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A proposito di paesaggi, ecco i primi che ho fatto.

A proposito di  … paesaggi.

Vi ho parlato dei miei ultimi paesaggi, ma nulla vi ho detto dei miei primi.

Oh, se non ve ne importa niente potete anche lasciare il blog, non c’è niente di male, ma…

a proposito di La valle (China su carta, Giancarlo Arrigucci 1977)
La valle (China su carta, Giancarlo Arrigucci 1977)

Intanto vi perdete la prima chicca. E’ una chicca per me e spero tanto lo sia anche per voi. Intanto è antico, correva il 1977, molti di voi forse non erano neppure ancora nati, e già mi piacevano i paesaggi.

Praticamente non avevo mai disegnato prima, per piacere intendo, e già mi sono perso in un sacco di paesaggi. Vedrete poi.

a proposito di paesaggi, questo è particolare, ha un seguito, anzi più di uno.

Inoltre, e non è certo una motivazione minore o secondaria, è un posto vero, ma non dipinto dal vero, non è “en plein air”, si basa su ricordi visivi, uditivi, olfattivi, su tutti i cinque sensi insomma; più il sesto, la fantasia ed il settimo la tecnica.

Si avevo una tecnica approfondita con penna, pennino e china.

Frutto di anni di scuola, di disegni a scuola, di studio e di svago.

Comunque il signore ritratto nella china era il Lotti un mezzo parente, mezzo perché non ne ricordo il grado, le vacche le sue, come i piccioni ed il cane, che non ricordo come si chiamasse ma poi che importanza avrà?

La casa era così, piccola, mezza rovinata con gli infissi sciupati dal tempo, gli stoini per l’ombra, sulle finestre piccole, da dove passava poca luce, ma anche poco freddo.

Il pagliaio, chi non ha fatto un pagliaio è orfano di qualcosa.

La fatica, la pula, il sole, girando sotto lo stollo centrale.

E poi avviare il pagliaio e tagliarlo, in modo che non ci piova, per dare da mangiare alle vacche… eh, ne è passato del tempo.

La casa, comunque, era sotto al Torrione, la torre di Galatrona, non so se ci sia sempre.

La Croce in Pratomagno c’era di già, si vede in cima al monte.

a proposito di La valle, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
La valle 2, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

A proposito di paesaggi, la stessa casa vista di lato.

Ma qui volevo dare visibilità a quello che nessuno vede: gli animali del bosco, i fiori e le erbe, quel mondo minore che calpestiamo senza vedere, ma che vi dico è bellissimo, ricco di cose, di forme e di sfumature di colore, che un po’ si possono apprezzare anche nel bianco e nero della mia china.

Stavolta nello sfondo non c’è la natura ma l’opera e l’ingegno dell’uomo (che poi c’era anche nel primo disegno perché in fondo in fondo al Pratomagno, dovrei dire in cima in cima, c’era la Croce altro manufatto umano simbolo del potere dell’uomo sulla natura che se non è soverchiata ne è comunque sormontata.

Natura che, comunque, si espande ovunque, riconquistando o cercando di riconquistare la sua primigenia, uscendo ovunque dai confini del disegno.

a proposito di San Leolino, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
San Leolino, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Dopo è arrivato anche San Leolino, che per me rimane un pilastro della pittura, della mia, naturalmente.

Anche qui la natura cerca di riprendersi lo spazio rubato, anche se non è difficile riconoscere nell’ulivo la cura dell’uomo che ne fa una pianta secolare.

a proposito di San Leolino m 375 sm, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
San Leolino m 375 sm , china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Quindi ancora San Leolino, stavolta sovrastante il mondo.

Ancora a proposito di: tanti paesaggi in ordine sparso:

1977scogliera
Scogliera, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
1977paesaggio
Paesaggio, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
1977lecaselle
Le Caselle, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
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Paesaggio 1, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Scogliere, valli e colline.

Colorate.

a proposito di 1977lagomaggioresullisoladeipescatori
Lago Maggiore, sull’isola dei Pescatori, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
a proposito di 1977casariccio
Casariccio, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.
a proposito di 1977ormeggiosullago
Ormeggio sul lago, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Lacustri, fluviali o marini.

a proposito di 1977langelodellamortenonchiamamaiduevolte
L’Angelo della Morte non chiama mai due volte, china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Anche tetri, di foschi pensieri.

Ma sempre tanti paesaggi.

a proposito di 1977paesaggio2
Paesaggio , china su carta, Giancarlo Arrigucci 1977.

Confidando di esservi stato di interesse.

Saluti

Giancarlo

Paesaggi, la magia dei posti che conosco.

Paesaggi

Alcuni paesaggi sono meglio, o peggio, di altri.

Si può riuscire a cogliere, del tutto o per niente, la magia di un posto.

Ne ho fatti alcuni che vi voglio mostrare.

Sogna, è il migliore per me.

E’ un paesino del comune di Bucine, perduto e poi recuperato per i turisti, ma bello, bello, bello.

Anche Montebenichi non è male, sempre nello stesso comune, sempre bello, meriterebbe una visita, mettetela in programma.

Poi ci sono paesaggi più mentali come Valparaiso, la valle del paradiso, l’Eden perduto dove ritrovarsi., dai colori chiari, rilassanti, culla di nuova vita.

Ma c’è pure la Valle dell’Inferno, dopo Levane, verso Monticello, proprio accanto alla diga del Enel di Bandella. La valle, dove ha trovato ispirazione il grande Dante Alighieri, traghettato di là d’Arno dal mitico Caronte, traghettatore levanese del tempo, è blu come il fiume e si perde nella nebbia del tempo. Il tempo di trovarla e ritrovarla sempre uguale, alta e vorticosa, da capogiro, da perderci l’anima, oltreché la testa.

L’anima di Jill, che lotta la sua personale battaglia e che,

come tutte le più belle cose, visse solo tre giorni,

come le rose.

Paesaggi 2014_00043_Tre_fiori_1920x1080 C

Ricordatevi questi paesaggi, immaginateli domani e ricordatevi anche che non c’è speranza, ne futuro, nella guerra.

Un nuovo orrido si delinea in medio Oriente e noi dobbiamo fare qualcosa, trovare un compromesso, una soluzione, evitare un nuovo conflitto Israelo-Palestinese, che, come in passato, rischia di cambiare tutto, in peggio.

E non sarà un belvedere.

Giancarlo

Acquerelli. Chissà se piacciono al pubblico?

Acquerelli / Watercolours 14-Giugno-2014

Negli ultimi tempi ho realizzato acquerelli. Dateci un occhio.

During the last time I’ve made some watercolour. Have a look.

acquerelli 2014_00043_Tre_fiori_1920x1080 C
Fiori Flowers
acquerelli 2014_00042_It_has_to_be_fix_yet_1920x1080 C
Primo esperimento di acquerello surrealista, devo progettare bene il prossimo, per non fare gli errori in cui sono caduto con questo. First experiment of surrealistic watercolour, I must improve design time next time, not to repeat the same mistakes.
 acquerelli 2014_00041_VALDO_O_S_1920x1080 C
E’ un bell’uomo, spero che piaccia alle lettrici. Handsome man, trusting it will be appreciated by Ms readers
acquerelli 2014_00040_Donna_con_turbante_1920x1080 C
Veramente difficile da realizzare. Il risultato non è male ma potevo fare moooooolto meglio. Bello, per me, è lo sfondo, il suolo a luci ed ombre, molto interessante. Hard to do, but not so bad result at the end even I could do moooooooooore. Nice, for me, is the soil in backgroung, its light and shadows , really interesting
acquerelli 2014_00039_L_asfalto_1920x1080 C
Ho fatto altre strade asfaltate, ma con l’acquerello pensavo non fosse possibile, l’effetto è realistico ma bisogna migliorare la composizione. I did other asphalted lanes, but with watercolours I thought it was almost impossible. It’s realistic but I need to improve composition.
acquerelli 2014_00034_Mira_1920x1080 C
Troppo robotica, si muove a scatti, rigida come una marionetta, ma per il resto non mi sembra male. Like a robot, move itself mechanically, like a puppy, for the rest is not bad.

Aiutatemi,

Criticando questi disegni, è molto importante per me avere un feedback.

Help me

Criticizing these drafts, it would be important to have a feedback, please do it.

Giancarlo

Nota aggiunta nel 2018.

dopo quattro anno dalla pubblicazione, nessuno ha commentato, nessuno mi ha suggerito qualcosa. Forse nessuno ha visto il post, forse nessuno lo vedrà mai.

Che tristezza.

Today, after 4 years from the issue, no one has commented, neither suggested something. Maybe no one has read the post. It is possible nobody will ever read it, never.

How it is sad.

San Leolino, frazione del comune di Bucine Arezzo

Un paesino sulle colline del Chianti

San Leolino è una frazione del comune di Bucine, particolarmente votato alla produzione di olio extravergine di oliva di ottima qualità.

Il vino è buono come l’olio.

La sua posizione è eccellente, rimane dietro le colline del Chianti, rivolto ad est, prende il sole dal mattino presto, quando è fresco, e lo lascia nel tardo pomeriggio, quando la temperatura è più alta.

Ci si fanno sagre e feste rinomate, c’è un circolino bellino bellino, dove si gioca a tombola e al mercante in fiera tra amici e conoscenti, certamente tra quasi tutti i compaesani.

C’è pure una bella chiesa piccola ma…

Io ho fatto varie volte disegni e dipinti su questo paesello.

L’ultimo, è il castello, visto da sotto, col giaggiolo fiorito a presentarcelo:

SAn Leolino
San Leolino Acrilico su tavola

Il primo nel 1977, sempre il castello. Sempre da sotto. Ma con l’ulivo in primo piano:

San Leolino 1977
San Leolino China su carta 1977

 

Poi nel 2008 la chiesa, tutta abbarbicata nella roccia. Con un campanile stretto, strano:

San Leolino
San Leolino, acrilico su tela. 2008

Insomma questo bel pese mi ha dato molte idee, mi ha ispirato tante, tante volte.

Venite a vederlo.

Giancarlo

Carnevale.

Carnevale

Il carnevale di Bucine è finito.

Fino al prossimo anno niente carri, niente ciacce fritte, niente bomboloni e niente Re del Carnevale che è finito in fumo.

Il Re ci sarà l’anno prossimo rigenerato dai bambini dell’Alveare: l’asilo di Bucine.

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Protezione civile di Bucine “La racchetta”
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Il re Carnevale è seduto sul suo trono, in attesa dell’esecuzione della pena capitale.
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La gente e i ragazzi tutti lontano (lontano???) dalle fiamme.

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Fire the King

(Clicca qui o sull’immagine per vedere il video su youtube). 

Il re è morto, è stato bruciato, ci siamo vendicati del potere. Il potere ci perseguita trecentosessantaquattro giorni all’anno euno, questo giorno, l’ultimo di carnevale, ci rifacciamo e gli diamo fuoco.

Ma è veramente utile bruciare il Re?

Secondo me no! Non mi sembra neppure educativo. Poi sentendo i commenti dei bambini, che incitavano a bruciarlo, mi sembra di rivedere altri fuochi, i roghi delle streghe, gli incitamenti a bruciarle. Il fuoco taumaturgico e terapeutico. Un fuoco purificatore, pacificatore, gratificante.

Cosa resta?

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coriandoli, grigi al vento.

Un gran magone, per aver scoperto come siamo, come siamo sempre stati e sempre saremo, fin tanto che ci saremo.

Confidiamo che dopo la pioggia (di cenere) qualcosa migliori.

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Giancarlo

PS.

Quest’anno, 2017, mi hanno detto che è stato bruciato un re di carta, quindi niente inquinamento selvaggio e fiamme a tutto fuoco che venivano dalla gomma e dal poliuretano del fantoccio reale.

Bene, il miglioramento non penso sia dovuto a questo mio articolo, ma dimostra che avevo delle buone ragioni per lamentare la cosa.

Per ora abbiamo un rogo ecologico, speriamo che domani non sia accenda più neppure quel rogo.

Giancarlo

Carnival, I’m back on Bucine Carnival

Carnival.

I promised to come back on Bucine Carnival, here I’m.

Bucine carnival Bucine carnival Bucine has his own carnival. It’s a tradition, since when? Who knows. It’s a nice festival, I agreed, especially for children. It’s small, that’s good for parents, to avoid missing their children. Bucine carnival Bucine carnival

It’s ECO, since our major stopped chemical sprays.

Stelle filanti Coriandoli It’s clean, just after it ends, workers come to leave confetti and streamers laying on the street. An amazing place to visit for families, it is free, no entrance fee. Confetti costs between one to few Euro, depending on their packaging size. In the middle of float parade, floats stops and you and children may buy schiacciata or bomboloni caldi for 1 Euro each. In a couple of hours all ends and you can come back home, or do what you like to do next.

So this is nice, this is a part of paradise?.
It’s close to it, if it’s not too cold you stay well and you may worm yourself following the float where your daughter or your son is in.

Bucine Carnival

But there is something not positive, and like in a thriller it comes at the end.

Carnival king
Carnival king, created by children from the Bucine kind-garden, will be the only one who not survive the carnival. He ‘s going to burning at the end.

The king of the carnival as tradition ask, when carnival ends, is burned.
This king, pleasant to me, is going to be killed, burning in a fire and I don’t understand why.
Why we must kill him, burning him.
Why we must kill.
How we can.
How…

OK, OK I cannot be moralist, I’m not that, to live space for some new one, old one has to disappear. To reappear next year to be burned once again.
It’s life cycle, space to youth, I agree, but in reality, old people stay there forever, all stay still there, glued to their chair, to their armchair to their throne and so on.
Probably burning them is the only way.

Anyway I cannot accept to “fire” someone. A pyre is cruel, people looking at flames, hypnotized, is crueler.

Then consider the king, he was created by children, from the kind-garden, just to be burned, at carnival end. Carnival king is in plastic foam, polyurethane, maybe,  not sure, but it burns with onrush, leaving tears of fire dropping down on the asphalt of the street and the smoke, acrid and black fill the upper air.
Some fool of wind try to burn also hairs of the nearest irresponsible heroic watchers.
All finish in a paddle of melt plastic flaming and in liters (hectoliters or more) of black smoke, surely toxic, at least dirty.
It’s that good?
It’s that useful?
Is that instructive?
It’s that OK?
It is the pantomime: kill the symbol of power to maintain the real one.
Let them laugh for one day to cry the rest of the year.
It’s not OK.
Not for me, don’t do it in my name.
Don’t do it.
Free the king, leave him alive. You might not fight him.
Leave him free, leave air fresh.

Giancarlo

Abitanti, parliamo degli abitanti del valdarno.

Parliamo degli abitanti del Valdarno.

Abitanti

In particolare mi vorrei soffermare sugli abitanti di Bucine e su quelli di Levane.

I primi sono detti Bucinesi ed i secondi Levanesi.

Nei secoli non è mai corso buon sangue tra le due comunità, a causa di certi scherzi e sfottò che si sono sempre scambiati.

Comunque sia, oggi le due comunità vivono in quiete tra loro, tra l’altro sempre meno Bucinesi e Levanesi vivono nei rispettivi paesi, la globalizzazione ha portato genti di tutto il mondo a diluire le specificità.

Ma noi, per la nostra trattazione assumeremo che a Bucine vivano tutti Bucinesi ed a Levane vivano tutti Levanesi. ogni comunità con le sue specificità distinte tra loro ed indistinte tra compaesani.

Inoltre vorrei dirvi che dovrete credermi per forza anche quando le mie affermazioni vi parranno assurde o paradossali e per questo mi guarderò bene dall’affermare che tutti i Bucinesi sono bugiardi, vi dirò invece che gli uomini di Bucine  dicono sempre il vero mentre le donne di Bucine dicono solo falsità. I Levanesi, stranamente si comportano esattamente al contrario. E quando parlo di donne ed uomini mi riferisco al sesso degli individui di tutte le età, bambini o centenari che siano.

Abitanti

Chiaramente sapere queste cose aiuta molto chi volesse sapere se un abitante qualunque dei due paesi è uomo o donna, è sufficiente chiedergli  “Sei di Bucine ?”  e sentire se risponde si o no. Possiamo anche domandargli se è di Levane con le risposte invertite. Poi per sapere di dov’è, di Bucine o di Levane si chiede “Sei un uomo? e risponderà si o no. Al contrario si può chiedere se è donna con le risposte al contrario. Se qualcuno ti dice “sono un uomo di Levane”, allora significa che è una donna di Bucine. Se dice “o sono una donna o sono di Levane”, allora significa che è una donna di Levane. E via andando.

Vi ho raccontato come vanno le cose in Valdarno,

Abitanti

ma in realtà sia Levane che Bucine oltre che trovarsi in Valdarno si trovano ancorché in Valdambra dal torrente Ambra, affluente di sinistra dell’Arno, che da il nome anche ad Ambra una ridente cittadina nel comune di Bucine i cui abitanti sono detti Valdambrini.

I Valdambrini maschi si dedicano tradizionalmente all’edilizia e sono sostanzialmente o muratori o manovali. i muratori dicono sempre il vero e i manovali sempre il falso. Ad Ambra nessuno può dire «sono un manovale». Se di due Valdambrini uno dice “siamo entrambi manovali”, allora lui è un manovale, ma l’altro no. Se dice “almeno uno di noi è un manovale”, allora lui è un muratore, ma l’altro no. Se invece dice “o sono un manovale o siamo entrambi muratori”, allora entrambi sono muratori. E con la banda andando.

Credo che ora, sarete in grado di praticare la zona senza sorprese e fraintendimenti.

Se, paradossalmente, la lettura di questo post vi ha resi ebrefenici, paranoici o catatonici io posso solo aggiungere che, con John Cage, “Non ho niente da dire, e lo sto dicendo”.

Giancarlo

Abitanti

Gnocchi di patate

Gnocchi di patate

Giancarlo Arrigucci

2013 n° 7

Pane bagnato ed olio
In paese (particolare)

Gnocchi di patate

Ingredienti

1. Patate.

2. Farina di grano tenero (*).

3. Acqua.

(*)Tipo “0” o “00”.

Ferramenta

1. Pentola.

2. Spianatoia o tavolo.

3. Coltello a lama liscia corta.

4. Coltello a lama liscia lunga.

5. Forchetta.

6. Telo di cotone o canovaccio.

Preparazione

1. Bollite le patate lessandole bene.

2. Toglietele dalla pentola e pelate la buccia con il coltello. (Occhio bruciano da matti).

3. Rompetele sul tagliere con la forchetta trasformandole in pasta.

4. Impastatele con la farina, fino ad ottenere un impasto consistente.

5. Fate riposare l’impasto per un po.

6. Spolverate la spianatoia o il tavolo con la farina.

7. Prendete un pugno di impasto e arrotolatelo con i palmi uniti delle due mani fino ad ottenere uno spaghetto cilindrico di circa un centimetro di diametro.

8. Mettetelo in una parte della spianatoia inutilizzata e spolverata di molta farina.

9. Trasformate tutto l’impasto in questi cilindri.

10. Fateli riposare.

11. Mettetene 4 o 5 paralleli vicino al bordo della spianatoia e tagliateli a tocchetti (gnocchi) di circa un centimetro con il coltello a lama lunga. Allontanandoli ad ogni taglio dagli spaghi non tagliati.

12. Quando li avete tagliati tutti spolverate la spianatoia con farina e disponeteli diradati ad asciugare.

Note

1. Per cuocerli prendeteli senza farli attaccare e buttateli nell’acqua bollente.

2. Cuociono in 2-3 minuti. come vengono a galla sono cotti.

3. Conditeli a piacimento.

4. Se le patate sono del vostro orto o dei vostri vasi o ve le ha date un vicino che le ha coltivate così, non hanno prezzo.

Da bere

1. Anche qui acqua di rubinetto o di fonte.

2. Il vino suggeritelo voi.

3. Niente bevande gassate.

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Ma dobbiamo sempre farci riconoscere?

Ma_dobbiamo_sempre_farci_riconoscere?

Sono felice di essere Italiano, così come Bucinese, ma qualche volta me ne vergogno anche.

Atterro a Roma, la città più bella d’Italia, all’aeroporto più bello d’Italia (ma se non conosci gli altri aeroporti Italiani non ci crederesti). Esco dall’aeromobile seguo le indicazioni per il ritiro bagagli, distrattamente. Dico distrattamente perché sono in compagnia di un’altra persona, con la quale, ovviamente, interloquisco.

Arriviamo ad un tornello che ci permette di entrare nella zona dei nastri riconsegna bagagli, strano che ci sia un tornello ma… ma sono stanco, dopo tre voli e oltre 24 ore di viaggio, passo il tornello per guardare sul tabellone, sul muro li vicino, su quale nastro arriverà la mia bella valigia rosso fuoco.

La mia valigia
La mia valigia

Peccato che sul tabellone compaiano tanti voli, alcuni già atterrati, ma del mio da Francoforte non ci sia traccia. Ho sbagliato  qualcosa? Chiedo lumi ad una signora, in divisa, che ha appena attraversato il tornello. Mi dice che la mia area ritiro bagagli è un’altra, devo uscire salire al primo piano, rientrare ed andare a quella giusta.

Ma come è possibile che sia arrivato qui? Ho seguito sempre le frecce con la scritta “baggage claim – exit” per il ritiro bagagli e l’uscita. Cerco di tornare indietro dal tornello, c’è tanto spazio tra la sbarra e d il palo che all’uscita non mi è neppure girato. Mi bloccano subito:

“Non si può tornare indietro!”.

“Ma…la mia valigia, sono appena passato…”.

“Non si può esca e rientri! Guardi, subito a destra e poi rientra.”

Esco, ma non c’è niente, solo il lungo corridoio esterno, rientro da dove sono uscito quando la porta si apre per il passaggio di un viaggiatore, ma mi bloccano subito. Mostro il mio biglietto:

“Vengo da Francoforte, ho seguito le frecce… la mia valigia.”

“Guardi è semplicissimo esce a destra e rientra, ci sono dei colleghi, poi va al ritiro bagagli.”

Esco, cammino sulla destra, finché trovo un’entrata decine di metri più avanti a destra, è l’entrata partenze, qualcosa non va (???), entro nell’area partenze, passo dai check-in, proseguo fino al controllo passaporti.

Provo ad entrare, da dove ero entrato la settimana prima, alla partenza, spiego la situazione alla coppia del desk, sono gentilissimi ma non sono nel posto giusto, arriva un terzo, mi dice come fare:

“Torni giù, da dove è uscito, rientri, ci sono dei finanzieri che controllano i documenti e la fanno passare.”

“Ma sono gli stessi che mi hanno fatto arrivare qua?…e non mi hanno fatto rientrare prima”.

“Non si preoccupi, faccia come le ho detto”.

“Vabbè, grazie, ma credo che ci rivedremo presto”.

Esco, stavolta da una scala e non rifaccio le decine di metri indietro, rientro con lo stesso trucchetto della prima volta, lo stesso militare, sempre gentile, mi dice che non posso rientrare da li ma devo uscire, poi rientrare subito a destra, dai suoi colleghi che mi fanno accedere all’area bagagli giusta.

Sono frastornato ma deciso a riavere ciò che è mio, la mia bella valigia rossa con i manici gialli, ad ogni costo.

Esco , mi giro a destra, mi fermo, studio la situazione.

Ci sono transenne alla mia sinistra, che portano ad uscire lateralmente nel corridoio, dove di solito stazionano quelli che attendono all’uscita i passeggeri, C’è una transenna anche sulla mia destra, fatta con del nastro adesivo (???) e più corta dell’altra, che porta il flusso delle persone che escono nella direzione giusta e, presa nell’altro senso permette di accedere ed aprire una porticina con sopra un cartello che dice “Personale di servizio- Staff only”. Vuoi vedere che?…

E’ sulla destra dell’uscita, subito dopo l’uscita, (qualche metro), provo ad entrare, e, sorpresa, vinco. C’è uno scanner per le cose uno per le persone, mostri i documenti, il “boarding pass” e la ricevuta del bagaglio passo dallo scanner, e mi fanno accedere all’area giusta.

Trovo la mia valigia esco, con il mio collega prendiamo la macchina al parcheggio e torniamo a casa.

Ma perché ho intitolato questo post “Ma dobbiamo sempre farci riconoscere?”.

Per due motivi.

1- Le frecce mi hanno portato in un’area sbagliata dell’aeroporto, non dovrebbe essere possibile. Intravedo aree di miglioramento: per me, la prossima volta che volo su Roma,  ma soprattutto per l’aeroporto di Roma che di passeggeri ne ha, per sua fortuna, ancora molti altri da condurre al ritiro bagagli, quello giusto.

2- Il personale poteva essere più chiaro : bastava dire “entri dalla porta qui accanto, quella del personale di servizio”. Uno “straniero” non sarebbe mai entrato da una porta con scritto “STAFF ONLY”, se non adeguatamente informato, ma forse neppure mai uscito da quella sbagliata, se le indicazioni delle frecce fossero corrette.

Che penserà di noi un turista straniero che dovesse trovarsi all’aeroporto di Roma, nelle mie stesse condizioni?

Fuori dall’Italia ho sempre raggiunto, senza difficoltà, il nastro bagagli giusto.

Aeroporto di Chicago
Aeroporto di Chicago

Ma dobbiamo sempre farci riconoscere?.

Giancarlo

Premio Roberto Quacquarini

Premio Roberto Quacquarini Bastia Umbra (PG)

L’anno scorso in Novembre ho partecipato al premio Roberto Quacquarini, un evento importantissimo che si tiene a Bastia Umbra ogni anno ormai da nove edizioni, quest’anno sarà la decima.
Ogni pittore è ammesso con un’opera singola realizzata apposta per l’evento o meno.
Infine il giudizio della giuria indicherà un vincitore ed altri di seguito classificati.
E’ un premio importantissimo, vincere il “Roberto Quacquarini” è il sogno di ogni pittore.

Purtroppo io non posso sperare tanto ma già parteciparvi è un onore incredibile.

 

Quacquarini Roberto
Quacquarini Roberto

Ma chi era Roberto Quacquarini?

Ecco come lo descrive il maestro Marco Giacchetti:

“Roberto Quacquarini (Tora e Piccilli 1941 – Foligno 1974) è stato “cantautore e musicista raffinato, animatore sociale, pittore di rare qualità. Le sue soluzioni metafisiche, le oniriche visioni di un mondo dilaniato, i suoi soggetti drammatici, trasfigurati con impasti cromatici di forte tonalità e dai contrasti incendiati, affascinano tutti coloro che cercano nella pittura non la stantia iconografia, ma il messaggio valoriale.[…] Per questo suo essere e il suo fare, Roberto Quacquarini è nel cuore di tutti coloro che amano l’arte, quella del messaggio e non dell’effimero e dell’evasione.

Pittura che fa pensare, anche soffrire. E’ pittura che non passa inosservata.”

 

Quacquarini Roberto
Quacquarini Roberto

Una sua poesia

FORSE SEI COME ME

Forse tu
che sei qui a guardare
dentro i miei occhi,
già sai perché
io parlo molto di mistero.
Forse tu vuoi
ch’io parli d’altro
questa sera.
Ma dimmi,
come posso,
se anche intorno a te
trovo ogni giorno
le cose che mai
son capace di capire?

Roberto Quacquarini

Quacquarini Roberto
Quacquarini Roberto

 Sito ufficiale Roberto Quacquarini

Articolo sul premio Roberto Quacquarini

Opere che hanno partecipato all’ultimo premio Roberto Quacquarini

Io parteciperò anche quest’anno, fatelo anche voi.

 

Saluti

Giancarlo