Promesse

Promesse

Promesse elettorali.

Che senso ha promettere prima delle elezioni se poi tutti sanno che non verranno mantenute le promesse?

Intanto si promette per farsi votare da più persone possibili. Si promettono cose irrealizzabili perché lo fanno anche gli altri e se qualche partito non fa promesse mirabolanti non sarà votato. Molti ragionano in maniera semplice, anche se istruiti:

Metti che lo facciano, meglio mandarli al governo, che magari ci guadagno.

Nessuno degli elettori è interessato a farsi rappresentare da chi non dica che farà il suo interesse. Cioè non è interessato a che la nazione, quindi anche lui, sia retta bene, che sia promesso di fare bene nell’interesse comune.

promesse elettorali
Promesse elettorali

Un tale partito non sarà votato.

Poi ci sono i voti ideologici, quando esistevano le ideologie li ho dati anch’io.

Chi si riconosce in un’area politica non cambierà e voterà turandosi il naso, sperando di riceverne un vantaggio comunque.

Va tenuto conto anche che ci sono gruppi e persone che nel disastro generale ci guadagnano, ci hanno guadagnato e lo faranno anche in futuro.

Non hanno nessuna voglia di mettere al governo gente competente incorrotta e incorruttibile, loro che vogliono farsi corrompere e sono corruttibili.

Poi ci sono gli altri, quelli che francamente non gli farei cibare il canarino, quelli che riempiono le trasmissioni televisive, che fanno comparsate da corrida. Quelli che dici ma è Bonolis a rimbecillirli o lo sono già da soli.

Come possiamo sperare che mandino a rappresentarli qualcuno migliore di loro. Questi catapulteranno nella scena politica tanti nuovi Razzi.

Promesse elettorali.

Tanti peones del partito tale e del segretario tal-altri.

Se non siam fatti di questa pasta

Insomma se non siamo di questa pasta possiamo solo sperare in qualcuno che ha già dimostrato di fare qualcosa. Non molto magari. Ma ha rinunciato ai soldi.

Ma non ha rubato, concusso e corrotto.

Non ha presentato leggi per lui, per gli amici e per i parenti.

Ci sono, sono pronti a dimettersi dopo poco tempo, per dare spazio ad altri e tornare ai loro mestieri.

Se non ne avevano se ne troveranno uno.

Povera Italia

Ceppoduro

Il sole

Il sole.

Il sole è caldo.

Lo senti sulla pelle, lo senti attraverso i vestiti. Ti fermi un attimo, respiri, a bocca aperta, profondamente.

Il sole ti impedisce anche la visone, accecandoti. A poco serve la mano tesa sopra la fronte. Oggi picchia veramente duro. Chissà come mi è presa la voglia di andare a Solata? Da San Leolino potevo andare alla fraschetta e scendere giù verso Le Mura e da li decidere se girare verso Tontenano o verso il Fornello, ma no, mi son detto: “Vado a Solata” e così ho fatto.

il sole

Giunto a Poggio al Fattore potevo scendere verso Ristolli e risalire il borro di Solata fino alla strada da Cennina, ma ho preferito andare lungo costa, seguendo la vecchia strada Romana fino al cimitero di Cennina. E una strada molto panoramica, anche quella coperta da alberi e rovi. Si incontrano corbezzoli stupendi. A volte i grossi massi laterali sono scavati in rivoli e buche che rendono unica e bellissima la loro conformazione superficiale, apprezzata anche dalle lucertole e dalle serpi che loro si, si godono il sole di questa torrida giornata.

Anche i tafani sono felici oggi

Un grosso mammifero sta transitando nella loro area di caccia.

il sole

Mi seguono, mi precedono, posandosi ogni tanto sulla mia pelle, sulla mia maglia, tra i miei capelli. Specialmente se mi fermo, mi sono subito addosso.

I tafani sono protetti, non possiamo schiacciarli, come sarebbe facile dopo che hanno punto e succhiano estasiati il tuo sangue. Allora non li devi far posare, li dei scacciare, devi camminare veloce, perché ti rincorrano involo ma non si buttino sulla preda.

il sole

E sudi, sudi così tanto che altri tafani arrivano famelici. Maledici ancora l’idea di andare a Solata.

Come ho potuto pensarlo.

Intanto raggiungo il bivio.

Devo decidermi salita fino a Solata o discesa fino a Tontenano?

Ci penso. Non troppo .

Giù a valle verso casa.

Giancarlo

Pratovecchio

Pratovecchio

C’è un paese in Casentino, che si chiama Pratovecchio.

Ci sono tanti monumenti di interesse nel paese e nei dintorni, una è la Pieve di San Pietro a Romena.

Ci sono piazze interessanti come quella nuova e quella vecchia.

Poi ci sono degli amici, che si ritrovano, dipingono, mangiano, fotografano.

C’è gara???

No!

Non è competitiva ma collaborativa, si ride, si scherza, si parla del più e del meno.

Più del più e meno del meno.

Si ammirano i ceselli, si fanno i complimenti al padrone di casa.

Si raccontano distanze, paesi, altri mondi.

Ed il tempo passa in fretta ed è già sera, si torna a casa tutti più rilassati e felici del giorno prima.

Giancarlo

 

Pratovecchio
Il comune di Pratovecchio si è recentemente unito a quello di Stia

 

Pratovecchio
Più avanti anche le immagini degli altri artisti in B/N/Colore 🙂

Poesia:

Giorno dopo giorno, mi guardo intorno
E vedo nego vedo che annego dentro,
Il silenzio di chi ha perso schiavo di sé stesso.
Avvieni che mi perdo, nei meandri del nonsenso
Vi dico quel che vedo,
Non prendetemi sul serio
Ho qualche difetto; sono tutto intero
E forse era meglio se’l cuore non l’avevo
Per soffrire un po’ di meno, almeno non piangevo …
[(prima di Romena intitolata – Sfregio) Luogo comune, da Melodico Silenzioso, Pratovecchio]

Poesia:

Non è molto complicata da spiegare
questa pur mostruosa Entropia:
ogni cosa ch’abbia un Ordine interno
sta in piedi soltanto per la forza
un po’ precaria che lega fra loro
atomi e molecole riottose;
è dunque Ordine raro e delicato,
seppure non si sa da Chi inventato,
si sa solo per certo che esso,
per quella legge che i dotti metafisici
chiamano rassegnati “Entropia”,
è destinato fatalmente a disgregarsi
perdendo sempre più la sua preziosa
energia: per un fatto misterioso
ogni atomo perde presto o tardi
la sua forza, ed allora è fatale
che molli la sua presa dal fittizio
agglomerato di molecole compagne
restando per un po’ allo sbando in aria
e poi lasci la Terra al suo destino
per i lontani spazi siderali
finché anche il più piccolo moto
dei suoi stanchi elettroni si arresti
per il freddo terribile del Cosmo
arrivato allo Zero Assoluto.