Portate pazienza nell’apertura dell’articolo, anche se ho ridotto le dimensioni le foto sono tante.
La premiazione della mostra concorso di pittura Premio Insula Romana “Roberto Quacquarini” si è svolta il 18 Dicembre 206 a Bastia Umbra Presso la sala espositiva del centro San Michele.
Premi:
Premiazione:
Video:
Un’edizione dalla partecipazione eccezionale con 135 artisti coinvolti.
I primi tre classificati sono risultati Vittorugo Sassi (Fabriano), Joy Stafford (Sansepolcro) e Donatella Masciarri (Città di Castello). Inoltre sono state segnalate venti opere particolari.
Il presidente dell’associazione culturale “Amici dell’arte Ciao Umbria” Marco Giacchetti a presieduto la premiazione.
Alcuni artisti presenti
Sono Irina Luchina e Franco Taccogna che hanno gentilmernt posato per noi.
Ed ecco le opere, bellissime, in ordine sparso:
Ecco il mio lo ripresento per chi, eventualmente si chiedesse quale era.Grazie a tutti.
Francesco Verdi voce e chitarra ritmica, Marco Dainelli chitarra, Damasco Xxx tastiere, Giovanni Baglioni basso, Mattia Alberto Righeshi batteria, Michele Bellini voce aggiunta.
Venerdi 9 Dicembre all’HB di Terranuova Bracciolini, che spettacolo, uno dei meglio negli ultimi anni.
Son stato fantastici.
Ecco la band:
Anche tutta assieme.
Ora alcune foto della serata.
Godetevele.
E poi non c’è che da prendere una birra o un caffè e la serata scorre via veloce come un treno.
Se volete ingrandire le foto cliccateci sopra le otterrete ad altissima risoluzione. Potrete farci poster santini e quant’altro.
é il miglior reportage fotografico dei Vintage mai fatto.
Stavo guardando CSI il serial americano che danno in TV. Parla di come gli Americani dominano il mondo. Sono sempre avanti, anche se devono ridurre il budget di spesa hanno sempre gli strumenti diagnostici migliori a disposizione, seguono incredibilmente labili tracce, ricostruendoci la scena, il delitto, anche nei minimi dettagli e scoprendone l’esecutore, che in un modo o nell’altro sarà affidato alla giustizia.
Perché gli Americani sono fissati con la giustizia, sono disposti a fare anche cose ingiuste per giustiziare un colpevole. Comunque fan di tutto per consegnare un colpevole alla giustizia. Se consegnano un colpevole non possono sbagliare, da qui la loro incredibile bravura investigativa.
E’ una serie seria, ma buffa, se la si vede con occhio critico e stomaco di ferro, si capisce subito che è una serie comica, una buffonata insomma, che serve a mascherare tante ignoranze, tanta mancanza di cultura.
Cultura
Oggi hanno tagliato il programma: di solito danno due episodi consecutivi, oggi, dopo il primo, hanno dato un altro programma: Cultura Moderna.
L’ho visto tutto.
Ecco questo era, in sostanza, il programma in onda.
Ma potrei parlarvi anche dei conduttori, dei concorrenti, del pubblico in sala, un bestiario di varia umanità che…
Sotto inchiesta, la conduttrice cinguetta con un ospite che aveva ipotizzato l’ergastolo per quanto fatto dai due amanti, medico ed infermiera, in questi giorni alla ribalta nella cronaca di molti media e quotidiani cartacei ed on line.
Lei dice:” siii, ergastolo, che poi non è mai ergastolo, poi riduzione delle pene per buona condotta ecc. ecc. ”
E lui:
“beh, se ci sono i presupposti…”
E lei:
“temevo questa risposta”
E lui:
“Bhe allora se la mettiamo su questo piano diciamo che sono tutti colpevoli e li condanniamo tutti alla massima pena…”
E poi non ricordo se sono le parole esatte, potete andare a scaricare la trasmissione in Podcast se volete saperlo esattamente, ma il concetto è li, il pensiero è tutto li. Nel giorno che si festeggia la Toscana ed il suo Granduca che abolì oggi la pena di morte.
Oramai, in questi tempi depravati, non viene più imprigionato a vita nessuno, massimo gli danno trent’anni, quasi certamente meno.
Come se trent’anni fossero pochi.
Ma a cosa serve l’ergastolo?
Il reo potrà mai essere recuperato alla società in galera a vita. E quale speranza ha il detenuto, di morire presto per ridursi la pena?
Comprendo bene i sentimenti di chi è stato vittima di un reato, ma i sentimenti dell’offeso non possono guidare il giudizio del giudice, del legislatore, del popolo, ancor meno del conduttore del programma radiofonico della radio pubblica.
La comunità deve fare di tutto per perseguire il reo ma non vendicarsi, quel sentimento posso capirlo, a caldo, dalle vittime o dai parenti delle vittime, che comunque non possono cercare vendette, iniziare faide, innescare ulteriori tragedie.
Signora Falcetti, si controlli in certe esternazioni che è solita avere, la seguo ed ho avuto modo di sentirla altre volte, lei sembra molto accanita, vendicativa quasi, ma forse è solo l’euforia, l’ebbrezza di chi chiede giustizia a gran voce e vuole enfatizzare questa richiesta, per il consenso che ne viene. Ma stia attenta, che i forcaioli non finiscano appesi.
Dobbiamo misurare le nostre reazioni.
Meglio indignarsi per cause migliori, per cose peggiori, che per un assassino o un criminale, volontario o meno, presunto o meno.
Indigniamoci per chi corrompe e per chi si lascia corrompere.
Facciamolo per chi non paga le tasse e per chi permette che qualcuno non le paghi.
Forse sarebbe meglio fermare chi sta rubando il futuro ai nostri figli disoccupati, a noi sottopagati a loro nullatenenti?
Senza imprigionarlo, però, ma mandandolo al lavoro, quello vero, mettendolo alla manovia ad applicare il mastice alle suole delle scarpe, che può causare malattie degenerative terribili. Oppure gli potremmo far pulire le stive e le cisterne delle navi da trasporto in porto, che esalano miasmi velenosi. O anche spostare i blocchi di marmo in cava per metterli nei camion e portarli via, che ogni tanto cadono addosso a qualcuno.
Non è chi uccide in un incidente o in una rissa il criminale, il criminale fa intossicare per anni i suoi operai facendoli ammalare tutti e tutti i discendenti ed i vicini di casa di mesotelioma o di qualche altro cancro maligno.
Il criminale fa pagare il fallimento della banca ai correntisti ed assolve in tribunale i top manager della stessa, perché devono prendersi la buonuscita.
Manuela, perché non sento tutta questa indignazione, la stessa indignazione che ho sentito per un povero disgraziato che non conosco e che non so nemmeno chi sia, che pare si credesse Dio e di conseguenza sterminava gli uomini?
Vediamo, prima di tutto, quali sono le forme di governo attuali.
Storicamente se ne sono sperimentate molte, quelle che voglio ricordare sono: Monarchia, Repubblica e Dittatura. La monarchia e la dittatura sono ancora presenti in alcuni paesi del mondo ma la maggior parte degli altri si è evoluta verso la democrazia, preferendo la repubblica che può essere di tipo parlamentare (anche la monarchia può essere di questo tipo e in questo caso è molto simile ad una repubblica, solo che il capo di stato, re o regina, non viene eletto ma si tramanda per via genetica) o presidenziale nonché semipresidenziale.
Nei governi di tipo presidenziale il capo di stato o il capo del governo sono eletti direttamente dai cittadini e non hanno bisogno della fiducia dei parlamenti, mentre nel semipresidenzialismo il capo del governo si, essendo nominato indirettamente, ad esempio dal capo di stato.
“La forma di governo, da non confondere con la forma di Stato, è il modello organizzativo che uno Stato assume per esercitare il potere sovrano. Più in generale può intendersi come la modalità con cui viene allocato il potere tra gli organi portanti dello Stato: Parlamento, Governo e Capo di Stato; la forma di governo quindi attiene ai rapporti che si vengono a instaurare fra di essi e alle modalità con cui vengono ripartite e condivise le rispettive competenze”.
In Italia, secondo la Costituzione il potere sovrano appartiene al popolo, infatti lo cita nei principi fondamentali all’articolo 1:
Art. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Tutti gli altri sono al servizio del volere del popolo, dei cittadini.
Può allora un governo democratico togliere i diritti ai cittadini?
NO! Non può, e se lo fa l’atto è illegittimo.
Vediamo cosa ha fatto questo governo.
A- Con il Jobs Act ha eliminato l’articolo 18 dallo statuto dei lavoratori, che sanciva dei diritti dei lavoratori stessi, di tutti i cittadini, perché la repubblica Italiana, sempre secondo la Costituzione, è fondata sul lavoro, sempre scritto nei principi fondamentali, sempre nell’articolo1:
Art. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
B- Con la modifica alla seconda parte della Costituzione toglie agli elettori il diritto di votare i propri Senatori, che saranno scelti, non sappiamo da chi, tra i sindaci ed altri consiglieri, non sappiamo come.
Se questa riforma avesse eliminato il Senato, non ci sarebbe problema ma con un senato sempre attivo, sempre con le stesse funzioni, avere Senatori nominati anziché eletti per fare quel mestiere è un’alienazione grave del diritto.Tra l’altro il potere del Senato come rappresentante delle istanze locali, come dicono lo avrebbero trasformato, non potrà essere esercitato in quanto sappiamo già che la decisione sulle questioni locali sarà prioritaria del governo con la “clausola di supremazia statale”. In caso di difformità di giudizio ha ragione il governo che decide autonomamente. Il governo si aumenta i poteri da solo.
Inaccettabile.
Questi sono solo due esempi di come si sta evolvendo la forma di governo in Italia, da Repubblica Democratica a…
Ma dove andremo a finire? Chissà!!!
Non fatevi infinocchiare, nessuno si è opposto al Jobs Act, perché sotto ricatto della crisi e dell’emergenza lavoro. Stavolta non facciamoci ricattare più, non confermiamo questa porcata, passata al vaglio parlamentare di un parlamento prono e servizievole ai voleri del governo, eletto con una legge elettorale incostituzionale e che pretende di cambiare la Costituzione stessa. Forzata nei contenuti, nei tempi e nell’interpretazione.
Ma possiamo rimediare, fortunatamente il governo, il promotore, il fautore di questa modifica costituzionale deve chiederci il permesso, almeno finché vige la costituzione attuale deve farlo, perché continui a chiedercelo, perché non decida autonomamente anche questo, al referendum confermativo diciamo di no.
Queste forme di governo danno uno schema generale della variabilità della struttura di potere racchiusa all’interno del governo di una nazione. Comunque, ogni governo è unico, così come ogni nazione e la sua costituzione – le leggi fondamentali che descrivono la forma di governo dello Stato
Vi parlo della Poesipittura. Una mostra collettiva che si è tenuta a Città di Castello e chiusa il 6 Novembre scorso.I media locali l’hanno descritta così:
POESIPITTURA, A CITTA’ DI CASTELLO CONNUBIO DI SUCCESSO TRA ARTI.
A Città di Castello nella Sala Art’è di Via del Popolo interessante mostra d’arte denominata “Poesipittura”. Abbiamo raccolte le testimonianze di Donatella Masciarri Curatrice. Daniela Brodi Presidente Associazione Art’è. Di Marco Giacchetti Presidente dell’Associazione Culturale Amici dell’Arte e Ciao Umbria. Delle pittrici Annamaria Veccia e Adriana Gigliarelli
La pittrice Annamaria Veccia ha scritto in proposito:
DESIDERO RINGRAZIARE PUBBLICAMENTE DONATELLA MASCIARRI CARA AMICA ED ARTISTA DI TALENTO. PER L’AMORE LA GENTILEZZA E LA PROFESSIONALITÀ’ CON LE QUALI HA RESO POSSIBILE L’ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA COLLETTIVA DI POESIPITTURA. NELLA SALA STUPENDA SALA ESPOSITIVA DI ” ART’E’ A CITTÀ’ DI CASTELLO ( PG).
OLTRE QUARANTA ARTISTI , ME COMPRESA, HANNO ESPOSTO UN’ OPERA PITTORICA ESEGUITA SULLE RIME DI UN POETA CONOSCIUTO E MENO. ACCETTANDO DI BUON GRADO L’INVITO DI DONATELLA MASCIARRI A CIMENTARSI IN UN MERAVIGLIOSO CONNUBIO QUALE È’ LA POESIA È LA PITTURA. DUE FORME D’ ARTE DIVERSE MA NEL TEMPO STESSO COSÌ’ UGUALI QUANDO A PARLARE È’ LA VOCE DEL CUORE. DONATELLA HA CREDUTO IN QUESTO COINVOLGENDOCI CON L’ENTUSIASMO E LA CARINERIA PROPRIE DEL SUO CARATTERE. BELLISSIMO ANCHE IL POMERIGGIO DI ESTEMPORANEA NELLA SALA ” ART’E'”. DOVE IN UN CLIMA DI VERA AMICIZIA ABBIAMO DIPINTO CON L’ENTUSIASMO CHE DONATELLA RIESCE A TRASMETTERE. GRAZIE DONATELLA CARA AMICA, GRAZIE PER QUANTO HAI FATTO IN QUESTI GIORNI DI ESPOSIZIONE. DIVIDENDOTI FRA I TUOI MILLE IMPEGNI. E GRAZIE SOPRATTUTTO PER AVERE IO UN MOTIVO IN PIÙ’ PER ESSERE PIÙ’ SERENA …….. LA TUA AMICIZIA.
Avrete capito che la Poesipittura unisce due arti una parlata (e scritta) una visuale (e dipinta), L’idea è partita, qualche hanno addietro in Italia, Donatella l’ha ripresa e portata avanti.
Le foto
Il risultato è stato eccellente, come potrete vedere dalle immagini sotto.
Sia la poesia che la pittura devono suscitare emozioni profonde, evocare ricordi sopiti, guidare il cervello nel labirinto inconscio in cui abbiamo sepolto la nostra vita, la storia della nostra vita, riportando in superficie il nostro io essenziale.
Chi per giocarsi l risultato in qualche sito on line, chi per pura curiosità, chi non gliene importa nulla, ma messo di fronte alla questione se ne interessa comunque.
Infatti su questo quesito hanno costruito anche un programma televisivo di successo(?), che interrompendo un video particolarmente avvincente un attimo prima che qualcosa succeda chiede al telespettatore di indovinare come andrà a finire, per interessare maggiormente il pubblico otre a mostrare come va a finire gli autori del programma spiegano, scientificamente, anche perché le cose vadano a quel modo.
Comunque la domanda è abbastanza comune, ce la facciamo per forzare il pensiero verso la risposta.
Come andrà a finire il referendum? E’ chiaro che la risposta non prevede molte possibilità: vince il si o vince il no. Anche se penso sia possibile, anche se difficile, un pareggio. Ma può essere interessante domandarsi che succede se vince il si o il no. Beh, fantastico sarebbe se pareggiassero, ci sarebbero ricorsi, si riconterebbero le schede e se, benché con numeri diversi, il nuovo conteggio riconfermasse il pareggio? si tornerebbe a votare? Poiché non ha vinto il si, il referendum non è confermato e quindi vince il no? Credo che questa sarebbe la logica soluzione, ma si segue la logica in politica? No, penso di no.
Ma come andrà a finire se vince il si?
Avremo una pessima legge elettorale che darà una maggioranza assoluta ad un pessimo parlamento che farà quello che vuole (il capo del partito di maggioranza) senza opposizione (ne esterna ne interna, ne della camera alta). Il governo sarà indiscusso ed indiscutibile, lavorerà alacremente per far si che la situazione politica non possa cambiare, magari cambiando anche la parte prima della costituzione (sarà semplice raggiungere il numero di voti necessario).
Finiremo (molto probabilmente) in una dittatura più o meno soft, che guiderà il popolo ignorante ed incapace di autodeterminazione.
Ne usciremo (molto difficilmente) tra qualche generazione, (magari) dopo una guerra civile devastante.
Se vince il no, invece, come andrà a finire?
Niente non succederà niente. Ma siamo speranzosi che i protagonisti di queste ultime stagioni politiche escano di scena, se non volontariamente, almeno naturalmente a causa dell’età (per alcuni di loro): Sarebbe bello lo facessero per vergogna (per tutti) oppure perché mandati a casa alle prossime elezioni (come dice il proverbio: la speranza è sempre l’ultima a morire).
A tal proposito so già come andrà a finire, almeno nel lungo periodo.
Saremo tutti morti. Questo è certo.
Sarei solo dispiaciuto toccasse a me prima di qualcuno di loro, qualcuno a cui sono particolarmente affezionato.
Certo è strano come questa gente si arrabatti, faccia di tutto, per detenere un potere così breve, così vacuo, così inutile, che nulla potrà contro la morte, la nostra ma anche la loro, l’unica certezza.
La morte è una livella, mette tutti sullo stesso piano, chissà perché ancora qualcuno pensa di sfuggirgli e nel frattempo fa cose dalle conseguenze terribili?
Estemporanea del pellegrino, si è svolta il13 Novembre, a Rigutino, Arezzo.
Ora dovete sapere che in località la Sassaia, c’è bellissima pieve, detta anche pieve di Rigutino, dedicata a San Quirico e Giulitta.
Rigutino è famosa perché il Il 14 maggio 1799 vi si svolse il combattimento fra popolani aretini e soldati polacchi, comandati dal celebre generale Jan Henryk Dąbrowski passato alla storia come Battaglia di Rigutino.
Da Rigutino si passa per andare al monte Lignano, sede in un parco e di uno zoo. Per salire al parco si passa davanti alla pieve di Rigutino, in località la Sassaia. Li è posto il rifugio dello spirito “Pieve la Sassaia” XI secolo, Albergo del pellegrino, che da rifugio a chi ha bisogno, il gestore Giovanni, per questo fa quel che si può e si deve.
Giovanni si riconosce da lontano, la croce rossa, tipica dei Templari, spicca sulla casacca bianca. Giovanni, a parte l’aspetto guerriero, non sembra pericoloso, anzi Giovanni preparerà il pranzo per i pittori infreddoliti. Un pranzo ricco e buonissimo. Nell’intervallo tra la pasta all’Amatriciana e la tagliata con i fagioli, recita una poesia, per ritemprare anche lo spirito e riattivare il pensiero. Volendo consultarla ed avendo il tempo necessario per farlo, Giovanni ha un fornita biblioteca, a cui attingere. Ma il pomeriggio dobbiamo continuare a dipingere, farlo è più duro che al mattino, il freddo non è intenso ma si fa sentire, continuo, si fa proprio sentire.
La giornata finisce senza vinti ne vincitori, senza competizione, senza premi. Ci facciamo una bella foto tutti insieme con i dipinti.
Abbiamo vinto tutti, siamo stati bene insieme, abbiamo fatto nuove amicizie, ci siamo ritemprati lo spirito ed il corpo e abbiamo passato un giorno intero in un posto magnifico, tra uliveti e cipressi, che la nebbia della mattina non ci ha fatto che intravedere.
Una bellissima estemporanea del Pellegrino, da ripetere ancora.