il Bello

Il bello dell’arte

Il bello

Cos’è interessante nell’arte? Il bello dell’arte è la ricerca, il percorso. L’arrivo, poi, è noioso, ripetitivo, sempre quello. Bello, per carità, bellissimo ma noioso.
Anzi, direi che è bello per chi ne usufruisce, per lo spettatore, ma mortalmente palloso per l’autore.
Sarebbe meglio non arrivare mai, rimanere sospesi nel limbo della ricerca, cambiare sempre segno, colore… essere irriconoscibili.

Nel dipingere, come in tante altre cose della vita, ci si appassiona nel cercare, non nel trovare. Ovvero è bello trovare, che è lo scopo della ricerca, ma abbiamo più emozioni e più a lungo durante la ricerca che al momento in cui raggiungiamo il risultato. Una volta coronato il sogno non resta più nulla mentre il percorso, con i suoi successi ed insuccessi parziali, le sue illuminazioni ed i suoi vuoti, le idee, i tentativi e le continue delusioni disegna un grafo adrenalinico che ci mantiene vivi.

Raggiunto lo scopo si perde subito l’interesse e quello che era un piacere o un rovello, finisce e diventa mestiere, obbligo… routine.

Il brutto dell’arte

Una volta trovati e definiti i canoni di uno stile che permettono di realizzare qualcosa di bello e riconoscibile, qualcosa che piace a noi ed agli altri, questi stessi canoni ci strangolano perché vanno seguiti, diventano ostacolo, impedimento, costrizione.

Non che questo ci intralci a realizzare capolavori, anzi le opere della maturità artistica sono di solito le più belle. Il tratto si affina, gli sfondi si perfezionano, la composizione si intensifica si raggiunge, finalmente, la perfezione.

Anche nella musica succede lo stesso una volta al top si migliora sempre, magari più lentamente, ma con continuità, finché…

Finché il bello

Non tracolla nel nulla nella scolastica ripetizione del nulla, nella banalità che non dice niente nel verso insipido, la ripetizione pletorica dei segni scontati e stra-conosciuti o delle note trite e ritrite, per tornare al parallelo musicale.

Insomma il bello dell’arte per la critica e per il pubblico è l’arrivo. L’artista arrivato è conosciuto, riconosciuto. E’ apprezzato perché sappiamo cosa troveremo ed anche se nonostante lo sappiamo ogni volta spalanchiamo la bocca meravigliati domandandoci: “ Ma come avrà fatto a farlo?” estasiati.

Ma per l’artista il bello della condizione di autore affermato è il tragitto compiuto, gli sbagli, gli errori, le delusioni, le speranze.
Insomma il percorso è coma la vita, è la vita.

Il traguardo è la morte.

Artisti affermati

riposate in pace.

Giancarlo

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