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Ponte 2

Ponte 2 e crolli

Oggi crolla un ponte 2, perché?

Ponte 2

Alla radio hanno detto che è crollato un ponte autostradale a Genova, vi sono coinvolte alcune auto, ci saranno morti e feriti, sarà una tragedia, l’ennesima italiana. Ancora se non si sa perché si successo, ma sembra ovvio che almeno una concausa sia l’incuria.

Tutto costa troppo, ovvero tutto deve costare meno. E dove si risparmia molto? Ma nella manutenzione, è ovvio.

Non si sa, magari c’entra la pioggia, che viene improvvisa e violenta, in questo torrido Agosto, magari bastavano alcuni fossetti fatti bene e le piogge non sarebbero state un problema. Ma fare i fossi costa, poi deve essere uno di quei lavori che non vogliamo fare più. Magari se fossero remunerati decentemente ci sarebbe la fila, come ai concorsi pubblici. Magari…

Volevo controllare

Sono andato a vedere lo stato di conservazione del ponte ferroviario di Bucine (vicino c’è il ponte romanico che versa in condizioni pietose, a quando il ponte ferroviario si troverà nelle stesse condizioni?).

Ponti ponti

Visto da fuori anche questo, non sembra sotto controllo o manutenzione per nulla.
Comunque edera e macchie ovunque, l’opera non sembra interessi a nessuno.

Ponti

Abbiamo anche delle zone recintate da privati, non accessibili.

Non credo siano regolari, saranno recinzioni abusive, ma se sono li significa che nessuno passa a controllare, nessuno.

Ponti

Le condizioni mi sembrano buone, per ora non credo crollerà, ma la linea ferroviaria con l’apertura dell’alta velocità, è diventata poco importante, chissà se conviene spenderci soldi?

Ponti

Eppure questo è un ponte che hanno provato a distruggere in molti durante la seconda guerra mondiale, perché strategico. Perché la zona è di difficile attraversamento.

Non è crollato per le mine e per le bombe, reggerà ai soldi, che non ci sono?

Ponti

Quando crollano i ponti è sempre una tragedia, quando non vengono ricostruiti è un peccato. I ponti sono importanti e dobbiamo mantenerli bene, anche perché a volte è meglio non farne di nuovi.

Giancarlo

INCROCI

Prima o poi arriviamo sempre ad un bivio

Incroci

Gli incroci sono tanti, come le auto in giro, come le apette, le moto  e i motorini che vi passano e si incrociano.

Siamo tutti in giro, ci incrociamo continuamente.

Gli incontri agli incroci  non devono trasformarsi in scontri. L’incontro-scontro è pericoloso, si spendono soldi in riparazioni, si possono spendere anche vite, che non si possono riparare.

Come fare?

Il codice della strada ci aiuta ad evitare gli scontri negli incontri agli incroci. Ci fornisce le regole, tutte le regole da seguire, e gli strumenti per affrontare un incrocio senza scontro. Definisce la priorità delle strade. Posiziona segnaletica verticale ed orizzontale che ci rammenta cosa dobbiamo fare. Basta leggere. Inoltre dobbiamo guardare le strade dell’incrocio, verificare se provengono veicoli o persone e definire quali sono le modalità e le priorità per affrontarlo e rispettarle.

Chi proviene da una strada con diritto di precedenza passa per primo. Se tutte le strade che convergono all’incrocio hanno la stessa precedenza, passa per primo chi ha la destra libera, cioè chi non ha veicoli che provengono dalla strada alla sua destra.

Ci sono eccezioni? No! Se si esclude quando il veicolo sulla destra gira a destra e tu giri a sinistra e non ci sono altri veicoli che impegnano l’incrocio. Per capire chi gira dove, basta osservarne le “frecce”, gli indicatori di cambio di direzione. Lampadine gialle o rosse, posizionate ai quattro angoli del veicolo,  che lampeggiando indicano l’intenzione del guidatore di svoltare.

Funziona agli incroci

E’ bello si possono affrontare gli incroci in tutta sicurezza, almeno se non si è distratti, basta Osservare la situazione del traffico e le frecce degli altri veicoli.

Osservare: guardare con attenzione un oggetto o una persona.

Guardare: incrociare lo sguardo con il mondo circostante, dirigere lo sguardo in direzione di un luogo

Vedere: cogliere la luce che ci arriva agli occhi e decifrarne il messaggio. (per estensione) Valutare considerando anche le intenzioni altrui.

Se riuscissimo a guardare potremmo vedere cosa impegna l’incrocio e comportarci di conseguenza.

Ma se agli incroci, dove già i cartelli sono malmessi e ingombrano, qualcuno pianta della lavanda, che crescendo ingombra la visuale, non si vede più nulla.

La lavanda è bella e profumata ma andrebbe piantata nei campi dove può essere ammirata e annusata, non agli incroci.

Non so di che sia la competenza, ma la lavanda di questo incrocio andrebbe tolta.

IncrociEcco come si presenta ora.

A sx:

E a dx:Incroci IncrociSperiamo non succeda nulla.

Giancarlo

 

In gita a Torre di Mercatale

Un giorno qualunque

In gita a Torre di Mercatale.

Un giorno qualsiasi, uno di fine Maggio, uggioso, piovoso, bello solo per cazzeggiare, reso bello solo dal paesaggio, dalle rose e dagli altri fiori di Maggio. Bello e uggioso, uggioso e piovoso.

Non sai cosa fare ma se hai la fortuna di stare vicino puoi andare a la Torre di Mercatale, un paesino in cui vi voglio accompagnare.

Quando sarete in un agriturismo qua vicino, fateci un salto, si gira in 10 minuti, ma se ti fermi ad osservare ci puoi passare la mattina o il pomeriggio o tutt’e due.

In gita a Torre di Mercatale

Conoscenza

La torre non è così famosa come Mercatale (valdarno), ma proprio per questo vi ho mostrato com’è, perché non la trovate sui libri, la trovare su google eart o maps ma se non sapete che c’è e che c’è a La Torre, non avete chance di andarci. A meno che non siate badanti, ci sono più badanti che badati a La Torre.

MA la Torre, intanto si può girare intorno e ritrovarsi ovunque, anche dove siamo partiti a visitarla.

Ha visto tempi migliori, con più gente e la bottega.

Quei tempi non ci sono più, come la gente, gli abitanti, dispersi ovunque, invecchiati, morti, come è normale che sia.

Normale non è che il paese si sia svuotato, anche se ci sono dei duri, dei resistenti, fuori dal comune, fuori di testa.

Stranieri, badanti, aiutateci a far rivivere La Torre venite anche voi in gita a Torre di Mercatale.

Venite e comprate casa, se non ve la vendono potreste affittarla, ma non posso aiutarvi, non conosco nessuno.

Io ho fatto solo da agenzia immobiliare. O forse da agenzia matrimoniale, da ruffiano, per farvi innamorare di un piccolo borgo disperso nelle campagne toscane.
Se state a la Torre l’altra torre, quella di Galatrona, veglia su di voi e vi protegge.

Venite a La Torre, anzi, alle Torri.

Giancarlo

Collettiva di Bucine

Collettiva di Bucine

E’ in corso oggi e domani la collettiva di Bucine, collettiva di arte contemporanea nel paese di questo Blog.

Pittori, scultori e autori di libri.

Venite numerosi o accontentatevi di questo report.
Ecco le foto

Riccardo Franci:

Giancarlo Arrigucci:

Renato Cocca:

Licio Casini:

Giancarlo Arrigucci:

collettiva di bucine

Sculture:

Aldo del Vita:

collettiva di bucine

Attilio Nenci:

Valentina Massai

collettiva di bucine

Giancarlo

Bucine is a lively village lying among Florence, Arezzo and Siena.  Because of its particular position, it has been strategically momentous since the Roman Age. This lovely place became even more important during the Middle Ages, when contended among local seigniories and big cities.

Bucine is located in the Valdambra, at 207 metres above the sea level, and counts nearly 9000 inhabitants.

In the XIII century, the main local authorities were the Counts Guidi of Modigliana, that in 1225 put themselves under the municipality and protection of Arezzo. Afterwards Bucine has been contended between the noble families Ubertini di Chitignano and Tarlati… squabbles among nobles swept away from the Republic of Florence, that made Bucine residence of the podestà in 1335.

Here you will be able to admire the Romanesque parish church of Galatrona, as well as the church of St. Apollinare and the Castle of Galatrona.

Set up into a league known as “Lega di Valdambra”, Bucine supported Florence during its campaign in order to annex the properties of the Counts Ubertini, which were conquered between the fourteenth and fifteenth century.

Under the the Medicean Grand Duchy, Bucine became a marquisate, given to the family of Vitelli by Ferdinand II, in 1654.

The village underwent another change during the Napoleonic Empire becoming, in 1811, one of the “mairies” (town hall) of the Prefecture of Arno. When the Empire collapsed in 1815, Bucine was reintegrated into the Grand Duchy, getting the status of “Podesteria del Bucine Valdambra”: a huge territory including 24 towns under the municipality of Arezzo. That is why the area of Bucine still has such a wide extension.

 

Compleanni

Compleanni

40 anni lei, 60 anni io, che compleanno centenario, 2 compleanni in 1.

compleanniNello splendido sito dell’agriturismo “Villa Prato al Sole” a San Pancrazio di Bucine si è radunata un po di gente per festeggiarci. si mangiava si beveva c’era musica c’eravamo noi, i festeggiati (per chi non l’avesse ancora capito). Si ballava Compleanni

Insomma tra questo e quello, tra fare e disfare il tempo è passato in compagnia di amici, conoscenti, parenti.
Un bel mondo, tanti tanti.
Grazie a tutti grazie di tutto.

Per ringraziarvi tutti vi faccio un regalino anch’io.

potete scaricarlo qui come timmermans_bruegel.pdf

oppure nel sito di liber liber

è un opera di Felix Timmermans

intitolata BRUEGEL (come ti ho sentito nei tuoi quadri)
di cui vi riporto l’incipit (spero per invogliarvi a leggerla):

IL VILLAGGIO

Il piccolo pesco tutto stellato di rosei fiori, sotto il quale la madre incinta era intenta a preparare il burro, brillava di sole e di pioggia. Il gallo raggiante cantava con voce prolungata. Proprio in quel momento Pieter volle uscire dal grembo di sua madre. Fu avvolto in fasce nell’osteria «La terra promessa».
Sul tetto c’era un nido di cicogne e in alto, al di sopra, si stendeva l’arcobaleno…
Mentre la madre sedeva sul letto e porgeva al piccolo il seno turgido di buon latte, le lacrime brillavano nei suoi occhi: ella vedeva laggiù nel camposanto la croce nera e il piccolo tumulo sotto cui giaceva da un mese suo marito.
Era la vedova di un contadino scarno, che aveva lavorato molto e parlato poco; però prima di morire le aveva detto sospirando: «Peccato che il nostro unico figlio venga quando siamo già vecchi… e che io non possa più vederlo… Se è un maschio, fanne un marinaio… anch’io avrei voluto essere un marinaio…».
Ed ora ella rispondeva con tristezza al marito morto, come se egli sedesse accanto al suo letto lisciandosi la barba color di stoppa: «Ah, Teodoro, io ho quasi cinquant’anni! … (continua)

Giancarlo

 

Il sole

Il sole.

Il sole è caldo.

Lo senti sulla pelle, lo senti attraverso i vestiti. Ti fermi un attimo, respiri, a bocca aperta, profondamente.

Il sole ti impedisce anche la visone, accecandoti. A poco serve la mano tesa sopra la fronte. Oggi picchia veramente duro. Chissà come mi è presa la voglia di andare a Solata? Da San Leolino potevo andare alla fraschetta e scendere giù verso Le Mura e da li decidere se girare verso Tontenano o verso il Fornello, ma no, mi son detto: “Vado a Solata” e così ho fatto.

il sole

Giunto a Poggio al Fattore potevo scendere verso Ristolli e risalire il borro di Solata fino alla strada da Cennina, ma ho preferito andare lungo costa, seguendo la vecchia strada Romana fino al cimitero di Cennina. E una strada molto panoramica, anche quella coperta da alberi e rovi. Si incontrano corbezzoli stupendi. A volte i grossi massi laterali sono scavati in rivoli e buche che rendono unica e bellissima la loro conformazione superficiale, apprezzata anche dalle lucertole e dalle serpi che loro si, si godono il sole di questa torrida giornata.

Anche i tafani sono felici oggi

Un grosso mammifero sta transitando nella loro area di caccia.

il sole

Mi seguono, mi precedono, posandosi ogni tanto sulla mia pelle, sulla mia maglia, tra i miei capelli. Specialmente se mi fermo, mi sono subito addosso.

I tafani sono protetti, non possiamo schiacciarli, come sarebbe facile dopo che hanno punto e succhiano estasiati il tuo sangue. Allora non li devi far posare, li dei scacciare, devi camminare veloce, perché ti rincorrano involo ma non si buttino sulla preda.

il sole

E sudi, sudi così tanto che altri tafani arrivano famelici. Maledici ancora l’idea di andare a Solata.

Come ho potuto pensarlo.

Intanto raggiungo il bivio.

Devo decidermi salita fino a Solata o discesa fino a Tontenano?

Ci penso. Non troppo .

Giù a valle verso casa.

Giancarlo

Non vale è Carnevale

Carnevale

Mezzo Euro non vale, è Carnevale

A Bucine tornano a sfilare i carri, sempre di meno ma più belli.

Non vale Non vale

Carri con i soliti ragazzini che salgono ed scendono ad un ritmo a volte frenetico, mentre si tirano coriandoli e stelle filanti.

Non vale Non vale Non vale Non vale Non vale Non vale Non vale

Devo dire che adesso è molto meglio rispetto ad alcuni anni addietro, quando imperversavano bomboline e bombolette. Che spruzzavano di tutto, anche robaccia accia accia, che si attaccava ai capelli, ai vestiti a tutto, e non andava più via. Lasciando una macchia ad imperitura memoria.

Eh si, le cose cambiano, restano i bottegai a vendere qualcosa, resta il banchetto del prete a vendere i coriandoli, resta la vendita di ciacce e bomboloni.

Niente bombolette, meglio i bomboloni.

Però la ciaccia, che costava un Euro, oggi ne costa uno e cinquanta.

WOW! Non vale.

Un bel balzo. Alla faccia dell’inflazione. Allora è vero che ci stiamo riprendendo? Che stiamo uscendo dal tunnel? Beh, secondo me nel tunnel ci siamo ancora, ma allora che si fa? Perché un aumento così consistente? L’olio, lo strutto o la farina?

No. Mi hanno detto che servono per pagare gli steward.

“Gli steward? E chi sono?” Mi vien da dire.

Ma sono quelli che aprono e chiudono la sfilata dei carri del Carnevale!

Ah!

“Ma se non ci sono mai stati “.

“Ma che pensano che i ragazzini siano così scalmanati da finire sotto un carro? Dai!”.

No. Sono per la sicurezza, ma dal terrorismo.

“Dal terrorismo?, Ma sono armati? Non si metteranno mica a sparare ad un terrorista in mezzo a tutti? Va beh che non siamo tanti , ma…”

Ma  no! Sono disarmati, hanno delle belle pettorine gialle, sono li per dissuadere.

Bha!

Il mondo è strano, abbiamo paura di possibili attentati e ci mettiamo quattro uomini inermi a protezione? E cosa potranno fare?

E che faranno mai i terroristi?

Faranno costar di più le ciacce.

Gulp!

 

Giancarlo

 

Link articolo precedente carnevale

E un altro bel carnevale

Viadotti

Viadotti

Viadotti di un tempo, viadotti di oggi.

Non voglio far paragoni con il passato, neppure quello recente, ma come non farli.

Gli ingegneri sono ingegneri, gli architetti anche, sia oggi che ieri.
I soldi, tanti soldi, son gli stessi anche se son cambiate le valute.

Quando si fa un’opera architettonica deve essere funzionale, ma per esserlo deve essere, come un’opera d’arte, anche bella.

Infatti si dice costruita e regola d’arte.

Leggi qui per approfondire.

Mi sono soffermato a guardare

il viadotto dell’alta velocità, che passa sopra a Levanella, opera recente, costosa e, penso, funzionale.
Ma brutta, orrenda. Ma come può essere funzionale se è brutta? Non può.

Viadotti
Non vi fate impressionare dall’incuria, anche gli altri viadotti, quelli più antichi, sono nelle stesse condizioni. E’ la struttura ad essere brutta, con quelle grandi travi sopra enormi piloni. Il tutto squadrato e segnato dagli stampi, dalle casseforme, utilizzate.

Gli ingegneri e gli architetti che vi hanno lavorato non possono averla concepita così. Dobbiamo rifondare tutte le scuole di architettura, facendogli studiare prima, come prova di ammissione l’arte e le opere d’arte, i monumenti, i ruderi. Perché apprendano come costruire il bello.

E’ proprio brutto.

Adesso guardate altri esempi

li vicino c’è un piccolo viadotto che serve a far passare una strada di campagna sotto la vecchia linea ferroviaria.

Vedi che stile, che classe?

Subito dopo il ponte del Tricesimo.

Una cornice grandiosa ad una vista mozzafiato del Pratomagno.

E quelli ancora più vecchi, non molto lontani:

I ponti di Bucine, Quello stradale Romano, bombardato nella seconda guerra mondiale e quello ferroviario, della stessa linea del Tricesimo.

O il ponte di Pogi, ponte Romano, bellissimo.

E quindi mi chiedo cosa stiamo facendo?

Perché non vogliamo, non riusciamo, non siamo capaci, non ci interessa di fare le cose, di costruire come sapevano fare i nostri antenati, ma anche i nostri nonni e padri?

Dove vogliamo andare

Non sarebbe opportuno ripensarci? Fermarci e ripartire?

Migliorandoci?
Giancarlo