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Acqua

Acqua

Volevo rappresentar l’acqua.

Viene dal sole ed il sole vi si specchia.

l'acqua e sole
Viene dal sole ed il sole ci si rispecchia

E’ femmina.

l'acqua e donne
E’ femmina

Allora bisogna rappresentarla nel suo stato reale, o ideale, o…

E così…

l'acqua
E’ l’acqua il più potente degli elementi.

O dovrei dire la più potente, tra gli elementi?

Giancarlo

L’acqua

Gabriele D’Annunzio la descriveva così:

Acqua di monte,
acqua di fonte,
(e) acqua piovana,
acqua sovrana,
acqua che odo,
(e) acqua che lodo,
acqua che squilli,
acqua che brilli,
(e) acqua che canti e piangi,
acqua che ridi e muggi.
Tu sei la vita
e sempre sempre fuggi.

Mentre Gianni Rodari ne parlava così:
La neve è acqua gelata

Aiuto!
Dall’Acqua è scomparsa la q.
Ma intanto, con quest’acua, dimmi tu
che ci fai:
non ci si può navigare,
non ci si può fare il bucato,
e non fa girare
le ruote dei mulini,
le pale dei battellini.
La cosa più lagrimabile
è che l’ acqua senza q non è potabile.

Ma l’ acqua non si ferma mai sempre si trasforma e passa e va. L’ acqua è come il tempo puoi vederla ora ma non la rivedrai mai più.

Non puoi fare il bagno due volte nello stesso fiume, anzi nella stessa acqua del fiume.

l’acqua è vino ma anche il vino è acqua, noi siamo acqua.

La terra è acqua, più del 75% e continuiamo a chiamarla terra.

Dell’acqua ha parlato anche il poeta Roberto Piumini

E l’acqua
E l’acqua
fresca nasce
fa ruscelli
scende
casca sui sassi
scroscia
e frusciando
fa il fiume.

E l’acqua
sciolta nuota
nelle valli
e lunga e lenta
larga
silenziosa
luminosa
fa il lago.

E l’acqua
a onde muore
non muore mai
e muore
non muore mai
e muore
mentre immensa
fa il mare.

E ne hanno declamato altri, ma senza esagerare, senza troppa scelta.

Carnevale.

Carnevale

Il carnevale di Bucine è finito.

Fino al prossimo anno niente carri, niente ciacce fritte, niente bomboloni e niente Re del Carnevale che è finito in fumo.

Il Re ci sarà l’anno prossimo rigenerato dai bambini dell’Alveare: l’asilo di Bucine.

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Protezione civile di Bucine “La racchetta”

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Il re Carnevale è seduto sul suo trono, in attesa dell’esecuzione della pena capitale.

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La gente e i ragazzi tutti lontano (lontano???) dalle fiamme.

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Fire the King

(Clicca qui o sull’immagine per vedere il video su youtube). 

Il re è morto, è stato bruciato, ci siamo vendicati del potere. Il potere ci perseguita trecentosessantaquattro giorni all’anno euno, questo giorno, l’ultimo di carnevale, ci rifacciamo e gli diamo fuoco.

Ma è veramente utile bruciare il Re?

Secondo me no! Non mi sembra neppure educativo. Poi sentendo i commenti dei bambini, che incitavano a bruciarlo, mi sembra di rivedere altri fuochi, i roghi delle streghe, gli incitamenti a bruciarle. Il fuoco taumaturgico e terapeutico. Un fuoco purificatore, pacificatore, gratificante.

Cosa resta?

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coriandoli, grigi al vento.

Un gran magone, per aver scoperto come siamo, come siamo sempre stati e sempre saremo, fin tanto che ci saremo.

Confidiamo che dopo la pioggia (di cenere) qualcosa migliori.

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Giancarlo

PS.

Quest’anno, 2017, mi hanno detto che è stato bruciato un re di carta, quindi niente inquinamento selvaggio e fiamme a tutto fuoco che venivano dalla gomma e dal poliuretano del fantoccio reale.

Bene, il miglioramento non penso sia dovuto a questo mio articolo, ma dimostra che avevo delle buone ragioni per lamentare la cosa.

Per ora abbiamo un rogo ecologico, speriamo che domani non sia accenda più neppure quel rogo.

Giancarlo

A proposito di quanto sta accadendo in Ucraina…

A proposito…

A proposito di quanto sta accadendo in Ucraina

La Russia, scontenta della cacciata di Janukovič e della conseguente perdita potere, vuole rifarsi, almeno in Crimea. Poi che si limiti ad al controllo tattico militare del territorio oppure arrivi all’annessione dipenderà da vari fattori, diplomatici e non, vedremo come va a finire.

Ora, perché mi sono allacciato a questa notizia?

Perché ho sentito tanti commenti alla radio, tra questi chi vorrebbe un intervento dell’ONU, della EU, magari del Papa e via elencando.

Adesso, potrei essere favorevole all’intervento del Pontefice, del Dalai Lama e/o di qualsiasi altro Sant’uomo, le cui parole o i fatti non faranno male anche se facilmente non saranno risolutivi del problema.

Ancora mi preoccupa l’idea che tutto possa risolversi in un conflitto, fratricida, una faida tra Ucraini e Crimei russofoni, e poi Tatari, Bulgari, Rumeni, Turchi e tutte le minoranze di cui la Crimea si nutre, fomentata dall’Europa, dagli USA e dalla Russia.

Le guerre non servono a niente, come recita il bel articolo 11 della nostra bella Costituzione, il cui incipit: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”

Le guerre, in fondo, possono anche servire, se ricordate, ad evitarne di nuove.

Allora bisogna ricordarsi di ricordarle.

Stamani sono andato a visitare il cimitero di Guerra di Arezzo…

A proposito Arezzo War cemeteryEcco la guerra, qui si può vedere in un colpo d’occhio cosa sia la guerra.

A proposito EntranceUna bella fila d croci, ogni croce un uomo.

A proposito elencoEcco cos’è, una lista di nomi, di ragazzi, di uomini morti, dei loro paesi di origine.

Si può capire facilmente quanto poco abbiano vissuto e quanto non abbiano vissuto.

Non dimenticatelo.

altareNon fatela la guerra, non vorrete essere visitati assieme a tanti altri.

A proposito aP1220826 A proposito aP1220824 aP1220823Tutti in fila, allineati e coperti a dimostrare che voi c’eravate, voi avete combattuto.aP1220822 aP1220818 aP1220817Che tristezza.

aP1220816 aP1220815Un soldatoGiancarlo

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Baron Kuffner. un acquerello difficile.

Baron Kuffner.

Baron Kuffner

Baron Kuffner.

Credevo fosse semplice, ma con l’acquerello si fatica a rendere certi toni.

Beh, giudicate voi, comunque.

Nell’attesa di vostri commenti, suggerimenti e suggestioni.

Giancarlo

Il barone Raoul Kuffner de Diószegh era il secondo marito di

Tamara Rosalia Gurwik

Figlia di Malvina Decler, una p il barone Raoul Kuffner de Diószegh (188olacca e di Boris Gurwik-Górski, agiato ebreo russo.
A seguito della prematura scomparsa del padre, dovuta al divorzio secondo le dichiarazioni dell’artista, o a un suicidio secondo altre ipotesi, Tamara vive con sua madre e i suoi due fratelli (Stanisław e Adrienne), sostenuta dalla famiglia Decler e vezzeggiata dalla nonna Clementine.
Proprio per accompagnare la nonna compie il suo primo viaggio in Italia nel 1907, nel corso del quale, dopo aver visitato le città d’arte italiane ed essersi spostata in Francia, Tamara ha imparato alcuni rudimenti di pittura da un francese di Mentone. La sua formazione scolastica, seguita dalla nonna Clementine, va posta tra una scuola di Losanna (Villa Claire) in Svizzera e un prestigioso collegio Polacco di Rydzyna. L’anno successivo, alla morte della nonna, si trasferisce a San Pietroburgo in casa della zia Stefa Jansen, dove conobbe l’avvocato Tadeusz Łempicka (1888-1951), che sposò nel 1916.

Durante la rivoluzione russa del 1918, suo marito venne arrestato dai bolscevichi, ma venne liberato grazie agli sforzi e alle conoscenze della giovane moglie. Considerata la situazione politica in Russia, i Łempicka decisero di trasferirsi a Parigi, dove nacque la figlia Kizette nel 1920. Tamara iniziò a studiare pittura alla Académie de la Grande Chaumiere e alla Académie Ranson con maestri come Maurice Denis e André Lhote. Qui affinò il suo stile personale, fortemente influenzato delle istanze artistiche dell’Art Déco, ma al contempo assai originale. Nel 1922 espone al Salon d’Automne, la sua prima mostra in assoluto. In breve tempo divenne famosa come ritrattista col nome di
Tamara de Lempicka. Nel 1928 divorziò dal marito.

Fu anche ospite di Gabriele D’Annunzio al Vittoriale, rifiutando i suoi continui tentativi di  seduzione. Dopo aver viaggiato estesamente per l’Europa, ivi compreso in Italia e in Germania,
all’inizio della seconda guerra mondiale si trasferì a Beverly Hills in California con il secondo marito, il barone Raoul Kuffner de Diószegh (1886-1961), che aveva sposato nel 1933. Nel 1943 si spostarono nuovamente, questa volta a New York, dove la pittrice continuò la sua attività artistica.

Dopo la morte del baron Kuffner nel 1961, Łempicka andò a vivere a Houston in Texas, dove sviluppò una nuova tecnica pittorica consistente nell’utilizzo della spatola al posto del pennello. Le sue nuove opere, vicine all’arte astratta, vennero accolte freddamente dalla critica, tanto che la pittrice giurò di non esporre più i suoi lavori in pubblico. Nel 1978 si trasferì a Cuernavaca in Messico. Morì nel sonno il 18 marzo 1980. Come da sua volontà, il suo corpo venne cremato, e le ceneri vennero sparse sul vulcano Popocatepetl.

Era bisessuale dichiarata.

I primi numeri di Fibonacci.

I primi numeri di Fibonacci sono:

1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144, 233,377,610, 987, 1597…

Tutti i numeri, diversi dal numero 1, possono essere scomposti in fattori primi; cioè possono essere ottenuti moltiplicando una combinazione unica di fattori primi, ovvero, può cambiare solo l’ordine dei fattori ma non il numero ed il valore dei fattori stessi. Ogni numero della sequenza di Fibonacci ha almeno un fattore diverso da qualsiasi fattore di un numero di Fibonacci precedente.

1- I numeri primi sono quelli che possono essere divisi solo per 1 e per se stessi senza ottenere resti. Ma 1, in realtà non è un  numero primo, infatti porremmo moltiplicarlo e dividerlo un numero di volte a piacere ed ottenere sempre 1, ottenendo una fattorizzazione variabile, che non garba, ne è elegante, insomma non va bene. Quindi il numero 1 sarebbe facile da scomporre  in 1×1, ma 1 non è un  numero primo, anche se un tempo era considerato il primo dei numeri primi.

2 – è in realtà il primo numero primo, perché a parte che per 1, per il quale tutti i numeri sono divisibili una o più volte, è divisibile solo per 2. E’, per me, interessante notare che questo numero primo, il primo, è anche l’unico numero primo pari. Tutti gli altri pari saranno infatti divisibili almeno per 1, per 2  e per se stessi. (I numeri primi appartenenti alla serie di Fibonacci li scriverò in Rosso).

3 – il quarto della serie, è divisibile per 1 e per se stesso, ed è, anche lui, un numero primo.

5 – è primo e ovviamente, unico e non ancora incontrato tra i divisori dei numeri della successione.

I primi numeri di Fibonacci
http://commons.wikimedia.org/wiki/File%3APascalFibonacci.svg

Ancora su i primi numeri di Fibonacci:

Adesso incontriamo la prima anomalia, il sesto numero di Fibonacci, così come il 12esimo e nessun altro, non ha(nno) almeno un fattore diverso da quelli di un precedente numero di Fibonacci.

8=2x2x2

13 – Numero primo.

21=3x7

Siamo arrivati al settimo numero di Fibonacci. Si può scomporre in una sequenza unica di fattori, di cui almeno uno unico,  cioè non ancora comparso tra quelli dei numeri di Fibonacci precedenti, il 7. (I fattori che non dividono numeri di Fibonacci precendenti li scriverò in azzurro)

34=2x17

55=5x11

89

ed ecco l’altro numero anomalo.

134=24×32

poi, fino all’infinito.

233

377 = 13 x 29
610 = 2 x 5 x 61
987 = 3 x 7 x 47
1597
2584 = 23 x 17 x 19
4181 = 37 x 113
6765 = 3 x 5 x 11 x 41
10946 = 2 x 13 x 421
17711 = 89 x 199
28657
46368 = 25 x 32 x 7 x 23
75025 = 52 x 3001
121393 = 233 x 521
196418 = 2 x 17 x 53 x 109
317811 = 3 x 13 x 29 x 281
514229
832040 = 23 x 5 x 11 x 31 x 61

Questi sono solo i primi numeri di Fibonacci, solo i primi trenta, ma va avanti così per sempre.

Da notare quanti numeri primi si incontrino nella sequenza di Fibonacci, questo la rende molto interessante.

Giancarlo

Carnival, I’m back on Bucine Carnival

Carnival.

I promised to come back on Bucine Carnival, here I’m.

Bucine carnival Bucine carnival Bucine has his own carnival. It’s a tradition, since when? Who knows. It’s a nice festival, I agreed, especially for children. It’s small, that’s good for parents, to avoid missing their children. Bucine carnival Bucine carnival

It’s ECO, since our major stopped chemical sprays.

Stelle filanti Coriandoli It’s clean, just after it ends, workers come to leave confetti and streamers laying on the street. An amazing place to visit for families, it is free, no entrance fee. Confetti costs between one to few Euro, depending on their packaging size. In the middle of float parade, floats stops and you and children may buy schiacciata or bomboloni caldi for 1 Euro each. In a couple of hours all ends and you can come back home, or do what you like to do next.

So this is nice, this is a part of paradise?.
It’s close to it, if it’s not too cold you stay well and you may worm yourself following the float where your daughter or your son is in.

Bucine Carnival

But there is something not positive, and like in a thriller it comes at the end.

Carnival king
Carnival king, created by children from the Bucine kind-garden, will be the only one who not survive the carnival. He ‘s going to burning at the end.

The king of the carnival as tradition ask, when carnival ends, is burned.
This king, pleasant to me, is going to be killed, burning in a fire and I don’t understand why.
Why we must kill him, burning him.
Why we must kill.
How we can.
How…

OK, OK I cannot be moralist, I’m not that, to live space for some new one, old one has to disappear. To reappear next year to be burned once again.
It’s life cycle, space to youth, I agree, but in reality, old people stay there forever, all stay still there, glued to their chair, to their armchair to their throne and so on.
Probably burning them is the only way.

Anyway I cannot accept to “fire” someone. A pyre is cruel, people looking at flames, hypnotized, is crueler.

Then consider the king, he was created by children, from the kind-garden, just to be burned, at carnival end. Carnival king is in plastic foam, polyurethane, maybe,  not sure, but it burns with onrush, leaving tears of fire dropping down on the asphalt of the street and the smoke, acrid and black fill the upper air.
Some fool of wind try to burn also hairs of the nearest irresponsible heroic watchers.
All finish in a paddle of melt plastic flaming and in liters (hectoliters or more) of black smoke, surely toxic, at least dirty.
It’s that good?
It’s that useful?
Is that instructive?
It’s that OK?
It is the pantomime: kill the symbol of power to maintain the real one.
Let them laugh for one day to cry the rest of the year.
It’s not OK.
Not for me, don’t do it in my name.
Don’t do it.
Free the king, leave him alive. You might not fight him.
Leave him free, leave air fresh.

Giancarlo