un artista

Un artista

Un artista

Mario era un artista.

Un artista vero.

Dipingeva con la testa, oltre che con il cuore.

un arista

Non era famoso. Non oltre quelli della sua cerchia. Tutti amici , molti pittori come lui. Qualcuno più bravo di lui, ma molti no, alcuni di quelli bravi e di quelli meno bravi lo invidiavano. Ma solo perché erano invidiosi di per se.

Lo sarebbero stati anche se Mario non fosse stato bravo.

Purtroppo l’arte è una pratica ingloriosa. Non c’è gloria in questo mondo per chi campa come lui.

Mario non mangiava ogni giorno. Almeno non fintanto che un amico gli offrisse un cappuccino con pasta, o un panino. Solo un pezzo, non lo accettava tutto: “solo un pezzo, per sentire com’è”.

Ma cos’è la gloria?

Un artista

Non c’era gloria per lui. Chi avrebbe potuto aiutarlo, chi poteva fargli da mecenate, lo ignorava, non ne capiva l’ironia, non si accorgeva di quanto valeva.

Mario continuava a dipingere, anzi, continuava a fare arte, assemblando, incollando, sporcando quello che riusciva a reperire.

Qualcuno gli regalava mezzi barattoli di smalto acrilico, dicendogli che gli era avanzato dal verniciare il davanzale.

Il fruttivendolo gli dava le casette vuote, sia di cartone che di legno.

Una pacchia, dei materiali bellissimi, e utili, e belli.

Spazzatura di un artista

Molti consideravano tale la sua arte.

Anche quelli che lo ammiravano. Materiali poveri e inutili e brutti.

Mario, ironico, graffiante, aggiungeva schifezze agli scarti dei nostri consumi. Strappava pezzi di imballi, divideva il cartone ondulato, aggiungeva pezzi dei legni delle cassette e colori.

Non è facile definire e catalogare l’arte di Mario. Io la definirei semplicemente “Arte”.

Derideva la natura umana, i suoi difetti, le sue pochezze. Non so se ha mai dipinto una donna, solo il concetto essenziale. Anche dell’uomo solo un graffito. Gli piaceva molto scrivere sulle sue opere, a volte in maniera diretta, a volte nascosta.

In poche parole Mario era un artista, vero.

Giancarlo

3 thoughts on “Un artista”

  1. Non bisognerebbe mai scrivere in fretta. Occorrono sempre errori che nemmeno l’aiuto dei correttori automatici può evitare.
    Rileggere il proprio pensiero e poi rileggerlo ancora. Meglio se dopo alcune ore, o giorni, questo sarebbe opportuno fare fare.
    Non sempre è possibile, quasi mai lo si fa.
    A volte rileggendo vecchi posto ne ho scovato qualcuno, ma… sono sempre li, in attesa di essere visti, e non sono quasi mai io a trovarli.
    Maledetti errori di stamba.

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