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si mangia e si dorme bene…

Dove si mangia e si dorme bene?

Mi spiace, anche per alcuni miei amici, ma in Francia non si mangia ne si dorme bene.

Sono stato qualche giorno là, girando in lungo e in largo, da sotto a sopra , come le altre volte che ho girato la Francia. Le mie convinzioni, maturate mano a mano, sono state conformate.

In realtà, nel titolo del post volevo usare il termine dormire, ma non è vero che si dorma male in Francia. I letti sono ampi, alla Francese, e solidi, i piumini soffici e confortevoli. Se non trovi il cuscino a rotolo, si sta proprio bene nel letto, anche in Hotel non troppo costosi.

Ma ditemi chi, in viaggio, arriva in hotel e… e si infila subito a letto per risvegliarsi il mattino seguente e ripartire? Hotel significa anche stanza, bagno, scrivania e colazione. In hotel non si dorme soltanto, si fa anche colazione.

Beh la colazione dipende molto dal costo totale, quindi non la considero, da un hotel da 60€ non puoi pretendere molto, ma già da uno da 120€ mi aspetterei molto di più, ma insomma…

Parliamo di Hotel

Parliamo di Hotel sotto i 120-130€ a notte quindi lasciamo perdere la colazione.

Confidiamo che l’acqua sia potabile in Francia, lo sarà sicuramente perché gli alberghi poveri chiudono presto i battenti. Se la notte vuoi bere, come capita a me, ti attacchi al rubinetto. Nemmeno i distributori automatici a moneta sono disponibili la notte, tenuti ben chiusi da qualche parte. In camera, con la clientela che si ritrovano certi hotel, è meglio non mettere un frigo, figuriamoci un frigobar. Ma certo, giudicare un albergo da una bottiglia d’acqua mi sembra eccessivo.

Parliamo della

Parliamo della scrivania, utilissima, ormai indispensabile, per posarci ed accendere il portatile. Sembra fatta apposta, se ci devi mettere anche un quaderno non c’entra. E’ delle dimensioni reali di un notebook, anzi forse conoscono anche la marca del tuo portatile, non ci va nient’altro. Va beh però c’è sempre il wi-fi, anche negli alberghi da meno, gratuito e, quasi sempre, veloce. Non ti chiedono, quasi mai, nemmeno chi sei e che vuoi, accedi e basta. Sicuramente l’hotel si fa perdonare il tavolo scomodissimo, se si mangia e si dorme bene.

L’hotel è scomodo sostanzialmente solo per le dimensioni, ridotte. Come sono ridotte le dimensioni di tutto quello che c’è intorno, per accedere al tavolo, al letto, alla finestra ecc. ecc. Certo meglio ridurre lo spazio di passaggio per dedicare più spazio, il giusto spazio, al bagno.

Credo che gli architetti Francesi non siano poi male, anzi. Arrivi stanco, sudato, ti spogli anelando una doccia rilassante, prima di cena, entri in bagno e… minchia! E’ una stanzina quadrata in cui il maggior spazio è dedicato all’apertura della porta, pur piccola. Poi gli altri tre spazi sono equamente suddivisi tra vaso, doccia e lavabo, mezzo metro per uno, e per uno intendo per ogni oggetto non per un metro nell’altra dimensione.

Beh è naturale

Beh è naturale che i Francesi non usino il bidet, dove lo metterebbero? Nella doccia? Aha già, il bidet si fa nella doccia. Nella doccia c’è la doccetta mobile per questo scopo, che grullo, quasi non mi ricordavo più. Peccato che in mezzo metro per, se va bene, settanta centimetri di profondità, non ci si rigiri nemmeno, altrimenti sarebbe bello accoccolarsi nel piatto e sciacquarsi quel che si deve.

Che preferiscano di non lavarsi, dopo aver… ma poi i Francesi non si alterino se dicono di loro che hanno la puzza sotto il naso; se non ti puoi lavare che altro vorresti avere se non la puzza?

Certo il lavandino può essere un’alternativa sia alla doccia che al bidet, ma non è comodo, è alto e senza appoggi e stretto anche lui, e poi ricordiamoci le buone maniere, che modi sarebbero di lavarsi nel lavandino, ma su, ma via, non ne parliamo nemmeno!

Bene, comunque, almeno lo specchio del bagno è grande a sufficienza e funziona sempre, anche se a volte rimanda una luce gialla e fioca, e non so perché.

Alla fine però, una doccia

Una doccia la puoi sempre fare, non manca ne l’acqua fredda ne quella calda, è che magari vorresti riuscire anche ad insaponarti, girarti con facilità, chinarti verso i piedi, anch’io con la mia epa. Vorresti lavarti le ascelle senza rischio di rompere la parete della doccia con una gomitata, la schiena è meglio lasciala com’è, perché girandoti per sciacquarla giri senz’altro il rubinetto e l’acqua ti arriva ghiaccia o bollente puoi imprecare i francesi ma non risolvi, ne ti rilassi.

Ma non preoccupatevi, quelli che ho girato io sono Hotel da poco, se spendi di più ti trattano meglio, insomma.

In Francia
In Francia

Meno male che, rilassati o meno da una bella doccia, poi si va a cena e la Francia, si sa, è la patria della moderna gastronomia, della “Novelle Cuisine”.

Quindi si mangia e si dorme bene?

Per me è sintomatico che la cuisine faccia rima con l’usine. L’usine è la fabbrica, il posto dove si mettono insieme le parti, dandogli una certa forma, trasformandole in oggetti migliori e più utili dei precedenti componenti. Si non è un caso in cucina si fa lo stesso, ma non i Francia.

In Francia, in fabbrica si fanno cose pregevoli, per esempio le auto, meglio che in Germania o in Italia, almeno sembrerebbe dalle ultime di cronaca.

In Francia, in cucina, si assemblano cose pregevoli, come ortaggi, formaggi, farine, carni e pesci e ci si preparano piatti bellissimi, ma immangiabili, con i sapori coperti da salse sconosciute e/o sgradevoli.

Il pesce è sempre salmone, merluzzo e muscolo di capesanta, con qualche cozza o è un piatto di cozze da sole. Si sa il salmone è grasso, cotto è unto ancor di più, si sa il merluzzo è insapore e stoppaccioso la salsa (di panna???) esalta le sue caratteristiche negative, senza ammorbidirlo. E le coquilles Saint-Jacques? Sembrano fritte e non sanno di niente se non di olio fritto e rifritto. Beh ma le cozze? Sbagliare quelle è difficile, le fanno bene anche in Belgio, le fanno bene davvero anche li.

Eppure le cozze

Eppure le cozze (e pure le cozze) fanno pena, cotte con cipolle che non sanno di cipolla e pomodori che non sanno di pomodoro. Certo ci vuole impegno per rovinare tutte queste cose. Ho provato anche la zuppa di pesce, anzi di pesci, quindi uno buono ci sarà finito dentro, macché, neanche per caso. No, nessuna chance, era una brodaglia soda dal sapore del pesce andato e non intendo dirvi dove sarebbe meglio fosse andato quel pesce.

Il tutto a non meno di 50€ a testa, naturalmente. Che sfortuna “l’unico ristorante di pesce ignobile ci sei andato tu” direte, “siii iiiee” (*), di ristoranti ne ho girati tanti, peccato che tutti avessero lo stesso pesce con lo stesso sapore (sapete che l’aroma, ripensandoci, non me lo ricordo per nulla?) forse avevano anche lo stesso cuoco, un viaggio di mille miglia e ti ritrovi a mangiare sempre nello stesso posto.

Ma la pizza…

La pizza poi non ne parliamo, pasta e formaggio fuso, con l’unico ingrediente buono l’olio al peperoncino, perché “pizzica” abbastanza, il peperoncino c’è, se poi ci sia anche l’olio? Lasciamo perdere. Per il resto un sapore di formaggio cotto e ricotto immerso in altri sapori, più delicati, che, peccato, non si riuscissero a sentire.

Bene, riassumendo:

Volete andare in Francia e non siete ricchi?

State a dieta o fate una capatina in Spagna o in Germania o, ops stavo per dire in Inghilterra, a seconda di dove vi trovate vicino per pranzo, o per cena, e starete bene: da quelle parti si mangia e si dorme bene.

Non dormite alla francese, meglio una canadese e un bel sacco a pelo almeno avrete una valida ragione per non lavarvi e spenderete decisamente poco. Qui non si mangia e si dorme bene.

si mangia e si dorme TGV Duplex usato sulla tratta Lione-Parigi Alaric Favier - Opera propria
TGV Duplex usato sulla tratta Lione-Parigi
Alaric Favier – Opera propria

Aha, un ultima cosa, i treni sono belli e puliti, anche i più vecchi, e sono veloci, almeno i TGV, che veloci lo sono per definizione. Anche li però la gestione dello spazio è ottimizzata al ribasso e insomma devi essere una Barbie o Big Gim per trovarti bene. Il ristorante del TGV non è peggiore degli altri. Neanche migliore, si intende.

Au revoir.

Giancarlo

(*) Macché, in Valdarnese.