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In Polemica

In polemica

In polemica con un mio amico pittore abbiamo discusso su come dovrebbe essere la tela su cui dipingere.

Le sue ultime opere sono realizzate su tela non montata sul castelletto di legno, quindi tecnicamente sono teli, drappi fazzoletti, asciugamani, lenzuoli, tende o che diavolo volete voi, ma a mio parere non tele per pittura.

Perché dico questo, in fondo io ho dipinto anche sui muri, su vetri, su ceppi di legno, su sassi, il supporto non dovrebbe essere importante e non lo è.
Un bel quadro può essere anche tondo o anche sferico, perché no, ma concettualmente un disegno o un dipinto è un’opera bidimensionale piana su un supporto più o meno rigido, più o meno liscio.

La storia mi fa essere in polemica

Il pittore ha sempre ricercato una superficie, la più piatta possibile su cui dipingere, che gli desse modo di riportare li le sue idee, le sue pennellate.

Allora nel tempo la cosa, l’oggetto, la superficie migliore su cui dipingere è risultata la tela, tirata su un telaio di quattro stecche di legno realizzato in modo da non far toccare la tela nel legno, se non nei bordi e con delle zeppe che ne permettessero la giusta messa in tensione.
Questa superficie opportunamente trattata con gesso o altro è divenuta la base su cui fare il dipinto.

Poi pittori annoiati e senza idee hanno dipinto la stoffa, senza gesso, senza imprimitura, senza niente. L’hanno anche tagliata, l’hanno pure imbrattata, annodata e via cantando.
Così facendo siamo arrivati a pittori che non dipingevano, ad installazioni ad orinatoi, animali imbalsamati e targhette rubate sui treni. Addirittura abbiamo nascosto l’opera (di qualcun altro) incartandola.

Quindi

Bene.

Io non sono d’accordo.

Via, abbattiamo tutti i falsi dei.

Smascheriamo gli imbianchini, i lordatori di superfici, gli incollatori di oggetti, i nulla facenti e gli incapaci.

L’arte pittorica non è questo e si basa su rigide convenzioni, che possono piacere o meno, ma ci sono.
La superficie deve essere piana, più o meno liscia.
Il colore può eccedere la superficie, ma solo perché denso e pastoso.

Il quadro non può andare sotto la superficie della tela, se non con metodi prospettici illusori.
Il quadro non è una stampa, ne digitale ne manuale.

L’opera d’arte pittorica è rappresentazione della realtà o rappresentazione del pensiero o del sentimento, ma realizzata attraverso i colori, senza collage di inserti, oggetti, materiali vari.
L’opera pittorica nasce dalla mente dell’artista, con l’aiuto delle sue conoscenze tecniche e della sua mano, tramite segni su una superficie.

Il resto è spazzatura.

Giancarlo

PS.
In realtà non sto polemizzando con il mio amico, che legnetti o meno, realizza opere interessanti, sempre argute, che fanno sempre riflettere e a volte sorridere, lui è un vero artista, sto criticando coloro i quali che gettando un secchio di colore per terra, o usando altri artifici, ne vorrebbero trarre un opera d’arte.

Cavo i sassi, onestamente.

Cavo i sassi

Sono un lavoratore onesto.

Cavo i sassi.

Ragazzi la terra è dura e pesa, ma i sassi lo sono di più. Forse perché vengono dalla terra compressa, e la terra si sbriciola e i sassi no.

Ma i sassi, proprio perché sono duri vanno cavati, si devono togliere dalla terra. Ci batti con la zappe e rovini il filo e se li lasci li, dove c’è il sasso non cresce nulla, vanno cavati.

Io cavo i sassi.

E’ il mio mestiere, un mestiere duro, che non ti insegnano a scuola, ma bello perché si trovano sassi di ogni forma e dimensione, come quando si va a funghi, solo che è più faticoso.

Anche oggi mi sono rotto la schiena e non solo per raccoglierli. Vango il terreno e dissodo le pietre, che non sempre sono facili da estrarre. Come quelle grosse, che però sono le migliori. Le pietre non si buttano via, c’è sempre un muretto da fare o un fosso, o una strada. Con quelle grandi si fa bene il selciato, con quelle piccole il sottofondo. Con le pietre squadrate si tirano su angoli bellissimi e diritti, metterle in piombo è quasi un gioco da ragazzi.

Oh, non è che utilizzarle si meno faticoso che cavarle, si un po meno si, comunque restano pesanti da trasportare e più pesanti ancora da issare su per il muro.

I sassi, a volte, vanno conciati ma con due colpi ben assestati ci si riesce sempre.

Ma prima io cavo i sassi.

Con tanto sudore, onestamente.

Serve per il campo, serve la casa e serve anche per il mondo. Come sarebbero le vostre città senza i sassi?

La mia casa, l’ho costruita io, con i sassi che ho cavato. Il focolare che ho in cucina pure e lo stalletto per il maiale anche.

Coi sassi ho fatto anche il tetto ed il pavimento, entrambi con le lastre.

Ve lo dicevo prima i sassi sono belli, ce ne sono di rotondi, ma quelli sono tutti al borro, come la sabbia.
Al campo ci sono sassi grossi, sassi da muro, anche qualche lastra, ma quelle non sono troppo utili, sono troppo spesse.

Le lastre buone sono nel greppo, sotto uno strato di galestro, gli strati si sfogliano come cipolle.
Ma sono perfette per il tetto, sono sottili ed ampie anche un metro.

Allora

Bene, che dicevo?

Ah, si: Cavo i sassi e son contento.

Dormo bene la notte io, se non sono stanco conto i sassi e…

… buonanotte.

Ceppoduro

Radio Londra

Qui parla Radio Londra

Come nell’ultima guerra c’è radio Londra a tenerci svegli, si sente anche dai paesi più lontani e ci avvisa della guerra appena iniziata.

Parla a quei mondi nascosti, sommersi sotto le coltri del benessere e dei rifugi antiatomici. E voi ragazzi uscitene fuori, lasciate quei i rifugi e lasciatevi alle spalle le storie melense dei Beatles o rovinerete per terra.

Nessuno è più buono e non c’è più niente di bello a Londra, oggi frulla solo il manganello.
Ormai è cominciata l’era glaciale ed il sole si espanderà nella sua fusione. Il frumento seccherà, i motori gripperanno ma non ho paura.

Perché Londra si sta sciogliendo e non me ne curo, io sarò il primo, io abito in riva al fiume.

Radio Londra ci indica le zone proibite ma fregatene fratello, puoi arrivarci da solo per vedere i vivi morenti.

Radio Londra ci indica che fare: smettere di resistere e respirare.

Radio Londra

Radio Londra continua a trasmettere anche se sei distratto e io non voglio gridare, stiamo tutti impazzendo senza essere schizzati, solo quello con gli occhi giallastri lo è.

Ormai è cominciata l’era glaciale ed il sole si espanderà. I motori gripperanno ed il frumento seccherà.

Un incidente nucleare non mi fa paura, perché anche se Londra si sta sciogliendo io sto al fiume.

Ad ascoltare radio Londra c’ero anch’io, sai che dicevano? Beh, qualcosa di vero l’hanno detta, che era arrivata l’ora.
E dopo tutto questo casino non potresti regalarmi un sorriso?

Non mi sono mai sentito così…

Giancarlo

Libera interpretazione e traduzione di:
London Calling dei Clash.

Una canzone che ha ben rappresentato i dubbi e le paure dei giovani del tempo. Quando un disastro atomico sembrava imminente e le nostre capacità e possibilità di fare qualcosa per evitarlo sembravano nulle.

Abbiamo pensato che idioti al governo potessero premere quei pulsanti rossi che avrebbero distrutto il mondo.
Noi non lo volevamo e ci piace pensare che il disastro non ci sia stato anche per le nostre pacifiche proteste.

Chiusi della Verna

Una domenica di Agosto

Ho visitato Chiusi della Verna ed ho scoperto un villaggio bellissimo, non Chiusi, che conoscevo già, ma il villaggio degli gnomi…

Non potevo immaginarlo, nel parco del mercatino di Natale, dove cercavo refrigerio, ci sono alberi ombreggianti e tavoli con sedute dove mi sono sistemato. Dovevo telefonare a qualche amico per combinare l’incontro. Ci sono riuscito anche se dovevo aspettare li ancora per qualche minuto.

L’intenzione era fermarsi e dipingere “en plein air“, anche se la visuale da li sembrava abbastanza limitata. Ma mai dire mai, dovevo verificare, così, mi sono alzato ed ho fatto un giro per guardare intorno.

E cosa ti trovo a Chiusi della Verna ?

Nel parco accanto ai mercatini di Natale c’è un villaggio. Un piccolo villaggio variopinto destinato a piccoli esseri, gli Gnomi

Certo trattandosi di case per esseri piccolini, il piccolo villaggio è formato da piccole case, ma dalle forme spettacolari.

Gli Gnomi devono essere ben strani per vivere in quelle architetture mai viste, e lo vedrete anche voi se continuate la lettura.

Comunque vi consiglio una visita personale, le foto, fatte col telefonino, non rendono bene l’idea, le sensazioni che si provano dal vero.
Sembra di essere piccoli anche noi e poterci entrare dentro.
Almeno vorremmo poterci entrare per godere di quelle architetture, di quegli interni, di quelle viste mozzafiato da finestre e balconi che paiono sfidare le leggi della statica e della gravità.

Ma ecco le case del villaggio.

Un bel villaggio.
Anche Chiusi della Verna è un bel villaggio.
Ho incrociato delle belle case lungo la strada, ma soprattutto ho visto la fontana del Campari, che oramai un monumento storico.

La Campari ne mise una trentina in varie parti di Italia nel secolo scorso, a scopo pubblicitario, ne sono rimaste solo tre, due in Toscana ed una a Como, ma questa è la meglio conservata, anche grazie ad un recente restauro.

Direi che è un oggetto molto bello, giudicate voi:

Ma non basta, durante la salita da Chitignano, nei pressi della “Fonte del rospo” ho trovato qualcos’altro:

Fateci un giro anche voi.

Sarà bello.

Giancarlo

Sono pazzo

Sono pazzo. Sono stato matto per un sacco di tempo, ma ora ho capito.

Scava la tua tana, scava, scava. Se sei veloce ne scaverai un’altra.

Scaverai anche la tua tomba.

Cogli l’attimo.

Ho paura!

Anche tu?

Un gran boato e tutto è distrutto.

Ma il tempo continua imperterrito a passare, come faceva prima, tra ticchettii e sveglie a orologeria.

Sei giovane, ed il tempo sembra non passare mai per te, devi lavorare e ancora lavorare. Quando non lavori cazzeggi, aspettando qualcosa o qualcuno, forse aspettando Godot.

Poi, d’improvviso, il tempo passato si mostra e ti ritrovi più vecchio, anzi, solo vecchio e non sai come ne perché ed il mondo è sempre come prima.

Ora capisci che non devi stare a guardare il sole passare e cerchi di rincorrerlo, ma lui ti doppia sempre ed ogni volta tu invecchi di più.

E la morte si avvicina

sono pazzo


Quello che pensi di fare si perde nel tempo che passa ed è sempre più difficile portare a termine qualcosa. Non ti rimane che attendere la fine, la nostra bellissima amica, la fine. E la morte si avvicina, con il tempo che passa.

“Ora resto volentieri a casa, come non facevo prima, a scaldarmi il corpo e la mente.
Ascolto, oltre il muro, i rintocchi di campane che richiamano fedeli, ma resto a scaldarmi al mio focolare.

Penso alla morte, dovrò morire prima o poi, ma non provo paura, mi sembra normale.

Paura non l’ho mai avuta, ne ho mai detto di averla avuta.

Anche se, pensandola, si, insomma, immaginandola, un sentimento straziante mi assale, come un grido lancinante, prolungato, modulato che porta ad orgasmo finale: come un requiem.”

Facciamo tutto per soldi e i soldi ci fanno fare tutto.

Dovremo condividerli, ma guai a farlo.
“Avevo ragione, assolutamente, è tutto frutto di un fraintendimento e avevi ragione pure tu, tutti fanno di tutto per i soldi anche se in fondo, non serve a nulla.

Basta avere un posto sicuro, nelle retrovie, se al fronte muoiono andando avanti o indietro, a noi, gente comune non ci importa niente.

Ho la mia stanza e non ne devo uscire. Ho altro a cui pensare, non voglio morire, come quel tizio, il padrone del bar, per aver preteso i soldi della bevuta.

Sono pazzo

C’è un pazzo dentro di me, si trova nella mia testa, con lui, di solito, ci vediamo sul lato oscuro della luna. Tu questo pazzo non puoi vederlo ma con le tue medicine riesci a confinarlo da una parte. Sto bene finché non ritorna. Se torna io grido. Anche se non mi sente nessuno.

Che dire? Tutto questo è bellissimo.

Tutto, tutto ciò che siamo, che facciamo e che pensiamo, è tutto molto bello sotto il sole.

Ma il sole oggi è oscurato dalla Luna.

E non c’è un solo lato oscuro sulla Luna, tutto è oscuro lassù.

Giancarlo

Libera interpretazione di
The dark side of the moon (Pink Floyd)

Olocausto

Ora.

Vi racconto l’olocausto, sembra impossibile, ancora non c’è stato e quando ci sarà non potrà raccontarlo nessuno.

Io, che posso solo immaginarlo, ve lo voglio descrivere.

Mi domando se qualcuno se ne renderà conto, quando accadrà?

Ed anche quali sensazioni proverà, quali sentimenti, quali paure?
Vorrei capire chi vorrà metterlo in atto, per quali obiettivi e con quali risultati?

Sarà il tramonto dell’umanità che senza ombra di dubbio sarà dovuto ad un esplosione nucleare, che altro sennò? Esplosione molto ben conosciuta per le innumerevoli volte che è stata osservata e sperimentata sotto controllo e, per fortuna, per le poche volte che è stata deflagrata sul serio.

Ma lasciatemi dire dell’olocausto…

Sono sulla mia macchina al tramonto, guardando il sole calare tuffandosi tra i viadotti traballanti in controluce, sto pensando a tutto quello che non sono riuscito a fare, a quello che non son riuscito a dire a mia moglie, ai mie figli, o a mia madre. Ai regali che non ho fatto agli amici o alle tele bianche che ho ancora in mente di dipingere. Ma ho come un presentimento, di non riuscirci più, penso che quello che sospettavo stia per accadere, che l’olocausto sia arrivato.

Il tappo è saltato. Un nuovo sole brilla, improvvisamente, ad oriente, nonostante il giorno stia finendo ad occidente.
E’ il tramonto.

Due soli al tramonto?

Hhfffffff!

Potremmo, gli esseri umani, non esserci più.
E’ come quando l’auto inchioda ma, da dentro, la vedi scivolare contro il grosso camion. E gli attimi si allungano per la paura, ma non li rivedrai ne li risentirai, ne potrai tornare indietro per cambiare le cose.

E mentre il parabrezza si scioglie e le lacrime evaporano lasciando di te solo bruciato, finalmente capisci:

Cenere e diamanti.

Nemici e amici.

Alla fine sono, siamo, la stessa cosa.

Poi si sentono solo le previsioni del tempo:
“Domani piogge intermittenti da est, in intensificazione.
Massime in aumento fino a 4000 gradi”.

Giancarlo

Libera traduzione di “Two suns in the sunset”

The Final Cut

1983

Pink Floyd

Composta da: Roger Waters

Effetto virale

Siamo arrivati alla riapertura

Ora possiamo valutare l’effetto virale, l’effetto del virus sulla nostra società.

Ci sono stati tanti morti e questo è un male, i morti non tornano, non possiamo che rammaricarci per l’effetto principale del virus.

Tanta compassione, tanto cordoglio anche se molti di questi ci dicono sarebbero morti comunque per le complicazioni di qualsivoglia altra malattia li avesse colpiti.

Peggio è andata a chi invece è caduto per soccorrere gli altri ammalati, magari sarebbe ancora in vita se negli ultimi trent’anni non si fossero svenduti la sanità a mangiati tutti i soldi che erano necessari a tenerla come si deve.

Queste sono vite che non dovevano, in tempi brevi, cadere come le altre. Forse dovremmo mostrare un po di rabbia per queste ma arrabbiarci con chi? Quelli che sono stati beccati in fragranza di reato e condannati non riusciamo nemmeno a tenerli dentro se non por pochi mesi.

Allora vediamo questo effetto virale

Molti di voi non saranno d’accordo, ma io non posso che essere crudo e sincero.

L’aria che respiriamo si è pulita come non lo era da decenni.

Il paesaggio sia rurale che cittadino era sgombro da rumori, sgombro da macchine e persone, Si potevano sentire i suoni della natura in sottofondo, finalmente non coperti dai rumori della nostra frenetica attività quotidiana.

Abbiamo imparato tutti a rispettare le regole, file per accedere al supermercato e file per pagare alla cassa.

Per due mesi interi non abbiamo più frequentato bar e ristoranti con grande giovamento per i nostri fegati.
Non abbiamo più giocato alle slot macchine, nessuno che praticasse, discutesse, blaterasse di calcio, di motori, gran premi e formule x.

Il mondo e soprattutto noi, ci siamo disintossicati di dipendenze da sostanze e di dipendenze comportamentali.

Bello!

Bellissimo.

Poi hanno riaperto, ho visto gente a bere al bar, ho visto gente senza regole, sbracati come prima, in preda alle stesse paranoie di prima.

Peccato.
Veramente.

Ceppoduro

Autore dell’immagine originale in copertina:
Di CDC/ Alissa Eckert, MS; Dan Higgins, MAM – This media comes from the Centers for Disease Control and Prevention’s Public Health Image Library (PHIL), with identification number #23312.Note: Not all PHIL images are public domain; be sure to check copyright status and credit authors and content providers., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=86444014

La canea

Pandemia COVID19

Ancora non siamo nella fase 2 e già si sente la canea.

Conte ha appena detto che ci apprestiamo a migliorare la nostra vita in quarantena, quarantena che ci è stata imposta per superare la prima fase, ma che ancora non finirà del tutto. Prima fase, dove troppi ammalati non avrebbero trovato aiuto nelle strutture pubbliche, decimate dai governi recenti in nome dell’austerity, del risparmio e del privato è bello e sarebbero, probabilmente morti. Nemmeno avrebbero potuto trovare aiuto nelle strutture private che non servono a curarci, ma solo a fare soldi, come le “slot machine” nei bar.

La gente, quel groviglio di persone che pensa poco ed agisce d’impulso, che nonostante le difficoltà ha seguito i consigli del governo ed è rimasta in quarantena, ha praticato il distanziamento sociale, si è messa in fila per la spesa, insomma si è comportata diligentemente ed intelligentemente dovrebbe essere sollevata e contenta dell’allentamento della morsa.

Senti la canea

Invece rischia di non gioire per la canea.

Si sa un cane è il miglior amico dell’uomo, più cani son capaci solo di far canizza, avventandosi sulla preda o presunta tale.

Bastardi.

Non si sente che latrare guaiti, abbaii lontani, mugolii ripugnanti.

Subito c’è chi dice che non va bene. Si doveva far diverso. Come si fa, ad esempio a permettere la visita alla fidanzata. Come si fa a provare che lo sia. E’ come dire esco tanto non mi controlli. Vado da chi voglio tanto se mi becchi dico che vado dal mio amore.

Questi ce li murerei in casa, anzi in camera, che una casa è troppo.

Che deve fare un imbecille, per apparire imbecille? Dire cretinate.

Dove vuoi andare? Stai a casa e se la fidanzata non ce l’hai perché invidi chi invece ce l’ha?

Invidiare la donna d’altri

Conte ti ha detto che devi stare attento, puoi uscire ma non strafare fai più di prima, più attento e responsabile di prima. E questi pensano che “la Gente” non lo farà. Forse loro no, ma le persone si, possono farlo diligentemente.

Qualcuno ha detto che sarà un problema riaprire le scuole, il governo non deve farlo, perché se riaprono come fanno a rispettare le distanze in classe e in treno, in autobus evitare l’assembramento?

E qualcun altro ha detto che sarà un problema tornare al lavoro senza le scuole aperte, e dove li parcheggiano i figli?

Ma se in Italia non abbiamo mai, mai, investito in edilizia scolastica. Se in Italia la maggior parte delle scuole è rabberciata in vecchi edifici costruiti secoli fa per altro scopo, sarà colpa di Conte?

Ma se in Italia per vivere in famiglia bisogna lavorare in due e non avere più di un figlio a coppia, l’avrà voluto Conte?

Ma quando i governi saccheggiavano la nostra ricchezza questi cani dov’erano?

A leccare un osso?

O a leccare un padrone?

Ora fanno la canea, i cani sanno solo lamentarsi.

Grazie Conte, meno male che sei capitato tu.

Grazie.

Ceppoduro

Di Seraphsephirot – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=64729576

Di Friedrich Wilhelm Kuhnert – Wild life of the world : a descriptive survey of the geographical distribution of animals, vol. II page 55, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14993453

Di Jacopo Bassano – Opera propria, Sailko, 2013-11-15 12:20:54, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30211758

Sul virus

Quante cose

Quante cosa si capiscono sul virus e, guardando quello che succede a causa sua, anche sugli uomini.

Che piccoli gli uomini, che non cresceranno mai. Che meschini gli uomini, che non miglioreranno mai. Che uomini gli uomini, che non ci deluderanno mai.

La pandemia ha migliorato il mondo ha tolto il traffico convulso a cui eravamo abituati, ha smorzato i rumori quotidiani e serali, togliendo la gente in giro, ma… ma chi è costretto a casa, senza lavoro, senza risorse deve essere aiutato,confido lo faccia il governo, vedremo.
Per ora gli vada il mio pensiero, anche se non è molto, e i migliori auguri per il futuro.

Anche soddisfazioni

Dobbiamo essere contenti del nostro governo, sembrano tutti seri, il presidente del consiglio sicuramente lo è, meno male.

Dobbiamo essere soddisfatti dei sanitari, fanno quello che possono con quello che hanno e finalmente è arrivato anche il loro momento di gloria. Non più scansafatiche, fannulloni e mangiapane a tradimento.

Sono sorpreso dei cittadini, fanno la fila, mantengono la distanza, anche se, insomma, è la fila per la fifa.

Di chi dobbiamo lamentarci?

Sportivi, politicanti e giornalisti.

Professionisti e società miliardarie che potrebbero fare tanto, anche solo mettendo a disposizione i soldi, pensano solo a riaprire competizioni e campionati, che non possono essere riaperti, purtroppo.

Politicanti, tanti, troppi, che non stanno zitti, come invece dovrebbero. Con la loro voce, becera, contribuiscono solo a far stare male quei pochi o tanti che gli danno (ancora) retta. Che parlano, parlano, parlano male di altri politici, per coprire la loro incapacità, la loro pochezza, la loro impreparazione, la loro inpresentabilità.

I giornalisti che ancora gli fanno da supporto, ai politicanti. Che non raccontano le cose come stanno, che non si limitano a fare cronaca, come sarebbe giusto facessero ora.

Mi rendo conto che dovrei fare esempi concreti, invece di chiacchiere generiche, ma non posso, ognuno interpreti il messaggio come vuole.

Colpito sul virus

A parte l’apprendimento dell’arte della fila, il popolo Italiano in quarantena non è cambiato in niente altro.

Lodiamo i sanitari che stanno facendo il loro lavoro, che son pagati per questo e non ci incazziamo con chi non paga le tasse, ne con chi, rubando, ha depotenziato la sanità pubblica, che ora ci avrebbe fatto tanto comodo.

Aderiamo, ora come sempre dopo terremoti, alluvioni e disastri vari, a varie raccolte fondi.

Fondi da destinare alla protezione civile, agli ospedali, ai vigili del fuoco eccetera eccetera.

Raccolta fondi

Fondi che non serviranno a niente, che non arriveranno in tempo e che non saranno mai disponibili per gli scopi richiesti.
Aderiamo invece di incazzarci con chi evade e con chi ruba i soldi delle tasse invece di destinarli in maniera strutturale a protezione civile, ospedali e quant’altro ci possa servire.

Ma da buoni cattolici gli italiani pensano di lavarsi l’anima con una piccola elemosina.

D’altronde, mi consolo, siamo in buona compagnia basta vedere che cosa (non) fanno gli europei, incapaci di non pensare che ai loro o vostri soldi.

Povera Italia.

Povera Europa.

Ceppoduro

Non voltarti indietro

Maria no

Non voltarti indietro, non farlo mai.

Anche se il tempo non è stato clemente con te, la tua pelle segnata dagli anni ti mostra ancora più bella, più vera, ancora più viva.

Non scoraggiarti ma smettila di pensare che quello che non è ancora successo oggi possa accadere domani. Vedrai che se smetti di aspettarlo, anche se non è mai arrivato, se la smetti di voltarti ancora per vedere se non sia arrivato, vedrai che qualcosa succederà.

Anche se hai aspettato tanto è ora di smetterla; è ora di pensare al domani, devi avere fiducia nel domani.

Quando poi non te lo aspetti più

E nel momento che non te lo aspetti più vedrai che quello che attendevi arriverà.

Sarà un giorno bellissimo.

Sarà un uomo bellissimo.

Lui ti abbraccerà, come mai nessuno aveva fatto prima.

Ti perderai tra le sue braccia come una bambina in quelle della madre.
Nemmeno ti renderai conto che quel giorno è arrivato, che lui sarà già una meravigliosa realtà.

Sentirai le sue forti braccia attorno ai tuoi fianchi.

Farà splendere il isole nel tuo sorriso e scintillare i tuoi occhi di pianto.

Smetti, non voltarti indietro

Maria, dimentica il tempo passato ad aspettare.

Non è più tempo di piangere.

Ora devi solo sorridere, essere felice.

I tuoi occhi puliti, puliti dal pianto, risplendono nella luce del mattino.

Non ti vedevo raggiante così da quando eri bambina.

Senti il profumo del mattino, il mattino della tua nuova vita.

La vita con il primo amore che, anche se è arrivato in ritardo, non ti tradirà mai e non ti farà pentire di averlo atteso così tanto.

Dimentica il passato ora sono qui con te per il resto della nostra vita.

Ceppoduro

Liberamente tratto dalla canzone: Dolcissima Maria della Premiata Forneria Marconi