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Con l’era industriale

Noi Europei.

Con l’era industriale abbiamo migliorato le condizioni di vita generali:

Non soffriamo più la fame (non tutti, escluso 795 milioni di persone nel 2015).

Non dobbiamo lottare con animali feroci per procurarci cibo o vestiti (ma 4 milioni e 600 mila Italiani sono in povertà).

Non moriamo più per molti agenti patogeni letali del passato (anche se ci sono altre cause di morte: Ischemie cardiache e malattie cardiovascolari ecc).

Con l'era
Cause di morte i n Europa fonte http://ec.europa.eu/eurostat
Con l’era moderna, comunque, abbiamo perso il controllo delle cose.

Macchine, oggetti, abiti e cibo non sono più prodotti da noi, non sappiamo più come e di cosa sono fatti. Questa perdita di controllo non è banale, dobbiamo fidarci di altri che non conosciamo, che neppure stanno vicini a noi. Per questo nel tempo si è sviluppata una fitta legislazione su come debbano essere fatti gli oggetti, particolarmente stringente sui cibi, per far si che il “consumatore” finale potesse conoscere sia la composizione che il valore nutritivo dei cibi.

Ma è sufficiente la legislazione? Funzionano i controlli? Cosa c’è in realtà nei e sui cibi? Noi non lo sappiamo.

Sulla frutta cosa troviamo? Quali additivi vengono usati per conservarla? Cosa contengono le confezioni e cosa cedono alla frutta, alla carne, al gelato, alla verdura. L’insalata sarò contaminata dalle radiazioni di Chernobyl? E il grano delle merendine, quello economico, per tenere bassi i costi di produzione, dove sarà cresciuto?  Quelle belle pere da dove verranno, e lì, quali garanzie saranno date per il consumatore?

Se ci sono nazioni dove certi diserbanti sono consentiti, certi antiparassitari non sono ancora stati vietati, certi metodi di raccolta e stoccaggio sono ancora tollerati… dove trovano sbocco le loro merci?

Saranno capaci i “mercati” di proteggerci da questi pericoli?

Forse si, forse no.

Ma le neoplasie al colon, al pancreas, al fegato ed allo stomaco, anche se non sono le maggiori cause di morte sono pur sempre tra le maggiori e allora:

Con l’era industriale

ci stanno AVVELENANDO E NON LO SAPPIAMO?

Può darsi. Dovremmo difenderci.

La soluzione potrebbe essere l’uso del biologico, ma il biologico non può essere la soluzione per tutti.

Forse dovremmo ricominciare a produrre da noi: l’orto nel balcone, l’orto si che ci permette un controllo maggiore del cibo.

Poi penso all’inquinamento delle città, nella maggior parte delle quali i limiti delle PM10 sono superate molto presto dall’inizio dell’anno e mi scoraggio.

Abbiamo tolto il piombo dalle benzine rosse che ora, verdi, emettono il benzene, se le marmitte catalitiche non funzionano. E sappiamo che se andiamo da casa al bar le marmitte catalitiche non funzionano, si devono scaldare prima di funzionare, quindi anche se andiamo lontano finché non si scaldano non funzionano.

Sarà per questo che le neoplasie ai polmoni alla trachee ed ai bronchi assieme alle malattie respiratorie croniche contribuiscono così tanto alla nostra morte?

Forse sì, forse no.

Magari dovremmo ripensare la nostra vita. Forse dovremmo ritornare a patire un po di fame, a spostarci a piedi o in bicicletta.

Con l'era

O forse sarebbe ora di smettere di costruire, e se costruiamo costruire bio, e con più rispetto per noi e per la terra.

Forse sì, forse no.

E’ un suicidio,

forse.

Giancarlo

si mangia e si dorme bene…

Dove si mangia e si dorme bene?

Mi spiace, anche per alcuni miei amici, ma in Francia non si mangia ne si dorme bene.

Sono stato qualche giorno là, girando in lungo e in largo, da sotto a sopra , come le altre volte che ho girato la Francia. Le mie convinzioni, maturate mano a mano, sono state conformate.

In realtà, nel titolo del post volevo usare il termine dormire, ma non è vero che si dorma male in Francia. I letti sono ampi, alla Francese, e solidi, i piumini soffici e confortevoli. Se non trovi il cuscino a rotolo, si sta proprio bene nel letto, anche in Hotel non troppo costosi.

Ma ditemi chi, in viaggio, arriva in hotel e… e si infila subito a letto per risvegliarsi il mattino seguente e ripartire? Hotel significa anche stanza, bagno, scrivania e colazione. In hotel non si dorme soltanto, si fa anche colazione.

Beh la colazione dipende molto dal costo totale, quindi non la considero, da un hotel da 60€ non puoi pretendere molto, ma già da uno da 120€ mi aspetterei molto di più, ma insomma…

Parliamo di Hotel

Parliamo di Hotel sotto i 120-130€ a notte quindi lasciamo perdere la colazione.

Confidiamo che l’acqua sia potabile in Francia, lo sarà sicuramente perché gli alberghi poveri chiudono presto i battenti. Se la notte vuoi bere, come capita a me, ti attacchi al rubinetto. Nemmeno i distributori automatici a moneta sono disponibili la notte, tenuti ben chiusi da qualche parte. In camera, con la clientela che si ritrovano certi hotel, è meglio non mettere un frigo, figuriamoci un frigobar. Ma certo, giudicare un albergo da una bottiglia d’acqua mi sembra eccessivo.

Parliamo della

Parliamo della scrivania, utilissima, ormai indispensabile, per posarci ed accendere il portatile. Sembra fatta apposta, se ci devi mettere anche un quaderno non c’entra. E’ delle dimensioni reali di un notebook, anzi forse conoscono anche la marca del tuo portatile, non ci va nient’altro. Va beh però c’è sempre il wi-fi, anche negli alberghi da meno, gratuito e, quasi sempre, veloce. Non ti chiedono, quasi mai, nemmeno chi sei e che vuoi, accedi e basta. Sicuramente l’hotel si fa perdonare il tavolo scomodissimo, se si mangia e si dorme bene.

L’hotel è scomodo sostanzialmente solo per le dimensioni, ridotte. Come sono ridotte le dimensioni di tutto quello che c’è intorno, per accedere al tavolo, al letto, alla finestra ecc. ecc. Certo meglio ridurre lo spazio di passaggio per dedicare più spazio, il giusto spazio, al bagno.

Credo che gli architetti Francesi non siano poi male, anzi. Arrivi stanco, sudato, ti spogli anelando una doccia rilassante, prima di cena, entri in bagno e… minchia! E’ una stanzina quadrata in cui il maggior spazio è dedicato all’apertura della porta, pur piccola. Poi gli altri tre spazi sono equamente suddivisi tra vaso, doccia e lavabo, mezzo metro per uno, e per uno intendo per ogni oggetto non per un metro nell’altra dimensione.

Beh è naturale

Beh è naturale che i Francesi non usino il bidet, dove lo metterebbero? Nella doccia? Aha già, il bidet si fa nella doccia. Nella doccia c’è la doccetta mobile per questo scopo, che grullo, quasi non mi ricordavo più. Peccato che in mezzo metro per, se va bene, settanta centimetri di profondità, non ci si rigiri nemmeno, altrimenti sarebbe bello accoccolarsi nel piatto e sciacquarsi quel che si deve.

Che preferiscano di non lavarsi, dopo aver… ma poi i Francesi non si alterino se dicono di loro che hanno la puzza sotto il naso; se non ti puoi lavare che altro vorresti avere se non la puzza?

Certo il lavandino può essere un’alternativa sia alla doccia che al bidet, ma non è comodo, è alto e senza appoggi e stretto anche lui, e poi ricordiamoci le buone maniere, che modi sarebbero di lavarsi nel lavandino, ma su, ma via, non ne parliamo nemmeno!

Bene, comunque, almeno lo specchio del bagno è grande a sufficienza e funziona sempre, anche se a volte rimanda una luce gialla e fioca, e non so perché.

Alla fine però, una doccia

Una doccia la puoi sempre fare, non manca ne l’acqua fredda ne quella calda, è che magari vorresti riuscire anche ad insaponarti, girarti con facilità, chinarti verso i piedi, anch’io con la mia epa. Vorresti lavarti le ascelle senza rischio di rompere la parete della doccia con una gomitata, la schiena è meglio lasciala com’è, perché girandoti per sciacquarla giri senz’altro il rubinetto e l’acqua ti arriva ghiaccia o bollente puoi imprecare i francesi ma non risolvi, ne ti rilassi.

Ma non preoccupatevi, quelli che ho girato io sono Hotel da poco, se spendi di più ti trattano meglio, insomma.

In Francia
In Francia

Meno male che, rilassati o meno da una bella doccia, poi si va a cena e la Francia, si sa, è la patria della moderna gastronomia, della “Novelle Cuisine”.

Quindi si mangia e si dorme bene?

Per me è sintomatico che la cuisine faccia rima con l’usine. L’usine è la fabbrica, il posto dove si mettono insieme le parti, dandogli una certa forma, trasformandole in oggetti migliori e più utili dei precedenti componenti. Si non è un caso in cucina si fa lo stesso, ma non i Francia.

In Francia, in fabbrica si fanno cose pregevoli, per esempio le auto, meglio che in Germania o in Italia, almeno sembrerebbe dalle ultime di cronaca.

In Francia, in cucina, si assemblano cose pregevoli, come ortaggi, formaggi, farine, carni e pesci e ci si preparano piatti bellissimi, ma immangiabili, con i sapori coperti da salse sconosciute e/o sgradevoli.

Il pesce è sempre salmone, merluzzo e muscolo di capesanta, con qualche cozza o è un piatto di cozze da sole. Si sa il salmone è grasso, cotto è unto ancor di più, si sa il merluzzo è insapore e stoppaccioso la salsa (di panna???) esalta le sue caratteristiche negative, senza ammorbidirlo. E le coquilles Saint-Jacques? Sembrano fritte e non sanno di niente se non di olio fritto e rifritto. Beh ma le cozze? Sbagliare quelle è difficile, le fanno bene anche in Belgio, le fanno bene davvero anche li.

Eppure le cozze

Eppure le cozze (e pure le cozze) fanno pena, cotte con cipolle che non sanno di cipolla e pomodori che non sanno di pomodoro. Certo ci vuole impegno per rovinare tutte queste cose. Ho provato anche la zuppa di pesce, anzi di pesci, quindi uno buono ci sarà finito dentro, macché, neanche per caso. No, nessuna chance, era una brodaglia soda dal sapore del pesce andato e non intendo dirvi dove sarebbe meglio fosse andato quel pesce.

Il tutto a non meno di 50€ a testa, naturalmente. Che sfortuna “l’unico ristorante di pesce ignobile ci sei andato tu” direte, “siii iiiee” (*), di ristoranti ne ho girati tanti, peccato che tutti avessero lo stesso pesce con lo stesso sapore (sapete che l’aroma, ripensandoci, non me lo ricordo per nulla?) forse avevano anche lo stesso cuoco, un viaggio di mille miglia e ti ritrovi a mangiare sempre nello stesso posto.

Ma la pizza…

La pizza poi non ne parliamo, pasta e formaggio fuso, con l’unico ingrediente buono l’olio al peperoncino, perché “pizzica” abbastanza, il peperoncino c’è, se poi ci sia anche l’olio? Lasciamo perdere. Per il resto un sapore di formaggio cotto e ricotto immerso in altri sapori, più delicati, che, peccato, non si riuscissero a sentire.

Bene, riassumendo:

Volete andare in Francia e non siete ricchi?

State a dieta o fate una capatina in Spagna o in Germania o, ops stavo per dire in Inghilterra, a seconda di dove vi trovate vicino per pranzo, o per cena, e starete bene: da quelle parti si mangia e si dorme bene.

Non dormite alla francese, meglio una canadese e un bel sacco a pelo almeno avrete una valida ragione per non lavarvi e spenderete decisamente poco. Qui non si mangia e si dorme bene.

si mangia e si dorme TGV Duplex usato sulla tratta Lione-Parigi Alaric Favier - Opera propria
TGV Duplex usato sulla tratta Lione-Parigi
Alaric Favier – Opera propria

Aha, un ultima cosa, i treni sono belli e puliti, anche i più vecchi, e sono veloci, almeno i TGV, che veloci lo sono per definizione. Anche li però la gestione dello spazio è ottimizzata al ribasso e insomma devi essere una Barbie o Big Gim per trovarti bene. Il ristorante del TGV non è peggiore degli altri. Neanche migliore, si intende.

Au revoir.

Giancarlo

(*) Macché, in Valdarnese.

In autostrada

In autostrada mi sono fermato in un area di servizio. Entro e chiedo un panino e una bottiglia di acqua.

Il cassiere mi chiede, gentilmente, se voglio anche un caffè, al mio diniego non insiste, pago, prendo lo scontrino e vado al bar.

Chiedo il panino, con la mortadella, e l’acqua.

“L’acqua può prenderla dal frigo, il panino glielo scaldo?”

Domando se sia un panino surgelato, mi dice di no. Allora perché scaldare un panino con la mortadella?

“Alcuni clienti lo chiedono così”, mi fa.

“Non io, grazie” rispondo.

Il panino è un po freddo, forse meritava scaldarlo, ma la mortadella, no, mai.

Credo che la scena giusta sarebbe stata quella della sua risposta: l’avventore, io, chiede di scaldare il panino, non il barista.

Qualcosa non va, specialmente per un panino con la mortadella.

Perché succede? Perché non ti danno un panino con qualcosa e basta?

Forse per le norme igieniche o forse per giustificare i prezzi che chiedono in autostrada, te lo devono scaldare per forza, forse è per questo, il prezzo da autostrada, che a volte, assieme alla mortadella, ci sono fette di formaggio. Formaggio??? con la mortadella? Ma anche con il prosciutto, la coppa e quant’altro, perché non ci date pane e companatico? e basta!

Non sarebbe stato meglio usare del pane fresco, a temperatura ambiente, invece che un pezzo di ghiaccio da riscaldare?

Sono esterrefatto.

Devo rifletterci.

Giancarlo