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Back to Italy.

Back to Italy

Ho visto una puntata di Report dedicata alle Oche, “Siamo tutti oche“,, puntata che non era dedicata solo alle oche, ma a tutti noi oche in altro senso. Back to brain.

Perché ne scrivo?

Perché mi spiace che i signori della moda, quelli Italiani in modo particolare, se ne freghino degli animali. In nome della moda e del profitto e degli Italiani, sia come clienti che come connazionali.

Per un pugno di piume, o di Euro o per un pugno di Dollari come recitava magnificamente un titolo di Sergio Leone, son disposti a svendere la dignità loro e di un popolo intero.

Se dobbiamo dar credito a Report di Milena Gabanelli ed ai video correlati, l’oca non deve essere uccisa per toglierle le piume, si preferisce spennarla per 4-5 volte l’anno da viva, piuttosto che una volta sola, da morta.

Ora… questo potrebbe sembrare positivo, non dovendo uccidere l’oca per utilizzarne le piume, non si è costretti a portarci addosso parte di un cadavere nell’imbottitura del giubbotto, come invece è d’obbligo se vogliamo indossare una, calda???, pelliccia.

Del resto noi umani paghiamo per farci spennare vivi: cerette, epilazioni ecc.

Non credo questo possa essere condiviso dall’oca.

Comunque la pensiate, anche in disaccordo con l’oca, la storia non finisce qui.

Ma continua così…

Non si sfruttano solo le oche. Ma anche, più in generle, le signore che tagliano cuciono e confezionano, un capo di moda, un capo “Made in Italy”. Ma non si parla di sfruttamento di nostre connazionali, corregionali, compaesane, congiunte. Nno, quelle sono oramai tutte a casa, semmai sfruttate solo da noi coniugi.

In questa puntata si parla di “compagne” dell’Est che lavorano peggio delle connazionali, ma di più e per meno. Ed il lavoro si sposta sempre più ad est, al seguito della diminuzione del costo e dei diritti riconosciuti, dell’aumento delle ore lavorate e dello sfruttamento.

Ma in Italia i costi sarebbero non troppo dissimili, anche se doppi. Report dice che per un capo, venduto in negozio a 1000 euro circa, in Italia si sarebbero spesi 50-70 Euro di lavorazione. Mentre ad est, ma molto ad est (2000 km andata e 2000 km al ritorno) si scende a 30-40 Euro.

E così è per tutto il “Made in Italy“, quasi tutto.

Nessuno che voglia tornare in Italia:

Back to Italy.

Back, back home.

Dopo uno spezzone di un intervento del nostro premier del 15 Dicembre 2013 che esaltava il genio Italico di questi signori,davanti una platea del Partito Democratico, che dovrebbe farci riflettere.

La Gabanelli elenca i signori del lusso Italiani, i più ricchi secondo Forbes.

Uno di questi, Brunello Cucinelli, ci dice che si può diventare ricchi, partendo da zero, senza sfruttamento, producendo in Italia ed investendoci sopra per far crescere la professionalità degli addetti.

Riconoscendo stipendi maggiori a che sa fare qualcosa di meglio e di più, dando premi di produzione e premi di partecipazione, una mosca bianca, un santo, un illuminato.

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Semplicemente un imprenditore di buon senso.

Bravo Brunello, auguri.

 

Giancarlo

 

Post Scriptum

Il paese, sede dell’azienda di Brunello è Solomeo, una frazione del comune di Corciano, in provincia di Perugia dove ho fatto un’estemporanea anni fa.

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Fiesta i guerra

Mercatale

Fiesta y guerra. E’ festa a Mercatale Valdarno, è la sagra del Marrone, c’è la banda, tanti banchini, dolciumi e ninnoli, poi funghi, funghi, marroni e funghi e tanti animali da vedere, da allevare, se si vuole.

Una bella festa insomma. Fiesta y guerra también.

Solo, qualcosa stona, ogni tanto si vedono dei militari in giro, o paramilitari o chissacché.

Vestiti in tuta, anfibi, cappello tutti rigorosamente mimetici, occhiali neri mafiosi, ma molto hi-tech, insomma dei ganzi che facevano la loro porca figura.

Ma chi erano che volevano, soprattutto, che ci facevano alla festa.

Ma facevano festa, fiesta y guerra, è ovvio, sparavano come matti con mitra pistole, fucili e chessoio ad aria compressa.

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Su una parete

Su una parete, anch’essa mimetica con fronde d’albero e teli bicolore, avevano attaccato lattine di coca e qualche bersaglio. E sparavano come indiavolati, come a indiavolati, pallini di plastica dura. Per terra ce ne erano fiumi.

Erano uomini e ragazzi di varie età. Poi, cosa che mi ha dato molo fastidio, più che fastidio nausea, interna, profonda, quasi da vomitare, c’era una donna. Forse mamma, forse gentile, forse bella. Ma armata e bardata di tutto punto, mimetica, anfibi, cappello occhiali ecc, come d’obbligo, come di moda.

E…

Giù sparare e giù a caricare e ricaricare il fucile del ragazzo. Il quale, a raffica, aveva già distrutto il povero bersaglio che, di carta o di cartone che fosse, si era lacerato. Distrutto tra atroci grida. Poi in pianto dimesso. Ma lui continuava imperterrito, rifornito di munizioni dalla mammina, a sparare. E a massacrare il povero bersaglio e le malmesse lattine.

E’ stata dura: fiesta y guerra. Mentre erano tutti li a discutere e far vedere i muscoli. E le armi, i mitra a tracolla di dietro. Le mimetiche, gli occhiali neri, a rete, protettivi. E le pistole, al cinturone, in una tasca laterale o infilate dietro la cintura, insomma tutti come Tex Willer, armati fini ai denti.

Poi ho saputo che vanno nei boschi a combattersi ed a spararsi i pallini di plastica dura. E ci portano anche i ragazzi, anzi è pieno. E si massacrano fino a notte, a volte fino a giorno. Poi dopo chissà che risate, che sfottò, che racconti alla mamma ed al papà. E come dormiranno? E i sogni la notte dopo? Chissa che bei ricordi, adrenalinici e vividi. E’ la fiesta y è la guerra.

Che pena, la festa, che uomini, che ragazzi, che donne, alla guerra!

Business is business e sui gusti non ci si sputa, ma io le mie sentenze le sputo lo stesso e sono sentenze di condanna, senza appello.

BRUTTO!

Anche diseducativo.

Sì ma a loro che gli frega?

Ma al comitato organizzatore? …macché gli frega anche a quelli? Tutto fa festa, “Venghino signori, venghino”.

Eppure continuo a pensare ad un mondo migliore, con altri valori, con altri business.

“VENGHINO SIGNORI, VENGHINO”

Giancarlo

Badia a Ruoti, abbazia di San Pietro a Ruoti.

Badia a Ruoti

L’abbazia di San Pietro a Ruoti a Badia a Ruoti, Bucine, Arezzo..

Un posto fantastico, da vedere, da soggiornarci, se ne avete occasione.

L’ho ritratto su questo acquerello, non mi sembra male, ma ditelo voi.

Badia a Ruoti, Abbazia di San Pietro a Ruoti. Giancarlo Arrigucci 2014 Acquerello, cm 46x62.
Badia a Ruoti, Abbazia di San Pietro a Ruoti.
Giancarlo Arrigucci 2014 Acquerello, cm 46×62.

Se potete, visitatelo è un luogo magico ed incantevole, la sua storia è davvero interessante, anche se io non riesco neppure a riassumerla per voi. Mi dispiace.

Grazie

Giancarlo

Sting ed il lavoro a pagamento: “NUOVO SCHIAVISTA?”

Sting ed il lavoro a pagamento

La Stampa ha pubblicato un articolo che è subito rimbalzato su internet con commenti unanimi e perse in giro per Sting. Anche l’articolo non è tenero con il cantante o ex tale ora dedito ad agricoltura e turismo. Addirittura paragona la notizia, l’intenzione di Sting di farsi pagare per poter raccogliere le sue olive, la sua uva o, semplicemente, per zappare la sua terra, alla schiavitù, come evoluzione della stessa che permette anche di risparmiare sul vitto e alloggio.

L’articolo sul fatto quotidiano è più serioso e riporta anche il parere positivo della Coldiretti, una organizzazione sindacale degli agricoltori.

Questo articolo riporta anche la fonte dell’informazione, per cui si può controllare la notizia.

Sembra che la notizia abbia scatenato il pandemonio in Italia, tutti contro sting, nuovo conte, nuovo schiavista, che oltre a farsi pagare offre merende e bicchieri di vino sempre a pagamento, nonostante i milioni di euro incassati nell’ultimo tour.

Mi viene da ridere,

mi viene da piangere,

ma davvero siamo arrivati a tanto, scandalizzarsi perché qualcuno offre un servizio e chiede una ricompensa?

Ma che qualcuno di voi pensa veramente che un qualsiasi proprietario di palestra, o di piscina o di campo da tennis o da calcetto, o dove voi andate a sudare  e smaltire calorie, sia uno schiavista perché alla fine vi chiede dei soldi? Oppure pensate di andarci e chiederli voi dei soldi alla fine della giornata? Ma riuscite a ragionare o il cervello vi è andato in pappa?

Ma certo che Sting fa bene a farsi pagare, anche per il bicchiere di vino, e che lo volete gratis? Ma in quale bar vi ubriacate la sera? E siete sicuri che il vino li non lo pagate? Sting ha speso dei soldi per avere le tenute che ha in Toscana, le ha mantenute, sicuramente migliorate, per offrire un paesaggio unico, un ambiente che gli Inglesi, ma anche molti di noi Italiani, se lo sognano e dovrebbe darlo gratis?

Lui non vi cerca per la vostra competenza agricola, vi offre un servizio, voi non dovete farlo per forza, siete voi (o dovrete essere voi) a voler vendemmiare.

Poi, andando sul pratico, credete veramente di essere in grado di vendemmiare o di raccogliere le olive in maniera seria e professionale, e soprattutto remunerativa?

STING

Lui, o chi per lui, perderà tempo a spiegarvi che cosa bisogna fare, come farlo senza danno per voi e per le piante, dovrà fornirvi gli attrezzi, l’equipaggiamento, il vestiario. Le duecento sterline richieste mi sembrano poche, forse lo fa per vendervi, poi, i prodotti fatti da voi, raccolti da voi, e li guadagnarci qualcosa.

Altro che schiavista, lui è un imprenditore, serio ne di quelli veri, che ha costruito qualcosa, qualcosa che rimane per tutti, che possiamo apprezzare, uno che crea ricchezza ed offre esperienze uniche, paesaggi mozzafiato, vacanze da favola.

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Se poi uno vuole provare lavori più umili della vendemmia, come zappare, rastrellare spazzare l’aia è lo stesso e, giustamente, deve pagare, ma che credete che sia tutto gratis a questo mondo?

A volte si deve anche faticare per il gusto di farlo, e lui vi offre un modo, un modo unico in un posto unico.

Altro discorso è per chi ci lavora veramente in quelle aziende, come i trainer in palestra ed i bagnini in piscina. Queste figure professionali devono essere pagate , assicurate e mantenute. Li occorre indagare ed essere severi ed inflessibili, applicare le leggi, i principi morali e non moralisti, verso chi li assume e li controlla.

Statemi bene e, prima di scrivere cazzate su facebook, riflettete, riflettete, riflettete.

Anche qualche giornalista dovrebbe riflettere, ma non credo che giornalista sia sinonimo di specchio.

Giancarlo

Io ho scritto, in risposta a qualche commento balzano:

Però Sting fa bene. Chi non pagherebbe una lezione (pura fatica) in una palestra? Quindi avere l’occasione di fare sano esercizio fisico in Toscana merita un prezzo. Poi quale sia quello giusto va visto in base all’impegno richiesto ai servizi offerti ecc. ecc. Bravo Sting sei un grande.

Ho dipinto ancora

Sulla pittura:

Ho dipinto ancora.

Ancora un paio di oli.

Ho dipinto Rinalda
Piccolo olio ma interessante.
Ho dipinto Capanno_nei_Pianacci_1
Un capanno che mi sono trovato di fronte camminando nei Pianacci.

Del capanno nei Pianacci, ne avevo già parlato in un precedente post.

Ho dipinto ancora:

Ho fatto anche un paio di acquerelli.

Ho dipinto Idra
Idra, dai capelli serpici.
Ho dipinto Capanno_nei_Pianacci_2
Il capanno incontrato passeggiando. Mi è piaciuto tanto da farlo anche ad acquerello.

Giancarlo

Passeggiata

Passeggiata.

Oggi poca lana, son partito tardi per la mia passeggiata, era caldo.

Comunque un bel giro l’ho fatto lo stesso, ricco di cose da vedere. Intanto i due laghi, uno ancora buono l’altro eutrofizzato che non ne può più.

Passeggiata Lago di Casariccio
Lago di Casariccio
Passeggiata Sudicioni che sono stati a pescare a lago
Sudicioni che sono stati a pescare a lago
Passeggiata Piazzola accanto, ma anche dopo barattoli di granturco lasciati li, in acqua
Anche nella piazzola accanto, ma anche più in là, altri barattoli di granturco lasciati li, in acqua, a sporcare
Passeggiata Casariccio
Lago di Casariccio. E’ quello nelle migliori condizioni, l’acqua è più profonda. Ma ci sono tante alghe, che con il caldo crescono, crescono, crescono. Se non piove è un bel problema.
Passeggiata Lago del Mugnaini
Lago del Mugnaini. E’ quello in condizioni più disastrose. L’acqua è bassa, è sempre stata più bassa di quella del lago di Casariccio, ma negli anni la situazione è peggiorata. Durante l’alluvione a Firenze del 1966, le piogge torrenziali ed incessanti di Ottobre e Novembre riempirono l’alveo del lago di sabbia, di terra, di detriti di ogni genere. Detriti mai rimossi.
Passeggiata Lago del Mugnaini
Lago del Mugnaini. Anche il borro che entra ed esce dai due laghi fu riempito di sabbia durante il periodo che culminò con l’alluvione di Firenze. Grandi e piccoli tuffi che c’erano vennero tutti riempiti a raso. Mai più una piena, degna di questo nome, che li abbia riaperti.
Passeggiata Querce
Querce
Passeggiata Voglio farci un quadro
Questo è un capanno per gli attrezzi, forse, in passato, usato per ricoverare gli anmali. Soprattutto le vacche utilizzate per l’aratura e la semina erano tenute al calduccio durante la apusa pranzo degli aratori e i seminatori.
Passeggiata E' bellissimo.
E’ bellissimo. voglio farci un quadro. Nella sua semplicità mi appare evidente tutta la sua bellezza.
Passeggiata Pianacci, sud
Pianacci, sud
Passeggiata Pianacci, sud
Pianacci, sud
Passeggiata Bel fiorellino delicato
Un bel fiorellino delicato
Passeggiata Casariccio, posto da dove il lago prende il nome
Casariccio, posto da dove il lago omonimo prende il nome
PasseggiataCasariccio
Lago di Casariccio
Passeggiata Lago del Mugnaini
Lago del Mugnaini
Passeggiata More di rovo
More di rovo
Passeggiata Frutti di un albero al momento sconosciuto
Frutti di un albero al momento sconosciuto

 

 

 

Grazie

Giancarlo

Ancora una camminata

Camminata n° 2

Ancora un’altra camminata, altre foto.

Ancora una camminata runtastic2014-08-03_10_56_44
Ho incontrato un castagno con i suoi ricci.
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Il castagno da altra angolazione.
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Ho visto Montozzi e San Pancrazio sullo sfondo
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Ho trovato avena selvatica sul mio cammino, al bordo della strada. Sullo sfondo vigne di Merlot ed, in fondo in fondo, il Pratomagno sempre bello da vedere.
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Si incontra anche un blocco di roccia enorme. La parte visibile sarà alta circa 3 metri e larga una decina.
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La fattoria “Il Pino” contornata dei suoi ulivi.
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San Leolino
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LA fattoria di Carnasciale e. dietro, il Torrione (la torre di Galatrona).
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Semi di pioppo, si seccano a maturazione e sono trasportati dal vento, si tengono in volo con le due ali.
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Un fiore, bello delicato, quanto sconosciuto. Chissà quale sarà il suo nome?

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Ancora  posti come Carnasciale ed il Torrione.

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Madonnino del cimitero di San Leolino.

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Il Castello di San Leolino. Tra ulivi bellissimi.

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Sullo sfondo il Valdarno poi il Pratomagno fino a Vallombrosa.

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Vicino a San Leolino.

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Pianta di finocchio selvatico.

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Capperi.

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I capperi che crescono sulle mura del castelo di San Leolino, gettate sulla roccia pura.

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Altri incontri.

Il cinghialino di San Leolino.

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La chiesa di San Leolino

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Una bomba della seconda guerra mondiale, unico utilizzo serio di materiale bellico. Come paracarro, per non sbattere nell’angolo della casa e rovinarlo.

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Scorci tra le case, dovrebbe essere la fattoria di Carnasciale.
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San Leolino, un posto fantastico, dove si vive ancora bene.

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San Leolino.

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Una maestà, forse ricordo di una disgrazia terribile.

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La Fraschetta.

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Una strada tra gli ulivi che non è altro che una distesa di sassi, pietre spaccate dall’uomo e dalle intemperie, su cui si cammina malissimo, per la mancanza di terra di compattazione.

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Sullo sfondo il castelletto di Lupinari.

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I muretti a secco, che delimitavano la strada dal campo, e permettevano di liberare il campo dai sassi.

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Ancora altri luoghi.

Il lago del Pucci.

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Il lago del Pucci.

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Il bivio de il Casello: un tempo nel mezzo dei cipressi c’era una Maestaina.runtastic2014-08-03_08_59_28 runtastic2014-08-03_08_57_49 runtastic2014-08-03_08_56_39 runtastic2014-08-03_08_56_25 runtastic2014-08-03_08_55_26 runtastic2014-08-03_08_52_15 runtastic2014-08-03_08_50_37 runtastic2014-08-03_08_50_23 2014_00017_P1240829_1920x1080 2014_00016_P1240828_1920x1080 2014_00015_P1240827_1920x1080 2014_00014_P1240826_1920x1080 2014_00013_P1240825_1920x1080 2014_00012_P1240824_1920x1080 2014_00011_P1240823_1920x1080 2014_00009_P1240821_1920x1080 2014_00008_P1240820_1920x1080 2014_00007_P1240819_1920x1080 2014_00006_P1240818_1920x1080 2014_00005_P1240817_1920x1080 2014_00004_P1240816_1920x1080 2014_00003_P1240815_1920x1080 2014_00002_P1240814_1920x1080 2014_00001_P1240813_1920x1080

 

Fiori sconosciuti e paesaggi tipicamente toscani, un giro veramente bello.

Giancarlo

 

Parco fluviale.

Parco fluviale

Finalmente avremo il nostro parco fluviale.

Benché a Bucine in realtà non vi siano fiumi ma solo torrenti e borri, il parco ha preso lo stesso l’aggettivo di fluviale. Non vi sembri una definizione esagerata.

Il torrente principale che passa vicino a Bucine è l’Ambra, affluente dell’Arno, ma poiché l’Ambra non passa dentro il paese, non possiamo farci nulla, ne parchi ne altro. Un torrente secondario, il borro di San Salvatore, attraversa invece il paese, beh! Volendo essere precisi, sebbene gli passi attorno, non lo attraversa mai. Le poche case che ci sono abbastanza vicine sono di recente costruzione. Comunque, un bel tratto di questo borro, che va dall’Isolina all’Abetina, è d’interesse per il parco.

Parco fluviale Bucine 2
La zona del parco è quella bianca. In giallo il percorso del Borro di San Salvatore.

Bucine Area del Parco 2 Area del Parco 

Nido di formiche.

Sambuco

Sabbie di Bucine, tipica formazione sedimentaria presente nel sottosuolo.
Sabbie di Bucine.
Altre sabbie di Bucine.

Sabbie di Bucine.

Edera.
Edera.

Seguiranno aggiornamenti, se ci saranno.

Giancarlo