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Nike. E’ nelle tue mani, ci sfidiamo per averla e se non

Nike

Nike è una bella dea. Possiede le ali, per questo è aleatoria.

La incontri ma non resta a lungo con te se non sai trattenerla, o se non le tarpi le ali. Come fecero gli ateniesi.

Ma come farla rimanere con te non è scritto in nessun libro. Per quanto la porti a te, da te si allontana, se non la coltivi a dovere.

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https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Zeus.in.Olympia.representation.on.coin.drawing.jpg

Nike, è nelle mani di Zeus.

Nike è nelle tue mani. Ci sfidiamo continuamente per averla. E se non viene ce ne doliamo. Dando la colpa a tutti. Men che ha noi stessi. Se non ci accoglie, col suo sorriso, dipende da noi. Che non sappiamo portarla verso di noi. Dipende dalle nostre idee, che non le vanno congeniali. Dalle nostre mosse, che troppo possono spaventarla.

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https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Nik%C3%A9_%C3%89ph%C3%A8se.jpg

Ora lei non è più con te, ma con altri. Non ti preoccupare lei è sempre con qualcuno. Gli sta accanto a lui con ardore.

Teniamola, mi raccomando, non facciamola fuggire.

Nike non partire, non partire più. Resta con noi, Facci imparare.Facci capire.Facci crescere. Lasciaci onesti.

Dovreste vederla.

Lei è così bella ed è con noi.

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https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Paris.louvre.winged.500pix.jpg

 

 

 

 

Mentre agli altri, forse, è rimasto Nikke, il bandito Gnicche, che imperversava in Casentino tanto tempo fa.

Ma tu, ora che sei venuta, mi raccomando, resta, resta per sempre.

Giancarlo

MPS, Credevamo di aver visto tutto, ma al peggio…

MPS

Abbiamo una nuova banca il Monte delle Pensioni di Stato (MPS).

Credevamo di aver visto tutto, ma al peggio non v’è limite. Se vuoi andare in pensione, ma ti mancano massimo tre anni, ora puoi farlo tranquillamente,” senza penalizzazioni” dice Repubblica.it.

Vai in banca, chiedi un prestito e lo rendi con comodo, senza problemi. Con un semplice ammortamento sul prestito.

MPS bankMa chi è il genio che ha pensato questa mostruosità?

Voglio proporlo al premio Nobel per l’economia.

Guarda bello, che a me mi deve pagare il signor Inps. Non ho bisogno di chiedere un mutuo. Io sono iscritto obbligatoriamente con lui. Il contratto l’ho rispettato. Io ho pagato le rate di iscrizione. Ho pagato tutto.

Se il signor Inps non può pagarmi, faremo le barricate, come i Francesi.

Non è così signori sindacalisti?

Cosa aspettiamo, l’apertura della banca, per chiedere il foglio informativo?

Cosa sta succedendo? Anche i sindacati non vogliono rispettare il contratto con i propri iscritti? Sindacati, ma da che parte state?

Intanto, nell’attesa delle barricate vado a votare.

Io al ballottaggio, voto qualsiasi candidato si opponga ai partiti di governo.

Io al referendum confermativo voto NO.

Sciopero.

Voglio lo sciopero.
Io sciopero.

MPS 5000_yen MPS 100_YenFonte  La Repubblica

DUE, almeno due. Nessun essere umano è uguale, ma…

DUE, almeno due

DUE, almeno due. Gli esseri umani sono unici. Nessuno è uguale ad un altro. L’unicità è dimostrabile:

DUE, almeno due opposti

In matematica e logica, l’unicità di un elemento nel soddisfare una certa proprietà sta nel fatto che qualunque oggetto che soddisfi tale proprietà è uguale all’elemento di partenza. In altre parole, non possono esistere due elementi differenti che soddisfano questa proprietà. La tecnica più usuale per dimostrare l’unicità è, innanzitutto, dimostrare l’esistenza di un’entità che soddisfi la condizione in questione. Successivamente assumere l’esistenza di due entità a=b che soddisfino tale condizione. E dedurre logicamente che a dev’essere uguale a b.

Ad esempio, assumiamo che esistano due numeri a e b che soddisfino l’equazione x + 2 = 5.

Quindi

a + 2 = 5  b + 2 = 5

Per la proprietà transitiva dell’eguaglianza

a + 2 = b + 2.

Per il primo principio di equivalenza

a = b .
I due numeri sono, in realtà, lo stesso numero, sono uguali.
Ma se due numeri possono essere uguali due persone no. Neppure i gemelli che “sembrano” uguali ma non lo sono (o quasi).
Quindi uno certifica l’essere, due distingue tra esseri,
Ma siamo sicuri che uno sia indistinto, unico, appunto? E che sia anche omogeneo?
No! Non lo siamo. La teoria atomistica  e poi la sua confutazione, hanno dimostrato che qualcosa si può sempre suddividere ancora, ad esempio l’atomo nelle particelle subatomiche e poi nelle stringhe e se arriviamo agli spazi a più dimensioni

DUE, almeno due

Allora possiamo dire che l’UNO si può sempre dividere almeno in DUE. Ci sono sempre delle parti complementari che ci caratterizzano facendoci diversi. Avremo sempre un lato illuminato ed uno in ombra. Saremo in parte buoni ed in parte cattivi, giusti ed ingiusti veri e falsi.
Questa miscela ci fa differenti gli uni dagli altri.
Ma non potremo mai essere perfetti: il bene assoluto.
Come non potremo mai essere imperfetti: il male assoluto.
La composizione di questa miscela di opposti (non matematici) dipende dalla nostra storia e, meno, anche da noi.
Perseguendo il bene, la giustizia, l’onestà la bontà possiamo migliorarci, anche se di poco.
DUE, almeno due
Siamo doppi, ricordiamolo, siamo luce e tenebre, siamo
in DUE, almeno due.
Giancarlo

Un radioso futuro

Un radioso futuro

Quando ero piccolo non c’erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Ma tutti si aspettavano un radioso futuro

Praticamente tutti lavoravano a mezzadria. Anche se c’era gente che andava a Firenze a fare il muratore o il carpentiere. O ancora meglio il piastrellista o l’intonachino. Questi lavoravano a cottimo, per guadagnare di più.

Poi, piano, piano, tutti se ne sono andati da far questi ed altri mestieri. C’è stato il boom, poi la crisi adesso la deflazione. Insomma il mondo del lavoro è cambiato. I posti di lavoro sono cambiati. Le donne sono andate a lavorare, un lavoro importante a scapito della cura familiare. A volte no, non della famiglia, ma sempre a scapito di qualcosa. Tanto che se oggi, in famiglia, non lavori almeno in due sei alla, o vicino alla, canna del gas.

Tanti lavori sono spariti. Cambiati o cambiati di mano. Sono passati a quelli venuti dall’est, dal sud da altrove.

Sono stati inventati i computer, con tutto quello che ne segue. Adesso un agricoltore ne ha, minimo, due, di trattori. Con tanti attrezzi al seguito, specializzati in lavori speciali.

E poi le auto, una per uno, qualcuno due o più. E gli spostamenti sempre migliori. Sempre più facili, più caotiche su strada, su nave, per l’aria e per l’etere.

Poi hanno inventato l’Euro. Euro che, in associazione con la concorrenza dei lavoratori stranieri, ha mantenuto i salari a livelli infimi, da fame. Abbiamo anche quella, non dichiarata, ma tanti Italiani patiscono la fame. Vanno alle mense della CARITAS per mangiare.

Comunque siamo ottimisti. Si sta ancora bene. Solo che non si vede.

Si prospetta un radioso futuro

L’educazione si è persa, molti ragazzi, molti adulti, non sanno usare bene la lingua. Che la scuola avesse perso dei pezzi era evidente, sono trent’anni che la stanno smantellando. Con i tagli lineari, con le non ristrutturazioni, con i soffitti che crollano, dopo le ristrutturazioni. Con le aule che non ci sono. Inserite in fatiscenti edifici, che andrebbero ristrutturati completamente per poterli utilizzare per questo scopo. E invece sono rabberciati alla meglio, forse imbiancati, forse, ogni tanto.

Come ogni tanto tagliano l’erba lungo le strade. Ma tardi, a fine Giugno, così non ricresce e non si deve ritagliare una seconda volta.

Geniale.

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Un radioso futuro  SANYO DIGITAL CAMERA

Dimezzata, forse anche tri-mezzata la spesa per tagliare le erbacce.

Intanto fino a Giugno crescono e crescono bene, che piove sempre. Di la dal guard rail, una selva.

Ma ci sono anche erbe eleganti. Come l’avena sativa dal lungo stelo. Da cui si diramano i piccioli, esili e allungati, dei semi, che in coppia ricadono verso il basso. Aprendosi a forbice. Il grappolo che si diparte dallo stelo ha forme lineari, leggermente curve; bellissime.

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Rende bene anche in pittura per dei primi piani, di contorno, sofisticati.

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2014 acrilico su tavola San Leolino di Giancarlo Arrigucci http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_14/2014_0037_San_Leolino.html

Speriamo in un radioso futuro

Forse non tagliamo più l’erba per non vedere emergere i rifiuti. Scaricati dalle macchine in corsa. Ben coperti dall’erba si espongono a noi, in tutta la loro bruttezza, al taglio dei margini delle strade. E nessuno che passi a pulire, nessuno che eviti di sporcare. Meglio non tagliare.

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Ma se non tagli l’erba ai margini, è difficile entrare agli incroci, non si vede chi arriva, se non quando ce l’hai addosso.

Ma non si può, si spende troppo. Il Comune, la Provincia, la Regione o lo Stato non hanno soldi da spendere. Ovvero ne hanno sempre meno. E certamente non da spendere per questo.

E’ strano, il lavoro costa sempre meno. Non ci sono stati aumenti significativi dei salari dell’entrata in vigore dell’Euro. Il potere di acquisto delle persone è, conseguentemente, diminuito.

Le macchine sono diventate molto comuni, non è che costino poco, ma ci sono. Ce ne sono tante e riescono a fare di tutto. Anche tagliare l’erba al margine della strada.

Oggi la Morte dovremmo rappresentarla con il decespugliatore, non con la falce fenaia; che non la ricorda nessuno, che nessun o sa a che serve.

Un radioso futuro Quando ero piccolo non c'erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Praticamente tutti lavoravano li. V0017612 Life and death. Oil painting. Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images images@wellcome.ac.uk http://wellcomeimages.org Life and death. Oil painting. Oil Published: - Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
V0017612 Life and death. Oil painting.
Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images
[email protected]
http://wellcomeimages.org
Life and death. Oil painting.
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Published: –
Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
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Alla fine del tutto di Giancarlo Arrigucci 1979 http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_03/1979allafinedeltutto0.html

Un radioso futuro

Con i computer si riesce a fare molto più lavoro di un tempo. Il personale contabile è diminuito, enormemente, a causa di questo.

Potendo fare con meno gente, ce ne saranno tanti disponibili per altri lavori? Certo, infatti abbiamo un tasso di disoccupazione elevatissimo. In questo siamo primi, anche noi nei record, finalmente.

Le tasse non sono diminuite. Le entrate fiscali neppure. L’amministrazione è più snella, ma non ci sono soldi per tagliare l’erbaccia.

Come è possibile?

Dovremmo cominciare a fare i conti intasca a questi amministratori. Non sembrano capaci, oppure non sono onesti.

Dovremmo vivere in un mondo felice. La nostra agricoltura potrebbe sfamare il mondo, con prodotti di qualità. Ma non si sfama neppure per se ed ha bisogno di spot per vendere il Chianti, che altrimenti chi lo conosce, chi lo compra.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato o mistificato, è evidente.

Dobbiamo solo imparare a distinguerla e denunciarla.

Qui cerchiamo di farlo, fatelo anche voi.

Che aspettate?

Avete paura?

O ci lucrate pure voi?

 

Non temete, costruitevi, ora, un radioso futuro.

Ceppoduro

Un radioso futuro Quando ero piccolo non c'erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Praticamente tutti lavoravano li. 1979P1200053_lzn
di Giancarlo Arrigucci 1979 http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_03/1979P1200053.html

Il Job Act Francese, passerà o non passerà ?

Il Job Act Francese

In Francia stanno discutendo di una legge sul lavoro come il nostro “Job act”.

Visto come è andata in Italia ci stanno provando tutti a cambiare le regole del gioco (del lavoro).

Ma non sta andando proprio come da noi: Operai e sindacati sono in sciopero. Le manifestazioni sono vere e proprie battaglie (che ci siano i “Blocs noirs” anche lì?).

Qui ha protestato solo l’accademia della Crusca, contraria ad usare un termine Inglese inutile per la legge sul lavoro.

In una settimana sono finite le scorte dei carburanti, hanno spento le centrali nucleari e non so cos’altro si sono inventati. A che nostalgia quando anche in Italia si scioperava per qualcosa. Fosse anche solo per ridurre l’orario di lavoro dei piloti Alitalia. Che nostalgia per le manifestazioni dei controllori FFSS.

Purtroppo dopo la Fornero siamo entrati in depressione e non riusciamo più a protestare. E da questa depressione non ci siamo ancora ripresi, nonostante l’ottimismo del governo.

A nulla sono valsi gli incitamenti alla lotta e alla ribellione di Bersani, Anche i sogni di rottamazione sono finiti in qualche cassetto che nessuno apre più. Gli psicofarmaci non sembrano funzionare, come fanno invece i dopanti  e gli anabolizzanti.

Meno male che ancora possiamo indignarci per la sorte dei Marò e per il naufragio di un barcone a 35 miglia  dalla costa Libica, durante l’avvicinamento per il salvataggio in mare. Da notare che 35 miglia sono circa 56 km  e 570 km è la distanza tra Mazara del vallo a Tripoli. 506 km da Siracusa, 350 da Malta e 300 da Lampedusa.

Il Job Act Francese 0

Naturalmente se non vogliamo impegnarci troppo, possiamo sempre manifestare contro le buche di Roma.

Ma no! Non lo faremo, siamo Italiani, ci siamo evoluti. Ormai non ci importa più niente del lavoro che non c’è, cose plebee. Non ci importa della vita, ne della morte, cose di chiesa. Ci basta amore, salute e amici (della Defilippi).

Povera Italia

Povera.

Il Job Act Francese

Il Job Act Francese 3Il Job Act Francese 2Il Job Act Francese1

 

 

 

 

 

Ceppoduro

Fonte:

Il fatto quotidiano

La repubblica

Omaggio al primo Maggio, festa dei lavoratori. Festa insanguinata.

Omaggio al primo Maggio

Festa del lavoro

Secondo quanto riportato dal Fatto quotidiano, l’anno scorso, 1.172 persone che hanno perso la vita facendo il proprio mestiere. +16,15 per cento rispetto al periodo gennaio-dicembre 2014. A cui si sommano i 184 infortuni fatali che si sono verificati in Italia dall’inizio dell’anno. Registrati dall’osservatorio indipendente di Bologna del metalmeccanico in pensione Carlo Soricelli.

Che con 274 giorni lavorativi del 2015 significa oltre 4 morti al giorno. Oltre 70 morti in più rispetto all’anno precedente. Eppure il 12%, quasi, dei nostri connazionali non lavora, addirittura il 40% dei giovani. Eppure si continua a morire nel, per, sul lavoro.

Sarà per questo che ci sono meno assunzioni nel primo trimestre 2016. Molti hanno paura di morire, meglio disoccupati. Ho forse hanno paura del “Job Act”. Ma perché una definizione in inglese quando “legge sul lavoro” mi sembra altrettanto chiara e concisa? Non funziona di più “tolti gli sgravi fiscali”?

Di solito quando si usano termini desueti o stranieri, non si vuol far capire il contenuto delle affermazioni. Quindi “amici” siate più chiari, “please”, e dite le cose come stanno.

Omaggio

Io non posso dire di conoscere bene il JA, ma togliere diritti e tutele per darne altri, inferiori e meno efficaci, non mi sembra una gran pensata. Ma tant’è; la pensata l’ha pensata chi l’ha pensata e se vogliamo lavorare dobbiamo adattarci. Se vogliamo lavorare ed avere un posto fisso … fisso? Ma no, che fisso, con le tutele crescenti, conviene licenziare più di prima. I primi a Tolmezzo, dopo solo otto mesi, se gli va bene  prenderanno un mese di stipendio di indennizzo, anzi quattro, che sembra sia il minimo, “che figata il JA, isn’t it”?  E’ il posto fisso, baby! Ma dai! Dai!

Omaggio a occupati disoccupati

Ma dove sono finiti quei capitani coraggiosi? Gli imprenditori con le idee? Quelli che volevano creare, costruire, produrre qualcosa, qualcosa che era la loro realizzazione personale, che contava più di loro stessi, più della loro vita e della loro famiglia. I costruttori di auto, moto, treni, palazzi, città che per farlo avevano bisogno di aiuto, da parte di ingegneri, di ragionieri, di inventori e di lavoratori. Di lavoratori… gente che mette in società non le proprie idee ma il tempo ed il lavoro necessario per realizzare le idee degli altri, dei dirigenti dei padroni, i padroni… gente che…

Omaggio

NON CI SONO PIÙ CAPITANI, coraggiosi o meno.

Omaggio

Oggi è meglio prendere in concessione un’autostrada. Un po d’etere. Di banda larga. Larga ma non troppo. Meglio fare il magnaccia che se qualcosa non va si cambia aria al più presto. Meglio contare i soldi di ogni esercizio, ogni anno si fa un bel RESET. E se l’anno dopo cala o va male si chiude baracca e non ci si pensa più. Gli imprenditori non sognano più, non vogliono essere ricordati per il bene che hanno fatto alla comunità.pre Periscono, più concretamente, che sia la comunità a fare del bene a loro. I grandi sogni sono spariti con il secolo passato, sono morti. Scomparsi con lui, malati terminali come i molti che hanno lavorato amianto.
Di quegli anni, della Milano da bere, sono rimaste delle belle foto pubblicitarie. Opere di grandi fotografi non più tanto (c)attivi e “scattanti”.

Come in tutte le cose, anche nell’offrire lavoro, alla fine, tutti hanno preferito prendere, non dare, e poi, quando il lavoro, il lavoratore non servono più, liberarsene.

Noi lavoratori o disoccupati, manuali o concettuali, proletari o meno, auto-smartfono muniti, totalmente brandizzati e omologati ci siamo liberati dal lavoro, ma abbiamo perso. Quando credevamo di aver vinto, quando ormai pensavamo di essere riusciti a mettere all’angolo il datore di lavoro, ci siamo distratti, ci hanno contrattaccato e subito ci siamo arresi.

Omaggio

Forse i figli dei nostri padroni sono stati migliori di noi, figli di lavoratori, loro non si sono imborghesiti, non si sono bevuti il cervello con la TV. Noi abbiamo eletto politici incompetenti, inconsistenti, impresentabili; anch’essi brandizzati e sponsorizzati, ma, come dai figli dei datori di lavoro, che come loro sono smodati, affamati, voraci, insaziabili.

Una volta si rubava con moderazione e per il partito, ora lo si fa alla luce del sole, alla grande, ovunque e comunque. E lo si fa per se e per i propri amici e conoscenti, dalla famiglia fino al Clan, mafioso o politico mafiosi che siano.

Omaggio

Un bel ritratto di questa politica Italiana lo ha fatto un certo signor Piercamillo Davigo affermando che i politici “non hanno mai smesso di rubare, hanno solo smesso di vergognarsene”.

Basta stupidaggini, volevo omaggiare il primo del mese delle rose. Ma mi son perso per strada tra morti e morti di fame.

Un altro mese è passato, come passano tutto e tutti su questa terra.

Passerà anche dell’altro.

Omaggio

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Un’ultima considerazione, nei secoli e nei millenni trascorsi i lavoratori sono stati sfruttati lo stesso. Ma i loro sfruttatori hanno li hanno usati per creare ricchezza e bellezza, di cui si sono circondati ed adornati. Per lasciare memoria di se, lasciandole a noi. E infatti oggi abbiamo palazzi statue, gioielli, opere d’arte ed un’infinità di reperti e manufatti che sono stati fatti dal lavoro di tanta gente. Ce li hanno lasciati in eredità perché ne potessimo godere come ne hanno goduto loro ai tempi.

A qualcuno in questi tesori piace guardare la fine fattura e la grande bellezza. Io preferisco ricordarne anche il sudore ed il lavoro che hanno richiesto, di cui ogni oggetto è impregnato fin nel profondo. Ma oggi, oggi non ci lasceranno nulla, ne arte, ne bellezza, ne sudore, ne altro, forse rimarrà solo denaro e neppure di metallo o di carta, ma elettronico, virtuale, come la nostra vita attuale.

Che pena.

Ceppoduro

 

Fonti:

Il fatto quotidiano

La stampa

 

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Davigo, io sto con lui, quando dice che i politici…

Io sto con

Davigo, il nuovo presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Piercamillo Davigo, ha rilasciato un intervista al corriere che ha sollevato molte polemiche.

Io sto con lui. Devo dire che la classe politica, le classi politiche, che si sono succedute dopo mani pulite alla guida del paese, hanno dimostrato di non vergognarsi più.

Gli scandali ed i reati che li riguardano vengono scoperti giornalmente e non succede assolutamente nulla. Neppure una voce si leva, dalla nostra classe dirigente, per esprimere vergogna e biasimo per gli scandali e criticare i comportamenti che ne sono all’origine.

Quindi con semplice deduzione e sillogismo: sono tutti interessati a mantenere il silenzio e lo status quo.

Leggete un articolo che riporta l’intervista a da Davigo su questo link.

BB DavigoSostanzialmente ed in breve, Davigo ha detto, relativamente a cosa sia cambiato, dopo mani pulite, nel comportamento dei politici Italiani:

«Non hanno smesso di rubare; hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto. Dicono cose tipo: “Con i nostri soldi facciamo quello che ci pare”. Ma non sono soldi loro; sono dei contribuenti».

 

In realtà qualcuno denuncia, si scandalizza e si comporta differentemente.

Io, alle prossime elezioni, mi ricorderò di loro, di quelli che non rubano e lo dimostrano.

Fatelo anche Voi.

Giancarlo

 

Fonte: Il corriere