fabbro d’arte

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Di Bari Alessandro Fabbro d’arte

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Di Bari Alessandro Fabbro d’arte

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Di Bari Alessandro Fabbro d’arte

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Di Bari Alessandro Fabbro d’arte

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Di Bari Alessandro Fabbro d’arte (Alfa e Omega)

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Di Bari Alessandro Fabbro d’arte (La passione)

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Rolando 4°

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Rolando 4°

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Rolando 4°

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Rolando 4°

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Rolando 4°

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Rolando 4°

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Rolando 4°

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Luciano Roni

P1220964P1220961Coletti antonio

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Coletti Antonio

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Tardo Tiziano

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Dottori Angelo

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Ponti Luciano

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Pagnotta Paola

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Pagnotta Paola

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Pagnotta Paola

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Pagnotta Paola

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Pagnotta Paola

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Pagnotta Paola

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Caponi Lamberto

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Caponi Lamberto

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Caponi Lamberto

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Susta Franco

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Tarpani

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Tarpani

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Tarpani

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Tarpani

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Tarpani

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Tarpani

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Roberta Bizzarri

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Roberta Bizzarri

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Pauselli

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Pauselli

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Pauselli

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Pauselli

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Pauselli

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Pauselli

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Pauselli

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Davide Mangiaterra (Damà)

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Davide Mangiaterra (Damà)

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Davide Mangiaterra (Damà)

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Davide Mangiaterra (Damà)

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Davide Mangiaterra (Damà)

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Davide Mangiaterra (Damà)

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Mori Gianni

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Mori Gianni

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Mori Gianni

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Mori Gianni

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Mori Gianni

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Mori Gianni

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Mori Gianni

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Mori Gianni

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Natalicchi

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Mori Gianni

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Mori Gianni

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Mori Gianni

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Natalicchi Stefania

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Natalicchi Stefania

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Natalicchi Stefania

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Natalicchi Stefania

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Natalicchi Stefania

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Natalicchi Stefania

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Perna A.

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Perna A.

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Natalicchi Stefania

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Negozio Lello

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Negozio Lello

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Negozio Lello

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Negozio Lello

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Negozio Lello

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Negozio Lello

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Malè

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Campagnacci

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Campagnacci

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Negozio Lello

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Malè

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Agostini Fosca

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Rossi Flavio

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Rossi Flavio

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Rossi Flavio

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Rossi Flavio

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Rossi Flavio

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Arrigucci Giancarlo Bucine Sara dietro le mura di Bastia Umbra

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La premiazione si è poi svolta nei locali della LIBRERIA MONDADORI, principale sponsor della manifestazione.

P1220991 P1220990 P1220989 P1220988 Paracucco

Un saluto da Bastia Umbra, bellissima cittadina.

Bastia BastiaGiancarlo

 

Fonti:

CENTRO DEL MONDO

TERRE NOSTRE

BASTIA.IT

BASTIA.IT

 

 

Cracovia. Ecco la città come non l’avete mai vista.

Cracovia

Bella città Cracovia.

Ecco come non l’avete mai vista.

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Giancarlo

Da WIKIVOYAGE:

“Da sapere

Cracovia è una delle più grandi e antiche città della Polonia. Situata sul fiume Vistola nella regione della Piccola Polonia, la città trova le proprie origini nel VII secolo. È stata capitale reale della Polonia dal 1038 al 1596, mentre oggi è capoluogo del Voivodato della Piccola Polonia. Grazie alla sua lunga storia plurimillenaria ed essendo stata la capitale del regno, Cracovia vanta oggi un notevole numero di edifici e monumenti storici e una vasta collezione di opere d’arte come nessun’altra città della Polonia che sono usciti miracolosamente intatti dalla seconda guerra mondiale. Cracovia riceve ogni anno 7 milioni di visitatori ed è la maggiore attrazione per i turisti locali e internazionali della nazione.

I più famosi punti di interesse includono la piazza principale del mercato Rynek Główny con la basilica di Santa Maria e il fondaco dei tessuti di Sukiennice, il castello di Wawel, il museo nazionale d’arte, la campana di Zygmunt nella cattedrale di Wawel, la Porta Floriana con il Barbacane e la strada reale delle incoronazioni. Nel 1978 il centro storico di Cracovia è stato incluso nella lista UNESCO dei Patrimoni dell’Umanità.

Cenni geografici

Cracovia è situata nel sud della Polonia in una valle alle falde dell’altopiano dei Carpazi. È a 219 m. s.lm. ed è bagnata dal fiume Vistola. Dista approssimativamente 300 km dalla capitale e 100 km dai monti Tatra che formano a sud la linea di confine con la repubblica Ceca. La città copre un’area di 327 km² equivalente allo 0,1% della superficie del paese.

Quando andare

Il periodo migliore per visitare la città va da aprile a ottobre, con maggio che forse è il mese più gradevole anche se uno dei più piovosi. Notevole la presenza di italiani in agosto. Le rassegne e i festival abbondano nel mese luglio. In questi mesi, da considerarsi di alta stagione, è preferibile prenotare in anticipo. Durante la stagione invernale visitare Cracovia coperta di neve può rivelarsi molto suggestivo; la mancanza dei numerosi turisti che la affollano durante i mesi più caldi consente di godersi con calma e tranquillità la città e le sue meraviglie. “

Olive

Raccolta.

E’ tempo di olive, quest’anno sono veramente tante e belle.

Anche il tempo è stato perfetto, solo qualche goccia di pioggia, il 3 Novembre.

Domani faremo l’olio.

olive olive olive Olio olive olive

Olive

Olive
Raccolta del primo ulivo, mica male!

Olive_1200380 Olive_1200381 Olive_1200383 Olive_1200371 Olive_1200358 olive_1200356 Funghi e olive .

Poi si trovano anche i funghi, di prato nel campo.

Funghi Funghi Funghi

Giancarlo

Olio di oliva

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

L’olio di oliva è un olio alimentare estratto dalle drupe dell’olivo, ovvero i frutti dell’olivo (Olea europaea). Il tipo vergine si ricava dalla spremitura meccanica delle olive. Altri tipi merceologici di olio, ma con proprietà dietetiche e organolettiche differenti, si ottengono per rettificazione degli oli vergini e per estrazione con solvente dalla sansa di olive. È caratterizzato da un elevato contenuto di grassi monoinsaturi.

Prodotto originario della tradizione agroalimentare del Mediterraneo, l’olio di oliva è prodotto anche nelle altre regioni a clima mediterraneo.

Olio di oliva “extra vergine”

La normativa europea (Regolamento CEE n. 2568/91 e successivi aggiornamenti) ha fissato gli standard qualitativi minimi che l’olio di oliva deve presentare per poter essere commercializzato con la dicitura “Olio Extra Vergine”. Deve essere ottenuto tramite estrazione con soli metodi meccanici. L’acidità di un olio extra vergine non deve mai superare lo 0,8%. Infatti l’acidità, cioè la concentrazione di acidi grassi liberi, è uno dei parametri fondamentali per valutare qualitativamente l’olio.

In Italia è stata creata una Carta di identità dell’olio extravergine di oliva.

Raccolta delle olive

Olive da olio della Toscana.

Le olive sono tradizionalmente raccolte su reti, in alcune regioni battendo i rami con bastoni flessibili, in modo da provocare il distacco dei frutti, oppure in altre, attendendo la completa maturazione e quindi la loro caduta naturale dalla pianta. In Italia si raccoglie nel periodo che va da metà ottobre a fine dicembre. Una tecnica più moderna prevede l’utilizzo di abbacchiatori meccanici che scuotono i rami e provocano la caduta delle olive su una rete predisposta a terra che permette poi di raccoglierle più rapidamente e con minore fatica.

Raccolta a mano

La raccolta a mano, con pettini e sacche a tracolla su lunghe scale a pioli di legno, è ancora praticata in molte zone d’Italia. Questa tecnica è sicuramente la più dispendiosa e lunga, ma dà la possibilità di scegliere i frutti, consentendo di raccogliere frutti integri e al giusto grado di maturazione. È ancora preferibile per le olive da conserva, ma rappresenta il primo degli elementi fondamentali per ottenere un olio extra vergine di oliva fragrante e privo di odori sgradevoli.

Esistono metodi di raccolta interamente meccanizzata tramite macchine scuotitrici con intercettatori delle olive a ombrello. Modernamente, in impianti di oliveto coltivati allo scopo (superintensivi) si raccoglie anche con macchine scuotitrici adatte anche alla raccolta meccanica dell’uva (vendemmiatrici).

Non meno importante al fine di ottenere un olio vergine esente da difetti è il metodo di stoccaggio delle olive. L’ideale è che le olive siano raccolte in bin di plastica e in sacchi e che siano conservate lontano da fonti di calore e molite nel giro di 24-48 ore dalla raccolta. Questo garantisce che le olive non fermentino in modo anaerobico dando origine alla formazione di alcoli alifatici che produrrebbero nell’olio difetti quali riscaldo e, in casi estremi, muffa.