il ceppo

Il Ceppo

Il ceppo.

Era la fine di dicembre del 1970 e si abitava in campagna.

I genitori lavoravano la terra ed allevavano qualche animale; la cavalla, le capre, i maiali i polli ed i conigli, non mancavano i piccioni e qualche altro animale come il cane ed il gatto.

Si stava bene, intorno a noi c’erano solo campi e boschi.

Gli ampi campi, le prese tra i filari di viti maritate, dove era stato coltivato il grano erano spogli e già arati per far spaccare le zolle al freddo prima della prossima semina.

Si vedevano solo passerotti infreddoliti e pettirossi a cercare i semi tra le zolle od un insetto da mangiare.

Era freddo, come ancora era freddo a quei tempi, e forse erano cadute un paio di spruzzate di neve, ma era rimasto solo qualche cumulo nei posti in ombra.

Decisamente non era il caso di stare fuori, anche se si dovevano potare gli alberi, si aspettava che prima dimoiasse.

Noi ragazzi arrivavamo fino al bosco per raccogliere la legna dei rami caduti e nel frattempo raccoglievamo anche le coccole delle querce.

Le coccole sono le galle che sono causate da punture di insetti che le usano per deporre le uova o per passarci l’inverno, non si è mai saputo. Sono belle rotonde proprio come le biglie e noi le usavamo per quello, per giocarci.

Qualcuno di noi sapeva dove nascono gli ordinali e allora si andava a vedere e se c’erano e li raccoglievamo.

Se non lo sapete gli ordinali sono buonissimi, cotti in gratella con poca brace conditi con olio e sale e un po’ d’aceto. Profumano come una bistecca ma anche il sapore non è molto diverso, insomma è un po’ diverso ma non troppo. Sono buonissimi.

E’ il Ceppo

Era la fine di dicembre, come dicevo, e si tornava a casa stanchissimi.

XLIII – Paesaggio – 2018 – Giancarlo Arrigucci – Tempera grassa su cartoncino telato – (60 x 30 cm)      

La sera si doveva festeggiare il Ceppo e la settimana dopo la befana.

Il Ceppo è un grande ceppo di legno, meglio se con un bel foro al centro, che alla sera si mette nel camino prima di cena. Il Ceppo rappresenta la fine dell’anno e si consuma nel fuoco come si è consumato l’anno appena passato.

Dopo cena, quando il Ceppo è diventato rovente e sta bruciando ovunque, noi ragazzi ci mettiamo intorno al camino luce spenta come di solito si sta davanti al camino per scaldarci prima di andare a letto.

Ed è allora che ci viene chiesto di battere sul Ceppo, ma di batterci forte, più forte che possiamo. E Il Ceppo scintilla, la stanza si riempie di calovie, che volano per un po’ e poi cadono spegnendosi come il volano delle lucciole.

Mentre lo battiamo il Ceppo, oltre le scintille, fa un gran rumore bum bum, bum bum bum. Ed è allora che magicamente dal camino cadono fichi secchi, mandarini e pepini, cadono giù dal camino e non si capisce come.

Ma noi ragazzi continuiamo a battere, fino a che vengono scintille. Poi, esausti, che gioia raccogliere il bottino e far la conta, mangiare qualcosa e poi andare a letto contenti.

Che bella la fine di dicembre del 1970.

Le altre feste

Dopo il ceppo si attendeva la Befana, che forse riempiva la calza.

Dopo la Befana non ci restavano che le lucciole, che catturate e messe nel bicchiere avrebbero, immancabilmente solo dopo che ci si era addormentati, lasciato qualche monetina da 5 o dieci lire.

Poi di nuovo il Ceppo con la frutta che cadeva dovunque e noi, tutti questi prodigi, non si capiva come potessero succedere.

Giancarlo

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