Quante volte

Cani sciolti

Quante volte ne ho visti in giro. Cani sciolti, cani liberi. Senza guinzaglio, senza padrone. Cani maschi e cani femmine. Le femmine le preferivo, non venivano alla ruota della Vespa per pisciarci su.

Che rabbia quando lo facevano, mi sembrava un onta insanabile.

Tutti i cani erano liberi oppure legati alla catena, perché facessero la  guardia. La catena poteva scorrere tra due pali lungo un filo di ferro. Certo quelli alla catena stavano proprio male, sempre incazzati e con la bava alla bocca. Meglio non avvicinarli. Gli altri, quelli liberi, no, potevi prenderli anche  a calci, se volevi, non ti avrebbero mai morso. Al massimo ti pisciavano nei pantaloni.

quante volteOra non se ne vedono più

Non ci sono più cani sciolti, se ne vediamo uno, subito chiamiamo i vigili o la protezione animali. Certo ci sono molte macchine in giro e i cani liberi sono pericolosi. Certo non abbiamo più tempo di rallentare, farli allontanare e riprendere il nostro percorso.

Ma siamo diventati più civili, sappiamo chi sono, sappiamo di chi sono.

Basta leggergli il chip, il microchip che gli hanno impiantato sottopelle: c’è scritto il nome del cane, quello del padrone ed il suo numero di telefono, per contattarlo, per richiamarlo all’ordine.

Quante volte

ho pensato che questo sia giusto? Tante volte, ma non sono più di questo avviso.

Abbiamo fatto ai cani quello che vorremmo fare a noi, controllare ogni cosa, sapere come, dove  e quando.
Insomma vorremmo privarci della libertà

Niente più cani sciolti, ma tutti inquadrati e consapevoli dell’inquadramento.

Ognuno con la sua posizione, ognuno nella sua casta, ognuno con il suo scopo.

Non avremo più nessun cane libero, pericoloso per se e per gli altri.

E non avremo più nessun uomo libero, che eserciti quel libero arbitrio che abbiamo conquistato ma che sostanzialmente non piace a nessuno.

Cominciamo dai cani.

Sleghiamoci.

Ceppoduro