In treno

In treno

Quando si andava in treno per andare veloci e per andare in Europa, erano altri tempi. Tutto andava molto più lentamente.

Oggi abbiamo l’alta velocità, dobbiamo per forza spostarci veloci, pazienza se per andare alla stazione vicina, con il regionale, ci vuole più che ad andarci a piedi.

Pazienza se i treni “pendolari” sono sporchi, a volte vecchi, sempre inadeguati.

in treno

Ma abbiamo l’alta velocità, che bello.

Abbiamo treni veloci, che bello.

C’è competizione, che bello.

Le ferrovie dello stato sono rimaste infrastruttura, per i vettori si può scegliere tra Freccia Rossa e Italo Treno.

Non ho ancora capito quanto paghi la società di Italo Treno per usare i binari che ho già pagato io e tutti gli Italiani prima di me. Ma se nell’ultimo esercizio, come dicono, hanno raggiunto 400 milioni di debiti, nonostante un utile di 30 milioni in dividendi per gli azionisti, pagheranno sicuramente molto, troppo. Altrimenti non si spiega la perdita, non saranno stati quattro treni sfigati a creargli il dissesto?

in treno

Ma ora sembra tutto a posto, invece di quotarsi in borsa, vendono agli Americani. Tutto risolto.

Titola Repubblica: I soci del gruppo hanno scelto all’unanimità gli americani. Global Infrastructure Partners (Gip) pronto ad accollarsi anche 400 milioni di debiti, mentre 30 milioni di dividendi resteranno nelle tasche degli azionisti italiani.

Gli americani comprano per un milione e mezzo, debito compreso e lasciano i trenta milioni ai vecchi soci.

Per me niente? E i miei binari che rivendicavo poc’anzi. Se non c’erano, se non gli facevo posto ai treni, mica la facevano una linea alternativa per lavorare. Mica potevano fare il colpaccio della vendita oltre oceano e tenersi anche i soldi dei biglietti.

in treno

Ma vedrete, ci diranno che privato è bello. Occorreva dismettere e fare posto ai privati, lo voleva l’Europa, era la soluzione ad ogni male.

Che strana questa Europa. E che strana questa finanza da rapina, un mondo a se, che fa ciò che vuole e non deve render conto a nessuno.

Meno male che ora avremo dei vantaggi per noi, sempre stando al titolo di Repubblica, che prosegue:

Potrebbe ripartire una guerra su prezzi e qualità che avvantaggia i passeggeri.

Ma dove? Ma dove vivono questi? (quello che ha redatto l’articolo ed il suo direttore che l’ha avallato). Il vantaggio è solo dei soci, che infatti vendono a corsa, ad alta velocità.

La guerra dei prezzi ci doveva essere prima, ma i trenta milioni di utili raccontano un’altra storia.

Abbiamo dato trenta milioni ai privati e li abbiamo tolti al pubblico.

Complimenti.

Ceppoduro

 

 

 

Fonte: repubblica

 

Il mare

Il mare

Ho raggiunto Castiglioncello, esco dall’Aurelia e dopo qualche curva ecco il mare.

Finalmente siamo al mare.

Il mare di Castiglioncello è un mare difficile, la spiaggia manca del tutto, gli accessi sono quasi tutti privati, ma è tutto meravigliosoil mare.

Sono finalmente sulla riva, la mattinata si presenta calda ed assolata. Ma così deve essere d’Agosto, così deve essere al mare.

Non resisto entro nell’acqua con i piedi, mi spingo fin poco sopra al ginocchio, lo posso fare perché qui la scogliera è piatta, un banco di pietra che degrada e risale per alcune decine di metri.

Vedo alcuni pesciolini girare intorno a me, allontanarsi guizzando dai miei piedi.

Oggi

sono dell’umore giusto, esco e mi stendo un telo da spiaggia, domandandomi che ci faccio con un telo da spiaggia in uno scoglio?

Leggo “Dio c’è?” di Hans Kung è una lettura facile, a volte divertente. Il teologo vorrebbe dimostrare, attraverso una cronistoria della filosofia, dei maggiori filosofi che hanno fatto la filosofia, che Dio c’è. Che anche quelli avversi, quelli atei o agnostici, in fondo potevano dare prova, con il loro pensiero e le loro argomentazioni che Dio esiste ed è presente nel mondo.

Sinceramente non sono riuscito a comprendere, o ad apprezzare, le argomentazioni di Kung a favore di questa tesi, ma leggere di filosofia e di filosofi mi piace, mi è sempre piaciuto.

Come mi piace il mare.

Gente allegra, questi filosofi, anche i più tragici. Sono tutti stati molto ottimisti nella capacità speculativa ed intellettiva dell’uomo. Tanto da farmi pensare che, nonostante molti fossero sostanzialmente credenti, alla fine sostenessero il primato dell’uomo su Dio. Si Dio aveva creato l’uomo, ma l’uomo riusciva ad immaginare, a pensare, Dio. L’uomo era superiore.

Poi si è avvicinata lei, sorridendo dolcemente.

Mi ha chiesto se poteva sistemare il suo asciugamano li vicino.

Ma certo, le dico, posso chiederti come ti chiami?

Certo! Io sono Bruna, piacere.

Ciao, Bruna, io sono Alessandro.

Poi ci siamo conosciuti meglio. Ora stiamo assieme.

Mi è sempre piaciuto Castiglioncello.

Mi è sempre piaciuto il mare.

Ceppoduro

Ancora a proposito

A proposito

Ancora a proposito di quel che scriveva ieri Ceppoduro su queste colonne a proposito di Sanremo, devo dire che ha molte ragioni. Purtroppo in Italia, forse nel mondo intero, abbiamo perso la ragione.

Ancora a proposito

Viviamo da malati per morire da sani. La decadenza fisica, e in parte anche quella mentale, è inevitabile, lo sappiamo.

Ancora a proposito: vedere Ornella Vanoni con la pelle del viso e del petto liscia come il culo di un bambino ha impressionato anche me. Chi ha visto recenti foto della cantante prima del lifting di Sanremo capisce bene di cosa parlo. Ma la cosa più impressionante penso non sia nemmeno quella, in fondo se non fai caso alle mani o alle braccia, che non hanno subito lo stesso trattamento, puoi addirittura non accorgertene. Impressionante è guardarla in faccia, con quell’espressione surreale, da maschera di carnevale, o peggio da zombi.

Ancora a proposito del macello degli zombi

Che non sia facile per un artista del palcoscenico accettare il tempo che passa posso capirlo. Mina non lo ha accettato e non si è presentata più in pubblico, ha continuato a fare dischi e si è occupata di radio, dove il suo aspetto fisico restava celato, privato, personale.

Ma che qualcuno debba macellarsi per apparire più giovane, o più bello, di quel che non sia, non lo capisco, non lo accetto. Non dovrebbe nemmeno essere permesso.

Occorre distinguere la chirurgia estetica per piacere da quella per necessità e bandire la prima consentendo solo la seconda.

Autodistruttivismo

Che rispetto possono avere i giovani del loro corpo e di se stessi se il modello di riferimento è lo stesso dei vecchi di questo festival?

Il corpo diviene una merce qualsiasi da impacchettare al meglio e da vendere al miglior offerente.

Il corpo diviene un contenitore vuoto da offrire e da prendere a piacimento. Il contenuto non c’è o non è più importante.

Si appare non si è.

Non si cerca di lasciare ai posteri il meglio di se, si cerca di rimanere con i posteri.

Non vogliamo morire, ma il nostro corpo non lo sa e ci rema contro, si disfa, si putrefà, mentre noi continuiamo imperterriti a vivere.

A vivere???

Giancarlo

Mostri

Interessante guardare Sanremo, si possono vedere dei mostri

Ma mostri veri, mica fantastici, come succede nei film.

mostri

Stasera c’era Pippo c’era Ornella. Mamma mia che tristezza.

E meno male che Ornella canta bene! Ma come possiamo credere alle parole della melodia se neanche lei riesce ad accettarsi com’è? Per accettarsi deve tirarsi come la pelle di un tamburo, salvo lasciare alcune parte, scoperte, nello stato reale, o surreale, attuale. Le quali, viste vicino alle zone restaurate, vanno ben vedere bene l’azione distruttiva del tempo, le vene varicose, la pelle flaccida e allungata. Ma che è il bello della vita, vissuta, e dell’età, raggiunta. E’ la realtà, la verità, non come la maschera inebetita, da un sorriso botulinico, inconcepibile altrimenti. Ma questa maschera non è che l’apoteosi del carnevale sanremese 2018, tutti i vecchi miti più o meno restaurati, per accontentare i vecchi fan di quando tutti erano più giovani, fan e cantanti.

Mostri in mostra

Così il surgelatore di Sanremo ha messo in mostra nel suo banco del pesce tutta la merce conservata per anni, mai buttata, sempre scongelata e ricongelata subito dopo. Un pena, in quest’Italia che invecchia e non vuole. Nessuno che si mette da parte, mai, nemmeno dopo i terremoti fisici e mentali, inevitabili nel tempo che passa. Nessuno che voglia andare in pensione, farsi da parte e lasciare il posto a chi non c’era prima. La Fornero ci ha visto bene, ha anticipato il trend, l’aspirazione, tutta Italiana’ all’immortalità.

L’oblio non fa parte di noi. Nel tempo, nella nostra lunga e grande storia Italiana e pre-Italiana, non ci siamo scordati di nessuno: Papi, imperatori, artisti, pittori, scrittori, architetti e inventori. Solo che loro son rimasti tra noi con le loro opere. Oggi, che nessuno è più capace di fare niente restano loro a testimonianza di se e di quello che hanno fatto. Non certo di quello che fanno o che faranno, sempre più mediocre, anche se ben intonato.

Povera Italia.

Come ti sei ridotta.

Poveri Italiani, ormai non più (ius) soli.

Ceppoduro