perchè

perché

Chiediamoci il perché

Perché abbiamo lasciato che accadesse?

Ed abbiamo permesso che si realizzasse la globalizzazione?

Perché

Il fenomeno causato dall’intensificazione degli scambi e degli investimenti internazionali ha portato, come ci ricorda Wikipedia, all’interdipendenza delle economie nazionali e, quindi, anche a interdipendenze sociali, culturali, politiche e tecnologiche i cui effetti positivi e negativi hanno una rilevanza planetaria, unendo commercio, le culture, i costumi, il pensiero e beni culturali.

Wikipedia ci dice anche che tra gli aspetti positivi della globalizzazione vanno annoverati la velocità delle comunicazioni e della circolazione di informazioni (1), l’opportunità di crescita economica (2) per nazioni a lungo rimaste ai margini dello sviluppo economico mondiale, la contrazione della distanza spazio-temporale e la riduzione dei costi per l’utente finale (3) grazie all’incremento della concorrenza su scala planetaria.

Gli aspetti negativi sono il degrado ambientale, il rischio dell’aumento delle disparità sociali, la perdita delle identità locali, la riduzione della sovranità nazionale e dell’autonomia delle economie locali, la diminuzione della privacy (4).

Ma perché?

Perché lo abbiamo permesso? Ci abbiamo rimesso tutti. Ci rimetteremo ancor di più, sempre di più.

(1) Le informazioni non sono un bene, sono un male, ci uccidono, piano piano. Ci fanno vivere nel terrore: il terrore del ROM, dei ladri d’appartamento, del vicino di casa, dello straniero, del terrorista Islamico.

Ci bombardano di notizie, dicendoci quello che vogliamo sentire, senza dirci quello che dovremmo sapere. Dovremmo chiederci perché certe cose succedono e di chi facciano il gioco. Ma non lo facciamo, non ce lo chiediamo, ne vogliamo saperlo.

(2) Anche la favola dei paesi in via di sviluppo è finita. Non ci sono paesi che si stiano sviluppando. Ma ce ne sono in recessione, dove tutti continuano a star peggio. Molti sopravvivendo in condizioni terribili.

Ma anche i paesi sviluppati e ricchi recedono. Recedono economicamente per le crisi artefatte, per la concorrenza interna di manodopera disposta a tutto per lavorare. Recedono per gli scandali, bancari, economici politici. I crack non vengono più pagati da chi li genera ma dalla popolazione, giustificandoli con le scuse più più banali. Quel 10% della popolazione che possiede il 90% della ricchezza non è disposta a pagare, mai.

(3) Anche la storiella della riduzione dei prezzi, grazie alla globalizzazione, non ci migliora la vita. Non facilita il consumo dei beni. I prezzi scendono se e per la diminuzione dei costi, che non viene da riduzioni di prezzo delle materie prime ma dalla riduzione dei salari (reali) e dei diritti.

(4) Gli aspetti negativi,invece, si sono verificati tutti e molto più incisivi di come teorizzato.

Ma come abbiamo fatto ad accettarlo?

Ma chi ce lo ha fatto fare?

Mha!

Ceppoduro

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