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Stefano Cucchi è morto, nessun reato, nessun colpevole.

Stefano Cucchi

Chi era costui?

Non è importante chi fosse, neppure come visse. La cosa importante è come morì.

In breve fu arrestato per cessione di droga, picchiato, giudicato per direttissima, detenuto, picchiato, non fu curato per le gravi conseguenze delle percosse, anche perché lui rifiutò le cure, ma a causa delle cure non prestate morì per le percosse subite.

Bene, dirà qualcuno, se le è cercate è colpa sua.

Male dirò io, per alcune ragioni elementari che cercherò di elencare di seguito, oltre alla situazione politico culturale del momento, sicuramente complice dell’accaduto:

E’ compito delle forze dell’ordine di arrestare persone che commettono o abbiano commesso reati.

Poi è compito dei magistrati di giudicarli e degli avvocati di difenderli.

E’ compito delle guardie penitenziarie di custodirli.

Infine è compito dei medici di curare gli ammalati o i feriti.

Stefano Cucchi

Cucchi doveva essere arrestato (non picchiato) difeso e giudicato  (non oggetto di vendetta) trattenuto in carcere (vigilato non picchiato), curato (non lasciato morire di inedia). Qualcosa non ha funzionato, è morto! Ma che cosa non ha funzionato?

Le forze dell’ordine si sono accanite ergendosi a giudice dell’arrestato, punendo, a calci e pugni, un reato minore, come quello da lui commesso.

I giudici non hanno ritenuto necessario metterlo ai domiciliari (poteva ripetere il reato o scappare all’estero?) trattenerlo in carcere sembrava più sicuro per lui e per la comunità?

Forse hanno deciso così per preservarne l’incolumità, già compromessa dai primi lividi che avranno potuto vedergli addosso, non ritenendo possibile un ulteriore degenerazione della situazione

Le guardie penitenziarie sembra si siano accanite contro di lui ancor più degli altri prima, forse gridava, scalpitava, nonostante, e forse a causa di, quelle che aveva già preso con l’arresto, forse lo hanno tenuto a lungo segregato, senza bere e mangiare, nonostante le lesioni e l’evidenza della sofferenza, per evitare di dargliene ancora.

Ma forse era giusto che pagasse, non credete?

Che soffrisse un po, fino al ricovero in ospedale.

I medici, anche loro, se ne sono fregati, invece di aver a cuore le sorti di un uomo vinto, debole e provato, sicuramente domo. Chiaramente incapace di comprendere la situazione in cui si trovava, incapacità per cui rifiutava le cure di cui aveva invece estremamente bisogno.

Questo nonostante l’accanimento che in altre occasioni mostrano i sanitari nel voler curare qualcuno contro ogni logica ed evidenza .

Spero che il tutto sia chiaro, d’altronde ho riepilogato velocemente ma la cosa è molto complessa, ma anche ben nota, quindi volevo elencarne solo i concetti principali.

Il processo di primo grado aveva individuato dei responsabili, condannandoli, ed i non responsabili, scagionandoli.Stefano Cucchi

Quello di secondo grado li ha liberati tutti per insufficienza di prove, una motivazione che si usa di solito nei processi mafiosi.

Conclusioni.

Non è possibile, in un paese democratico, essere pestato, anche se colpevole, da forze dell’ordine anarchiche, che si ergono a giudice e carnefice di un cittadino, di qualunque cittadino, e non è possibile che questi crimini restino impuniti.

Tutti sappiamo come tutte le categorie che ho citato vivano situazioni di disagio a causa della scarsa considerazione in cui è tenuto il loro lavoro, utilissimo quando fatto seguendo le regole, ma questi disagi non possono scusare crimini orrendi, come questo.

Stefano Cucchi è morto, Stefano Cucchi viva sempre nei nostri cuori.

Giancarlo

 

Signor Napolitano, mi permetto qualche suggerimento…

Signor Napolitano

Signor Napolitano mi permetta/o di darle qualche suggerimento.

Signor Napolitano

Sono una persona normale, di buon senso, ed il buon senso mi spinge ad aiutarla. Si fa un gran parlare della testimonianza che lei renderà dal quirinale ai giudici di Palermo.

A cui, in videoconferenza, hanno chiesto, come prevede la legge, di assistere il signor Riina ed il signor Bagarella, oltre che il signor Mancino, tutti accomunati dalle vicende per cui lei sarà udito dai giudici. Vicende relative alla cosiddetta “trattativa stato – Mafia”. Oggi sappiamo che il tribunale di Palermo ha escluso la presenza dei suddetti.

“Evitato lo sfregio alle istituzioni” titola qualche quotidiano on line. Mentre altri precisano come il Quirinale goda di immunità che impedisce anche solo per questo la presenza di imputati durante la sua deposizione. Ci sono però timori che i non ammessi chiedano, ed ottengano, l’annullamento del processo. Questo perché la loro esclusione viola il diritto dell’imputato ad intervenire personalmente ad un’udienza. Converrà che comunque la si metta e la si guardi non è un bel vedere.

Allora Signor Napolitano

Allora Signor Napolitano mi permetto/a di ricordarle che c’è un modo per evitare sfregi, evitare imbarazzi ed annullamenti e per ridare forza e credibilità alla istituzione. E’ una azione semplice, mi creda, usata di continuo in tutto il mondo da tanta gente. Semplicemente si rassegnano le dimissioni (è un diritto di ogni lavoratore). Si lascia l’incarico in modo che altre istituzioni facciano il loro lavoro senza intralci e noi si possa (re)agire liberamente di conseguenza.

Comunque vada l’istituzione non sarà infangata da eventuali colpe della persona che la rappresenta. Ritengo che la Magistratura goda della fiducia del suo attuale presidente e possa goderne anche dopo che si sia spogliato da quella veste. E che lei, conseguentemente, non abbia nulla da temere. Nemmeno che debba godere o meno dell’immunità prevista per la carica. Ritengo altresì che già lei poteva/doveva essersi dimesso già da tempo, quando furono fatte/ascoltate le famose intercettazioni ormai distrutte. Ora sarebbe stato tutto chiaro e chiarito, ma non è mai troppo tardi, è ancora in tempo e la scelta è solo sua.

Giancarlo

Indagine conoscitiva, la scuola discrimina.

Indagine conoscitiva

Dalla scuola ho ricevuto una richiesta per un’Indagine conoscitiva:

Indagine conoscitiva

 

Che ha come oggetto Indagine conoscitiva.

Richiede alle famiglie degli alunni, al fine di organizzare le visite di istruzione nell’anno scolastico, di esprimere le preferenze in merito alle possibili “gite“, io direi di chiamarle con il loro nome. In seguito a quanto espresso nelle risposte potranno essere organizzate più iniziative, ci informa il redattore della suddetta.

In particolare per l’Indagine conoscitiva della gita di quest’anno sono previste le seguenti risposte:

Destinazione: Italia o Estero (Inghilterra, Francia…)

Durata : 1 giorno o 2-3 giorni oppure 1 settimana.

Ora io ritengo pregevole il fatto che l’istituto comprensivo sia così comprensivo da chiederci cosa preferiamo e prenderne atto  nell’organizzazione dell’evento, di solito molto ambito dai ragazzi, occasione di studio ed apprendimento certo, ma sicuramente anche occasione di divertimento insostituibile.

Sono d’accordo si deve andare in gita alle medie, è una delle cose che si ricordano per sempre e, di solito, i ricordi sono belli.

Però, volevo dire all’anonimo estensore del foglietto, il quale o la quale lo avrà redatto scrupolosamente, seguendo circolari ministeriali, istruzioni pubbliche o quant’altro giusto e necessario che, dopo il suo ricevimento e la sua lettura, alcune domande mi sorgono spontanee e le voglio porre di seguito.

Possibile che con l’attuale crisi che morde l’Italia, dove una persona su quattro risulta senza lavoro, dove quasi la metà dei giovani non lo hanno mai trovato un lavoro, le nostre autorità scolastiche siano così insensibili da non pensare che ci siano famiglie in difficoltà che non possono mandare il figlio o i figli in vacanza, talvolta neppure per un giorno, figuriamoci due o tre o, addirittura, per una settimana?

Possibile che nessuno immagini che possa essere un umiliazione ingiusta per il ragazzo veder partire i compagni e lui non poter andare per le condizioni economiche della famiglia, sicuramente indipendenti da lui?

Possibile che non se ne comprenda la profonda ingiustizia?

Se vogliamo andare in vacanza, a fare la settimana bianca, o in agriturismo, andiamoci con la famiglia non con la scuola.

Ovvero, se ci andiamo con la scuola, siccome fa parte dell’educazione, del percorso formativo e serve a diventare donne ed uomini, cittadini di questa repubblica, ci andiamo tutti, tutta la classe, tutte le classi A, B, C… tutti a spese della scuola.

Come fare poi a reperire i soldi per farla la gita, ci arrangiamo, cerchiamo un sistema per cui chi vuole, e chi può,  possa contribuire, ma, vi prego, non usiamo la gita per fare la vacanza pagata (l’insegnante) e umiliare i ragazzi (le famiglie).

E’ bello andare in gita? SI!!!

Farlo in questo modo – è – una – vergogna – e – non – sono – assolutamente – d’accordo.

Giancarlo

P.S. esprimerò la mia preferenza per una gita in Italia di un giorno, confidando che molti possano partecipare, istruirsi e divertirsi e se ce ne sarà bisogno voglio contribuire anche per altri che magari non possono spendere anche quei pochi euro. Ma non come elemosina, solo come progetto, se andranno tutti, vorrei poter aiutare chi non può permetterselo.

Schiavismo

Schiavismo

Come non vedere che i barconi nel mediterraneo hanno sostituito i velieri nell’Atlantico.

Può darsi che i moderni schiavi non siano più prigionieri, come lo erano molti degli Americani di colore di oggi, ma fuggono da  guerre o da conflitti etnici anche loro, e si pagano il viaggio, per giunta. Business is business. Ma che di tratta si tratta si vede subito, il viaggio in sudicie galere, che solo la disperazione ed il niente da perdere ti possono far imbarcare, alcuni sottocoperta, senza luce, aria, senza posti a sedere per risparmiare sul costo del tragitto (esperimento ancora non riuscito a qualche compagnia di trasporto aereo?) sono li, partono da li, attraversano li, e sbarcano li, se arrivano, altrimenti cibo per animali marini in cima alla catena biologica, credo.

Direte che non possiamo scherzare sulle tragedie umane, sulla sofferenza prima e sulla morte dopo, perché che cosa abbiamo fatto finora? Siamo stati seri? Li aiutiamo anche nella loro tratta, certo, per scopi umanitari, gli facciamo fare solo mezzo viaggio sul barcone, il resto li trasportiamo noi, non ci sono più i barconi di una volta, e ormai affondano quasi subito, per le condizioni del natante, del tempo dell’affollamento, occorre soccorrere in mare, sempre più lontano da noi, per evitare tragedie ben peggiori.

E poi cosa facciamo li liberiamo? E quelli che arrivano, senza che lo sappiamo, senza essere contati senza chiasso mediatico, che fanno? Saranno uomini liberi o schiavi?

Ma allora andiamo a fermarli a riva

Non facciamoli proprio partire. Come non si può? Ci sono le leggi internazionali? Le acque nazionali? I confini?

Ma se per bombardare Geddafi o chi per lui, in Libia, non ci abbiamo pensato due volte, siamo andati, senza chiedere permesso a nessuno, nemmeno chiederci se eravamo d’accordo, abbiamo sganciato quel che serviva (oppure che non ci serviva più per via della scadenza) e siamo tornati a casa con le mamme, le nostre, a far festa, senza sapere nemmeno bene perché, senza legge, senza remore.

Noi, signore e signori, abbiamo fatto una guerra, veloce, indolore (per noi), invisibile (anche), ma pur sempre guerra. Noi abbiamo fatto…ciò che la nostra bella costituzione, all’articolo 11, ci vieta assolutamente di fare. Lo abbiamo fatto senza echi, senza clamori o ero distratto e qualcuno ha detto qualcosa contro che non ho sentito?

E l’Europa che dice di questa nuova tratta degli schiavi?

Sembra tuonare, nel silenzio più assordante, senza proferire una parola, un grande silenzio, rotto solo dai motori dei caccia che è pronta ad accendere per qualsiasi missione “Umanitaria” in qualsiasi posto. Se avrò bisogno non aiutatemi così “umanitariamente” potrei restarci secco.

Mi chiedo perché? Perché vogliono farci invadere, da altri, da diseredati, da stranieri, da …persone che non hanno niente? Perché distribuiscono queste persone nel territorio senza curarsene più, come mafiosi al confino.

Che si voglia ripetere l’esperimento demografico Titino? Da parte di chi? Per quali ragioni?

Non mi sembra un modello di successo e allora che faranno? Che facciamo? Che potremmo fare? Chi potrà fare il giusto? E cosa è giusto fare?

NON LO SO.

Ma mi pare che ci siano interessi in gioco, qualcuno, come al solito, ci guadagna e ci guadagna bene, dobbiamo fermare questo commercio osceno.

Si accettano idee, critiche e quant’altro, ma far finta di non vedere, no, non facciamolo.

E’ una vergogna.

Dobbiamo tornare ad indignarci per le cose vergognose.

Io ho pensato che anche questa semplice denuncia, questa indignazione, potesse aiutare.

E, mi raccomando, non prendiamocela con loro, loro sono solo delle vittime, si tratta di schiavismo, di tratta degli schiavi.

Giancarlo

Finalmente. Proposto la Costituzione Giapponese, per il Premio Nobel per la pace.

Finalmente una buona notizia.

Emblem_of_Italy.svg Finalmente
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Emblem_of_Italy.svg

Finalmente.

Anzi più che buona, bella. Di quelle che scaldano il cuore e fanno pensare che non tutto è perduto.

Ci sono ancora persone in grado di ragionare e di fare le cose giuste. Soprattutto hanno il coraggio di farle, perché in questi giorni bui ci vuole tanto coraggio per essere giusti.

Per dire il vero.

Per fare il bene.

Ma non per fare un bene ipocrita, un bene disinteressato, senza ritorno.

Comunque stiamo ai fatti, dicono che una signora Giapponese ha proposto la Costituzione Giapponese, e quindi il popolo Giapponese, per il Premio Nobel per la pace, proprio per via della loro Costituzione che ripudia la guerra e addirittura l’idea di organizzare un esercito.

Giappone finalmente
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Japan_topo_en.jpg

Finalmente,

anche se la Costituzione gli è stata imposta dai vincitori alleati, alla fine della seconda guerra mondiale, dopo le stragi vergognose di Hiroshima e Nagasaki, quindi anche se non è un’idea loro, la cosa bella, però, è che  l’hanno applicata e rispettata. Che bello, che gente dritta, educata. Guarda che cosa può fare l’educazione di un popolo.

Italia finalmente
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Satellite_image_of_Italy_in_March_2003.jpg

Finalmente, peccato che

in Italia l’educazione l’abbiamo smessa, da tanto tempo.

Costituenti finalmente
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Firma_della_Costituzione.jpg

Però una costituzione pacifista l’abbiamo anche noi, e noi l’abbiamo scritta, sottoscritta e, finora, difesa.

(Approfondiscialtro o ancora di più) (Costituzione Italiana)

Vorrei che qualcuno proponesse anche la nostra, non conosco la Giapponese, ma la nostra si. E non può essere meno bella e pacifista dell’altra.

Chi può, chi sa come farlo, lo imploro, lo faccia, la proponga a Stoccolma.

Proponga, proponiamo la nostra costituzione per il Premio Nobel per la Pace. E se il premio non ce lo danno comunque divulghiamola, leggiamola, leggetela o fatela leggere ai vostri figli, ai vostri amici, anche, persino, ad un Giapponese. Perché no?

Grazie

Giancarlo

Fonti: Il Fatto Quotidiano The Huffington Post JapanNobel PrizeGlobalPostPBS

A proposito di quanto sta accadendo in Ucraina…

A proposito…

A proposito di quanto sta accadendo in Ucraina

La Russia, scontenta della cacciata di Janukovič e della conseguente perdita potere, vuole rifarsi, almeno in Crimea. Poi che si limiti ad al controllo tattico militare del territorio oppure arrivi all’annessione dipenderà da vari fattori, diplomatici e non, vedremo come va a finire.

Ora, perché mi sono allacciato a questa notizia?

Perché ho sentito tanti commenti alla radio, tra questi chi vorrebbe un intervento dell’ONU, della EU, magari del Papa e via elencando.

Adesso, potrei essere favorevole all’intervento del Pontefice, del Dalai Lama e/o di qualsiasi altro Sant’uomo, le cui parole o i fatti non faranno male anche se facilmente non saranno risolutivi del problema.

Ancora mi preoccupa l’idea che tutto possa risolversi in un conflitto, fratricida, una faida tra Ucraini e Crimei russofoni, e poi Tatari, Bulgari, Rumeni, Turchi e tutte le minoranze di cui la Crimea si nutre, fomentata dall’Europa, dagli USA e dalla Russia.

Le guerre non servono a niente, come recita il bel articolo 11 della nostra bella Costituzione, il cui incipit: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”

Le guerre, in fondo, possono anche servire, se ricordate, ad evitarne di nuove.

Allora bisogna ricordarsi di ricordarle.

Stamani sono andato a visitare il cimitero di Guerra di Arezzo…

A proposito Arezzo War cemeteryEcco la guerra, qui si può vedere in un colpo d’occhio cosa sia la guerra.

A proposito EntranceUna bella fila d croci, ogni croce un uomo.

A proposito elencoEcco cos’è, una lista di nomi, di ragazzi, di uomini morti, dei loro paesi di origine.

Si può capire facilmente quanto poco abbiano vissuto e quanto non abbiano vissuto.

Non dimenticatelo.

altareNon fatela la guerra, non vorrete essere visitati assieme a tanti altri.

A proposito aP1220826 A proposito aP1220824 aP1220823Tutti in fila, allineati e coperti a dimostrare che voi c’eravate, voi avete combattuto.aP1220822 aP1220818 aP1220817Che tristezza.

aP1220816 aP1220815Un soldatoGiancarlo

aP1220829

Guerrieri. Siamo guerrieri e non lo sappiamo.

Guerrieri

Combattiamo tutti come veri guerrieri

Ho ascoltato alla tele la pubblicità di una nota azienda energetica nazionale.

Guerrieri, Guerriero
Guerriero Medievale al Palio di Parma.jpg

Sono rimasto dubbioso, non ho capito il senso del messaggio, ma d’altronde, non si può comprendere tutto, poi vai a capire che passava per la testa dello staff dei pubblicitari in quel momento? L’idea sarà sembrata brillante, da un’idea di sprezzo del pericolo (a guidare un auto?) di potenza (???) di mancanza di paura (c’è da averne a guidare quel mezzo?).

Un cosa mi pare di aver capito, ma potrei aver male interpretato il messaggio, ho sentito parole che incitavano gli italiani a combattere, non so contro chi o contro cosa, non era detto a chiare lettere, ma per l’autore, gli Italiani sarebbero tutti guerrieri, guerrieri che combattono ogni giorno con l’aiuto dello sponsor, come che invece di auto abbia iniziato a produrre armi, mine antiuomo, testate nucleari, o quant’altro, non so.

Quello che credo di sapere è che gli Italiani, amino l’Italia e siano contro la guerra, è scritto anche nella loro Costituzione, ma il team di pubblicitari forse non lo sapeva, magari non ha letto mai la Nostra Costituzione, forse sono stranieri, magari Francesi, come la macchina. Possono informarsi meglio nel mio articolo precedente Battaglia Esiziale, che certamente questi signori non hanno mai letto. Gli Italiani, gli direi, non sono guerrieri, tutt’al più si difendono contro le angherie, sono miti, comprensivi, pacifici e cordiali con tutti.

L’Italia non è la Francia, che ha fatto guerre coloniali importanti e sanguinose, di cui ancora il mondo paga le conseguenze, non è guerrafondaia, non risolve le controversie mandando l’esercito o i cacciabombardieri.

Che errore/orrore, quella pubblicità, una battaglia persa, una disfatta Napoleonica.

A meno che?… A meno che gli Italiani non siano già diventati Francesi, e non lo sappiano ancora, allora sarebbe tutta un’altra storia. Ma non migliore.

Pensateci.

Giancarlo

Battaglia esiziale. Battaglia pubblicitaria in TV.

In battaglia.

Battaglia pubblicitaria.

Battaglia
Heinrich Leutemann [Public domain], attraverso Wikimedia Commons
Ho visto una réclame in televisione.

Una nota softer-house pubblicizza l’ultima versione di un gioco di guerra, guerra totale, niente mai visto prima, per gli amanti del genere, della lotta, della battaglia o del conflitto totale.

In guerra contro tutti, da soli o in gruppo; e giù battaglie, sparatorie, massacri, distruzioni, di edifici, di veicoli e di cose; ecatombi a go go.

Una battaglia esiziale.

Ce ne sono molti di questi programmi, più o meno ben fatti, dal punto di vista grafico e sonoro. Ce ne sono troppi, in troppi ci giocano. Vecchi, che hanno fatto il loro tempo, e giovani che devono ancora farlo.

Amanti del genere, amatori, che strana parola per chi gioca a distruggere a uccidere a massacrare, anche nei modi più osceni e ripugnanti.

Chissà se quelli che il gioco lo hanno fatto, quelli che lo propongono, quelli che lo usano hanno mai letto la Costituzione Italiana.

All’articolo 11, recita:

«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.»

A cui tutti dovremo attenerci a voler essere e sentirci Italiani.

Un Italiano non dovrebbe andare in battaglia, non dovrebbe promuovere l’uso delle armi. In Italia dobbiamo imparare, se non lo facciamo già, ad uniformarci al dettato Costituzionale, alle regole democratiche e pacifiche che i nostri padri ci hanno consegnato e per cui molti di loro hanno combattuto.

A giocare sembra di non uccidere realmente ma è il gesto che conta non la realtà.

Quando saremo costretti ad andare in battaglia, ci sembrerà normale farlo, chissà quante “vite” penseremo di avere. Non ne avremo più di una e potrà durare poco, troppo poco. Pensiamoci

Giancarlo