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Sono pazzo

Sono pazzo. Sono stato matto per un sacco di tempo, ma ora ho capito.

Scava la tua tana, scava, scava. Se sei veloce ne scaverai un’altra.

Scaverai anche la tua tomba.

Cogli l’attimo.

Ho paura!

Anche tu?

Un gran boato e tutto è distrutto.

Ma il tempo continua imperterrito a passare, come faceva prima, tra ticchettii e sveglie a orologeria.

Sei giovane, ed il tempo sembra non passare mai per te, devi lavorare e ancora lavorare. Quando non lavori cazzeggi, aspettando qualcosa o qualcuno, forse aspettando Godot.

Poi, d’improvviso, il tempo passato si mostra e ti ritrovi più vecchio, anzi, solo vecchio e non sai come ne perché ed il mondo è sempre come prima.

Ora capisci che non devi stare a guardare il sole passare e cerchi di rincorrerlo, ma lui ti doppia sempre ed ogni volta tu invecchi di più.

E la morte si avvicina

sono pazzo


Quello che pensi di fare si perde nel tempo che passa ed è sempre più difficile portare a termine qualcosa. Non ti rimane che attendere la fine, la nostra bellissima amica, la fine. E la morte si avvicina, con il tempo che passa.

“Ora resto volentieri a casa, come non facevo prima, a scaldarmi il corpo e la mente.
Ascolto, oltre il muro, i rintocchi di campane che richiamano fedeli, ma resto a scaldarmi al mio focolare.

Penso alla morte, dovrò morire prima o poi, ma non provo paura, mi sembra normale.

Paura non l’ho mai avuta, ne ho mai detto di averla avuta.

Anche se, pensandola, si, insomma, immaginandola, un sentimento straziante mi assale, come un grido lancinante, prolungato, modulato che porta ad orgasmo finale: come un requiem.”

Facciamo tutto per soldi e i soldi ci fanno fare tutto.

Dovremo condividerli, ma guai a farlo.
“Avevo ragione, assolutamente, è tutto frutto di un fraintendimento e avevi ragione pure tu, tutti fanno di tutto per i soldi anche se in fondo, non serve a nulla.

Basta avere un posto sicuro, nelle retrovie, se al fronte muoiono andando avanti o indietro, a noi, gente comune non ci importa niente.

Ho la mia stanza e non ne devo uscire. Ho altro a cui pensare, non voglio morire, come quel tizio, il padrone del bar, per aver preteso i soldi della bevuta.

Sono pazzo

C’è un pazzo dentro di me, si trova nella mia testa, con lui, di solito, ci vediamo sul lato oscuro della luna. Tu questo pazzo non puoi vederlo ma con le tue medicine riesci a confinarlo da una parte. Sto bene finché non ritorna. Se torna io grido. Anche se non mi sente nessuno.

Che dire? Tutto questo è bellissimo.

Tutto, tutto ciò che siamo, che facciamo e che pensiamo, è tutto molto bello sotto il sole.

Ma il sole oggi è oscurato dalla Luna.

E non c’è un solo lato oscuro sulla Luna, tutto è oscuro lassù.

Giancarlo

Libera interpretazione di
The dark side of the moon (Pink Floyd)

Olocausto

Ora.

Vi racconto l’olocausto, sembra impossibile, ancora non c’è stato e quando ci sarà non potrà raccontarlo nessuno.

Io, che posso solo immaginarlo, ve lo voglio descrivere.

Mi domando se qualcuno se ne renderà conto, quando accadrà?

Ed anche quali sensazioni proverà, quali sentimenti, quali paure?
Vorrei capire chi vorrà metterlo in atto, per quali obiettivi e con quali risultati?

Sarà il tramonto dell’umanità che senza ombra di dubbio sarà dovuto ad un esplosione nucleare, che altro sennò? Esplosione molto ben conosciuta per le innumerevoli volte che è stata osservata e sperimentata sotto controllo e, per fortuna, per le poche volte che è stata deflagrata sul serio.

Ma lasciatemi dire dell’olocausto…

Sono sulla mia macchina al tramonto, guardando il sole calare tuffandosi tra i viadotti traballanti in controluce, sto pensando a tutto quello che non sono riuscito a fare, a quello che non son riuscito a dire a mia moglie, ai mie figli, o a mia madre. Ai regali che non ho fatto agli amici o alle tele bianche che ho ancora in mente di dipingere. Ma ho come un presentimento, di non riuscirci più, penso che quello che sospettavo stia per accadere, che l’olocausto sia arrivato.

Il tappo è saltato. Un nuovo sole brilla, improvvisamente, ad oriente, nonostante il giorno stia finendo ad occidente.
E’ il tramonto.

Due soli al tramonto?

Hhfffffff!

Potremmo, gli esseri umani, non esserci più.
E’ come quando l’auto inchioda ma, da dentro, la vedi scivolare contro il grosso camion. E gli attimi si allungano per la paura, ma non li rivedrai ne li risentirai, ne potrai tornare indietro per cambiare le cose.

E mentre il parabrezza si scioglie e le lacrime evaporano lasciando di te solo bruciato, finalmente capisci:

Cenere e diamanti.

Nemici e amici.

Alla fine sono, siamo, la stessa cosa.

Poi si sentono solo le previsioni del tempo:
“Domani piogge intermittenti da est, in intensificazione.
Massime in aumento fino a 4000 gradi”.

Giancarlo

Libera traduzione di “Two suns in the sunset”

The Final Cut

1983

Pink Floyd

Composta da: Roger Waters