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Quanto vale un opera d’arte?

Quanto vale  un quadro? Un dipinto, una scultura, un acquerello?

E’ veramente difficile valutare un quadro.

Specialmente quando non è stato realizzato da un artista famoso, da uno cioè che non è conosciuto e apprezzato e quindi non ha mercato.

Possiamo dire che artisti famosi hanno quotazioni oramai consuete e se le loro opere fossero vendute in una asta potremmo solo aspettarci forti emozioni speculative. Altrimenti, senza l’impulso speculativo non aspettatevi sorprese, il prezzo sarebbe quello che è e basta.

Anche se, devo dire, che ai grandi nomi dell’arte vengono perdonate cose che a me non lo sarebbero. Girando per musei, ad esempio,  ho visto dei “De Chirico”, pittore che amo, con errori madornali. Errori prospettici, errori di ombre ed errori di ogni genere, ma il quadro è un “De Chirico” e resta “De Chirico”  turandosi il naso e coprendosi gli occhi. Insomma ho visto “croste” di De Chirico, opere chiaramente tirate via, fatte tanto per fare, forse perché comunque in quel momento richieste dal “mercato” , esposte in bella mostra in importanti musei, senza problemi e senza vergogna.

Senza vergogna?

Vergogna!

Sono quadri che comunque costano e chissà se valgono il loro costo?

I miei quadri non costano così tanto, anzi non costano tanto, per superare i mille Euro devo darmi da fare su quadri di notevoli dimensioni.

 

quanto vale
Si, ma quanto vale?

E se un quadro ti piace non stare li a menatela.

Cazzo, se ti piace un quadro compralo e non rompere i coglioni, il prezzo è un di cui, non è così importante.

Si, dirai, ma quanto vale?

Vale la pena di comprarlo, farai felice te e chi lo ha fatto.

Ma quali sono i quadri più quotati?

Sono quelli meno validi!
Magari non sono bellissimi ma seguono la quotazione dell’artista e se l’artista è di moda…

Ma non comprare un quadro perché l’autore è in voga, un quadro deve esprimere un concetto, un’idea, qualcosa, altrimenti deve essere tecnicamente ineccepibile.

Non dice niente ma è tecnicamente perfetto? Prendilo e pagalo.

Non è tecnicamente perfetto ma ti appaga, ti soddisfa, ti piace? Prendilo e pagalo.

Ma che vuoi di più? Costa tanto ? Ma cosa sono pochi Euro per una opera che piace, che se lo guardi ti trasmette qualcosa?

Ci sono tanti dipinti, ci sono tanti pittori, non devi faticare devi solo guardare. Che te li hanno fatti a fare gli occhi, se non li usi?

Se poi il dipinto non ti piace, anche se quotato, che lo vuoi a fare? Lascia perdere e compra qualcos’altro.

Un quadro vale solo se ti piace.
Quanto vale quel quadro? Tanto quanto ti piace.

Conclusione:

Alla domanda “quanto vale un quadro?” Ti rispondo che non ha un costo, ha solo un valore.

Non comprare croste ma se una crosta ti piace non è una crosta, prendila e pagala quel che ti chiedono.

Vaffanculo.

Giancarlo

 

PS: Guarda ti mostro opere fatte da miei amici; se te ne piace una e la acquisti da loro, li renderai e mi renderai felice, senza spendere un capitale.

fonte:

Blog

Non so chi sei, ma è come se ti conoscessi.

Non so chi sei, ne mai lo saprò.

Non so chi sei siluette
???

Caro investitore,

dal gonfio conto corrente Sammarinese. Uso San Marino ad esempio, solo per non andar troppo lontano. Non ti conosco, dicevo. Non so chi sei. Penso che non lo saprò mai. E’ un peccato perché non lo saprà nessuno. Neppure in un futuro lontano, tra cento o mille anni. E’ un peccato, vorrei conoscerti. Vorrei che tu, ti facessi conoscere. Sei un tipo eccezionale. Hai messo da parte un patrimonio consistente. Hai tanti soldi che non c’è abbastanza cartamoneta per stamparli. E stanno crescendo. Sarà la crisi. E’ sicuramente la crisi. Ma tu sei bravo. Sai far fruttare anche una crisi.

Non so chi sei, ma è come se ti conoscessi.

Ti vedo. Ti sento ei capisco. I soldi non sono più un problema per te. Il problema, semmai, è come fare ad aumentarli, ancora. Certo potresti permetterti tutto, ma poi? No meglio investire. Incassare. Aumentare. Bulimia monetaria. Che poi non è propriamente bulimia. I soldi non li hai in tasca. Sono sul conto. Sui conti. Allora non si spendono, si investono. Anzi si usano per investire con i soldi degli altri. I tuoi servono solo a garanzia.

Non so chi sei, ma sei bravo.

I tuoi soldi fruttano sempre. In realtà fruttare è un termine improprio, si moltiplicano, forse per generazione spontanea, ma non dando frutti. Non vedranno mai la luce, mai il sole. Mai nasceranno, ne mai usciranno dagli estratti di uno o più C/C.

Non so chi sei ma sei fortunato.

Con la moneta elettronica, lo scambio elettronico di valori, puoi accumulare più di Paperone. Ma non ti serve un deposito. Non devi romperti la schiena per portare la borsa alla cintura, come i tuoi avi nel medio evo. Anzi non devi fare proprio nulla, solo contare ed ammirare minute, estratti, elisir di lunga vita per te.

Non so chi sei! Ma tu sai che non lo saprò mai? Che nessuno lo saprà! Mai! Lo sai?

Quelli prima di te hanno usato i loro averi per costruire, per arredare, vestirsi, armarsi. Per fare qualcosa per cui fossero conosciuti, riconosciuti e ricordati. Ci hanno lasciato statue, affreschi, dipinti, palazzi, arene, strade, chiese. Non li hanno fatti loro, con le loro mani, li hanno pagati. Manufatti di ogni tipo e fattura, con cui si sono glorificati ed assicurati l’immortalità o, almeno, un ricordo immortale.

Certo, hai ragione, per farlo, per lasciare traccia di se, hanno dovuto sfruttare uomini e donne. Lavoratori ed artigiani, artisti, poeti e scienziati. Ma nel contempo li hanno fatti vivere e ci hanno lasciato il frutto del loro lavoro. Pagato con i soldi accumulati, proprio come hai fatto tu- Ma che tanto non potevano portarsi dietro; ne da morti, ne da vivi da quanti soldi erano.

Non so chi sei, ne mai lo saprò.

Ne nessun altro lo potrà sapere. Perché hai dei disturbi seri. Accumuli per accumulare ancora. In un contenitore virtuale di cui non rimarrà traccia, nemmeno in Google. Anche tu sfrutti tanta gente per il tuo tornaconto, sicuramente molta di più di quanta ne abbiano mortificata tutti i tuoi predecessori assieme. Ma mi piace pensare che allora, queste soverchierie, siano servite a qualcosa. Non potrei ammirare Firenze, ogni volta che la vedo. Da Piazzale Michelangelo o da Ponte Vecchio o da qualsiasi altra parte. Non potrei farlo se quelli come te non avessero cambiato i loro soldi con il frutto della sapienza, dell’arte e della fatica di tanti altri poveri uomini e donne a loro contemporanei.

Ma tu, no! Tu, che accumuli in file elettronici, non ci lascerai nulla. Non lascerai traccia di te. Morirai e nessuno saprà, che sei passato di qua.

Che pena mi fai.

Ceppoduro.

Come mai

Come mai?

Mi sono chiesto molte volte come mai e non sono riuscito mai a rispondermi. Come mai la gente si faccia orientare negli acquisti da pubblicità fatta da, o in cui sono presenti o anche solo rammentati, dei personaggi famosi o del momento?

A volte il prodotto reclamizzato non ha nemmeno una qualche attinenza con le attitudini del reclamizzante. Certo posso capire il campione di sci che pubblicizzi gli sci… Se non se ne intende lui! Chi meglio di lui può giudicare il prodotto sci e consigliarci.

Ma che competenza abbia una nuotatrice sugli shampoo, proprio non riesco ad immaginarlo. Si, certo, si sarà lavata la testa migliaia di volte, ma questo non la farà mai diventare esperta, non più di altri, almeno.

Epperò

sembra che funzioni. Almeno dicono così, che un personaggio famoso faccia vendere dieci volte di più, quindi conviene. Certo, non ho dubbi che convenga, non ho mai visto qualcuno buttare via soldi per niente, non nella pubblicità. Anzi l’ho visto, molte volte, ma magari ne riparliamo. Diciamo che se spendo di più, come è logico aspettarsi dall’ingaggio di un personaggio famoso, mi attendo un ritorno maggiore, in termini di vendite. Però è strano è che la gente, i consumatori, siano portati ad acquistare i prodotti reclamizzati in misura maggiore se il testimonial è famoso.

Il discorso

fatto prima sui costi è talmente evidente che non c’è bisogno di puntualizzarlo, che questi costi si ribaltino sul prezzo del prodotto è indubbio (almeno spero non ci siano dubbi) quindi maggiori costi = prezzi più alti. Il che semplificando al massimo significa che a parità di prodotto (qualità ecc.) quello promosso da personaggi famosi è meno conveniente.

Detto in altre parole o mi vendono merda o me la fanno pagare come l’oro.

Come mai?

Mah, forse non è così, mi sforzo di immaginare che, comunque, i personaggi famosi non si vogliano sputtanare reclamizzando robaccia. Però, se il personaggio è in declino o non più attraente (si avete pensato bene, sessualmente parlando), come lo era quando è diventato famoso, allora sarà più accondiscendente a chiudere un occhio o il naso. Quindi meglio non fidarsi dei suoi consigli per gli acquisti.

Perché come mai, vedendo attrici un po sformate pubblicizzare calzettoni o attori pelatini lodare servizi telefonici a banda larga, non dovremmo pensar male?

E quando nella réclame appaiono perfetti sconosciuti? Evitare, evitare, evitare? Oltre  a non avere competenze sul prodotto non sappiamo neppure chi siano.

Come mai coffe

Eppure

talvolta la pubblicità mi piace, ad esempio quando fa vedere, sentire, leggere qualcosa di interessante o di bello o solo piacevole. Quando dice: “guarda noi facciamo questo prodotto che è un buon,” mettiamo, “callifugo, se hai bisogno di un callifugo provalo, perché su questo ci abbiamo studiato a lungo e funziona bene, vedrai”.

Mi piace anche quando dice: “questo prodotto può essere utile per questi motivi e costa x€”. Senza al contempo mostrare famiglie felici che lo usano tutti insieme allegramente. Oppure un belloccio con la barba, d’ordinanza oggigiorno, che ti insegna stili di vita e di parcheggio inaspettati, per uno che possiede quella macchina. Già la barba; da un po di tempo se non hai la barba, niente spot. Qualche calciatore famoso la barba l’ha coltivata apposta per fare pubblicità. Qualcun altro, anche più famoso, non la vuole coltivare e allora sta in compagnia di uno con la barba. Uno che dice solo: “buongiorno”, ma ha la barba che manca a quello famoso.

Insomma

siamo proprio fessi, pronti a spendere di più per pagare la soubrette del momento e con la barba. Ma in fondo, così facendo, speriamo che domani tocchi a noi o ai nostri figli. Ad esser famosi e di fare un sacco di soldi con la pubblicità, intendo. Purtroppo non è così che andrà, continueremo a pagare molto in cambio di poco e resteremo come siamo, per sempre, e i nostri figli pure.

Come mai casta

Non si può salire di casta.

Come mai Studio/17.3.53,A02r Members of the Parliament interviewing women of background communities at a Harijan Basti near the I.A.R. Institute, Pusa, near New Delhi, which they visited on March 15, 1953.
Studio/17.3.53,A02r
Members of the Parliament interviewing women of background communities at a Harijan Basti near the I.A.R. Institute, Pusa, near New Delhi, which they visited on March 15, 1953.

Ed anche i nostri figli ed i loro figli e i figli dei figli dei figli… pagheranno di più per coltivare il sogno di esser famosi loro stessi o la loro prole.

Giancarlo