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Io sono il presidente del consiglio dei ministri

Io sono il presidente del consiglio dei ministri

Ho scoperto di essere io il presidente del consiglio dei ministri, io non Renzi, non è stata una bella scoperta, non ci tenevo affatto. Il suo è un lavoro duro ed ingrato: dover mentire sempre, raccontare frottole come i dottori, perché la verità fa male ed il paziente, i cittadini, preferisce non saperla.

Ma sarete curiosi di sapere come l’ho scoperto? Seguitemi, cerco di spiegarvelo il più chiaramente possibile.

Leggevo su internet notizie riguardo l’economia Italiana. Il PIL è misero, siamo i peggiori d’Europa. Non riusciamo più a produrre ricchezza. Nemmeno bellezza riusciamo più a realizzare, figuriamoci ricchezza. Guardate le opere pubbliche che si vedono in giro (come detto nel post precedente: “Monumenti”). La ricchezza ogni anno aumenta, ma di uno zero virgola (0,…).

Ripresina

Il nostro primo ministro è però ottimista ci dice che la ripresa è iniziata e che gli Italiani si stanno arricchendo.

Ora per Renzi il risultato economico è maggiore di quel che sembra,

cioè 2+2 non fa 4 ma 5 e questo mi ricorda Bertrand Russell ed un suo ragionamento famoso. Come lui, anch’io, partendo da queste basi posso dimostrarvi di essere, il presidente del consiglio dei ministri, non Renzi.

Allora, logicamente sappiamo che per Ex falso sequitur quodlibet, da (A e non A) –> (consegue) B.

Tornando alle affermazioni di Renzi, che deve falsificare i risultati per non dire di aver, in qualche modo, fallito la sua politica o che la sua politica ha fallito. Deve dire che  2+2 fa 5. Noi sappiamo che è falso, ma supponiamo che sia vero.

Possiamo affermare che da A 2+2 ≠ 5 e non A, (la sua negazione),–> B, (B è 2+2=5).

Perché, come suddetto, per logica da A e non A consegue B, se ora semplifico il valore di B conseguente 4=5, a cui posso sottrarre 3 da ambo i membri, ottenendo: 1=2.

Ecco che io sono 1 e, con il presidente del consiglio dei ministri, siamo 2; cioè 1=2, io = il presidente del consiglio dei ministri.

IO RENZI 2

Vi ho appena dimostrato, quello che affermavo all’inizio, di essere io il presidente del consiglio dei ministri. Non me ne vanto, per carità, anzi scusatemi. Credo, come presidente del consiglio dei ministri, di non averne indovinate molte per voi. Ma forse era mancanza di consapevolezza di quello che stessi facendo che non mi ha portato a grandi risultati. Ora lo so, ora che ho capito, vedrete, farò meglio, non sbaglierò più, almeno i conti. Quelli, giuro, li farò col telefonino.

io renzi conta
Renzi, per il momento conta molto, ma da domani conterà meno.

Il vostro PdCdM preferito

Giancarlo

 

 

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La Befana vien di notte a San Leolino…

La Befana

La befana è l’unica icona popolare toscana abilitata a portare regali e dolcetti ai ragazzi.

La Befana DSC_4128_lzn A_lznA dire il vero anche il ceppo (bruciato nel camino da Natale a capodanno) era occasione di festa. Si poteva far incetta di frutta secca, aranci e mandarini. O di dolci, caramelle e altro. Ma al ceppo te li sudavi battendo appunto, come un forsennato, il ceppo (tronco di legno enorme e cavo al centro) dentro al focolare. Battendo con una paletta ti accecavi dalle scintille e dalle fiammate che uscivano dal ceppo e non capivi da dove arrivava la pioggia di frutta e dolciumi. Sembrava proprio che uscisse da dentro al camino

Anche per la befana tutto dipendeva da te, da come ti eri comportato nell’anno, ma era un evento meno spettacolare rispetto alla battitura del ceppo. Ti addormentavi con la calza di lana appesa davanti al camino e ti svegliavi trovandola piena di tanta roba, forse. Il carbone, se c’era, era vero, era quello del camino. Chiaramente il carbone c’era se non avevi fatto il bravo o se, più  semplicemente, i tuoi non potevano permettersi altro.

Tutto quello che oggi c’è in più è fuffa e lolla. Pula della nuova finta tradizione consumistica.

La befana

La befana serviva ai ragazzini che aspettavano il riempimento delle calze appese ed ai giovanotti che andavano per “befani” la sera a suonare e cantare alle case per ricevere qualcosa, per lo più uova sode o pane o pane e salumi o frutta. Ma anche qualche occhiata dalle ragazze. Un po come il dolcetto scherzetto di Hallowin, ma senza maschere macabre, travestiti solo da vecchiacce, alla meglio.

La Befana DSC_4146_lzn A_lznQuest’anno, anche quest’anno, a San Leolino è venuta la befana a regalare calze di dolci, è talmente brutta che ogni tanto impaurisce i più giovani. Mi ricorda la Corinna, un tempo c’era lei a San Leolino a spaventare tutti i ragazzi che incontrava e lo faceva senza dargli regali.
Ma è una befana che non discrimina i piccini, regala a tutti una calzetta di dolci, lancia caramelle ed accetta bacini tremolanti.

La Befana DSC_4142_lzn ABella la Befana

La Befana DSC_4132_lzn A
La Befana

 

Giancarlo

Oggi sono stato all’IKEA, sono stato futurista.

Oggi sono stato all’IKEA

Bella, non ci sono dubbi, un posto immenso con tanta roba che forse ne avrò vista un decimo, massie, forse un centesimo di quella che c’era, ma oggi c’ero anch’io.

Pioveva, forse è per quello che dentro non si passava, tutti accalcati, tutti o quasi, che andavano in un’unica direzione; tutti bravi in fila, anche per le informazioni. Beh! Lì qualcuno passava, ma in genere solo per informazioni importanti che poteva leggere nei molti tabelloni, ma che nella bolgia, è sempre meglio chiedere.

Bene, le calca… impressionante, ma non faceva caldo, ovvero mi sono tolto il giubbotto ed ho usato le magnifiche sporte gialle per tirarmelo dietro con il minimo sforzo, poi vi si è aggiunto anche quello di mia figlia e qualche giocattolo, ma insomma, sono stato bene. Non è sempre così, nei luoghi affollati dove bisogna camminare patisco sempre come, immagino, si possa patire nell’inferno e sudo, sudo per vedere un articolo, sudo per provarmi le scarpe, i pantaloni, un giubbotto. Ah, il mio giubbotto, credo tenga bene i -40°C, ci potrei andare in un surgelatore industriale e non mi accorgerei della temperatura, ma li vendono così. In un’Italia che vedere -3 sul termometro dell’auto impressiona, dove un filo di foschia fa accendere fendinebbia che sarebbero più adatti ad un Boeing, non ti vendono giubbetti invernali ti vendono l’inverno che non c’è e che non ti accorgi nemmeno che non c’è, perché sono a scambio termico zero. Ma bastasse quello, tanto il cappotto io lo porto aperto, molte volte me lo levo e semmai lo lascio in macchina quando scendo, ma in macchina si lo tengo quasi sempre, tanto per far vedere che ne posseggo uno, se del caso. Ma bastasse il giubbone, dicevo, vedi gli altri, quasi tutti, imbacuccati come neonati da neo-mamme. Che hanno la sciarpa, quaranta giri di lana intorno al collo, e se non è lana è più fine ed i giri aumentano e poi la papalina, il berrettino di lana, anche qui se non è lana è peggio, meglio sia lana, credetemi, e i guanti, nemmeno fossero sulle piste in  Marmolada non se li tolgono mai, come gli occhiali da sole che forse sono protesi, che solo il barbiere può staccare da dietro le orecchie.

Ma insomma si stava bene e ho cantato, canzoncine stupide e irriverenti che nemmeno conosco, ma ero felice e cantavo, via, canticchiavo tra me e me, senza farmi sentire, che mi potevano prendere per pazzo, soprattutto mia moglie che meno male era sempre un po più avanti.

Ho anche osservato la gente, mentre acquistano qualcosa sembrano tutti architetti, e magari lo erano, ma sembrerebbe una combinazione troppo strana, non trovate?

Osservate la gente dove ce n’è tanta, Poi se è un posto di shopping c’è sempre da sorridere nei discorsi tra coppie, negli scoppi tra coppie (Invece di coppie avevo scritto copie, e in un primo momento lo volevo lasciare così ma poi ho pensato che gli individui non sono copie, nelle coppie sono diversi. Lui, è un luogo comune lo so, è quasi sempre lo scocciato, l’annoiato  e l’iracondo ma anche lei non è male nei suoi patemi d’animo.

Mi sono perso un paio di volte nell’osservare distinti signori (architetti?) che saggiavano con le nocche la consistenza del legno dei mobili che osservavano, giudicavano e valutavano, e forse non si rendevano conto della natura particolarmente esile di quelli in esame, e forse nemmeno della loro natura plastica, che i mobili in legno son più avanti e si vedevano bene di cosa erano fatti, se non altro bastava leggere il cartellino. Perché l’IKEA ti dice tutto e questa è una cosa meravigliosa.

Comunque ho speso, non è stata una gita infruttuosa, almeno per l’IKEA, son riuscito anche a caricare il tutto in auto ed arrivare sano e salvo a casa.

Peccato non ho potuto comprare le patatine, ma sarà per la prossima volta.

Devo anche provare il ristorante, ma oggi era veramente pieno di gente, da ogni apertura moltitudini ti si vomitavano contro e questo rigurgito continuo di gente vociante non era prodromo ad un rilassante pasto.

Il primo store IKEA nel 1965. sconosciuto - Historien om IKEA oggi
Il primo store IKEA nel 1965.
sconosciuto – Historien om IKEA

Bene ho finito, anche se non so cosa vi ho detto, si insomma lo so, vi ho detto che apprezzo l’IKEA, la sua organizzazione perfetta, anche per pagare ed apprezzo la gente, la calca, ha un che di futurista, forse mancano i motori rombanti e gli aerei sfreccianti o i treni fumanti, ma c’è il movimento, il movimento è futuro ed il futuro è certo, è certezza, è sicurezza.

Andateci, mi raccomando, andateci oggi o in un sabato piovoso all’IKEA o all’iperqualcosa od ad un Mac King qualsiasi, basta che sia grande abbastanza da permettere l’azione futurista alle masse e ascoltatele ed osservatele e poi ditemi cosa ne pensate, in un commento in fondo a questo post o in una mail a giancarlo(punto)arrigucci(at)gmail(punto)com o trovate un altro sistema, come vi pare, ma fatelo, andateci vivrete un’esperienza incredibile e ne sarete parte.

Saluti a tutti

un buon anno

VIVA L’IKEA.
Giancarlo

Premio Roberto Quacquarini 2015

Premio Roberto Quacquarini 2015

Premio tenutosi il 14 dicembre – 20 dicembre · Bastia
L’Associazione Pro Loco Bastia Umbra, in collaborazione con il l’Associazione Culturale Amici dell’Arte e Ciao Umbria di Bastia U. e l’ Associazione Culturale Gubbio Nautartis, ha organizzato la Mostra Concorso di Pittura dedicata al pittore Bastiolo, prematuramente scomparso, Roberto Quacquarini. L’iniziativa era patrocinata dal Comune di Bastia Umbra Assessorato alla Cultura.
Ecco i quadri partecipanti, Enjoy.

Vai alla pagina dedicata per vedere immagini più grandi.

Giancarlo

Occomemmai?

Occomemmai

e Occomemmai in Italia non riusciamo mai ad essere seri?

Occomemmai siamo sempre tutti a piangere?

e Occomemmai non ci incazziamo mai?

Occomemmai ce l’ho in punta stasera?

Eh, stasera mi gira e se mi gira la rigiro.

Qui in Italia quattro banche, una Consob assieme alla banca d’Italia e qualche ministro hanno spennato un sacco di gonzi, poi vanno in giro a dire che non è colpa loro, tutti, anche i gonzi.

Non era colpa delle banche che vendevan porcherie spacciandole per panini alla mortadella.

Non era colpa della Consob che invece di controllare dormiva, come la banca d’Italia? Oppure intascavano anche loro? Chissà?

Non era colpa dei ministri che, poveretti, hanno fatto il massimo per impedire che a pagare fossero tutti. Infatti qualcuno ha venduto ben prima che si scoprissero le carte e non ci ha rimesso nulla.

E i gonzi?

Certo non si posson dar la colpa da se, si darebbero degli strulli e invece loro volevano fare solo i furbi: prendere il 2% in più che sui BOT. Poi se han perso tutto piangon miseria. Come i bambini colti in fallo, non hanno fatto nulla e non son stati loro.

Ma se i gonzi son gonzi, i furbi, quelli veri, andrebbero comunque sanzionati e i controllori sanzionati due volte e i ministri sfiduciati per sempre.

Massìe siamo in Italia, mica altrove. Altrove avremmo subito assistito alle dimissioni dei vertici delle banche coinvolte, della Consob e della banca d’Altrove, I ministri, almeno quelli coinvolti, non si sarebbero neppure presentati a ritirare gli oggetti propri in ufficio, se li sarebbero fatti mandare direttamente a casa.

Ma qui nessuno pagherà, nessuno si dimetterà, nessuno verrà sfiduciato, nessuno se non i gonzi e, ammesso che gli rendano qualcosa, quel qualcosa sarà dei gonzi-gonzi (che poi saremmo noi, no! Noi siamo i gonzi-gonzi+gonzi).

E intanto le banche continuano a fare le banche d’affari, ti propongono titoli invece di prestarti i soldi, come dovrebbero fare.

Certo lo so che tempo addietro è finita la divisione tra banche d’affari e banche e tutte possono offrire tutto e tutti comprare tutto.

Che gioia, anche l’operaio può permettersi il conto titoli e, da casa, comprare e vendere in tranquillità. Che bello investire nei fondi comuni, nei fondi azionari nei fondi di caffè e negli ossi di seppia.

Ganzo, ganzo, ganzo.

Poi

de-localizzano la fabbrica e l’operaio azionario campa con l’azionariato, che  se lo ha ben differenziato non gli rende niente, se , invece, lo ha concentrato nei migliori titoli del listino perde tutto e piange perché non sapeva, forse la mamma, da piccolo, non gli dava mai soddisfazioni ed il padre, assente come la maggioranza di loro, non lo accarezzava mai, facendogli perdere autostima, autocontrollo e facendogliela fare anche a letto, fino all’adolescenza.

Insomma ci infiliamo da soli nelle sabbie mobili e poi, quando ce ne rendiamo conto, ci agitiamo come matti, dando la colpa agli altri che sprofondiamo ancora di più.

Ma finiamola, fate i seri, non siate più avidi ed ingordi e smettetela di fare, come sempre, i furbi.

Smettete di aspettare Godot, che agisca per voi, fatevene una ragione, avete sbagliato, è colpa vostra, non riavrete i vostri soldi ma pretendete, dovreste pretendere, che chi è responsabile del furto, i complici i pali e i ricettatori, vadano a casa.

Perché la miglior punizione  per loro è perdere il potere, e i soldi che ne ricavano.

La prigione gli si può risparmiare, mandiamoli a zappare, o a spaccare pietre.

Ma che ve lo dico a fare?

Tanto alla prossima elezione ce ne rimetterete altrettanti con la stessa faccia, la stessa bocca e gli stessi denti, negli stessi posti.

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Ceppoduro

 

E’ Natale, siamo tutti più buoni o no? NO!

Natale

A Natale siamo tutti più buoni! O no?

E’ Natale, è una festa religiosa, c’è chi fa l’albero, chi il presepe, chi si veste da Babbo Natale, chi segue omelie su Radio Maria o su internet.

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Un presepio tedesco böhringer friedrich – Opera propria

E’ Natale, è una festa commerciale, c’è chi compra lo stretto necessario e chi il superfluo, Chi spende e chi no. C’è chi ha fatto buoni affari e chi tenta di raddrizzarli ora.

E’ Natale, qualcuno si lamenta perché qualcunaltro, da qualche parte, vuole fare o non fare il presepio o l’albero di Natale o perché a scuola si permette o meno l’esecuzione di  canti Natalizi.

Siamo tutti scontenti pro o contro qualcosa o qualcuno e, ognuno per le sue ragioni, non tolleriamo l’altro e non sentiamo ragioni, altro che le nostre.

Non è un bel Natale il Natale quest’anno in Italia.

Il teatro romano di Gubbio ai piedi dell'Albero di Natale più grande del mondo Adri08 - Opera propria
Il teatro romano di Gubbio ai piedi dell’Albero di Natale più grande del mondo
Adri08 – Opera propria

L’Italia è diventata decisamente e velocemente multietnica, sempre meno Italana. E’ la globalizzazione, è l’immigrazione, lo sfruttamento, sono le guerre a fornire il materiale umano. Genti, costumi e religioni si mescolano senza incontrarsi, senza condividere idee ed esperienze, gli uomini si incontrano e le religioni si scontrano. E contro le religioni nulla è possibile. Neppure il pensiero laico riesce a far pace, anzi la laicità sembra essere un grosso handycap, sembra essere il problema.

Il laico ma, son convinto, anche il religioso moderato, tende a non voler imporre qualcosa agli altri, si rende conto che siamo tanti, tutti diversi, e cerca di convivere, pacificamente. E qui sbaglia, lo ammetto, non si può parlare di fede in pace. Di tolleranza, di convivenza civile, se non offrendo il fianco ad ogni bigotto che voglia dire la sua a sproposito.

Un presepio africano Lokilech - Opera propria
Un presepio africano
Lokilech – Opera propria
Presepio marchigiano con casa colonica tipica, pagliaio e ambientazione marina. La natività è rappresentata dentro ad una grotta di pescatori.
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OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Alcune persone laiche (non atee, laiche) hanno pensato che gli spazi, laici, del vivere comune, come le scuole, dove a volte intere classi sono a minoranza Cristiana, non debbano proporre, imporre ed ostentare simboli religiosi potenti, come canti, presepi o altro, per rispetto degli altri, di tutti gli altri.

E questo ha dato il “LA” all’intolleranza, a piccole guerre di religione comunali, cittadine, a volte di quartiere perché il credente si sente usurpato delle sue tradizioni, forse anche giustamente, devo dire; d’altronde il presepe in classe lo abbiamo sempre fatto, perché ora non dovremmo farlo più? E’ vero, gli “altri” si dovrebbero adattare venendo a vivere qua ed adattarsi qua ad altre usanze di la, sembrerebbe piuttosto ridicolo.

Quindi ammetto di non aver grandi argomenti pro e contro presepi e cantici vari, facciamoli, se li vogliamo fare, altrimenti no, non vedo il problema.

Affresco etrusco raffigurante Tifone. Tomba di Tifone, Tarquinia
Affresco etrusco raffigurante Tifone. Tomba di Tifone, Tarquinia

Però basta dividersi, Guelfi contro Ghibellini. Che facciamo? Ci affrontiamo in singolar tenzone sinché un’idea non prevale? Meglio trovare una soluzione condivisibile. No? Ma a chi affidare il giudizio?

A un cittadino?

A un insegnante?

A un prete?

Allo Stato!

Penso che sarebbe meglio che se ne facesse carico lo Stato, lo Stato Laico può decidere per credenti Cattolici, Teisti, Monoteisti e Panteisti o non credenti Atei ed Agnostici senza dubbio, con giustizia ed equità.

Per la nostra Costituzione:

Art. 19.
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa 
in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e 
di esercitarne in privato o in pubblico il culto, 
purché non si tratti di riti contrari al buon costume.

Quindi la Carta ci dice che si può non fare niente oppure fare il Presepe e pregare verso la Mecca, anche insieme. Ma avvicinare le religioni è difficile, neppure al più ecumenico dei papi mai eletto, Francesco, è ancora riuscito di avvicinare i Cristiani, figuriamoci gli altri.

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Tomba fracois, sacrificio dei prigionieri troiani, copia d’affresco eseguita da Augusto Guido Gatti nel 1931 Battlelight – Opera propria

Comunque la disputache ho romanzato non è neppure ben argomentata, da una parte il rispetto per gli altri, dall’altra le radici Cristiane. Se rispettassimo gli altri non faremmo qualcosa contro di loro, senza bisogno di leggi. Se le nostre origini fossero Cristiane chi erano gli antichi Romani, i popoli Italici e gli Etruschi? Popolazioni indoeuropee pre-Cristiane, certamente Altroteiste e Politeiste, forse Pagane. Oppure qualcuno crede veramente che le nostre radici arrivino da una grotta di Betlemme e per quelle si debba ancora fare crociate?

Tolleriamo, datemi retta, che la convivenza è, purtroppo, forzata, mentre l’intolleranza è una libera scelta.

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Le lingue diffuse in Italia nell’Età del ferro. Iron_Age_italy-fr.svg: fr:User:Ewan ar born derivative work: Homo lupus – Questo file deriva da Iron Age italy-fr.svg:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giancarlo

Fonte:

Il fatto quotidiano

Il fatto quotidiano

Il corriere della sera

Banca assassina, non rendiamocene complici

Banca assassina

Siamo, come al solito,arrivati a toccare il fondo, in banca .

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Un povero Cristo si è tolto la vita dopo il fallimento della banca dove aveva investito in obbligazioni subordinate della banca stessa tutta a  sua liquidazione, restando sul lastrico. Adesso la procura di Civitavecchia indaga per istigazione al suicidio.

E’ una classica vicenda”Italiana” da manuale.

Per chi non fosse informato, stiamo parlando della vicenda di quattro banche in sofferenza,  sono banche piccole, legate al territorio, infatti si fregiano, nel nome, di toponimi come Etruria, Marche, Chieti, Ferrara. Sono banche che, per vocazione o statuto, dovrebbero favorire lo sviluppo e l’economia locale, non certo aumentarne il disagio e la sofferenza. Questi istituti hanno, per semplificare, regalato soldi a chi non poteva o non potrà renderli più, da qui la sofferenza delle banche e del territorio. Queste banche sono state salvate dal governo, usando uno strumento nuovo, non ancora obbligatorio in Europa, lo sarà dal prossimo gennaio, il Bail-in.

Ci sono nuove regole, si parla di Bail-in, (salvataggio con risorse proprie) il bail-out è finito, (salvataggio con risorse esterne, quasi sempre esclusivamente pubbliche) giustamente direi, basta dare i profitti ai privati e le perdite al pubblico, era ora che si passasse al bail-in e le perdite fossero a carico esclusivo del privato.

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Billetes de euro Rage against – Versión en español de en:Image:Euro banknotes.png

Insomma se una banca va in sofferenza non deve intervenire lo stato, come con MPS, a salvarla: soffrano e paghino gli azionisti.

Ma che c’entra un pensionato con il fallimento di una banca, con il Bail-in?

Il pensionato e tutti gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati come lui, pensionati o meno, era corresponsabile della banca, era uno dei proprietari, in quota, prendeva lauti dividendi, se tutto andava bene, quindi seguendo le sorti dell’istituto bancario, se va  male paga; paga con la perdita di capitale, fino in fondo, fino a morire, come in un videogioco.

Non si può più dire che la gente è sprovveduta, che non sa su cosa investe, a cosa sono serviti anni ed anni di crolli di borsa, perdite su perdite accumulate da piccoli e grandi azionisti, se ancora  qualcuno non ha capito che nel capitale di rischio il rischio è di perderlo, il rischio è la vita?

Comunque c’è qualcosa che non va nella comunicazione.

Le banche non sono state chiuse ma rimesse a nuovo: “Abbiamo salvato i correntisti ed i dipendenti” ha detto il primo ministro, si, perché potevano rimetterci anche loro se non si faceva il bail-in, come lo si è fatto e come lo si doveva fare.

Insomma sono nate quattro nuove banche felici, ripulite dei debiti e delle sofferenze, tutta monnezza discaricata in una “bancaccia” virtuale, brutta ed ignorante”, che cercherà di fare pari tra obbligazioni e liquidazione dei debiti e quello che manca ce lo metterà qualcuno.

Ancora non è chiaro? Chi ha delle obbligazioni, non ordinarie, perde tutto, tanto era capitale di rischio e poteva succedere, i debiti si offrono a ditte specializzate nel recupero crediti, diciamo 100€ per 5€, se poi riescono a recuperare di più meglio per loro.

Altrimenti pagano anche obbligazionisti ordinari e correntisti oltre 100.000 €, che sotto è garantito dal fondo interbancario, che non si voleva far intervenire (spendere) per questa volta? Mah, chissà?

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14 500 Euro-Scheine mit einem 100 Euro Schein auf einem Din A 4 Blatt Huhu Uet – Own work

Bene quello che manca tra l’azzeramento del valore delle obbligazioni e il poco del recupero crediti si spera, si confida, si presume che sia pari a zero e sulla storia si mette una bella pietra sopra. Avremo quattro nuove banche belle fiammanti e qualche pensionato risparmiatore senza risparmi. Forse saranno perseguiti gli amministratori che hanno portato le banche al dissesto e sanzionati i vigili che non hanno vigilato. Forse interverrà la prescrizione, forse tra qualche hanno ci arriverà le notizia che qualcuno è stato condannato, qualcuno assolto, qualcuno ha ricorso in cassazione e qualcun altro è morto, ma nessuno si ricorderà più della vicenda e del primo morto, di cui parlavo più su.

Ma se c’è qualcosa di interessante in questa vicenda, non è la tragica fine del pensionato, bensì la tragica fine dell’italia (minuscola italia), paese di furbi, tutti contenti di non esser caduti nella trappola appena scoperta e tutti inconsci della trappola su cui siamo comunque seduti sopra, ognuno la sua.

A che serve dire che i soldi non rendono più niente se poi ti offrono rendite “sicure” di qualche punto percentuale nelle obbligazioni “subordinate” e le compri.

A che serve dire son tutti ladri e poi affidargli, ad occhi chiusi la gestione dei soldi? L’impiegato di banca non fa l’interesse del cliente, fa quello di chi lo comanda, lo dirige e gli versa lo stipendio.

Ma queste cose, al limite del legale, sono normali, accadono continuamente ascoltate le trasmissioni di servizio della RADIO RAI sulla borsa dove fantomatici esperti dicono immense banalità e grandi tecnicismi ad un pubblico ignorante che continua a mediare le perdite per ridurne la percentuale ed allargarne la portata.

E la RAI, naturalmente, si proclama irresponsabile delle conseguenze delle scelte fatte in base a quanto asserito in trasmissione. Ma allora che la fai a fare la trasmissione? Chi dice delle cose dovrebbe esserne responsabile, almeno chiedere scusa, se erano sbagliate, mica deve pagare per le azioni degli ascoltatori, ma ammettere di aver sbagliato si, altrimenti si appare come complici o, quantomeno, istigatori.

Ma davvero qualcuno pensava che le cosiddette aperture del mercato fossero state fatte con l’intento di far guadagnare più soldi a tutti? Al contrario è un sistema per prenderne a tutti, di più.

Ma davvero qualcuno pensa di essere  diventato un esperto economico perché conosce quattro termini tecnici, ripetuti a pappagallo?

L’ignoranza regna sovrana, l’ignoranza favorisce chi non ce l’ha!

Non è detto che si possa uscire facilmente dall’ignoranza ma, almeno, non pecchiamo di supponenza. Non è facile fregare gli altri, ma gli altri ci fregano quando pensiamo di poterli fregare noi.

Se ti offrono bei guadagni mirano al grosso dei tuoi soldi.

Nessuna pietà per l’obbligazionista “subordinato” molta vergogna per come viene gestito il sistema.  Non ci sono certezze, non ci sono leggi, non ci sono sceriffi e tutti hanno una pistola, fumante. Nessuno alla radio che ti dica “Ehi, fesso! credevi veramente di essere furbo “? Oppure: “Te lo avevo detto che era una scemata”. O: “Ma chi te lo ha fatto fare?”. O almeno: “Scusateci, avevamo detto che si poteva aspettare a vendere, ci siamo sbagliati, era meglio scappare con poco gruzzolo alle prime avvisaglie dl problema”. Invece, tutti, a dar consigli sicuri. E spiegazioni che non spiegano nulla, almeno la verità della realtà dei fatti.

Bene mi sono sfogato.

banca €

Se ora volete un consiglio su come investire i vostri soldi? Eccolo: SPUTTANATEVELI, almeno, alla fine, avrete ottenuto qualcosa.

Giancarlo

Fonte:

il sole 24 ore.it

Il messaggero.it

Contromano. Veramente curioso quanto accaduto a…

Contromano

Veramente curioso quanto accaduto a San Vincenzo, Livorno, dove a un auto è scoppiato uno pneumatico salendo sopra una rotonda, quindi ha percorso un tratto di strada contromano per poi schiantarsi su un motorino in sosta, tutto senza feriti. Probabilmente il fatto che alla guida ci fosse un ottantunenne è una concausa dell’incidente ma non è detto e comunque voglio usare questa notizia di ieri, per tornare sugli argomenti di un precedente post.

Contromano fiorello2

Meno male non è morto nessuno, forse perché il signore coinvolto non era ubriaco, forse perché non correva a fari spenti nella notte, e forse perché non era in autostrada. Sicuramente per culo.

Ma questa notizia, curiosa, fa notizia, come quella scabrosa in cui ci sono feriti e morti, quest’ultima è però più succulenta permette di giudicare, permette di trovare un colpevole da indicare al pubblico chi biasimare.

Non fa notizia, non può farla, la non notizia, il mancato incidente. Non si parla mai dei mancati incidenti, se non quando diventano veri incidenti, ma ne capitano comunque tanti.  Non leggiamo di “quello” in scooter che ti entra all’improvviso da una strada laterale e ti sfiora l’anteriore destro, e lo scanzi solo per la tua prontezza di riflessi. O di “quell’altro” in moto che ti passa a sinistra mentre sei incolonnato, fermo per un restringimento stradale, nonostante stia già arrivando un auto in senso inverso. Nemmeno di “quel fesso” che ti trovi davanti appena superato il semaforo mentre svolti a sinistra, perché sta tentando di posizionarsi davanti alla fila ferma al rosso. Poi tutti i “furbi” che passano in mezzo a due file gimkanando a destra e sinistra per avanzare un po’ e comunque proseguire malgrado l’intoppo. Ma se il traffico è bloccato perché vorrà proseguire? Perché rischiare di farsi male, perché non aspettare come gli altri e senza mettere in pericolo la vita, sua e non solo. La sua in primis perché poi il “furbo” è quello che si fa più male di tutti.

Mancando la notizia manca la possibilità di giudizio sui possibili responsabili, che se la cavano, così, senza problemi.

Certi comportamenti vanno stigmatizzati, dobbiamo imparare a riconoscerli e denunciarli, almeno parlarne, discuterne e biasimare; chi procede su due ruote deve attenersi scrupolosamente al codice della strada, più di ogni altro conducente, mentre ora non è così.

Contromano incidente2

Non ho parlato di chi corre in auto, di chi guida ubriaco o di chi non rispetta le regole, di questi comportamenti se ne parla già abbastanza, senza far nulla per evitarli, nulla di serio ed efficace intendo.

Giancarlo

Fonte:

Il tirreno

La vendetta del perdono, la miglior vendetta.

La vendetta del perdono

In questi momenti in cui tutti i profili fb sono tinti di tricolore, in questi momenti in cui sale la rabbia per la nostra impotenza. In questi momenti in cui vorresti bombardare il tuo vicino barbuto, in questi momenti in cui hai paura per la tua incolumità e quella dei tuoi cari la miglior vendetta è quella del perdono. La vendetta del perdono.

Vendicare un torto subito genera una faida, la faida è una progressione ed un proseguimento della guerra.

Non si è mai visto l’avvento della pace tramite una guerra.

La guerra genera guerra, la violenza violenza, l’odio odio.

Al contrario l’amore, la pace…

Non reagiamo alle violenze terroristiche dell’altro giorno: “Hollande non bombardare Raqqa ”

Repubblica.it: Siria, la risposta della Francia agli attentati: pioggia di bombe sui centri di comando dell’IS a Raqqa.

La prima risposta militare di Parigi agli attacchi di venerdì notte. Almeno 30 raid in poche ore. Il ministero della Difesa: obiettivi anche centri di addestramento e depositi di munizioni. Attivisti anti-IS: “Colpite strutture nevralgiche”. Molte zone della città senza corrente elettrica.

Non serve, non serve a fermare il terrorismo, serve solo a prolungarlo.

Ne parla anche infosannio.it con un bel articolo, di qualche anno fa, di Terzani sull’Islam in polemica con la Fallaci, lei che sosteneva la risposta militare come la soluzione finale al terrorismo.

Anche lei Sergio, non sia così intransigente “Terrorismo, Mattarella: “Risponderemo all’odio con intransigenza” come ci riporta repubblica.it ; l’intransigenza è l’unica cosa di cui non abbiamo bisogno, intransigenza, intolleranza sono associati a moralismo a fanatismo, spesso religioso, il fanatismo religioso non viene associato a terrorismo?

Allora facciamo attenzione alle parole, le parole tagliano e fanno male.

Cerchiamo di capirci, cerchiamo di capire perché un kamikaze va a morire, compiendo un gesto estremamente contrario alla natura umana, forse non ha più niente da perdere’ E se non ce l’ha, cerchiamo di capire perché, come possiamo evitarlo, evitando che sia disposto a togliersi la vita a se stesso ed ad altri assieme a lui. Se comprendiamo le sue ragioni e cerchiamo di soddisfarle, forse, potremo vivere in pace.

Viva la pace, che possa essere sempre con noi.

La vendetta del perdono peace2

Giancarlo

Olio

Olio

Olio, Il termine in origine si riferiva unicamente all’olio di oliva ricavato dalla spremitura dei frutti dell’olivo. In seguito questo nome è stato esteso a tutti i grassi che si trovano allo stato liquido a temperatura ambiente e anche ad altre sostanze.

L’olio si divide per la sua origine o per il suo utilizzo ma noi quando parliamo di olio vorremmo sempre parlare di olio extra vergine di oliva (OEVdO) Italiano. Se non Toscano, addirittura solo di Bucine, ma insomma, va bene, parliamo di extravergine.

Si ottiene per spremitura fisica delle drupe di olivo, le olive, che danno olio di qualità in funzione di come esse sono e sono trattate durante e dopo la raccolta. Se le olive sono sane, non troppo mature, raccolte con gentilezza e macinate subito dopo la raccolta con macchinari a basso stress, si otterrà un olio eccezionale. Unico, con caratteristiche correlate alla posizione, alla cultivar ed al terreno.

L’OEVdO non è economico il suo prezzo varia da regione a regione da produttore a produttore, certo per essere veramente remunerativo, per il produttore, dovrebbe costare il doppio, ma non è possibile, ormai l’agricoltura è stata distrutta e i nostri governanti da decenni la stanno destrutturando per trasformarla in un mangimificio.

Titola il fatto quotidiano:

“Olio d’oliva, la proposta Ue che affossa il made in Italy: “70mila tonnellate dalla Tunisia senza dazi doganali”

olio

 

L’incremento della quota di oro verde esente da tasse importata dal Paese africano è stato proposto dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Federica Mogherini: se passasse sarebbe l’ennesima mazzata sulla produzione nostrana

 

Certo non si può chiedere un prezzo fuori mercato. Ma anche far abbassare il prezzo di mercato facendo entrare nel mercato prodotto straniero, a basso costo. Sicuramente scadente rispetto al nostro. Senza dazi (che riequilibrerebbero i maggiori costi di produzione che abbiamo in Italia). E senza ragione, (la ragione c’è, ma non si può dire, si tratta di scambi a livello nazionale di cui è meglio non avvisare la pubblica opinione, che non ha le competenze per capire), è apparentemente senza senso.

Io l’olio Tunisino vorrei anche assaggiarlo, se mi piacerebbe non lo so, ma lo proverei volentieri. Però fatemi sapere che olio ho per le mani. Etichettatelo con la zona di produzione. Datemi modo di scegliere. Fatemi pagare per quello che scelgo. Non datemi quello che volete senza che io possa scegliere e sarò il primo ad apprezzare quell’olio.

Va bene aiutare la Tunisia, come tutti gli altri paesi svantaggiati. Non è da li che partono tanti disperati in cerca di asilo o ristoro? Ma dobbiamo aiutare anche la nostra agricoltura, per permettere ai nostri figli di fare l’agricoltore e vivere onestamente e con dignità. O la Mogherini, ha deciso da sola che il lavoro agricolo è avvilente, non adatto ai nostri figli, e deve essere svolto solo da Tunisini o da altre nazioni extraeuropee?

Signora Mogherini, si calmi, faccia un bel respiro ed assaggi una bella bruschetta di pan agliato con  OEVdO Toscano, le andranno via anche i bachi dal culo.

Giancarlo

 

 

Fonte

Il fatto quotidiano.it