Mercatale
Fiesta y guerra. E’ festa a Mercatale Valdarno, è la sagra del Marrone, c’è la banda, tanti banchini, dolciumi e ninnoli, poi funghi, funghi, marroni e funghi e tanti animali da vedere, da allevare, se si vuole.
Una bella festa insomma. Fiesta y guerra también.
Solo, qualcosa stona, ogni tanto si vedono dei militari in giro, o paramilitari o chissacché.
Vestiti in tuta, anfibi, cappello tutti rigorosamente mimetici, occhiali neri mafiosi, ma molto hi-tech, insomma dei ganzi che facevano la loro porca figura.
Ma chi erano che volevano, soprattutto, che ci facevano alla festa.
Ma facevano festa, fiesta y guerra, è ovvio, sparavano come matti con mitra pistole, fucili e chessoio ad aria compressa.
Su una parete
Su una parete, anch’essa mimetica con fronde d’albero e teli bicolore, avevano attaccato lattine di coca e qualche bersaglio. E sparavano come indiavolati, come a indiavolati, pallini di plastica dura. Per terra ce ne erano fiumi.
Erano uomini e ragazzi di varie età. Poi, cosa che mi ha dato molo fastidio, più che fastidio nausea, interna, profonda, quasi da vomitare, c’era una donna. Forse mamma, forse gentile, forse bella. Ma armata e bardata di tutto punto, mimetica, anfibi, cappello occhiali ecc, come d’obbligo, come di moda.
E…
Giù sparare e giù a caricare e ricaricare il fucile del ragazzo. Il quale, a raffica, aveva già distrutto il povero bersaglio che, di carta o di cartone che fosse, si era lacerato. Distrutto tra atroci grida. Poi in pianto dimesso. Ma lui continuava imperterrito, rifornito di munizioni dalla mammina, a sparare. E a massacrare il povero bersaglio e le malmesse lattine.
E’ stata dura: fiesta y guerra. Mentre erano tutti li a discutere e far vedere i muscoli. E le armi, i mitra a tracolla di dietro. Le mimetiche, gli occhiali neri, a rete, protettivi. E le pistole, al cinturone, in una tasca laterale o infilate dietro la cintura, insomma tutti come Tex Willer, armati fini ai denti.
Poi ho saputo che vanno nei boschi a combattersi ed a spararsi i pallini di plastica dura. E ci portano anche i ragazzi, anzi è pieno. E si massacrano fino a notte, a volte fino a giorno. Poi dopo chissà che risate, che sfottò, che racconti alla mamma ed al papà. E come dormiranno? E i sogni la notte dopo? Chissa che bei ricordi, adrenalinici e vividi. E’ la fiesta y è la guerra.
Che pena, la festa, che uomini, che ragazzi, che donne, alla guerra!
Business is business e sui gusti non ci si sputa, ma io le mie sentenze le sputo lo stesso e sono sentenze di condanna, senza appello.
BRUTTO!
Anche diseducativo.
Sì ma a loro che gli frega?
Ma al comitato organizzatore? …macché gli frega anche a quelli? Tutto fa festa, “Venghino signori, venghino”.
Eppure continuo a pensare ad un mondo migliore, con altri valori, con altri business.
“VENGHINO SIGNORI, VENGHINO”
Giancarlo