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Numeri, amare considerazioni

Numeri.

Considerazioni, amare, sui Numeri.

Numeri.

Numeri ovunque, continuamente, sempre e comunque, veri, meno veri, non veri. Ci arrivano così tanti numeri che non se ne capisce il senso.

Numeri in pubblicità:

Come per il prezzo e le caratteristiche delle cose al megaristore o all’ipertroop: telefono con processore  a 100 megahertz, 10 megawatt, 2,4,5 mega di RAM, ROM, RUM, fino ad ubriacarti. Tutto a 499€ o 49,99€ prima rata, 29,90€ al mese fino a fine anno, a soli 9,99€, 99 centesimi… alla fine chissà cosa costa quanto? Gli sconti oramai non sono mai inferiori al 50%, meglio se, oltre al primo -50% aggiungo un altro -20%, anzi -40%. Numeri vomitati su di noi a getto continuo.

Numeri in statistica:

Ogni mese nuove statistiche che parlano del trend a fine anno, basandosi su quanto rilevato nei due o tre mesi precedenti. “Ridotta la disoccupazione dello 0,3%; 0,9 su base annua, per il secondo trimestre consecutivo, ma il numero dei cercalavoro aumenta anche se la disoccupazione giovanile cresce l’occupazione è stabile con un +0,1 medio. Statistiche con previsioni mai verificate: nessuno che ti dica tre mesi fa avevamo detto che sarebbe andata così, e ci abbiamo preso in pieno o, più realisticamente, non ci abbiamo preso per niente.

Numeri nelle tasse:

Boom delle entrate +4% ma il gettito è a rischio per le gelate di questa stagione. L’IVA cresce per l’annuncio della riduzione del cuneo fiscale, che sarà fatta quando il PIL sarà finalmente a due cifre, dopo la virgola. Numeri sempre e solo numeri.
Le cifre sono sempre interpretate a favore del governo in carica senza però, mai rinfacciarle a quello precedente, perché è pur vero che a volte ritornano e non vorrete mica parlar male di uno che oggi è nella polvere ma domani potrebbe essere ancora al balcone?

Numeri in politica:

Quello che succede o succederà per le decisioni prese viene spiegato con numeri semplici, + e – significano bene e male (o male bene a secondo dell’argomento)

– tasse = bene, + gettito = bene, – costi = bene + sconto = bene,

– disoccupazione = bene, + in cerca di lavoro = bene.

Ma anche + rifugiati = male – calcio = male.

Nessuno che dica: + trasparenza = – corruzione= bene, + corruzione = – servizi = male,

– stato = + mafia = male, – pubblico = + privato = male.

Numeri e parole:

E giù numeri in fila come se piovesse, tanto prima che ci si possa ragionar sopra ce ne danno in pasto altri che dicono il contrario ma che non smentiscono mai i precedenti. Poi se qualcosa è andato storto e va proprio detto che qualcosa è andato male, si tirano in ballo la congiuntura economica, la crisi finanziaria, le torri gemelle, l’ISIS e Saddam e Putin o la concorrenza Cinese.
Tanto che il servizio sui dati statistici sembra più un bollettino di guerra che realtà numerale. E il servizio alla radio, che dovrebbe farci capire, ci disinforma.

Parole , non numeri:

A proposito della radio, di tutte le radio, parlate, gridate, sghignazzate, di quasi tutte  insomma, i loro conduttori, speaker, giornalisti, imbonitori non solo non ci spiegano più i numeri che danno, ma non sanno più nemmeno l’Italiano, non sanno coniugare i verbi, non li mettono nemmeno correttamente al plurale.
Ma se non sanno nemmeno parlare, che volete che ci raccontino oltre le favole?
Beh secondo me sanno far bene il loro mestiere che oggi non è più di informare gli ascoltatori, ma di intrattenerli e dargli compiti leggeri da fare, calcoli e ragionamenti semplici, per tenerli occupati senza stancarli, per tenergli occupata la mente e non farli pensare, che pensare fa male e pensare male è peccato.

Numeri

Conclusione (amara) sui numeri:

Ci propinano tutti dei numeri, tanti numeri, che ci frullano in testa e non li capiamo:

Non li capiamo un po per pigrizia, nostra, un po per malafede, di chi ce li fornisce.

Poi non c’è nessuno che li spieghi, che ne spieghi il significato in fatti reali, su come cambiano la, o dipendono dalla, nostra vita.

Smettiamo di prenderli per buoni, critichiamoli, scopriamone il significato.

Vedremo che un PIL da dieci anni negativo o al massimo allo zero virgola non è un dato positivo, significa che i governi che si sono succeduti hanno fallito o ci hanno ingannato, lo 0, non è un risultato negativo dovuto alla congiuntura è un disastro e, probabilmente, qualcuno ci ha lucrato e ne ha mangiato o sperperato una parte che ora non c’è più e sarà sempre più difficile da recuperare.

Che vuol dire…

Quando ci dicono che la disoccupazione è calata dello 0, nell’ultimo trimestre non è migliorato nulla, siamo nella merda proprio come prima.

Quando ci dicono che c’è stato un boom di gettito fiscale, vuol dire che ci hanno tassato di più, abbiamo pagato di più, chi paga ha pagato di più.

Quando ci raccontano che hanno recuperato miliardi di evasione non hanno incassato un soldo di quelli evasi, perché gli evasori non pagheranno una lira a meno che non ci siano sconti e vantaggi per loro, e totale impunità, ovviamente, hanno scoperto un’evasione ma non troveranno mai i soldi.

E quando ti dicono che hanno salvato la tua banca, significa che la tua banca ti ha rubato i tuoi soldi e, non contenti, anche lo stato ti ha rubato dei soldi per salvarla.

Quando si scopre uno scandalo politico economico ti hanno fottuto un casino di soldi o di libertà.

Oppure quando piangono gli hai bocciato una legge costituzionale incostituzionale, significa che ti sei preso una piccola rivincita.

Goditela.

Ceppoduro

Forme di Governo. Quale sarà in futuro la nostra?

  • Repubblica semipresidenziale
  • Repubblica Socialista
  • Governo

    Qual’è la migliore tra le forme di governo?

    Vediamo, prima di tutto, quali sono le forme di governo attuali.

    Storicamente se ne sono sperimentate molte, quelle che voglio ricordare sono: Monarchia, Repubblica e Dittatura.  La monarchia e la dittatura sono ancora presenti in alcuni paesi del mondo ma la maggior parte degli altri si è evoluta verso la democrazia, preferendo la repubblica che può essere di tipo parlamentare (anche la monarchia può essere di questo tipo e in questo caso è molto simile ad una repubblica, solo che il capo di stato, re o regina, non viene eletto ma si tramanda per via genetica) o presidenziale nonché  semipresidenziale.

    Nei governi di tipo presidenziale il capo di stato o il capo del governo sono eletti direttamente dai cittadini e non hanno bisogno della fiducia dei parlamenti, mentre nel semipresidenzialismo il capo del governo si, essendo nominato indirettamente, ad esempio dal capo di stato.

    Wikipedia sancisce che

    “La forma di governo, da non confondere con la forma di Stato, è il modello organizzativo che uno Stato assume per esercitare il potere sovrano. Più in generale può intendersi come la modalità con cui viene allocato il potere tra gli organi portanti dello Stato: Parlamento, Governo e Capo di Stato; la forma di governo quindi attiene ai rapporti che si vengono a instaurare fra di essi e alle modalità con cui vengono ripartite e condivise le rispettive competenze”.

    In Italia, secondo la Costituzione il potere sovrano appartiene al popolo, infatti lo cita nei principi fondamentali all’articolo 1:

    Art. 1.
    L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
    La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

    Tutti gli altri sono al servizio del volere del popolo, dei cittadini.

    Può allora un governo democratico togliere i diritti ai cittadini?

    NO! Non può, e se lo fa l’atto è illegittimo.

    Vediamo cosa ha fatto questo governo.

    A- Con il Jobs Act ha eliminato l’articolo 18 dallo statuto dei lavoratori, che sanciva dei diritti dei lavoratori stessi, di tutti i cittadini, perché la repubblica Italiana, sempre secondo la Costituzione, è fondata sul lavoro, sempre scritto nei principi fondamentali, sempre nell’articolo1:

    Art. 1.
    L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
    La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

    B- Con la modifica alla seconda parte della Costituzione toglie agli elettori il diritto di votare i propri Senatori, che saranno scelti, non sappiamo da chi, tra i sindaci ed altri consiglieri, non sappiamo come.

    Se questa riforma avesse eliminato il Senato, non ci sarebbe problema ma con un senato sempre attivo, sempre con le stesse funzioni, avere Senatori nominati anziché eletti per fare quel mestiere è un’alienazione grave del diritto.Tra l’altro il potere del Senato come rappresentante delle istanze locali, come dicono lo avrebbero trasformato, non potrà essere esercitato in quanto sappiamo già che la decisione sulle questioni locali sarà prioritaria del governo con la “clausola di supremazia statale”. In caso di difformità di giudizio ha ragione il governo che decide autonomamente. Il governo si aumenta i poteri da solo.

    Inaccettabile.

    Questi sono solo due esempi di come si sta evolvendo la forma di governo in Italia, da Repubblica Democratica a…

    Ma dove andremo a finire? Chissà!!!

    Non fatevi infinocchiare, nessuno si è opposto al Jobs Act, perché sotto ricatto della crisi e dell’emergenza lavoro. Stavolta non facciamoci ricattare più, non confermiamo questa porcata, passata al vaglio parlamentare di un parlamento prono e  servizievole ai voleri del governo, eletto con una legge elettorale incostituzionale e che pretende di cambiare la Costituzione stessa. Forzata nei contenuti, nei tempi e nell’interpretazione.

    Ma possiamo rimediare, fortunatamente il governo, il promotore, il fautore di questa modifica costituzionale deve chiederci il permesso, almeno finché vige la costituzione attuale deve farlo, perché continui a chiedercelo, perché non decida autonomamente anche questo, al referendum confermativo diciamo di no.

    NON SIAMO PIÙ DISPOSTI A CEDERE I NOSTRI DIRITTI.

    Andate a votare e votate NO.

    Ceppoduro

    Alcuni altri motivi per votare no.

    Altre informazioni aggiuntive sulle forme di governo:

    Di seguito è riportata è una lista alfabetica non esaustiva. È da notare che è possibile combinare tra di loro più forme di governo.

  • Anarchia
  • Androcrazia
  • Aristocrazia
  • Autocrazia e dittatura
  • Cleptocrazia
  • Demagogia
  • Diarchia
  • Dispotismo illuminato
  • Dispotismo e tirannia
  • Dittatura militare
  • Democrazia
  • Democrazia deliberativa
  • Democrazia diretta
  • Democrazia partecipativa
  • Democrazia rappresentativa
  • Elitismo
  • Fascismo
  • Federazione
  • Gerontocrazia
  • Meritocrazia
  • Monarchia
  • Monarchia assoluta
  • Monarchia elettiva
  • Monarchia ereditaria
  • Monarchia costituzionale
  • Monarchia costituzionale pura
  • Monarchia parlamentare
  • Nazismo
  • Oclocrazia
  • Oligarchia
  • Partitocrazia
  • Paternalismo
  • Plutocrazia
  • Polisinodia
  • Premierato
  • Repubblica
  • Repubblica direttoriale
  • Repubblica Islamica
  • Repubblica parlamentare
  • Repubblica presidenziale
  • Sistema WestminsterStratocrazia
  • Tecnocrazia
  • Teocrazia

Queste forme di governo danno uno schema generale della variabilità della struttura di potere racchiusa all’interno del governo di una nazione. Comunque, ogni governo è unico, così come ogni nazione e la sua costituzione – le leggi fondamentali che descrivono la forma di governo dello Stato

No, questa buffonata non sa da fare.

No, questa buffonata non sa da fare.

Buffonata, si, perché nessuno, nemmeno Zagrebelsky, ha capito cosa abbiano scritto i nuovi estensori.

Non si scrive un testo costituzionale con i piedi. Testo a fronte

Non abbiamo bisogno di un tiranno, ne di un oligarchia.

Legge elettorale “Porcata” e modifiche costituzionali “Troiate” assieme rischiano di dare un potere immenso al bischero di turno, che per caso vince con nulla, magari col 20% dei voti, le elezioni politiche.

Non vogliono più farci eleggere nessuno, lo vogliono decidere loro, nelle segrete stanze chi fa che cosa. vogliono eliminare una camera che ha il compito di controllare l’altra e dare a questa enormi poteri. Vogliono farci credere che uno eletto per fare il sindaco possa fare, part time anche il senatore (anche qui distrutto il lavoro fisso, precari anche al senato ed in comune). Vuole che crediamo che non aumenterà il potere del primo ministro, ma se passa questa riforma ne esce un mostro,: lui e pochi altri avranno in mano il potere assoluto.

NON BASTA PROMETTERE la revisione della legge elettorale dopo il referendum. Vogliamo eleggere i nostri rappresentanti e, visto l’andazzo delle ultime legislature, vincolarli al mandato, che oggi ci sono le risorse per comprarli tutti se vogliamo, se qualcuno vuole. Ne abbiamo sentite tante di promesse e poi questa nuova legge elettorale come sarà? Chi lo sa? Fatela, fatela prima del referendum e ne riparliamo, per intanto il referendum boccerà, noi bocceremo, le Troiate che avete scritto.

Ma come è possibile che negli ultimi trent’anni ogni politico, più o meno di successo, si sia montato la testa da ritenersi o l’unto del signore o di poter piangere per noi mentre ci sta inculando a sangue il futuro o voler essere semplicemente padre delle riforme.

Le riforme non sono mai figlie di padre certo, devono nascere bastarde, e più bastarde sono, meglio è, crescono forti e resistenti, con il sangue rosso e pulito. Quelle di padre unico nascono malate, dal sangue nero e sudicio, come olio usato, come quello dei nobili di un tempo, con tare ereditarie evidenti che hanno portato a tragiche conseguenze; guerre, distruzione e morte, in tutta Europa per circa cinquant’anni.

Non vogliamo un leader decisionista e saccente, vogliamo un primo ministro, primo tra i servitori, dello Stato, della Repubblica, delle Istituzioni, delle Regioni e dei Comuni. Vogliamo qualcuno che sappia ascoltare, le esigenze della popolazione e che sia disposto a qualsiasi sacrificio, anche personale per portarle avanti.

Senza tanti amici, parenti e parenti dei parenti da sistemare.

Poi perché dovremmo fidarci di qualcuno che finora ci ha tradito continuamente:

Ha dato ottanta euro con una mano e ne ha ripresi cento con l’altra.

Ha tolto l’ICI aumentando di due punti percentuali l’IVA.

Ha salvato una banca facendola pagare ai piccoli risparmiatori.

Ha dissipato, con oculata scelta dei manager emmepiesse, il tesoro secolare dei Senesi.

Ha cancellato l’articolo 18, rendendo tutti precari, da ora e  per sempre.

Non è riuscito ad approfittare della congiuntura economica favorevole e forse irripetibile per far crescere il paese come invece han fatto tutti gli altri Europei.

Perché dovremmo fidarci di chi nei talk show verso i rappresentanti di altri partiti e movimenti, rappresentanti dell’economia e della società civile è così supponente e pieno di se da non star nemmeno ad ascoltarli, interrompendoli, offendendoli e denigrandone opinioni e posizioni in continuazione.

No!

Non dobbiamo fidarci.

Non lo faremo.

E’ una buffonata.

Voteremo NO.

NO.

NO.

NO.

 

Viva l’Italia.

Ceppoduro

 

PS: Non andare a votare aumenta le possibilità del si di vincere al referendum, andiamoci uniti e votiamo NO compatti a questa buffonata.

Se non cancelliamo questa raccolta di troiate dovremo conviverci per molti lustri, i nostri figli dovranno porvi rimedio e chissà se riusciranno mai.

VOTA NO!

Mi raccomando

Crescita, in crescita: era vero è cresciuto e di molto

In crescita

Il debito pubblico Italiano a Marzo era di 2 228 miliardi di Euro, in crescita. Leggi l’articolo del blog.

Il debito pubblico sembra l’unica cosa che cresce bene in Italia:

La repubblica: ” Sale ancora il debito della Pubblica amministrazione: in maggio registra la cifra record 2.241,8 miliardi, in aumento di 10,9 miliardi rispetto al mese precedente.”

Il fatto quotidiano: “Debito pubblico, gli interessi a zero non impediscono nuovo record a luglio: 2.252,2 miliardi”

Ansa: “Nuovo record per il debito pubblico, tocca i 2.252 miliardi Bankitalia: in aumento di 3,4 miliardi rispetto a giugno”

La Repubblica: “Debito pubblico record, nei primi sette mesi è cresciuto di 80,5 miliardi

A luglio il debito delle Amministrazioni pubbliche si è attestato a 2.252,2 miliardi, in aumento di 3,4 miliardi rispetto a giugno. In crescita anche le entrate, ma il dato è “falsato” dalle disomogeneità contabili e temporali (Iva, ritenute Irpef, canone Rai e l’imposta di bollo virtuale)”.

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ALLORA E’ VERO.

Ci stanno prendendo per il culo.

Sono anni che non si vede una congiuntura così favorevole.

crescita

IL PETROLIO COSTA NIENTE.

IL GAS LO SEGUE.

IL DENARO COSTA NIENTE.

LA BANCA EUROPEA ACQUISTA I TITOLI DI STATO IN GIRO.

e l’Italia che fa?

Gioca, gioca al gratta e vinci e raschia raschia, raschierà il fondo.

crescita

COME È STATO POSSIBILE AUMENTARE IL DEBITO PUBBLICO DI ALTRI 80 MILIARDI DALL’INIZIO DELL’ANNO? COME? Mi chiedo come.

Fortunatamente il governo è ottimista, ed il suo capo ancor di più. Certo lui non ha tempo di occuparsi di questo, gioca allo statista. Vuole scambiare la dignità umana, il lavoro, con più mercato. E intanto perdiamo altri ottanta miliardi che per noi voglion dire più di mille euro a testa.

Complimenti.

Un ottima performance.

Sono proprio contento di essere Italiano.

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Povero Garibaldi, ma chi te lo ha fatto fare, avresti dovuto stare di più con la bella Anita e a noi lasciarci con il Papa in Vaticano.

Ceppoduro

Fonti

Il fatto quotidiano

Ansa economia

Repubblica

 

 

Un radioso futuro

Un radioso futuro

Quando ero piccolo non c’erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Ma tutti si aspettavano un radioso futuro

Praticamente tutti lavoravano a mezzadria. Anche se c’era gente che andava a Firenze a fare il muratore o il carpentiere. O ancora meglio il piastrellista o l’intonachino. Questi lavoravano a cottimo, per guadagnare di più.

Poi, piano, piano, tutti se ne sono andati da far questi ed altri mestieri. C’è stato il boom, poi la crisi adesso la deflazione. Insomma il mondo del lavoro è cambiato. I posti di lavoro sono cambiati. Le donne sono andate a lavorare, un lavoro importante a scapito della cura familiare. A volte no, non della famiglia, ma sempre a scapito di qualcosa. Tanto che se oggi, in famiglia, non lavori almeno in due sei alla, o vicino alla, canna del gas.

Tanti lavori sono spariti. Cambiati o cambiati di mano. Sono passati a quelli venuti dall’est, dal sud da altrove.

Sono stati inventati i computer, con tutto quello che ne segue. Adesso un agricoltore ne ha, minimo, due, di trattori. Con tanti attrezzi al seguito, specializzati in lavori speciali.

E poi le auto, una per uno, qualcuno due o più. E gli spostamenti sempre migliori. Sempre più facili, più caotiche su strada, su nave, per l’aria e per l’etere.

Poi hanno inventato l’Euro. Euro che, in associazione con la concorrenza dei lavoratori stranieri, ha mantenuto i salari a livelli infimi, da fame. Abbiamo anche quella, non dichiarata, ma tanti Italiani patiscono la fame. Vanno alle mense della CARITAS per mangiare.

Comunque siamo ottimisti. Si sta ancora bene. Solo che non si vede.

Si prospetta un radioso futuro

L’educazione si è persa, molti ragazzi, molti adulti, non sanno usare bene la lingua. Che la scuola avesse perso dei pezzi era evidente, sono trent’anni che la stanno smantellando. Con i tagli lineari, con le non ristrutturazioni, con i soffitti che crollano, dopo le ristrutturazioni. Con le aule che non ci sono. Inserite in fatiscenti edifici, che andrebbero ristrutturati completamente per poterli utilizzare per questo scopo. E invece sono rabberciati alla meglio, forse imbiancati, forse, ogni tanto.

Come ogni tanto tagliano l’erba lungo le strade. Ma tardi, a fine Giugno, così non ricresce e non si deve ritagliare una seconda volta.

Geniale.

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Un radioso futuro  SANYO DIGITAL CAMERA

Dimezzata, forse anche tri-mezzata la spesa per tagliare le erbacce.

Intanto fino a Giugno crescono e crescono bene, che piove sempre. Di la dal guard rail, una selva.

Ma ci sono anche erbe eleganti. Come l’avena sativa dal lungo stelo. Da cui si diramano i piccioli, esili e allungati, dei semi, che in coppia ricadono verso il basso. Aprendosi a forbice. Il grappolo che si diparte dallo stelo ha forme lineari, leggermente curve; bellissime.

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Rende bene anche in pittura per dei primi piani, di contorno, sofisticati.

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2014 acrilico su tavola San Leolino di Giancarlo Arrigucci http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_14/2014_0037_San_Leolino.html

Speriamo in un radioso futuro

Forse non tagliamo più l’erba per non vedere emergere i rifiuti. Scaricati dalle macchine in corsa. Ben coperti dall’erba si espongono a noi, in tutta la loro bruttezza, al taglio dei margini delle strade. E nessuno che passi a pulire, nessuno che eviti di sporcare. Meglio non tagliare.

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Ma se non tagli l’erba ai margini, è difficile entrare agli incroci, non si vede chi arriva, se non quando ce l’hai addosso.

Ma non si può, si spende troppo. Il Comune, la Provincia, la Regione o lo Stato non hanno soldi da spendere. Ovvero ne hanno sempre meno. E certamente non da spendere per questo.

E’ strano, il lavoro costa sempre meno. Non ci sono stati aumenti significativi dei salari dell’entrata in vigore dell’Euro. Il potere di acquisto delle persone è, conseguentemente, diminuito.

Le macchine sono diventate molto comuni, non è che costino poco, ma ci sono. Ce ne sono tante e riescono a fare di tutto. Anche tagliare l’erba al margine della strada.

Oggi la Morte dovremmo rappresentarla con il decespugliatore, non con la falce fenaia; che non la ricorda nessuno, che nessun o sa a che serve.

Un radioso futuro Quando ero piccolo non c'erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Praticamente tutti lavoravano li. V0017612 Life and death. Oil painting. Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images images@wellcome.ac.uk http://wellcomeimages.org Life and death. Oil painting. Oil Published: - Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
V0017612 Life and death. Oil painting.
Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images
[email protected]
http://wellcomeimages.org
Life and death. Oil painting.
Oil
Published: –
Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
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Alla fine del tutto di Giancarlo Arrigucci 1979 http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_03/1979allafinedeltutto0.html

Un radioso futuro

Con i computer si riesce a fare molto più lavoro di un tempo. Il personale contabile è diminuito, enormemente, a causa di questo.

Potendo fare con meno gente, ce ne saranno tanti disponibili per altri lavori? Certo, infatti abbiamo un tasso di disoccupazione elevatissimo. In questo siamo primi, anche noi nei record, finalmente.

Le tasse non sono diminuite. Le entrate fiscali neppure. L’amministrazione è più snella, ma non ci sono soldi per tagliare l’erbaccia.

Come è possibile?

Dovremmo cominciare a fare i conti intasca a questi amministratori. Non sembrano capaci, oppure non sono onesti.

Dovremmo vivere in un mondo felice. La nostra agricoltura potrebbe sfamare il mondo, con prodotti di qualità. Ma non si sfama neppure per se ed ha bisogno di spot per vendere il Chianti, che altrimenti chi lo conosce, chi lo compra.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato o mistificato, è evidente.

Dobbiamo solo imparare a distinguerla e denunciarla.

Qui cerchiamo di farlo, fatelo anche voi.

Che aspettate?

Avete paura?

O ci lucrate pure voi?

 

Non temete, costruitevi, ora, un radioso futuro.

Ceppoduro

Un radioso futuro Quando ero piccolo non c'erano trattori, la mezzadria era ancora la principale occupazione nelle campagne. Praticamente tutti lavoravano li. 1979P1200053_lzn
di Giancarlo Arrigucci 1979 http://giancaarrigucci.altervista.org/Pagine_03/1979P1200053.html

Alla radio… ho sentito che la situazione è migliorata

Alla radio

Alla radio ho sentito che la situazione è migliorata,

Finalmente ci sono tanti posti di lavoro in più “cinquntunmila” credo di aver sentito. Non ricordo più se mese su mese o anno su anno, magari nel trimestre.

Peccato che nel contempo i disoccupati siano aumentati.

“”Ma è una buona cosa” ha detto il ministro” si è affrettato a dire il giornalista:”quando si creano nuovi posti, anche i disoccupati incalliti cercano nuovamente lavoro, sperando di trovarlo.

Ovvero noi non sappiamo chi lavori o meno, se sei occupato o disoccupato lo dichiari tu, se non ti lamenti vuol dire che va tutto bene. Che sei sazio e felice, senza problemi.

I giovani, poi sono sempre inoccupati quasi uno su due.

Ma sono stati creati posti di lavoro. Quale lavoro non è importante, con quale contratto, nemmeno.

Intanto  lavoratori di un “Call center” sono stati salvati dal licenziamento in tronco, grazie all’intervento del governo, il ministro a garantito qualcosa al datore di lavoro, così non chiude, per ora.

Ma se il “Call center ” era in crisi ed ora non lo è più è stata un scelta giusta aiutarli?

Quali benefici ne trarremo?

E i lavoratori saranno più produttivi? O più flessibili?

Ma forse non capisco nulla di economia.

Nemmeno di politica.

Che non ve ne siano più al mondo intero. Che si disperdano come polvere al vento. Per sempre.

call-centerB alla radio

Tanto quei disgraziati che ci “lavorano” qualcosa di meglio e più utile per tutti lo troveranno di certo da fare.

Voglio gridare, voglio dire a tutti. Viva la costituzione, viva la repubblica democratica fondata sul lavoro. Quello vero.

Ceppoduro

 

 

Omaggio al primo Maggio, festa dei lavoratori. Festa insanguinata.

Omaggio al primo Maggio

Festa del lavoro

Secondo quanto riportato dal Fatto quotidiano, l’anno scorso, 1.172 persone che hanno perso la vita facendo il proprio mestiere. +16,15 per cento rispetto al periodo gennaio-dicembre 2014. A cui si sommano i 184 infortuni fatali che si sono verificati in Italia dall’inizio dell’anno. Registrati dall’osservatorio indipendente di Bologna del metalmeccanico in pensione Carlo Soricelli.

Che con 274 giorni lavorativi del 2015 significa oltre 4 morti al giorno. Oltre 70 morti in più rispetto all’anno precedente. Eppure il 12%, quasi, dei nostri connazionali non lavora, addirittura il 40% dei giovani. Eppure si continua a morire nel, per, sul lavoro.

Sarà per questo che ci sono meno assunzioni nel primo trimestre 2016. Molti hanno paura di morire, meglio disoccupati. Ho forse hanno paura del “Job Act”. Ma perché una definizione in inglese quando “legge sul lavoro” mi sembra altrettanto chiara e concisa? Non funziona di più “tolti gli sgravi fiscali”?

Di solito quando si usano termini desueti o stranieri, non si vuol far capire il contenuto delle affermazioni. Quindi “amici” siate più chiari, “please”, e dite le cose come stanno.

Omaggio

Io non posso dire di conoscere bene il JA, ma togliere diritti e tutele per darne altri, inferiori e meno efficaci, non mi sembra una gran pensata. Ma tant’è; la pensata l’ha pensata chi l’ha pensata e se vogliamo lavorare dobbiamo adattarci. Se vogliamo lavorare ed avere un posto fisso … fisso? Ma no, che fisso, con le tutele crescenti, conviene licenziare più di prima. I primi a Tolmezzo, dopo solo otto mesi, se gli va bene  prenderanno un mese di stipendio di indennizzo, anzi quattro, che sembra sia il minimo, “che figata il JA, isn’t it”?  E’ il posto fisso, baby! Ma dai! Dai!

Omaggio a occupati disoccupati

Ma dove sono finiti quei capitani coraggiosi? Gli imprenditori con le idee? Quelli che volevano creare, costruire, produrre qualcosa, qualcosa che era la loro realizzazione personale, che contava più di loro stessi, più della loro vita e della loro famiglia. I costruttori di auto, moto, treni, palazzi, città che per farlo avevano bisogno di aiuto, da parte di ingegneri, di ragionieri, di inventori e di lavoratori. Di lavoratori… gente che mette in società non le proprie idee ma il tempo ed il lavoro necessario per realizzare le idee degli altri, dei dirigenti dei padroni, i padroni… gente che…

Omaggio

NON CI SONO PIÙ CAPITANI, coraggiosi o meno.

Omaggio

Oggi è meglio prendere in concessione un’autostrada. Un po d’etere. Di banda larga. Larga ma non troppo. Meglio fare il magnaccia che se qualcosa non va si cambia aria al più presto. Meglio contare i soldi di ogni esercizio, ogni anno si fa un bel RESET. E se l’anno dopo cala o va male si chiude baracca e non ci si pensa più. Gli imprenditori non sognano più, non vogliono essere ricordati per il bene che hanno fatto alla comunità.pre Periscono, più concretamente, che sia la comunità a fare del bene a loro. I grandi sogni sono spariti con il secolo passato, sono morti. Scomparsi con lui, malati terminali come i molti che hanno lavorato amianto.
Di quegli anni, della Milano da bere, sono rimaste delle belle foto pubblicitarie. Opere di grandi fotografi non più tanto (c)attivi e “scattanti”.

Come in tutte le cose, anche nell’offrire lavoro, alla fine, tutti hanno preferito prendere, non dare, e poi, quando il lavoro, il lavoratore non servono più, liberarsene.

Noi lavoratori o disoccupati, manuali o concettuali, proletari o meno, auto-smartfono muniti, totalmente brandizzati e omologati ci siamo liberati dal lavoro, ma abbiamo perso. Quando credevamo di aver vinto, quando ormai pensavamo di essere riusciti a mettere all’angolo il datore di lavoro, ci siamo distratti, ci hanno contrattaccato e subito ci siamo arresi.

Omaggio

Forse i figli dei nostri padroni sono stati migliori di noi, figli di lavoratori, loro non si sono imborghesiti, non si sono bevuti il cervello con la TV. Noi abbiamo eletto politici incompetenti, inconsistenti, impresentabili; anch’essi brandizzati e sponsorizzati, ma, come dai figli dei datori di lavoro, che come loro sono smodati, affamati, voraci, insaziabili.

Una volta si rubava con moderazione e per il partito, ora lo si fa alla luce del sole, alla grande, ovunque e comunque. E lo si fa per se e per i propri amici e conoscenti, dalla famiglia fino al Clan, mafioso o politico mafiosi che siano.

Omaggio

Un bel ritratto di questa politica Italiana lo ha fatto un certo signor Piercamillo Davigo affermando che i politici “non hanno mai smesso di rubare, hanno solo smesso di vergognarsene”.

Basta stupidaggini, volevo omaggiare il primo del mese delle rose. Ma mi son perso per strada tra morti e morti di fame.

Un altro mese è passato, come passano tutto e tutti su questa terra.

Passerà anche dell’altro.

Omaggio

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Un’ultima considerazione, nei secoli e nei millenni trascorsi i lavoratori sono stati sfruttati lo stesso. Ma i loro sfruttatori hanno li hanno usati per creare ricchezza e bellezza, di cui si sono circondati ed adornati. Per lasciare memoria di se, lasciandole a noi. E infatti oggi abbiamo palazzi statue, gioielli, opere d’arte ed un’infinità di reperti e manufatti che sono stati fatti dal lavoro di tanta gente. Ce li hanno lasciati in eredità perché ne potessimo godere come ne hanno goduto loro ai tempi.

A qualcuno in questi tesori piace guardare la fine fattura e la grande bellezza. Io preferisco ricordarne anche il sudore ed il lavoro che hanno richiesto, di cui ogni oggetto è impregnato fin nel profondo. Ma oggi, oggi non ci lasceranno nulla, ne arte, ne bellezza, ne sudore, ne altro, forse rimarrà solo denaro e neppure di metallo o di carta, ma elettronico, virtuale, come la nostra vita attuale.

Che pena.

Ceppoduro

 

Fonti:

Il fatto quotidiano

La stampa

 

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Bisturi spuntati

Bisturi spuntati

A “Italia sotto inchiesta” di Emanuela Falcetti su Radio 1 ho ascoltato il presidente dell’ACOI, Diego Piazza, denunciare la drammatica situazione chirurgica/ospedaliera in tutta Italia. Bisturi spuntati.

Bisturi spuntati 003Gli strumenti chirurgici, come i bisturi, sono acquistati da personale amministrativo incompetente che guarda solo al prezzo, che sia il più basso possibile, senza nessun interesse per la qualità. Così i bisturi non sono affilati o perdono il filo molto presto ed il taglio non è più netto, facilitando irritazioni ed infezioni post operatorie.

Il presidente ha detto che la sua associazione ha anche denunciato che per ogni operazione si usano tre paia di guanti, a causa della loro scarsa qualità.

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Cosa si evince da tutto questo?

Che non c’è vergogna, non possiamo pensare che abbiano comprato ad un costo più basso per risparmiare, la spesa della sanità in Italia non è mai calata, hanno comprato a meno per intascare la differenza. Comunque spendere poco non vuol dire spendere meno. se si usa un guanto che si rompe in media tre volte durante l’uso, anche costando tre volte meno non si è risparmiato nulla, si perde tempo a cambiarlo e se si rompe c’è pericolo di infezioni per il paziente e per il chirurgo. Se il bisturi non taglia non è un bisturi, può anche essere regalato non sarà utile a nulla. Prima di tutto gli strumenti devono funzionare bene, essere adatti allo scopo.

Possiamo paragonare questo fatto con le strade. Se l’appalto viene dato al ribasso e poi la strada non è fatta bene, ci saranno buche o dossi, e non durerà a lungo, Quindi dovremo spendere prima per ripararla e alla fine spenderemo di più senza avere mai una strada a posto.

Allora cominciamo a spendere di più per il singolo pezzo, spendendo meglio, senza vizi nascosti a nostro carico. Vogliamo servizi migliori non vogliamo amministratori più ricchi.

Vergogna. Vergogna. E vergogna.

I responsabili devono pagare.

Giancarlo

 

Fonte:

Italia sotto inchiesta” RAI Radio 1

La stampa

Scommettiamo?

Nel 2013

Scommettiamo?

Nel 2013  400.000 persone giocavano scommesse online ogni mese, ci informa il giornale.

Sempre da il giornale: ma ad un convegno di categoria le aziende del settore si lamentavano del calo di introiti 135.000.000 di € contro i 175 di 3 anni prima.

Nel 2014, ci dice un giornale on line di informazione sulle scommesse, che le scommesse sportive in Italia sono in crescita. Raccolti nel 2014 4.219 milioni di Euro (+11,6%).

Il sole 24 ore a proposito dell’anno scorso titola: Scommesse, giro d’affari da 2,7 miliardi nel 2015, contro i 2,62 dell’anno precedente.

Ma sembra parlare solo di calcio escludendo il gioco online.

Insomma sui numeri delle scommesse tutti danno i numeri (a caso). L’incertezza regna sovrana, fra chi si lamenta e chi no. Basta fare una ricerca su google, digitando scommesse, che escono almeno una decina di nomi diversi di agenzie di scommesse.

Scommettiamo?

I siti non autorizzati vengono inseriti in una black list dalla agenzia delle dogane e dei monopoli Italiana. Una lista “nera” dei siti illegali, aggiornata costantemente. La lista viene distribuita a tutti i provider ADSL italiani, che li filtrano. Questi siti in black list risultano quindi oscurati e, teoricamente, inaccessibili in Italia.

Potete consultare l’intera black list costantemente aggiornata direttamente da questo link ufficiale. Attualmente (l’ultimo aggiornamento è del 2 luglio 2015), ci sono ben 5.436 indirizzi web non autorizzati inseriti nella lista nera.

Oppure, più semplicemente, potete fare una ricerca sui concessionari autorizzati. Provando ad accedere ai siti oscurati utilizzando i DNS dei provider italiani (Alice, Libero, Infostrada, Tiscali,  Vodafone, TeleTu, Wind, Fastweb…) si viene reindirizzati verso la pagina di Sogei che mostra il seguente avviso:

AVVERTENZA – SITO NON RAGGIUNGIBILE …

Bene, siamo protetti!

Scommettiamo?

E sul gioco direte che non c’è nulla di male sono scommesse consentite e le agenzie autorizzate, tutto normale. Io dico, invece, che è una vergogna 3-4 miliardi di Euro in gioco, buttati al vento, inutili, anzi dannosi.

Sembra che il fisco incassi qualche milione daò gioco delle scommesse, ma anche qui poche informazioni e confuse. E anche lui, il fisco, specula su questo vizio, anche se poco. Da quanto abbiamo potuto vedere, la tassazione è fissa del 2-3% o del 5-6% a seconda dei tipi di scommessa, quota fissa o meno, indipendentemente da quanto l’agenzia guadagni, e forse non deve pagare altro, chissà?

Comunque potete trovare tutto nel sito dell’agenzia delle dogane e dei monopoli, io mi ci sono già divertito abbastanza. (il link è sotto).

Cerchiamo di concludere: ci riempiamo la bocca con la crisi e poi scopriamo queste cose. Vergogna!Scommettiamo femminile1Italiani, è certo, siete fessi e non meritate altro, ben vi sta! Perderete tutto, in banca o al bar oppure online, che tanto quelli giocati son tutti soldi persi, lo sapete, ma ve lo dico lo stesso, non vincerete mai.

Un’ultima cosa che mi preme sottolineare è la vergogna, doppia, del passaggio delle quote delle scommesse dei principali operatori del settore sulle e durante le trasmissioni sportive, soprattutto quelle di calcio.

Scommettiamo Thomas_Hemy_Sunderland_v_Aston_Villa_1895_A_Corner_KickCalcio rubato: prima passava una partita in diretta, la Domenica, sulla RAI gratis. Sulla radio davano la sintesi delle altre partite, gratis. La sera facevano vedere sintesi delle altre partite e tutti i gol, gratis. Ora il calcio è offerto criptato prima su una piattaforma poi su un’altra, entrambe rigorosamente a pagamento, con almeno una partita quasi tutti i giorni della settimana.

Scommettiamo.

Paghiamo per vedere la partita e ci passano la pubblicità invogliandoci a giocare.

Fessi, siamo proprio dei fessi.

Buonanotte.

Giancarlo

Scommettiamo pallone

fonte:

Il giornale

Jamma

Il soloe 24 ore

Scommessse legali

Agenzia delle dogane e monopoli

 

Immigrati

Montevarchi 6 settembre 2015

Immigrati

Ero alla festa del perdono a Montevarchi, mi mangiavo un panino ed osservavo il mondo.

Il mondo perché Montevarchi non è più Italia ma Mondo.

A parte i profughi, che scappano dalla guerra, ci sono tante persone da noi che scappano dalla fame, quelli del Mondo intorno a me, credo siano scappati dalla fame, dalla povertà e dall’indigenza.

Gli stranieri in Italia non sono tanti, ufficialmente nel 2012 circa il 10%, fra regolari e irregolari

Schermata del 2015-09-06 17:36:00
Fonte ISMU https://it.wikipedia.org/wiki/Fondazione_Ismu

2012_12_stime_irregolari_XVIII_rapporto_ismu

Guardando il mondo alla festa sono molti di più, più che gli Italiani.

Non li ho contati, ma se sono Pakistani o Indiani, si vede. Se hanno la pelle scura e si vestono fasciati di ampi veli. Se anche solo nei capelli hanno il velo è improbabile che siano di Montevarchi. Ma ce ne sono tanti che non li riconosci in questo modo: i Balcanici non sono diversi dai Toscani e dai Polacchi, dai Rumeni, dai Macedoni e dagli Albanesi. Anche qualche Marocchino o Tunisino si vede poco di dove venga.

Insomma tra evidenti e non evidenti, siamo diventati un mondo.

Per ora non vedo problemi, sembrano tutti brava gente, che col vestito della festa, si diverte con noi e come noi. Sono noi, che continui così, altrimenti chissà che potrebbe accadere.

La ex Jugoslavia di Tito ce lo ha mostrato chiaramente. Non si possono mischiare etnie e culture come se niente fosse, le diversità, le divergenze, prima o poi vengono fuori, ed allora so’ cazzi.

Non si può nemmeno governare la cosa, ovvero, si governa bene con la pancia piena. Se ce l’hanno tutti, si sta bene ed in pace tutti, ma se qualcuno soffre e qualcuno no, son dolori.

Immigrati

Per ora la pancia di tutti sta bene, almeno sembra, ma se i flussi continuano, senza regole, chissà. Mi domando se i nostri governanti ci abbiano pensato? Credo di no. Ma se la globalizzazione è stata fatta, ora è tardi per la retromarcia, dobbiamo andare avanti.

Ma chi ha voluto questo avrà pensato alle conseguenze? Credo di no, o forse si? In un mondo come il nostro, in un continente come l’Europa nessuno vuole più fare la guerra e non dovremmo più vederla.

Ma in questa è una situazione delicata potrebbe facilmente scatenarsi un conflitto, magari dopo un periodo di tensioni sociali, o di altro tipo, causate dai mal di pancia che non auspicavo sopra.

Se vi sembro eccessivo, controllate la vostra pagina FACEBOOK, cercate i post ed i commenti contro i Tedeschi, i Francesi, gli Immigrati e chi più ne ha più ne metta, vedrete che sono solo realista.

Nessuno vuole una guerra in Europa! Penso che questa sia un’affermazione vera, poi penso al ponte di Mostar distrutto senza che nessuno abbia mosso un dito contro (come i Bussha Afghani del resto). Penso alle bombe sganciate sui Balcani (se non finivano sganciate in Adriatico, sulla via del ritorno). Tutte immagini spettacolari per l’apertura dei TG. Penso anche a cose successe vicino a noi: i bombardamenti sulla Libia, dei nostri caccia, le bombe sui treni, i missili contro gli aerei (sopra Ustica o sopra le lande Russe), più indietro nel tempo ma sempre uguali.

Che ci sia qualcuno…

Mah! Che ci sia qualcuno che veda di buon occhio un nuovo conflitto in Europa? Per azzerare tutto e partire di nuovo da capo, dalla distruzione e dalla fame? Mah!

Fame che fa accettare tutto, dalle migrazioni di massa ai lavori di merda con salari da fame. Ricominciando un ciclo, ormai troppo sbilanciato verso il benessere diffuso, che forse non piace a tutti.

Chissà?

I segni ci sono, i semi sono stati gettati, speriamo solo che trovino un terreno arido, una pietra, dove sia impossibile germinare. Noi cercheremo di non innaffiarli.

Giancarlo