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Ehi Gringo (Hey Joe)

Ehi Gringo, dove stai andando con quella pistola in mano?
Ehi Gringo, ti ho detto: dove stai andando con quella pistola in mano?
Sto andando a uccidere la mia ex moglie.
Sai, l’ho trovata a spassarsela con un altro uomo.
Già, sto andando a sparare alla mia signora.
Sai, l’ho trovata a farsi un altro uomo.
Uh! E questo non va.
Uh… ehi Gringo, ho sentito che hai ucciso la tua ex. Le hai sparato adesso?
Ehi Gringo, ho sentito che hai sparato alla tua vecchia moglie. Le hai sparato, l’hai stesa?
Si!
Si, l’ho fatto, le ho sparato!
Sai, l’ho trovata in città a farsi un altro uomo.
Uh… si l’ho fatto; le ho sparato.
Sai, la signora l’ho beccata in città.
E l’ho pagata con la pistola. Le ho sparato.
Bene.
Sparale ancora, ragazzo.
Si!
Oh, bene.
Giusto.

Ehi Gringo. Dove fuggirai adesso? Dove scapperai?
Ehi Gringo, ho chiesto: Dove fuggirai adesso? Dove? Dove andrai?

Va bene; andrò verso sud, verso il Messico.
Si!

Andrò molto a sud, dove potrò essere libero.

Dove non mi troverà nemmeno il boia, per mettermi il cappio al collo.
Credimi.
Ora devo andare.
Ehi Gringo, sbrigati.
Un saluto a tutti.
Ehi, ehi Gringo.

Ehy Gringo è liberamente tradotto da Hey Joe, di Jimi Hendrix

“Hey Joe” dicevano i filippini quando vedevano un americano, io per questo ho tradotto Ehi Gringo.

Questa canzone parla di cose serie, di violenza, violenza sulle donne. Una piaga ancora purulenta in Italia, ma come si legge nel testo, lo è stata e forse lo è ancora anche in altri paesi e presso altre culture.

Un uomo, per il solo fatto di essere stato accompagnato, fidanzato, sposato, o in relazione con una donna si considera padrone, padrone dei suoi sentimenti, delle sue azioni, del suo destino: fino a togliergli la vita sparandogli con la pistola.

Per poi scappare vigliaccamente e non affrontarne neppure le conseguenze.

La canzone, con liriche molto belle, ci racconta la pochezza del genere maschile, la sua incapacità di liberarsi dei condizionamenti sociali, descritti nelle domande che gli vengono rivolte a cui risponde con la violenza di genere.

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Hey Joe è un brano blues attribuito inizialmente a Dino Valenti e, dal 1962, riconosciuto a Billy Roberts.

La celeberrima versione di Jimi Hendrix trova spunto in quella, più lenta, elaborata dal cantante folk Tim Rose, registrata nel 1966 la quale era stata accreditata come traditional.

Negli anni seguenti molte versioni e cover di questa canzone sono state fatte ed eseguite da artisti internazionali, anche in altre lingue: Francese, Portoghese ed in Italiano.

Sperando che la mia traduzione vi sia piaciuta.

Grazie
Giancarlo

Alcuni link utili:

Versione di Jimi Hendrix:

Magari vi piace di più questa, sempre di Jimi:

Versione originale di Billy Roberts

La versione di Carmen Consoli:

La versione di Martò (45 giri EMI 1967):

Francesco Di Giacomo feat. Sam Moore:

Sono un sentimentale

Sono un sentimentale.

Sono un sentimentale lo so, lo sono sempre stato.

Non mi sono mai arrabbiato, nemmeno con i bulli a scuola, neppure con loro.
Non pensate che io sia pavido, non evito l’ira per pavidità, no davvero.

E’ che non mi sembra giusto prendersela con gli altri. Non posso farlo, mi comporterei come loro. Allora penso che quello che vuole ferirmi non ha realizzato il male che intende fare.

E penso che devo reprimere la mia rabbia, calmarmi, distendere i nervi e fare in modo che la conflittualità svanisca.

Non sono un guerrafondaio, sono un pacifista romantico, che è convinto che le azioni delle persone portino delle reazioni simili nelle altre persone. Ci relazioniamo così, da sempre.
La legge del taglione è questo, occhio per occhio e dente perdente significa che io ti faccio quello che tu fai a me.

L’ho detto sono un sentimentale

Ritengo che facendo del bene si possa riceverlo in cambio.

Anche se non tutti sono così.

I politici vogliono sempre decidere loro, i militari vogliono sempre comandare loro, gli uomini d’affari vogliono sempre mangiare loro, i prelati vogliono sempre moralizzare loro e per farlo non possono mai essere d’accordo con gli altri, devono trovarsi un avversario, un nemico, un concorrente, un infedele o un falso Dio e farlo combattere, da voi.

E’ per questo che sono finito in trincea, io non avrei mai voluto questa guerra, ma Dio, la Patria, l’onore e qualcos’altro non potevano farne a meno.
E nemmeno di me potevano fare a meno.

Mi hanno dato un’uniforme, un fucile e qualche ragione per andare a provare ad uccidere un nemico.

Sono andato soldato

Sono andato soldato, mi ci hanno mandato sennò non sarei mai andato.
Non so chi sia il nemico, non ho nemici io, ve l’ho raccontato, io non mi incazzo mai. Perché dovrei se non rispondo finisce sempre ogni scontro.

E’ freddo quassù nella trincea, freddo nelle ossa e freddo nel cuore, dovrò combattere anche se non vorrei.

Intanto il tempo passa e noi si passa pensando che fare. Tanto passa che ti abitui ad attendere e pensi che passando le stagioni passeranno anche i guai.

Non pensi veramente che combatterai mai, oramai.

Poi mentre mastico tabacco e lo sputo per terra ecco che appare, la in fondo, il nemico anche se non sembra diverso da me se non per il colore dei panni che indossa.

Non so cosa fare, anche se dovrei sparare, Sparare veloce, finché non mi vede che non si accorgerà nemmeno di morire. Lui no ma io si.

Io ancora non ho sparato ma lui l’ha già fatto per primo, centrandomi in pieno.

Sono morto, per aver esitato, per aver evitato lo scontro.

Sono morto

Sono morto e ora mi rendo conto che per salvarsi la vita non serve essere sentimentale.

Ma per salvarsi l’onore si.

Ninetta mia amata oggi termina la mia vita, ma non il mio amore, il mio cuore continua a battere per te. Ora che è maggio trovo anche il coraggio di dirlo anche a te. Sono certo che un giorno verrai a trovarmi in questo campo di grano dove domani verrò seppellito, ma però non portarmi dei fiori perché ci son già mille papaveri rossi a vegliare su me.

Giancarlo

Ispirata e liberamente tratta da

La guerra di Piero

Fabrizio de André

1964

Radio Londra

Qui parla Radio Londra

Come nell’ultima guerra c’è radio Londra a tenerci svegli, si sente anche dai paesi più lontani e ci avvisa della guerra appena iniziata.

Parla a quei mondi nascosti, sommersi sotto le coltri del benessere e dei rifugi antiatomici. E voi ragazzi uscitene fuori, lasciate quei i rifugi e lasciatevi alle spalle le storie melense dei Beatles o rovinerete per terra.

Nessuno è più buono e non c’è più niente di bello a Londra, oggi frulla solo il manganello.
Ormai è cominciata l’era glaciale ed il sole si espanderà nella sua fusione. Il frumento seccherà, i motori gripperanno ma non ho paura.

Perché Londra si sta sciogliendo e non me ne curo, io sarò il primo, io abito in riva al fiume.

Radio Londra ci indica le zone proibite ma fregatene fratello, puoi arrivarci da solo per vedere i vivi morenti.

Radio Londra ci indica che fare: smettere di resistere e respirare.

Radio Londra

Radio Londra continua a trasmettere anche se sei distratto e io non voglio gridare, stiamo tutti impazzendo senza essere schizzati, solo quello con gli occhi giallastri lo è.

Ormai è cominciata l’era glaciale ed il sole si espanderà. I motori gripperanno ed il frumento seccherà.

Un incidente nucleare non mi fa paura, perché anche se Londra si sta sciogliendo io sto al fiume.

Ad ascoltare radio Londra c’ero anch’io, sai che dicevano? Beh, qualcosa di vero l’hanno detta, che era arrivata l’ora.
E dopo tutto questo casino non potresti regalarmi un sorriso?

Non mi sono mai sentito così…

Giancarlo

Libera interpretazione e traduzione di:
London Calling dei Clash.

Una canzone che ha ben rappresentato i dubbi e le paure dei giovani del tempo. Quando un disastro atomico sembrava imminente e le nostre capacità e possibilità di fare qualcosa per evitarlo sembravano nulle.

Abbiamo pensato che idioti al governo potessero premere quei pulsanti rossi che avrebbero distrutto il mondo.
Noi non lo volevamo e ci piace pensare che il disastro non ci sia stato anche per le nostre pacifiche proteste.

Sono pazzo

Sono pazzo. Sono stato matto per un sacco di tempo, ma ora ho capito.

Scava la tua tana, scava, scava. Se sei veloce ne scaverai un’altra.

Scaverai anche la tua tomba.

Cogli l’attimo.

Ho paura!

Anche tu?

Un gran boato e tutto è distrutto.

Ma il tempo continua imperterrito a passare, come faceva prima, tra ticchettii e sveglie a orologeria.

Sei giovane, ed il tempo sembra non passare mai per te, devi lavorare e ancora lavorare. Quando non lavori cazzeggi, aspettando qualcosa o qualcuno, forse aspettando Godot.

Poi, d’improvviso, il tempo passato si mostra e ti ritrovi più vecchio, anzi, solo vecchio e non sai come ne perché ed il mondo è sempre come prima.

Ora capisci che non devi stare a guardare il sole passare e cerchi di rincorrerlo, ma lui ti doppia sempre ed ogni volta tu invecchi di più.

E la morte si avvicina

sono pazzo


Quello che pensi di fare si perde nel tempo che passa ed è sempre più difficile portare a termine qualcosa. Non ti rimane che attendere la fine, la nostra bellissima amica, la fine. E la morte si avvicina, con il tempo che passa.

“Ora resto volentieri a casa, come non facevo prima, a scaldarmi il corpo e la mente.
Ascolto, oltre il muro, i rintocchi di campane che richiamano fedeli, ma resto a scaldarmi al mio focolare.

Penso alla morte, dovrò morire prima o poi, ma non provo paura, mi sembra normale.

Paura non l’ho mai avuta, ne ho mai detto di averla avuta.

Anche se, pensandola, si, insomma, immaginandola, un sentimento straziante mi assale, come un grido lancinante, prolungato, modulato che porta ad orgasmo finale: come un requiem.”

Facciamo tutto per soldi e i soldi ci fanno fare tutto.

Dovremo condividerli, ma guai a farlo.
“Avevo ragione, assolutamente, è tutto frutto di un fraintendimento e avevi ragione pure tu, tutti fanno di tutto per i soldi anche se in fondo, non serve a nulla.

Basta avere un posto sicuro, nelle retrovie, se al fronte muoiono andando avanti o indietro, a noi, gente comune non ci importa niente.

Ho la mia stanza e non ne devo uscire. Ho altro a cui pensare, non voglio morire, come quel tizio, il padrone del bar, per aver preteso i soldi della bevuta.

Sono pazzo

C’è un pazzo dentro di me, si trova nella mia testa, con lui, di solito, ci vediamo sul lato oscuro della luna. Tu questo pazzo non puoi vederlo ma con le tue medicine riesci a confinarlo da una parte. Sto bene finché non ritorna. Se torna io grido. Anche se non mi sente nessuno.

Che dire? Tutto questo è bellissimo.

Tutto, tutto ciò che siamo, che facciamo e che pensiamo, è tutto molto bello sotto il sole.

Ma il sole oggi è oscurato dalla Luna.

E non c’è un solo lato oscuro sulla Luna, tutto è oscuro lassù.

Giancarlo

Libera interpretazione di
The dark side of the moon (Pink Floyd)

Roberto Stellato Colpisce ancora

Stellato Colpisce ancora

Roberto Stellato ha messo a segno un altro colpo eccezionale. Ha organizzato un nuovo “talent” di accoppiamento artistico, anzi di “triangolo artistico”.

Infatti stavolta non ci sono solo cantanti e pittori accoppiati in gara per vincere la competizione. Una strana competizione che mette assieme in gara chi canta e chi dipinge. Stavolta ha voluto strafare e mettere assieme anche dei ballerini.

Sarà dura giudicare tutti, sarà dura competere con e contro tutti. Ma lo faranno i giudici e lo faremo noi concorrenti.

Saremo in prima fila alla conquista del premio.
Per il momento non so dirvi quale sia questo trofeo, ma non mancherò di informarvi.

Non sono informato, e non posso conseguentemente informarne voi, per colpa mia, che alla presentazione del talent ho potuto presenziare solo per pochi minuti (giusto il tempo di cenare al Ristoro dell’arte di Signa, dove si è tenuto l’evento (ndr).

Ma lo farò, promesso, aggiornando questo articolo o scrivendone un prossimo.

Ma veniamo ai fatti

I fatti sono rappresentati da ventuno opere in concorso, a cui immagino corrisponderanno ventuno cantanti ed altrettanti ballerini.

Personalmente ho partecipato allo scorso talent tenutosi nel Valdarno lo scorso anno e la manifestazione è stata bella e interessante, quest’anno, con la presenza aggiuntiva dei ballerini non potrà che migliorare.

Vi invito tutti a partecipare, anche solo venendo a vedere i prossimi eventi, le cui date riporterò in questo articolo quando saranno confermate.

Per ora ci complimentiamo con Roberto per la dedizione e la cura che mette sempre nell’organizzazione degli eventi che fa.

Di seguito le foto delle opere in gara:

Roberto Stellato
Alessio Buonavita, Sguardo

Roberto Stellato
Laura Ferraresi, Horse

Roberto Stellato
Concetta Casamento, Green Peace

Roberto Stellato
Teresa Gobbei, Diosperi

Roberto Stellato
Massimo Scarino, Red Lilium

Roberto Stellato
Valeria Cappelletti, Omaggio floreale

Roberto Stellato
Emanuela Degan, Volare

Roberto Stellato
Davide Fusi, La solitudine di un pugile

Roberto Stellato
Carmela Torsiello, Foglie e pomi

Venanzio Perilli, Un cuore rapito

Roberto Stellato
Giancarlo Arrigucci, A spasso

Roberto Stellato
Antonel, Giovane

Roberto Stellato
Francesco Martini, Fly

Roberto Stellato
SAbrina Valentini, Sirio

Roberto Stellato
Anna Cipriani, Central Park

Roberto Stellato
Monica Bellesi, Ballerina delle stelle

Roberto Stellato
Giuliana de Mil, Ma quanto sono pa

Roberto Stellato
Catiuscia Villani, Nascita e rinascita

Roberto Stellato
Tania Trotta, Angeli e demoni

Roberto Stellato
Vincenzo Gualano, Arrotata lagunare

Alcuni ospiti e concorrenti presenti all’evento di Roberto Stellato:

Vista d’insieme

 

Giancarlo

 

Talent Show Valdarno 2018

Si è conclusa la prima edizione del

Talent show Valdarno 2018

“Talent Show Valdarno 2018” musica e pittura al Giardino delle Rose di Piandiscò gran finale il 16 dicembre.

A Piandiscò, al Giardino delle Rose di piazza Europa, il Team 1.2.3 ha organizzato la prima edizione del “Talent Show Valdarno”, che abbina la musica alla pittura. Con l’allestimento di una mostra di pittura moderna basata sui temi o i testi delle canzoni partecipanti allo show.

Nel video del canale  Valdarno 24  l’organizzatore Roberto Stellato descrive le regole del talent.

Alla manifestazione era abbinata anche una mostra collettiva di arte moderna realizzata presso “La Filanda”, il polo espositivo di Loro Ciuffenna.

Alla fine di due gironi di eliminazione una giuria ha valutato le performance canore dei cantanti ed un’altra quelle dei pittori. Sono stati giudicati anche i quadri esposti a La Filanda.

Alla resa dei conti sono andati meglio i cantanti od i pittori ?

Non saprei dirlo, a detta di molti, il livello canoro era molto alto e la giuria a dovuto lavorare molto per riuscire nel suo giudizio.

Per la giuriail giudizio non deve essere stato facile,neppure sui pittori, vedrete voi stessi che potenza di fuoco è stata espressa.

L’organizzazione si è prodigata molto per realizzare l’evento e la riuscita è stata completa, tra presentazione, due semifinali e finale sono state brillantemente risolte le piccole problematiche, fino portare il livello organizzativo della finale quasi a perfezione.

Il principale inconveniente nel bel mezzo della serata è stato l’inizio di una nevicata, che appariva importante,  che ha costretto qualche partecipante al ritorno a casa anticipato e rischiato di far interrompere la serata. In seguito, fortunatamente, la neve si è tramutata in pioggia e tutto è potuto finire nel meglio dei modi.

Segue il reportage visuale delle opere:

Ecco le foto (comprese le opere già esposte alla filanda).

Talent Show Valdarno 2018 Talent Show Valdarno 2018

L’ordine di arrivo al Talent Show Valdarno 2018:

Primo

secondo

Terzo

Primo alla Filanda

Grazie

Giancarlo

Ancora a proposito

A proposito

Ancora a proposito di quel che scriveva ieri Ceppoduro su queste colonne a proposito di Sanremo, devo dire che ha molte ragioni. Purtroppo in Italia, forse nel mondo intero, abbiamo perso la ragione.

Ancora a proposito

Viviamo da malati per morire da sani. La decadenza fisica, e in parte anche quella mentale, è inevitabile, lo sappiamo.

Ancora a proposito: vedere Ornella Vanoni con la pelle del viso e del petto liscia come il culo di un bambino ha impressionato anche me. Chi ha visto recenti foto della cantante prima del lifting di Sanremo capisce bene di cosa parlo. Ma la cosa più impressionante penso non sia nemmeno quella, in fondo se non fai caso alle mani o alle braccia, che non hanno subito lo stesso trattamento, puoi addirittura non accorgertene. Impressionante è guardarla in faccia, con quell’espressione surreale, da maschera di carnevale, o peggio da zombi.

Ancora a proposito del macello degli zombi

Che non sia facile per un artista del palcoscenico accettare il tempo che passa posso capirlo. Mina non lo ha accettato e non si è presentata più in pubblico, ha continuato a fare dischi e si è occupata di radio, dove il suo aspetto fisico restava celato, privato, personale.

Ma che qualcuno debba macellarsi per apparire più giovane, o più bello, di quel che non sia, non lo capisco, non lo accetto. Non dovrebbe nemmeno essere permesso.

Occorre distinguere la chirurgia estetica per piacere da quella per necessità e bandire la prima consentendo solo la seconda.

Autodistruttivismo

Che rispetto possono avere i giovani del loro corpo e di se stessi se il modello di riferimento è lo stesso dei vecchi di questo festival?

Il corpo diviene una merce qualsiasi da impacchettare al meglio e da vendere al miglior offerente.

Il corpo diviene un contenitore vuoto da offrire e da prendere a piacimento. Il contenuto non c’è o non è più importante.

Si appare non si è.

Non si cerca di lasciare ai posteri il meglio di se, si cerca di rimanere con i posteri.

Non vogliamo morire, ma il nostro corpo non lo sa e ci rema contro, si disfa, si putrefà, mentre noi continuiamo imperterriti a vivere.

A vivere???

Giancarlo

Mostri

Interessante guardare Sanremo, si possono vedere dei mostri

Ma mostri veri, mica fantastici, come succede nei film.

mostri

Stasera c’era Pippo c’era Ornella. Mamma mia che tristezza.

E meno male che Ornella canta bene! Ma come possiamo credere alle parole della melodia se neanche lei riesce ad accettarsi com’è? Per accettarsi deve tirarsi come la pelle di un tamburo, salvo lasciare alcune parte, scoperte, nello stato reale, o surreale, attuale. Le quali, viste vicino alle zone restaurate, vanno ben vedere bene l’azione distruttiva del tempo, le vene varicose, la pelle flaccida e allungata. Ma che è il bello della vita, vissuta, e dell’età, raggiunta. E’ la realtà, la verità, non come la maschera inebetita, da un sorriso botulinico, inconcepibile altrimenti. Ma questa maschera non è che l’apoteosi del carnevale sanremese 2018, tutti i vecchi miti più o meno restaurati, per accontentare i vecchi fan di quando tutti erano più giovani, fan e cantanti.

Mostri in mostra

Così il surgelatore di Sanremo ha messo in mostra nel suo banco del pesce tutta la merce conservata per anni, mai buttata, sempre scongelata e ricongelata subito dopo. Un pena, in quest’Italia che invecchia e non vuole. Nessuno che si mette da parte, mai, nemmeno dopo i terremoti fisici e mentali, inevitabili nel tempo che passa. Nessuno che voglia andare in pensione, farsi da parte e lasciare il posto a chi non c’era prima. La Fornero ci ha visto bene, ha anticipato il trend, l’aspirazione, tutta Italiana’ all’immortalità.

L’oblio non fa parte di noi. Nel tempo, nella nostra lunga e grande storia Italiana e pre-Italiana, non ci siamo scordati di nessuno: Papi, imperatori, artisti, pittori, scrittori, architetti e inventori. Solo che loro son rimasti tra noi con le loro opere. Oggi, che nessuno è più capace di fare niente restano loro a testimonianza di se e di quello che hanno fatto. Non certo di quello che fanno o che faranno, sempre più mediocre, anche se ben intonato.

Povera Italia.

Come ti sei ridotta.

Poveri Italiani, ormai non più (ius) soli.

Ceppoduro

Arte

Cos’è un opera d’arte?

Scoprire l’arte

Scopriamolo assieme…

Diciamo che è qualcosa di artificiale, realizzato da un uomo o una donna, può coinvolgere i sensi, uno o più d’uno. Il senso primario coinvolto è la vista, poi il tatto, l’udito, raramente olfatto e gusto.

Un’opera d’arte si guarda, una pittura, un disegno, una  statua, un’incisione, una foto. Si tocca, una statua un bassorilievo. Non so dire se un suono, una musica o un canto possano essere arte; odori e sapori no, sono un’altra cosa. Anche se possono evocare più di altro.

Un’opera d’arte deve essere bella, ma è una caratteristica troppo soggettiva ed anche due uova al tegamino possono esserlo.

Originale, beh, sì. Originale deve esserlo, ma sembra più una prerogativa che una caratteristica, quale copia della Gioconda sarà mai un’opera d’arte?

E allora?

Perché il mio autoritratto giovane vecchio

non è famoso come questi altri?

Perché???

E’ originale, è a olio, rappresenta un mio stato d’animo particolare, unico, momentaneo, fuggente, che non tornerà più. Proprio come le altre opere.

Allora si deve trovare un metro diverso.

La tecnica, pur necessaria non può essere quello.

Tecnicamente ci sono realizzazioni perfette che non dicono gran che.

Ecco dire qualcosa, comunicare un messaggio, mostrare il bello, o il brutto in certi casi.

Ritorniamo al bello.

Ma il bello può esser misurato, valutato, ponderato?

Sono quasi sicuro che la proporzione, la relazione che hanno le parti delle cose ci mostra il bello. Alcune consonanze nelle cose creano armonia, come certi colori possono avvicinarsi mentre altri no.

Ma allora è solo una misura accurata delle parti e una selezione precisa dell’accostamento dei colori?

Allora una musica armoniosa è un’opera d’arte, che le misure tra se sono precise come poche altre.

Il canone estetico ci porta a costruire una figura umana o di altro tipo, perfetta e proporzionata e quindi bella, ma ciò che è brutto, allora, non è bello.

Allora Guernica non è bella, e tanti lo pensano davvero.

Perché è bella in senso diverso, non è estetica è antitetica, è realtà sparata in faccia a chi vede.

E’ arte.

Ho scritto del bello qui. Dove sostenevo che il bello è estetico e numerico.

Anche l’arte deve esserlo, perché nei vari modi in cui si esprime deve rendere la proporzione e l’estetica.

Farò mai un opera d’arte io? Mah!

arte

Giancarlo

 

 

Musica all’HB, Il reportage della serata.

Musica all’HB

Musica all’HB

Francesco Verdi voce e chitarra ritmica, Marco Dainelli chitarra, Damasco Xxx tastiere, Giovanni Baglioni basso, Mattia Alberto Righeshi batteria, Michele Bellini voce aggiunta.

Venerdi 9 Dicembre all’HB di Terranuova Bracciolini, che spettacolo, uno dei meglio negli ultimi anni.

Son stato fantastici.

Ecco la band:

Musica
Francesco Verdi, chitarra acustica e voce.

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Michele Bellini voce aggiunta.

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Marco Dainelli, chitarra.

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Mattia Alberto Righeschi, batteria.

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Damasco Xxx (il nome me lo ha detto ma non lo ricordo più, che siano i fumi della birra?), tastiere.

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Giovanni Baglioni, basso.

Anche tutta assieme.

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I magnifici 5

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Il front del palco.

Ora alcune foto della serata.

Godetevele.

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Se volete ingrandire le foto cliccateci sopra le otterrete ad altissima risoluzione. Potrete farci poster santini e quant’altro.

é il miglior reportage fotografico dei Vintage mai fatto.

Approfittatene tutti.

Giancarlo